Arriva dall’export la consolazione delle cantine sudafricane, in un 2021 ormai entrato nei libri di storia per i divieti di vendita di alcolici e conseguente il tira e molla tra l’industria vinicola sudafricana e il governo di Pretoria. I volumi delle esportazioni dei vini sudafricani hanno raggiunto quota 388 milioni di litri, mentre il valore è cresciuto a 585 milioni di euro. Il merito è principalmente del vino sfuso. Ma si segnala anche l’exploit del Metodo classico Méthode Cap Classique. Costante la crescita dei vini imbottigliati, in quasi tutti i mercati.
«Le cifre – commenta Wine of South Africa – sono molto positive se paragonata alle esportazioni del 2018, dove il volume totale di 420 milioni di litri esportati ha fruttato solo 517 milioni di euro». Bulk wines, dunque, accompagnati da una crescita – seppur minore, in percentuale – dei vini in bottiglia. Sempre più conosciuti e apprezzati nel mondo.
L’esportazione di vino confezionato, che è fondamentale per far crescere l’immagine di qualità del Sudafrica – riferisce WoSa – è stata fortemente colpita da problemi di fornitura di imballaggi. Ma alla fine è riuscita a mostrare una buona ripresa ed è cresciuta del 6,7% in volume e di un piacevole 9,2% in valore».
CHARDONNAY E SAUVIGNON BLANC: PIACCIONO I BIANCHI
Il valore delle esportazioni di vino sfuso (escluso il vino industriale) è aumentato del 33,6% in volume su base annua. Le varietà a bacca bianca hanno dominato nel 2021, con una crescita annuale guidata in particolare dalla domanda di Chardonnay (+167%) e Sauvignon Blanc (+79%).
Una crescita a lungo termine che si registra anche sul valore del litro di vino sfuso. Con un aumento dell’8% sul totale delle esportazioni sfuse e un +32% sul vino bianco fermo, tra il 2018 e il 2021.
Performance eccezionale anche per il Méthode Cap Classique, lo spumante metodo Classico sudafricano «salito a razzo del 40% in volume nel 2021». «La tipologia – commenta Wines of South Africa – sta guadagnando costantemente riconoscibilità in un segmento molto competitivo, condiviso con Champagne, Prosecco e Cava».
«Sono molto rincuorata dalle cifre delle esportazioni del 2021 – continua Siobhan Thompson, Ceo di WoSa -. È evidente che i nostri mercati chiave vedono il Sudafrica come un produttore di vino di alta qualità costante. E che, anche in condizioni difficili, ci sforziamo di continuare a rifornire i nostri mercati e di continuare a vendere il vino in modo responsabile, il che infonde ulteriormente senso di fiducia».
L’appuntamento per il trade, dopo i rinvii dovuti alla pandemia, è a CapeWine 2022, in programma dal 5 al 7 ottobre. Un’occasione, sottolinea Siobhan Thompson – per rafforzare la nostra posizione leader sul fronte green, attraverso il tema Sostenibilità 360».
VINI DEL SUDAFRICA: I PRINICIPALI MERCATI DELL’EXPORT
Parlano chiaro, del resto, le performance internazionali. Il Regno Unito, il più importante mercato di esportazione di vino del Sudafrica, ha mostrato una buona crescita sia in volume (+10%) che in valore (+25%) di vino confezionato. Un dato molto incoraggiante secondo Wosa, «nonostante i timori di un impatto negativo portato dalla Brexit e dalla pandemia di Covid».
La crescita maggiore si è sviluppata nell’Horeca, seguita dalla Gdo, specie nei supermercati di fascia alta. «Il mercato britannico ha sostenuto molto l’industria vinicola sudafricana durante uno dei periodi più difficili che abbia mai affrontato e questo può essere visto nella crescita delle nostre esportazioni», sottolinea ancora l’organizzazione di rappresentanza dei produttori di vino sudafricani.
Altro mercato più che mai soddisfacente per l’export 2021 dei vini del Sud Africa è stata la Cina. Anche grazie alla guerra commerciale cinese con l’Australia, confezionato e sfuso Made in South Africa hanno visto raddoppiare la quota di mercato.
Per i vini sfusi, le opportunità si sono concretizzate sia per i produttori cinesi che per i marchi che vengono imbottigliati in Cina. Mentre con le esportazioni di vino confezionato, Wosa ha visto «un grande aumento dei listing di vini sudafricani nei principali cataloghi dei rivenditori, con un certo numero di importatori nazionali che hanno anche ampliato i loro portafogli per includere il vino sudafricano».
CRESCE L’EXPORT NEL CONTINENTE AFRICANO. EUROPA STABILE
Anche i mercati africani hanno mostrato un eccellente recupero nel 2021, con volumi di esportazione che superano i livelli pre-Covid. I mercati che guidano questa crescita sono Nigeria, Kenya, Tanzania, Uganda, Mozambico e Zimbabwe. Ulteriori analisi di mercato mostrano che questo trend continuerà in futuro.
I mercati europei di riferimento – Germania, Paesi Bassi e Svezia – rimangono ampiamente stabili. «Il che è positivo – riferisce Wosa – nonostante le dure misure anti pandemia in vigore in tutti questi paesi, che hanno avuto un impatto diretto sull’Horeca».
Canada e degli Usa hanno a loro volta evidenziato una crescita dei volumi. «A guidare l’incremento dell’export è il vino sfuso. Tuttavia – sottolinea Wines of South Africa – in questi mercati tradizionalmente difficili, dato l’impatto della pandemia, questo è considerato nel complesso positivo».
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.