Nasce ufficialmente il Consorzio Tutela Lambrusco, la nuova realtà che dal 1° gennaio ha preso il posto dei tre precedenti enti di tutela grazie all’operazione di fusione per incorporazione votata all’unanimità lo scorso 28 settembre.
Tra le decisioni del consiglio di amministrazione la nomina del presidente del Consorzio Tutela Lambrusco, Claudio Biondi, già presidente del Consorzio di Tutela del Lambrusco di Modena, unitamente a quella del vicepredisente Davide Frascari, già a capo del Consorzio per la Tutela dei Vini Doc Reggiano e Colli di Scandiano e di Canossa.
«È un giorno importante per il nostro Consorzio, che inizia ufficialmente la sua attività attraverso la prima seduta del suo consiglio di amministrazione – commenta Biondi – Quello che ha portato all’unificazione del variegato mondo del Lambrusco è stato un percorso lungo: ora la sfida sarà definire le strategie di comunicazione e i progetti di promozione più efficaci, sia a livello nazionale che internazionale, continuando ad apportare un contributo in un settore che, come tutti, ha subito i contraccolpi della recente pandemia».
Nell’ambito del CdA è stata presentato anche il nuovo marchio del Consorzio. «Volevamo che la brand identity riuscisse a fondere insieme alcuni elementi essenziali dei nostri territori e dei nostri vini – spiega Biondi – dalle tonalità di colore che il Lambrusco assume» fino alla capolettera L all’interno del nuovo brand dalla forma sinusoidale, «una forma che vuole richiamare il movimento brioso delle bollicine e, allo stesso tempo, ricorda quasi un sigillo», aggiunge il neo presidente.
«Negli ultimi anni la comunicazione si è trasformata e, in questo scenario, anche il Consorzio Tutela Lambrusco vuole stare al passo con i tempi. A causa dell’emergenza pandemica tuttora in corso, il 2021 si è aperto nello stesso clima d’incertezza che ha caratterizzato lo scorso anno – sottolinea Biondi – La nostra base produttiva sta reagendo con forza alla difficile congiuntura economica e ora la nascita di questo Consorzio è un’arma in più per pianificare strategie che siano di aiuto a tutta la filiera con un imprescindibile spirito di coesione».
«Impegno prioritario del Consorzio – conclude Biondi – andrà verso le aziende più penalizzate in questo momento storico, ovvero quelle che hanno come principale sbocco il canale horeca. In questo senso ci siamo già attivati con la richiesta formale alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di rivedere l’impossibilità di vendita di vini e bevande alcoliche per asporto nei bar e nelle enoteche dopo le ore 18. Il provvedimento, entrato in vigore lo scorso 16 gennaio a seguito dell’ultimo Dpcm, sta infatti andando ad aggravare immotivatamente una frangia di produttori già messi a dura prova».
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