Domaine de Bichery è una giovane maison di Champagne di Neuville-sur-Seine, nell’Aube. “Le Source“, come suggerisce il nome, è l’etichetta con la quale ha preso avvio la cantina nel 2015, su iniziativa di Raphaël Piconnet e Hannah Paar, amanti del “Non Dosé“.
Grande cura in vigna e minimi interventi in cantina avvicinano questa realtà al mondo degli Champagne naturali. Sin dall’esordio, con le prime prove di vinificazione nel 2013, Raphaël, francese, e Hannah, tedesca, si sono dati l’obiettivo di rappresentare non solo il terroir, ma soprattutto l’annata.
CHAMPAGNE “LA SOURCE”, DOMAINE DE BICHERY
La cuvèe di questo Champagne si compone per l’80% Pinor Noir e per il 20% di Chardonnay della vendemmia 2017. La sboccatura è avvenuta nell’aprile 2020. Naso e bocca risultano di gran eleganza e pienezza.
Quasi in punta di piedi, le note di frutta matura (pesca gialla, ma anche ribes, lamponi) si fanno largo per prendersi uno spazio sul palco di questo Non Dosé, stretti in una mineralità viva, gessosa, unita a ricordi di mela verde, ginger e stecco di liquirizia.
Il sorso dello Champagne “La Source” di Domaine de Bichery è perfettamente corrispondente: si conferma verticale, alimentato tuttavia da un perlage cremosissimo. L’ingresso è salato e asciutto, l’allungo sul frutto e su vaghi ricordi di lievito. Persistenza lunga, connotata dal bel gioco tra sale, verde ed esotico.
Dopo la pigiatura, le uve biologiche di Pinot Noir e Chardonnay hanno effettuato la fermentazione in autoclave (60%) e in botti di legno di Bordeaux (40%). L’imbottigliamento è avvenuto senza filtrazione né chiarifica. Per la vendemmia 2017 sono state prodotte 3400 bottiglie di “La Source”.
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.