«Se i vini pregiati hanno un futuro, sarà vicino alla natura». Parola di Oliver Bernard, direttore di Domaine de Chevalier di Bordeaux. Tra le soluzioni indicate, l’allargamento dei disciplinari ai vitigni resistenti per i vini a denominazione, oltre al sostegno alle aziende agricole per il passaggio alla viticoltura biologica e biodinamica.
Sempre secondo Oliver Bernard, sarà fondamentale l’adeguamento delle tecniche di gestione dei vigneti. Interrogato sul palco del simposio “Act for Change“, organizzato da Vinexposium il 20 e 21 giugno 2022 alla Cité du Vin, il direttore di Domaine de Chevalier di Bordeaux ha espresso «un misto di entusiasmo e realismo».
Bernard è sicuro si debba «reagire immediatamente alle questioni ambientali». Ha inoltre ribadito la sua «fiducia nei consumatori e nelle generazioni future, che rendono onore i vini pregiati».
BORDEAUX HA GIÀ I SUOI “VITIGNI RESISTENTI”. E L’ITALIA?
Il simposio “Act for Change” ha riunito esperti internazionali in rappresentanza di 17 Paesi, per una serie di discussioni incentrate sul futuro dei vini e degli alcolici da qui al 2030, nell’ambito della Bordeaux Wine Week.
Sul fronte dei vitigni resistenti ai cambiamenti climatici, la posizione di Oliver Bernard non si discosta da quella del Consorzio Vini di Bordeaux, che nel 2021 ha concluso gli studi – durati 10 anni – su 6 nuove varietà da inserire nell’Aoc.
Quattro sono a bacca rossa: Touriga Nacional,Castets, Marselan e Arinarnoa. Due i “Piwi” a bacca bianca: Alvarinho e Liliorila. In Italia è il prof Attilio Scienza a suggerire di utilizzare i vini a Indicazione geografica protetta (Igp) come «palestra per i vitigni resistenti», intendendo in questo caso i Piwi, da inserire poi nelle Doc del vino italiano.
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.