Cambio di rotta nelle ultime ore per il governo del Sudafrica, che aveva proibito la produzione e la vendita di vino e alcolici fino al 16 aprile, tra le misure per contenere Covid-19. Sono state infatti accolte le richieste di associazioni di categoria come Vinpro, che chiedevano di inserire l’industria del vino tra le attività di “prima necessità”, preservate dal “lockdown” del Disaster Management Act di Pretoria.
Le “Attività di raccolta e stoccaggio essenziali per prevenire lo spreco di beni agricoli primari” sono state inserite nel capitolo riguardante l’agricoltura. “La nostra interpretazione di questo emendamento è che l’industria del vino sarebbe autorizzata a completare la vendemmia e anche i processi di cantina necessari per garantire che il raccolto non sia sprecato”, commenta Christo Conradie, rappresentante dei 2.500 viticoltori sudafricani che aderiscono a Vinpro.
I lavoratori agricoli demandati a raccogliere l’uva e/o ad operare come operai di cantina – conclude il dirigente – saranno considerati lavoratori essenziali durante il lockdown”.
“Siamo davvero molto grati per questo risultato e ci dà la tranquillità necessaria il primo giorno di #lockdown, un venerdì proprio prima del fine settimana. Permetterà ai lavoratori agricoli di lavorare in modo ottimale e di portare all’ultimo raccolto”, aggiunge Conradie.
Infine, un appello ai lavoratori: “Vorremmo ancora una volta rivolgere a tutti una richiesta amichevole, ma seria, affinché continuino ad agire in modo responsabile. Sullo sfondo di una crisi globale, accogliamo questo permesso con la dovuta diligenza e facciamo in modo che si operi con la considerazione necessaria”.
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.