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Covid-19, allarme Federazione Italiana dei Distributori Horeca: “Perdite e giacenze”

Perdite di fatturato fino all’80%, mancati incassi per le precedenti forniture a causa della chiusura dei locali, prodotti in giacenza prossimi alla scadenza, nessuna certezza di ripresa del mercato. La categoria dei distributori Horeca lancia l’allarme per le conseguenze del lockdown volto ad arginare Covid-19 in Italia. È il grido di un settore – quello che raggruppa Alberghiero, Ristorazione e Catering – nel quale operano 5200 aziende, di cui 1800 specializzate nel Food&Beverage, molte delle quali associate alla Federazione Italiana dei Distributori di Horeca (Italgrob). Per un giro d’affari di 87 miliardi di euro, nel 2019.

“La categoria dei distributori è al collasso – denuncia Vincenzo Caso, presidente Italgrob – la chiusura dei locali ha gioco forza interrotto il flusso di liquidità necessario al sostentamento delle aziende, i provvedimenti del Governo contenuti nel decreto Cura Italia sono del tutto inconsistenti, al di là della cassa integrazione, è ridicolo pensare di attutire la violenta crisi che ha investito la categoria con un contributo di 600 euro”.

È necessario un intervento di misure specifiche per ogni categoria, per far ripartire il motore del nostro paese. Al termine dell’emergenza sanitaria bisognerà avere gli strumenti per affrontare la grave crisi economica.

Inoltre, è necessario ricordarlo soprattutto per chi come noi lavora nel fuori casa, e in particolare con le strutture di accoglienza turistica, che andiamo incontro ad un periodo tragico dal punto di vista degli ingressi nel nostro paese: caleranno tutti i flussi turistici di almeno il 60% come stimato da diverse Associazioni di categoria”.

La situazione degli imprenditori della distribuzione, categoria considerata dal Governo tra le attività essenziali, viene definita “drammatica” dalla Federazione Italiana dei Distributori di Horeca Italgrob.

“Deve essere sostenuta con interventi mirati“, denuncia ancora il presidente Vincenzo Caso. “I nostri clienti sono obbligatoriamente chiusi come da Dpcm.  Ricordiamo che le scorte stoccate nei magazzini stanno scadendo, e che c’è urgente necessità di maggiore liquidità alle nostre Pmi”.

Bisogna intervenire anche attraverso la cancellazione di tasse ingiuste – continua – tra le quali ricordo la Plastic e la sugar tax, che farebbero lievitare solamente i prezzi verso il consumatore finale; deve essere rivista anche il calcolo della Tari che verte sui nostri magazzini che sono solo di stoccaggio”.

Come richiesto anche da Confindustria, Italgrob ritiene che serva “un piano shock per l’economia italiana che impegni risorse quantitativamente rilevanti, che sostenga la liquidità delle nostre imprese, a partire da rateizzazioni fiscali e meccanismi di compensazione”.

Sempre secondo Vincenzo Caso, occorre “fare leva leva su tutte quelle misure necessarie per far fronte ai rilevanti cali della domanda privata e, quindi, di perdita di fatturato delle imprese. Le azioni messe in campo dal Governo a marzo – conclude il rappresentante Horeca – devono essere solo il primo passo di un lungo percorso per la ripresa”.

Fa eco alle richieste Dino Di Marino, direttore generale della Federazione: “Siamo impegnati su più fronti – evidenzia – con Confindustria, con il Governo, con le industrie di produzione e con le altre associazioni del comparto Ho.Re.Ca al fine di creare una filiera collaborativa in questo difficile momento”.

“Bisogna rilanciare il comparto – aggiunge Di Martino – avanzeremo alle istituzioni richieste concrete e fattibili anche in vista dello scenario del mercato post Covid-19 Coronavirus”.

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Di Redazione WineMag.it

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