EDITORIALE – Birra Menabrea sponsor della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba 2024. Non una novità, bensì una conferma della partnership, con tanto di creazione di una “special edition” della “Bionda” Premium Lager da 33 cl. La domanda è: che c’azzecca? Non tanto per la birra in questione, ma per quello che pare – giudicandolo da diverse angolazioni – uno smacco a un territorio, quello dell’Albese e delle Langhe, vocato al vino e alla territorialità in gastronomia. Una zona che, con Menabrea, condivide solo la provenienza regionale (Birra Menabrea è di Biella). Molto più “digeribile” sarebbe stato, ad occhio e croce, un eventuale accordo con il birrificio Baladin di Teo Musso, che ha sede a Piozzo, nel Cuneese. Ma così non è andata.
Il logo di Birra Menabrea figura al primo posto sul sito ufficiale della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba 2024, tra gli sponsor. Ben più “nascosto” quello dell’Alta Langa, lo spumante Metodo classico che costituisce la vera novità nazionale delle “bollicine” Made in Italy. Una denominazione che sta cominciando a farsi notare anche all’estero e che, negli anni, ha proposto numerosi percorsi di abbinamento con il tartufo, con cui condivide – a differenza della birra – la pazienza necessaria e il fascino dell’attesa (stesse caratteristiche di altri due grandi langaroli come Barolo e Barbaresco).
La partnership tra la prestigiosa Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e Birra Menabrea – brand del Gruppo Forst (Bolzano) sulla cui qualità e notorietà non si discute qui, soprattutto perché si tratta del birrificio italiano più antico, con 152 anni di storia (a Biella) – fa ancora più clamore se si considerano le difficoltà che il settore del vino sta attraversando sui mercati, nazionali e internazionali. E se è vero che per molti pecunia non olet, ovvero che a sponsor donato non si guarda in bocca, è altrettanto giusto sottolineare che da un evento cruciale per il territorio di Alba ci si dovrebbe aspettare uno sforzo in più. O quantomeno più coerenza e “sensibilità”. Che a parlar d'”amore”, nel 2024, suonerebbe troppo.
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.