Germania cresce export delle cantine VDP Verband Deutscher Pradikatsweinguter
Circa 39 milioni di bottiglie vendute per un fatturato totale di 489 milioni di euro. Sono i numeri del 2022 delle 200 cantine riunite nell’associazione tedesca VDP – Verband Deutscher Prädikatsweingüter, il più antico gruppo di aziende vitivinicole al mondo. Un anno complicato dagli strascichi della pandemia e dalle nuove sfide del conflitto Russia-Ucraina, oltre che dagli aumenti generalizzati dei costi di produzione (gas, energia, vetro). Buona comunque la tenuta sui mercati delle aziende dell’Aquila, che in media hanno fatturato 2,45 milioni di euro a testa.
I dati diffusi dalle VDP Prädikatsweingüter in seguito all’appuntamento con la VDP.Weinbörse 2023 di Mainz (23-24 aprile) dimostrano la «buona sopravvivenza» del gruppo di cantine al periodo ostile. Nel 2022 tengono prezzi e quota percentuale rispetto al totale della produzione dei quattro livelli di classificazione: Vdp.Gutswein a 11,00 euro (63%), Vdp.Ortswein a 14,00 euro (20%), Vdp.Erste Lage® a 20,00 euro (12%) e Vdp.Grosse Lage® a 37,00 euro (5%). Il prezzo medio di una bottiglia di vino tedesco è infatti pari a 3,71 euro al litro (2,84 in Italia e 5 euro in Francia, secondo un recente studio Unicredit-Nomisma).
EXPORT IN CRESCITA PER LE CANTINE VDP
Le vendite si sono concentrate per il 73% sul mercato interno, con un calo rispetto al 79% del 2021. Sale infatti al 27% l’export, in crescita rispetto al 21% del 2021. La classifica dei principali Paesi di esportazione dei vini Vdp vede in testa la Scandinavia (Danimarca e Norvegia), seguita da Stati Uniti e dal duo Paesi Bassi – Belgio. L’analisi del vigneto 2022 mette in evidenza la diminuzione delle rese, passate dai 71 hl/ha del 2018 ai 62 hl/ha della vendemmia 2022.
Un trend comunque in crescita, come dimostrano le raccolte intermedie del quinquennio (52 hl/ha nel 2019, 55 hl/ha nel 2020 e 53 hl/ha dell’annata 2021. Circa 5.588 gli ettari complessivi a disposizione delle 200 cantine del Vdp (circa 28 ettari a testa) pari a circa il 5,5% della superficie viticola tedesca. Mentre il gruppo dell’Aquila lavora all’obiettivo 2025 della certificazione sostenibile per il 100% degli associati – la risoluzione risale al 2021 – al momento sono 76 le tenute VDP che lavorano con metodo biologico o sono in fase di conversione.
VDP VERSO IL 100% DI CANTINE CERTIFICATE SOSTENIBILI ENTRO IL 2025
Il che significa che poco meno del 40% della superficie viticola VDP è coltivata con metodo biologico, contro il 12,5% del vigneto tedesco. Il 16% della superficie viticola biologica tedesca è coltivata dalla VDP. Sono 17 le tenute che optano per la viticoltura biodinamica, mentre il numero sale a 43 per la certificazione di sostenibilità (1.881 ettari complessivi, pari al 34% della superficie viticola VDP).
Siamo grati che il nostro approccio artigianale sia apprezzato anche in tempi difficili – commenta Steffen Christmann, presidente della VDP – e che i nostri vini orientati al territorio siano molto richiesti. Le restrizioni, ma anche la chiara profilazione degli ultimi anni, stanno dando i loro frutti. Tuttavia, siamo preoccupati per la situazione economica generale, soprattutto per la viticoltura tedesca nel suo complesso».
«Il fatto è che l’enorme aumento dei costi, così come le normative sempre più severe, si scontrano con mercati in cui il potere d’acquisto della popolazione nel suo complesso sta sprofondando. Siamo ancora più convinti – conclude Christmann – che i vini di alta qualità provenienti dai nostri paesaggi vitivinicoli siano un grande successo e non siano intercambiabili con altri».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Vincere la sfida della desiderabilita cosi lo Champagne conquista lItalia Toubart Chatillon Avolio Goemaere
La crescita generalizzata del Metodo classico in Italia non spaventa, anzi: «Avvantaggia». La sfida da vincere, piuttosto, è quella della «desiderabilità». Lo Champagne conquista sempre più il Bel Paese e cresce nel gradimento dei consumatori italiani attraverso una formula che dà per acclarata la qualità, ormai internazionalmente riconosciuta. E punta tutto sulla sfera del «desiderio», da solleticare giocando sull’unicità del prodotto, pilastro fondante dello storytelling. Lascia sul tavolo molto più della fredda matematica la visita a Milano dei vertici del Comité Champagne, che mercoledì 29 marzo hanno presentato in un noto hotel del centro i numeri di un 2022 che vede l’Italia grande protagonista.
In termini di importazioni si tratta di un doppio record storico, sia a volume che a valore, grazie a 10,6 milioni di bottiglie di Champagne spedite nel Bel Paese (+11,5%) e un giro d’affari di 247,9 milioni di euro (valore franco cantina e tasse escluse), in crescita del 19,1%. L’Italia rappresenta oggi il quarto mercato dell’export mondiale dello Champagne a valore, davanti a Germania e Australia. Dati che dimostrano che, da Trento a Ragusa, chi sceglie le bollicine francesi per antonomasia è generalmente «esperto, curioso». E, soprattutto, «orientato alle cuvée di alta gamma».
Presenti a Milano David Chatillon, presidente dell’Union des Maisons de Champagne e co-presidente del Comité Champagne; Maxime Toubart, presidente del Syndicat général des vignerons e co-presidente del Comité Champagne; e Charles Goemaere, direttore generale del Comité Champagne. L’ente che rappresenta Maison e Vigneron della regione non ha dubbi: «I consumatori italiani si confermano grandi conoscitori di Champagne, amano scegliere e sanno muoversi all’interno della profondità di gamma offerta dai marchi».
I millesimati, le cuvée speciali e i rosé nel 2022 hanno rappresentato quasi un terzo delle bottiglie di Champagne giunte in Italia, raggiungendo complessivamente il 31% delle importazioni a valore, con performance per queste categorie superiori a quelle di mercati quali il Regno Unito e la Germania».
IN ITALIA CRESCONO GLI CHAMPAGNE A BASSO DOSAGGIO
Da segnalare per l’Italia la crescita degli Champagne a basso dosaggio, che costituiscono oggi il 5,1% a valore delle importazioni. E confermano, sempre secondo l’analisi del Comité, «l’evoluzione dei gusti degli italiani». I dosaggi inferiori al Brut, infatti, rappresentavano 15 anni fa lo 0,1% del totale delle spedizioni. «I gusti degli italiani – ha dichiarato Charles Goemaere – si distinguono da sempre nel panorama mondiale del consumo di Champagne per la particolare domanda di bottiglie di pregio».
«In questo scenario – ha aggiunto – il settore Horeca ci appare particolarmente dinamico. Dopo la crisi legata alla pandemia, nel 2022, i consumi in bar, hotel e ristoranti fanno presumere una netta ripresa, confermando che il fuori casa rappresenta ormai un’abitudine consolidata per i consumatori italiani di Champagne. I positivi dati delle spedizioni confermano inoltre che l’offerta è riuscita a soddisfare la domanda».
«Il dinamismo a cui stiamo assistendo – ha spiegato David Chatillon – è dovuto essenzialmente allo sviluppo di nuovi mercati e di nuovi momenti di consumo. Lo Champagne resta il vino delle celebrazioni, ma prende sempre più piede un consumo che potremmo definire informale, in cui lo Champagne è sempre più il vino che riesce a rendere straordinario un momento ordinario. È questa la sfida della desiderabilità che dobbiamo continuare a vincere. E da questo punto di vista l’Italia è senza dubbio un osservatorio privilegiato sugli stili di consumo».
I DATI GLOBALI DELLO CHAMPAGNE NEL 2022
A livello globale, nel 2022 le spedizioni totali di Champagne hanno raggiunto i 325,5 milioni di bottiglie, in crescita dell’1,5% rispetto al 2021 e del 9,5% rispetto al 2019. Si tratta del miglior risultato a volume, secondo solo al picco del 2007. L’export rappresenta il 57% delle spedizioni, con 187,5 milioni di bottiglie, in crescita del 4,3%. Il 2022 segna un nuovo record a valore, con un giro d’affari che supera complessivamente per tutti i mercati i 6,3 miliardi di euro.
La classifica a valore dei principali mercati all’export per lo Champagne, vede al primo posto gli Stati Uniti con 946,9 milioni di euro e 33,7 milioni di bottiglie. Seguono il Regno Unito (548,9 milioni di euro e 28 milioni di bottiglie) e il Giappone (432,1 milioni di euro e 16,5 milioni di bottiglie).
L’Italia, al quarto posto, precede la Germania (245,1 milioni di euro e 12,2 milioni di bottiglie), Australia (188,3 milioni di euro e 10,5 milioni di bottiglie), Belgio (179,7 milioni di euro e 10,2 milioni di bottiglie), Svizzera (145,3 milioni di euro e 6,3 milioni di bottiglie) e Spagna (115,4 milioni di euro e 4,9 milioni di bottiglie). Chiude la classifica dei primi 10 mercati a valore il Canada, con un giro d’affari di 97,6 milioni e 3,5 milioni di bottiglie.
«La nostra ambizione – ha precisato Maxime Toubart – non è di cercare di fare di più, ma di fare ancora meglio, a beneficio delle generazioni future. Nei prossimi 10 anni, rafforzeremo notevolmente le nostre risorse con l’obiettivo che lo Champagne sia sempre disponibile, desiderabile e un punto di riferimento per i consumatori».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Vendemmia 2023 Sudafrica condizionata da crisi energetica Poca uva grandi vini
La vendemmia 2023 in Sudafrica sarà di quantità inferiore a quella del 2022 e delle tre precedenti annate. La qualità attesa, tuttavia, sarà eccellente e in grado di dare «vini di grande caratura». Lo rivela l’ultimo report – per l’esattezza il quarto dall’inizio della fase vegetativa della vite – emesso da Vinpro, società di riferimento dell’industria del vino sudafricano, insieme a Sawis, altra organizzazione di filiera. Alla base del calo delle rese, oltre al meteo inclemente, c’è anche la crisi del fornitore di energia elettrica statale Eskom.
La riduzione delle forniture in alcune delle regioni vinicole interessate da irrigazione intensiva, ha impedito alle pompe di funzionare per lunghi periodi. L‘alternativa sarebbe stato il blocco totale in un Paese che, solo lo scorso anno, ha dovuto fare i conti con parziali interruzioni (lunghe fino a 12 ore) per quasi 200 giorni su 365, 100 in più del 2021.
Il tutto a causa della manutenzione in corso sulle linee, che dipendono ancora per oltre l’80% dalle centrali a carbone, oggetto di danneggiamenti e furti da parte della criminalità locale. Una situazione drammatica, culminata a fine 2022 con il presunto tentativo di eliminare, tramite avvelenamento, André de Ruyter, l’uomo chiamato a risollevare le sorti della holding dell’energia sudafricana.
GRAPPOLI MENO PESANTI PER VIA DELLA SICCITÀ
«Si prevede che il raccolto sarà inferiore a quello del 2022 – afferma Conrad Schutte, responsabile del team di viticoltori Vinpro – ma cantine e addetti ai lavori concordano sul fatto che le uve della vendemmia 2023 in Sudafrica sono di eccellente qualità e promettono di produrre ottimi vini». L’inverno è risultato caldo e secco, per molti periodi molto più caldo del solito in tutte le regioni vinicole.
Le precipitazioni sono state significativamente inferiori, ad eccezione di Northern Cape. Il germogliamento è stato anticipato, con uniformità che viene definita dagli agronomi «soddisfacente». L’intensa crescita, guidata da una fotosintesi ottimale, oltre alle condizioni più aride del suolo, hanno influito negativamente sull’allegagione, in alcune zone.
A risentirne sono stati soprattutto i grappoli delle varietà Colombar e Cabernet Sauvignon, che al momento appaiono più spargoli. Le abbondanti piogge della prima settimana di dicembre hanno portato un grande sollievo in vista di una vendemmia 2023 in Sudafrica che sarà generalmente ricordata come «calda e secca».
ORA LO SPETTRO DELLE MALATTIE FUNGINE
Queste piogge hanno alleggerito la pressione sulla programmazione dell’irrigazione, ma hanno aumentato l’insorgere delle malattie fungine, in particolare oidio e peronospora. Inoltre, l’estirpo di alcuni vigneti Northern Cape, Olifants River and Swartland ha causato una riduzione della superficie totale del settore. L’ampia area geografica su cui sono distribuite le cantine sudafricane, con differenze climatiche e di suolo, ha un effetto significativo sulle stime vendemmiali nel Paese africano.
Nelle tre precedenti annate, le attese in tutte le regioni, ad eccezione del Klein-Karoo, erano inferiori al 2022, in termini quantitativi. Per la prima volta negli ultimi 4 anni, tutte le regioni vinicole sudafricane saranno interessate da un complessivo calo delle rese.
«Il clima delle prossime settimane è cruciale – evidenzia Conrad Schutte, a capo del team di agronomi Vinpro – e può ancora influenzare le dimensioni della vendemmia 2023. Ora è importante arieggiare i grappoli con giudizio, in modo che il movimento dell’aria e della luce avvenga in modo ottimale, evitando l’insorgere di malattie fungine». La quinta stima del raccolto da parte dei viticoltori e delle cantine produttrici sarà pubblicata a maggio.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
The Balkans International Wine Competition 2023 il concorso enologico nella terra di Dracula Teleki Castle Posmus
La misteriosa Transilvania, in Romania, ospiterà a giugno The Balkans International Wine Competition 2023, ovvero il Concorso enologico internazionale dei Balcani 2023, giunto ormai alla 12a edizione. Le degustazioni si terranno dall’1 al 3 giugno nel distretto diBistrita-Nasaud, una delle località protagoniste del romanzo Dracula di Bram Stroker. Il Balkan Wine Festival sposterà poi le tende a Sofia, in Bulgaria, tra il 15 e il 17 giugno 2023: qui sarà possibile degustare le etichette premiate durante il concorso enologico internazionale.
Al di là del contorno suggestivo, non mancano i contenuti di peso. La missione principale del BIWCF e del presidente onorario del Concorso, Konstantinos Lazarakis MW, primo titolare del titolo di Master of Wine in Grecia e nei Balcani, è infatti quella di «promuovere i vini balcanici e la cultura del vino in tutto il mondo». Un areale, quello balcanico, che con 11,5 milioni di ettolitri di vino all’anno si colloca al quarto posto in Europa, dietro ai maggiori Paesi produttori di vino (Italia, Francia e Spagna).
«POTENZIALE ENORME PER IL VINO IN ROMANIA»
“Il Concorso enologico internazionale dei Balcani è la migliore prova di quanto sia dinamica la scena enologica dei Balcani – spiega il presidente del BIWC, il serbo Igor Lukovic – e di quanto sia grande la qualità dei vini della regione. Questo grande Concorso è cresciuto negli ultimi dieci anni di pari passo con lo sviluppo dell’enologia e il potenziale è ancora enorme. Negli ultimi anni, è diventata una regola che i vini che vengono riconosciuti per la prima volta al BIWC ricevano poi riconoscimenti da concorsi mondiali molto più grandi e diventino iconici.
La ragione di ciò risiede nel lavoro dedicato dell’intero team del BIWC, guidato da Galina Niforou, e nell’attenta selezione di giudici esperti e rispettati a livello internazionale, provenienti da tutto il mondo. È un vero onore guidare un concorso di questo tipo. Quest’anno il BIWC si svolgerà per la prima volta in Romania, e sono sicuro che questo porterà una nuova qualità al concorso».
BIWC, UN CONCORSO ENOLOGICO ITINERANTE
Dopo il grande successo dell’11ª edizione dello scorso anno, nella storica isola di Salamina, in Grecia, la BIWC continuerà la rotazione delle sedi e quest’anno sarà la Romania a ospitare la 12ª edizione. L’obiettivo di questa rotazione del più prestigioso concorso enologico per i vini dei Balcani è «una migliore integrazione delle cantine di tutti i Paesi balcanici e una loro migliore esposizione nella regione e in Europa».
«Ho già visitato diverse volte la contea di Bistrita-Nasaud – spiega il direttore generale Galina Niforou – e sono innamorata del paesaggio pittoresco della regione, della grande ospitalità e, naturalmente, dei suoi vini straordinari». «Era ora che la Romania ospitasse questo concorso – aggiunge Horia Hasnas, co-organizzatore rumeno della manifestazione enologica – per confermare la sua appartenenza geografica e culturale ai Balcani, ma anche per mostrare le sue bellezze, comprese quelle enologiche».
La decisione di ospitare questo grande evento in un’area che nemmeno molti rumeni associano al vino – continua Hasnas – potrebbe sembrare una sorpresa, ma credo che per i giudici e, più in là, per coloro che saranno legati a tutto ciò che si svolgerà ad Ardeal, la sorpresa sarà di grandi proporzioni».
LA GIURIA DI THE BALKANS INTERNATIONAL WINE COMPETITION 2023
Il miglior vino dei Balcani sarà scelto da una prestigiosa giuria composta da 25 persone – tra cui il direttore di winemag.it, Davide Bortone, per l’Italia – che quest’anno comprende 5 detentori del titolo di Master of Wine, Master Sommelier provenienti da Giappone, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Svizzera e rinomate personalità del vino provenienti da tutto il mondo. Dopo il concorso, il 4 giugno sarà organizzata una mostra nel cortile del Complexul Muzeal Bistria-Nasaud, alla quale sono invitati buyer, sommelier, distributori e winelovers dalla Romania e dall’estero.
La cerimonia di premiazione e la cena di gala, nota come “Oscar del vino dei Balcani“, si svolgeranno quest’anno il 3 giugno nell’incantevole Castello di Teleki a Posmus, costruito nel 1634. Nella stessa location si terranno anche le giornate di degustazione. L’anno scorso il Gran Trofeo per il “Miglior vino dei Balcani 2022” è stato assegnato alla cantina Tikves, situata nella Macedonia settentrionale, per il Bela Voda bianco 2020.
Registration
Early Registration & Preferential Participation Rates Register early to participate at 12th BIWCF 2023’s special discount rates! All wine producers who register and submit proof of payment by or on 15 April 2023, will receive 3 discounts: 25 Euro off for the Trade Tasting in Bistrita-Nasaud, Tra…
Citta del Vino collabora al rilancio delle 7 Strade del Vino Ucraina
FOTONOTIZIA – Un progetto a metà tra l’enoturismo e la solidarietà, la cui realizzazione non potrà tuttavia prescindere dalla pace tra Ucraina e Russia. A proporlo è l’Associazione nazionale Città del Vino, che ha intenzione di sostenere il rilancio delle Strade del Vino dell’Ucraina, Paese in cui si allevano 180 vitigni.
A sottoporre al consiglio nazionale il progetto è stato il Consorzio Vini Colli Euganei, che ha trovato l’appoggio del presidente dell’associazione Città del Vino, Angelo Radica. Complessivamente gli ettari vitati in Ucraina erano 41.300 prima della guerra (1,33 milioni di ettolitri).
Oltre alla Trascarpazia, i vigneti si concentrano nelle regioni del sud vicino ad Odessa e nella zona a sud del fiume Dnieper, nei pressi di Kherson, dove il conflitto ha impattato in maniera fortissima. Proprio in questa zona si concentra la maggior parte delle 7 Strade del Vino dell’Ucraina.
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Borgogna 280 nuovi cartelli per orientarsi tra Cru e Appellations
Tempo di restyling per i vigneti della Borgogna, che possono ora contare su 280 nuovi pannelli utili ad orientarsi tra Cru e Appellations. A spingere per il netto cambio di stile nella grafica dei cartelli è stato il Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne. I primi a “rifarsi il trucco” sono stati i vigneti dello Châtillonnais e del Grand Auxerrois, alla fine del 2022, seguiti sin dai primi giorni del 2023 da Mâconnais, Côte Chalonnaise, Côtes de Beaune e Côtes de Nuits.
«I nuovi pannelli, di colore marrone – spiega il Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne – evocano chiaramente la terra, integrandosi naturalmente con il paesaggio. Un modo per esaltare ancor più la nozione di terroir, tanto cara ai vini di Borgogna. Resi ancora più moderni, questi pannelli sono pienamente in linea con l’ambizione di eccellenza dell’enoturismo della Borgogna, unica regione vinicola a disporre di una tale rete di cartelli per i visitatori».
Questo rinnovamento dinamico accompagna l’apertura della Cité des Climats et Vins de Bourgogne nei tre siti di Mâcon, Chablis e Beaune, prevista per la tarda primavera. I visitatori potranno migliorare la loro conoscenza dei vini di Borgogna e scoprire i vari terroir e le cantine presenti in ognuna delle zone. Il restyling, per il momento, non interessa i pannelli dello Chablis, più recenti rispetto agli altri e già fotogratissimi dai tanti turisti in visita in Borgogna.
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Concours Mondial du Sauvignon 2023 Austria regina incontrastata insidiata dalla Loira
Dal 14 al 16 marzo, 1.210 vini Sauvignon provenienti da tutto il mondo si sono contesi le ambite medaglie del Concours Mondial du Sauvignon 2023. Per la prima volta nella sua storia, la competizione si è svolta fuori dall’Europa, a Franschhoek, in Sudafrica. Non è cambiata, tuttavia, la supremazia dell’Austria, incoronata regina delle nazioni produttrici di Sauvignon Blanc (20, per la precisione, quelle in lizza) da 50 giudici internazionali.
Il miglior Sauvignon del concorso proviene di fatto dalla Stiria, la regione austriaca di Graz. Il Trofeo Dubourdieu è stato quindi assegnato al Sauvignon Blanc “Sieme Eichberg” della cantina Adam-Lieleg. All’Austria un totale di 85 medaglie, di cui 45 d’oro e 40 d’argento.
Nonostante la difficile annata 2022, la Loira (Francia) ha comunque ottenuto 77 medaglie (28 d’oro, 49 d’argento). Si tratta di una bella ricompensa per i produttori della regione che hanno dovuto fare i conti con condizioni meteorologiche avverse. Al Concours Mondial du Sauvignon 2023, la Francia ha vinto anche il Trofeo Internazionale per il miglior assemblaggio, che è andato al Saint-Lannes Sauvignon Chardonnay di Duffour Père & Fils.
RAIF 2021 DI CASTELFEDER RIVELAZIONE ITALIANA
La Spagna mantiene la sua posizione, con ben 12 medaglie, di cui quattro d’oro. La Castiglia e León è chiaramente una terra privilegiata per questo vitigno, ma nell’elenco dei vincitori sono presenti anche altre zone di produzione come la Catalogna, l’Aragona, la Navarra e la Mancia.
L’Italia si è aggiudicata 14 medaglie d’oro e 17 d’argento, con il Friuli-Venezia Giulia che si conferma territorio di produzione leader della penisola. Il Sauvignon 2021 “Raif” di Castelfeder si aggiudica tuttavia il premio Rivelazione 2023 per l’Italia, spostando il cerchio del vitigno in Trentino Alto Adige.
Il Sudafrica fa grandi progressi, tra le maggiori nazioni produttrici di Sauvignon Blanc. Ben 56 le medaglie rimasta in casa agli organizzatori del Concours Mondial du Sauvignon 2023, di cui 26 d’oro e 30 d’argento, oltre al titolo “Tonnellerie Sylvain” per il miglior vino invecchiato in botti di rovere assegnato al Villiera Bush Vine di Villiera Wines.
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Italia quinto Paese importatore Champagne 2022 Comite Champagne a Milano
L’Italia raggiunge il quinto posto tra i Paesi importatori di Champagne nel 2022. I numeri parlano chiaro, con un +11,5% rispetto al 2021. Quarto posto per il Bel Paese a valore, con una crescita del 19% rispetto all’anno precedente. Nel 2022 le spedizioni di Champagne verso l’Italia hanno registrato un vero e proprio record storico sia a volume che a valore, con 10,6 milioni di bottiglie e un giro d’affari di 247,9 milioni di euro (valore franco cantina e tasse escluse).
Le spedizioni totali di Champagne nel 2022 ammontano a 325,5 milioni di bottiglie, con una crescita dell’1,5% rispetto al 2021 e un valore globale di 6,3 miliardi di euro. Italia, dunque, appena fuori dal podio dei Paesi importatori di Champagne, ma comunque tra i principali mercati all’export delle più prestigiose “bollicine” internazionali.
Maggiori dettagli verranno forniti alla stampa di settore – e dunque da winemag.it – in un incontro a Milano, a fine, a cui parteciperanno i due co-presidenti del Comité Champagne, David Chatillon e Maxime Toubart, oltre al direttore generale Charles Goemaere.
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ProWine Shanghai 2023 compie 10 anni e torna senza restrizioni delle autorita cinesi
All’inizio di quest’anno la Cina ha eliminato le norme di quarantena e ha aperto completamente le frontiere per i viaggi internazionali. Un’ottima premessa di successo per ProWine Shanghai 2023, che tornerà al Shanghai New International Expo Center dall’8 al 10 novembre 2023 e aprirà nuovamente le porte agli espositori stranieri per la prima volta dopo la pandemia di Covid-19.
Un anno speciale, dato che ProWine Shanghai celebrerà il suo 10° anniversario, intenzionata a «dimostrare in modo impressionante il suo ruolo di fiera leader per l’industria del vino e degli alcolici nella Cina continentale», riferiscono gli organizzatori. Numerosi produttori, regioni e Paesi internazionali e nazionali si sono già assicurati le aree espositive per ProWine Shanghai 2023 in questa fase iniziale. Ampia varietà di regioni vinicole francesi, come di consueto sotto l’egida di Business France.
AXA Millésimes presenterà una selezione di vini francesi e festeggerà il suo debutto al ProWine Shanghai. Anche Wines of Portugal, Wines of Germany e il California Wine Institute parteciperanno con ampi padiglioni nazionali. Per l’Italia presenti, tra tutti, le Cantine Sgarzi Luigi di Castel San Pietro Terme (BO), esportatore ufficiale numero uno di vino in Cina nel 2021. Aderiranno nuovamente a ProWine Shanghai 2023 numerose aziende d’oltreoceano.
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Concours Mondial de Bruxelles nel Pays d Oc Puglia e Abruzzo protagonisti
Terminerà oggi, attorno alle ore 13, la terza Sessione del Concours Mondial de Bruxelles dedicata ai Vini Rosé. La location scelta nel 2023 dagli organizzatori non è casuale. Le degustazioni alla cieca di circa 1.200 rosati internazionali, tra cui diversi provenienti da Puglia e Abruzzo per l’Italia, si tengono nella sede del Syndicat des Producteurs de Vins de Pays d’Oc et Inter Oc. A giudicarli sono 55 degustatori giunti a Montpellier da 20 nazioni, a testimonianza della centralità del Pays d’Oc nella produzione dei rosé internazionali.
La denominazione Pays d’Oc Igp rappresenta di fatto il 28% della produzione totale di vino rosé in Francia. È leader della categoria, a dispetto della più nota Provenza, ferma al 17,9%. I volumi parlano chiaro, con l’indicazione geografica protetta della Linguadoca che è cresciuta del 32% in 10 anni e del 342% in 20 anni, sul fronte dei volumi.
Più delicato il tema del valore, con il distacco rispetto alla Provenza che resta marcato (Pays d’Oc stabile attorno ai 90 euro ad ettolitro rispetto ai 286 euro ad ettolitro dello sfuso Cotes de Provence rosé). Nella principale indicazione geografica francese si producono in media tra gli 1,6 e gli 1,7 milioni di ettolitri di rosé, con un potenziale di circa 215 milioni di bottiglie. Lo sviluppo del rosé è stato incentivato dall’uso di varietà di uve principalmente vinificate in rosso, ora convertite alla produzione di rosé.
Una scelta, come spiegano i produttori locali, che ha permesso di stare al passo con l’evoluzione dei modelli di consumo e con il boom delle vendite di rosé in Francia (+400% nel periodo della pandemia, nel segmento retail) e in diversi mercati di esportazione.
VINI ROSÉ PAUS D’OC: I PUNTI DI FORZA SECONDO JACQUES GRAVEGEAL
«Il principale punto di forza della denominazione – sottolinea Jacques Gravegeal, presidente del Syndicat des producteurs de vins de Pays d’Oc Igp – è la varietà dell’offerta e la gamma chiaramente distinguibile di varietà di uve che offre ai consumatori».
La diversità di territori, climi, aziende, filosofie, know-how ed espressioni aromatiche dei diversi vitigni – aggiunge Gravegeal – offre un numero infinito di combinazioni: Grenache Noir, Cinsault, Syrah, Merlot, Grenache Gris, Pinot Noir, Cabernet-Franc, Cabernet-Sauvignon. Questi 8 vitigni rappresentano la parte più consistente della nostra selezione di rosé».
I vini varietali sono al centro dell’identità della denominazione e il suo disciplinare prevede l’utilizzo di 58 uve diverse, tra cui 18 per i vini rosé. Il 92% della produzione del Pays d’Oc IGP è commercializzata come monovitigno, ossia proveniente da un solo vitigno. Da qui l’importanza di una sessione Vini Rosé nel cuore del Pays d’Oc da parte del Concours Mondial de Bruxelles.
Nei calici dei giudici internazionali, grande abbondanza di vini francesi, in particolare di quelli della regione ospitante. Quasi il 15% dei vini presenti risultano provenienti dal Languedoc Roussillon, la maggior parte dei quali etichettati Pays d’Oc Igp. Anche la vicina regione della Provenza è ben rappresentata, con quasi il 10% delle iscrizioni.
A livello internazionale, le regioni italiane Puglia e Abruzzo sono le più rappresentate per numero di iscrizioni, insieme all’Alentejo portoghese e alla Castiglia-Y-Leon spagnola. I risultati del Concours Mondial de Bruxelles 2023 – Sessione Vini Rosé saranno presentati in occasione della premiazione in programma a Prowein 2023, lunedì 20 marzo alle 11:00 (Hall 1, Room 14, CCD South – Messe Düsseldorf).
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Anteprima Vini Alsazia migliori cantine Millesimes Alsace 2023 Domaine Paul Kubler Allimant Laugner Paul Gaschy Domaine Hurst
L’Anteprima Vini Alsazia, Millésimes Alsace 2023, si chiude tra conferme e novità. Ottime impressioni dai Riesling – e c’era ovviamente da aspettarselo – tra cui svettano tre nomi in particolare: Domaine Paul Kubler, Allimant Laugner e Paul Gaschy. Segue a ruota il tanto vituperato Gewürztraminer, nel suo habitat naturale in Alsazia. Superlativo, ancora una volta, quello di Kubler e di Allimant Laugner, questa volta in compagnia di Domaine Hurst.
Sopra le righe anche il Sylvaner di Domaine Paul Kubler. A preoccupare è tuttavia la forma dei Pinot Noir 2020 e 2021 in degustazione, soprattutto per un tenore alcolico ingombrante nel calice. Fa eccezione, tra i Noir, la sorpresa Domaine Hurst, che a Turckheim gestisce il proprio vigneto secondo i dettami della viticoltura biodinamica: suo un Pinot Nero 2019 molto centrato. Ecco tutti gli assaggi con i rating in centesimi.
FRANCIS BECK & FILS
BECK FRANCIS FILS 1
BECK FRANCIS FILS 3
BECK FRANCIS FILS 5
BECK FRANCIS FILS 4
AOC ALSACE RIESLING 2018 HERTENSTEIN CUVÉE LOUIS
Giallo paglierino intenso, con riflessi dorati. Naso agrumato e minerale, che fa presagire una certa tensione, freschezza al sorso. Non mancano note gentili di mela e pesca gialla, perfettamente mature. Più in sottofondo, ricordi di erbe aromatiche. Sono le note dolci dei frutti più maturi, a polpa gialla, a ripresentarsi al centro del sorso, accompagnando dall’ingresso alla chiusura, ben tesa e minerale, equilibrata. Vino di struttura piuttosto importante, che si esprime su un ottimo equilibrio tra le tante componenti e mostra evidente potenziale in termini di ulteriore affinamento. 15% molto ben integrati. 92/100
AOC ALSACE RIESLING 2019 HERTENSTEIN CUVÉE LOUIS
14%, uno in meno della vendmemia 2018. Giallo paglierino intenso, dai riflessi dorati. Primo naso su una purezza assoluta del frutto, che definire “aromatico” non è errato. Pesca, mela gialla, mandarino, si uniscono a leggere venature mentolate e a un profilo minerale pietroso. Palato in perfetta corrispondenza, connotato da una corroborante freschezza e salinità, a fare da spina sorsale rispetto alla generosità del frutto. Vino molto giovane, di prospettive. 93/100
AOC ALSACE PINOT NOIR 2019 BARRIQUES
Bel colore rubino. Bel naso, tra il frutto croccante, a bacca rossa e nera, e ricordi mentolati. Al palato un’acidità viva, di ribes e agrumi, controbilancia le note tostate dei terziari. Tannini fini, eleganti, in centro bocca e chiusura leggermente sapida. Buona gastronomicità. 90/100
AOC ALSACE GEWÜRZTRAMINER 2018 L’ELIXIR
Alla vista di un bell’oro luminoso. Naso e palato in perfetta corrispondenza, su note di frutta esotica molto matura. L’acidità controbilancia l’opulenza del frutto e una bella vena di erbe aromatiche rinfresca naso e sorso. Sorso che non nasconde una certa potenza, per un vino che è divertente immaginare su abbinamenti audaci. 92/100
DOMAINE CLAUDE ET CHRISTOPHE BLEGER
DOMAINE CLAUDE ET CHRISTOPHE BLEGER 1
DOMAINE CLAUDE ET CHRISTOPHE BLEGER 2
DOMAINE CLAUDE ET CHRISTOPHE BLEGER 4
DOMAINE CLAUDE ET CHRISTOPHE BLEGER 3
AOC ALSACE RIESLING 2021 COEUR DE CRU BIO
Giallo paglierino, vaghi ricordi verdolini. Primo naso su un netto profilo minerale, accompagnato da elegantissimi ricordi di erbe aromatiche. Componente fruttata bianca e gialla, di perfetta maturità, ben più centrale in ingresso di bocca. Dal centro alla chiusura una freschezza vibrante, d’agrume e mela verde, con nette reminiscenze sapide. Lunga persistenza per un vino all’inizio del suo cammino. 89/100
AOC ALSACE RIESLING 2020 L’INOUBLIABLE BIO
Giallo paglierino intenso, che inizia a mostrare riflessi dorati. Naso piuttosto stratificato, tra la frutta piuttosto matura, i risvolti iodico-minerali e il floreale. A fare da fil rouge, dall’attacco alla chiusura di bocca, sono proprio le note gessose, attorno alle quali danza un frutto che si conferma succoso, pienamente maturo. L’acidità regge il gioco e il finale è lungo e piacevole, nell’equilibrio fra tutte le componenti che non nasconde le prospettive del nettare. 90/100
AOC ALSACE PINOT NOIR 2020 L’INOUBLIABLE BIO
Rubino carico. Naso ricco, intenso, che oltre ai classici frutti rossi rivela anche un profilo agrumato e note terziarie tostate piuttosto ingombranti sui primari. Il tutto si ripresenta al palato, in un quadro stropicciato però da un’alcolicità fuori gamma, respirabile (14% vol). Un Pinot Noir puledro, scalpitante, giovane, da attendere per una migliore “amalgama” di tutte le sue ricche componenti. 88/100
AOC ALSACE GEWÜRZTRAMINER 2018 COEUR DE CRU BIO
Campione non recensito per difetto nel re-imbottigliamento in formato “mignon”.
DOMAINE CELINE METZ
DOMAINE CELINE METZ 1
DOMAINE CELINE METZ 2
DOMAINE CELINE METZ 3
DOMAINE CELINE METZ 5
AOC ALSACE GRAND CRU WINZENBERG RIESLING 2019
Giallo paglierino intenso, con riflessi dorati. Al naso un profilo fruttato e floreale piuttosto fresco, con accenni minerali. Al palato è intenso, teso, piuttosto strutturato e caldo. Vino all’inizio del suo percorso di affinamento, ma già piuttosto godibile. 89/100
AOC ALSACE RIESLING 2019 VIEILLES VIGNES
Giallo tendente all’oro. Naso intenso, su ricordi mela verde e sottofondo minerale e vagamente speziato, con ricordi di pepe bianco, mentuccia ed erbe aromatiche. Palato sorprendentemente morbido in ingresso, con la frutta matura a polpa gialla a dominare il sorso. Vino che si tende in centro bocca su una vena sapido-minerale, oltre che sulla freschezza. Vino nel complesso generoso, gastronomico. 90/100
AOC ALSACE PINOT NOIR 2020 VIEILLES VIGNES
Rubino mediamente penetrabile, alla vista. Bel naso elegante, su note di ciliegia ancor più che di fragola, lampone e ribes perfettamente maturo. In bocca una bel profilo materico per la componente fruttata, controbilanciata da una elegante spalla fresco-tannica. Non solo: piacevolissimo il filo di sapidità che si allunga dal centro bocca al retro olfattivo, a rendere il quadro ancor più leggiadro e goloso, chiamando il sorso successivo. Tra i Pinot Nero più immediati, godibili e meno “disturbati” dall’alcol dell’annata in degustazione, peraltro con ottime prerogative di ulteriore affinamento in bottiglia. 91/100
AOC ALSACE PINOT GRIS 2021 RESERVE DE LA DIME BIO
Alla vista si presenta di un giallo paglierino molto intenso. Naso sul frutto: agrumi, pesca gialla, mela. Sorso piuttosto lineare, sul frutto controbilanciato da una buona freschezza. 88/100
DOMAINE EDMOND RENTZ
DOMAINE EDMOND RENTZ 1
DOMAINE EDMOND RENTZ 2
DOMAINE EDMOND RENTZ 4
DOMAINE EDMOND RENTZ 3
AOC ALSACE RIESLING 2021 LES COMTES
Paglierino, riflessi dorati. Naso e palato delicati, precisi, giocati sull’eleganza del floreale e di un frutto polposo, ancora croccante, più che sui risvolti minerali del riesling alsaziano. Vino che premia la beva, non senza mostrare ottime doti di abbinamento. 89/100
AOC ALSACE GRAND CRU SONNENGLANZ RIESLING 2021
Giallo paglierino, luminoso. Naso goloso, che abbina le tipiche note minerali “alsaziane” a un frutto polposo, di buccia gialla più che bianca. In sottofondo un profilo mentolato, talcato, balsamico. In bocca la beva è agile e fresca, ben avvolta nella vena glicerica. Un’interpretazione di Sonnenglanz che premia la beva, senza troppi fronzoli. 88/100
AOC ALSACE PINOT NOIR 2020 PIÈCE DE CHÊNE
Rubino mediamente penetrabile alla vista. Frutta rossa matura che tinge anche di scuro, con ricordi di prugna disidratata sulla fragola, il lampone e la ciliegia matura. Ben presenti anche note tostate, terziarie. Al palato l’alcol graffia (15%) e tinge di amaro l’esuberanza del frutto. Retro olfattivo sotto spirito, eleganza del vitigno perduta. Vino fuori dai tempi. 82/100
AOC ALSACE GEWÜRZTRAMINER 2021 ROTENBURG
Giallo paglierino intenso, alla vista. Bel profilo aromatico al naso, aromatico e senza sbavature. Frutta esotica che si ripresenta in perfetta corrispondenza al palato, controbilanciata da una freschezza viva, ma slegata. Ancor più solitario l’alcol: 14% in volume “respirabili” uno ad uno nel retro olfattivo. 84/100
SIPP MACK VINS D’ALSACE
SIPP MACK VINS DALSACE 1
SIPP MACK VINS DALSACE 2
SIPP MACK VINS DALSACE 3
SIPP MACK VINS DALSACE 4
AOC ALSACE GRAND CRU ROSACKER RIESLING 2020 BIO
Giallo paglierino. Vino dal profilo vibrante, sin dal naso in cui freschezza e frutto di perfetta maturità hanno il sopravvento sulla mineralità, pur netta. Agrume, mela, pesca gialla si alternano sul palco anche al palato, golose. Lavora bene sulla vena glicerica la matrice sapida del nettare, regalando un sorso giocato su piacevolezza ed equilibrio. Vino che chiude asciutto, minerale, chiamando il sorso successivo. Buona prova, anche in prospettiva. 90/100
AOC ALSACE RIESLING 2019 VIEILLES VIGNES BIO
Bel giallo paglierino luminoso. Naso che abbina sensazioni agrumate e minerali verticali a terziari rotondi, composti. Splendida concentrazione del frutto a polpa gialla. Vino di buona struttura, di perfetta corrispondenza gusto olfattiva. Giovanissimo, come conferma l’acidità viva. Lungo e asciutto il finale, su tinte agrumate e leggermente sapide. 91/100
AOC ALSACE PINOT BLANC 2021 TRADITION BIO
Bel giallo paglierino, con leggeri riflessi verdolini. Naso tipico del vitigno, con richiami esotici. Palato in perfetta corrispondenza, per un vino che premia la morbidezza, nonostante il profilo fresco-balsamico. 88/100
AOC ALSACE PINOT GRIS 2021 TRADITION BIO
Giallo paglierino, leggerissimi riflessi ramati. Naso conturbante nel bel gioco tra le classiche note fruttate del vitigno e un bel corredo d’erbe aromatiche e spezie. In bocca una perfetta corrispondenza, per un vino di un certo carattere e di sicura piacevolezza. 89/100
DOMAINE VINCENT SPANNAGEL
DOMAINE VINCENT SPANNAGEL 2
DOMAINE VINCENT SPANNAGEL 1
DOMAINE VINCENT SPANNAGEL 3
DOMAINE VINCENT SPANNAGEL 4
AOC ALSACE RIESLING 2020 CUVÉE HUGO
Giallo paglierino. Fiori, frutto e mineralità “pietrosa” si dividono il palco al naso. Più spazio al frutto (agrumi canditi, mela, ma anche pesca gialla) in ingresso di palato. Centro bocca fresco, minerale. Chiusura di sufficiente persistenza, su ritorni di mandarino maturo. Vino che, con le sue caratteristiche, risulta piuttosto immediato, premiando la beva senza discostarsi dalla tipicità del terroir alsaziano. 89/100
AOC ALSACE GRAND CRU WINECK-SCHLOSSBERG RIESLING 2020
Giallo paglierino intenso. Naso che esprime una buona concentrazione delle note fruttate, avvolte in un profilo minerale. In bocca verticalità controbilanciata dal frutto maturo e dalla vena glicerica. Chiude nel gioco tra mineralità e accenni mielati, in un quadro di gran piacevolezza. Vino di ottima prospettiva. 91/100
AOC ALSACE GRAND CRU WINECK-SCHLOSSBERG MUSCAT 2019
Giallo paglierino. Naso aromatico, come nelle migliori aspettative. Alle note fruttate golose e ai ricordi di salvia abbina terziari composti e ricordi minerali. Vino che si conferma di gran gastronomicità al palato, nella capacità di riproporsi al contempo aromatico e teso, grazie a una bella spalla fresco-acida e ai richiami salini che contraddistinguono la chiusura. Attenzione al potenziale d’invecchiamento: ha tutto per evolversi e regalare grandi sorprese negli anni a venire. 91/100
AOC ALSACE GRAND CRU WINECK-SCHLOSSBERG GEWÜRZTRAMINER 2020
Bel giallo dorato, luminoso. Bella prova in termini di espressione dell’aromaticità del vitigno, senza eccessi. Anzi, il retro olfattivo, dai richiami leggermente fenolici, aiuta la beva e chiama il sorso successivo. Un nettare che punta tutto sulla piacevolezza e su un’esecuzione golosa del Gewürztraminer. 90/100
ALLIMANT LAUGNER
ALLIMANT LAUGNER 1
ALLIMANT LAUGNER 2
ALLIMANT LAUGNER 3
ALLIMANT LAUGNER 4
AOC ALSACE GRAND CRU PRAELATENBERG RIESLING 2019
Giallo paglierino. Vino che abbina, in un quadro di perfetta corrispondenza naso-bocca, ricordi agrumati e di frutta fresca a polpa gialla (pesca) a un profilo minerale e fresco di buona vivacità. Chiude su una vena sapida e su un frutto goloso in gran equilibrio, capaci di chiamare il sorso successivo. 92/100
AOC ALSACE GRAND CRU PRAELATENBERG RIESLING 2014
Bel giallo oro, luminoso. Primo naso su una netta vena agrumata, freschissima, tanto da distogliere l’attenzione dal fatto che si tratti di un vino di quasi 10 anni. Naso che continua ad aprirsi e che chiama il tempo per lasciarsi capire. Ecco il frutto farsi più ricco, così come spezia e balsamicità farsi sempre più profonde, in un contorno che spazia dallo iodico all’idrocarburo, sino a vaghi ricordi di fumé e di pietra bagnata. Ancor più in sottofondo, fiori secchi di camomilla.
Il palato esalta, in un tutt’uno, tutto quanto anticipato dal naso. Riecco i contorni agrumati, la polpa gialla in tutta la sua succosità. Riecco anche la vena sapida, iodica, minerale, a fare da spina dorsale al sorso insieme a una freschezza invidiabile. Allungo deciso, elegantissimo, verso tinte balsamiche. Vino che, a dispetto dell’età, ha ancora una gran vita davanti. Manifesto d’Alsazia. 95/100
AOC ALSAZIA GEWÜRZTRAMINER 2020
Splendida interpretazione del vitigno, all’insegna di un’eleganza assoluta che non rinuncia a mostrare e amplificare tutte le singole caratteristiche del Gewürztraminer: dai fiori di sambuco e di rosa al litchi e alla salvia, dal corredo di frutta esotica che si allarga ad ananas, mango e papaia a una freschezza inebriante, sul filo di una sapidità golosissima. Vino manifesto del vitigno che mostra quanto si possa affermare un concetto e aver ragione, senza gridarlo. Un Gewürztraminer che sprizza tipicità da tutti i pori, senza uscire dai binari di una compostezza straordinaria. 95/100
AOC ALSAZIA PINOT NERO 2020
Rubino piuttosto intenso, alla vista, pur penetrabile. Naso delicato, oltre al frutto (amarena più che ciliegia, con ribes nero e fragolina) presenta note tostate. Le stesse che si ripresentano al palato, sotto forma di un tannino leggermente polveroso, su ritorni di cioccolato e biscotto. Vino, al momento, da aspettare, ma su cui scommettere per una positiva evoluzione. 90/100
LES FRERES ENGEL
21A engel
21B engel
21C engel
21D engel
AOC ALSAZIA RIESLING 2020 BIOLOGICO
Giallo intenso, tendente al dorato. Naso sulla mela gialla e sugli agrumi, in particolare sul mandarino maturo. Attacco di bocca piuttosto secco e fresco, prima che il frutto riprenda in mano il timone del sorso. Chiude fresco, leggermente sapido, chiamando il sorso successivo. 88/100
AOC ALSACE GRAND CRU PRAELATENBERG RIESLING 2019 BIOLOGICO
Giallo paglierino, con qualche riflesso verdolino. Naso teso, verticale, con le sue note agrumate e di mela verde appena matura e ricordi umami. Al palato presenta un corredo di frutta matura ben controbilanciata dalla vena asciutta tipica del suolo, roccioso (gneiss). Vino con buone prospettive. 90/100
AOC ALSAZIA PINOT GRIGIO 2021 BOCKSBERG BIOLOGICO
Giallo paglierino. Nel naso per questo Pinot Grigio, di gran carattere. Alle note di frutta matura, a polpa bianca e gialla (pesca, pera, mela) abbina una sferzante venatura mentolata e speziata. In bocca è altrettanto generoso nell’espressione del frutto e mostra una certa struttura. Vino molto giovane, da attendere oppure godere oggi nella sua esuberanza fruttata. Unico neo: un alcol importante che si percepisce nel retro olfattivo, disturbando l’equilibrio. 89/100
AOC ALSAZIA PINOT NERO 2021 BIOLOGICO
Bel rubino alla vista. Naso sulla frutta fresca, a bacca rossa: ribes, lampone, ma ancor più fragola matura. In sottofondo ricordi fumé e un floreale di rosa. Sorso in perfetta corrispondenza, pur meno “goloso” in termini di maturità della frutta rossa: concetto stressato ancor più da una freschezza viva, controbilanciata da un alcol che si potrebbe controllare meglio. 86/100
PAUL GASCHY
24A gaschy
24B gaschy
24C gaschy
24D gaschy
AOC ALSAZIA RIESLING 2016 EGUISHEIM BIOLOGICO
Giallo dorato. Naso teso, su ricordi minerali e di frutta matura. Non mancano venature di spezie orientali, calde, in contrapposizione con note fresche, mentolate. Anche il palato è in equilibrio grazie ai contrasti: alla texture burrosa risponde una freschezza invidiabilissima, per un vino vivo, ancora in evoluzione. Ottima la persistenza, così come il gradiente di gastronomicità. 94/100
AOC ALSACE GRAND CRU EICHBERG RIESLING 2015 BIOLOGICO
Giallo dorato, alla vista. Naso generoso, su note floreali fresche e frutta a polpa bianca e gialla, matura. Più in sottofondo note sapide e minerali e ricordi di idrocarburo. Palato in perfetta corrispondenza: alle precisissime note di frutta matura rispondono una freschezza vibrante e ritorni minerali che costituiscono la vera spina dorsale del sorso. Vino di terroir, profondamente legato all’Alsazia, all’annata e al suolo. 94/100
AOC ALSACE GRAND CRU EICHBERG PINOT GRIGIO 2019 BIOLOGICO
Giallo paglierino intenso. Un altro vino di gran carattere e con qualche anno sulle spalle per questa cantina, che dimostra di avere un approccio singolare all’Alsazia e ad ognuna delle sue varietà simbolo, ben oltre il Riesling. Il risultato è un Pinot Grigio burroso e dominato dal frutto, eppure fresco e “nervoso” nel profilo acido. Buon allungo, sulla piacevolezza del frutto. 90/100
Campione non recensito per difetto nel re-imbottigliamento in formato “mignon”.
CAVE VINICOLE DE HUNAWIHR
CAVE VINICOLE DE HUNAWIHR 2
CAVE VINICOLE DE HUNAWIHR 1
CAVE VINICOLE DE HUNAWIHR 4
CAVE VINICOLE DE HUNAWIHR 3
AOC ALSACE GRAND CRU ROSAKER RIESLING 2021
Giallo paglierino, riflessi dorati. Naso dal profilo aromatico oltre che minerale. La frutta è particolarmente matura, addirittura esotica: netta la banana, su ricordi di ananas, papaia. Perfetta corrispondenza in ingresso di bocca, poi il nettare si tende su acidità e leggera vena sapida, prima di chiudere asciutto. Un progilo giovane generoso per questo vino, che sembra improntato alla beva. 87/100
AOC ALSAZIA RIESLING 2021 MÜHLFORST
Giallo paglierino intenso, alla vista. Al naso si rivela intenso sul frutto, una mela gialla matura, oltre all’agrume. Più in sottofondo la tipica nota minerale, che si fa comunque sempre più avanti con l’ossigenazione. Perfetta corrispondenza in ingresso di bocca, poi il nettare si tende sulla freschezza prima del finale sapido, minerale. Vino giovane, improntato sulla piacevolezza di beva. 89/100
AOC ALSAZIA PINOT NERO 2019 CUVÉE 8
Bel colore, rubino luminoso, penetrabile alla vista. Profilo fruttato intenso al naso, con note di uvetta passa e prugna disidratata accanto a ciliegia matura, lampone e fragola. Al palato un’acidità viva controbilancia l’opulenza del frutto. Ben usato il legno, che aggiunge carattere e note a un vino tutto sommato sottile in sua assenza. Buone chance a tavola in termini di gastronomicità. 88/100
AOC ALSACE GRAND CRU ROSAKER GEWÜRZTRAMINER 2020
Giallo dorato. Perfetta la corrispondenza gusto olfattiva. Bel naso e sorso goloso, tra la frutta polposa, matura, una mineralità gessosa e una freschezza viva, che contribuisce a rendere elegante il nettare. 89/100
Giallo paglierino intenso, riflessi dorati leggeri. Naso su chiare tinte d’agrume e frutta perfettamente matura, a polpa gialla e bianca. Leggero accenno di idrocarburo, quasi impercettibile ma presente, se si presta particolare attenzione. In bocca abbina alla morbidezza del frutto una freschezza e una mineralità viva. Entra piuttosto setoso, per poi tendersi dal centro bocca al lungo finale. Vino molto giovane, all’inizio della sua vita. 92/100
Giallo paglierino, alla vista. Naso e bocca in gran corrispondenza, su note burrose e agrumate, con sottofondo minerale tipico. Palato che risulta altrettanto equilibrato, senza nascondere una certa struttura. Buon potenziale. 90/100
Giallo dorato, alla vista. Naso e palato in perfetta corrispondenza, anche con lo stile di questa cantina che riesce, come poche, ad abbinare cremosità e carattere in tutti i suoi vini. Concentrazione degli aromi gestita con grande maestria, controbilanciandola con una vena fresco-acida decisa e una trama vagamente tannica che invita al sorso successivo. Bella la chiusura, asciutta, capace di chiamare il sorso successivo. 92/100
AOC ALSACE PINOT NOIR 2019 COEUR DE DRAGON (VINO BIODINAMICO)
Bel rubino mediamente carico. Vino che ha bisogno di aria per esprimersi al meglio, al naso. Poi ecco frutta e suolo, nel consueto gioco che ama tanto Samuel Tottoli. Oltre all’atteso apporto di frutti rossi come le fragoline di bosco, il ribes e il lampone appena maturo, ecco ricordi agrume rosso e tamarindo su un sottofondo balsamico, talcato, mentolato.
La leggera punta selvatica, che ricorda l’espressione di Pinot Noir di altre zone francesi, non disturba un quadro fortemente legato al vitigno. Riecco al sorso proprio quella nota, che si tinge di brace e fumé, senza però disturbare l’incedere di un frutto polposo, preciso, croccante, goloso. Sorso scorrevole, al contempo caratteriale, per un Pinot Nero che chiude su ricordi di liquirizia dolce, sul filo di una sottile trama tannica. 94/100
DOMAINE PAUL KUBLER
DOMAINE PAUL KUBLER 1
DOMAINE PAUL KUBLER 2
DOMAINE PAUL KUBLER 3
DOMAINE PAUL KUBLER 4
AOC ALSACE RIESLING 2020 LES PIERRIERS
Giallo tendente all’oro, alla vista. Vino che si apre con l’ossigenazione, risultando piuttosto timido appena versato. Si fa avanti con una certa decisione, quindi, la nota pietrosa, minerale, su un frutto di bella aromaticità che spazia dalla pesca gialla all’agrume. Più in sottofondo, una leggera venatura burrosa e una speziatura delicata, orientale.
In bocca è più teso di quanto il naso lasci trasparire, ma le note si ripresentano tutte, in un quadro di gran stratificazione. Agrumi, mela verde danzano con i ricordi di spezie in un palato giocato sull’essenziale espressione di ogni nota, in un quadro complesso e di una certa potenza. Vino giovanissimo, da dimenticare in cantina e riscoprire negli anni a venire. 93/100
AOC ALSACE RIESLING 2019 BREITENBERG
Bel giallo paglierino, piuttosto intenso. Naso di gran stratificazione, che si allarga dalle precise e conturbanti note minerali a un frutto aromatico, di gran precisione. Nel mezzo, note erbacee e speziate che aggiungono verve, vitalità ed elettricità, oltre una certa caratterizzazione balsamica, talcato-mentolata.
Ingresso di bocca sulla piacevolezza della frutta a polpa gialla, perfettamente matura. Dal centro bocca il nettare di tende come un arco su un’acidità d’agrume e su ritorni minerali gessosi. È la vittoria del suolo, nel calice. Grandissimo carattere per questo Riesling che lascia il segno in batteria. Gran vita davanti. 96/100
AOC ALSACE SYLVANER 2018 GRAND Z LA PETITE TÊTE AU SOLEIL
Alla vista di un giallo paglierino luminoso, con riflessi verdolini. Naso ampio e stratificato, come di rado accade ai Sylvaner. Alle tipiche note fresche, di erbe aromatiche, risponde una speziatura elegante e un frutto a polpa bianca (mela), croccante. In bocca è sapido, teso, eppure al contempo goloso grazie al frutto perfettamente maturo (più che al naso) e alla verve che il sapiente utilizzo del legno riesce a conferire al nettare. Splendido allungo, elegantissimo, su note di burro salato e ritorni di spezie. Un’interpretazione galattica del vitigno. 93/100
AOC ALSACE GRAND CRU ZINNKOEPFLE GEWÜRZTRAMINER 2020
Bel paglierino luminoso, piuttosto intenso, che non vira tuttavia ancora in maniera poi così decisa sul dorato, lasciando presagire una certa gioventù del nettare. Al naso è golosissimo, eppure senza la minima sbavatura dolciastra (rischio dietro l’angolo per i vini prodotti con questa varietà). Tutt’altro: alla frutta matura a polpa gialla si contrappone una bella vena fresca, mentolata, con ricordo netto di salvia appena colta dal giardino.
L’ossigenazione, consigliatissima, libera anche accenni di liquirizia. In bocca è un Gewürztraminer opulento. Nel segno di una perfetta corrispondenza col naso, non sbava. Anzi, riecco freschezza e una leggera vena sapida a riequilibrare il sorso, unita a quel ricordo delicato di radice di liquirizia, già avvertito al naso. Trionfo di eleganza e gusto, per un altro vino manifesto della “mano” del produttore. 94/100
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Intanto a Kiev... Una fiera del vino da 3 mila visitatori e 100 nuovi ristoranti
Mentre l’Europa e il mondo discutono più di guerra che di pace, di Berlusconi e del Ppe, di Zelensky e di Putin, di Macron e di Scholz, a Kiev andrà in scena, quasi come se niente fosse, la Wine&Spirits Ukraine 2023. Già perché, come ricordano gli organizzatori in esclusiva a winemag.it, «durante il periodo di guerra, solo a Kiev, sono stati aperti più di 100 nuovi ristoranti». E alla fiera sono quindi attesi «3 mila visitatori nazionali».
Si tratta della più importante iniziativa del settore del vino ucraino, in programma dal 29 al 31 marzo, nel pieno del conflitto tra Russia e Ucraina. Gli espositori, sempre secondo l’organizzazione, dovrebbero essere oltre 70, «per lo più cantine ucraine e alcuni importatori». Non ci saranno produttori internazionali, «per motivi di sicurezza».
Abbiamo appena iniziato i preparativi – continuano gli organizzatori – al giorno d’oggi siamo abituati a pianificare a breve termine, perché non si sa mai cosa succederà domani. Ma abbiamo un forte interesse da parte degli acquirenti ucraini, tra rivenditori e ristoratori. Gli ucraini sono inarrestabili».
«NIENTE MASCHERINE, MEGLIO ANTIPROIETTILI E DRONI»
La Wine&Spirits Ukraine 2023 prevede, oltre all’esposizione, anche un concorso dei vini nazionale. Solo giudici ucraini, « non ci saranno giudici internazionali, anche in questo caso per motivi di sicurezza». E in caso di allarme aereo?
«Tutti i visitatori e gli espositori – spiegano gli organizzatori a winemag.it – si recheranno in un rifugio sotterraneo attrezzato nel Centro espositivo internazionale Міжнародний Виставковий Центр di Kiev, il più grande centro congressi dell’Ucraina, per continuare le trattative e le degustazioni». Ma perché organizzare la Fiera e il Concorso in queste condizioni?
«La decisione di tenere l’edizione durante la guerra non è stata facile – replicano gli organizzatori – ma l’impresa deve funzionare, l’economia deve andare avanti. E i vini ucraini devono essere presentati in tutti i negozi e ristoranti del mondo, prima di tutto in quelli dell’Ucraina. Mascherine e certificati Covid questa volta non servono, meglio munirsi di antiproiettile e droni: sappiamo dove mandarli». Buona fortuna.
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Borgogna stop agli erbicidi per i Volnay Premier Cru
I viticoltori di Volnay hanno votato l’abolizione dell’uso di erbicidi nelle parcelle classificate come Volnay Premier Cru. Il provvedimento, votato dall’Organisme de Gestion de Volnay (Odg) riguarda complessivi 110 ettari ed entrerà in vigore dal 2024. La sperimentazione, tuttavia, è già in corso da oltre due anni in questa zona della Borgogna. Più di 3/4 degli appezzamenti sono già diserbati meccanicamente.
È solo l’inizio della battaglia contro i pesticidi. Il voto consente ora all’Odg di rivolgersi all’Institut national de l’origine et de la qualité (Inao), affinché questa evoluzione sia registrata tra le regole del disciplinare di produzione della denominazione Volnay Premier Cru. Una mossa che farà crollare anche le ultime resistenze.
«Lo stop agli erbicidi ci è sembrato ovvio – spiega Thomas Bouley, presidente dell’Odg Volnay – perché sono in gioco la salute pubblica e ambientale. Abbiamo la fortuna di avere una denominazione di fama internazionale, ad alto valore aggiunto, che ci permette di produrre in maniera congeniale. In un contesto economico favorevole, la nostra denominazione deve oggi più che mai essere esemplare».
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Prosek Prosecco Croazia alza la voce a Bruxelles parole di fuoco sui politici italiani tonino picula
Torna caldissimo il dibattito sul Prošek croato, mentre la decisione finale da parte di Bruxelles tarda ad arrivare, lasciando l’Italia del Prosecco e la stessa Dalmazia in trepidante attesa. La discussione è terminata e non sono previste audizioni pubbliche nel prossimo futuro. Vista la distanza tra le parti, si materializza sempre più la possibilità che il caso venga portato davanti alla Corte di giustizia dell’Unione europea. Un’ipotesi che Zagabria non sconfessa, precisando tuttavia di preferire «una soluzione di compromesso, piuttosto che prolungare l’intera questione fino alla Corte».
Ad accendere gli animi, in un’intervista esclusiva rilasciata a winemag.it, è Tonino Picula, europarlamentare croato che, a fine gennaio, ha incontrato il commissario Ue all’Agricoltura Janusz Wojciechowski. Obiettivo: ribadire al rappresentante della Commissione guidata da Ursula von der Leyen che «Prošek e Prosecco sono prodotti differenti, ognuno con la propria storicità e non confondibili dai consumatori».
«Personalmente – riferisce Picula – non credo che ci sia alcun problema: abbiamo due ottimi prodotti molto diversi tra loro che nessun consumatore ragionevolmente informato potrebbe confondere. So che alcuni produttori e alcuni miei colleghi parlamentari italiani sono d’accordo con me. Purtroppo sono una minoranza e abbiamo visto e sentito una serie di argomentazioni scioviniste da parte di funzionari italiani irresponsabili, che cercano di ottenere punti politici a buon mercato a spese dei piccoli produttori di vino croati».
QUELLA DEGUSTAZIONE ALLA CIECA DI PROŠEK
Che Tonino Picula non le mandi a dire, è chiaro sin da subito. A dispetto del nome italiano, il 61enne europarlamentare, originario di Mali Lošinj, è tra l’altro un veterano di guerra della madrepatria croata (hrvatskih branitelja). Nel 2021, proprio durante i momenti più accesi della querelle Prošek-Prosecco, ha organizzato a Zagabria una degustazione alla cieca dei due vini, i cui risultati sono finiti sul tavolo di Bruxelles.
Abbiamo offerto ai passanti una degustazione del nostro Prošek e del Prosecco italiano, senza dire quale calice fosse stato riempito con quale vino. Nessuna delle diverse centinaia di persone, compresi alcuni turisti italiani, ha confuso i due prodotti.
Un’altra conferma delle importanti differenze viene dai disciplinari di produzione. Il Prošek è un vino da dessert della Dalmazia meridionale, ottenuto da varietà autoctone croate, mentre il Prosecco è un vino spumante dell’Italia settentrionale, ottenuto da varietà italiane»
«PROSECCO E PROŠEK NON SONO CONCORRENTI»
Nel recente incontro con il commissario Ue all’Agricoltura Janusz Wojciechowski, Tonino Picula ha mostrato inoltre che «il Prošek è un vino fermo, denso quasi come uno sciroppo, di solito di colore dorato intenso, ambrato o marrone ramato, mentre il Prosecco è un vino con le bollicine, di colore giallo chiaro». «Nei menu dei ristoranti e sugli scaffali dei negozi – precisa l’europarlamentare croato – si trovano sempre agli antipodi, in categorie di prezzo diverse, in bottiglie di forme e volumi diversi».
In sintesi, «il Prošek e il Prosecco hanno un sapore, un aspetto e un profumo diversi, sono prodotti con metodi diversi da varietà d’uva diverse, vengono serviti in modi diversi “agli antipodi” del pasto e, soprattutto, non sono concorrenti diretti sul mercato». Non solo.
Affermare che il Prošek sia una copia e/o una traduzione scadente di un grande vino italiano è fuorviante e scortese al massimo. È un vino di lunga tradizione e profondamente radicato nelle usanze locali della Dalmazia, tanto che una bottiglia di Prošek viene seppellita il giorno della nascita di un bambino per essere aperta il giorno del suo matrimonio».
«SCORRETTO E OFFENSIVO PARLARE DI CONTRAFFAZIONE»
I numerosi casi di contraffazione del Prosecco sono noti in Croazia. «Capisco – commenta a tal proposito Tonino Picula – la sensibilità degli italiani nei confronti del loro vino. È il più esportato d’Italia ed è uno dei vini più contraffatti d’Europa. Ma questo non ha nulla a che fare con il Prošek, che ha una lunga e dimostrabile tradizione di produzione nell’Adriatico orientale: ironia della sorte, anche più antica del Prosecco stesso». Il Prošek, come documentato da winemag.it nel novembre 2021, viene infatti citato nel libro del 1774 del geologo e naturista italiano Alberto Fortis, pubblicato a Venezia e intitolato “Put po Dalmaciji”, ovvero “Viaggio in Dalmazia”.
Ed è questo un altro aspetto su cui Tonino Picula affonda la lama nei confronti dei colleghi di Roma: «Alcuni politici italiani non approfondiscono le reali e importanti differenze tra i due prodotti ma, in modo superficiale e oserei dire italocentrico, si concentrano sulle somiglianze nel nome e insistono erroneamente sul fatto che il Prošek sia un’imitazione a buon mercato del Prosecco. Questo è scorretto e offensivo da parte dei nostri vicini, che hanno una grande tradizione gastronomica, ma non il monopolio della qualità».
Infine l’attesa del pronunciamento di Bruxelles: «Sono fiducioso – commenta Picula in esclusiva a winemag.it – che la Commissione terrà conto delle argomentazioni sostanziali relative alle dimensioni e alla forza dell’economia italiana e della sua lobby. Mi aspetto che quest’anno venga annunciata una decisione positiva per Prošek, in modo che ogni buon pasto possa iniziare con un calice di buon Prosecco e finire con un calice di buon Prošek». Se son rose, fioriranno.
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Calano i consumi di vino fermo in Germania. Stabili gli spumanti
I consumi di vino pro capite in Germania sono calati tra il 2021 e il 2022. Nel periodo preso sotto esame (agosto 2021 – luglio 2022), i tedeschi hanno bevuto circa una bottiglia di vino in meno a testa, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato che spiega anche il calo delle vendite e dei volumi dei vini italiani nella Gdo tedesca, certificato dall’Osservatorio del Vino Uiv-Vinitaly, con Chianti, Lambrusco, Montepulciano d’Abruzzo tra le denominazioni del Bel Paese più penalizzate.
Come riporta l’Istituto Tedesco del Vino (DWI), l’attuale analisi del consumo di vino mostra un volume di 19,9 litri di vino consumati pro capite in Germania negli ultimi 12 mesi. Rispetto all’anno precedente, ciò corrisponde a una diminuzione di 0,8 litri di vino (4%) per persona e per anno. Il consumo pro capite di vino spumante è rimasto costante nello stesso periodo, con un volume di 3,2 litri.
Oltre agli acquisti di vino al dettaglio (retail-Gdo), l’ultima l’analisi del consumo di vino pro capite in Germania comprende anche le vendite Horeca. Il calcolo si basa su 16,7 milioni di ettolitri di vino e 2,7 milioni di ettolitri di spumante consumati in Germania.
Convertito per la popolazione totale tedesca, che è cresciuta di quasi un milione di persone a 84,1 milioni di abitanti rispetto all’anno precedente, si ottiene un consumo di vino pro capite di 23,1 litri di vino e spumante all’anno. Secondo il DWI, le novità relative al consumo di vino in Germania possono essere attribuite al cambiamento demografico e ai cambiamenti nel comportamento dei consumatori.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
EDITORIALE – Premessa: chi mi conosce sa che assaggio, pressoché quotidianamente, dal vino in brik al top di gamma, col medesimo approccio e rigore. Scollegando, cioè, i neuroni del marketing e dell’etichetta e spremendo, piuttosto, quelli della logica. Lasciando “parlare il calice“. Ed è proprio mentre chiacchieravo con un vino rosso della Loira che mi sono reso conto di quanto sono belli gli autoctoni. Ma il Cabernet…
All’epoca della riscoperta dei vitigni autoctoni, fenomeno che riguarda tutti i maggiori Paesi produttori di vino del mondo, accelerato dalle misure restrittive volte ad arginare la pandemia che hanno spinto i winelovers a scoprire varietà e vini presenti “dietro casa”, in Italia stiamo perdendo la grande occasione di produrre versioni di Cabernet moderne, che invece abbondano a livello internazionale. Non solo in Francia.
A scatenare questa riflessione è la piacevolezza (letteralmente “goduriosa”) dell’Aop Anjou “Un(e) Tour en Anjou“ 2021 del produttore “Fivi” francese Domaine des Trottières. Un uvaggio Cabernet Sauvignon – Cabernet Franc senza solfiti aggiunti, capace di ergersi a manifesto assoluto dell’occasione che il nostro Paese sta perdendo nello snobbare versioni delle due varietà bordolesi (e in particolare di Franc) che in Loira definirebbero vin lèger.
CALL TO ACTION WINEMAG.IT: SEGNALATECI I CABERNET GLOU-GLOU!
L’Anjou dei vignerons indépendants della famiglia Gourdon mostra i risvolti più “leggeri”, sbarazzini e golosi dei due vitigni; caratteristiche così difficili da trovare in Italia, anche nelle aree in cui Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon sono più diffusi. Perché perdiamo questa occasione? Vogliamo approfondire il tema, tanto da chiedere aiuto ai lettori.
Chiunque conosca produttori italiani che affrontino i due vitigni (in particolare il Cabernet Franc) in versione glou-glou (tutta beva e spiensieratezza) ce lo segnali con una mail a redazione@winemag.it. Raccoglieremo i vini per una degustazione comparativa e ne daremo notizia su winemag.it, col proposito di essere smentiti su questa “falla” nella stilistica dei bordolesi in Italia. Prosit!
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Regno Unito nuova patria dello Chardonnay entro il 2050 la ricerca
Entro il 2050, oltre un quinto del Regno Unito potrebbe avere un clima adatto alla coltivazione di uve Chardonnay per la produzione di vini fermi. Lo riferisce un recente studio targato University of Reading, proprio mentre – in questi minuti – winemag.it sta sbarcando a Londra per un tour delle zone vinicole dedite alla produzione degli spumanti inglesi Metodo classico (aggiornamenti sulle pagine Instagram winemag.it e Davide Bortone).
L’Università inglese ha applicato lo stesso modello di una ricerca precedente, riguardante l’effetto dei cambiamenti climatici sulla qualità dei vini di Chablis. I sorprendenti risultati sono stati pubblicati a inizio dicembre 2022 da OENO One, rivista scientifica dell’associazione accademica International Viticulture and Enology Society (IVES).
In sintesi, entro la metà del secolo, l’impatto del climate change sarà evidente anche sulle uve Chardonnay coltivate nel Regno Unito. I grappoli saranno «sufficientemente maturi per produrre più vini fermi di alta qualità». Il vitigno Chardonnay, con i suoi 1.180 ettari sui circa 3.500 presenti in GB, fa già la parte del leone. Ma è coltivato con successo per produrre vino spumante. Solo nelle migliori annate, anche vino fermo.
«Nel Regno Unito – spiega Alex Biss, ricercatore che ha guidato il progetto – si producono già ottimi vini spumanti da uve Chardonnay. Le uve utilizzate per i vini spumanti non hanno bisogno di una maturazione così lunga come quella dei vini fermi. Il clima sembra destinato a cambiare le cose, in un futuro non troppo lontano».
PIÙ VINI FERMI DA CHARDONNAY NEL REGNO UNITO
Biss, insieme al professor Richard Ellis, ha preso in considerazione tre aspetti del clima che influenzano la qualità del vino Chardonnay fermo. In primis la temperatura media tra aprile e settembre; poi la temperatura minima media a settembre (“Cool night index“); infine le precipitazioni totali tra giugno e settembre.
Sulla base di questo modello, il duo di ricercatori ha potuto stabilire che il 20-25% delle regioni del Regno Unito potrebbero essere in condizioni ideali per la produzione di Chardonnay entro il 2050. Un grande passo avanti rispetto alla situazione attuale, pari a circa il 2%.
Naturalmente – precisa Alex Biss – ci sono delle incognite. Solo perché una regione ha un clima adatto, non significa che abbia il tipo di terreno adatto alla coltivazione della vite. Ma resta il fatto che il cambiamento climatico porterà molto probabilmente a un’ulteriore espansione della viticoltura nel Regno Unito».
Le aree che con maggiore probabilità avranno le migliori condizioni per produrre vino Chardonnay fermo di alta qualità entro il 2050 sono l’Inghilterra sudorientale, l’Inghilterra orientale e l’Inghilterra centrale. Ad oggi, i vini fermi rappresentano circa un terzo della produzione totale di vino del Regno Unito. La percentuale aumenta, pur marginalmente, nelle annate più secche e calde (2018: 31%; 2019: 28%; 2020: 36%; 2021: 32%).
CLIMA FAVOREVOLE ANCHE PER IL PINOT NERO NEL REGNO UNITO
Lo scenario ipotizzato è quello di un aumento della temperatura globale tra i 2 e i 3 gradi centigradi, entro il 2100, limitato dalle politiche derivanti dal dibattito attuale sul climate change. Le emissioni, secondo la proiezione dei due ricercatori, dovrebbero continuare ad aumentare fino al 2040 circa, per poi diminuire.
«Non stiamo celebrando il riscaldamento globale – si affretta a precisare Alex Biss – che per molti versi sta già causando grandi problematiche alla produzione alimentare e alla salute. Piuttosto, è qualcosa che dobbiamo monitorare e a cui dobbiamo rispondere, cambiando ciò che coltiviamo e dove».
L’implicazione immediata delle nostre scoperte è che i viticoltori del Regno Unito che piantano nuovi vigneti nelle aree citate dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di piantare cloni di Chardonnay a duplice attitudine, adatti sia alla produzione di vino frizzante che di vino fermo».
Le ultime evidenze fanno seguito a un’altra ricerca di fine luglio 2022, condotta da University of East Anglia (UEA), London School of Economics, Vinescapes Ltd e Weatherquest Ltd, secondo cui il potenziale della produzione di vino del Regno Unito è destinato a crescere nei prossimi anni, a causa dei cambiamenti climatici. In particolare, la ricerca fa riferimento ed enfasi specifica «all’idoneità a produrre un maggior numero di Pinot Nero fermo in alcune parti del Regno Unito». Non va dimenticata, poi, la chance di Piwi come il Divico, in Inghilterra. Chissà come la prenderà Parigi.
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Champagne 326 milioni di bottiglie nel 2022 calano consumi in Francia cresce export
Le spedizioni totali di Champagne nel 2022 ammontano a 326 milioni di bottiglie, con un aumento dell’1,6% rispetto al 2021. Dopo una buona annata nel 2021, questi risultati confermano il dinamismo generale del mercato dello Champagne, sia in volume che in valore. Il valore delle spedizioni supera così, per la prima volta, i 6 miliardi di euro.
La Francia, con 138,4 milioni di bottiglie, registra un leggero calo (-1,7%). L’export, con 187,5 milioni di bottiglie, sono aumentate del 4,3% in un anno e confermano la loro preponderanza rispetto al mercato nazionale. La quota delle esportazioni sul totale delle vendite è passata dal 45% di dieci anni fa a poco più del 57% di oggi.
Maxime Toubart, presidente del Syndicat Général des Vignerons, co-presidente del Comité Champagne, si dice «soddisfatto di queste performance. Premiano i nostri sforzi per garantire che lo Champagne rimanga un vino eccezionale».
Per David Chatillon, presidente dell’Union des Maisons de Champagne, co-presidente del Comitato Champagne, «lo Champagne, un vino che non può essere ignorato nelle celebrazioni, ha naturalmente accompagnato i consumatori di tutto il mondo che hanno festeggiato la fine delle restrizioni e hanno riscoperto il gusto della festa, delle attività all’aperto e dei viaggi».
Secondo il Comitato, i risultati del 2022 confermano che lo Champagne, che si è rapidamente ripreso dallo shock della crisi sanitaria del 2020, «continua a occupare un ruolo unico nella mente e nel cuore dei consumatori».
Inoltre, la vendemmia del 2022, soleggiata e considerevole in termini di quantità e qualità, contribuirà a ricostituire le scorte per soddisfare la domanda del mercato. Pertanto, «nonostante un contesto geopolitico ed economico mondiale che invita alla cautela sulle prospettive per il 2023, i produttori di Champagne rimangono fiduciosi sui fondamentali del settore».
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Ahr la nuova frontiera del Pinot Nero Spatburgunder germania cantine vini da non perdere Weingut H.J. Kreuzberg Lea 16
Hanno raggiunto quota 3,8 milioni di euro le donazioni per le cantine colpite dall’alluvione dell’Ahr del luglio 2021. La cifra si riferisce alla sola campagna #deradlerhilft promossa dalla Verband Deutscher Prädikats und Qualitätsweinguter (VDP), l’associazione che raggruppa oltre 200 cantine in 13 regioni vinicole della Germania. Tuttavia la raccolta prosegue: la ricostruzione è tutt’altro che terminata.
Il risultato sin ora raggiunto va «oltre le aspettative» di questa minuscola area vinicola, vocata alla produzione di grandi Pinot Nero (Spätburgunder) e non solo). I 3,8 milioni di euro sono stati raggiunti grazie alla solidarietà di oltre 4 mila donatori e aziende di tutto il mondo, che si sono impegnate a favore dei viticoltori della Valle dell’Ahr.
«Siamo lieti di poter finalmente compiere l’atteso passo dell’assegnazione delle donazioni», ha dichiarato Steffen Christmann, presidente della Vdp e dell’associazione no-profit “Der VDP.Adler hilft e.V.”, che ha avviato la campagna di raccolta fondi. «Sappiamo però – ha aggiunto – che le risorse finanziarie sono solo una parte dell’aiuto. Naturalmente c’è bisogno di tempo per elaborare quanto è accaduto e per ricostruire».
Durante la devastante alluvione del luglio 2021, quasi tutte le cantine della regione di Ahr sono state danneggiate. L’enorme portata del disastro alluvionale ha spinto i VDP.Prädikatsweingüter e la loro associazione no-profit a lanciare una campagna di aiuti sotto il nome di #deradlerhilft. L’obiettivo era ed è quello di aiutare tutte le aziende vinicole della regione dell’Ahr danneggiate dall’alluvione, indipendentemente dalla loro tipologia e struttura e dal fatto che siano o meno membri della VDP.
I primi aiuti sono stati erogati nel 2021, in favore delle situazioni di maggiore emergenza. Le donazioni sono state investite anche in opere di mitigazione dei danni e nei trattamenti ai vigneti, effettuati tramite elicottero nelle zone alluvionate. L’erogazione di ulteriori fondi si è rivelata difficile a causa della burocrazia locale. Ora, però, la strada è finalmente spianata.
AHR, COME SONO STATI SPESI I FONDI PER LA RICOSTRUZIONE
«Se si considerano le somme a 5-6 cifre di cui beneficia ciascuna delle cantine danneggiate e quasi 800 mila euro per una delle tre cooperative locali – riassume ancora Steffen Christmann – la portata della campagna di raccolta fondi risulta particolarmente chiara. Le somme raccolte danno fiducia, dopo il lungo periodo di sofferenza».
Ciò che rimane, nonostante la tragedia – conclude il presidente dell’associazione VDP – è l’enorme solidarietà e la prova di ciò che una comunità forte è in grado di fare, grazie anche alle tante persone che si occupano dell’amministrazione, della corrispondenza e dell’elaborazione degli aiuti».
Tra gli aiuti giunti in seguito all’alluvione dell’Ahr, anche quelli del Consorzio Vini Alto Adige, che ha supportato fin da subito l’iniziativa “SolidAHRität – Dai viticoltori per i viticoltori” a sostegno delle cantine colpite.
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Concours Mondial de Bruxelles sbarca nel Pays d Oc patria vini rose
FOTONOTIZIA – La terza Sessione Vini Rosé del Concours Mondial de Bruxelles si svolgerà nel cuore del Pays d’Oc, a Montpellier, tra la Camargue e i Pirenei. Una scelta simbolica, quella degli organizzatori del noto concorso internazionale. Da 30 anni i viticoltori del Pays d’Oc contribuiscono a garantire il successo dei vini varietali e la reputazione dell’Indicazione Geografica Protetta. La loro creatività si esprime attraverso 58 varietà di uve e un territorio di 120 mila ettari di vigneti.
Gli appezzamenti, situati tra mare e montagna, sono aperti alle molteplici influenze di un clima mediterraneo-temperato. Oggi il 30% della produzione di vino del Pays d’Oc è dedicata al rosé. Con circa 300 milioni di bottiglie all’anno, è la prima IG francese produttrice di Rosé, a partire dai tre vitigni principali: Grenache Noir, il Cinsault e la Syrah.
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Вина тв сериал vina in Bulgaria una serie tv sul vino che fa scuola
EDITORIALE – “Vino” e “destino” si mescolano in un tutt’uno nella serie tv Вина – тв сериал, in onda in Bulgaria a partire da giovedì 5 gennaio 2023. Il regista Victor Bozhinov gioca con il duplice significato della parola bulgara “ВИНА” – per l’appunto “vino“, ma anche “colpevole” – per creare una trama in cui le vicende umane si intrecciano con quelle vinicole, in una perfetta cuvée. Perché parlarne in Italia? Perché il risultato è molto più di una semplice “serie tv” sul vino. Вина è un vero e proprio faro sul vino della Bulgaria. Un Paese che oggi, con oltre 70 mila ettari vitati e una produzione di circa 180 milioni di bottiglie annue, aspira a un ruolo da protagonista nel settore. In Europa e nel mondo.
Grazie al coinvolgimento diretto di enologi, sommelier, professionisti del settore e alla partnership con la Bulgarian Winemaking & Export Association guidata da Galina Todorova Niforou, Вина – тв сериал è già una case-history per il modo nuovo di raccontare il vino al grande pubblico. Attraverso le vicende di una cantina in crisi di fatturato e motivazioni, gli spettatori apprendono nuove nozioni di enologia, viticoltura e degustazione, travolti dalle vicissitudini professionali ed umane dei protagonisti della serie tv, promossa dalla televisione nazionale bulgara (Bălgarska Nacionalna Televizija – BNT).
Secondo un’indagine Fitch Solutions, la Bulgaria offre uno dei mercati delle bevande alcoliche in più rapida crescita nell’Europa centrale e orientale. Le previsioni a medio termine (2021-2025), vedono la spesa per le bevande alcoliche in crescita a valore del 10,2% all’anno. Il consumo di alcolici dovrebbe crescere in media dell’1,6% all’anno, fino al 2025. La crescita del valore, più marcata rispetto a quella del volume, indica che i consumatori bulgari scelgono sempre più spesso bevande alcoliche di qualità superiore. Tra queste, proprio il vino celebrato dalla nuova serie tv, ambientata nella regione vinicola di Melnik.
ВИНА – ТВ СЕРИАЛ NELLA REGIONE VINICOLA DI MELNIK
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Gran parte delle scene sono state girate a Villa Melnik (Вила Мелник), cantina di 120 ettari di proprietà di Nikola Zikatanov (nella foto di copertina). All’enologo Momchil Mikov il compito di rendere più realistiche le interpretazioni degli attori, alcuni dei quali sono stati accompagnati in un vero e proprio percorso di apprendimento tra viticoltura, enologia ed analisi di laboratorio. Ben congeniata la trama di Вина – тв сериал. Philip (Vladimir Zombori), residente all’estero, torna nella natia Bulgaria per vendere la cantina del defunto zio, per conto della madre Zoya. Ben presto, tuttavia, rimane affascinato dai vigneti, dal personale e soprattutto dalla bella e ribelle enologa della cantina, Elina (Elena Telbis).
I piani familiari cambiano e, invece di vendere la cantina, Philip decide di rilanciarla sul mercato. Un’impresa assai difficile. L’azienda sprofonda tra i debiti e la scarsa motivazione di gran parte dei lavoratori, ormai convinti che presto dovranno trovare un’altra occupazione. Philip trova un alleato nella sola enologa Elina. Ma suo padre, presidente del Consiglio municipale – Andrey Bonchev (Mikhail Bilalov) – ha altre intenzioni per la cantina. Philip si mette così alla ricerca di abitanti del posto motivati al rilancio dell’attività vinicola, ma ha bisogno di prolungare la sua permanenza in Bulgaria. Il rapporto con la moglie Marta (Kristina Veroslavova), rimasta all’estero da sola, si deteriora così ulteriormente.
Le cose non vanno meglio con Andrey Bonchev, spregiudicato e materialista. Si scopre così che il legame tra le famiglie di Philip ed Elina ha radici profonde e forti. Segreti e sensi di colpa (ecco appunto il secondo significato della parola “Вина”, in bulgaro) si alternano tra un calice di vino e le difficoltà di mantenere in vita il vigneto in inverno, accendendo fiaccole tra i filari. E che cos’è, la vita, se non un percorso a ostacoli tra primavere di speranza, estati che scaldano il cuore, inverni rigidi e bui e autunni in cui tutto finisce, per ricominciare?
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Non una città, ma un intero territorio. La regione vinicola portoghese del Douro è stata scelta come Città europea del Vino 2023 da Recevin, network europeo delle Città del vino con sede a Strasburgo. Il Douro aveva già tentato di aggiudicarsi il riconoscimento nel 2018, con la sola cittadina di Peso da Régua.
Un’esperienza dall’esito negativo che ha dato il via a collaborazioni tra le comunità locali, sino all’accordo per una candidatura dell’intera regione vinicola. Lo scorso mercoledì, a Bruxelles, il sindaco di Peso da Régua ha raccolto i frutti di un gioco di squadra senza precedenti.
«Il Douro, già Patrimonio dell’Umanità Unesco con i suoi terrazzamenti vitati sull’omonimo fiume e patria del Porto – commentano i promotori – sarà così ancor più un riferimento europeo nella cultura e nella celebrazione armoniosa della natura e del lavoro secolare svolto da generazioni di abitanti del Douro».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Spirits protagonisti a Wine Paris 2023 orari dedicati per il padiglione dei superalcolici
Il prossimo salone Wine Paris & Vinexpo Paris 2023, in programma dal 13 al 15 febbraio a Paris Expo Porte de Versailles, dedicherà un intero padiglione al settore dei superalcolici delle bevande artigianali con un programma che promette di essere più vivace che mai. Be Spirits avrà un padiglione tutto suo per dare spazio agli alcolici di ogni provenienza, dalle distillerie artigianali ai marchi di famiglia, e fare luce sulle tendenze del settore per i professionisti.
Il nuovo format è accompagnato da un cambio di ritmo che nasce dalla volontà di soddisfare le esigenze della comunità attraverso orari di apertura specifici, dalle 10.00 alle 20.00. Una nuova area, denominata Padiglione dell’Artigianato, sarà riservata alle nuove generazioni, con giovani produttori di alcolici, Ready to drink (RTD), bevande analcoliche, sidri e birre, che potranno così promuovere i loro prodotti in un contesto internazionale d’eccezione.
BE SPIRITS, UN EVENTO NELL’EVENTO A WINE PARIS 2023
Nel 2023 gli alcolici, le bevande artigianali e quelle senza alcol stanno diventando ancora più importanti, con il 20% di spazio in più rispetto all’evento del 2022 e il 44% di nuovi espositori. Oltre ai numerosi espositori francesi, la partecipazione internazionale a Wine Paris 2023 sarà molto forte con il ritorno di Belgio, Canada, Stati Uniti, Islanda, Italia, Giappone, Romania, Regno Unito e Svizzera. A questi si affiancheranno Uzbekistan, Repubblica Ceca e Vietnam, nuovi arrivati nel 2023.
Saranno rappresentate 27 categorie di alcolici: Bevande a base di anice, Armagnac, Cachaça, Calvados, Cognac, Liquori alla crema, Brandy, Gin, Mezcal, RTD, Rum, Infusi di Rum, Sake, Analcolici, Tequila, Tonico, Vermouth, Vodka e Whisky. Nuove bevande alcoliche entreranno nell’assortimento di Be Spirits, in occasione di Wine Paris 2023: assenzio, liquori, bitter, Pisco (la bevanda nazionale del Perù), tè duro e Shochu (lo spirito giapponese), oltre a sidri e birre.
Al debutto nel padiglione Be Spirits ci sono anche le bevande analcoliche, che saranno disponibili in una gamma di stili che va dai semi-spumanti, ai liquori e alle birre, fino ai mixer e alle toniche, ampliando la scelta dell’offerta in risposta alla domanda del mercato.
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annata 202 Icewine tedeschi germania tra le poche uve per i vini di ghiaccio spuntano Piwi Souvignier Gris Cabernet Blanc e il primo icewine Johanniter 1
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Annata 2022 degli icewine tedeschi in chiaroscuro. La novità rappresentata dall’utilizzo sempre più cospicuo di varietà Piwi come Souvignier Gris, Cabernet Blanc e (per la prima volta) Johanniter, fa i conti con la sostanziale crisi della produzione, in diverse regioni vinicole della Germania. Toccherà alle varietà resistenti alle malattie fungine invertire questo trend, in futuro? Nel frattempo, emerge tra luci e ombre il quadro generale dei vini di ghiaccio tedeschi.
AHR
Tra chi sta portando a termine la vendemmia 2022, non mancano le buone notizie. La scorsa notte, a -8 gradi, il team guidato dall’enologo Peter Kriechel, titolare dell’omonima cantina di Walporzheimer, nell’Ahr, ha raccolto l’uva ghiacciata nel vigneto di Bachemer Wingert. «La sensazione è fantastica – commenta il vulcanico Kriechel -. Finalmente, quest’anno, dopo più di 20 anni, abbiamo avuto le condizioni per raccogliere l’uva per il nostro icewine. Siamo molto contenti».
FRANKEN/FRANCONIA
Scendono a -11 i gradi in Franconia. Christian Reiss , dalla sua Würzburg, spera di ottenere 80 litri di icewine, che sarà disponibile da aprile o maggio. Secondo l’enologo, le uve Silvaner avevano un valore elevato di 205 gradi Oechsle, unità di misura della densità del mosto. Il valore minimo per gli icewine è di 110 – 128 gradi Oechsle, a seconda della zona di coltivazione.
Anche l’azienda vinicola Göbel di Randersacker, che ha potuto raccogliere le uve di Pinot nero congelate, si è detta soddisfatta dell’annata 2022. Eppure, secondo l’Associazione dei viticoltori di Franken, quest’anno in Franconia solo pochi viticoltori hanno lasciato in pianta le uve per i “vini di ghiaccio”.
HESSISCHE BERGSTRASSE
Nella regione vinicola tedesca Hessische Bergstraße, l’aria fredda dell’Odenwald penetra tra i vigneti pianeggianti dell’Heppenheimer Stemmler e assicura temperature gelide a dicembre. A -10 gradi, i viticoltori della Bergstraße hanno raccolto le uve della varietà Piwi Souvignier Gris, il 13 dicembre. Le prime misurazioni hanno mostrato un peso del mosto di 179 °Oechsle.
NAHE
I produttori di vino della regione vitivinicola di Nahe non hanno registrato alcun vigneto per la produzione di icewine in occasione dell’annata 2022. In Germania, questa è una condizione preliminare per poter produrre vino di ghiaccio, normata a livello di legge.
PFALZ
«Dopo una vendemmia 2022 generalmente anticipata – conferma l’Associazione degli agricoltori e dei viticoltori della Renania-Palatinato meridionale – solo poche aziende sono interessate a procedere alla raccolta delle uve per i vini di ghiaccio». Quest’anno gli icewine del Rheinhessen saranno un prodotto ancora più esclusivo. Secondo la Camera dell’Agricoltura, solo 35 aziende della Renania-Palatinato (RLP) hanno registrato porzioni di vigna per la produzione del vino di ghiaccio, su un totale di 152 viticoltori.
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RHEINHESSEN
Nella più grande regione vinicola della Germania, solo dieci viticoltori del Reno-Hessen hanno registrato vigneti per la raccolta 2022 degli icewine. La vendemmia è iniziata comunque il 13 dicembre e si protrarrà nei prossimi giorni della settimana, grazie alle temperature ideali.
SACHSEN E SAALE-UNSTRUT
A sorpresa e con largo anticipo, numerosi viticoltori delle due regioni vitivinicole nord-orientali di Saale-Unstrut e della Sassonia sono riusciti a coronare l’annata 2022 con una “vendemmia di ghiaccio” di successo, nella notte del 20 novembre. Temperature tra i -7 e i – 9 gradi Celsius: le condizioni erano perfette per gli icewine. Lo spettro varietale delle uve raccolte va dal Riesling e dal Traminer al Cabernet Blanc e al Blauer Zweigelt.
WUERTTEMBERG
Nel Württemberg, il team di Fellbacher Weingärtner eG si è recato in vigna nelle prime ore del 12 dicembre per raccogliere per la terza volta consecutiva gli acini per la specialità dolce. Le uve di Pinot nero erano perfettamente sane e congelate. Secondo Thomas Seibold, Ceo di Weingärtner eG, «pendevano più vitali che mai sulla vite» e hanno portato sulla bilancia un peso del mosto di 179 gradi Oechsle. In totale, si prevede che Fellbacher sarà in grado di produrre quasi mille bottiglie di vino di ghiaccio.
Nella Remstal, le uve Lemberger e Riesling ghiacciate sono state raccolte nella cantina Beurer di Kernen-Stetten, mentre le uve Kerner sono state raccolte nella cantina di Jürgen Ellwanger: «Circa 150 litri di Kerner Eiswein con 180 gradi Oechsle provengono dal freddo Winterbacher Hungerberg», riassume Felix Ellwanger.
Achim Stilz della Weingut im Hagenbüchle di Weinstadt-Schnait riferisce che le uve del vitigno Johanniter, altra varietà Piwi interessata alla produzione di icewine, hanno registrato 144 gradi sulla scala Oechsle. «Potrebbe essere il primo icewine prodotto con uve Johanniter», afferma Achim Stilz. Anche Sven Ellwanger della Großheppacher Weingut Bernhard Ellwanger riferisce di «uve molto sane, con Syrah a Großheppach e Cabernet Cubin (Incrocio Blaufränkisch × Cabernet Sauvignon) a Geradstetten ormai pronte per la raccolta 2022».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Champagne Jacquesson ceduta ad Artemis Domaines famiglia Pinault
Champagne Jacquesson entra interamente nell’Olimpo di Artémis Domaines, holding creata prima dell’acquisizione di Château Latour, nel 1992. I titolari Jean-Hervé e Laurent Chiquet (nella foto) lasceranno la nota maison di Rue du Colonel Fabien 68, a Dizy, consentendo al colosso della famiglia Pinault la gestione totale dell’azienda. Artémis Domaines aveva messo i piedi in Champagne Jacquesson 8 mesi fa e così completa l’opera di acquisizione, passando da un 33,5% all’intero patrimonio.
Secondo fonti locali, ad assumere la direzione della casa di Dizy sarà Jean Garandeau, attuale direttore vendite e marketing di Artémis Domaines. I fratelli Chiquet, proprietari di alcuni vigneti nel comune della Grande Vallée de la Marne, dovrebbero continuare a collaborare con la casa madre, conferendo le preziose uve sino ad ora patrimonio di Champagne Jacquesson. Artémis Domaines continua così a investire in vigneti e tenute vinicole di alta qualità.
IL PORTAFOGLIO DI ARTÉMIS DOMAINES
Nel portafoglio della famiglia Pinault figurano tre delle cinque principali denominazioni francesi, grazie a sei proprietà. Oltre a Château Latour (Bordeaux), Domaine d’Eugénie in Côte-de-Nuits (Borgogna), Clos de Tart in Côte d’Or (Borgogna) e Jacquesson (Champagne), la holding possiede Château-Grillet in Côtes du Rhône e Eisele Vineyard in California (15 ettari Napa Valley). Quasi tutti i vigneti sono certificati biologici e vengono allevati secondo i principi della biodinamica e dell’agroforestazione.
Un approccio che Artémis Domaines e la famiglia Pinault assicureranno anche a Champagne Jacquesson, nella Valle della Marna. La Maison è diventata negli anni un simbolo per gli amanti dello Champagne. La produzione è deliberatamente limitata a 250 mila bottiglie, «per preservare la viticoltura e i processi di vinificazione senza compromessi».
François Pinault ha lanciato Artémis nel 1992, investendo attraverso una partecipazione personale in PPR, il gruppo da lui fondato nel 1963 e rinominato Kering nel 2013. L’obiettivo iniziale era quello di utilizzare una struttura leggera attraverso la quale investire senza alcuna restrizione in termini di settore industriale o di ubicazione fisica. Artémis ha trascorso gli ultimi tre decenni acquisendo e sviluppando una vasta gamma di attività in diversi settori di business, nel segno della diversificazione tra magazine (Le Point), case editrici (Tallandier), case d’asta (Christie’s) e immobili di pregio (Palazzo Grassi a Venezia).
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Prodotto con Chenin Blanc (50% di cui 10% vini di riserva), Chardonnay e Cabernet franc, il Crémant de Loire di Langlois Chateau rappresenta uno specchio fedele della denominazione d’Oltralpe. Le uve provengono da una selezione di 6 appezzamenti, scelti per l’espressione tipica dei vitigni che compongono la cuvée, negli specifici suoli della Loira: Côtes de Saumur (silice e calcare), Bas Layon (scisto), Haut Layon (argilla e calcare), Coteaux St Léger (calcare), Puy Notre Dame (argilla e calcare) e Montreuil Bellay (argilla e calcare).
Netta, dunque, la prevalenza di suoli calcarei, evidente anche nell’espressione del vino. Un Crémant da godere in gioventù, per apprezzare freschezza e slancio verticale del vitigno principe dell’assemblaggio scelto da Langlois Chateau, lo Chenin Blanc (re delle varietà a bacca bianca della Loira). Le note dominanti sono quelle della frutta a polpa bianca, appena matura, introdotte da un naso piuttosto generoso e finissimo, che abbina un floreale fresco a tinte minerali, ancor più nette al palato.
La vinificazione del Crémant de Loire di Langlois Chateau avviene per varietà e terroir, in tini di acciaio inox a temperatura controllata. La degustazione dei vini base suddivisi per parcella determina l’assemblaggio finale. L’affinamento avviene secondo il metodo tradizionale, con successiva maturazione sui lieviti per un minimo di 24 mesi. Molto ben integrati i 12 g/l di dosaggio.
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Peter Schmitz è il nuovo direttore di Prowein, la più importante fiera internazionale del vino e degli spirits. Lo storico capo settore di Messe Düsseldorf prende il posto di Michael Degen, direttore esecutivo e membro del consiglio di amministrazione della Fiera. L’incarico prenderà il via ufficialmente il 1° febbraio 2023, a poco più di un mese e mezzo da Prowein 2023, in programma a Düsseldorf, dal 19 al 21 marzo.
Per la precisione, Peter Schmitz, 58 anni, sarà responsabile dell’intero portafoglio globale di Prowein. Con un’esperienza di oltre 20 anni, Schmitz è stato responsabile dell’attività contrattuale di Messe Düsseldorf per i clienti pubblici, così come per le attività di partecipazione alle fiere estere.
«Essere in contatto con persone di tutto il mondo e mantenere rapporti commerciali è la mia passione assoluta – sono le prime parole del neo direttore di Prowein -. Questo è esattamente ciò che contraddistingue ProWein e sono felice di poter contribuire con la mia pluriennale esperienza all’ulteriore sviluppo di questa fiera».
IL SUCCESSO INTERNAZIONALE DI PROWEIN
Iniziata nel 1994 con 321 espositori e circa 1.500 visitatori, ProWein è diventata oggi la fiera leader per il settore internazionale del vino e delle bevande alcoliche. Oltre 6 mila gli espositori provenienti da tutto il mondo che hanno presenziato alle ultime edizioni. Dal 2013 la ProWein di Düsseldorf comprende numerosi eventi satellite internazionali.
ProWine Shanghai ha iniziato le sue attività nel 2013, seguita da ProWine Singapore, ProWine Hong Kong, ProWine Mumbai e ProWine Sao Paulo. Il membro più giovane della famiglia internazionale di ProWein è ProWine Tokyo.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Stati Uniti Congresso verso pacchetto di risarcimenti per i dazi di Trump Fair Tariff Act aiuti per 51 milioni di dollari
Un pacchetto di risarcimenti per le aziende americane colpite dai dazi sul vino di Trump. È quanto potrebbe approvare il Congresso degli Stati Uniti, attraverso il Fair Tariff Act, la “Legge sulle tariffe eque”. La proposta di legge è in discussione in entrambe le Camere, dopo la proposta presentata dai senatori Menendez (D-NJ) e Cassidy (R-LA). Sul tavolo, fondi per 51 milioni di dollari per le aziende del comparto vinicolo statunitense: importatori, grossisti, dettaglianti, ristoratori.
Esulta la Wine Trade Alliance, l’Alleanza del Commercio del Vino degli Stati Uniti (USWTA) che rappresenta tutti i livelli del commercio vinicolo statunitense nella lotta contro i dazi sul vino.
Complessivamente, il settore ha pagato circa 239 milioni di dollari di dazi nelle due tranche introdotte da Trump nel periodo più caldo della pandemia. La “Tariffa equa” è stata concepita per rimborsare i dazi pagati sulle merci acquistate prima dell’entrata in vigore delle misure restrittive.
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La vendemmia 2022 in Borgogna abbina qualità e quantità. Dopo tre buone annate, con volumi penalizzati dalle avversità climatiche, la raccolta 2022 nella famosa regione vinicola francese «è più che mai benvenuta». Nell’ottica dei produttori locali, «permetterà al mercato di rilassarsi e di ricostituire le scorte».
Piccole le differenze a seconda delle varietà. Le viti hanno generalmente resistito molto bene a un clima piuttosto estremo, sapendo far tesoro delle poche precipitazioni. Mentre i vini iniziano la loro maturazione in cantina, i vigneron e commercianti non hanno dubbi: «La vendemmia 2022 in Borgogna sedurrà i palati degli amanti del vino di tutto il mondo».
LA QUALITÀ DEI VINI DELLA VENDEMMIA 2022 IN BORGOGNA
Dal punto di vista del meteo, l’annata è stata ancora una volta distinta da gelate, ondate di calore e siccità. Il germogliamento, in ritardo rispetto agli ultimi anni, ha parzialmente protetto il vigneto dalle gelate di aprile. Poi la vite ha attraversato «senza alcun danno» quattro ondate di calore in Borgogna e una generale mancanza d’acqua.
Un equilibrio riscontrabile nei mosti che, secondo l’opinione generale dei viticoltori, hanno gradi nella media con le grandi vendemmie. I vini della vendemmia 2022 in Borgogna saranno dunque di buona qualità, con buona concentrazione ed equilibrio. «Questa annata è sorprendente – commentano i vignaioli locali -. Nonostante il gran caldo, il profilo aromatico di frutta fresca e la bella vivacità aprono a un futuro luminoso».
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vendemmia 2023 in Sudafrica tra siccita e mancanza di corrente elettrica
C’è cauto ottimismo per vendemmia 2023 in Sudafrica. I produttori di uva da vino sudafricani si aspettano un raccolto «buono, ma leggermente inferiore in termini di quantità». La prima stima arriva dall’associazione di categoria Vinpro, dopo una stagione condizionata dal clima secco. Stime ancora più accurate saranno fornite nella terza settimana di gennaio 2023, quando la situazione sarà più definita.
«In questa fase iniziale, la diminuzione delle quantità sarà netta in tutte le regioni vinicole del Sudafrica. Abbiamo vissuto ovunque una stagione più secca, ad eccezione di Northern Cape che ha avuto condizioni ambientali difficili durante e dopo la vendemmia», afferma Conrad Schutte, responsabile del team di viticoltori di Vinpro che emette le stime del raccolto insieme all’ente di settore Sawis.
Anche la scarsa fioritura e l’allegagione in diverse aree, insieme all’espianto dei vigneti, hanno contribuito alla diminuzione delle nostre stime per la vendemmia 2023».
VENDEMMIA 2023 IN SUDAFRICA: SOFFRE NORTHERN CAPE
Nel Capo Nord, dove la stagione è stata caratterizzata da condizioni di pioggia e umidità fuori stagione, «le viti hanno germogliato con una riserva minima di acqua e fin dall’inizio si sono formati meno grappoli. Problemi anche per l’apparato fogliare. Le piante hanno germogliato male e in alcuni casi la crescita si è addirittura arrestata temporaneamente.
«Nel resto delle regioni – continua Schuttle – le condizioni di fioritura sono state da buone a eccezionali. Si sono verificate poche malattie e presenza di parassiti, ma le precipitazioni medie generali sono state inferiori nella maggior parte delle regioni rispetto all’anno precedente, il che avrà un impatto sulle dimensioni degli acini, soprattutto nelle regioni aride, influenzando così la produzione totale di uva».
Sempre secondo Vinpro e Sawis, nelle aree a irrigazione intensiva come Klein Karoo e Robertson, mantenere carichi ottimali di uva rispetto alle precedenti annate ha rappresentato una sfida enorme, «a causa dei programmi di irrigazione che hanno dovuto fare i conti con la disponibilità di energia elettrica». «La stagione sembra promettente – conclude Conrad Schuttle – ma molto potrebbe cambiare prima della vendemmia».
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