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Ecco la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2025 winemag

 Guida Top 100 Migliori vini italiani 2025 winemag
Settima edizione per la Guida Top 100 Migliori vini italiani
winemag 2025 (acquistabile a questo link), che si arricchisce di qualche novità, a partire dal claim che accompagnerà d’ora in avanti l’annuale pubblicazione. Per il 2025 abbiamo scelto “La forza dei sogni” e sarà chiaro comprendere la ragione, tra le righe delle storie delle cantine simbolo dell’anno (e non solo). Anche quest’anno, la selezione delle etichette e il conseguente ingresso nella Guida 2025, avvenuto tramite rigorose sessioni di degustazione alla cieca e suddividendo i campioni per regione e/o denominazione, è giustificata da pochi, semplici dettami.

In primis, la voglia di raccontare l’Italia del vino più autentica, trincerandoci dietro al blind tasting: una modalità che premia espressione territoriale, tipicità e carattere del vino, senza lasciarsi distrarre dal “marketing” legato alla singola etichetta e al “rumore” generato da ciò che fa (sempre più) da contorno al calice. Il nostro approccio alla degustazione è il medesimo riservato alle notizie che quotidianamente appaiono online, sul nostro wine magazine indipendente. Un focus sull’oggettività che mette al centro il lettore, nel nostro duplice ruolo di semplici “megafoni” del mondo del vino italiano (da un lato) e di degustatori appassionati, curiosi e propositivamente critici (dall’altro).

LINGUAGGIO, FILOSOFIA E METODO: L’UNICITÀ DELLA GUIDA VINI WINEMAG

Crediamo che questo sia il valore aggiunto della nostra Guida Vini, molto distante dal mondo delle Guide italiane ed internazionali che hanno finito per allontanare il pubblico. Per linguaggio, filosofia e metodologia di lavoroL’edizione 2025 della Guida Top 100 Migliori vini italiani di Winemag segna un altro punto di distanza rispetto ad altri simili “prodotti editoriali” del settore: abbiamo abolito le note di degustazione. Una scelta drastica, speriamo definitiva, dettata dalla presa di coscienza dell’inutilità della sfilza di sentori – profumi e sapori, veri o immaginari – troppo spesso elargiti, un “tot al chilo”, da questo o quel degustatore.

Ci sarà sempre chi sentirà più pesca che albicocca; più sandalo di monaco tibetano che reminiscenze di farina di ciabatta; più erba appena sfalciata che ricordi di pino mugo valdostano. Siamo gente pragmatica, che bada al sodo e che, soprattutto, frequenta non solo “salotti bene” del vino italiano ed internazionale, ma anche la gente “comune”: quella che beve (ancora) vino per davvero e a cui non manca mai la bottiglia sul tavolo; la gente che ci ispira e guida nella scelta quotidiana di un linguaggio capace di arrivare a tutti, semplice e diretto, comprensibile e fermo nell’essere strenuamente lontano da elitarismi e caste, da spillette sulla giacca e da medagliette da brandire come spade.

LA DESCRIZIONE DEI VINI DELLA GUIDA TOP 100 MIGLIORI VINI ITALIANI 2024 WINEMAG

Ecco, dunque, che i vini presenti sulla Guida 2025 finiscono per essere descritti attraverso numeri e pochissime parole, capaci di definirne il profilo sensoriale e, ancor più, aiutare il lettore a comprendere se quell’etichetta fa per lui, o meno. Come? Con una manciata di punti, da 1 a 10, che definiscono quanto sia floreale, fruttato, speziato, fresco, tannico, sapido, alcolico, armonico, facile da bere e abbinabile un vino, nonché quale sia il periodo migliore per stapparlo. Il tutto accompagnato da un voto in centesimi, in continuità (questo sì) con la critica di settore internazionale.

La Guida Top 100 Migliori vini italiani 2025 vede uni accanto agli altri grandi nomi e cantine che si affacciano da pochi anni sul panorama enologico italiano ed internazionale, con la medesima garanzia: tutti vengono “trattati” con la medesima dignità, garantita appunto dalla degustazione alla cieca e dal nostro approccio caldo ma distaccato. Vini prodotti da grandi cantine e piccoli vignaioli artigianali. Nomi storici e realtà desiderose di affermarsi, che meritano di essere scoperte. Nella Top 100 Migliori vini italiani di WineMag.it trovano spazio vini di impronta tecnica e di “metodo” – in grado ovviamente di sfoggiare la propria identità territoriale – e altri che trasmettono l’emozione dell’artigianalità e della cura manuale, esenti da difetti di natura chimica o accidentale.

GUIDA MIGLIORI VINI ITALIANI WINEMAG 2025: IL VINO È EMOZIONE

Sfumature che convivono, perché accomunate dalla bontà e dalla capacità intrinseca di comunicare prima a sorsi e, poi, a parole. Pochi, semplici dettami, dicevamo. Bando, tra le altre cose, all’esasperazione del cosiddetto “gusto internazionale” – concetto ormai cambiato, anche grazie a consumatori sempre più attenti all’autenticità e alla territorialità – e a scelte commerciali che tendono a uniformare le diverse Denominazioni del vino italiano. Snodo importante nella “costruzione” della nostra Guida, è il desiderio di sotterrare l’ascia dell’integralismo e di quello che ci piace definire “razzismo enologico”: ciò che deve colpire è il vino nel calice, non la filosofia produttiva (“convenzionale”, “naturale”, “biologico” etc.).

L’altro focus della Top 100 winemag è su produttori e vignaioli che puntano sulla valorizzazione delle espressioni dei singoli “cru” del proprio “parco vigneti”. Alla parcellizzazione e alla valorizzazione della macro eccellenza nella micro-selezione. Il tutto ricordando sempre che siamo sognatori, prima che commentatori e critici del nettare di Bacco. Amiamo le persone vere e i vini in grado di trasmettere personalità, nerbo, carattere, gusto e passione. In una parola? Amiamo il coraggio e chi osa. Come ogni anno, il nostro sogno, tradotto in questa Guida, è quello di essere riusciti a costruire l’ennesima “carta dei vini” alla portata di tutti (dal professionista al consumatore meno esperto, ma desideroso di bere bene). Una selezione in cui regioni e denominazioni perlopiù si mescolano, per mostrare il quadro delle bellezze dell’Italia, racchiuse in “bottiglie sparse” di vino.

LE CANTINE DELL’ANNO DELLA GUIDA TOP 100 MIGLIORI VINI ITALIANI 2025 WINEMAG

Importante anche lo sguardo sulle “Cantine dell’anno 2025“, di cui vi invitiamo a scoprire l’intera produzione (invito che vale ovviamente anche per le altre realtà premiate): Cà du Ferrà (Cantina italiana dell’anno 2025); Azienda agricola Sosol (Cantina dell’anno Nord Italia 2025), Santa Barbara (Cantina dell’anno Centro Italia 2025); Fontanavecchia (Cantina dell’anno Sud Italia 2025). Ci sono poi Luca Leggero (Cantina italiana Rivelazione 2025), Valle dell’Acate (Cantina italiana Biologica 2025). Più che cantine, famiglie del vino italiano.

È proprio da loro che vogliamo iniziare il racconto di un altro anno che ci ha reso fieri del nostro lavoro e di una Guida che non smette mai di emozionarci (prima, durante e dopo la sua pubblicazione) e di offrire spunti propositivi e soprattutto nuovi al panorama giornalistico e della critica enologica italiana. Obiettivo degli obiettivi di questa Guida è, insomma, mostrarvi che c’è ancora qualcuno, in Italia, capace di portare avanti un progetto editoriale. Senza “se” e senza “ma”, nel solo interesse dei lettori. Buone bevute, con la nostra Guida Top 100 WM – 2025.

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      Guida top 100 Migliori vini italiani 2025

       

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      Colli Maceratesi, via libera a Ribona Riserva e Spumante Riserva


      Colli Maceratesi Ribona Riserva
      e Colli Maceratesi Ribona Spumante Riserva. Via libera alle due nuove tipologie “Riserva” della Doc Colli Maceratesi, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale dopo un iter di tre anni, proposto e avviato dall’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) e dal Comitato Colli Maceratesi. L’introduzione delle due nuove versioni offre una possibilità enologica ed agronomica in più alle Marche del vino, nel contesto di una denominazione 
      di 250 ettari, con un potenziale di circa 600 mila bottiglie complessive da 0,75 litri.

      COLLI MACERATESI: ECCO RIBONA RISERVA E SPUMANTE RISERVA

      Quarantasei i viticoltori e 28 i produttori della Doc. Colli Maceratesi Ribona Riserva e Colli Maceratesi Ribona Spumante Riserva costituiscono «un upgrade verso prodotti premium a maggior longevità, in linea con gli obiettivi di sviluppo di Imt e dei 74 produttori e viticoltori dell’area». Tra le altre disposizioni pubblicate in Gazzetta: l’eliminazione della tipologia novello per la versione rosso; sul fronte etichettatura e presentazione dei vini della Doc è prevista la possibilità per i produttori di riportare il nome geografico “Marche”, secondo indicazioni specifiche stabilite nel disciplinare.

      «La modifica del disciplinare della Doc Colli Maceratesi, con l’introduzione dei due nuovi bianchi Riserva della Ribona nelle tipologie vino e spumante metodo classico – evidenzia il presidente Imt, Michele Bernetti – è coerente con il processo di aggiornamento di alcuni disciplinari delle nostre 16 denominazioni, nati circa 50 anni fa e che necessitano di essere attualizzati. Un’azione in linea con il percorso intrapreso dal Consorzio che punta a innalzare qualità e valore aggiunto delle produzioni. La notizia della pubblicazione in Gazzetta è il modo migliore per festeggiare i primi 25 anni di Imt».

      I DISCIPLINARI DEI RIBONA RISERVA COLLI MACERATESI

      Produzione massima contingentata (91 ettolitri per ettaro), procedimento di elaborazione di almeno 36 mesi per la Ribona Spumante Riserva con rifermentazione esclusivamente in bottiglia, immissione al consumo consentita solo dopo un affinamento di 12 mesi per la Ribona Riserva, costituiscono le principali norme per la vinificazione delle due nuove tipologie che saranno ottenute da uve coltivate in provincia di Macerata e nel Comune di Loreto, in provincia di Ancona.

      Per il presidente del Comitato della Doc Colli Maceratesi, Filippo degli Azzoni: «Le due nuove Riserve introdotte grazie al lavoro fatto da Imt valorizzano il Colli Maceratesi Ribona, un prodotto con ottime potenzialità di crescita sul mercato, e sono in grado di rispondere a una domanda qualificata, capace di apprezzare le doti di longevità e di complessa eleganza che sono nel Dna del vitigno. Dopo anni di ricerca che hanno portato a questa scelta, si aprono ora delle opportunità per attivare nuovi canali di vendita, sia sul mercato interno sia estero; questo è molto positivo».

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      Consorzio del Chianti Colli Fiorentini compie 30 anni


      Il Consorzio del Chianti Colli Fiorentini compie 30 anni. «
      Trent’anni di stile e passione – sintetizza il presidente Andrea Corti – perseguendo costantemente il concetto di qualità nei nostri vini.  E affrontando le sfide che i tempi e le circostanze ci impongono. Siamo un piccolo ma determinato gruppo di produttori che, attraverso i propri vini, parla di un territorio e della sua storia. Abbiamo dedicato la nostra vita e i nostri sforzi a questa tradizione, una generazione dopo l’altra. Adesso siamo fieri di poter condividere con tutti quello siamo diventati e quello che saremo domani». Le celebrazioni si sono svolte giovedì 12 settembre nel cuore di Firenze, presso la Sala Borsa Merci della Camera di Commercio.

      I 30 ANNI DEL CONSORZIO CHIANTI COLLI FIORENTINI

      Il Consorzio Chianti Colli Fiorentini è nato il 5 settembre 1994 per iniziativa di un gruppo di viticoltori che hanno deciso di riunire le proprie voci per poter far conoscere e valorizzare la loro terra e i frutti che riuscivano a trarne. Il primo passo, questo, per la valorizzazione del vino per eccellenza di Firenze: i vini del consorzio sono raggruppati non a caso con la dizione “Vino di Firenze”. Nello specifico, sono 16 i comuni che abbracciano il capoluogo toscano nella produzione del Chianti Colli Fiorentini, con aziende dalla forte identità e tradizione: Bagno a Ripoli, Barberino Tavarnelle, Certaldo, Fiesole, Figline Incisa Valdarno, Firenze, Lastra a Signa, Impruneta, Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rignano sull’Arno, San Casciano Val di Pesa e Scandicci.

      IL CHIANTI COLLI FIORENTINI, ALIAS IL VINO DI FIRENZE

      Il Chianti Colli Fiorentini viene considerato il “Vino di Firenze” perché rappresenta il terroir geograficamente più prossimo al capoluogo toscano. A conti fatti, il rapporto tra la città del David e il Consorzio del Chianti Colli Fiorentini è ormai ampiamente consolidato, raggiungendo i 30 anni di attività. Un traguardo da festeggiare, ancor più se si considera il percorso evolutivo mirato a raggiungere ogni anno risultati migliori del precedente. Nel 2024 sono stati rivendicati 350 ettari di superficie vitata, per una produzione annua di circa 20 mila quintali di uva, dai quali sono state infine commercializzate 900 mila bottiglie. La quota export del Chianti Colli Fiorentini si aggira attorno al 55-60%.

      Dieci Chianti Colli Fiorentini da provare per capire il vino di Firenze

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      Neil Empson, addio a pioniere esportazione vini italiani in Usa e Canada


      Addio a uno dei pionieri dell’esportazione di vini italiani negli Usa e in Canada, Neil Empson. È morto all’età di 85 anni, sabato 14 settembre 2024. A darne notizia sono i famigliari del fondatore delle società Empson & CO, unite dall’emblematico claim Experience Italy in a wine glass. A raccogliere l’eredità di Neil
      Trevanion Howard Empson saranno la figlia Tara Empson, Ceo di Empson Usa, e la moglie Maria Gemma, di origine italiana. «Mio padre – commenta Tara Empson – era la mia roccia e il mio mentore. Si è dedicato a mia madre, alla nostra famiglia, all’azienda e alle cantine che rappresentava. Mia madre e io sentiremo profondamente la sua mancanza». Fu proprio lui a coniare il termine “Super Tuscan”, riferendosi a uno dei vini del suo catalogo: Le Pergole Torte di Montevertine. Era il 1975.

      Neil Empson, presidente e co-fondatore di Empson & Co. (1972), Empson Usa (1991) ed Empson Canada (2000), è stato un pioniere nell’esportazione di vini italiani pregiati negli Stati Uniti, in Canada e non solo. Un visionario, che è riuscito a rappresentare alcuni dei produttori più iconici del mondo del vino italiano nel corso della sua vita. Dando al Made in Italy enologico una posizione di rilievo sulla scena enologica mondiale.

      LA CARRIERA DI NEIL EMPSON, IMPORTATORE VISIONARIO DI VINI ITALIANI

      «Lui e Maria – evidenzia una nota Empson & CO – sono stati in prima linea nella rivoluzione della qualità, agli esordi dell’esportazione italiana. Hanno continuato a scoprire e a promuovere regioni poco conosciute, che oggi sono diventate punti di riferimento di quella stessa rivoluzione». Ben consci che la qualità non possa essere limitata da alcun confine nazionale, Neil Empson e la moglie Maria Gemma hanno orgogliosamente ampliato il catalogo a vini dell’Oregon, della California, della Nuova Zelanda e del Cile.

      Neil Empson è nato il 16 marzo 1939 nel famoso distretto agricolo di Waikato, in Nuova Zelanda. I suoi antenati agricoltori hanno contribuito a formare la sua personalità e il suo modo di approcciarsi al lavoro, trasmettendogli un’eredità di rispetto per le persone e per la terra e una dedizione totale all’eccellenza. Era noto per la sua integrità, il suo carisma e le sue accattivanti capacità di raccontare storie, in grado di ispirare fiducia in qualsiasi situazione, con un entusiasmo contagioso e una buona dose di umorismo.

      CHI ERA NEIL EMPSON: LA SUA STORIA

      Nel 1969 ha incontrato – e si è innamorato – della donna divenuta sua moglie, l’italo-americana Maria Gemma. Insieme hanno costruito una vita, una famiglia e un’azienda, partendo da un minuscolo appartamento, con una sola camera da letto a Milano. E facendola crescere, fino a diventare il principale esportatore di vino italiano di qualità. Neil Trevanion Howard Empson amava molte cose: il rugby, le auto veloci, le corse, i viaggi, l’arte e molto altro ancora. Ma i suoi tre più grandi amori sono sempre stati la sua famiglia, il team Empson e le aziende vinicole a cui teneva molto.

      Neil Empson lascia l’amata moglie e “socia in affari” da oltre 50 anni, Maria Gemma Empson, e i suoi tre figli, Tara Empson (proprietaria/amministratore delegato di Empson & Co, Empson USA e Empson Canada), Tracy Rudich (proprietaria/amministratore delegato di Vinntra Pty Ltd / Intimo), Paul Empson (proprietario/amministratore delegato di Paul Empson Photography), oltre alle sorelle e fratelli Heather, Margaret e Graham, australiani, e i nipoti.

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      Italian Wine Brands (IWB) in controtendenza, cresce nel primo semestre 2024


      Italian Wine Brands (IWB)
      chiude il primo semestre 2024 in controtendenza, con risultati economici e finanziari in forte crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nonostante il complesso contesto macroeconomico internazionale, caratterizzato da un rallentamento dei consumi, il gruppo si conferma in grado di guardare al futuro con ottimismo, anticipando i trend di mercato e adattando le proprie strategie.
      Alessandro Mutinelli, presidente e amministratore delegato di IWB, ha espresso grande soddisfazione per i risultati raggiunti, sottolineando l’importanza di una riorganizzazione aziendale mirata alla semplificazione gestionale e all’ottimizzazione dei costi.

      «Il primo semestre 2024 – ha dichiarato Mutinelli – si è chiuso con risultati economici e finanziari in significativa crescita, ottenuti in un contesto macroeconomico internazionale complesso per i consumi». IWB ancora una volta è riuscita a guardare avanti, anticipando i tempi e completando una riorganizzazione del gruppo, che ci permette di proseguire con maggior vigore nell’incremento dei risultati e della generazione di cassa, massimizzando il valore per tutti gli stakeholder».

      IWB E LE NUOVE GENERAZIONI DI CONSUMATORI

      Uno dei fattori chiave alla base della performance positiva di IWB è stato l’andamento delle vendite di prodotti di fascia premium, che hanno compensato il calo delle vendite dei prodotti entry-level. Questo trend ha contribuito a un miglioramento significativo del margine operativo lordo, nonostante le sfide poste da un calo generale dei consumi. Guardando al secondo semestre, Mutinelli ha espresso fiducia nel mantenere il trend positivo, pur evidenziando la necessità di monitorare attentamente l’evoluzione dei consumi delle famiglie, che attualmente mostrano una certa decrescita.

      In questo contesto, il gruppo ha messo in atto una strategia commerciale più aggressiva e un’innovazione di prodotto mirata a catturare l’attenzione delle nuove generazioni, caratterizzate da abitudini di consumo più salutistiche rispetto al passato. «IWB sta espandendo la sua capacità di penetrazione commerciale con una più aggressiva organizzazione e con l’innovazione di prodotto, per raggiungere le nuove generazioni, che mostrano atteggiamenti di consumo più salutistici e differenti rispetto al passato», ha spiegato Mutinelli.

      IWB: ATTENZIONE SELETTIVA ALLE OPPORTUNITÀ M&A

      Italian Wine Brands non si limita solo alla crescita organica, ma valuta con grande attenzione anche opportunità di crescita tramite acquisizioni. Mutinelli ha sottolineato come il team stia «analizzando in maniera molto selettiva i vari dossier di M&A (Mergers and Acquisitions) che arrivano al gruppo, concentrandosi esclusivamente su quelle opportunità che possono apportare un valore concreto e sinergico alla struttura esistente. Lente d’ingrandimento, dunque, su operazioni come acquisizioni, fusioni e joint venture che modificano l’assetto delle aziende coinvolte, determinando spesso scossoni sui mercati.

      «Organizzazione snella e veloce, crescita delle nostre persone, innovazione di prodotto e di marketing sono le direttrici sulle quali progettiamo il nostro futuro», conclude Alessandro Mutinelli, indicando le linee guida che orienteranno lo sviluppo strategico di IWB nei prossimi anni. Con una struttura riorganizzata e strategie focalizzate sull’innovazione e la sostenibilità, IWB si prepara a consolidare ulteriormente la propria posizione di leadership nel settore vinicolo, continuando a generare valore per azionisti, dipendenti e clienti.

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      degustati da noi news news ed eventi vini#02 visite in cantina

      Livon, nuova cantina per i 60 anni a San Giovanni al Natisone


      Livon
      festeggia i propri 60 anni in perfetta continuità col passato e guardando al futuro con fiducia. Entro la prima metà del 2025 sarà inaugurata a San Giovanni al Natisone (Udine) la nuova cantina delle Aziende agricole Livon. Uno spazio di 1.500 metri quadrati – alle spalle dell’attuale edificio, in frazione Dolegnano – che ospiterà, oltre agli uffici amministrativi, anche le sale per la produzione del vino. Si tratta dell’ennesimo
       investimento della famiglia Livon, diventata dal 1964 sinonimo e brand internazionale dei vini del Friuli Venezia Giulia. La nuova cantina Livon sarà un luogo che privilegerà la praticità e l’ospitalità, con una nuova sala degustazione. Senza dimenticare il design.

      Il progetto è stato infatti affidato all’architetto Enrico Franzolini, noto per le sue collaborazioni con icone del settore del mobile come Alias, Cappellini, Foscarini, Knoll International e Moroso. Un’operazione di riqualificazione di alcuni edifici abbandonati – demoliti e ricostruiti all’insegna della sostenibilità, con 80 kilowatt di impianto fotovoltaico – per una spesa che si aggira attorno a 1,5 milioni di euro, escluso il costo delle nuove attrezzature. In arrivo diverse botti di legno grande da 25 ettolitri, di svariate tostature, prodotte dal noto brand Garbellotto. Nonché dieci “uova” di cemento da 100 litri.

      LIVON, NUOVA CANTINA E CAMBIO DI PASSO STILISTICO

      La scelta di nuovi legni grandi – e non di barrique – sottolinea il cambio di passo della cantina friulana, anche sul fronte enologico-stilistico. In occasione dei festeggiamenti dei 60 anni andati in scena a metà settimana, la verticale 1997/2021 di Braide Alte – vino bianco icona della Linea Gran Cru Livon – ha evidenziato un certo desiderio di venire incontro ai nuovi trend di consumo, con una nuova annata (la 2021, per l’appunto) meno opulenta e “grassa” rispetto alle precedenti, ancor più incentrata sulla freschezza e sulle note tipiche di una delle varietà più diffuse e apprezzate al mondo, il Sauvignon Blanc (la varietà principale del “cru misto” Braide Alte, che comprende anche Chardonnay, Moscato Giallo e Picolit).

      Un vino che si conferma portabandiera del Collio – pur non essendo etichettato come Doc, bensì come Igt Venezia Giulia – capace di affrontare il tempo con la disinvoltura dei grandi vini bianchi internazionali. Su tutte, strepitosa la performance di annate come la 2000 e la 2007 di Braide Alte. Segnali di grande attenzione a vini dai profili stilistici più “moderni” arrivano anche dalla Toscana e dall’Umbria, regioni in cui le Aziende agricole Livon sono presenti con due cantine, Borgo Salcetino e Fattoria Colsanto.

      COME SARÀ LA NUOVA CANTINA LIVON

      Fatturato complessivo di 6 milioni di euro per il gruppo, capace di tenere sui mercati anche a fronte della sofferenza (generalizzata) dei vini rossi di Montefalco, non a caso quelli più “alleggeriti” nel corso delle ultime annate, come è parso evidente all’ultima anteprima Sagrantino. Valneo Livon è fiducioso e ricorda i passi compiuti dalla famiglia: «Siamo partiti dal Collio e anche se oggi i nostri vini sono distribuiti e conosciuti in più di 50 Paesi del mondo. Ci piace mantenere sempre vivo il legame con questa terra e il ricordo del primo vigneto e della prima cantina Vencò a Dolegna, da cui tutto è partito».

      «L’idea di realizzare una nuova cantina – spiega a winemag l’amministratore delegato Matteo Livon – è nata prima del periodo del Covid. Volevamo ingrandirci, ma non a livello di produzione e di numeri, ma di possibilità offerte ai nostri ospiti, ai nostri clienti, ai nostri collaboratori, di poterci venire a visitare in un ambiente più tecnologico, più moderno». La famiglia ha così deciso l’abbattimento dei vecchi casolari agricoli abbandonati e inutilizzati, al centro della frazione di Dolegnano di San Giovanni al Natisone, già all’interno della proprietà, per costruire ex novo un edificio multifunzionale.

      «Il progetto curato dall’architetto Enrico Franzolini – continua il giovane amministratore dell’azienda – prevede una zona a soppalco, dedicata agli uffici commerciali e amministrativi e alla nuova sala degustazione. Gli altri spazi ospiteranno al produzione, con i nuovi legni grandi e le cosiddette “uova” di cemento per l’affinamento. È anche prevista la realizzazione di una bellissima cucina con vista, per enfatizzare ed esaltare il concetto di abbinamento dei nostri vini con il food. Un’altra zona importante sarà quella del wine shop».

      LIVON E IL FUTURO, TRA FRIULI, TOSCANA E UMBRIA

      L’attuale cantina, che ospita il marchio Livon e l’altro marchio di vini friulani Villa Chiopris, sarà convertita quasi interamente a magazzino e zona di stoccaggio. Sarà conservata un’area per la vinificazione delle uve, oltre al laboratorio per le analisi e agli uffici tecnici. Le due aziende friulane della famiglia Livon producono rispettivamente 350 e 300 mila bottiglie, con due gamme ben distinte tra collina (Doc Collio, che include i cru, e Friuli Colli Orientali), e zone più pianeggianti (con vinificazione in solo acciaio).

      In Toscana, Borgo Salcetino sfiora una produzione complessiva di 100 mila bottiglie. Infine, a Montefalco, la cantina Fattoria Colsanto della famiglia Livon si assesta sulle 50 mila bottiglie. Duecento gli ettari vitati complessivi di proprietà delle quattro Aziende agricole. Oltre 170 si trovano Friuli, la regione in cui l’azienda continua a investire con la passione di sempre, a distanza di 60 anni dalla fondazione e in memoria del capostipite, Dorino Livon.

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      Of Amarone Barrique: 25 anni di storia della Grappa

      Famiglia Bonollo, che da più di un secolo e 4 generazioni è un riferimento della distillazione italiana, celebra i 25 anni del suo prodotto più iconico: Grappa Of Amarone Barrique. Durante i festeggiamenti, avvenuti lo scorso 10 settembre presso lo Spazio Gessi in via Manzoni a Milano nel pieno del quadrilatero della moda, Bonollo ha presentato la nuova bottiglia di Of Amarone Barrique. Un lavoro di restyling realizzato in collaborazione con Robilant Associati volto a sottolineare le caratteristiche della linea “Of” di Bonollo 1908. Caratteristiche enfatizzate dal nuovo claim “Taste Of Beauty”.

      «Questo anniversario è una tappa importante della nostra storia – afferma Elvio Bonollo, guida dell’azienda padovana -. È un omaggio ad un impegno e ad una passione senza compromessi per la qualità e l’innovazione dei distillati. Of è oggi Taste OF Beauty».

      IL NUOVO DESING

      Protagonista del restyling è l’intera collezione Of. Una nuova bottiglia dalle linee morbide, ma decise, che vuol ricordare le caratteristiche sensoriali di tutti e tre i prodotti della linea, ognuno accompagnato da un proprio colore di riferimento. Toni caldi del rame per la Grappa Of Amarone Barrique.

      Arancione per Of Dorange, liquore di grappa e scorza d’arancia, a richiamare la solarità siciliana. Verde per celebrare le note fresche e balsamiche di Of Amaro. Un’operazione che coinvolto non solo il packaging, ma anche la scelta di un calice adatto, con la sua ampiezza, ad esaltare l’intero portafoglio aromatico di Of.

      OF AMARONE BARRIQUE

      Nata nel 1999, Of Amarone Barrique, a 25 anni dalla sua nascita, è tutt’ora un punto di riferimento per la grappa italiana. Con la sua introduzione sul mercato Bonollo diede il via ad una vera e propria categoria prima di allora inesistente, quella delle grappe invecchiate in legno.

      Of è prodotta a partire dalle vinacce dalla pigiatura delle uve passite di Amarone della Valpolicella, contraddistinte da una incredibile ampiezza e vivacità di aromi. Queste vinacce sono lavorate col “Sistema Unico Bonollo”, tecnica di distillazione flessibile che permette l’estrazione del massimo potenziale aromatico.

      Ne deriva distillato straordinario non solo per l’aroma ricco e brioso, ma anche per armonia e morbidezza. L’invecchiamento in piccole barrique di rovere francese completa il quadro, regalando quelle note speziate che contraddistinguono la personalità di Of Amarone Barrique.

      Nei suoi 25 anni di storia Of ha saputo inserirsi a testa alta nel mondo dei “Grandio Brown”, i prestigiosi distillati internazionali invecchiati, attirando consumatori sempre più attenti ed esigenti verso l’acquavite di bandiera.

      OF AMARONE BARRIQUE: LA DEGUSTAZIONE DI WINEMAG

      Colore ambrato pieno, luminoso e caldo con leggeri riflessi rossastri. Naso profondo ed avvolgente. Emergono da subito le note vanigliate e morbide del legno che si alternano a sentori fruttati. Frutto rosso maturo. Ciliegia, mora, prugna e pesche sciroppate.

      Segue una fresca vena erbacea di fieno ed erbe aromatiche accompagnate da una vena mentolato-balsamica. Un tocco di cannella, pepe nero e tabacco chiude il quadro olfattivo. In bocca è calda ed avvolgente. L’alcool c’è ma non disturba e si integra perfettamente col corpo della grappa. Viva e presente a centro bocca chiude con un finale lungo e persistente che gioca su note tostate e balsamiche.

      LA DRINK LIST DI OF

      I festeggiamenti per i 25 anni di Of Amarone Barrique sono stati anche l’occasione per presentare una drink list di 4 signature cocktail a base dei prodotti Of.

      OF JAZZ

      (Of Dornage, Foglie di menta, Zucchero, Soda, Orange Bitter)

      Un divertente Mint Julep all’arancia. Naso fresco e palato lievemente amaricante. Beverino ma profondo grazie alla sua balsamicità. Ottimo sia come aperitivo che come after dinner.

      DORANGE SUNSET

      (Of Dorange, Spremuta di Limone, Soda all’Ananas)

      Fresco. Immediato. Easy. Sorta di declinazione all’ananas di un Paloma è proprio il frutto esotico a guidare tanto il naso quanto il sorso. Un piacevole alternarsi della varie acidità: tropical, agrumata, citrica.

      AMARO OF SOUR

      (Of Amaro, Spremuta di Limone, Zucchero, Foamer)

      Tipica preparazione “sour” che esalta la freschezza di Of Amaro. Le note mentolate di Of Amaro si arricchiscono così di una maggiore spinta acida e di un sorso più “morbido” dato dalla texture del drink.

      AMARO OF BREEZE

      (Of Amaro, Ginger Ale, Spremuta di Limone, Angostura)

      Il “Gemello Diverso” di Amaro Of Sour. Qui l’agilità al sorso arriva dalla notta frizzante-piccante del Ginger Ale che fa da contraltare alla balsamicità erbacea. Un buck ben riuscito.

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      Matilde Poggi (Cevi) all’Europa: «Solo così i vignaioli indipendenti sopravviveranno»


      La Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti (Cevi) – unica organizzazione che rappresenta e difende gli interessi dei viticoltori indipendenti a livello europeo, racchiudendo così anche l’italiana Fivi – ha partecipato alla prima riunione del “Gruppo di Alto Livello sul Vino” istituito dalla Commissione europea. Un’occasione utile per presentare la propria visione sul futuro della politica vitivinicola europea e sulla salvaguardia del modello dei Vignaioli Indipendenti. La presidente della Cevi, Matilde Poggi, ha sottolineato le caratteristiche uniche dei Vignaioli Indipendenti e le virtù di questo modello, profondamente radicato nel patrimonio delle regioni vinicole europee.

      CEVI, L’INTERVENTO DI MATILDE POGGI

      «La Cevi – ha dichiarato Matilde Poggi – accoglie con favore la prima riunione del Gruppo di alto livello e apprezza l’impegno del Commissario all’Agricoltura e della Commissione a sostenere il settore in quanto importante in termini sociali, economici, culturali e ambientali. È stata un’occasione per richiamare l’attenzione sulle esigenze delle aziende dei Vignaioli Indipendenti. In particolare, sull’importanza di sostenere le piccole aziende a conduzione familiare, attraverso una PAC dedicata con un budget che non deve essere diminuito, al fine di superare le numerose sfide che dobbiamo affrontare».

      LE SFIDE DEI VIGNAIOLI INDIPENDENTI

      I Vignaioli Indipendenti, ha sottolineato Poggi, coltivano le loro vigne e producono i loro vini sulla base di conoscenze tramandate da generazioni. Inoltre, vendono i loro vini direttamente ai consumatori, mantenendo così un forte legame con i loro clienti e con il loro territorio. L’ex presidente italiana della Federazione italiana vignaioli indipendenti ha sottolineato l’importanza di preservare e sostenere questo modello, che contribuisce alla vitalità dei territori europei sostenendo le comunità rurali, generando posti di lavoro non delocalizzabili, rivitalizzando le economie locali e svolgendo un ruolo importante nella gestione e nella conservazione dei paesaggi tradizionali delle regioni vinicole europee.

      CEVI: I PUNTI CARDINE PER IL FUTURO DEI VIGNAIOLI INDIPENDENTI EUROPEI

      Tuttavia, date le sfide che deve affrontare – tra cui l’instabilità della situazione economica e geopolitica internazionale, il calo del consumo di vino e le conseguenze dannose del cambiamento climatico – il settore vinicolo ha bisogno di nuove soluzioni. La Cevi ha quindi presentato le sue raccomandazioni, incentrate su tre priorità, per garantire che la futura politica vitivinicola europea consenta la conservazione e la crescita della viticoltura indipendente. In primis, «mantenere un quadro giuridico e politico ambizioso e più flessibile, garantendo in particolare la redditività economica delle micro, piccole e medie imprese di viticoltori indipendenti, riducendo i loro oneri amministrativi».

      REDDITIVITÀ DELLA VITICOLTURA, CLIMA E MERCATI

      Importante poi «sostenere il settore nel consolidamento della sua posizione nei mercati esistenti e nell’espansione in nuovi mercati, rafforzando la promozione dei vini europei e sostenendo l’enoturismo, nonché facilitando la loro commercializzazione all’interno e all’esterno dell’Unione Europea». Non ultimo, risulta fondamentale «assistere il settore vitivinicolo nell’affrontare le sfide del cambiamento climatico, migliorando i sistemi assicurativi e contribuendo al finanziamento di attrezzature per la protezione da eventi meteorologici estremi».

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      degustati da noi news news ed eventi vini#02

      Cuvée Adamantis, Cantina Valle Isarco: «Così l’Alto Adige investe sui vini premium»


      Si scrive “Cuvée Adamantis“, si legge “fortuna”: quella che premia gli audaci. In un periodo caratterizzato dalla contrazione delle vendite di vino su scala globale, le cooperative vitivinicole dell’Alto Adige continuano il loro ambizioso percorso di premiumizzazione della produzione. A iscrivere un altro vino ai vertici della gamma – nonché alle prime posizioni della “classifica dei vini altoatesini più costosi – è ancora Cantina Valle Isarco (in tedesco Kellerei Eisacktal). La cantina sociale diretta da Armin Gratl si prepara a commercializzare, a partire da ottobre 2024, l’annata 2021 di Cuvée Adamantis, Vigneti delle Dolomiti Igt che sintetizza le peculiarità della zona. Basi solide con un 50% di Sylvaner, combinato a percentuali minori di Grüner Veltliner, Pinot Grigio e Kerner. Un «Super Alto Adige» o, ancora meglio, un «Super Valle Isarco», dal prezzo importante: 68 euro più Iva, che lievitano a 100 euro – su per giù – a scaffale.

      ADAMANTIS CUVÉE 2021: UN «SUPER VALLE ISARCO»

      Solo 2 mila bottiglie (numerate) per l’etichetta che, in realtà, ha fatto il suo esordio assoluto sui mercati lo scorso anno, con l’annata 2020. Ma è grazie all’andamento della vendemmia 2021 che Cuvée Adamantis ha trovato i parametri sensoriali desiderati: «Un vino fresco, da bere, da secondo e terzo calice, capace di accompagnare bene un pranzo o una cena, a tutto pasto; ma pensato soprattutto per essere consumato anche da solo, al calice, per la sua bella verticalità e mineralità». Proprio così lo immaginava Armin Gratl, manager protagonista tanto del record del fatturato di Cantina Valle Isarco nel 2023  – 7,85 milioni di euro, mentre è solo in lieve contrazione quello del 2024, a 7,7 milioni – quanto delle decisioni e della stilistica dei vini, accanto al giovane enologo Stefan Donà – subentrato un anno fa ad Hannes Munter – e al superconsulente Riccardo Cotarella.

      LA RICETTA DI ARMIN GRATL: FATTURATO ALLE STELLE E VINI DI BEVA

      «Cuvée Adamantis – spiega a winemag il direttore generale di Kellerei Eisacktal – è il nostro ultimo vino top di gamma, nel quale vogliamo racchiudere l’essenza della Valle Isarco. Per questo motivo abbiamo fatto ricorso ai vitigni simbolo della nostra zona, a partire proprio da una componente preponderante di Sylvaner, che si attesta al 50%. Mi piace definire questo vitigno lo “Chardonnay di montagna” della Valle Isarco: con la varietà francese abbiamo fatto delle prove, in passato, nell’ottica di realizzare un vino importante. Ma il risultato, in termini di territorialità, non era lo stesso. Il nostro vino deve “sapere” di montagna e crediamo di aver trovato la sintesi perfetta, se così si può dire, con Cuvée Adamantis 2021».

      CUVÉE ADAMANTIS CANTINA VALLE ISARCO: L’ASSAGGIO

      Alla prova del calice, di fatto, il nuovo vino di punta di Cantina Valle Isarco racchiude, condensa e sintetizza tutte le (migliori) caratteristiche dei vitigni di cui si compone l’assemblaggio. Un vino che fa dell’acidità, e dunque della freschezza, il suo punto forte (solo il 50% della massa compie la fermentazione malolattica). Senza rinunciare, tuttavia, a un certo peso specifico al palato, col frutto esotico e la vena glicerica (alcol ben integrato, a 13,5% vol.) che ribattono colpo su colpo all’esuberanza verticale e a una sapidità elegante, in abito da sera. Aiuta e non poco – soprattutto ora che il vino è giovane e mostra, quasi ruggendo, le proprie abilità in prospettiva – il magistrale utilizzo dei legni di rovere francese, per il 50% nuovi. La tostatura è delicata e contribuisce ad elevare il gradiente di gastronomicità del nettare.

      ADAMANTIS 2021: “FILARI PREMIUM” PER LA CUVÉE DI CANTINA VALLE ISARCO

      Protagonisti del nuovo vino, al di là della stilistica e delle strategie di posizionamento dell’etichetta – l’80% delle bottiglie viene distribuito su assegnazione in Italia, con prevalenza assoluta dell’Alto Adige, mentre l’export è guidato dagli Stati Uniti, in testa New York e San Francisco – sono alcuni dei 130 soci della cooperativa che ha sede a Chiusa (Bolzano). Cuvée Adamantis è infatti frutto di un progetto di zonazione specifica di diversi vigneti già “in forza” alla prestigiosa linea Aristos di Cantina Valle Isarco. «Più che parcelle, filari altamente selezionati – spiega ancora Armin Gratl – sulla base della qualità delle uve che hanno dimostrato di poter produrre in cinque anni di sperimentazioni». Poche linee di grappoli, baciati dalla fortuna. Quella che aiuta gli audaci, in Alto Adige.


      IL PROFILO SENSORIALE DI CUVÉE ADAMANTIS (95/100 WINEMAG)

      • Fiore: 8.5
      • Frutto: 9
      • Spezie, erbe: 7.5
      • Freschezza: 9
      • Sapidità: 8
      • Percezione alcolica: 6
      • Armonia complessiva: 9
      • Facilità di beva: 9
      • A tavola: 8.5
      • Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni
      • Valutazione in centesimi winemag.it: 95/100
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      Vino italiano in “chiaro-scuro”: Wine Monitor fotografa il primo semestre


      Tempo di vendemmia, ma anche di primi bilanci sul mercato del vino. Dall’ultimo Report Wine Monitor di Nomisma emergono situazioni in chiaro-scuro con trend differenti da mercato a mercato, soprattutto per quanto riguarda le vendite in Italia. L’
      analisi dei primi sei mesi del 2024, realizzata da Nomisma con in collaborazione con NIQ-NielsenIQ, evidenzia per le vendite nel canale retail italiano un calo a volume di quasi il 3% rispetto allo stesso periodo 2023 a fronte di una crescita di poco meno dell’1% a valore. Nel complesso di evince una riduzione nelle quantità vendute comune a tutti i format distributivi, ma non alle diverse categorie.

      VINO, WINE MONITOR: LA FOTOGRAFIA DEL PRIMO SEMESTRE

      Nello specifico, per i vini fermi e frizzanti il calo nei volumi risulta maggiore nell’e-commerce mentre è meno accentuato nel segmento discount. Al contrario, per gli spumanti la variazione è di segno positivo in tutti i comparti (più elevata nel discount) salvo che nel segmento Cash&Carry. «Questi numeri – dichiara Denis Pantini, Responsabile Agrifood e Wine Monitor di Nomisma – evidenziano una volta di più come il fattore che sta influenzando maggiormente le vendite del vino in Italia sia rappresentato dal perdurare dell’incertezza economica che si riflette nella capacità di spesa dei consumatori. Un’incertezza che ha interessato anche i consumi fuori-casa, in particolare quelli al ristorante».

      A tale proposito, basti pensare che dopo una crescita dei consumi alimentari (food&beverage) nel canale Horeca pari a +7% nel primo trimestre di quest’anno (rispetto allo stesso periodo del 2023), il secondo trimestre ha visto invece un rallentamento, portando la variazione a +4,5%. Su questa dinamica ha inciso indubbiamente anche il minor afflusso di turisti,   con la crescita degli arrivi dall’estero che non sono riusciti a compensare del tutto il calo dei turisti italiani.

      L’EXPORT DEL VINO ITALIANO NEI PRIMI 6 MESI DEL 2024

      Sui mercati esteri, invece, si scorge qualche segnale di ripresa. Se è vero che al giro di boa del primo semestre 2024 le importazioni cumulate di vino nei principali 12 mercati globali, rappresentativi di oltre il 60% degli acquisti mondiali di vino in valore, si mantengono ancora in territorio negativo (-4%),  va segnalato un miglioramento rispetto al cumulato del primo trimestre (quando il calo risultava pari al -9%). Per altro le importazioni di vino dall’Italia registrano performance migliori rispetto al trend generale. In particolare, rispetto allo stesso semestre del 2023 gli acquisti di vini italiani a valore risultano positivi negli Stati Uniti (+5,7%), nel Regno Unito (+4,7%), in Canada (+1,3%) e in Brasile mentre soffrono in Germania (-9%) e nei paesi asiatici (Giappone, Cina e Corea del Sud).

      In merito alle singole categorie, per i vini fermi e frizzanti italiani si evince un “miglioramento” rispetto al primo trimestre di quest’anno. Il calo degli acquisti nei top mercati mondiali si riduce di intensità, arrivando ad un -2% a valore, con performance in controtendenza (e quindi positive) negli Stati Uniti, UK, Canada e Brasile. Rispetto al primo semestre 2023, le importazioni di spumanti italiani mostrano un +4,5% a valori, con performance in crescita negli Stati Uniti, UK, Francia, Canada, Australia e Brasile. Al contrario, continuano le riduzioni degli acquisti di spumanti italiani in Germania, Svizzera e Giappone. Tra i nostri principali vini a denominazione, continua la crescita dell’export di Prosecco (+12% a valore nel cumulato dei primi 5 mesi di quest’anno) e recuperano i rossi Dop della Toscana (+6%) dopo il calo dell’anno scorso, mentre soffrono ancora quelli piemontesi (-2%).

      NOMISMA WINE MONITOR: L’ANDAMENTO DEI COMPETITOR DELL’ITALIA

      Infine, il report di Nomisma sul primo semestre 2024 del vino propone anche uno sguardo ai competitor. Il grande malato, in questo momento storico, sembra essere il vino francese che più di altri soffre gli effetti di questa congiuntura economica negativa a livello mondiale: -10% il valore dell’export dalla Francia nel primo semestre 2024, con una flessione che tocca il -17% nel caso dello Champagne e il -16% i rossi di Bordeaux, ma non risparmia neppure quelli della Borgogna (-7%).

      In negativo anche l’export della Nuova Zelanda (-3%), mentre viaggiano in territorio positivo Spagna, Cile e Stati Uniti. In forte crescita l’Australia (+28%), in recupero dopo il crollo nell’export di vino dell’anno scorso. «Il recupero messo a segno dai vini australiani – conclude Pantini – si spiega interamente con la fine dei super-dazi che il Governo di Pechino ha revocato da marzo di quest’anno: al netto del ritorno sul mercato cinese, l’export dell’Australia nel resto del mondo registra, infatti, un ulteriore calo cumulato dell’11% nel primo semestre 2024».

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      Villa Corniole batte Barons de Rothschild (Lafite): in Tribunale vince “Sagum”


      La
      piccola (ma solo per dimensioni) cantina italiana Villa Corniole ha battuto in tribunale nientemeno che il colosso francese Barons de Rothschild (Lafite). I francesi avevano portato in corte i trentini per via del nome fittizio di uno dei loro Pinot Nero: “Sagum” avrebbe imitato la linea di Bordeaux “Saga R”. Il giudice ha però dato ragione all’azienda italiana. Stabilendo che «non c’è alcun rischio di confusione tra le due etichette, da parte dei consumatori». Il nome “Sagum”, d’altro canto, deriva da “Jugum” – poi traslato appunto in “Sagum” – antico nome con cui veniva identificato il comune di Giovo, in cui vengono coltivate le uve Pinot Nero di Villa Corniole. Domaines Barons de Rothschild (Lafite) dovrà pagare le spese legali del procedimento, per un ammontare che sfiora i 4 mila euro.

      «Dopo un lungo percorso – commenta la cantina guidata da Maddalena Nardin – possiamo dire che la nostra piccola cantina vince finalmente il ricorso contro il colosso francese che contestava il nome del nostro Pinot Nero Sagum. È stato difficile, ma la giustizia ha prevalso. Continueremo a produrre il nostro vino con lo stesso amore e impegno, fieri di portare avanti il nostro nome. Tutto questo ci insegna che a volte anche Davide può vincere contro Golia, il piccolo può vincere contro il colosso. Non ci resta che brindare a questo trionfo, che ci rende ancora più orgogliosi delle nostre radici e del nostro territorio cembrano. Ringraziamo di cuore lo studio legale Botteon che ci ha assistiti al meglio in questo percorso».

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      Collio, vendemmia 2024 «tra le migliori che si possano ricordare»


      La vendemmia 2024 del Collio sarà «tra le migliori che si possano ricordare». Ad assicurarlo è il presidente del Consorzio Tutela Vini Collio, David Buzzinelli.
      La raccolta è iniziata in linea con la media delle annate e in anticipo rispetto alla 2023. Per il momento si prospetta un’annata leggermente meno produttiva della precedente, ma con uve molto sane e di ottima qualità. «Ci aspettiamo grandi risultati dal punto di vista qualitativo – precisa Buzzinelli – l’esperienza e la conoscenza del nostro terroir porterà anche quest’anno un grande risultato. I produttori del Collio conoscono i propri terreni e le proprie vigne. Hanno saputo gestire le condizioni meteorologiche complesse di questa annata  come la mancanza di acqua nei mesi più caldi di questa estate) per arrivare ad oggi con uve in ottima salute». In linea di massima, tutte le aziende stanno iniziando la vendemmia in questi giorni.

      IL 60° ANNIVERSARIO DEL CONSORZIO TUTELA VINI COLLIO

      Non si parla solo si vendemmia dalle parti di Cormons. Il Consorzio mette in fila gli appuntamenti che vedranno protagonisti i vini del Collio da settembre alla fine del 2024. «La prima parte del 2024 – annuncia la direttrice Lavinia Zamaro – è stata un fermento di attività dedicate, come di consueto, a promuovere la nostra splendida denominazione, con un doveroso occhio di riguardo all’importante 60° anniversario del Consorzio Tutela Vini Collio, che il 23 novembre vedrà il momento conclusivo dei festeggiamenti con un evento dedicato ai veri protagonisti della Denominazione: i produttori. Siamo orgogliosi della strada percorsa e dei riscontri che stiamo ricevendo – conclude Zamaro – che ci spronano ad affrontare con entusiasmo la seconda parte dell’anno, dedicata in modo particolare all’estero, lavorando per il luminoso futuro che ci attende».

      GLI APPUNTAMENTI AUTUNNALI DEL CONSORZIO VINI COLLIO

      Tra gli eventi più importanti, The Queen of Taste 2024 – La Regina del Gusto a Cortina D’Ampezzo (7 settembre), cena itinerante ideata e organizzata dallo Chef Team Cortina. Dal 16 al 18 settembre incoming di un gruppo di top sommelier da Austria, Germania, Svizzera e Svezia. Il 26 settembre è in programma Collio meets New York, evento dedicato alla promozione e valorizzazione del Collio negli Usa. E ancora: il 6 e 7 ottobre Stage Vinarius: l’associazione di enotecari ed enotecnici italiani torna in Collio dopo diversi anni, per un viaggio formativo rivolto ad una decina di rappresentanti di enoteche di tutta Italia. Il 24 ottobre sarà il Collio Day, appuntamento organizzato in collaborazione con Ais – Associazione italiana Sommelier, che vedrà protagonisti i vini del Collio in 12 città.

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      «Vuoi volare con noi? Bevi al massimo due bicchieri»: la battaglia anti alcol di Ryanair

      Fa discutere nel Regno Unito la proposta dell’amministratore delegato di Ryanair, Michael O’Leary. Il Ceo della compagnia aerea low cost vorrebbe stabilire «un massimo di due bicchieri di alcol per passeggero negli aeroporti», al bancone dei bar o dei pub degli scali. Una sorta di limite per poter volare, sulla scorta della tolleranza (minima o addirittura nulla, in alcuni Paesi) al consumo di alcolici per chi vuole mettersi alla guida, sulla terra ferma. All’origine della richiesta del rappresentante di Ryanair ci sarebbe «un’impennata di casi di violenza a bordo», sugli aerei della compagnia britannica. Con protagonisti «passeggeri in stato di alterazione per l’assunzione di alcol, pastiglie o polveri». Nessuna misura viene comunque annunciata sul taglio dell’alcol a bordo dei velivoli Ryanair.

      Durissime le parole di Michael O’Leary alla stampa britannica: «Non vogliamo negare alle persone di bere – ha dichiarato al Daily Telegraph – ma non permettiamo alle persone di guidare in stato di ebbrezza, eppure continuiamo a farle salire su aerei a 33 mila piedi. Un tempo, chi beveva troppo si addormentava. Ora alcuni passeggeri assumono anche pastiglie e polveri: un mix che genera comportamenti aggressivi, difficili da gestire. Finché riescono a stare in piedi, mescolandosi nei gruppi di passeggeri ai gate, la fanno franca. Appena decolla l’aereo assistiamo a reazioni inaccettabili, tanto che il personale Ryanair ispeziona le borse alla ricerca di alcolici prima che i passeggeri si imbarchino sui voli per Ibiza. Questa è una delle “destinazioni festaiole” più colpite, insieme alle isole della Grecia».

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      Toscana, via libera a 639 ettari di vigneti: la metà saranno di Rosso di Montalcino


      Regione Toscana
      ha approvato l’elenco delle cantine toscane beneficiarie delle autorizzazioni per nuovi impianti di vigneti, con validità di tre anni a decorrere dalla data di approvazione dell’atto. Si tratta delle 818 aziende che ne hanno fatto richiesta, per un totale di 639 ettari (la quota destinata alla Toscana dal ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, a fronte di una richiesta totale di oltre 4877 ettari), corrispondenti all’1% dell’intera superficie toscana investita a vigneti.

      Le aziende a cui sono state concesse autorizzazioni per superfici inferiori al 50% di quanto richiesto, spiega la Regione, potranno rinunciare all’autorizzazione tramite il sistema informatico di Agea entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del decreto di concessione sul Bollettino regionale (Burt). Ad esprimere soddisfazione, su tutti, è il Consorzio del vino Brunello di Montalcino, proprio per la conclusione dell’iter relativo all’allargamento dell’albo Rosso di Montalcino Doc.

      CONSORZIO DEL BRUNELLO: PIÙ BOTTIGLIE DI ROSSO DI MONTALCINO

      «L’iniziativa del Consorzio – commenta il presidente Fabrizio Bindocci – ha trovato piena rispondenza da parte delle imprese del vino e una pronta presa in carico dalla Regione che ringraziamo. Da oggi la nostra denominazione del Rosso di Montalcino sarà più forte e in grado di rispondere alla domanda sui diversi mercati».

      Le cantine aderenti al Consorzio del vino Brunello di Montalcino interessate sono 271, per un totale di 352 ettari di superficie destinati alla Doc Rosso di Montalcino. «L’ampliamento – spiega ancora Bindocci – non comporterà l’impianto di nuove vigne in quanto gli ettari aggiuntivi rivendicabili sono già parte delle mappe del territorio come quota di vigneti coltivati a Sangiovese ma non ancora compresi negli albi contingentati».

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      Vendemmia 2024 Asti Docg: buona qualità per le uve Moscato


      Una vendemmia 2024 «buona nella qualità del Moscato bianco e abbondante nelle quantità» per il Consorzio Asti Docg. L’incremento sul raccolto dello scorso anno è del 12%. Ma pur sempre
      al di sotto del milione di quintali, con un ritorno al disciplinare produttivo in termini di resa media/ettaro che, quest’anno, si avvicina ai 100 quintali. È quanto comunicato in mattinata alla stampa a Palazzo Gastaldi (Asti), in merito alla raccolta da poco iniziata nei 10 mila ettari della denominazione e che durerà una ventina di giorni.

      LA VENDEMMIA 2024 DELL’ASTI DOCG: LE CONDIZIONI DEL MOSCATO

      Secondo la relazione tecnica del responsabile del Laboratorio del Consorzio, Guido Bezzo, la vite nel 2024 non ha avuto problemi di stress idrico (le precipitazioni piovose sono state circa 5 volte superiori rispetto a quelle del 2023). Quindi, le piante «non hanno accusato fenomeni di appassimento dell’uva, che si presenta in un buono stato fitosanitario». Un equilibrio tra vegetazione e frutto che ha permesso di riportare l’inizio della vendemmia nel mese di settembre, senza gli anticipi agostani del recente passato.

      «Sotto il profilo qualitativo – cita la relazione di Bezzo – il contenuto zuccherino delle uve di Moscato annata 2024 risulta buono, attestandosi ad inizio vendemmia ad una media di 194 g/l, molto vicino ai valori ottimali (200 g/l) stimati per il raggiungimento del picco aromatico varietale. Anche la componente acida ha mantenuto valori prossimi a quelli ottimali, come anche quelli riscontrati nella componente zuccherina, aromatica e dello stato sanitario».

      ASTI DOCG: VENDEMMIA 2024 FAVOREVOLE AI MERCATI

      Per Lorenzo Barbero, vicepresidente senior del Consorzio Asti Docg: «La nuova stagione si apre sotto i migliori auspici. La vendemmia si preannuncia infatti più che soddisfacente sia sul piano dei volumi che, soprattutto, della qualità. Premesse fondamentali per lavorare al meglio su mercati che si stanno facendo sempre più competitivi, anche a causa di una congiuntura complessa su buona parte della domanda globale».

      Il vitigno Moscato Bianco che dà vita alla Docg piemontese rappresentata dal Consorzio, tra i più antichi d’Italia, è coltivato in 51 comuni della Provincia di Alessandria, Asti e Cuneo rientranti nel paesaggio vitivinicolo Unesco. Le aziende consorziate sono 1013, divise tra 50 case spumantistiche, 778 aziende viticole, 153 vitivinicole, 17 vinificatrici e 15 cooperative.

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      degustati da noi news news ed eventi vini#02

      Associazione Viticoltori Greve in Chianti: Classico e… attuale

      Un comune: Greve in Chianti. Quattro Uga (Unità Geografica Aggiuntiva): Greve, Montefioralle, Panzano, Lamole. Ben otto sottozone: Strada, San Polo, Chiocchio, Greti, Montefioralle, Destragreve, Dudda e Lucolena, Panzano. Lo scorso 29 agosto l’Associazione Viticoltori di Greve in Chianti ha voluto raccontare il mosaico del “terroir” grevigiano attraverso il proprio Chianti Classico, vino che ha più volte dimostrato la sua abilità nel reggere il tempo. Una degustazione al contempo orizzontale e verticale; annate storiche affiancate a vini giovani per enfatizzare al contempo le diverse sfaccettature del territorio e la capacità di invecchiamento del Sangiovese di Greve. A guidare gli assaggi Cristina Mercuri, DipWset e unica donna italiana candidata al titolo di Master of Wine.

      IL CHIANTI CLASSICO DI GREVE IN CHIANTI

      Greve è, di fatto, il comune più esteso nell’areale del Chianti Classico. Circa 17 mila ettari che racchiudono ben 8 sotto zone diverse. Zone diverse sia per tipologie di terreno, più marnoso ad ovest e più calcareo verso est, che per altitudine, più pianeggiante e a nord e con altitudini più sensibili man mano che si procede verso sud. Si passa così dalle colline dolci e dai suoli fertili della sottozona “Strada”, ai 600m s.l.m. e terreni poveri di “Destragreve”. Dal calcare di “San Polo” alle argille di “Chiocchio” alla roccia grigia di “Dudda e Lucolena”. Caratteristiche che fanno dei vini di Greve un incontro di robustezza e finezza.

      I VINI DELL’ASSOCIAZIONE VITICOLTORI GREVE IN CHIANTI

      Sei vini “d’annata”, da sei sottozone, e dieci annate storiche a rappresentare in modo trasversale il territorio, le sue sfumature ed il modo in cui queste si comportano nella sfida col tempo. Ecco i vini dell’Associazione Viticoltori Greve in Chianti, alla prova del calice.

      I CHIANTI CLASSICO D’ANNATA: GREVE IN CHIANTI IN GIOVENTÚ

      Chianti Classico “Il Tarocco” 2021, Torraccia di Presura (Strada). Colore tenue e naso ricco di note di frutto rosso. Prugna e mora in prevalenza. Seguono note verdi e speziate di finocchietto, pepe e liquirizia. Voluminoso e largo alla beva con un’acidità non troppo spiccata.

      Chianti Classico “Casa di Colombo” 2019, Tenuta la Novella (San Polo). Molto “terroso” al naso. Emergono da prime le note terziarie di tabacco e pepe solo successivamente una viva freschezza floreale accompagnata da un piacevole sentore di fieno. Al sorso è più austero del precedente. Molto fresco e verticale regala una sensazione di pienezza a centro bocca

      Chianti Classico 2022, Viticcio (Montefioralle). Grande succosità di frutto rosso, prugna e ciliegia, forse dovuta alla presenza di un 5% di Merlot. Finocchietto, erbe secche ed una nota leggermente. Tannini molto ben integrati, morbido ma con un certo grip. Più “muscoloso” dei precedenti.

      Chianti Classico 2021, Terreno (Destragreve). Naso timido, silente, ma quando si apre nel calice regala un esplosione floreale accompagnata da note minerali di sasso bagnato e pietra focaia. Grande verticalità. Tannino molto vivo finale, ancora giovane ma non invasivo.

      Chianti Classico 2022, Antico Borgo di Sugame (Dudda e Lucolena). Naso che gioca prevalentemente su note speziate di anice stellato, pepe e noce moscata. Tannino molto vivo. Molto caldo al sorso.

      Chianti Classico 2021, Ca di Pesa (Panzano). Naso sottile per questo vino, ultima espressione “giovanile” del Chianti Classico prodotto dalle cantine aderenti all’Associazione Viticoltori Greve in Chianti. Si concentra sulle note di piccoli frutti rossi: un frutto molto ben definito. Acidità vibrante, succoso e croccante, con tannini gentili al palato.

      ANNATE STORICHE: IL CHIANTI CLASSICO DI GREVE ALLA PROVA DEL TEMPO

      Chinati Classico Riserva 1979, Castello di Verrazzano (Montefioralle). Evoluto con importanti note terziarie di tabacco, china, potpourri, scora di arancia amara, fichi secchi e liquirizia. Note fruttate ancora presenti in sottofondo. Acidità ancora ben presente, un vino “ancora in piedi”. Tannino lineare, quasi risolto, e di grandissima grazia.

      Chianti Classico Riserva “La Forra” 1981, Tenuta di Nozzole (Chiocchio). Al naso, molto differente dal precedente, il frutto rosso è ancora vivo e croccante con leggero tocco floreale. Solo in un secondo momento emergono note affumicate e speziate. Un quadro olfattivo che maschera la vera età del vino. Tannino ancora vivace.

      Chianti Classico Riserva “Il Picchio” 1988, Castello di Querceto (Dudda e Lucolena). Naso intenso, quasi aromatico. Frutto molto ben definito sia nelle note di frutta rossa che in quelle agrumate. Tocco mentolato e speziato. Beva ancora un pochino ritirata, cupa, compatta. Tannino “giovane”. Largo al palato. Un vino dalla spina dorsale salda.

      Chinati Classico Riserva “La Prima” 1993, Castello di Vicchiomaggio (Greti). Fresco, spiccatamente mentolato con note di menta, mentuccia ed eucalipto. Arancia rossa netta. Acidità lineare e viva. Tannino polveroso che “frena” il sorso a centro bocca e dona ciccia al vino.

      Chianti Classico 1994, Querciabella (Destragreve). Naso delicato e austero, timido. Quando si apre mostra i primi segni di evoluzione. Accanto al frutto rosso e all’agrume ecco note di prugna sunsweet, fichi secchi e spezie morbide. In bocca il tannino si espande su palato e gengive accompagnando un cetro bocca succoso. Anch’egli un Chianti Classico che nasconde molto bene i suoi anni.

      Chianti Classico Riserva 1995, Carpineto (Dudda e Lucolena). Naso vivace dove prevalgono note affumicate e di frutta matura. Tannino vivo, quasi aggressivo. Molto caldo ma con un’acidità che tiene testa all’alcool.

      Chianti Classico Riserva 1998, Vignamaggio. (Destragreve). Naso definito ed espressivo, intenso, frutta scura mista a frutto rosso, spezia gentile. Al palato regala più soddifazione che al naso. Vivi i sentori primari nel retro olfattivo con solo un leggero accenno di evoluzione. Tannino piacevolmente gastronomico.

      GLI ANNI 2000 DEL CHIANTI CLASSICO DI GREVE IN CHIANTI

      Chianti Classico 2000, Fattoria Santo Stefano (Greti). Naso evoluto nonostante la giovane età, rispetto ad altri campioni selezionati per la verticale-orizzontale dell’Associazione Viticoltori Greve in Chianti. Fiori secchi, frutta matura ed un tocco affumicato. Sorso elegante con tannino polveroso a centro bocca che non frena la bevuta lasciando una piacevole sensazione.

      Chianti Classico Riserva 2004, Villa Calcinaia (Montefioralle). Il 5% di Montepulciano presente nel blend si fa sentire, regalando un naso più opulento rispetto ai compagni di cordata. Susina, mora, fava di cacao, salvia, alloro, pepe ed un tocco resinoso. In bocca il tannino è granuloso ed accompagna un sorso ricco e potente. Un vino decisamente pronto.

      Chianti Classico 2008, Pieve di San Cresci (Montefioralle). Nonostante sia il più giovane della batteria è anche il più stanco. Naso troppo evoluto con frutta rossa e nera surmatura ed una spezia che fatica ad emergere. Anche il sorso è poco accattivante. L’acidità, seppur presente, stenta a dare slancio gustativo ed il tannino risulta un po’ troppo “seduto”.

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      Nel 2024 RomaSposa… il vino: ecco l’area Wine Academy


      FOTONOTOZIA – La novità di RomaSposa 2024 è l’area Wine Academy, con tutte le migliori proposte per il brindisi degli sposi, dagli spumanti metodo classico e metodo italiano / charmat, al vino fermo, secco e dolce. I visitatori di RomaSposa – in programma dal 24 al 27 ottobre a Palazzo dei Congressi, oltre 20 mila ingressi per la scorsa edizione – potranno scoprire e degustare nella zona riservata diverse etichette pregiate. Ricevendo consigli ad hoc, in base a gusto e tipo di evento, per festeggiare al meglio il proprio sì.

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      I vini italiani premiati al Mundus Vini Summer Tasting 2024

      Mundus Vini 2024 – Summer Tasting (photo credit: AD LUMINA)

      L’Italia domina la classifica del medagliere al Mundus Vini Summer Tasting 2024, sessione estiva del prestigioso concorso andato in scena dal 29 agosto al 1 settembre in Germania, a Neustadt an der Weinstrasse. Non esattamente una conseguenza diretta del record di campioni iscritti all’edizione – ben 1.130 su un totale di 3.914 vini – dal momento che solo il 40% dei vini sottoposti alla degustazione di giuria di esperti internazionali può essere premiata. Il bottino, per l’Italia, è di ben 24 Grand Gold (il massimo riconoscimento, per vini capaci di aggiudicarsi una media punti uguale o superiore ai 95/100), 270 Gold (Oro) e 171 Silver (Argento). Ecco tutti i vini premiati a Mundus Vini Summer Tasting 2024.

      I GRAND GOLD DELL’ITALIA A MUNDUS VINI – SUMMER TASING 2024

      Montepulciano d’Abruzzo 2020 Mo Montepulciano d’Abruzzo DOP Riserva Cantina Tollo S.c.a.
      Montepulciano d’Abruzzo 2017 ANNIVERSARY Montepulciano d’Abruzzo Doc Collefrisio
      Montepulciano d’Abruzzo 2019 IN&OUT Black Edition Montepulciano d’Abruzzo Doc Collefrisio
      Paestum 2022 Pian di Stio Paestum IGP Azienda Agricola San Salvatore 1988 di Giuseppe Pagano
      Sannio 2021 Manent Aglianico Sannio DOP Terre Stregate
      Irpinia 2019 Irpina Campi Taurasini DOC Tralci Hirpini
      Lazio 2017 Sogno IGT Lazio Rosso Cantina Sant’Andrea
      Franciacorta 2015 Sylvò Franciacorta DOCG Lo Sparviere società agricola
      Barbera d’Asti 2020 Enzo Bartoli Barbera d’Asti DOCG Superiore MGM Mondo del Vino SPA
      Menfi 2020 Mandrarossa Cartagho Cantine Settesoli
      2022 Amanero SCHULER St. JakobsKellerei
      Chianti Classico 2020 Cafaggio Basilica Solatìo Gran Selezione Basilica Cafaggio sarl
      Toscana 2019 Podere La Casotta Rosso di Toscana IGT Fattoria La Vialla di G.A.& B.Lo Franco Soc. Agr. Semplice
      Vin Santo del Chianti 2015 Vin Santo del Chianti Occhio di Pernice Riserva DOC Fattoria La Vialla di G.A.& B.Lo Franco Soc. Agr. Semplice
      Chianti Classico 2021 Granaio Chianto Classico DOCG Poderi Melini Gruppo Italiano Vini S.p.A.
      Chianti Classico 2021 Isole e Olena Chianti Classico SUBM70N
      Chianti Classico 2020 Chianti Classico Docg TENUTA VILLA TRASQUA
      Vigneti delle Dolomiti 2020 Gran Masetto Vigneti delle Dolomiti Endrizzi
      Amarone della Valpolicella 2019 Torre del Falasco Amarone della Valpolicella DOCG Cantine di Verona S.c.a.
      Valpolicella Ripasso Superiore Classico 2018 Valpolicella Ripasso DOC Classico Superiore Montecariano
      Amarone della Valpolicella 2016 Amarone della Valpolicella DOCG Provolo Provolo Società Agricola di Provolo Marco & C.
      Amarone della Valpolicella Classico 2016 Amarone della Valpolicella DOCG Classico Gioe Santa Sofia s.r.l.
      Amarone della Valpolicella 2016 Brolo delle Giare Amarone della Valpolicella Riserva Tezza Flavio, Vanio e Federico Societa Agricola
      Veronese 2018 Cresassso Corvina Veronese Igt Zenato Azienda Vitivinicola srl

      I GOLD DELL’ITALIA A MUNDUS VINI – SUMMER TASING 2024

      Abruzzo Pecorino 2023 Nerubè Pecorino Abruzzo DOC Biologico Az. Agrobiologica Jasci & Marchesani
      Montepulciano d’Abruzzo 2020 Inferi Azienda Marramiero SRL
      Trebbiano d’Abruzzo 2022 Altare Azienda Marramiero SRL
      Abruzzo Pecorino 2023 Pecorino DOC Azienda Marramiero SRL
      Montepulciano d’Abruzzo 2019 PAN Montepulciano d’Abruzzo Bosco Nestore & C. srl
      Terre di Chieti IGP 2023 Terre Vecchie Sangiovese Terre di Chieti IGP Cantina Tollo S.c.a.
      Trebbiano d’Abruzzo 2023 Laguna di Collina Trebbiano d’Abruzzo DOP Cantina Tollo S.c.a.
      Montepulciano d’Abruzzo 2020 Montepulciano d’Abruzzo DOP Cantina Tollo S.c.a.
      Montepulciano d’Abruzzo 2020 Tenute del Pojo Montepulciano Riserva Imperium DI CAMILLO VINI DI DI CAMILLO PAOLO & C S.N.C14
      Montepulciano d’Abruzzo 2015 Titus Riserva Montepulciano d’Abruzzo MARCHIOLI WINES
      Montepulciano d’Abruzzo 2019 Villa Gemma Montepulciano d’Abruzzo Doc Riserva MASCIARELLI TENUTE AGRICOLE
      Montepulciano d’Abruzzo 2020 Marina Cvetic Montepulciano d’Abruzzo Doc Riserva MASCIARELLI TENUTE AGRICOLE
      Primitivo di Manduria 2022 Pliniana Primitivo di Manduria DOC Agricola Pliniana soc.coop.agricola Circonvallazione Taranto – Lecce n.159 , 74024 Manduria (TA)
      Primitivo di Manduria 2021 Pliniana Primitivo di Manduria DOC Agricola Pliniana soc.coop.agricola Circonvallazione Taranto – Lecce n.159 , 74024 Manduria (TA)
      Primitivo di Manduria 2021 Piano Chiuso Primitivo di Manduria Riserva Azienda Agricola Poggio Le Volpi Soc. Agricola A.R.L.
      Puglia IGP 2023 Primitivo Linea Cantele AZIENDA VINICOLA CANTELE SRL
      Puglia IGP 2023 Da Leggero Appassimento Negroamaro IGT Puglia Cantina Danese Srl
      Primitivo di Manduria 2021 Primitivo di Manduria DOC Cantine Pirovano srl
      Primitivo di Manduria 2022 Amico Primitivo di Manduria DOC (EBROSIA) CANTINE TORREVENTO S.R.L.
      Puglia IGP 2023 Soprano Primitivo Puglia IGT CANTINE TORREVENTO S.R.L.
      Puglia IGP 2023 Massetti Sangiovese Puglia IGT Rosso CANTINE TORREVENTO S.R.L.
      Puglia IGP 2023 Puravecchia Cuvée Sangiovese Primitivo Vigne Vecchie Puglia IGT – Hawesko CANTINE TORREVENTO S.R.L.
      Puglia IGP 2023 Vigne Vecchie Primitivo Puglia IGT – Hawesko CANTINE TORREVENTO S.R.L.
      Puglia IGP 2023 Rocca Antica Primitivo Puglia IGP DI CAMILLO VINI DI DI CAMILLO PAOLO & C S.N.C14
      Puglia IGP 2023 Grande Vitae Bombino Nero Rosato IGT Grande Vitae GmbH
      Puglia IGP 2023 Evita Primitivo Puglia IGT Grande Vitae GmbH
      Primitivo di Manduria 2022 Grande Vitae Primitivo di Manduria DOC Grande Vitae GmbH
      Puglia IGP 2023 Duca di Sasseta Appassimento Puglia IGP Rosso IWB ITALIA S.P.A.
      Primitivo di Manduria 2023 Villa Santera Primitivo di Manduria DOC Leone de Castris
      Salice Salentino 2020 50° Vendemmia Negroamaro Salice Salentino DOC Leone de Castris
      Salice Salentino 2020 Donna Lisa Negroamaro Salice Salentino DOC Leone de Castris
      Primitivo di Manduria 2021 Deluxe Primitivo di Manduria DOC Riserva MACK & SCHUHLE ITALIA
      Puglia IGP 2023 Masseria Limandi Nero di Troia Rosé IGT Puglia MACK & SCHUHLE ITALIA
      Primitivo di Manduria 2023 Talò Primitivo di Manduria Dop San Marzano Vini S.p.A.
      Salento IGP 2021 Susco Susumaniello Salento IGP San Marzano Vini S.p.A.
      Primitivo di Manduria 2023 Sud Primitivo di Manduria DOP San Marzano Vini S.p.A.
      Primitivo di Manduria 2023 Masseria Pietrosa Primitivo di Manduria Dop San Marzano Vini S.p.A.
      Primitivo di Manduria 2023 Familia Primitivo di Manduria Dop Terre di Sava S.r.l.
      Puglia IGP 2022 Friends & Grapes Syrah Primitivo Puglia IGT Terre di Sava S.r.l.
      Primitivo di Manduria 2022 Primitivo di Manduria DOP Primoduca VINICOLA MEDITERRANEA SRL
      Aglianico del Vulture 2022 Aglianico del Vulture DOP IWB ITALIA S.p.A.
      Sangiovese di Romagna Superiore 2020 Cardinala Riserva Azienda agricola Branchini
      Emilia 1928 Cavicchioli U & Figli Malvasia Emilia IGT Cantine Riunite & CIV S.C.Agr.
      Rubicone 2022 Sangiovese Rubicone IGT Appassimento IWB ITALIA S.p.A.
      Rubicone 2022 Enigma Rubicone IGT Appassimento Mabis Srl
      Rubicone 2023 Poderi Dal Nespoli Orange Wine Rubicone IGT MGM Mondo del Vino SPA
      Sangiovese di Romagna 2019 Le Armi SOC AGR INSIA ARL
      Emilia 2022 Cà Fontani Tenute Venturini Foschi
      Emilia 2021 Eos Tenute Venturini Foschi
      Colli Orientali del Friuli 2023 Refosco del Penduncolo Rosso Friuli DOP IWB ITALIA S.p.A.
      Collio/ Collio Goriziano 2021 Borgo Conventi Merlot Collio DOC Villa Sandi Spa
      Campi Flegrei 2021 Terrazze sui Campi Rosso AGRIFOOD LOFFREDO dI DI FRANCIA VINCENZA
      Paestum 2021 Jungano IGP Paestum Aglianico Azienda Agricola San Salvatore 1988 di Giuseppe Pagano
      Paestum 2022 Ceraso IGP Paestum Aglianico Azienda Agricola San Salvatore 1988 di Giuseppe Pagano
      Paestum 2023 Trentenare Paestum IGP Azienda Agricola San Salvatore 1988 di Giuseppe Pagano
      Campania 2023 Falanghina IGP Campania Falnghina Azienda Agricola San Salvatore 1988 di Giuseppe Pagano
      Falanghina del Sannio 2023 Svelato Falanghina del Sannio Terre Stregate
      2021 Villa Matilde Avallone Roccaleoni Aglianico Campania IGP Villa Matilde Avallone s.s.
      Greco di Tufo 2023 Villa Matilde Avallone Daltavilla Greco di Tufo DOCG Villa Matilde Avallone s.s.
      Fiano di Avellino 2023 Villa Matilde Avallone Montelapio Fiano di Avellino DOCG Villa Matilde Avallone s.s.
      Lazio 2023 Donnaluce Lazio Azienda Agricola Poggio Le Volpi Soc. Agricola A.R.L.
      Lazio 2023 Satrico Bianco Lazio IGT Casale del Giglio Soc. Agr. S.r.l.
      Lazio 2023 Viognier Bianco Lazio IGT Casale del Giglio Soc. Agr. S.r.l.
      Lazio 2023 Anthium Bellone Bianco Lazio IGT Casale del Giglio Soc. Agr. S.r.l.
      Lazio 2022 Matidia Cesanese Rosso Lazio IGT Casale del Giglio Soc. Agr. S.r.l.
      Lazio 2022 Tempranijo Rosso Lazio IGT Casale del Giglio Soc. Agr. S.r.l.
      Lazio 2019 Mater Matuta Rosso Lazio IGT Casale del Giglio Soc. Agr. S.r.l.
      2023 Feudi del Duca Cesanese IGP Lazio Femar Vini
      Lazio 2023 Vermentino Dea VINI VANNELLI SRL
      Colli di Luni 2023 Etichetta Grigia CANTINE LUNAE BOSONI SRL
      Colli di Luni 2023 Cavagino CANTINE LUNAE BOSONI SRL
      Franciacorta 2020 Muratori Millé Franciacorta DOCG Brut millesimato Azienda Agricola Fratelli Muratori S.S.
      Valtellina Superiore 2019 Riserva la Gatta CAVITRIA CASA VINICOLA TRIACCA SRL
      Sforzato di Valtellina 2019 San Domenico CAVITRIA CASA VINICOLA TRIACCA SRL
      Sforzato di Valtellina 2020 Il Monastero CAVITRIA CASA VINICOLA TRIACCA SRL
      Lugana 2023 Lugana DOC Corte Allodola Vegan Corte Allodola SRL
      Lugana 2020 LUGANA DOC RISERVA SERMANA Corte Sermana soc agr ss
      Oltrepò Pavese 2020 il “35” Oltrepò Pavese DOCG Extra Brut Fattoria La Vialla di G.A.& B.Lo Franco Soc. Agr. Semplice
      Franciacorta Monogram Grande Cuvee Franciacorta brut Gruppo Italiano Vini S.p.A.
      Franciacorta 2018 Franciacorta DOCG Brut Lo Sparviere società agricola
      Oltrepò Pavese 2023 C’era una Volta Pinot Noir DOC Oltrepò Pavese Losito e Guarini srl
      Verdicchio dei Castelli di Jesi 2023 Titulus Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Fazi Battaglia Angelini Wines & Estates Società Agricolo a r. l.
      Falerio Pecorino 2023 Joco Cantine Fontezoppa
      Cònero 2020 Grosso Agontano Casa Vinicola Gioacchino Garofoli Spa
      Marche 2016 il Pollenza Marche IGT IL Pollenza
      Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico 2023 Terra delle Lame DOC Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Stephan Pellegrini GmbH
      Biferno 2019 Gironia Biferno Rosso Riserva DOC Cantine Borgo di Colloredo S.R.L.
      Alta Langa 2020 Cuvée Aurora Extra Brut Banfi
      Barolo 2020 Priore Barolo Cantine Povero SRL
      Barbaresco 2021 Batù Barbaresco Cantine Povero SRL
      Langhe 2023 Nebbiolo Langhe DOC Dezzani srl
      Barolo 2020 San Carlo Barolo DOCG Dezzani srl
      Barbera d’Asti Superiore 2022 La Luna e le Stelle Barbera d’Asti DOCG Superiore Dezzani srl
      Barbera d’Asti 2022 Barbera d´Asti DOCG Superiore ca Bianca Gruppo Italiano Vini S.p.A.
      Piemonte 2021 Neucc Tencia Barbera Piemonte DOC Appassimento IWB ITALIA S.p.A.
      Colline Novaresi 2021 Colline Novaresi Nebbiolo DOC La Piemontina s.s.a.
      Gavi 2011 Gavi d’Antan La Scolca La Scolca
      Piemonte 2022 Ricossa Barbera Piemonte DOC Appassimento Mack & Schühle AG
      Barolo 2019 Enzo Bartoli Barolo DOCG MGM Mondo del Vino SPA
      Barolo 2019 Poderi Sorì Barolo DOCG Parafada Poderi Sori AG
      Barbera d’Alba Superiore 2022 Terre Sabaude Barbera D´Alba Superiore PRODUTTORI DI GOVONE SAC
      Barolo 2020 Patres Barolo DOCG Sartirano Figli Cantine e Vigneti srl
      Barbaresco 2021 Barbaresco DOCG Sartirano Figli Cantine e Vigneti srl
      Barolo 2018 San Silvestro Barolo Riserva DOCG Sartirano Figli Cantine e Vigneti srl
      Piemonte 2022 Piemont DOC Barbera Passito Sartirano Figli Cantine e Vigneti srl
      Langhe 2023 San Silvestro Langhe DOC Sartirano Figli Cantine e Vigneti srl
      Barbera d’Alba Superiore 2022 Fiorenza DOC Barbera d´Alba Superiore Stephan Pellegrini GmbH
      Campidano di Terralba 2022 Cavaliere Sardo Sardegna Terralba Bovale Riserva Cantina di Mogoro – Il Nuraghe
      Isola dei Nuraghi 2022 Perka Bianco Isola dei Nuraghi IGT CORONA RUIA
      Vermentino di Sardegna 2023 Istrale Black Label Società Agricola sequi
      Cannonau di Sardegna 2022 Cannonau di Sardegna DOC Tenuta Olianas
      Sicilia 2023 Grillo Baglio di Pianetto
      Terre Siciliane 2023 Fantasia Zibibbo Baglio Diar
      Terre Siciliane 2022 Velata Perricone Terre Siciliane IGP Baglio Diar
      Sicilia 2023 Nero d’Avola Sicilia DOC Cantine Pirovano srl
      Sicilia 2023 Mandrarossa Bonera Cantine Settesoli
      2023 Estate 1958 Nero d’Avola Cantine Settesoli
      Terre Siciliane 2022 Bonarossa Terre Siciliane IGP Delinat AG
      Sicilia 2023 Passiperduti Donnafugata
      Sicilia 2020 Ammasso MGM Mondo del Vino SPA
      Terre Siciliane 2021 Favara – Stella del Sud MORINI SRL
      Sicilia 2022 Feudo Arancio Syrah Nosio SPA Gruppo Mezzacorona
      Etna 2015 Flavia Etna Rosso Prephylloxera 14%Vol Rallo estates srl – Marchese delle Saline
      Etna 2023 Tìade Etna Bianco DOP 13%Vol Rallo estates srl – Marchese delle Saline
      Etna 2019 Tìade Etna Rosso DOP 14%Vol Rallo estates srl – Marchese delle Saline
      Sicilia 2023 Luna Grillo DOC Sicilia Stephan Pellegrini GmbH
      2023 Esclamativo Rosso IGT Terre Siciliane Stephan Pellegrini GmbH
      Terre Siciliane 2023 Passuluna Rosso Tenute Nicosia
      Alto Adige 2021 Taber Lagrein Riserva Kellerei Bozen
      Alto Adige 2023 Sauvignon Mock Südtirol DOC Kellerei Bozen
      Alto Adige Santa Maddalena/St Magdalena 2023 St Magdalener Moar Südtirol DOC Kellerei Bozen
      Alto Adige 2022 Riserva Stegher Südtirol DOC Chardonnay Kellerei Bozen
      Alto Adige 2022 KOFL Alto Adige Sauvignon DOC Kellerei Kurtatsch
      Alto Adige 2022 SOMA Alto Adige Merlot Cabernet DOC Kellerei Kurtatsch
      Alto Adige 2022 GLEN Alto Adige Pinot Nero Riserva DOC Kellerei Kurtatsch
      Alto Adige 2020 Südt. Merlot Riserva DOC “Freiherr” Kellerei Meran
      Alto Adige 2022 Schliff Sauvignon Südtirol DOC Kellerei St. Pauls
      Lago di Caldaro/Kalterer See Classico Superiore 2022 Bischofsleiten Kalterersee Auslese Classico Superiore VIGNA DOC Kuenburg Graf Eberhard & Co. Kg
      Alto Adige 2019 Südtirol Cabernet Sauvignon Riserva DOC Kuenburg Graf Eberhard & Co. Kg
      Chianti Classico 2021 San Leonino Chianti Classico DOCG “Al Limite” Angelini Wines & Estates Società Agricolo a r. l.
      Brunello di Montalcino 2019 Val di Suga Brunello di Montalcino DOCG Angelini Wines & Estates Società Agricolo a r. l.
      Brunello di Montalcino 2019 Brunello di Montalcino Az. Agr. Poggio San Polo S.a.a.r.l.
      Chianti Classico 2019 Castellinuzza Chianti Classico Gran Selezione DOCG Azienda Agricola Castellinuzza
      Chianti 2021 Chianti Riserva DOCG Uggiano Azienda Uggiano S.R.L.
      Bolgheri Superiore 2020 Arnione Bolgheri Doc Superiore Campo alla Sughera
      Morellino di Scansano 2020 Sicomoro Morellino di Scansano DOCG Riserva CANTINA COOPERATIVA VIGNAIOLI DEL MORELLINO DI SCANSANO SCA
      Morellino di Scansano 2021 Roggiano Morellino di Scansano DOCG Riserva CANTINA COOPERATIVA VIGNAIOLI DEL MORELLINO DI SCANSANO SCA
      Brunello di Montalcino 2019 Della Gherardesca Brunello di Montalcino cantina di montalcino srl
      2023 Le Vedute Vermentino cantina di montalcino srl
      Toscana 2021 Iroso CANTINE RAVAZZI
      Chianti Classico 2022 Storia di Famiglia Chianti Classico DOCG Cecchi Casa Vinicola Luigi Cecchi & figli S.R.L.
      Chianti Superiore 2022 Chianti Superiore DOCG Castello del Trebbio
      2023 Ciliegiolo Canaiolo IGP Toscana Senza Solfiti Castello del Trebbio
      Chianti Classico 2019 Chianti Classico DOCG Riserva Castello di Radda
      Chianti Classico 2021 Chianti Classico DOCG Castello di Monterinaldi Castello Monterinaldi
      Chianti Classico 2022 Bello Stento CAVITRIA CASA VINICOLA TRIACCA SRL
      Brunello di Montalcino 2018 Ugolforte Riserva ColleMassari SPA
      Brunello di Montalcino 2022 Ciampoleto Rosso di Montalcino ColleMassari SPA
      Vino Nobile di Montepulciano 2019 Il Conventino Vino Nobile di Montepulciano Riserva Delinat AG
      Chianti 2020 Casa Conforto Chianti Riserva DOCG Fattoria La Vialla di G.A.& B.Lo Franco Soc. Agr. Semplice
      Cortona 2020 Cortona Syrah Riserva DOC Fattoria La Vialla di G.A.& B.Lo Franco Soc. Agr. Semplice
      Chianti 2019 Vino del Babbo Chianti Riserva DOCG Sant’Apollinare Fattoria La Vialla di G.A.& B.Lo Franco Soc. Agr. Semplice
      Toscana 2020 Casa Quaranta Cabernet di Toscana IGT Fattoria La Vialla di G.A.& B.Lo Franco Soc. Agr. Semplice
      Chianti Classico 2020 Vigneti La Selvanella Chianti Classico Riserva Gruppo Italiano Vini S.p.A.
      Toscana 2023 Toscana Rosso IGT Governo Barbanera Celebration IWB ITALIA S.P.A.
      Toscana 2019 Gigino Toscana Rosso IGT IWB ITALIA S.P.A.
      Toscana 2019 Gigino Grande Toscana Rosso IGT IWB ITALIA S.P.A.
      Toscana 2019 Otto Decenni Toscana Rosso IGT IWB ITALIA S.P.A.
      Toscana 2021 Vecciano Toscana Rosso IGT Duca di Saragnano IWB ITALIA S.P.A.
      Chianti Rufina 2021 Frescobaldi Nipozzano Chianti Rufina Riserva DOCG Mack & Schühle AG
      Rosso di Montalcino 2022 Rossi di Montalcino RIDOLFI
      Brunello di Montalcino 2019 Brunello di Montalcino DOCG RIDOLFI
      Chianti Classico 2021 Tenuta Le Macìe Sergioveto Chianti Classico Riserva ROCCA DELLE MACIE – S.P.A.
      Chianti 2020 Chianti DOCG Riserva Palazzo Martessi Black ROSSETTI SRL
      Chianti 2019 Chianti DOCG Riserva Monte Vecchio Botticella Nera ROSSETTI SRL
      Chianti 2020 Chianti DOCG Riserva Principe di Valoro ROSSETTI SRL
      2020 Barbicone russo
      2020 Poggio alle vipere russo
      Chianti 2020 Chianti Riserva DOCG Corte Alle Mura SENSI VIGNE E VINI S.R.L
      2022 Isole e Olena Chardonnay SUBM70N
      2021 Isole e Olena Cepparello SUBM70N
      Maremma Toscana 2022 Ciliegiolo Maremma Toscana DOC TENUTA AQUILAIA SOCIETA’ AGRICOLA S.R.L.
      Chianti Classico 2018 Chianti Classico Docg Gran Selezione Nerento TENUTA VILLA TRASQUA
      Chianti Classico 2019 Fanatico Chianti Classico Riserva TENUTA VILLA TRASQUA
      Toscana 2019 Toscana IGT Trasolo TENUTA VILLA TRASQUA
      Brunello di Montalcino 2019 Brunello di Montalcino DOCG Tenute Piccini Spa
      Chianti Classico 2019 Fortezza dei Colli Chianti Classico Riserva Tenute Piccini Spa
      Toscana 2023 Borrani VIno Pellegrino
      Trentino 2023 Bottega Vinai Chardonnay Trentino DOC Cavit S.C.
      Trento/Trentodoc 2016 Cesarini Sforza 1673 Riserva Trentodoc GLV
      Trento/Trentodoc Cesarini Sforza Le Premier Brut Trentodoc GLV
      Trento/Trentodoc Cesarini Sforza Classico Brut Trentodoc GLV
      Vigneti delle Dolomiti 2022 Teroldego Vigneto delle Dolomiti IGT IWB ITALIA S.p.A.
      Vigneti delle Dolomiti 2021 Mezzacorona Dinotte Red Blend Nosio SPA Gruppo Mezzacorona
      Teroldego Rotaliano 2022 Castel Firmian Teroldego Rotaliano Nosio SPA Gruppo Mezzacorona
      Trentino 2022 Castel Firmian Merlot Nosio SPA Gruppo Mezzacorona
      Trentino 2023 Castel Firmian Alte Viti Grauburgunder Nosio SPA Gruppo Mezzacorona
      Trento/Trentodoc Rotari Arte Italiana Nosio SPA Gruppo Mezzacorona
      Vigneti delle Dolomiti 2022 Mezzacorona ReDeiPassi Red Blend Nosio SPA Gruppo Mezzacorona
      Vigneti delle Dolomiti 2022 Castel Firmian Filorosso Red Blend Nosio SPA Gruppo Mezzacorona
      Umbria 2023 Vipra Umbria Bianco IGT Gruppo Italiano Vini S.p.A.
      Umbria 2023 Vipra Umbria Rosé IGT Gruppo Italiano Vini S.p.A.
      Montefalco Sagrantino 2018 O’ di Còlpetrone Montefalco Sagrantino Tenute del Cerro
      Valpolicella Ripasso 2021 Valpolicella Ripasso Angelini Wines & Estates Società Agricolo a r. l.
      Valpolicella Ripasso Superiore Classico 2021 Valpolicella Ripasso Classico Superiore AZ. AGR. PAOLO COTTINI
      Amarone della Valpolicella Classico 2018 Amarone della Valpolicela Classico DOCG AZ. AGR. PAOLO COTTINI
      Valdobbiadene Prosecco Superiore 2023 Mas de Fer Valdobbiadene DOCG Rive di Soligo Extra Dry Azienda Agricola Andreola Di Stefano Pola
      Amarone della Valpolicella Classico 2020 Il Lussurioso AZIENDA AGRICOLA BUGLIONI
      Bianco di Custoza 2023 Custoza Superiore DOC Azienda Agricola Tenuta La Presa
      Bardolino 2023 Bardolino DOC Azienda Agricola Tenuta La Presa
      Bardolino 2022 Bardolino Montebaldo DOC Azienda Agricola Tenuta La Presa
      Conegliano – Valdobbiadene – Prosecco 2023 Prosecco DOC Rosè Azienda Vitivinicola Il Colle Srl
      Valdobbiadene Prosecco Superiore 2023 Bisol1542 Molera extra dry Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Bisol Desiderio & Figli srl
      Valdobbiadene Prosecco Superiore 2023 AUDAX Zero3 Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Extra Brut BORTOLOMIOL SPA
      Breganze 2023 Savardo Pinot Grigio Superiore Breganze DOC CANTINA BEATO BARTOLOMEO DA BREGANZE
      Garda 2023 Lamaraja Bianco DOC Garda Cantina del Garda CANTINE VITEVIS SCA
      Prosecco 2023 Lido Prosecco Rosé CASA VINICOLA CANELLA SPA
      Prosecco Candoni Prosecco DOC Extra Dry CDZ VINI S.R.L.
      Veneto 2021 Cielo 1908 Appassionante Rosso IGT Veneto CIELO E TERRA S.P.A.
      Veneto 2023 Cielo 1908 Appassionante Bianco IGT Veneto CIELO E TERRA S.P.A.
      Valdobbiadene – Prosecco 2023 Valdobbiadene DOCG Extra Dry Cuvée 13 COL VETORAZ SPUMANTI Spa
      Amarone della Valpolicella 2020 Sartori di Verona Le Corti Amarone della Valpolicella DOCG Collis Heritage S.p.A.
      Amarone della Valpolicella Classico 2019 Sartori di Verona Reius Amarone della Valpolicella Classico DOCG Collis Heritage S.p.A.
      Veronese 2022 Sartori di Verona Marani Bianco Veronese IGT Collis Heritage S.p.A.
      Amarone della Valpolicella 2021 Amarone Della VAlpolicella Docg Corte Allodola Corte Allodola SRL
      Amarone della Valpolicella 2021 Amarone Della Valpolicella DOCG La Groletta Corte Giara
      Valpolicella Ripasso 2022 Valpolicella Ripasso DOC La Groletta Corte Giara
      Veronese 2019 Canaja Veronese Rosso IGT Villa Annaberta Cottini SPA
      Amarone della Valpolicella 2019 Santico Amarone della Valpolicella DOCG Santi Gruppo Italiano Vini S.p.A.
      Bardolino Chiaretto 2023 Chiaretto di Bardolino DOC IWB ITALIA S.p.A.
      Trevenezie 2023 Ca’ del Lago Rosato IGT Trevenezie IWB ITALIA S.p.A.
      Trevenezie 2023 Traminer Aromatico Trevenezie IGT IWB ITALIA S.p.A.
      Bardolino 2023 Bardolino DOP IWB ITALIA S.p.A.
      Prosecco 2023 Prosecco DOC Spumante Brut IWB ITALIA S.p.A.
      Prosecco 2023 Prosecco DOC Spumante Brut Millesimato IWB ITALIA S.p.A.
      Valpolicella Ripasso Superiore 2020 Valpolicella Ripasso DOC Superiore IWB ITALIA S.p.A.
      Prosecco Treviso La Marca Prosecco D.O.C. Treviso Extra Dry La Marca Vini e Spumanti SCA
      Amarone della Valpolicella 2022 Casato Mastino Amarone della Valpolicella DOCG Mabis Srl
      Prosecco Superiore Via al Castello Asolo Prosecco Superiore DOCG Mack & Schühle AG
      Prosecco 2023 Prosecco DOC Spumante Rosé MACK & SCHUHLE ITALIA
      Valdobbiadene Prosecco Superiore “Luxury Collection” Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Brut Mionetto S.p.A. Con Unico Socio
      Valpolicella Ripasso Superiore Classico 2020 Ripasso Valpolicella Classico Superiore MONTECI
      Amarone della Valpolicella Superiore 2018 Amarone della Valpolicella Riserva “Leone Zardini” Pietro Zardini
      Valdobbiadene – Prosecco 2023 Argeo Rosé Ruggeri & C. Srl
      Valdobbiadene Prosecco Superiore Col de L´utia Valdobbiadene Prosecco Superiore Sacchetto Srl
      Amarone della Valpolicella Classico 2019 Amarone della Valpolicella DOCG Classico Santa Sofia s.r.l.
      Valdobbiadene Prosecco Superiore Valdo Cuvée di Boj Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Spumanti VALDO Srl
      Prosecco Treviso 2023 Valdo Tenuta La Maredana Prosecco DOC Rosé Spumanti VALDO Srl
      Prosecco 2023 Polvaro Prosecco Doc Extra Dry Rosè TENUTA POLVARO SAS DI DE ZAN CATERINA & C.
      Conegliano – Valdobbiadene – Prosecco Superiore 2023 Terre del Cima Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG – Brut Terre del Cima
      Amarone della Valpolicella Valpantena 2018 Amarone della Valpolicella Valpantena DOCG Tezza Flavio, Vanio e Federico Societa Agricola
      Veneto 2022 Malvasia secco Vigne del Bosco Olmè
      2017 Villa Cordevigo Rosso Vigneti Villabella
      Lugana 2023 Lugana Doc San Benedetto Zenato Azienda Vitivinicola srl
      Lugana 2023 Lugana Doc Scristina Zenato Azienda Vitivinicola srl
      Garda 2020 Sansonina Evaluna Garda Doc Zenato Azienda Vitivinicola srl
      Amarone della Valpolicella Classico 2019 Amarone della Valpolicella Classico Docg Zenato Azienda Vitivinicola srl
      Prosecco 2023 Zonin Prosecco Rosé DOC Zonin1821
      Valpolicella Ripasso Superiore Classico 2021 LIDL Valpolicella Ripasso DOC Classico Superiore
      Amarone della Valpolicella 2021 Vivaldi Amarone della Valpolicella
      2020 Gioi Extreme Rosato brut Azienda Agricola San Salvatore 1988 di Giuseppe Pagano
      Martini Brut CUBE Communications
      Martini Rosé Demi-Sec CUBE Communications
      Martini Rosé Extra Dry CUBE Communications
      2022 ViVi ROSSO ORGANIC DIVIGNA società agricola s.s.
      2021 Torbolone Fattoria La Vialla di G.A.& B.Lo Franco Soc. Agr. Semplice
      2023 Vino Spumante Rosato Extra Dry IWB ITALIA S.p.A.
      2012 Soldati La Scolca “D’Antan” Vino Spumante di Qualità Bianco Brut Millesimato La Scolca
      Terre di Mario Vino Rosso NV Progetti Agricoli S.r.l.
      Valdo Marca Oro Rosé Spumante Brut Spumanti VALDO Srl

      I SILVER DELL’ITALIA A MUNDUS VINI – SUMMER TASING 2024

      Montepulciano d’Abruzzo 2023 Terre Vecchie Montepulciano d’Abruzzo DOP Cantina Tollo S.c.a.
      Cerasuolo d’Abruzzo 2023 Sassianello Cerasuolo d’Abruzzo Dop Cantina Tollo S.c.a.
      Terre di Chieti IGP 2022 NaaDia Pinot Nero IGT Terre di Chieti Cantine Sgarzi Luigi SRL
      Montepulciano d’Abruzzo 2022 Candoni Organic Montepulciano d’Abruzzo CDZ VINI S.R.L.
      Montepulciano d’Abruzzo 2022 Novantaceppi Montepulciano d’Abruzzo DOC Mack & Schühle AG
      Cerasuolo d’Abruzzo 2023 Villa Gemma Cerasuolo d’Abruzzo Terre di Chieti Doc Superiore MASCIARELLI TENUTE AGRICOLE
      Abruzzo Pecorino 2023 Chiamami Quando Piove Abruzzo Pecorino Doc Bio MASCIARELLI TENUTE AGRICOLE
      Trebbiano d’Abruzzo Superiore 2023 Trebbiano d’Abruzzo Doc Superiore Colline Teramane COLLE DELLA CORTE ORLANDI CONTUCCI PONNO – AGRICOLE GUSSALLI BERETTA
      Cerasuolo d’Abruzzo 2023 Zione Cerasuolo d’Abruzzo Doc SPINELLI SRL
      Montepulciano d’Abruzzo 2022 Tatone Montepulciano d’Abruzzo Doc SPINELLI SRL
      Primitivo di Manduria 2023 Carezza Primitivo di Manduria DOP ALIBRIANZA SRL / CASCINA RADICE
      2023 Gran Appasso Susumaniello Azienda Agricola Poggio Le Volpi Soc. Agricola A.R.L.
      * Puglia IGP 2023 Masca del Tacco Susumaniello IGP Puglia Azienda Agricola Poggio Le Volpi Soc. Agricola A.R.L.
      Puglia IGP 2023 Nero di Troia IGT Cantine Pirovano srl
      Primitivo di Manduria 2022 SL Primitivo DOC Manduria Cantine Sgarzi Luigi SRL
      Puglia IGP 2022 Enzo Vincenzo Rosso IGT Puglia da Uve Appassite Cantine Sgarzi Luigi SRL
      Puglia IGP 2023 Terre Vecchie Puglia IGT Rosso CANTINE TORREVENTO S.R.L.
      Puglia IGP 2023 Once Sangiovese Primitivo Puglia IGT (HAWESKO) CANTINE TORREVENTO S.R.L.
      Puglia IGP 2023 Sangiovese Puglia IGT “Old Vines” HAWESKO CANTINE TORREVENTO S.R.L.
      Puglia IGP 2023 Purevecchia Primitivo Vigne Vecchie Puglia IGT – hawesko CANTINE TORREVENTO S.R.L.
      Puglia IGP 2023 Seduttore Primitivo Puglia IGT CANTINE TORREVENTO S.R.L.
      Puglia IGP 2022 Kebir Puglia IGT Torrevento CANTINE TORREVENTO S.R.L.
      Primitivo di Manduria 2022 The One Primitivo di Manduria DOC Black Collection – Hawesko CANTINE TORREVENTO S.R.L.
      Salento IGP 2023 Elo Veni Negroamaro IGT Salento Leone de Castris
      Salento IGP 2022 Cillenza Bianco Salento IGT SCHOLA SARMENTI – TERRULENTA SAC
      Nardò 2021 Nerio Nardó DOC Riserva SCHOLA SARMENTI – TERRULENTA SAC
      Puglia IGP 2022 Jalissa Puglia IGP Nero di Troia Società agricola Manduano srl
      Puglia IGP 2023 AMASIS PRIMITIVO PUGLIA IGP Tenute Bradascio SS Agricola
      Puglia IGP 2023 B.IO bpuntoio Puglia IGP primitivo vino bio Terre Cevico società cooperativa agricola
      Primitivo di Manduria 2019 Marinotti Primitivo di Manduria Dop Riserva Terre di Sava S.r.l.
      Salento IGP 2023 Lifili Primitivo Salento IGP Terre di Sava S.r.l.
      Primitivo di Manduria 2019 Concura Primitivo di Manduria Dop Riserva Terre di Sava S.r.l.
      Primitivo di Manduria 2022 Primitivo di Manduria DOP Carosole VINICOLA MEDITERRANEA SRL
      Primitivo di Manduria 2022 Primitivo di Manduria DOP Empirio VINICOLA MEDITERRANEA SRL
      Puglia IGP 2023 Apassionata VIno Pellegrino
      2023 LaForte Appassimento VIno Pellegrino
      Basilicata 2023 Basilicata IGT Rosato Flordelis Re Manfredi Gruppo Italiano Vini S.p.A.
      Rubicone 2022 “IMPERFETTO” IGT Sangiovese Rubicone BIO AMARACMAND S.A.S
      For the Future Otello Ceci Lambrusco CANTINE CECI SPA
      Lambrusco Salamino di Santa Croce 2023 Lambrusco Salamino di Santa Croce DOC amabile Bonaga Cantine Riunite & CIV S.C.Agr.
      Romagna 2020 Poderi Dal Nespoli Il Nespoli Romagna DOC Sangiovese Superiore Riserva MGM Mondo del Vino SPA
      Romagna 2023 Poderi Dal Nespoli Campodora Romagna DOCG Albana Secco MGM Mondo del Vino SPA
      Rubicone 2022 Ulziano SOC AGR INSIA ARL
      Romagna 2021 B.IO bpuntoio Romagna DOC Sangiovese BIO Terre Cevico società cooperativa agricola
      Prosecco 2023 Prosecco Brut DOP Millesimato azienda agricola isola augusta
      2023 Borgo delle Rose Chardonnay IGT Società Agricola Cimolai srl
      Friuli Isonzo 2023 Refosco dal Peduncolo Rosso Isonzo del Friuli DOC Villa Sandi Spa
      Falerno del Massico 2020 Villa Matilde Avallone Falerno del Massico Rosso DOP Villa Matilde Avallone s.s.
      Falerno del Massico 2023 Villa Matilde Avallone Falerno del Massico Bianco DOP Villa Matilde Avallone s.s.
      Cesanese 2022 People Cesanese Azienda Agricola Poggio Le Volpi Soc. Agricola A.R.L.
      Lazio 2023 253 Giorni IGT Lazio Vermentino Cantina Sant’Andrea
      2023 Biancolella Sesto 21 Casata Mergè
      Lazio 2023 Bellone Dea VINI VANNELLI SRL
      Lazio 2022 Nero Buono Dea VINI VANNELLI SRL
      Franciacorta 2020 Ardea Pacifica Centinari Franciacorta DOCG Rosé Millesimato Centinari S.r.l.
      Lugana 2023 Villa Annaberrta Lugana DOC Cottini SPA
      Oltrepò Pavese 2021 Cuvée Rosé Oltrepò Pavese DOCG Extra Brut Fattoria La Vialla di G.A.& B.Lo Franco Soc. Agr. Semplice
      Oltrepò Pavese 2021 Cuvée Initiale Oltrepò Pavese DOCG Blanc de Noirs Brut Fattoria La Vialla di G.A.& B.Lo Franco Soc. Agr. Semplice
      Oltrepò Pavese 2023 Pinot Nero Oltrepo’ Pavese DOC Spumante Millesimato Extra Brut LeBollè Losito e Guarini srl
      Riviera del Garda Bresciano 2022 Torrazzo DOC Riviera del Garda Rosso Stephan Pellegrini GmbH
      Verdicchio dei Castelli di Jesi Superiore 2023 Pallio di San Floriano Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore Tenute Pieralisi Srl
      Langhe 2022 Terra Langhe DOC Cantina Clavesana S.c.a.
      Barolo 2019 Terra Barolo Cantina Clavesana S.c.a.
      Gavi 2023 Dezzani Gavi DOCG Dezzani srl
      Barbera d’Alba Superiore 2022 Barbera d’Alba Superiore DOC Fortemasso
      Gavi 2023 Gavi Luminara FRATELLI MARTINI SECONDO LUIGI SPA
      Piemonte 2020 Piemonte DOC Pinot Nero La Scolca La Scolca
      Piemonte 2023 Ricossa Piemonte DOC Rosato Mack & Schühle AG
      Gavi 2023 Enzo Bartoli Gavi DOCG MGM Mondo del Vino SPA
      Barolo 2019 Barolo del Comune di Barolo DOCG Sartirano Figli Cantine e Vigneti srl
      Isola dei Nuraghi 2022 NABUI Isola dei Nuraghi IGT Monica – Bovale Cantina di Mogoro – Il Nuraghe
      Isola dei Nuraghi 2023 Yule Rosato Isola dei Nuraghi IGT CORONA RUIA
      Nasco di Cagliari 2023 Taja Società Agricola sequi
      Sicilia 2023 Selene Grillo Baglio Diar
      Terre Siciliane 2023 Ammaru Brugnano S.r.l.
      Sicilia 2023 Kados Cantine Florio
      Menfi 2023 Mandrarossa Nero d’Avola Cantine Settesoli
      Menfi 2023 Mandrarossa Syrah Cantine Settesoli
      Sicilia 2023 Settesoli Appassimento Grillo Cantine Settesoli
      Eloro 2023 Fumu Etna bianco DOC MGM Mondo del Vino SPA
      Etna 2021 Fumu Etna Rosso DOC MGM Mondo del Vino SPA
      Sicilia 2023 Feudo Arancio Grillo Nosio SPA Gruppo Mezzacorona
      Terre Siciliane 2023 Feudo Arancio Rosato Diamond Collection Nosio SPA Gruppo Mezzacorona
      Alto Adige 2023 Weißburgunder Südtirol DOC Kellerei Kaltern Genossenschaft Landw. Gesellschaft
      Alto Adige 2023 Sauvignon Südtirol DOC Kellerei Kaltern Genossenschaft Landw. Gesellschaft
      Alto Adige 2023 Luzia Blauburgunder Südtirol DOC Kellerei St. Pauls
      Alto Adige 2022 Sirmian Pinot Bianco Nals Margreid
      Alto Adige 2022 Mantele Sauvignon Blanc Nals Margreid
      Alto Adige 2023 Gewürztraminer Alto Adige DOC Steinhaus
      Vino Nobile di Montepulciano 2021 Trerose Vino Nobile di Montepulciano Angelini Wines & Estates Società Agricolo a r. l.
      Chianti 2020 Buccia Nera Chianti Riserva DOCG Buccia nera
      Maremma Toscana 2022 Le Vie del Mare Merlot & Cabernet Maremma Toscana DOC CANTINA COOPERATIVA VIGNAIOLI DEL MORELLINO DI SCANSANO SCA
      2023 Sibilla Della Gherardesca cantina di montalcino srl
      Vino Nobile di Montepulciano 2019 Santavenere CAVITRIA CASA VINICOLA TRIACCA SRL
      Rosso di Montepulciano 2023 Ortiglia CAVITRIA CASA VINICOLA TRIACCA SRL
      Montecucco 2022 Irisse Montecucco DOC ColleMassari SPA
      Toscana 2021 Casal Duro Rosso di Toscana IGT Fattoria La Vialla di G.A.& B.Lo Franco Soc. Agr. Semplice
      Maremma Toscana 2022 LeccioMoro Maremma Toscana Rosso DOC Fattoria La Vialla di G.A.& B.Lo Franco Soc. Agr. Semplice
      Vernaccia di San Gimignano 2022 Vernaccia di San Gimignano Riserva DOCG Fattoria La Vialla di G.A.& B.Lo Franco Soc. Agr. Semplice
      Toscana 2023 Toscana Rosso IGT Governo Saracosa IWB ITALIA S.P.A.
      Toscana 5/V (n.2) Toscana Rosso IGT IWB ITALIA S.P.A.
      Toscana 2022 Sasyr Toscana IGT ROCCA DELLE MACIE – S.P.A.
      Toscana 2022 Sangiovese – Syrah Casato dei Medici Riccardi IGT Toscana Rosso SENSI VIGNE E VINI S.R.L
      2016 Il Poggiomandorlo Società Agricola Poggiomandorlo Srl
      2016 Le Ombre Società Agricola Poggiomandorlo Srl
      Toscana 2023 Incanto Mediterraneo Tenuta Casadei
      Vino Nobile di Montepulciano 2019 Vino Nobile di Montepulciano Riserva Fattoria del Cerro Tenute del Cerro
      Bolgheri BOLGHERI ROSSO DOC VINTAGE 2022 TERRE DEI GHELFI SRL soc. agr. a socio unico
      Trentino 2023 Bottega Vinai Pinot Grigio Trentino DOC Cavit S.C.
      Trentino 2021 Bottega Vinai Cabernet Sauvignon Trentino DOC Cavit S.C.
      Trentino 2023 Sauvignon Trentino DOC “I Classici” La-vis GLV
      Trentino 2023 Mezzacorona Pinot Grigio Nosio SPA Gruppo Mezzacorona
      Trentino 2023 Mezzacorona Chardonnay Nosio SPA Gruppo Mezzacorona
      Trento/Trentodoc Rotari Arte Italiana Rosé Nosio SPA Gruppo Mezzacorona
      Trentino 2023 Mezzacorona Merlot Nosio SPA Gruppo Mezzacorona
      Valdobbiadene Prosecco Superiore 2023 Dirupo Valdobbiadene DOCG Brut Azienda Agricola Andreola Di Stefano Pola
      Valpolicella Superiore Classico 2021 44 Verticale AZIENDA AGRICOLA BUGLIONI
      Bardolino Chiaretto 2023 Bardolino Chiaretto DOC Azienda Agricola Tenuta La Presa
      Conegliano – Valdobbiadene – Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Extra Dry Azienda Vitivinicola Il Colle Srl
      Valdobbiadene Prosecco Superiore 2023 Bisol1542 Relio Rive di Guia extra brut Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Bisol Desiderio & Figli srl
      Valdobbiadene Prosecco Superiore 2023 Bandarossa Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Extra Dry BORTOLOMIOL SPA
      delle Venezie DOP 2023 Pinot Grigio Delle Venezie DOC Cantina Danese Srl
      Bianco di Custoza 2023 Valle dei Molini Custoza DOC Cantine di Verona S.c.a.
      Custoza 2023 Custoza DOC CA’ VEGAR CANTINE VITEVIS SCA
      Gambellara 2023 Bocara Gambellara Classico DOC Cavazza società semplice agricola
      Valdobbiadene Superiore di Cartizze 2023 Valdobbiadene DOCG Superiori di Cartizze COL VETORAZ SPUMANTI Spa
      Valpolicella Ripasso Superiore Classico 2021 Sartori di Verona Regolo Valpolicella Ripasso DOC Classico Superiore Collis Heritage S.p.A.
      Valdobbiadene Prosecco Superiore 2023 La Fornarina Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Spumante Millesimato Extra Dry Contarini Vini e Spumanti Srl
      Prosecco Treviso Le Casere Prosecco DOC Treviso Spumante Extra Dry Contarini Vini e Spumanti Srl
      Valpolicella Ripasso Superiore 2021 Villa Annaberta Valpolicella Ripasso DOC Superiore Cottini SPA
      Valdobbiadene – Prosecco Martini Prosecco CUBE Communications
      Conegliano – Valdobbiadene – Prosecco 2023 Conegliano Valdobbiadene Brut Millesimato ORGANIC DIVIGNA società agricola s.s.
      Valpolicella Superiore Classico 2021 Bosan Valpolicella Doc Classico Superiore Gerardo Cesari
      Lugana 2023 Lugana DOP IWB ITALIA S.p.A.
      Prosecco 2023 Prosecco DOC Spumante Extra Dry IWB ITALIA S.p.A.
      Prosecco 2023 Prosecco DOC Rosé Spumante Extra Dry Millesimato IWB ITALIA S.p.A.
      Prosecco 2023 Prosecco DOC Spumante Rosè extra dry IWB ITALIA S.p.A.
      Prosecco 2023 Prosecco Asolo Spumante DOCG La Marca Vini e Spumanti SCA
      Prosecco 2022 Prosecco Spumante DOC La Marca Vini e Spumanti SCA
      Prosecco Treviso La Marca Prosecco DOC Treviso Brut La Marca Vini e Spumanti SCA
      Veneto 2023 Oropasso Veneto IGT Mabis Srl
      Lugana 2023 Giulio Pasotti Lugana DOP MACK & SCHUHLE ITALIA
      Prosecco 2023 Allini Prosecco Spumante DOC Magnum MACK & SCHUHLE ITALIA
      Prosecco Asio Otus Prosecco DOC MGM Mondo del Vino SPA
      Prosecco Asio Otus Prosecco Rose DOC Brut MGM Mondo del Vino SPA
      Prosecco 2023 “Luxury Collection” Prosecco DOC Rosé Extra Dry Mionetto S.p.A. Con Unico Socio
      Valdobbiadene Prosecco Superiore “Morona De Gastaldis” Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Extra Brut Mionetto S.p.A. Con Unico Socio
      Recioto della Valpolicella 2022 Recioto della Valpolicella DOCG “Pietro Junior” Pietro Zardini
      Colli Euganei Colli Euganei Moscato Spumante DOC PODERE ALLA QUERCIA SOC. AGR.
      Prosecco Treviso Argeo Ruggeri & C. Srl
      Valdobbiadene Prosecco Superiore Prapian Col de l’Utia Prosecco DOCG Valdobbiadene Brut Sacchetto Srl
      delle Venezie DOP 2023 La Fariella Seduzione Nera Pinot Grigio DOC Delle Venezie Sacchetto Srl
      Valdobbiadene – Prosecco 58 Valdobbiadene DOCG Rive di Combai brut SERRE SRL
      Valdobbiadene Prosecco Superiore Valdo Marca Oro Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Spumanti VALDO Srl
      Valdobbiadene – Prosecco Valdo BIO Prosecco DOC Biologico Spumanti VALDO Srl
      Prosecco Treviso Valdo Tenuta La Maredana Prosecco Treviso DOC Spumanti VALDO Srl
      Prosecco Valdo Etichetta Nera Prosecco DOC Extra Dry Spumanti VALDO Srl
      Valpolicella Ripasso Superiore Classico 2021 Ripasso Valpolicella Classico Superiore DOC Tommasi Viticoltori s.s. agricola
      Conegliano – Valdobbiadene – Prosecco Superiore 2023 Valdobbiadene Prosecco Superiore Spumante DOCG Millesimatte Extra Dry Millesimato Vigne Matte s.r.l.
      Lugana 2023 Villabella Lugana Vigneti Villabella
      Valpolicella Ripasso Superiore 2020 Ripassa Valpolicella Ripasso Superiore Doc Zenato Azienda Vitivinicola srl
      Lugana 2023 Zonin Lugana DOC Zonin1821
      Amarone della Valpolicella Classico 2021 Amarone della Valpolicella DOCG Classico
      Punti Ponti Rosato Frizzante Enopartner Italia srl
      2023 Le Chiassaie Vino Spumante Brut Fattoria La Vialla di G.A.& B.Lo Franco Soc. Agr. Semplice
      2023 Cà dell’Oro Vino Spumante Rosé Brut Metodo Ancestrale Fattoria La Vialla di G.A.& B.Lo Franco Soc. Agr. Semplice
      2022 LeBollé Blanc De Blancs Brut Losito e Guarini srl
      SCAVI & RAY Moscato Frizzante MBG International Premium Brands GmbH
      2023 Ribolla Gialla Spumante Brut Società Agricola Cimolai srl
      Santa Tresa Il Frappato Vino Spumante BIO BRUT THE WINE PEOPLE S.r.l.
      Lo Stivale Vino Pellegrino
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      Mundus Vini Summer Tasting 2024: più giovani degustatori, più giudizi moderni

      Mundus Vini Summer Tasting 2024: più giovani degustatori, più giudizi moderni. Photo Credit: AD LUMINA

      EDITORIALE – Chiude con un successo forse mai così fragoroso Mundus Vini Summer Tasting 2024, edizione estiva del concorso enologico internazionale organizzato dalla casa editrice Meininger Verlag, a Neustadt an der Weinstrasse, in Germania (29 agosto-1 settembre, qui i risultati dell’Italia). “Fragoroso” perché il quartetto composto da Ulrich Fischer, Robert Joseph, Christian Wolf e Kirk Bauer, insieme con Andrea Meininger-Apfel e Christoph Meininger, è riuscito ad andare ben oltre la degustazione di 3.914 vini da 39 Paesi (in testa l’Italia con 1.130 vini) da parte di 119 giudici internazionali di 32 diverse nazionalità. Dalla Germania arriva infatti più di un messaggio forte e chiaro all’intero settore. Il primo, scusate la franchezza, è la necessità di “sfoltimento” generazionale della critica enologica internazionale. Ma si è anche discusso, senza giri di parole, delle derive allarmistiche sull’alcol e dei nuovi trend di consumo. Vediamo i temi, punto per punto.

      GIUDICI PIÙ GIOVANI A MUNDUS VINI: COSA CAMBIA?

      Circa una ventina di giudici di età avanzata (uguale o maggiore a 70 anni) sono stati sostituiti da esperti del settore più giovani, al Mundus Vini Summer Tasting 2024. Si tratta per lo più di professionisti europei, di età compresa fra i 30 e i 40 anni. Nella commissione che ho avuto l’onore di presiedere quest’anno, ben due giovani membri hanno fatto il loro esordio assoluto al concorso (peraltro due donne, dettaglio rilevante in termini di “quote rosa”). L’età media del mio tavolo è così scesa a circa 40 anni (quattro membri su 5 sotto i 40 anni, uno di 65 anni), in perfetta armonia con il vento di ringiovanimento deciso dal board di Meininger Verlag e in controtendenza con le edizioni passate. I “giudici senior” rimasti a casa erano stati premiati sul palco di Mundus Vini in occasione della Spring Edition dello scorso febbraio, per il loro impegno sin dagli esordi del concorso.

      Ma cosa è cambiato, a livello pratico? Secondo il mio personale avviso, il concorso ha fatto un passo da gigante quest’anno, soprattutto nella corretta valutazione di vini più freschi, dotati di acidità vibranti e di un profilo meno condizionato da sovra concentrazioni, alcol ed utilizzo di barrique nuove o chips. Una riprova? Lo straordinario flight di Chianti Classico che ha visto premiate – almeno al nostro tavolo – espressioni tanto tipiche quanto “verticali” della denominazione, che come altre si sta orientando verso un profilo che premia la bevibilità, senza per questo rinunciare a tipicità, carattere e capacità di affinamento. Stessa storia per i Nebbiolo da Barolo o, restando in Piemonte, per alcune Barbera d’Asti e Barbera d’Alba. Da innamorarsi, a maggioranza assoluta, certi Ciliegiolo della Toscana, in compagnia di varietà autoctone in ascesa come il Pugnitello.

      L’OTTIMA PERFORMANCE DEI VINI… “MODERNI”

      L’Italia si è comportata molto bene anche con il Prosecco Rosé, mai così “croccante” (!) e leggibile sui descrittori floreali e fruttati del Pinot Nero, nel matrimonio sensoriale con la Glera. Impressionante, peraltro, l’uniformità tra i diversi campioni di Prosecco Doc “in rosa” (ho scritto “uniformità”, non “standardizzazione”). È il segnale di una base produttiva che sa dove andare, in locomotiva, alla conquista dei mercati internazionali (alzi la mano, a proposito, chi non ha ancora compreso le ragioni pratiche del successo del Prosecco, a livello intergalattico; sì, proprio così: probabilmente gli extraterrestri non vivono d’acqua, ma un giorno ritroveremo tra le mani di ET una bottiglia di spumante Made in Veneto, o Friuli…).

      Non hanno fatto “paura”, ai giudici, Fiano e Falanghina tesi e salini, minerali e bilanciati nella componente alcolica. Così come hanno convinto, e parecchio, alcuni splendidi “Super Romanian” base Feteasca Neagra, capaci di abbinare frutto, corpo, beva e capacità di invecchiamento. O i Cabernet Sauvignon dell’Australia, senza sovra estrazioni ormai da qualche annetto senza risultare affatto “vuoti”, al pari degli uvaggi Tempranillo-Garnacha-varietà bordolesi dalla Cariñena (Spagna), piacevolmente freschi e liberati dalle intemperanze della loro tradizionale robustezza alcolico-estrattiva. D’altro canto, nessuna paura per le interpretazioni innovative di una varietà molto tannica, come il Saperavi della Georgia, altra grande, positiva sorpresa dell’edizione estiva di Mundus Vini.

      Il gruppo di giovani produttori tedeschi del Palatinato, Die Junge Pfalz, al Mundus Vini Summer Tasting 2024. Sotto: Lukas Hammelmann e lo spumante senz’alcol “Freepearl” di Weingut Holz-Weisbrodt

      PIÙ GIOVANI… CON I GIOVANI DI DIE JUNGE PFALZ

      Esempi, questi, utili a comprendere come sia utile «andare avanti ed evolversi» – queste le parole utilizzate da Christian Wolf per spiegare il ricambio generazionale in corso a Mundus Vini – anche tra chi giudica i vini alla cieca ad un concorso. Perché nel calice di ogni giurato si possono trovare descrittori capaci di richiamare viaggi, scoperte ed assaggi quotidiani recenti, aggiornati; oppure frontiere stilistiche internazionali che faranno la storia del settore e determineranno il successo (e la sopravvivenza) di determinate regioni vinicole, sconosciute a palati stagni e a gambe ormai stanche di essere curiose.

      A completare la “vista sul futuro” del Summer Tasting 2024, il pomeriggio di assaggi dei vini di Die Junge Pfalz, il gruppo dei giovani produttori del Palatinato (vedi le foto sopra), con un vino più buono dell’altro (su tutti, segnatevi Riesling Zeiskamer Klostergarten trocken, Chardonnay Hochstadt Roter Berg trocken e Spätburgunder Hochstadt Roter Berg trocken del giovanissimo Lukas Hammelmann, distribuito in Italia da Ca’ di Rajo Group e presente in città come Milano da Cantine Isola). Per il board di Mundus Vini, in definitiva, solo applausi. Un esempio da seguire, in ogni angolo del pianeta (Italia compresa).

      LE DERIVE ALLARMISTICHE SUL CONSUMO DI ALCOLICI

      Secondo e ultimo tema “extra degustazione” del Mundus Vini Summer Tasting 2024 è stato la presa di posizione decisa e ferma del gruppo editoriale tedesco Meininger e del board del concorso contro le derive allarmistiche sul consumo di alcolici. Christoph Meininger e Christian Wolf si sono scagliati senza mezze parole contro il fronte anti-vino «che non distingue tra il consumo responsabile e l’abuso di alcolici». Da qui l’invito a tutti i giudici presenti a farsi «ambasciatori della cultura del vino, settore dal quale dipendono le sorti di centinaia di migliaia di lavoratori, nonché dell’intero indotto».

      Parole ferme, pronunciate sia sul palco di Mundus Vini, prima dell’avvio dei lavori, sia nel pomeriggio alla Weingut Holz-Weisbrodt, cantina di Weisenheim am Berg che interpreta in maniera eccellente uno dei trend del 2024 del vino internazionale: la produzione di vini dealcolati. Lo spumante senza alcol “Freepearl” ricorda la mela verde e gli agrumi, su sottofondo esotico sferzato da un perlage piuttosto elegante per la categoria, ed è stato premiato in precedenti edizioni di Mundus Vini con la medaglia d’argento. Una buona alternativa al vino. Se proprio ce ne fosse bisogno.

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      Perché la Sicilia naviga a “V.I.S.T.A.” sul Lucido (Catarratto)?


      È arrivato il momento del Lucido, ovvero del Catarratto. Dopo Grillo e Nero d’Avola, il Consorzio Doc
      Sicilia fa squadra con Assoenologi Sicilia e con l’Irvo – Istituto Regionale del Vino e dell’Olio promuovendo il progetto V.I.S.T.A. – Valorizzazione Innovativa e Sostenibile dei Terroir delle varietà Autoctone, che vede protagonista il vitigno a bacca bianca tipico siciliano, che vanta ben 32 mila ettari vitati sull’isola. Il presidente del Consorzio, Antonio Rallo, non ha dubbi: «Le potenzialità del vitigno Lucido sono davvero molto elevate e le sperimentazioni svolte finora lo stanno confermando. Stiamo lavorando con impegno congiuntamente ad Assoenologi sul fronte della vinificazione. Oggi – assicura – abbiamo la possibilità di condividere con il mondo della produzione gli esiti del lavoro finora svolto nell’ambito del progetto V.I.S.T.A. Lucido».

      LUCIDO-CATARRATTO, TRA CRISI DELLA COOPERAZIONE E RILANCIO

      La scelta non ricade certo casualmente sul Catarratto, etichettabile con il suo sinonimo ufficiale “Lucido”, sin dal 2018. La maggior parte degli ettari vitati andati perduti in Sicilia negli ultimi 40 anni è proprio ascrivibile al vitigno oggi al centro delle attenzioni di diverse organizzazioni e dei rappresentanti dei produttori, a vario livello. A detenere gli ettari perduti erano principalmente i soci delle diverse cooperative vinicole che operano in Sicilia.

      È proprio su indicazione del sistema cooperativistico siciliano che la Doc Sicilia – forte altresì del favore di Assovini – acconsentì all’introduzione del sinonimo “Lucido”, considerato più facile da pronunciare e da ricordare, soprattutto dai consumatori stranieri (in chiave export e turismo). Oggi ecco l’importante passo avanti che vede unito, ancora una volta, il sistema vino della Sicilia, in un momento complicatissimo per la cooperazione vitivinicola siciliana.

      V.I.S.T.A. LUCIDO: RICERCA E SPERIMENTAZIONE SUI VITIGNI AUTOCTONI SICLIANI

      Antonio Sparacio, dirigente dell’unità operativa Ricerca e Sperimentazione dell’Irvo, conferma appunto che il futuro della Sicilia passa anche dal vitigno autoctono sinora rimasto all’ombra del Grillo. «La filosofia del progetto V.I.S.T.A. – dichiara – è la valorizzazione innovativa e sostenibile dei terroir delle varietà autoctone e, nello specifico, del Lucido. Le attività si svolgono sia in campo, per fare fronte agli effetti del cambiamento climatico, sia in cantina, per valorizzare il profilo gustativo e aromatico del Lucido. I protocolli applicati in sede di sperimentazione saranno ora trasmessi alle aziende che li applicheranno a produzioni più vaste, per ampliare la portata della ricerca».

      Il coinvolgimento dei winemaker siciliani è un nodo cruciale del progetto. «La collaborazione di Assoenologi Sicilia con il Consorzio di tutela vini Doc Sicilia – assicura Giacomo Manzo, presidente di Assoenologi Sicilia – è molto forte e si basa sul comune obiettivo di migliorare il riconoscimento nel mondo del patrimonio vitivinicolo della Regione». Il tutto in un momento in cui i vini bianchi volano sui mercati, rispetto ai vini rossi. A sottolinearlo è Giuseppe Bursi, vicepresidente del Consorzio Doc Sicilia: «In un momento positivo per i vini bianchi, come testimoniano i numeri del Grillo che nell’ultimo anno ha visto incrementare del 15% il confezionato – spiega – è importante fare il possibile per inserire in questo trend anche il Catarratto-Lucido, che rappresenta un terzo del vigneto siciliano».

      BURSI: «LUCIDO-CATARRATTO PER SOSTENERE LA COOPERAZIONE SICILIANA»

      «Dare nuovo impulso a questa significativa porzione di produzione regionale – aggiunge Bursi – significa intervenire a sostegno dell’intera produzione enologica della regione, sostenendo anche l’intero comparto della cooperazione. Lo sforzo di analisi svolto dal Consorzio sulle zone di produzione e sulle soluzioni tecniche per la valorizzazione del Lucido può dare una spinta significativa a tutto il settore vinicolo regionale». Migliorare la qualità e crescere sul fronte degli imbottigliamenti, dunque. Ma non senza logica.

      Come precisa l’altro presidente del Consorzio Doc Sicilia, Filippo Paladino: «L’obiettivo di definire gli areali più vocati per la produzione di Lucido consente di andare incontro alle preferenze dei consumatori. Al di là delle differenze tra diversi areali, le degustazioni dimostrano che il vitigno ha oggi forti caratteristiche identitarie, che sono confermate da tutte le sperimentazioni svolte».

      LA VERSATILITÀ DEL VITIGNO LUCIDO-CATARRATTO

      Giuseppe Figlioli, enologo e componente del Cda del Consorzio, sottolinea la «grande versatilità del Lucido», che si sta dimostrando «in grado di interpretare vini fermi, anche da evoluzione, vini spumanti Charmat (Metodo italiano), oltre a «buone espressioni con metodo classico». «Nel primo anno di ricerca – evidenzia Figlioli – abbiamo applicato a vini diversi lo stesso protocollo, per poter evidenziare le differenze esistenti tra i diversi areali e confermare la grande versatilità del vitigno. L’obiettivo del progetto V.I.S.T.A. Lucido è promuovere uno stile di vino che possa dare, appunto, “vista” al vino siciliano in tutto il mondo».

      [credits foto di copertina Azienda agricola Rallo – Marsala]

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      Export, Osservatorio Uiv-Vinitaly: giugno dimezza la crescita del vino italiano


      L’export del 1° semestre nei Paesi terzi si mantiene in terreno positivo per il vino italiano. Con quasi 4,7 milioni di ettolitri esportati tra gennaio e giugno e un consuntivo dei sei mesi a 2,1 miliardi di euro, l’extra-Ue si conferma così la piazza-locomotiva del mercato, a fronte di una domanda comunitaria sin qui sensibilmente più fredda. Ma, come previsto dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly che ha elaborato gli ultimi dati export ufficiali relativi ai top 12 Paesi della domanda, si assiste a un progressivo rallentamento reso ancora più evidente da un ultimo mese molto negativo (-10% volume e -7% valore la variazione tendenziale per sparkling e imbottigliati fermi e frizzanti, con un -13,5% nelle quantità per questi ultimi). Rispetto ai primi 5 mesi 2024, il totale volume del semestre è passato da +10% di maggio a +6,3% di metà anno, mentre a valore il dato passa da +7,3% a +4,7%.

      Tutti i top 12 Paesi della domanda extra-Ue – a eccezione di Sud-Corea, Messico e Australia – registrano nell’ultimo mese un arretramento degli ordini di vini in bottiglia fermi e frizzanti tricolori, che chiudono così il semestre dimezzando la crescita volumica registrata appena 30 giorni prima (+4,4% vs +8,5%), con i valori che da +6% scendono a +3,5%. In contrazione, ma meno marcato, il trend sin qui molto positivo degli spumanti, i cui volumi esportati passano da +18% a +14,5%, con i valori da +12,3% a +9,3%. Il prezzo medio complessivo del semestre si attesta su un tendenziale di -1,5%.

      Oltre ai prevedibili acquisti in picchiata di Russia (-25%) e Giappone (-10%) – che avevano registrato un cospicuo anticipo degli ordini nel primo quadrimestre -, nel mese di giugno l’Osservatorio Uiv-Vinitaly rileva performance a volume in rallentamento significativo in particolare per Regno Unito (-15%), Svizzera (-12%), Canada (-18%) e Cina (-12,5%). Segnali di stanchezza anche dagli Usa (-4,8%, con +1% a valore), che nel semestre rimangono in terreno positivo pur con una crescita – sostenuta dagli spumanti – meno evidente (da +4,5% di maggio a +2,9% di giugno). Sul mercato americano, l’ultimo mese ha infatti accentuato la forbice tra la domanda di imbottigliati fermi e frizzanti (-9% a volume il tendenziale del mese di giugno) e quella relativa agli sparkling (+5%).

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      Piogge, notti tropicali e frane: la vendemmia 2024 del Prosecco Conegliano Valdobbiadene


      Duecentonove case spumantistiche, 439 vinificatori e 3300 famiglie di viticoltori
      del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg stanno per dare inizio alla vendemmia 2024.
      Il clima è da anni la grande sfida dei viticoltori che ormai però denotano abilità e preparazione tecnica nell’affrontare eventi anche estremi. Da un punto di vista metereologico, il 2024 è stato caratterizzato da una primavera molto piovosa (oltre i 50 mm, il triplo rispetto alla media), in particolare i mesi di aprile e maggio (dal 1959 ad è successo nel 2013, 2019, 2021 e quest’anno).

      UN PIANO PER IL RECUPERO DELLE RIVE DEL CONEGLIANO VALDOBBIADENE

      La pioggia, associata alle basse temperature, ha però frenato l’eccesso vegetativo della pianta, causando tuttavia micro frane, in particolare sulle Rive. Contro questo fenomeno franoso, il Consorzio sta mettendo in cantiere un progetto per sistemare i versanti più interessati a questo fenomeno, con sistemi di ingegneria naturalistica e così per rendere al più presto sicure e produttive le preziose Rive.

      LE NOTTI TROPICALI SMORZANO L’ACIDITÀ

      Un altro fenomeno metereologico recente e che impatta sulle uve sono le “notti tropicali”: quelle in cui la temperatura supera i 20°C, in un contesto climatico di 30°C durante il giorno, con addirittura 15 giorni (sino ad oggi) oltre ai 35° C. Queste temperature, in particolare le notti troppo calde, hanno portato a registrare nel mese di luglio e nei primi giorni di agosto un’acidità inferiore alle attese.

      VENDEMMIA 2024 PROSECCO CONEGLIANO VALDOBBIADENE: QUANTITÀ E QUALITÀ

      Ad oggi, dalle analisi sulle uve, emerge una situazione tornata nei parametri utili alla raccolta, che comunque sarà anticipata proprio per assicurarsi di portare in cantina uve che presentino un corretto equilibrio tra acidità e quindi freschezza e grado zuccherino. In termini di produzione, il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg si aspetta «una raccolta ovviamente non superiore ai limiti posti dal disciplinare, con grappoli spargoli e acini di dimensioni inferiori per via delle condizioni metereologiche».

      CONEGLIANO VALDOBBIANESE: FINO A MILLE ORE DI LAVORO PER ETTARO ALL’ANNO

      Le caratteristiche del territorio, contraddistinto da pendii molto ripidi e da saliscendi difficilmente accessibili ai macchinari, fanno sì che nel Conegliano Valdobbiadene vengano richieste fino a 1000 ore per ettaro l’anno di lavoro manuale. «Anche per questo – sottolinea il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg – la vendemmia eroica rappresenta il momento di massimo impegno dei viticoltori del territorio che si affronta con passione e dedizione».

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      Alta Langa, Giovanni Carlo Bussi: «Vendemmia 2024? Cruciale il ruolo del viticoltore»


      «Vendemmia 2024 dell’Alta Langa? Siamo fiduciosi che possa essere un’ottima annata. Grazie al costante impegno dei nostri viticoltori, le uve sono belle e sane. In un contesto in cui le condizioni climatiche sono meno prevedibili, il ruolo del viticoltore è sempre più cruciale». Lo assicura Giovanni Carlo Bussi, vicepresidente del Consorzio Alta Langa, che raggruppa i produttori degli spumanti metodo classico che si promuovono sui mercati e tra gli appassionati come “Alte Bollicine piemontesi“. La vendemmia 2024 dell’Alta Langa è cominciata con la raccolta dei primi grappoli di Pinot nero, nei giorni scorsi. Proseguirà quindi con le uve Chardonnay.

      In vista della raccolta, il Consorzio Alta Langa ha avviato sin dai mesi scorsi una serie di appuntamenti dedicati ai soci, al fine di diffondere la conoscenza delle migliori tecniche agronomiche in vigneto e consolidare gli alti livelli qualitativi delle uve destinate a diventare Alta Langa Docg. Salvo qualche lieve riduzione di resa dovuta alle condizioni meteorologiche instabili nel momento della fioritura, quello che si attende è un raccolto quantitativamente nella media e con una buona qualità delle uve.

      VENDEMMIA 2024 ALTA LANGA: LE CONDIZIONI CLIMATICHE

      La stagione è stata caratterizzata da un innalzamento delle temperature a inizio primavera, seguito da un periodo alquanto piovoso e fresco. Le precipitazioni sono state circa il doppio della media, rendendo l’annata agricola 2024 la più piovosa degli ultimi 67 anni. Nei vigneti delle province di Asti, Cuneo e Alessandria l’esperienza e la tempestività di intervento dei viticoltori sono dunque state ancor più fondamentali per scongiurare la comparsa di fitopatie.

      Con l’arrivo dell’estate, le condizioni si sono ristabilizzate, consentendo una regolare maturazione delle uve. Ciò ha collocato il periodo di vendemmia tra l’ultima decade di agosto e l’inizio di settembre. In particolare, la vendemmia 2024 dell’Alta Langa è iniziata nelle zone più precoci e assolate di Strevi (Alessandria), Serralunga d’Alba (Cuneo) e Castel Rocchero (Asti). Nei prossimi giorni la raccolta entrerà nel vivo risalendo i vigneti a quote collinari via, via più elevate. È il caso di Roddino (CN) e Bossolasco (CN), dove l’invaiatura non è ancora completata.

      IL SUCCESSO DELL’ALTA L’ALGA

      Il Consorzio Alta Langa vanta oggi oltre 70 case spumantiere aderenti, 440,5 ettari di vigneti e 3,2 milioni di bottiglie prodotte in occasione della vendemmia 2023. Nel 2002, l’Alta Langa ottenne il riconoscimento di prima Doc piemontese dedicata al metodo classico. Un vero e proprio traguardo enologico, con l’obiettivo di «far crescere il territorio nel rispetto della grande storia vinicola che lo contraddistingue, portando la vigna dove un tempo era marginale per riuscire a valorizzarne al meglio l’unicità nel pieno rispetto delle singole entità produttive».

      A seguire, nel 2011, l’Alta Langa otterrà la Docg retroattiva al millesimo 2008. Caratteristica distintiva dell’Alta Langa è quella di essere prodotto con uve Pinot nero e Chardonnay, in purezza o insieme, esclusivamente millesimato. Ogni etichetta riporta infatti l’anno della raccolta delle uve. Può essere bianco o rosé, brut o pas dosé. Ma avrà sempre, come prevede il rigoroso disciplinare, non meno di 30 mesi di affinamento sui lieviti.

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      Dino Taschetta, Colomba Bianca: «La Sicilia può diventare salotto buono del vino italiano»


      Un’estate diversa, col fiato sospeso. È alle prese con il tentativo di salvataggio di Cantine Europa, il presidente di Colomba Bianca, Dino Taschetta. I risultati della vendemmia 2024, che si prevede molto scarsa in Sicilia per via della siccità, sarà determinante per le sorti della cooperativa di Petrosino (Trapani), a cui ha teso la mano una realtà – per l’appunto Colomba Bianca – che, invece, macina successi sui mercati ed è arrivata ad assestarsi ai primi posti in Italia per crescita della quota export. All’orizzonte, anche una possibile fusione tra le due cooperative siciliane. L’intervista al presidente di Colomba Bianca, Dino Taschetta.

      Presidente Taschetta, da quanto si sta occupando del caso Cantine Europa?

      La cantina sta attraversando un periodo complicato perché i soci devono ancora ricevere i pagamenti del 2022. Un gruppo di questi soci ha raccolto le firme e ha sfiduciato il consiglio d’amministrazione, eleggendone uno nuovo che si è ritrovato di fronte una situazione complicata. Quindi sono venuti a cercarmi. So che hanno parlato anche con altri. La proposta di Cantine Europa era quella di fare una fusione con noi, dunque con Colomba Bianca.

      La fusione tra Cantine Europa e Colomba Bianca sarebbe stata un’operazione sostenibile?

      Per una fusione ci vogliono i dati, ci vuole tempo. Bisogna studiare le carte. Non si inizia un percorso se non si sa dove andare a parare. Quindi, siccome considero il problema grosso, ho proposto di iniziare dividendolo a “pezzetti”. Il primo pezzetto è la salvaguardata della produzione, dando così una sicurezza ai soci che rischiavano di fuggire tutti.

      Da qui l’idea di salvare in primis la vendemmia 2024 di Cantine Europa, corretto?

      Esattamente. Abbiamo proposto ai loro soci di diventare, per ora temporaneamente, anche nostri soci. Facciamo la vendemmia e gli garantiamo sia l’anticipo, sia il pagamento delle uve, come Colomba Bianca. Nel frattempo, per cercare di dare continuità all’azienda, abbiamo deciso di condurre le operazioni di raccolta nel loro stabilimento.

      Ma di che quantità parliamo, presumibilmente?

      Tenga conto che Cantina Europa, fino a 7-8 anni fa, era la cantina siciliana più grande, lavorando oltre 600 mila quintali di uva. Numeri enormi. Avevano 5 mila ettari prima che alcuni soci li abbandonassero. Quelli che hanno già aderito alla nostra proposta lavorano circa 2 mila ettari e non so fino a che cifre arriveremo. Noi faremo la vendemmia, pagando il conto lavorazione. E, nel frattempo, c’è da indire un tavolo tecnico per capire come affrontare il futuro. Lì ognuno deve fare la propria parte, oltre a capire se si vuole arrivare al salvataggio di Cantine Europa nella sua autonomia, o in eventuale fusione con noi.

      Colomba Bianca e i suoi soci gradirebbero la fusione con Cantine Europa?

      Bisogna stare molto attenti. Colomba Bianca è in una situazione equilibratissima. Ma, da presidente, ho il dovere di stare coi piedi per terra, dunque vedremo. A mio parere bisognerà attivare sicuramente un po’ di ammortizzatori sociali. Cantine Europa ha 25 dipendenti che noi non possiamo assorbire e assumere. Ma la cosa principale è capire quanta uva porteranno i loro soci in questa vendemmia 2024.

      Qual è la soglia che garantirebbe una certa sostenibilità all’azienda?

      Con 150 mila quintali potremmo cominciare a progettare qualcosa. Se ne portano meno, tutto diventa più complicato e sarà un problema. Ma per la Sicilia, la vendemmia 2024, è forse la peggiore della storia.

      La quantità che sarà conferita dipende quindi più dalle condizioni climatiche o dai soci?

      Dipenderà più dalle condizioni della vendemmia 2024, siamo alle prese con la siccità. Secondo me, poi, loro hanno perso troppo tempo. I soci non si sentivano sicuri e hanno iniziato tempo fa a cercare altri lidi. Alcuni erano già venuti da noi, altri si sono mossi in altre cantine. Ognuno, quando inizia a perdere produzione, cerca di aiutarsi in tutti i modi.

      Per le cooperative, il vero patrimonio non sono i beni, ma i soci e le uve che vengono conferite. Tutte le attrezzature, i macchinari e gli immobili hanno valore sulla base delle uve che lavorano. Se non arriva uva, tutto perde di valore. Il vero problema di Cantine Europa è che è venuta a mancare, negli anni, la base sociale. La struttura era progettata per fare determinati volumi, molto, molto ingenti, che sono venuti a mancare.

      Mi sembra di poter dire che Cantine Europa è solo una delle punte dell’iceberg di una cooperazione vinicola italiana in crisi. Cosa ne pensa?

      Di fatto, è un po’ una situazione generalizzata. Se la politica non si rende conto di cosa può fare per il futuro, sarà un disastro. Vede, qui da noi si riempiono tutti la bocca di parole come turismo, questo e quell’altro. Ma se l’agricoltura non funziona, tutto il sistema rischia di andare in crisi. Al posto di fare ricerche di mercato e di sviluppo del settore, sembra si voglia trasformare la Sicilia in una centrale elettrica a cielo aperto. Pare che la gente non veda l’ora di togliere la vigna e mettere pannelli fotovoltaici e pale eoliche. Questo è un problema serio, altro che ponte sullo stretto. Qua ci vorrebbe un Piano Marshall per rendere irrigabile una buona parte dei terreni.

      La siccità rischia di dare una stangata mortale alla viticoltura in Sicilia?

      Non è possibile che abbiamo le rese più basse, in alcuni casi, di tutta Italia, e che ci ritroviamo però a competere sui mercati con chi fa 400 quintali ad ettaro. Tenga conto, così per darle a un numero, che quest’anno la Sicilia rischia di avere rese di 40 quintali all’ettaro. Una cifra assolutamente insostenibile. Si sta perdendo gran parte della produzione perché non abbiamo l’acqua per irrigare.

      In altre parti del mondo, i deserti si fanno diventare giardini: noi, i giardini, li stiamo facendo diventare deserti. È un meccanismo che chiede vendetta. Il 2024 è un anno con piovosità esageratamente basse. Ma solitamente, la Sicilia, è un territorio dove piove, d’inverno. Se costruissimo le infrastrutture, ovvero le dighe e le linee di distribuzione dell’acqua, rendendo irrigabili gran parte dei terreni, la Sicilia potrebbe davvero fare delle cose strepitose. Un tempo la Sicilia vendeva quantità. Oggi vende qualità.

      Eppure le dighe, in Sicilia, ci sono

      Su 52 dighe ce ne sono forse 45 che non possono riempirsi al massimo o perché non sono collaudate, o perché necessitano di manutenzione. È come se uno ha una Ferrari in mano, senza sterzo. Non si può gestire un’azienda mettendo il santino e sperando che Dio ci aiuti, facendo arrivare l’acqua al momento giusto. Bisogna che qualcuno capisca che ci vogliono progetti a lungo termine, seri, che salvaguardino la possibilità di arrivare alla soluzione.

      La scarsa produzione, del resto, è una minaccia per l’esistenza delle cantine, soprattutto quelle di grandi dimensioni e le cooperative. Come vi state organizzando?

      Normalmente facciamo rese medie di 70 quintali all’ettaro. Quest’anno ne faremo 40, ma si potrebbero fare benissimo 100 o anche 120 q/h, irrigando i vigneti, senza intaccare la quantità. La Sicilia ha perso 40 mila ettari di vigneto negli ultimi 30 anni. Se ne perde altri 30 nei prossimi 5 anni, è chiaro che tutto il sistema va in crisi. Mi vanto di dirigere una delle cooperative più solide che ci sono in Sicilia. Ma se manca la base sociale, perché i soci non ce la fanno più a campare con 40 quintali all’ettaro, pur pagati a cifre astronomiche, l’azienda perde la sua sostenibilità. È chiaro che, prima o dopo, si estirperà la vigna. Per mantenere il sistema, occorrono una serie di azioni che non possono essere demandate alle singole aziende: spettano alla politica.

      Eppure la priorità della politica per la Sicilia sembra il ponte sullo stretto di Messina

      Tutti quanti dicono che vogliono fare il ponte. Ma al 90% dei siciliani non frega niente del ponte! Chiaramente io non sono contro a quest’opera, attenzione. Per me lo possono anche fare. Ma ci sono delle priorità, perché i siciliani che devono andare a prendere quel ponte dal loro paese, possono impiegare anche 4 ore di macchina, con 25-30 interruzioni sul tragitto! E se invece, prima, si potenziassero viabilità e porti? Noi abbiamo bisogno di porti, di aeroporti, di infrastrutture e collegamenti che funzionano per portare i nostri prodotti nel mondo.

      Nonostante ciò, ci sono esempi “virtuosi” come quello della sua cooperativa, Colomba Bianca. Qual è il segreto?

      Sono presidente di Colomba Bianca da 27 anni. Come tutti, in Sicilia, abbiamo assistito a una diminuzione degli ettari a disposizione. Ma abbiamo sopperito inglobando altre aziende. Noi abbiamo cinque cantine e questo comporta una serie di costi importanti. Quindi bisogna ottimizzare. Tenga conto che, in un’annata normale, dovremmo pigiare almeno 500 mila quintali di uva. Senza considerare il lavoro che stiamo facendo con Cantine Europa e con altre realtà più piccoline, in occasione della vendemmia 2024 ne lavoreremo forse 300 mila. Ce la faremo, perché noi siamo strutturati, siamo riusciti a dare valore aggiunto, ci siamo posizionati su una fascia di prodotti più di fascia alta, quindi riusciamo a intercettare un mercato che, grazie ai ricavi, ci permette recuperare gli aumenti dei costi di produzione.

      Dunque il segreto, utilizzando un termine un po’ abusato, è la famosa premiumizzazione? Quali sono le quote Gdo-Horeca di cantina Colomba Bianca?

      Il 35-40% del nostro imbottigliato è destinato all’Horeca. La gran parte della prodizione Gdo è destinata all’estero. Siamo stati una delle aziende più performanti in Italia per incremento della quota estero, al settimo posto come performance. Vendiamo in tutto il mondo, in 40 Paesi, dagli Stati Uniti alla Cina, sia bottiglie che sfuso e Bag in Box. Voglio essere prudente: se ognuno facesse davvero la sua parte, la Sicilia, nel giro di 10 anni, potrebbe diventare il salotto buono del vino italiano.

      Invece, l’iniziativa è lasciata alla singola azienda, che da sola non può smuovere le montagne. Tutti noi dobbiamo fare di più, dobbiamo fare meglio, dobbiamo innescare circoli virtuosi per creare più ricchezza. Le storie di successo di diversi territori nel mondo sono sempre animate da visionari. Il Prosecco, 25 anni fa, era un vino che nessuno voleva, non lo conosceva nessuno. In Veneto hanno fatto dei bei progetti. Il governatore Luca Zaia è lontano mille miglia dal mio modo di concepire la politica: ma se l’avessimo avuto in Sicilia, forse avremmo avuto una situazione diversa.

      Resta dunque una certa preoccupazione

      Sono parecchio preoccupato per il breve termine. Ovviamente non per Colomba Bianca, che è un’azienda che sta crescendo. A me non piace essere il primo fra gli ultimi. Preferirei invece che tutto il sistema vino siciliano facesse di più e fosse guidato virtuosamente dalla politica, per trovare una strada di successo importante. Non è bello che ci siano poche aziende che vanno bene. È bello quando tutto il sistema vino va bene. Per far sì che questa situazione si avveri, occorrono una serie di condizioni.

      Qual è la sua ricetta per il sistema vino siciliano?

      Sono anni che dico che il mondo cooperativo è sottocapitalizzato. Quando ho iniziato il processo di capitalizzazione di Colomba Bianca mi sono messo contro centinaia di soci. Una volta nominato presidente, 27 anni fa, in occasione della seconda assemblea ho chiesto ai soci un miliardo di lire di aumento di capitale sociale. Avevo dei progetti e, per realizzarli, avevo bisogno dell’aumento. Mi sono dovuto imporre, dicendo che avrei rassegnato le dimissioni la mattina dopo, qualora il provvedimento non fosse stato votato.

      Per fortuna ho avuto la meglio e devo dire che quella è stata la nostra fortuna, perché l’aumento di capitale sociale ci ha permesso di partecipare a bandi e di sistemare l’azienda, mettendola a norma anche sul fronte della sicurezza. Abbiamo potuto acquistare il primo frigorifero, e non mi riferisco a quello della cucina. Provate oggi a vendere nel mondo un vino prodotto senza la gestione del freddo. Certi percorsi, insomma, vanno incentivati e inseriti all’interno di una visione più lunga.

      Quale futuro, dunque, per la cooperazione vinicola siciliana e nazionale?

      Il futuro è managerializzare sempre più le aziende. Non riesco a capire perché se dobbiamo andare da un medico cerchiamo il luminare; se dobbiamo andare da un avvocato cerchiamo quello che ha fatto più cause di successo; ma se dobbiamo gestire una cooperativa prendiamo un piccolo pallino qualunque e lo mettiamo là a gestire la cooperativa. Capisce che non può funzionare? Bisogna incentivare la managerializzazione delle aziende e trovare il sistema per favorire anche dei progetti di fusione, per andare nel mondo come colossi.

      “Piccolo” non sempre è “bello”: va bene l’azienda di famiglia, ma la cooperativa deve avere le spalle grosse. Inoltre, come detto, andrebbe incentivata la capitalizzazione. E bisognerebbe cercare di studiare dei meccanismi per andare nel mondo assieme, creando sinergie anche con altre regioni. Dobbiamo capire che i nostri competitor sono nel mondo, non tra i vicini di casa o in altre regioni italiane.

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      Gli Editoriali news news ed eventi

      Terre d’Oltrepò, vendemmia bollente: Callegari minaccia i soci e chiude Casteggio


      EDITORIALE –
      Estate bollente per le cooperative vinicole in Italia, con i casi di Moncaro, nelle Marche, e Cantine Europa, in Sicilia, che paiono sempre meno isolati. Nonostante le rassicurazioni del mese di luglio, la situazione starebbe rischiando di giungere a un punto di non ritorno anche a Terre d’Oltrepò, in vista della vendemmia 2024. La notizia è delle scorse ore. La cantina sociale, che opera su tre stabilimenti, si ritrova a dover fare i conti con «
      un’ulteriore riduzione delle quantità presenti nei vigneti e una diminuzione dei pesi» conferiti nei primi due giorni di raccolta delle uve. Per questo motivo, l’ad Umberto Callegari ha comunicato ai soci la chiusura dello stabilimento di Casteggio.

      «Sebbene il clima (inteso come meteo, ndr) sia fuori dal nostro controllo – scrive l’amministratore delegato in una missiva inviata ai soci di Terre d’Oltrepò – possiamo gestire la cantina in modo più efficiente, nell’interesse di tutti. Per questo motivo, a partire da venerdì 23 agosto compreso, la raccolta sarà concentrata esclusivamente nello stabilimento di Broni, anche per i soci di Casteggio (a 12 km di distanza, ndr). Questa decisione ci consentirà di risparmiare oltre 25 mila euro al giorno (equivalenti a circa 500 mila euro nell’arco della vendemmia). Ottimizzando così l’efficienza delle operazioni. Le attività nello stabilimento di Santa Maria continueranno regolarmente».

      Inoltre, il management della cooperativa oltrepadana ha deciso di posticipare di una settimana la produzione dei vini kosher. Ufficialmente, si legge, «per permettere la maturazione ottimale delle uve». «Agire con razionalità per massimizzare i guadagni dei soci – continua la missiva – è la scelta più corretta. Siamo certi della vostra collaborazione». La chiusura dei cancelli dello stabilimento di Casteggio per le operazioni di vendemmia – ovvero di uno dei tre poli di Terre d’Oltrepò/La Versa in provincia di Pavia – non sarebbe tuttavia dettata solo dal «clima fuori controllo».

      CALLEGARI ACCUSA I SOCI E MINACCIA: «TOLLERANZA ZERO»

      Ad ammettere ufficialmente il malumore dei soci della cooperativa Terre d’Oltrepò è nientemeno che l’ad Umberto Callegari, figlio del presidente in carica, Lorenzo Callegari. In un lungo comunicato apparso su un sito-web della provincia di Pavia, l’amministratore delegato della cantina sociale ipotizza comportamenti definiti nell’articolo «irresponsabili», ad opera di alcuni viticoltori della zona.

      «Per i disonesti e gli sparlatori – minaccia testualmente Callegari – ci sarà tolleranza zero. Stiamo parlando di pochi casi, ma non è giusto che rischino anche solo di depotenziare i risultati dell’onesto lavoro della maggioranza dei soci onesti e responsabili». L’ipotesi, avvalorata dal comunicato, è che i primi giorni di vendemmia abbiano «portato alla luce alcuni casi di pirateria ad opera di una minoranza che continua a minare la solidità del mondo cooperativo».

      UMBERTO CALLEGARI A MUSO DURO CON GLI INFEDELI. POI VA AL MEETING DI RIMINI

      «Alcuni viticoltori – si legge ancora – stanno già cercando di eludere l’obbligo di conferimento totale, vendendo le uve al di fuori dei circuiti cooperativi. Questi comportamenti irresponsabili, oltre a violare il patto che lega i soci alle loro stesse cooperative, rischiano di compromettere seriamente gli sforzi di rilancio intrapresi da Terre d’Oltrepò, la principale cooperativa vitivinicola del territorio». Le conseguenze a cui potrebbero andare incontro questi viticoltori? Sanzioni e azzeramento del saldo 2025. Nei mesi scorsi, come già riportato da winemag.it in un articolo finito duramente nel mirino della cooperativa, erano state decine le richieste di disdetta dei soci di Terre d’Oltrepò, per la stragrande maggioranza respinte dalla cantina.

      Nel frattempo, il Ceo di Terre d’Oltrepò è intervenuto ieri, 21 agosto, al Meeting di Rimini (qui il video integrale). Sostanzialmente, per parlare di sé. «Invitato» dagli organizzatori a dire la sua durante uno dei talk, Callegari ha raccontato la propria conversione da «manager mondiale» di una multinazionale dell’informatica ad amministratore delegato di Terre d’Oltrepò. Dopo una sorta di folgorazione sulla via di Damasco, dettata dal richiamo della (bisognosa, ha lasciato intendere senza mezzi termini) azienda della zona natia, il 42enne avrebbe accettato di «ridursi dell’80% lo stipendio». Un viaggio di ritorno (nelle terre dei padri) che rischia ora d’esser vano, se non arriverà uva in cantina. Ma, sempre da Rimini, ecco la rassicurazione: «Non credo che rischierò il burnout». Prosit.

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      Iniziata la vendemmia 2024 del Pinot Grigio nel Nordest: prezzo delle uve in aumento


      Al via la vendemmia 2024 del Pinot Grigio nel Nordest Italia, nel segno di una moderata positività. C’è chi ha già iniziato subito dopo Ferragosto, chi si accinge a raccogliere i primi grappoli in queste ore e chi invece prevede di iniziare la prossima settimana. D’altra parte, in un areale così vasto come quello della Doc Delle Venezie, la più estesa a livello nazionale con 27 mila ettari di vigneto – oggi il più grande modello di integrazione interregionale che include in un’unica denominazione d’origine le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia e la Provincia autonoma di Trento – gli andamenti stagionali, i volumi, così come il periodo vendemmiale non possono essere omogenei. In termini di valore, le prime quotazioni delle uve Pinot Grigio DOC Delle Venezie confermano un lieve incremento dei prezzi.

      PINOT GRIGIO DELLE VENEZIE: IL PREZZO DELLE UVE

      La vendemmia parte infatti da un prezzo delle uve pari a 0,53-0,58 euro/kg, contro i 0,50-0,55 euro/kg registrato nello stesso periodo della scorsa annata. «Si tratta di un incremento di valore che interviene tra l’altro dopo l’aumento della quota di produzione libera, pari a 140 quintali/ettaro, +10 quintali/ettaro rispetto alla stagione produttiva 2023», spiega Albino Armani, presidente del Consorzio di tutela Doc Delle Venezie. «Un risultato – continua – in controtendenza rispetto alla situazione media del settore vitivinicolo nazionale, particolarmente importante tenendo conto di un momento congiunturale di mercato nazionale e mondiale complesso, ma non casuale».

      Si tratta di un percorso di crescita della denominazione, appena iniziato, legato all’applicazione delle misure di governo dell’offerta deliberate dal Consiglio di Amministrazione del Consorzio, «che concorrono – precisa Armani – a mantenere una condizione di stabilità di mercato ed un rapporto qualità/prezzo che non trova paragoni, unito alle garanzie fornite dal contrassegno di Stato applicato su 230 milioni di bottiglie prodotte ogni anno».

      VENDEMMIA 2024 DEL PINOT GRIGIO: COSA ASPETTARSI

      «In un tale percorso – conclude Albino Armani – l’obiettivo è poter lavorare affinché tutte le categorie della filiera possano poter trovare riconoscimento e adeguata marginalità, condizione necessaria per portare avanti la propria impresa e lavorare con alti standard di qualità». Più in generale, come spiega Stefano Sequino, direttore del Consorzio di tutela DOC Delle Venezie, rispetto ai volumi, in alcuni territori è attesa una minore produzione. «Ma in tutto l’areale – precisa – riscontriamo soddisfazione rispetto al livello qualitativo delle uve Pinot Grigio raggiunto. Un risultato ottenuto grazie all’attenzione e al grande lavoro svolto in vigneto, che ha restituito uve sane e parametri chimico-fisici ottimali».

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      Caso Moncaro e Cantine Europa: l’estate calda delle cooperative del vino italiano


      È un’estate calda per il vino italiano, e non solo a causa delle alte temperature che stanno caratterizzando la vendemmia 2024. La crisi di due grandi cooperative, Moncaro nelle Marche e Cantine Europa in Sicilia, sta scuotendo il settore con ripercussioni che vanno ben oltre le due regioni. È la punta dell’iceberg di un settore malato, a partire dai suoi giganti cooperativi. E non si tratta di un male di stagione, una banale influenza. Piuttosto di una crisi strutturale. La cura potrebbe richiedere scelte impopolari. A rischio c’è il futuro commerciale e la reputazione internazionale di due vini bianchi italiani noti e apprezzati: Verdicchio dei Castelli di Jesi e Grillo.

      LA CRISI DI MONCARO SPIEGATA

      La situazione più clamorosa è quella di Terre Cortesi-Moncaro, un colosso fondato nel 1964 a Montecarotto, nel cuore dell’area del Verdicchio dei Castelli di Jesi, di cui produce una bottiglia su quattro. È la più grande cantina delle Marche, con 612 soci conferenti, 1.300 ettari vitati e un totale di 10 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, il 40% delle quali esportate all’estero. Un idolo dai piedi di argilla, che ha accumulato circa 25 milioni di euro di debiti con banche e fornitori, inclusi quelli di uve bianche e rosse. Non va meglio per i 58 dipendenti della cantina, rimasti a lungo senza stipendio prima dell’intervento dei sindacati.

      Le cause della crisi sarebbero da ricercare nell’aumento dei costi di produzione, dettati dall’elevato costo dell’energia e del vetro, ma anche dalla peronospora, che ha drasticamente ridotto la produzione di uva per la vendemmia 2023, soprattutto nelle regioni del centro Italia come Marche e Abruzzo, dove opera Terre Cortesi-Moncaro (a dire il vero, il governo italiano è intervenuto a sostegno dei produttori con consistenti fondi pubblici). Sotto accusa sono anche alcuni recenti investimenti della cooperativa, come la contestata acquisizione della cantina Villa Medoro, in Abruzzo: un investimento di 8,75 milioni di euro per espandere la produzione al Montepulciano d’Abruzzo.

      LE CAUSE DELLA CRISI MONCARO TERRE CORTESI

      La situazione è precipitata lo scorso febbraio, con la sfiducia dell’intero consiglio di amministrazione della cooperativa, che ha portato alla rimozione dello storico presidente Doriano Marchetti (dopo 25 anni alla guida) e all’ingresso di Donatella Manetti, ora al comando. Dall’inizio di agosto, Moncaro opera sotto la supervisione del commissario giudiziale Marcello Pollio, nominato dal tribunale proprio per risolvere le controversie tra l’azienda e i suoi creditori che, assicura, “saranno pagati”.

      Ed è così che l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt), per salvaguardare il mercato, ha avviato lo stoccaggio del Verdicchio Castelli di Jesi Doc (resa massima di 140 quintali per ettaro), partendo da 110 quintali, con un “blocco” fino a 30 quintali per ettaro. La misura, valida per ora fino al 30 giugno 2025, è legata a una vendemmia che si prevede con volumi superiori a quella precedente. È un modo per intervenire, in anticipo, sulla situazione di incertezza creata dal crollo di Moncaro, che potrebbe avere ripercussioni drammatiche sul Verdicchio dei Castelli di Jesi e sulle quantità immesse sul mercato.

      VERDICCHIO, I TIMORI DELL’ISTITUTO MARCHIGIANO TUTELA VINI

      «La crisi di Moncaro e, in secondo luogo, le difficoltà economiche – spiega il presidente dell’Imt, Michele Bernetti – ci hanno costretto a trovare misure di equilibrio per proteggere le nostre aziende da potenziali speculazioni. A rischio non è solo la sostenibilità delle imprese e dei produttori, ma anche il riconoscimento internazionale di un territorio vinicolo di qualità. La priorità del Consorzio resta la difesa del valore, oltre che della qualità, della denominazione. Per riequilibrare il mercato, oggi è più che mai necessario agire con strumenti di governo dell’offerta, strumenti adottati, tra gli altri, da diverse denominazioni a livello internazionale».

      LA CRISI DI CANTINE EUROPA

      Non va meglio in Sicilia, dove una cooperativa vinicola, Colomba Bianca, ha annunciato il suo intervento per salvare un potenziale concorrente, Cantine Europa di Petrosino (Trapani), un’altra importante cooperativa agricola nella produzione di uve Grillo, per la vendemmia 2024. Una cantina “in grande difficoltà economica” e bisognosa di un nuovo piano industriale, su cui il nuovo consiglio di amministrazione sta già lavorando. La vicenda è molto simile a quella di Moncaro, con la sfiducia del vecchio consiglio di amministrazione avvenuta a giugno e che ha portato all’elezione di un nuovo presidente, Vito Pipitone, dopo l’allontanamento di Nicolò Vinci.

      Tra i primi provvedimenti c’è stata la partnership con Colomba Bianca. Gli obiettivi? Completare la vendemmia 2024, mantenendo aperti gli impianti produttivi e valorizzando le uve dei 1.500 soci conferenti, che coprono un’area vitata di 6.000 ettari tra Mazara del Vallo, Marsala e Salemi. Tutto questo in attesa di un accordo con i sindacati per garantire gli stipendi ai 25 dipendenti della storica cantina, fondata nel 1962.

      COLOMBA BIANCA TENTA IL SALVATAGGIO DI CANTINE EUROPA

      «Siamo stati contattati più volte dal consiglio di amministrazione di Cantine Europa – sottolinea Dino Taschetta, presidente di Colomba Bianca – per esaminare la possibilità di una collaborazione. Hanno visto in noi un potenziale interlocutore per affrontare in modo deciso le tensioni e le criticità che rischiano di far affondare una storica cantina, fortemente legata alle sue tradizioni. Abbiamo deciso di non tirarci indietro, rendendoci disponibili e non sottraendoci all’aiuto necessario». La priorità ora è garantire un anno di lavoro completo a Cantine Europa. Le uve saranno conferite anche allo stabilimento di Colomba Bianca. Il flusso di lavoro tra le due cooperative è lineare. E, assicura il presidente Taschetta, «condotto con la massima trasparenza, anche se per la vendemmia 2024 in Sicilia non si prevedono grandi quantità».

      Questo perché, a differenza delle Marche, dove si prevede una vendemmia più abbondante rispetto alla scarsa del 2023, la Sicilia deve fare i conti con una siccità record che sta mettendo a dura prova i viticoltori. Lo confermano le prime stime rilasciate dalla presidente di Assovini Sicilia, Mariangela Cambria. «Apriremo le porte ai soci della cantina di Petrosino – continua Taschetta – siamo solidi e possiamo certamente garantire un buon anticipo liquidando i soci temporanei. Effettueremo anche la vinificazione in quelli di Cantine Europa, così da garantire la continuità lavorativa ai loro dipendenti». Di certo, il fattore determinante sarà la quantità di uva che si potrà ottenere e che permetterà ai due stabilimenti di rimanere operativi. Ancora una volta una pezza, piuttosto che la medicina definitiva per curare un settore vinicolo malato.

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      degustati da noi news news ed eventi vini#02

      Anticipazioni Guida Migliori Vini italiani 2025 Winemag: vini e cantine premiate

      Mai così partecipate le selezioni della Guida Migliori Vini italiani 2025 winemag, che si sono tenute nel mese di luglio e agosto attraverso rigorose degustazioni alla cieca. In attesa di conoscere tutte le etichette che sono riuscite a piazzarsi nella Top 100 Migliori vini italiani, oppure tra i “Vini raccomandati” da winemag, o ancora tra i “Vini quotidiani“, ecco le anticipazioni sui vini e le cantine premiate dall’edizione 2025.

      – Cantina italiana dell’anno 2025

      Cà du Ferrà (Liguria)

      – Cantina dell’anno 2025 – Nord Italia

      Azienda agricola Sosol Ivan (Friuli Venezia Giulia)

      – Cantina dell’anno 2025 – Centro Italia

      Santa Barbara – Stefano Antonucci (Marche)

      – Cantina dell’anno 2025 – Sud Italia

      Fontanavecchia (Campania)

      – Cantina Bio dell’anno 2025

      Valle dell’Acate (Sicilia)

      – Cantina Rivelazione 2025

      Luca Leggero (Piemonte)

      MIGLIORI VINI ITALIANI 2025 – GUIDA TOP 100 WINEMAG

      – Miglior vino italiano 2025

      Alto Adige Doc Riserva Pinot Nero 2020 Burgum Novum, Castelfeder (Alto Adige)

      – Miglior spumante/frizzante italiano 2025 (tre categorie)

      – Vsq Metodo classico Pinot Nero Extra Brut Blanc de Noir Roccapietra, Scuropasso (Lombardia)
      – Valdobbiadene Docg Rive di Santo Stefano Extra Dry 2023 Nazzareno Pola, Andreola (Veneto)
      – Moscato d’Asti Docg 2023, Fabio Perrone (Piemonte)

      – Miglior Vino bianco italiano 2025

      Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore 2021 Moss Blanc, Santa Barbara – Stefano Antonucci (Marche)

      – Miglior vino rosato italiano 2025

      Costa d’Amalfi Doc Rosato 2023, Marisa Cuomo (Campania)

      – Miglior Vino rosso italiano 2025

      Toscana Igt 2020 Tenuta Il Pareto, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute (Toscana)

      – Miglior vino dolce italiano 2025

      Liguria di Levante Igp Passito Bianco Ruzzese 2020 Diciassettemaggio, Cà du Ferrà (Liguria)

      – Miglior vino orange/macerato italiano 2025

      Venezia Giulia Igt bianco Macerato 2018 Vis Uvae, Azienda agricola Il Carpino (Friuli Venezia Giulia)

      – Miglior vino biologico italiano 2025

      Toscana Igt Biologico non filtrato 2022 Pa’Ro Orange, Buccia Nera (Toscana)

      – Miglior vino Piwi italiano 2025

      Venezia Giulia Igt bianco 2022 Limine, Terre di Ger (Friuli Venezia Giulia)

      – Premio winemag 2025 “Vecchia annata”

      Amarone della Valpolicella Doc Classico 2009 “Costa delle Corone”, Monteci (Veneto)

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      Esteri - News & Wine news news ed eventi

      Vini dealcolati: ProWein ZERO a Prowein 2025 raddoppia superficie no/low alcohol wines

      Grazie a un accordo con l’editore Meininger Verlag, che a Neustadt an der Weinstraße organizza Mundus Vini, l’area ProWein ZERO a Prowein 2025 non solo è confermata. Ma sarà ampliata. Gli spazi completeranno l’ampia area espositiva di ProWein ZERO 2025, che sarà quindi ancora più grande. Nella zona di degustazione della ProWein ZERO, i visitatori potranno nuovamente assaggiare l’intera varietà di no/low alcohol wines.

      CRESCE LA DOMANDA DI VINI DEALCOLATI / NO-LOW ALCOHOL WINES

      Gli espositori interessati potranno iscriversi alla zona di degustazione ProWein ZERO a partire da metà ottobre 2024. «La domanda di vini e liquori analcolici e a basso contenuto alcolico è enorme – spiegano i referenti di Prowein a Messe Dusseldorf – e per questo motivo stiamo ampliando l’area ProWein Zero per la ProWein 2025 di almeno il 50%. Il nostro modulo di richiesta per questa area speciale 2025 è ora online e stiamo già contattando tutti gli espositori esistenti e altri interessati che purtroppo abbiamo dovuto rimandare l’anno scorso».

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