CORMONS – “Il progetto della Docg non è abbandonato: ci crediamo, ci lavoriamo ancora e stiamo cercando una maniera per convincere tutti, per il bene del nostro territorio”. Il presidente del Consorzio Tutela Vini Collio, David Buzzinelli, commenta così la fase di stallo del percorso avviato nel 2016, in Friuli. Ancora ai box di partenza l’ipotesi di premiare con la Docg tutte le tipologie attualmente Doc. Ancor più in alto mare l’opzione Gran Selezione Docg e Pinot Grigio Superiore Docg, nuovi vini da collocare all’apice della piramide qualitativa del Collio.
Buzzinelli, intervistato in esclusiva da WineMag.it, traccia un quadro dai contorni ancora fumosi. Ma si mostra ottimista. “All’inizio del percorso – commenta il presidente del Consorzio – i soci erano ancor più divisi di oggi. Si parlava di un 30% d’accordo su tutto, un altro 30% d’accordo solo su alcune parti e un 30% di contrari alle modifiche”.
Oggi la situazione sarebbe migliore. Un sostanziale fifty-fifty che non cambia le regole del gioco. Ma almeno muove il tavolo. “Fosse per si potrebbe approvare tutto domani – chiosa Buzzinelli – ma al momento siamo a un 50 e 50 tra consenso e dissenso. Puntiamo comunque ad arrivare a dare al Collio la Docg entro la vendemmia 2020“.
“Stiamo lavorando per trovare una quadra con tutti i soci del Consorzio, che sono circa 330 – precisa ancora il presidente del Consorzio di Cormons – ma anche con chi non fa parte dell’ente, dal momento che la Docg interessa tutti. Mi riferisco a quei produttori che incidono per un 15% sulla produzione di vini di qualità nel Collio”.
Quali sono i nodi principali da sciogliere? “Innanzitutto – risponde Buzzinelli – credo che non tutte le modifiche al disciplinare siano state comprese appieno. I punti più discussi riguardano quante e quali varietà Doc premiare con la Docg”.
“Ci siamo ritrovati a discutere più volte in riunioni in cui non tutti conoscevano nel dettaglio il progetto – ammette il numero del Consorzio – pagando pegno. L’ultimo meeting è avvenuto un annetto fa. Poi si è lavorato su tavoli tecnici più limitati in termini numeri, in cui i contrasti di vedute si sono attenuati solo in parte”.
Intanto il tempo passa. “Oggi – commenta Buzzinelli – si può dire che ripartiamo da zero, ma abbiamo tutte le intenzioni di portare a casa l’obiettivo che ci siamo prefissi. Del resto, tra le attenuanti c’è il cambio del Cda avvenuto in corso d’opera, con relativo cambio della presidenza e passaggio delle consegne”.
“Di certo – continua David Buzzinelli – sono tutti concordi sul Gran selezione, ovvero su un assemblaggio ottenuto dai tre autoctoni Ribolla gialla, Friulano e Malvasia. In attesa della Docg, colgo con piacere il fatto che molte aziende stiano puntando su un vino bianco Doc del Collio, come punta di diamante della produzione”.
Il presidente fa appunto riferimento a quella che, a percorso ultimato, potrebbe essere la Gran Selezione Docg. Un vino, cioè, ottenuto dall’unione di Friulano (minimo 40%, massimo 70%), Ribolla Gialla e Malvasia (massimo 30% per ciascuna varietà).
Il Consorzio pensa a rese basse, per garantire qualità assoluta, e tempi di affinamento degni di una riserva anche per il progetto di valorizzazione del Pinot Grigio, che nel disegno del nuovo disciplinare dovrebbe risultare un “Superiore Docg”.
Una tipologia su cui stanno puntando molto le vicine Venezie, con una Doc (discussa) che intende comunicare “qualità” e “italian style”, riunendo sotto la propria ala tre territori diversi, compresi nel cosiddetto Triveneto.
Pinot Grigio che, va ricordato, è la varietà a bacca bianca più coltivata in Friuli Venezia Giulia, con circa il 30% della superficie vitata complessiva e caratteristiche che variano molto, in base alle scelte di ogni singolo produttore.
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.