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ProWein 2024, edizione dei 30 anni: a Düsseldorf 50 mila addetti del settore

ProWein 2024, edizione dei 30 anni a Düsseldorf 50 mila addetti del settore
Fervono i preparativi per ProWein 2024, edizione in cui la kermesse compie 30 anni. A Düsseldorf, dal 10 al 12 marzo 2024, sono attesi oltre 50 mila professionisti del vino e degli spirits provenienti da tutto il mondo. Già 5.700 gli espositori provenienti da oltre 60 Paesi che si sono registrati per partecipare all’evento numero uno del settore. «Nessun’altra fiera, né in Europa né all’estero – riassume Peter Schmitz, direttore della ProWein – offre un portafoglio prodotti così completo. A Düsseldorf, la capitale del vino e degli alcolici, si presenteranno ancora una volta i leader del mercato mondiale, ma anche piccole aziende selezionate e nuovi operatori emergenti».

«Inoltre, chi è interessato alle tendenze di domani dovrebbe visitare ProWein 2024. Qui le tendenze attuali del settore vengono colte nei Trendshow, nelle Mostre Speciali o nei Forum. Questo è di fondamentale importanza per gli acquirenti del commercio al dettaglio, dell’ospitalità e della ristorazione». ProWein, nel 2024, aggiungerà un nuovo capitolo alla sua storia, ormai trentennale.

30 ANNI DI PROWEIN NEL 2024

«Siamo orgogliosi e felici che la ProWein si sia trasformata nella più importante fiera specializzata del vino a livello internazionale – sottolinea il direttore generale dell’Istituto Tedesco del Vino (DWI), Monika Reule – Rendendo la Germania, Paese produttore di vino, il centro dell’universo degli esperti internazionali di vino per tre giorni all’anno. Anche dopo 30 anni, la ProWein riesce a entusiasmare gli esperti di vino con argomenti sempre nuovi e avvincenti». Uno dei segreti del successo della ProWein, oltre al suo costante orientamento verso i visitatori professionali, è la sua lungimiranza e lo sviluppo proattivo di format orientati al mercato.

«Ci siamo sempre considerati un partner del settore del vino e degli alcolici – aggiunge Peter Schmitz – e abbiamo colto le esigenze del mercato, come abbiamo fatto con la nostra mostra speciale a tema ‘no-and-low’ che ha debuttato all’ultima ProWein. La ProWein 2023 è stata la prima fiera europea a dare a questa tendenza attuale un palcoscenico dedicato. Nel 2024, la ProWein farà seguito a questo debutto. Con il motto “ProWein Zero“, un’area speciale nel padiglione 1 sarà dedicata al “no-and-low”, integrata da una corrispondente zona di degustazione organizzata da Meininger».

TEMI E TENDENZE A PROWEIN 2024

Uno dei punti salienti della ProWein, presente già da sei anni, è il Trendshow “Same but different“, rivolto in particolare alla comunità dei bar e dei servizi alimentari alla moda. Anche nel 2024, circa 120 espositori internazionali presenteranno nel padiglione 7 un’offerta di distillati, birre artigianali e sidro. La ProWein 2024 diventerà sempre più il punto di riferimento per gli alcolici internazionali. Il padiglione 5, proprio accanto al Trendshow “Same but different”, diventerà la nuova casa di oltre 300 fornitori internazionali di alcolici sotto il motto “ProSpirits“. «Con questo riflettiamo un’importante tendenza del mercato», ribadisce Peter Schmitz.

Altro tema centrale della scorsa ProWein – non ultimo a causa della crisi energetica e della maggiore consapevolezza ambientale – è stato quello degli imballaggi alternativi alle bottiglie di vetro, che vanno dal bag-in-box e ai fusti in acciaio inossidabile, alle lattine di alluminio riciclabili e alle bottiglie in PET. Anche alla prossima ProWein non mancheranno le novità: sia nella mostra speciale Packaging & Design (padiglione 9) sia in numerosi stand, questo aspetto avrà un ruolo sempre più importante.

Il programma dell’edizione dei 30 anni prevede ancora una volta la Champagne Lounge nel padiglione 9, il punto focale delle gamme rappresentative e complete di champagne alla ProWein 2024. Un appuntamento fisso alla ProWein sono i vini biologici, che oggi contano circa 300 espositori internazionali. Senza dimenticare la mostra speciale su questo tema, il Mondo Biologico nel padiglione 4.

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Dati Istat, è allarme per l’export del vino italiano: la contrazione è anche in valore


I dati Istat di giugno 2023 confermano il rallentamento dell’export di vino italiano, con la novità che i volumi delle spedizioni calino anche in valore, oltre che in volume.
I vini DOP perdono in volume (-5%) ma tengono in valore, segno evidente di un incremento del valore medio. Le IGP rispondono con un -4% dei volumi e un -5% del valore. Dinamica differente per i vini comuni. Mostrano una progressione del 9% in volume, mentre in valore si fermano al +6% confermando in qualche modo la riduzione dei prezzi alla produzione monitorata da Ismea negli ultimi mesi. L’altra nota negativa è relativa agli spumanti, che complessivamente perdono in volume il 5% rispetto al primo semestre 2022, con un frenata in particolare del Prosecco (-6%).

L’elemento di novità che si aggiunge alla flessione dei volumi è appunto la contrazione anche in valore. Considerando il cumulato del primo semestre si registra una riduzione dei quantitativi pari all’ 1,4% a cui si affianca un -0,4 del fatturato, evento piuttosto raro per il settore viticolo nazionale che negli ultimi anni aveva abituato gli operatori a crescere in termini di introiti.

Anche questo dato, sicuramente al di sotto delle aspettative, va letto come il risultato di approvvigionamenti importanti fatti durante la pandemia quando, dietro il timore di rotture di stock c’era stata una corsa agli accaparramenti. «Ora che anche la filiera della logistica è tornata alla normalità – spiega Ismea con assoluta lucidità – la domanda estera non ha più il timore di restare senza prodotto».

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Vitis in Vulture è Cantina dell’anno Sud Italia per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024


È Vitis in Vulture la Cantina dell’anno Sud Italia per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 di winemag.it (disponibile a questo link in prevendita). Fondamentale per il riconoscimento è il punteggio di 94/100 assegnato in occasione delle degustazioni alla cieca all’Aglianico del Vulture Doc 2017 Toppo di Viola, ottenuto dall’omonimo vigneto situato nel comune di Venosa, alle pendici del Monte Vulture. Non solo. La cantina convince anche con l’altra interpretazione del vitigno principe della Basilicata, “Forentum” 2019; oltre a sfoderare una serie di vini dall’ottimo rapporto qualità prezzo, capaci di assicurarsi un posto tra i “Vini quotidiani” della Guida 2024 (Falanghina e Aglianico vinificato in rosa).

In definitiva una linea molto completa, dal top di gamma ai vini adatti a un consumo a tutto pasto, tutti i giorni. Del resto, con i suoi 95 ettari di vigneti, Vitis in Vulture è uno dei più importanti produttori della Basilicata e tra i migliori interpreti della grande varietà che ha reso celebre la regione a livello internazionale: l’Aglianico del Vulture. A guidare questa realtà cooperativa è il presidente Giuseppe Avigliano, agronomo e imprenditore agricolo con una grande esperienza nei settori enologico ed agroindustriale.

VITIS IN VULTURE E L’AGLIANICO

L’obiettivo dell’azienda è quello di creare un legame unico nella filiera. Tutto inizia dalla coltivazione dei vigneti, passando poi attraverso alle varie fasi della vinificazione e dell’affinamento in cantina e terminando con l’imbottigliamento e la commercializzazione. In Italia e nel mondo. Al centro dell’azienda si trova l’innovativa cantina Finocchiaro, il cui progetto è stato affidato nel 2001 all’architetta giapponese Hikaru Mori. La struttura è di quelle che meritano una visita.

Di fronte alla cantina, peraltro, sorge un ampio complesso archeologico risalente tra il IV e il VII secolo d.C. Sul margine occidentale si conservano delle buche di alloggiamento di due Phitòi. Si tratta di contenitori rivestiti con malta, utilizzati per la fermentazione di vini di qualità. La mission di Vitis in Vulture, sin dall’anno della sua fondazione, avvenuta nel 2006, è quella di valorizzare l’Aglianico del Vulture. Ed è proprio grazie alle ottime interpretazioni del vitigno-vino simbolo del territorio che si è guadagnata il titolo di “Cantina dell’anno Sud-Italia” nell’ambito della nostra Guida Migliori vini italiani 2024.

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Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg: vendemmia 2023 «soddisfacente»


È iniziata a metà settembre e porterà a un calo del 7% rispetto allo scorso anno la vendemmia 2023 dei viticoltori del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg.
I primi grappoli sono stati raccolti nella zona orientale della denominazione. Si dovrà aspettare ancora una settimana per i versanti del valdobbiadenese. Il Consorzio definisce la qualità delle uve «soddisfacente», sia a Conegliano che a Valdobbiadene. Il territorio, contraddistinto da pendii molto ripidi e da saliscendi difficilmente accessibili ai macchinari, fa salire a 7-800 ore per ettaro il lavoro manuale necessario a portare le uve in cantina, ogni anno. La vendemmia eroica rappresenta il momento di massimo impegno per i vignaioli, con l’impiego di soluzioni ingegnose, come carrucole e monorotaie.

«Con la vendemmia di quest’anno – spiega Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg – chiudiamo una stagione molto complessa in vigneto. Le analisi in vigneto ci indicano che il momento della raccolta si è posticipato di circa 10 giorni, dando così il tempo al grappolo di maturare e di raggiungere i corretti parametri qualitativi. Siamo molto orgogliosi del lavoro di tutti i viticoltori che ancora una volta hanno dimostrato di saper affrontare momenti sfidanti grazie alla loro passione e al forte senso di comunità che contraddistingue la nostra denominazione».

LE INSIDIE DELLA VENDEMMIA 2023 DEL PROSECCO CONEGLIANO VALDOBBIADENE DOCG

Tra le sfide più importanti della vendemmia 2023 del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg ci sono le grandinate del 24 e 25 luglio. Il clima è poi tornato clemente, consentendo alle piante di riprendere i processi di maturazione. «Annate come quella che stiamo per chiudere, che richiedono molti sforzi in vigna per compensare gli eventi metereologici avversi e il clima estremo – commenta il Consorzio – saranno sempre più frequenti. Dobbiamo prendere coscienza del fatto che sarà sempre più necessario interagire con un ambiente e un clima cambiato. Per questo il Consorzio si sta attivando, coadiuvato da alcuni istituti universitari, per proporre nuove soluzioni in vigneto».

«È importante però notare come in questi anni la pianta stia già dando segnali di adattamento – precisa ancora l’ente guidato da Elvira Bortolomiol – in particolare rispetto alla carenza d’acqua (non a caso c’è l’accordo per la realizzazione di un piano di invasi tra i comuni della denominazione, ndr). Grazie alla cultura agronomica ed enologica del territorio, che distingue tutti i viticoltori e produttori del Conegliano Valdobbiadene, si porteranno in cantina uve atte alla spumantizzazione da cui si ricaverà un’annata all’altezza della qualità a cui la denominazione ha ormai abituato i propri estimatori in Italia e in tutto il mondo».

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Tenute Silvio Nardi è Cantina dell’anno Centro Italia per la Guida Top 100 Migliori vini italiani


È Tenute Silvio Nardi la Cantina dell’anno Centro Italia per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 di winemag.it (disponibile a questo link). Fondamentale per il riconoscimento è il punteggio assegnato in occasione delle degustazioni alla cieca al Brunello di Montalcino Docg 2018 Vigneto Manachiara, che si conferma fiore all’occhiello dell’azienda con 96/100. Ma la cantina merita di essere scoperta per tanti motivi. Ci piace innanzitutto definire “
Tenute Silvio Nardi” un “plurale – singolare” che fa rima con Montalcino. Sono due le tenute, due i versanti, Ovest e Est, otto le parcelle, ognuna espressione del puzzle che Tenute Silvio Nardi riesce a portare nel calice. Una missione che si compie tra Casale del Bosco e Manachiara, ad opera di Emilia ed Emanuele Nardi, Mario Pisanu e Fabrizio Lazzeri.

Tutto inizia nel 1950, quando Silvio Nardi, titolare ad Altotevere umbro di una delle prime aziende-leader internazionali nel settore delle macchine agricole, acquista la tenuta di Casale del Bosco a Montalcino. Nel 1958, primo “forestiero” ad investire nel vino a Montalcino, ancora paese misconosciuto alle cronache enologiche mondiali, Silvio Nardi battezza la prima bottiglia di Brunello, quando neppure esisteva ancora il Consorzio del Brunello. Il 1962 è l’anno del “bis” con l’acquisto di Tenuta di Manachiara, 40 ettari di vigneti a Castelnuovo dell’Abate, a 25 km di distanza da Casale del Bosco. Il prezioso Cru di Brunello prende tuttora il nome da questo vigneto.

SILVIO NARDI TRA I FONDATORI DEL CONSORZIO DEL BRUNELLO DI MONTALCINO

Nel 1967 Silvio Nardi è tra i fondatori del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, libera associazione tra produttori. Ma non è finita. Nel 1972 Silvio Nardi acquisisce la Tenuta di Bibbiano a Buonconvento, località che da sempre vanta come simbolo architettonico il bellissimo castello medievale (IX sec.) posseduto dalla famiglia Nardi. Un altro anno da incorniciare è il 1985, quando Emilia, la figlia minore di Silvio Nardi, entra in azienda. A soli 20 anni, d’intesa con i fratelli, favorisce l’introduzione di radicali cambiamenti nel processo di produzione vinicola e di conduzione aziendale.

Nel 1990 Emilia Nardi subentra al padre nella direzione aziendale e intraprende un processo di ristrutturazione dei vigneti e di riorganizzazione della cantina. All’esperienza della tradizione si affianca la ricerca scientifica con l’introduzione delle selezioni clonali del Sangiovese Grosso. Nel 1995, annata classificata come eccellente, nasce il Brunello ottenuto dai vigneti di Manachiara, ancora oggi fiore all’occhiello dell’azienda, che nella Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 si aggiudica 96/100, con l’annata 2018. La metà degli anni Novanta è fondamentale anche per la definizione dei terroir aziendali, ognuno con sue caratteristiche proprie da riversare nel calice.

La 2004 è la prima annata di produzione del Brunello Poggio Doria, prodotto con le uve dall’omonimo vigneto di Casale del Bosco. Il Ministero delle Politiche Agricole conferisce ad Emilia Nardi il premio “Dea Terra” per l’innovazione in agricoltura. Oggi Tenute Silvio Nardi vanta 36 vigneti e punta tutto sulla selezione clonale dai vecchi vigneti. L’obiettivo? Proiettare il passato nel futuro: una visione che risiede nel Dna della famiglia e che la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 vuole sottolineare.

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Albino Piona è Cantina dell’anno Nord Italia per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024


È Albino Piona la Cantina dell’anno Nord Italia per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 di winemag.it (disponibile a questo link). Non solo: il suo Custoza Doc 2020 “Crea Macerato” è Miglior Orange wine / Macerato italiano 2024, con un punteggio di 94/100 assegnato in occasione delle degustazioni alla cieca. La famiglia Piona tramanda una passione incondizionata per il mondo vitivinicolo dal lontano 1893, anno in cui un lungimirante e ambizioso Albino Piona iniziò a mettere le basi di un progetto che ancora oggi continua a vivere in Veneto, nelle terre del Custoza e del Bardolino, a Villafranca di Verona.
Silvio Piona, proprio in onore del padre, chiamò a sua volta Albino il suo primogenito.

È a lui che si deve la scelta di chiudere la trattoria aperta dal nonno, dedicandosi esclusivamente alla produzione di vino, investendo in tecnologie sempre più all’avanguardia. Oggi sono 45 gli ettari di vigneti su cui può contare la quarta generazione della famiglia Piona, tra Sommacampagna, Valeggio, Sona e Villafranca. Un progetto sposato appieno dai figli di Albino, Alessandro e Massimo, che continuano a proporre un’idea di vino a “filiera corta”, nel rispetto dell’ambiente. Ogni aspetto, dalla raccolta del grappolo fino allo stoccaggio in magazzino del prodotto finito, si svolge all’interno della nuova cantina sita in località Palazzina di Prabiano.

Siamo in prossimità del Lago di Garda e delle sue colline moreniche, nel pieno della zona vitivinicola del Custoza: una delle più sottovalutate, a nostro avviso, dell’intero panorama vitivinicolo italiano. La qualità dei vini a firma di Albino Piona, premiati da questa edizione della Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 di winemag.it, ne è una dimostrazione fulgida. Senza contare le grandi opportunità per l’enoturismo che potrebbero essere cavalcate dai vini Doc Custoza, nel segno di altre denominazioni locali, non ultima Bardolino.

ALBINO PIONA, UNA CANTINA “VERDE” TRA CUSTOZA E BARDOLINO

La filosofia produttiva della cantina Albino Piona è sintetizzabile con un colore: il verde. In vigna si opera il controllo delle erbe infestanti attraverso lavorazioni meccaniche, evitando l’utilizzo di diserbanti di origine chimica in modo da proteggere le api, il terreno e le falde acquifere sottostanti. Attraverso la “confusione sessuale” si blocca o riduce la riproduzione di parassiti dannosi per le coltivazioni, riducendo il numero delle larve. La cantina pratica inoltre la cosiddetta “Lotta integrata”, che prevede un’elevata diminuzione degli antiparassitari in vigna, cercando peraltro una linea comune sui trattamenti con gli altri produttori della zona.

Ogni fase di lavorazione e trasformazione dell’uva viene poi eseguita all’interno della cantina, grazie all’apporto di professionisti con competenze specifiche e macchinari e impianti all’avanguardia. In questo modo, la cantina Albino Piona riesce ad avere un controllo completo sul prodotto finale, ottenendo vini che la “rappresentano al 100%”, anche negli imballaggi per il confezionamento, rigorosamente in cartone certificato, che garantisca la provenienza da fonti gestite in maniera responsabile.

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Cantina Santadi è Cantina dell’anno per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024


È Cantina Santadi la Cantina dell’anno per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 di winemag.it (disponibile in prevendita a questo link).
Cantina di Santadi si trova nel Sulcis, nella zona sud-occidentale della Sardegna, a pochi chilometri dalle meravigliose spiagge e dune bianche di Porto Pino. Nata nel 1960, assume un nuovo un nuovo volto con l’arrivo di un nuovo gruppo dirigente, che ne solleva le sorti sino a renderla un vanto non solo per la Sardegna, ma per l’Italia intera. Il vitigno Carignano è da allora al centro del progetto enologico, senza tuttavia trascurare i vitigni a bacca bianca tradizionali della Sardegna come Vermentino, Nuragus e Nasco.

Il desiderio di imporsi sui mercati con qualità è dimostrato dall’arrivo a Cantina Santadi dell’enologo di fama internazionale Giacomo Tachis, oggi compianto. Erano gli anni Ottanta. L’impronta lasciata dal creatore di vini icona dell’enologia italiana come Sassicaia, del Tignanello e del Solaia si fa ancora sentire a Santadi in vini come Terre Brune (primo vino barricato della Sardegna che in questa Guida si aggiudica 96/100, con l’annata 2019), Rocca Rubia, Noras, Araja, Grotta Rossa e Antigua, oltre che nei bianchi Villa di Chiesa, Cala Silente, Pedraia, Villa Solais e Latinia.

La cantina è presieduta dal 1976 da Antonello Pilloni, socio di Santadi dal 1974 e coadiuvato da un Cda che mira a dare all’azienda una forma «snella, dinamica e puntuale». Negli anni Duemila l’altra grande rivoluzione. Con l’obiettivo di produrre vini di maggior qualità viene costruito un moderno e funzionale laboratorio per le analisi, vengono implementati il reparto vinificazione, la sala barrique, il magazzino per il confezionato e vengono aggiunte una serie di vasche in cemento. Non viene mai dimenticato il rispetto e la tutela dell’ambiente e quest’ultima trance di lavori include un impianto fotovoltaico e un moderno depuratore. Cantina Santadi conta oggi 200 soci viticoltori che, insieme, coltivano 600 ettari di vigneto nell’areale del Sulcis.

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Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2024 di winemag.it: le cantine e i vini dell’anno


La Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2024 di winemag.it è finalmente disponibile per l’acquisto online. A partire da oggi, e per un periodo limitato di tempo, è possibile riceverla via mail in prevendita (basta cliccare qui). Si tratta dell’ennesima edizione da record per il prodotto editoriale di punta della nostra testata giornalistica indipendente, in termini di numero e qualità dei campioni iscritti e dei vini recensiti nelle tre categorie “Top 100 winemag.it“, “Vini consigliati winemag.it” e “Vini quotidiani winemag.it“. Di seguito un’anticipazione sulle Cantine italiane dell’anno e sui Vini italiani dell’anno menzionati nella Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024.

MIGLIOR CANTINA ITALIANA 2024

Cantina Santadi (Santadi, Sardegna)

MIGLIOR CANTINA NORD ITALIA 2024

Albino Piona (Custoza e Bardolino, Veneto)

MIGLIOR CANTINA CENTRO ITALIA 2024

Tenute Silvio Nardi (Montalcino, Toscana)

MIGLIOR CANTINA SUD ITALIA 2024

Vitis in Vulture (Vulture, Basilicata)

MIGLIOR CANTINA ITALIANA BIO 2024

Feudo Montoni (Agrigento, Sicilia)

CANTINA RIVELAZIONE ITALIANA 2024

Contrada Palui (Valpolicella, Veneto)

MIGLIOR IMBOTTIGLIATORE ITALIANO 2024

Dacastello Vini Pregiati (Alba, Piemonte)


VINI DELL’ANNO
GUIDA TOP 100 MIGLIORI VINI ITALIANI 2024 WINEMAG.IT

MIGLIOR VINO ITALIANO 2024

BARBARESCO DOCG OVELLO, CARLO GIACOSA (PIEMONTE)

MIGLIOR VINO BIANCO ITALIANO 2024

COSTA D’AMALFI DOC FURORE BIANCO 2022, MARISA CUOMO (CAMPANIA)

MIGLIOR VINO ROSSO ITALIANO 2024

MARCHE ROSSO IGT “FATJÀ”, TERRA ARGILLOSA (MARCHE)

MIGLIOR VINO ROSATO ITALIANO 2024

TERRE SICILIANE IGT NERELLO MASCALESE ROSATO BIOLOGICO 2022 “ROSA DI ADELE”, FEUDO MONTONI (SICILIA)

MIGLIOR SPUMANTE METODO CLASSICO ITALIANO 2024

VSQ METODO CLASSICO EXTRA BRUT “GIULIO F.56 – UNDERWATER”, AZ. AGR. FEDERICI (LIGURIA)

MIGLIOR SPUMANTE METODO ITALIANO / CHARMAT 2024

VALDOBBIADENE DOCG EXTRA DRY RIVE DI SOLIGO 2022 “MAS DE FER”, ANDREOLA (VENETO)

MIGLIOR VINO DOLCE ITALIANO 2024

COLLI PIACENTINI DOC MALVASIA PASSITO 2016 “LE VIRTÙ DELLA PIOGGIA – SENSAZIONI D’INVERNO”, LA CONCHIGLIA – CLAUDIO TERZONI VINI

MIGLIOR SPUMANTE DOLCE ITALIANO 2024

FIOR D’ARANCIO COLLI EUGANEI DOCG DOLCE 2022, VIGNE AL COLLE (VENETO)

MIGLIOR ORANGE WINE / MACERATO ITALIANO 2024

CUSTOZA DOC 2020 “CREA MACERATO”, ALBINO PIONA (VENETO)

MIGLIOR PIWI ITALIANO 2024

VENEZIA GIULIA IGP BIANCO 2022 “ARCONI BIANCO”, TERRE DI GER (FRIULI VENEZIA GIULIA)

MIGLIOR VINO BIOLOGICO ITALIANO 2024

BIANCHELLO DEL METAURO DOC SUPERIORE 2020 “ANDY’20”, VALENTINO FIORINI (MARCHE)

MIGLIOR VINO VEGAN 2024

FRANCIACORTA DOCG BRUT VEGAN, QUADRA

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Manager comunicazione vino uccisa dall’ex compagno in Sicilia


Marisa Leo
, manager della Comunicazione delle Cantine Colomba Bianca di Mazara del Vallo, in Sicilia, è stata uccisa dall’ex marito Angelo Reina. La notizia dell’ennesimo femminicidio sconvolge l’Italia e il mondo del vino, che si stringe attorno alla famiglia della vittima. Marisa Leo, originaria di Salemi, aveva 39 anni. Tre anni fa aveva denunciato l’ex per stalking per poi tornare a vederlo, per riavvicinare la piccola figlia al padre. Il fatto è avvenuto mercoledì 6 settembre.

Angelo Reina, 42 anni, ha rivolto diversi colpi di pistola nei confronti di Marisa Leo nelle campagne tra Mazara del Vallo e Marsala. Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri, l’avrebbe invitata nell’azienda agricola di famiglia con la scusa di un tentativo di conciliazione. Dopo averla uccisa ha rivolto la pistola contro se stesso, suicidandosi all’interno della propria auto. Commosso il saluto a Marisa Leo da parte dei colleghi delle Cantine Colomba Bianca, realtà vitivinicola siciliana che raccoglie 6 cantine dislocate nella provincia di Trapani.

IL FEMMINICIDIO DI MARISA LEO IN SICILIA

«Ciao Marisa – si legge sul sito web e sui canali social della cooperativa guidata da Leonardo Taschetta – eri e sarai luce. È stata strappata alla vita Marisa Leo, responsabile marketing e comunicazione di Colomba Bianca. Donna del vino, madre premurosa e ispiratrice delle nostre cantine. Mente e braccio di scelte di successo, colonna portante di progetti internazionali per la filiera vitivinicola italiana, visionaria comunicatrice nel mondo dei vitigni made in Sicily».

Era attiva contro la violenza di genere. È inesplicabile – continua la nota della cantina in ricordo di Marisa Leo – immaginare una nuova vendemmia senza Lei. Siamo sgomenti. Esprimiamo il nostro profondo cordoglio per la perdita che subisce la famiglia di Marisa, di cui ci sentiamo parte integrante anche noi».

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L’Italia annega: record stock vino italiano invenduto in cantina


Record di stock di vino italiano in cantina a fine luglio ed export verso i Paesi extra-Ue in peggioramento, specie negli Stati Uniti. L’Italia annega nel suo stesso “oro”, che rimane invenduto come non mai. Lo rileva l’Osservatorio Uiv-Vinitaly che ha elaborato i dati di Cantina Italia (Masaf) sulle giacenze e i numeri sulle vendite nei Paesi terzi relative al 1° semestre di quest’anno secondo le ultime rilevazioni delle dogane.

Secondo l’analisi Uiv e Vinitaly, la vendemmia 2023 si apre con una giacenza di vino in cantina pari a 45,5 milioni di ettolitri, l’equivalente di oltre 6 miliardi di potenziali bottiglie da 0,75/litri. Il dato riflette un’eccedenza dello 4,5% rispetto al pari periodo dello scorso anno a causa in particolare di un incremento senza precedenti degli stock per i vini di maggior qualità, con le Dop a +9,9% sull’ultima rilevazione pre-vendemmiale del 2022.

L’altro indicatore di mercato – aggiunge l’Osservatorio – è anch’esso complicato, con la domanda extra-europea segnalata nel primo semestre in ulteriore contrazione. Tra i top 10 buyer – che assieme rappresentano circa l’85% del mercato extra comunitario – le esportazioni a volume sono positive solo per la destinazione russa, con cali quantitativi in doppia cifra per Stati Uniti, Canada, Giappone, Norvegia, Cina e Corea del Sud.

CANTINA ITALIA: È RECORD STOCK VINO ITALIANO


Complessivamente la riduzione tendenziale nella prima metà dell’anno segna un -9% a volume e un -5% a valore, con gli spumanti giù del 13% e i fermi imbottigliati inchiodati a -5%. Per entrambe le tipologie, il trend a valore indica un gap del 4%, ma mentre per gli sparkling l’aumento del prezzo medio è in linea con il surplus dei costi produttivi (+10%), lo stesso non si può dire per i fermi (+1%).
Per il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi: «Sulla prossima vendemmia – la cui paventata forte contrazione è ancora tutta da verificare – pesa una congiuntura che si sta manifestando in tutta la sua complessità».

Comprendiamo la volontà da parte delle nostre imprese di mantenere le quote di mercato, ma abbassare i prezzi – come per esempio con i rossi sfusi in Germania, che stanno scendendo verso le quotazioni spagnole a circa 50 centesimi/litro – rischia di diventare un pericoloso boomerang una volta fuori dalla crisi di potere di acquisto che coinvolge anche i nostri competitor. A tal proposito – ha concluso Frescobaldi – il fenomeno crescente dei prodotti a private label e gli imbottigliamenti del nostro vino fuori dall’Italia contribuiscono all’erosione del valore aggiunto».

Per l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese: «L’Osservatorio aveva previsto un 2023 difficile, ciò si sta verificando nonostante l’economia globale abbia per ora tenuto lontano buona parte delle nubi recessive. Ciò che può fare Vinitaly è intensificare la costruzione di ponti commerciali con l’estero, in particolare nelle relazioni con i mercati extra-Ue, a partire da quello americano».

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Andrea Lonardi è il secondo Master of Wine italiano


Dopo Gabriele Gorelli, ecco il secondo Master of Wine italiano. È Andrea Lonardi, chief operating officer (COO) di Angelini Wines and Estates (AW&E) e vicepresidente del Consorzio Vini Valpolicella. «La sua – spiega l’Institute of Masters of Wine – è una formazione globale, che spazia dall’Italia, alla Francia, agli Stati Uniti, con diverse posizioni multidisciplinari all’interno dell’industria del vino». Andrea ha iniziato la sua carriera nel marketing e nelle vendite per il più grande gruppo vinicolo italiano (GIV), facendo conoscere i vitigni autoctoni del Sud Italia al mercato statunitense. È stato quindi promosso a direttore della viticoltura, responsabile di oltre 1000 ettari e 13 tenute, dalle Alpi alla Sicilia.

«Grazie alla sua leadership – continua il prestigioso Institute of Masters of Wine – Andrea Lonardi ha dato prova di una notevole propensione all’innovazione, facendo da pioniere in molti progetti: lo sviluppo di indici di stress per le uve autoctone italiane, l’ingegnerizzazione della prima macchina da vendemmia con controllo satellitare e la modellazione di indici di gestione. Nel 2012, l’ingresso nel gruppo Angelini Wines and Estates (AW&E)».

IL RICONOSCIMENTO DELL’INSTITUTE OF MASTER OF WINE AD ANDREA LONARDI

In questo ruolo, Andrea supervisiona l’attività, influenzando il marketing e le vendite e guidando gli incentivi per innovare la produzione e la distribuzione: orchestrando un rilancio dello storico marchio Bertani, ripristinando una forte identità stilistica per l’Amarone e la Valpolicella; contribuendo alla zonazione di Montalcino attraverso la selezione di vigneti distintivi; e collegandosi con i principali distributori internazionali di vini pregiati. Andrea continuerà a coltivare la sua reputazione innovativa attraverso miglioramenti stilistici per le principali denominazioni italiane e la distribuzione di vini pregiati».

Nella giornata di oggi, oltre all’italiano Andrea Lonardi, è stato annunciato l’ottenimento del titolo di Master of Wine di Erin Jolley MW (Stati Uniti), gli ultimi a conseguire il prestigioso riconoscimento da parte dell’Institute of Masters of Wine. Attualmente ci sono 414 MW in tutto il mondo, con sede in 31 Paesi, ognuno dei quali dà il proprio contributo al mondo del vino. Erin e Andrea si uniscono a Wojciech Bońkowski MW e Joshua Granier MW come 4 MW dell’annata 2023, annunciati nel febbraio 2023. Sono ora 502 le persone che hanno superato l’esame da quando si è svolto per la prima volta nel 1953. Questo traguardo viene raggiunto dopo aver dimostrato la comprensione di tutti gli aspetti del vino, superando l’ambito esame di Master of Wine, riconosciuto in tutto il mondo per i suoi elevati standard.

L’ESAME DI MASTER OF WINE

L’esame di MW si compone di tre parti: gli esami teorici e pratici sostenuti alla fine della seconda fase e l’elaborato di ricerca presentato alla fine della terza fase. L’RP è uno studio approfondito su un argomento legato al vino, tratto da qualsiasi area delle scienze, delle arti, delle discipline umanistiche o delle scienze sociali. Solo quando un individuo supera la terza fase RP dell’esame MW diventa Master of Wine, cosa che Erin e Andrea hanno fatto con successo.

Prima che i nuovi membri abbiano il diritto di usare il titolo di Master of Wine o le iniziali MW, devono firmare il codice di condotta dell’IMW. Firmando il codice di condotta, i MW accettano di agire con onestà e integrità e di sfruttare ogni opportunità per condividere la loro conoscenza del vino con gli altri. I principali Paesi in cui si trovano i MW nel mondo sono Australia (27), Canada (10), Francia (18), Germania (10), Nuova Zelanda (15), Regno Unito (205) e Stati Uniti (59).

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Cabernet Franc per l’estate: 9 vini rossi “leggeri” da provare freschi


Tutto è iniziato a febbraio, da una mezza provocazione lanciata dalle “colonne” di winemag.it ai produttori italiani: qui da noi, il Cabernet Franc, viene concepito troppo spesso solo ed esclusivamente come vino da invecchiamento, corposo, strutturato. All’estero, invece, il Franc viene interpretato il più delle volte anche all’opposto (eclatante il caso della Loira), come uno straordinario “vino leggero” da consumare fresco da frigo, con spensieratezza. All’editoriale (puoi rileggerlo qui) hanno risposto diversi vignaioli e cantine del Bel Paese, che hanno voluto sottoporre all’assaggio i loro Cabernet Franc per l’estate: ecco 9 vini rossi “leggeri” da 3 regioni, da provare freschi.

VINO CANTINA DESCRIZIONE PUNTEGGIO
Toscana Igt Cabernet Lenzini Franco 2022 Tenuta Lenzini

(Capannori, Lucca)

Alcol: 12,5% vol. Colore rubino con chiari riflessi violacei. Tutto sul frutto al naso, in particolare sulla ciliegia e sulla mela rossa, su un bel sottofondo di spezie che richiama il pepe verde. Al palato non è solo teso, fresco e sapido. Rivela anche una certa morbidezza glicerica, che contribuisce a regalare un sorso pieno e appagante, pur nell’estrema agilità di fondo. Vino manifesto del Cabernet Franc italiano “glou-glou”. 92/100
Colli Euganei DOC Cabernet Franc 2021 Az. Agr. Veronese

(Cinto Euganeo, Padova)

Alcol: 12,5% vol. Color violaceo, poco penetrabile alla vista. Al naso un concerto di frutta di sottobosco a bacca rossa e nera, matura. Sul fondo una moderata speziatura. In bocca è la sapidità a fare da spina dorsale e riequilibrare : un Franc di una certa struttura, “alleggerita” però dalle caratteristiche dei suoli del Monte Versa, di matrice vulcanica. Eccezionale il risultato, nel bilanciamento tra polpa e mineralità. 91/100
Colli Euganei Cabernet Doc 2020 Il Pianzio – Famiglia Selmin

(Galzignano Terme, Padova)

Alcol: 12,5% vol. Rubino pieno, riflessi granati. Tutto sul frutto il naso (più ciliegia e fragola che mora e mirtillo), con chiare reminiscenze di pepe e foglie di tè nero. Il palato di medio corpo, fresco, teso sulla sapidità e la spalla acida. Un vino elegante e dinamico, specchio fedele del Franc, pur con una piccola aggiunta di Cabernet Sauvignon. Chiude asciutto, senza eccellere in persistenza, su ricordi di mallo di noce. 88/100
Veneto Igt Cabernet Franc 2020 “Godimondo” Conte Emo Capodilista – La Montecchia

(Vo’, Padova)

Alcol: 12,5% vol. Splendido colore rubino, con riflessi granati. Al naso è golosità pura, per la precisione delle note fruttate di ciliegia, lampone, mora e mirtillo avvolte in un setoso manto mentolato e speziato, in grado di conferire balsamicità. Tutto lascerebbe pensare a un sorso piuttosto grasso; invece il palato è pura tensione acido-sapida, sui ritorni dei frutti perfettamente maturi già avvertiti al naso e su una trama tannica elegantissima. Gran interpretazione del vitigno. 93/100
Colli Berici Doc Cabernet Franc 2020 Cantina Mattiello

(Costozza di Longare, Vicenza)

Alcol: 12,5% vol. Bel colore rubino, penetrabile alla vista. Al naso non particolarmente esuberante in principio, ma ha bisogno di ossigeno e di qualche grado in più nel calice per esprimersi appieno. Lo fa ben presto su note fruttate precise di ciliegia, di fragola e di lampone, lasciando in sottofondo una speziatura che richiama il pepe nero e lo stecco di liquirizia.  Palato essenziale, fresco e sapido, tutto giocato sulla frutta rossa. Finale asciutto, più che mai appagante. 89/100
Friuli Colli Orientali Doc Cabernet Franc 2019 Vigna Petrussa

(Prepotto, Udine)

Alcol: 12,5% vol. Bellissimo colore rubino dai riflessi granati, penetrabile alla vista. Al naso note elegantissime di frutta a polpa scura più che rossa: mirtilli in gran vista insieme alle more, ancor più di ciliegia, fragolina e lampone. Bel floreale di violetta e speziatura che conferisce un certo nerbo e vivacità. Vaghe note tostate, di biscotto orzo e miele. Il palato è un “concentrato di Friuli”, per la capacità di richiamare non solo i grandissimi rossi della regione, ma il terroir di Prepotto e i suoli di ponca. Una sapidità perfettamente avvolta dalla generosa espressione della frutta, in un quadro di perfetta corrispondenza gusto olfattiva. Come abbinare, in maniera eccelsa, agilità di beva e carattere tipici di quella grande varietà che è il Cabernet Franc. 93/100
Colli Euganei Cabernet Franc 2021 Vigne al Colle di Benato Martino

(Rovolon, Padova)

Alcol: 13% vol. Bel colore violaceo, che dimostra la gioventù del nettare. Profilo decisamente fruttato per questo Franc che proviene dallo splendido terroir di Rovolon, vera chicca dei Colli Euganei padovani. Una speziatura elegantissima abbraccia le note di susina, lampone e ciliegia matura, insieme a note balsamiche. In bocca è tensione pura, capace di controbilanciare l’opulenza del frutto e un certo calore. Chiude sapido, asciutto, fresco e fruttato (netta la ciliegia nel retro olfattivo). Vino importante, all’inizio della sua lunga vita, già estremamente gustoso. 92/100
Montescudaio Doc Cabernet Franc 2019 “Atteone” Gianni Moscardini

(Pomaia di Santa Luce, Pisa)

Alcol: 14,5% vol. Solo 2.700 bottiglie prodotte per questo Cabernet Franc toscano che si presenta di un rosso rubino intenso con riflessi granati luminosi. Al naso una gran tipicità. Presente tutto il bouquet di fiori, frutti e spezie della varietà. Piacevole l’apporto erbaceo che ricorda la foglia di pomodoro e la “piccantezza” dosata del peperone verde. In bocca è teso e fresco, con ricordi umami e terziari che ne definiscono l’affinamento in legno (fava di cioccolato, burro salato). Vino decisamente ben congeniato anche in termini di beva, anche se l’apporto di alcol, nel quadro generale del sorso (e soprattutto del retro olfattivo) è al momento un po’ ingombrante. 91/100
Igt Trevenezie Cabernet Franc 2020 “Eros” Marco Sambin

(Cinto Euganeo, Padova)

Alcol: 14% vol. Granato luminoso, alla vista. Naso timido, si apre lentamente con l’ossigenazione e qualche grado in più nel calice. Al naso è un concentrato di ciliegia, perfettamente matura, con sottofondo di spezie come il pepe verde. Ricordi di polvere di liquirizia salata completano il quadro olfattivo. Ingresso di bocca morbido per questo Franc, che poi si accende su freschezza e speziatura, prima di una chiusura sapida e balsamica. Vino interessante anche in prospettiva. 89/100
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Vendemmia 2023 Alta Langa in lieve calo: «Pinot Nero e Chardonnay in ottime condizioni»


La vendemmia 2023 in Alta Langa è iniziata – all’insegna di un probabile calo della quantità – con la raccolta del Pinot nero. I primi grappoli sono stati messi in cassetta il 17 agosto tra i vigneti delle province di Asti, Cuneo e Alessandria. Nelle ultime ore il testimone è passato anche allo Chardonnay.
Come sempre, le uve per l’Alta Langa Docg sono le prime ad essere vendemmiate in Piemonte. La raccolta proseguirà fino ai primi giorni di settembre, a seconda delle differenti esposizioni e altitudini.

Se l’inizio del mese di agosto è stato caratterizzato da un’importante escursione termica tra il giorno e la notte che ha favorito lo sviluppo perfetto del grappolo, il caldo particolarmente intenso di questi giorni sta accelerando rapidamente la maturazione delle uve Pinot nero e Chardonnay alle diverse altitudini. Anche nei vigneti più in quota, dove nelle scorse settimane l’invaiatura non era completata, si sta assistendo adesso a una veloce maturazione.

ALTA LANGA «SEMPRE PIÙ DISTINTIVA E DI QUALITÀ»

Le uve risultano sane e con un’ottima pigmentazione. Si registra una lieve flessione quantitativa, dovuta alla diminuzione delle precipitazioni estive e ad alcuni episodi di maltempo, in particolare la consistente grandinata che nel pomeriggio del 6 luglio scorso ha interessato i vigneti delle zone tra Neviglie, Benevello, Borgomale e Lequio Berria.

«La nostra – commenta la presidente Mariacristina Castelletta – è una denominazione speciale e in crescita. Aumenta la base dei soci e, grazie all’apertura del bando, il nostro vigneto si amplierà in modo importante nei prossimi anni. Dal punto di vista consortile, continuiamo a investire per accrescere e consolidare il valore della denominazione Alta Langa Docg».

«Uno spumante metodo classico che – continua l’esponente di Tosti 1820 – anche per le regole del suo disciplinare (vini sempre millesimati e con 30 mesi minimo di affinamento in bottiglia), non può che essere un prodotto distintivo e di alta qualità. Le uve Pinot nero e Chardonnay che stiamo raccogliendo in questi giorni diventeranno eccellenti calici di Alta Langa solo all’inizio del 2027: è anche per questo che ci sentiamo così unici».

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L’assurda guerra del Montepulciano tra Abruzzo e Marche: una storia italiana


EDITORIALE – Tra Abruzzo e Marche è in atto un’assurda guerra sul Montepulciano. Una classica storia italiana,
condita dalla retrograda, testarda e anacronistica difesa del mero nome di un vitigno, più che di un territorio. Un principio su cui le due regioni stanno percorrendo strade diametralmente opposte. Mentre le Marche, con l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini presieduto da Michele Bernetti, intendono rendere facoltativo il nome del vitigno Verdicchio sui vini Riserva di Jesi e Matelica (questa sì che è visione e futuro), il Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo, con il presidente Alessandro Nicodemi, chiede al governo Meloni – in particolare al Masaf guidato dal ministro Francesco Lollobrigida – di vietare a tutte le altre denominazioni – non solo ai vicini marchigiani – di nominare il Montepulciano sull’etichetta dei vini, sulle loro schede tecniche e su qualsiasi opuscolo aziendale.

Al suo posto, gli “altri” dovrebbero utilizzare un sinonimo che non è neppure inserito nel Registro nazionale delle varietà di Vite: lo sconosciuto Cordisco. Una vicenda con molti lati oscuri. Quello che Nicodemi non racconta, in primis, è che la guerra è anche interna al “suo” Abruzzo. Già perché, tra le denominazioni a cui vorrebbe vietare l’utilizzo della parola Montepulciano, vi è anche il Cerasuolo d’Abruzzo Doc, prodotto per lo più con Montepulciano in purezza, vinificato “in rosa”. A svelarlo è Enrico Cerulli Irelli, presidente del Consorzio Tutela Vini Colline Teramane – la Docg del Montepulciano d’Abruzzo – che si schiera con il Consorzio Doc nonostante l’ammissione che «il peccato originario è avere tutti i vini regionali che riportano il nome del vitigno, scelta fatta decenni e di cui paghiamo oggi le conseguenze».

CERASUOLO D’ABRUZZO, SCIVOLONE DEI PRESIDENTI ABRUZZESI

Tuttavia, sui siti web ufficiali (come da photogallery, sotto), sia la sua azienda (Tenuta Cerulli Spinozzi) che quella del collega presidente Nicodemi (Fattoria Nicodemi) indicano “Montepulciano” alla voce “uve” dei loro Cerasuolo, contravvenendo – nella forma e nella sostanza – alla normativa attuale (non al nuovo DM, se fosse approvato come da bozza contestata!). Il tutto al pari di numerose aziende marchigiane che, negli ultimi anni, hanno subito sanzioni per l’uso improprio del termine “Montepulciano” (posizioni poi sanate in seguito al ricorso presso il Giudice di Pace, come informa l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini). Non solo. Lo stesso Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo utilizza il nome “Montepulciano” in deroga rispetto al Vino Nobile di Montepulciano.

Una causa legale, quella tra Toscana e Abruzzo, spuntata dagli abruzzesi proprio grazie alla larga diffusione del vitigno in diverse regioni del centro-sud Italia (in primis in Abruzzo, con circa 18 mila ettari, e a seguire le Marche, con circa 2 mila ettari). Il “Nobile” viene invece prodotto per la maggior parte con uve Sangiovese. Nel marchio collettivo del Nobile, “Montepulciano” indica la località geografica, mentre per il vino “Montepulciano d’Abruzzo” il mero vitigno. Dopo aver firmato nel 2012 un protocollo d’intesa con il Consorzio del Nobile per l’utilizzo della parola “Montepulciano”, l’Abruzzo di Nicodemi pretende ora che la menzione del vitigno diventi sua esclusiva.

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UN COMUNICATO FUMOSO E IL CLASSICO “COPIA-INCOLLA” DELLA STAMPA

La querelle si è accesa sul finire di luglio 2023, quando il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo ha diramato una nota stampa che ha finito – come spesso accade – per essere pubblicata col “copia-incolla” da quasi tutte le testate di settore, oltre che da quotidiani generalisti. Un comunicato fumoso, sul quale non sono arrivate delucidazioni valide neppure a fronte di nostre precise richieste. Nel testo veniva infatti menzionato il timore per i contenuti del “DM Etichettatura” e, in particolare, per l’ormai diventato celebre «articolo 16».

Secondo Nicodemi, «la proposta di una sorta di “liberalizzazione indiscriminata” dell’uso dei vitigni in etichetta, senza nessuna eccezione, come previsto invece per altri vitigni e sinonimi, porterebbe un danno incalcolabile non solo in termini economici, ma anche di comunicazione, creando una vera distorsione di mercato. L’utilizzo di un sinonimo garantirebbe sia la corretta informazione al consumatore, sia il patrimonio storico delle denominazioni-vitigno».

A tal proposito il Consorzio, già in data 10 marzo 2023, aveva richiesto al Masaf il reinserimento del sinonimo “Cordisco” per il vitigno “Montepulciano” nel Registro Nazionale Varietà delle Viti, già presente nel 1988 e poi scomparso misteriosamente nella trasformazione dello stesso da cartaceo ad informatico. Con l’inserimento del sinonimo Cordisco nel Registro nazionale delle varietà, le denominazioni riconosciute in altre regioni, che contemplano la presenza del vitigno Montepulciano nella base ampelografica di riferimento delle relative DO, potrebbero colmare il proprio gap informativo verso il consumatore riportando in etichetta il sinonimo».

L’ABRUZZO ATTACCA SUL MONTEPULCIANO. IL MASAF TERGIVERSA

Aggiunge Nicodemi: «Dobbiamo difendere il lavoro di centinaia di operatori che per decenni hanno investito e continuano ad investire importanti risorse sulla promozione e sull’affermazione nei mercati internazionali del Montepulciano d’Abruzzo, da sempre legato in maniera indissolubile ad un vitigno, il Montepulciano, e al nostro territorio che, se non adeguatamente tutelati, rischiano di essere “banalizzati” ed utilizzati da altri operatori solo per “meri fini commerciali”, a danno del radicamento storico e territoriale da tutti unanimemente riconosciuto». Interpellato da winemag.it, l’ufficio stampa del Ministro Lollobrigida si limita a precisare che «nulla è ancora deciso» e che «il Masaf approfondirà ulteriormente la questione prima di procedere con il decreto».

Secondo voci di corridoio, il titolare del dicastero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare e delle Foreste intenderebbe prima promuovere un tavolo di lavoro con gli attori coinvolti nella vicenda (non ultime le forze di governo regionali, in quota FdL e Lega sia in Abruzzo che nelle Marche). Oltre al Consorzio guidato da Nicodemi, l’Abruzzo si mostra compatto nella battaglia con le associazioni Copagri (Leo Spina), Confagricoltura (Mauro Lovato e Camillo Colangelo), Confcooperative (Antonio Marascia), Lega Coop (Andrea Di Fabio), Coldiretti (Roberto Rampazzo e Pier Carmine Tilli), DAQ Vino (Rocco Pasetti), Assoenologi (Gianni Pasquale) e CIA (Domenico Bomba), che «chiederanno la revisione del testo in presentazione, con il mantenimento delle tutele esistenti in materia di utilizzo del nome del vitigno Montepulciano alla sola regione Abruzzo».

LA POSIZIONE DELLE MARCHE CON L’IMT


Di tutt’altro avviso l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini. «Il Testo unico del vino – commenta il presidente Michele Bernetti (nella foto, sopra) – prevede l’inserimento in etichetta, con la dovuta regolamentazione, del nome del vitigno utilizzato. Riteniamo perciò, al pari delle principali organizzazioni del vino sia in ambito nazionale che comunitario, che le corrette informazioni in etichetta rappresentino una garanzia a tutela dei consumatori, e quanto stabilito dal Testo unico per i vini Dop e Igp vada in questa direzione».
Secondo l’Imt, la norma orizzontale riguarda tutti i vitigni che compongono i blend dei vini a denominazione, compresi molti marchigiani a partire dal Verdicchio.

Non c’è perciò ragione di fare eccezioni, violando peraltro il principio di eguaglianza, come ipotizzato da un nuovo comma (nr. 16, articolo 5) del decreto attuativo, già criticato dalla maggioranza delle organizzazioni di filiera. Il mondo del vino, come previsto dal Testo unico, deve ambire alla massima trasparenza nei confronti dei consumatori, anche e soprattutto per un vitigno, il Montepulciano, coltivato in quasi tutte le regioni italiane per un totale di 35 mila ettari, 2 Docg, 36 Doc e 88 Igt».

Quanto all’uso del sinonimo Cordisco: «Non esiste neppure – chiosa Bernetti – e sono stupito da questa proposta che giunge dall’Abruzzo, che usa “Montepulciano” in deroga. Pretendere che una regione o un gruppo possa registrare il nome di un vitigno sembra un concetto vicino alle logiche degli OGM, con le multinazionali che registrano un seme e non lo danno a nessuno. Nelle Marche siamo fedeli al nostro territorio e non vogliamo sostituirci o imitare nessuno. Stiamo di fatto raccogliendo materiale per dimostrare la storicità della presenza del Montepulciano nella nostra regione. D’altro canto, come ci stanno insegnando gli stessi americani con le loro nuove denominazioni, il territorio vince sempre sul nome dell’uva. Non intendiamo dunque accettare le condizioni di questa guerra di retroguardia, avendo imboccato, nella nostra regione, la strada opposta». Al Masaf e al ministro Lollobrigida l’ultima parola.

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Migliori Sangiovese di Romagna Sottozona: tutti i punteggi a Vini ad Arte 2023


Ricerca del frutto, della freschezza, di una beva slanciata ma non banale, che premi la tipicità della varietà, dei suoli e l’espressione dell’annata. È questa l’ottima direzione che sembra aver preso il Sangiovese di Romagna delle Sottozone: qui tutti i punteggi e i migliori a Vini ad Arte 2023. Grazie all’annuale rassegna organizzata dal Consorzio Vini di Romagna il 20 luglio, è stato possibile degustare decine di campioni dell’annata 2022. Protagonisti assoluti, oltre all’Albana (qui i migliori assaggi) i 16 areali in cui è stato suddiviso il Romagna Sangiovese Doc, a partire dal 2011:
Serra, Brisighella, Modigliana, Marzeno, Oriolo, Castrocaro, Predappio, Meldola, Bertinoro, Cesena, Mercato Saraceno, Longiano, Imola, Coriano, San Clemente e Verucchio.

Si tratta di una produzione di nicchia, grazie alla quale i produttori romagnoli possono raccontare le specificità dei singoli terroir, che spaziano dalla fascia più vicina al mare Adriatico ai pendii eroici prossimi agli Appennini. Fasce longitudinali in cui cambia la composizione dei terreni, l’esposizione e l’altimetria, dando risultati spesso molto diversi nel calice. Su una superficie totale di 6.235 ettari, nel 2020 sono state prodotte 11,5 milioni di bottiglie di Romagna Sangiovese Doc. Numeri ben più risicati quelli delle Sottozone, ma in decisa crescita: si è passati dalle 363.467 bottiglie del 2019 alle 517.067 bottiglie del 2022.

IL SANGIOVESE DI ROMAGNA DELLE 16 SOTTOZONE: SGUARDO AL FUTURO

La vera sfida per il futuro della denominazione è dunque la massa critica sulle 16 Sottozone, capaci di raccontare – in prospettiva anche sul fronte del turismo e dell’enoturismo – una Romagna lontana dallo stereotipo delle infinite spiagge di sabbia e delle lunghe file di ombrelloni. La Romagna dell’entroterra. Della gastronomia lenta, da contrapporre al mordi e fuggi di una piadineria della Riviera. La Romagna degli scorci mozzafiato sugli Appennini e dei suoli di matrice vulcanica, tanto inaspettati in una regione che fa della sabbia uno dei suoi simboli internazionali. Lo scoglio è quello rappresentato dall’Igt, che in Romagna pesa ancora come un macigno sull’evoluzione () della Doc. A dirlo sono i numeri, che riguardano ovviamente anche il Sangiovese.

La Rubicone Igt è in testa con 87.621.067 milioni di bottiglie. A seguire Ravenna Igt con 600.533, Forlì Igt con 484.933 e Sillaro Igt con 165.867. Vini con prezzi spesso modesti, collocabili alla base della piramide qualitativa romagnola e destinati al mondo della grande distribuzione organizzata e alle promozioni “aggressive” dei discounter. Volumi movimentati in gran parte da imbottigliatori e cooperative che, nel tempo, si stanno avvicinando con curiosità alle espressioni del Sangiovese di Romagna delle Sottozone. Il futuro dirà chi ha ragione. All’orizzonte, una potenziale crescita del valore medio, a cascata, di tutte le tipologie, grazie ad attività di marketing e comunicazione finalizzate a un posizionamento prezzo sempre più elevato delle Sottozone. La qualità? C’è tutta.

LA VENDEMMIA 2022 IN ROMAGNA E I MIGLIORI SANGIOVESE SOTTOZONA A VINI AD ARTE 2023


Tornando ai calici, passando prima dalla vigna, come è stata la vendemmia 2022 in Romagna? In sintesi, secondo quanto riferisce il Consorzio, «una vendemmia concentrata in pochi giorni, non abbondante (- 1% rispetto alla media degli ultimi 5
anni e +3% rispetto al 2021), ma di buona qualità, con vini bianchi spumanti di buona struttura e longevità, se
ben posizionati nella raccolta delle uve, e vini rossi che potrebbero uscire con punte di eccellenza per equilibrio ed eleganza». Vediamo dunque i migliori Sangiovese Sottozona a Vini ad Arte 2023.

 

NOME ANNO DENOMINAZIONE AZIENDA MENZIONE/ZONA DESCRIZIONE SCORE
Moro di Dozza 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc ASSIRELLI IMOLA Colore piuttosto carico, ma luminoso. Bel fiore, bel frutto denso, che si conferma anche al palato. Molto tipico, fruttato e con una leggera vena sapida ad accompagnare il sorso. Vino che abbina peso e agilità di beva. 87
Contragrande 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc BRANCHINI IMOLA Vino giocato sull’eleganza e una certa austerità, giovane e si sicura prospettiva. Rinuncia alla potenza e alle concentrazioni per esaltare una freschezza e vena sapida. 88
Barone Bartolomeo 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc CANTINA DI CESENA – TENUTA AMALIA CESENA Bel colore, tinte violacee. Versione di Sangiovense agile e beverina, semplice. 84
Benedictus 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc CANTINA FIAMMETTA SAN CLEMENTE Tanta macchia mediterranea e spezia, un bel frutto, ciliegia appena matura. In bocca corrispondente. Versione easy, beverina, piacevole. 85
Tratti d’Autore 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc CANTINA FORLÌ
PREDAPPIO
PREDAPPIO Altro bel frutto goloso, tannini vivi ed eleganti, leggera sapidità. Vino che premia beva e agilità, in maniera molto ben congegnata. 87
S zero solfiti aggiunti 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc FATTORIA DEL MONTICINO ROSSO IMOLA Vino di beva molto agile. Fiore, frutto croccante e vena glicerica ad arrotondare, senza squilibri. 85
Tre Rocche 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc FATTORIA NICOLUCCI PREDAPPIO Bel colore, rubino con unghia violacea, luminosa. Naso-bocca tra spezia e frutto golosissimo, ciliegia ma anche mora, una leggera percezione di mirtillo. Allungo sapido-minerale, tannini elegantissimi e prospettiva. 88
Petali di Viola 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc MERLOTTA IMOLA Primo naso su fiore e frutto molto ben espresso. In bocca mostra di aver bisogno di tempo, con moderata fiducia. 85
NOELIA RICCI – Il Sangiovese 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc PANDOLFA – NOELIA RICCI PREDAPPIO Bellissimo colore, luminoso. Naso golosissimo, denso e al contempo slanciato. In bocca un’ottima corrispondenza, tannini vivi ad asciugare tanta materia, succosissimo. Finale persistente. 90
PANDOLFA – Federico 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc PANDOLFA – NOELIA RICCI PREDAPPIO Naso dominato dalla macchia mediterranea (netto il rosmarino) nonché dalla grande precisione del frutto croccante, di bosco. In bocca eleganza da vendere, tannini finissimi che esaltano ulteriormente la perfetta corrispondenza gusto olfattiva. Vino all’inizio di una vita molto promettente. 91
Mazapegul 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc PODERE DELLA GROTTA CESENA Note speziate e marine, sin dal naso, sul frutto croccante, elegante. Gran bei tannini al palato, ad asciugare un frutto goloso, denso e al contempo slanciato. 91
Prugneto 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc PODERI DAL NESPOLI PREDAPPIO Naso sulla frutta matura e su note di terziari di cioccolato, toffee, leggera mou. In bocca goloso, ciliegia e ancor più fragola, al limite della confettura. Vino giovane, buona prospettiva. 89
Gualdo 2022 Romagna Sangiovese Predappio Doc PODERI DAL NESPOLI PREDAPPIO Naso tutto sul frutto, con grande eleganza e precisione. Molta eleganza anche al palato, grazie a tannini lavorati divinamente e di prospettiva. Golosissimo dall’ingresso alla chiusura. 91
Le More 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc RONCHI DI CASTELLUCCIO MODIGLIANA Bella progressione naso bocca, su ciliegia e spezie, in chiusura. Beva e prospettiva, anche grazie a tannini vivi. 88
Vigna Palazzina 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc TENUTA CASALI MERCATO SARACENO Netta speziatura al naso, oltre a note mentolate al limite del balsamico. Palato che segue a ruota. Vino sull’eleganza, con ritorni di timo e mentuccia sul frutto, preciso, croccante. Al sorso un po’ meno di concentrazione del frutto rispetto al naso. 89
Oddone 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc TENUTA LA VIOLA BERTINORO Bel rubino luminoso, invitante. Ciliegia croccante, matura il giusto, lampone, un tocco di mora di rovo. Vino molto semplice, sulla beva, tra i migliori in questo senso. 88
Beato Enrico 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc TENUTA SANTINI CORIANO Non degustato per questioni tempistiche X
Samore 2022 Romagna Sangiovese Superiore DOC TENUTA UCCELLINA RAVENNATE Non degustato per questioni tempistiche X
Campo di Mezzo 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc TRE MONTI SERRA Non degustato per questioni tempistiche X
2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc ZAVALLONI CESENA Frutto denso naso-bocca. Vino apprezzabile per la bella vena morbida del frutto e il lavoro sui tannini. Buona eleganza e beva. 87
Sigismondo 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc ROCCHE MALATESTIANE CORIANO Non degustato per questioni tempistiche X
I diavoli 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc ROCCHE MALATESTIANE SAN CLEMENTE Frutto goloso e ancora quella bella nota speziata e di macchia mediterranea, avvertita in altri campioni. Gran bell’espressione del frutto, tannini elegantissimi. Chiusura sul frutto e su leggera vena sapida. 90
Tre Miracoli 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc ROCCHE MALATESTIANE VERRUCCHIO Non degustato per questioni tempistiche X
Crepe 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc CA’ DI SOPRA MARZENO Non degustato per questioni tempistiche X
PANDOLFA – Pandolfo 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc PANDOLFA – NOELIA RICCI PREDAPPIO Naso pieno, classico “ciliegione”, molto goloso. In bocca agile, beverino, goloso. 89
Cadisopra 2021 Romagna Sangiovese Marzeno Doc CA’ DI SOPRA MARZENO Non degustato per questioni tempistiche X
Il Costone 2021 Romagna Sangiovese Bertinoro Doc CANTINA BRASCHI BERTINORO Vino goloso naso-bocca, sul frutto, manca anche qui un po’ di concentrazione del frutto, sapido in chiusura, sin dal centro bocca, ma con ritorni di frutta e di macchia mediterranea (timo) in retro olfattivo, molto precisi. Versione che abbina carattere e gran agilità di beva. 90
Le Case Rosse 2021 Romagna Sangiovese Superiore Doc CANTINA DI CESENA – TENUTA AMALIA CESENA Rubino granato luminoso, molto penetrabile alla vista. Gran bella ciliegia naso bocca, bella vena sapida, bei tannini eleganti. Con un po’ più di polpa in chiusura sarebbe stato perfetto. Molto bello 89
Al Caleri 2021 Romagna Sangiovese Superiore Doc CONDE’ PREDAPPIO Naso sul tamarindo, granatina, ciliegia. Un po’ di selvatico al palato, insieme a spezie della macchia e a una cileigia e lampone molto maturi, quasi densi. 89
Chiara Condello 2021 Romagna Sangiovese Predappio Doc CONDE’ PREDAPPIO Bellissimo colore, rubino. Naso su ciliegia matura, ricordi di fragola, frutti di bosco, nota zolfata leggera, minerale. Gran bel frutto e tannino al palato. Beva, elegantissima. 91
Notturno 2021 Romagna Sangiovese Predappio Doc DREI DONA’ PREDAPPIO Colore piuttosto carico. Espressione di Sangiovese molto tipica sul frutto naso-bocca, con ricordi di liquirizia e menta in chiusura, oltre a burro salato e di arachidi. Vino di prospettiva. 91
Caciara 2021 Romagna Sangiovese SuperioreDoc ENIO OTTAVIANI SAN CLEMENTE Bel colore, granato luminoso. Tanta spezia e macchia mediterranea (alloro, timo) sul frutto croccante, che ricorda la ciliegia. Frutto e tannini molto ben espressi. Gran bel vino anche in prospettiva. 90
Poggio Vicchio 2021 Romagna Sangiovese Marzeno Doc FATTORIA ZERBINA MARZENO Non degustato per questioni tempistiche X
Rosso della Torre 2021 Romagna Sangiovese Superiore Doc LA SABBIONA ORIOLO Non degustato per questioni tempistiche X
NOELIA RICCI – Godenza 2021 Romagna Sangiovese Predappio Doc PANDOLFA – NOELIA RICCI PREDAPPIO Bel colore, naso goloso, ciliegione. Tannini sottili, ben integrati, beva agile, leggiadra, certamente golosa. 88
Il Bosco 2021 Romagna Sangiovese Superiore Doc PERTINELLO PREDAPPIO Vino connotato da leggere note selvatiche, d’un Sangiovese ruspante e fruttato, classico nettare romagnolo da tutto pasto. 85
Pietro 1904 2021 Romagna Sangiovese Predappio Doc PICCOLO BRUNELLI PREDAPPIO Splendido frutto, ciliegia, lampone, fragola, ricordi di agrume rosso, tamarindo leggero in retro olfattivo. Spezia, sapidità, tannini elegantissimi. 91
Cesco 1938 2021 Romagna Sangiovese Predappio Doc PICCOLO BRUNELLI PREDAPPIO Naso golosissimo sul frutto, che sfiora la confettura di lamponi e ciliegie. Pregevole speziatura e note di erbe aromatiche più in sottofondo, sin dal naso: timo, rosmarino. Vino che al palato abbina concentrazione e slancio, golosissimo e dai tannini di prospettiva. 93
Canovaio 2021 Romagna Sangiovese Superiore Doc PODERI DELLE ROCCHE IMOLA Naso molto elegante, va su note goudron. Tannini eleganti, bella ciliegia e chiusura agrumata, rossa (sangionella). Elegante e di prospettiva. 89
Arlesiana 2021 Romagna Sangiovese Brisighella Doc POGGIO DELLA DOGANA BRISIGHELLA Naso dominato da ricordi di ciliegia, o meglio di visciola. Sorso teso, sapido, anche sul frutto. Vino snello e leggiadro, dai tannini rotondi, tutto sulla beva, senza disdegnare un certo carattere. 88
I 4 Bastioni 2021 Romagna Sangiovese Superiore Doc POGGIO DELLA DOGANA CASTROCARO Non degustato per questioni tempistiche X
Vigna Baruccia 2021 Romagna Sangiovese Mercato Saraceno Doc TENUTA CASALI MERCATO SARACENO Bel colore. Naso profondo su goudron e spezia, oltre al frutto come la ciliegia, perfettamente matura. In bocca una gran bella vena dolce sui tannini. Frutto maturo, beva ed eleganza.  Splendido in retro olfattivo su ritorni goudron e fruttati. 91
Rondo’ 2021 Romagna Sangiovese Superiore Doc TENUTA DE STEFENELLI BERTINORO Bel colore luminoso, giovanile, violaceo. Naso tra spezia e frutto rosso maturo (fragola, lampone, la classica ciliegia) Qualche ricordo di frutta secca. 85
Colombarone 2021 Romagna Sangiovese Bertinoro Doc TENUTA LA VIOLA BERTINORO Bel colore, luminoso, vivo. Molto profumato, di violetta, frutta rossa. Balsamico più in sottofondo. In bocca è elegante: classico “ciliegione”, ma su vena sapida e su tannini vivi e di prospettiva. Vino che può decisamente migliorare nel tempo. 90
InTerra Rosso 2021 Romagna Sangiovese Bertinoro Doc TENUTA LA VIOLA BERTINORO Frutto goloso, naso bocca, tanta ciliegia, lampone, fragola. Tannini eleganti che contribuiscono alla bella beva. Vena sapida che domina il palato e accompagna fino al croccantissimo retro olfattivo, su ritorni della frutta avvertita al naso. Vino di assoluta prospettiva. 93
Bacana 2021 Romagna Sangiovese Superiore DOC TENUTE BACANA BRISIGHELLA Bel colore, frutto tendente al maturo, mora più che ciliegia. Bella speziatura di fondo, macchia mediterranea. Tannini eleganti, beva agile 88
Classe 33 2021 Romagna Sangiovese Serra Doc TRE MONTI SERRA Non degustato per questioni tempistiche X
Papesse 2021 Romagna Sangiovese Modigliana Doc VILLA PAPIANO MODIGLIANA Naso sul frutto croccante (ciliegia) con leggero risvolto rustico-selvatico e una nota minerale e di erbe aromatiche, balsamiche. Buona eleganza e carattere al palato. Vino che privilegia la beva, senza rinunciare a tannini vivi, di prospettiva. Una prova stilistica da incoraggiare. 88
Vigna Beccaccia 2021 Romagna Sangiovese Modigliana Doc VILLA PAPIANO MODIGLIANA Naso splendido, sul frutto, goloso, perfettamente maturo. Prugna, susina, anguria, mora, amarena. Macchia mediterranea in sottofondo. Esemplare anche al palato, lungo, slanciato, sapido. Tannini che giocano meravigliosamente sul frutto e sulla vena glicerica. Ottima persistenza. Sangiovese “vero”, puro. 93
Primo Segno 2021 Romagna Sangiovese Superiore Doc VILLA VENTI LONGIANO Non degustato per questioni tempistiche X
Solaris 2021 Romagna Sangiovese Superiore Doc ZAVALLONI CESENA Esordisce al naso su un bel frutto rosso e su note goudron, che si ripresentano anche in un palato denso, in confettura. Tannini eleganti a riequilibrare. Chiusura ricca, polposa. Vino a cui dare tempo. 88
138 2021 Romagna Sangiovese Superiore Doc TENUTA MASSELINA SERRA Non degustato per questioni tempistiche X
Manano 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc BIONI CASTROCARO Non degustato per questioni tempistiche X
Bissoni Riserva 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc BISSONI RAFFAELLA BERTINORO Colore piuttosto carico, pur luminoso. Gran naso di tamarindo, ciliegia, legno molto integrato. Splendido palato, nell’ottimo bilanciamento di primari e terziari di vaniglia e caramella mou. Gran persistenza e struttura. Vino golosissimo, ancora molto giovane. 91
Vigna Ca’ del Rosso 2020 Romagna Sangiovese Marzeno Riserva Doc CA’ DI SOPRA MARZENO Non degustato per questioni tempistiche X
Vigna Montale 2020 Romagna Sangiovese Marzeno Riserva Doc CA’ DI SOPRA MARZENO Non degustato per questioni tempistiche X
Pergami 2020 Romagna Sangiovese Riserva Doc CANTINA DI CESENA – TENUTA AMALIA CESENA Naso goloso, sulla ciliegia. Profilo vinoso al palato, con il frutto pur presente da centro a chiusura. Tannino al momento un po’ pungente, di prospettiva. 87
Nero Eron 2020 Romagna Sangiovese San Clemente Riserva Doc CANTINA FIAMMETTA SAN CLEMENTE Bel granato luminoso, mediamente penetrabile. Nota di moro di rovo, molto centrata e riconoscibile, oltre a ciliegia, fragola, lampone e lampone in un quadro piuttosto denso, stratificato tra frutto e spezie. Palato su frutta che si conferma molto golosa e tannini ben svolti. Allungo su arancia rossa, ciliegia e mora, leggermente sapido. Vino di prospettiva. 91
Volo d’Aquila 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc CANTINA FORLÌ
PREDAPPIO
PREDAPPIO Vino dal colore piuttosto carico. Intensa speziatura al naso, su ricordi di cannella e vaniglia. Il frutto è maturo, tra la ciliegia e la mora Palato in perfetta corrispondenza. 87
Bron & Ruseval 2020 Romagna Sangiovese Bertinoro Riserva Doc CELLI BERTINORO Naso netto sulla ciliegia e sulla viola mammola. Sapidità e trama tannica a fare da spina dorsale a una bella progressione sul frutto (ciliegia, lampone e fragola). Vino molto elegante, soprattutto sui primari, a denotare una perfetta epoca di raccolta delle uve e un’ottimale valorizzazione in cantina. Bella mano. 90
Predappio 2020 Romagna Sangiovese Predappio Doc CONDE’ PREDAPPIO Colore luminoso, giovanile. Leggere note selvatiche perfettamente integrate e gran carattere per questo Sangiovese. Tamarindo, agrume rosso, spezie. In bocca un concerto, in perfetta corrispondenza, su tannini elegantissimi. Chiude sapido, su ritorni golosissimi di frutta fresca. Vino all’inizio di una lunga vita. 93
Le Lucciole 2020 Romagna Sangiovese Predappio Riserva Doc CONDE’ PREDAPPIO Tra i migliori “nasi” dell’ampia batteria, polposo, sul frutto croccante, sulle spezie, sulle aromatiche della macchia mediterranea. Al palato più austero di quello che farebbe presagire, ma è solo un peccato di gioventù (da vendere). Un vino giocato sull’eleganza estrema, sulla raffinatezza e sul terroir. Un filo di polpa in più, anche al palato, e rasenterebbe la perfezione. 92
Raggio Brusa 2020 Romagna Sangiovese Predappio Riserva Doc CONDE’ PREDAPPIO Colore piuttosto carico ma luminoso, frutto molto maturo. Bel palato teso, su vena minerale zolfata, a fare da spina dorsale all’espressione piena del frutto, sferzata da tannini in cravatta. Lunga chiusura. Vino molto elegante, ancora giovane. 94
Vigna del Pruno 2020 Romagna Sangiovese Predappio Riserva Doc DREI DONA’ PREDAPPIO Frutto e importante presenza di terziari al naso. Al palato più equilibrio tra le due componenti, su uno splendido frutto croccante ben controbilanciato dal legno (fondo di caffè e leggera vaniglia bourbon). Gran prospettiva. 91
Sole Rosso 2020 Romagna Sangiovese Superiore Doc ENIO OTTAVIANI SAN CLEMENTE Ciliegia, spezia, erbe aromatiche come l’alloro e il timo, mineralità salina. Un vino che ha tutto, elegante e beverino, oltre a una sicura prospettiva. 92
Frutti Rossi 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc FATTORIA DEL MONTICINO ROSSO IMOLA Frutto molto compiuto al naso, così come al palato. Bello anche il fiore, violetta più che rosa. Vino muscolare al palato, tra tannino e acidità viva. D conservare in cantina. 89
Predappio di Predappio Vigna del Generale 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc FATTORIA NICOLUCCI PREDAPPIO Colore splendido. Naso goloso, su ciliegia, lampone. Bel sottofondo speziato, macchia mediterranea in gran vista. Palato straordinariamente aperto, golosissimo, su frutto pieno e tannini di estrema eleganza. Allungo fresco-sapido-fruttato e prospettiva da vendere. Come usare il legno: istruzioni per l’uso. 95
Legio 2020 Romagna Sangiovese Serra Doc FERRUCCI SERRA Non degustato per questioni tempistiche X
Domus Caia 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc FERRUCCI SERRA Non degustato per questioni tempistiche X
Fiorone 2020 Romagna Sangiovese Castrocaro Doc FIORENTINI CASTROCARO Non degustato per questioni tempistiche X
Fermavento 2020 Romagna Sangiovese Superiore Doc GIOVANNA MADONIA BERTINORO Leggermente selvatico al primo naso, poi frutto come mora di rovo, ancor più che ciliegia, ed erbe aromatiche mediterranee e spezie. In bocca molto tipico, tannino lavorato molto bene, bella croccantezza e decisamente ottima la beva. Prova da incorraggiare. 90
Ombroso 2020 Romagna Sangiovese Bertinoro Riserva Doc GIOVANNA MADONIA BERTINORO Stesso primo naso sulla spezia e su un leggero risvolto selvatico. Ciliegia più matura del precedente e più concentrazione al palato. Cantina sulla strada giusta, verso il bilanciamento tra freschezza e frutto. Per molti versi, la rivelazione di Vini ad Arte 2023. 91
Mammutus Oriolo 2020 Romagna Sangiovese Oriolo Doc LA SABBIONA ORIOLO Non degustato per questioni tempistiche X
Fondatori PG 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc MERLOTTA IMOLA Colore piuttosto impenetrabile, naso e bocca condizionate al momento dal legno. Frutto polposo, ricco sulle note di goudron, biscotto, mou e fondo di caffè. Un vino di struttura, giovane, all’inizio della sua vita. 91
Il Pertinello 2020 Romagna Sangiovese Superiore Doc PERTINELLO PREDAPPIO Tanta macchia mediterranea al naso, oltre alla classica ciliegia e al lampone maturo. Bella progressione al palato, a cui manca però un po’ concentrazione. Beva comunque premiata. 87
Il Sasso 2020 Romagna Sangiovese Superiore Doc PERTINELLO PREDAPPIO Colore leggermente più carico del precedente. Bel naso su ciliegia e tamarindo. Bocca molto ben espressa su un frutto golosissimo e su tannini molto ben lavorati, ad “asciugare” e dare prospettiva. Bella vena sapida che accompagna da apertura a chiusura. Lunghissima la persistenza. 93
Dante 1972 2020 Romagna Sangiovese Predappio Riserva Doc PICCOLO BRUNELLI PREDAPPIO Bel naso su ciliegia e lampone. Frutto che conferisce morbidezza in un palato in cui, tuttavia, ruggisce al momento il tannino. L’ossigenazione apre a leggeri a risvolti selvatici. Vino molto giovane, da attendere con fiducia. 89
Il Nespoli 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc PODERI DAL NESPOLI PREDAPPIO Legno e frutto stramaturo, mora di rovo più che ciliegia. Tanta sapidità unita a ritorni di legno che. al momento, condizionano il sorso. Retro olfattivo sul burro salato. 88
Castellano 2020 Romagna Sangiovese Superiore Doc PODERI DELLE ROCCHE IMOLA Vino su note fruttate dolci, dall’ingresso alla chiusura. 86
Ora 2020 Romagna Sangiovese Superiore Doc SAN PATRIGNANO CORIANO Non degustato per questioni tempistiche X
Avi 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc SAN PATRIGNANO CORIANO Non degustato per questioni tempistiche X
Vigna Quartosole 2020 Romagna Sangiovese Mercato Saraceno Riserva Doc TENUTA CASALI MERCATO SARACENO Spezia e macchia mediterranea al naso, oltre al frutto rosso. Particolarmente salino al palato, dall’ingresso alla chiusura. Bel frutto, croccante. Buona espressione di Sangiovese, in fase di amalgama. 87
Cerbiano 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc TENUTA DEL GELSO BERTINORO Colore rubino-granato carico, pur penetrabile alla vista. Al naso frutta matura, precisa e senza sbavature: ciliegia, lampone, fragola, mora, prugna. In bocca una gran bella tensione acida e sapida – quasi inattesa – cui fa seguito un allungo elegante, su toni balsamici, mentolati. 90
2020 Romagna Sangiovese Superiore Doc TENUTA FRANZONA IMOLA Colore piuttosto carico per questo Sangiovese 2020. Naso sulla liquirizia, oltre che su un bel frutto. Al palato tannini che asciugano elegantemente l’abbondante materia. Vino piacevole, all’inizio del suo percorso di vita. 89
Orione 2020 Romagna Sangiovese Coriano Doc TENUTA SANTINI CORIANO Non degustato per questioni tempistiche X
Iko 2020 Romagna Sangiovese Superiore DOC TENUTE TOZZI BRISIGHELLA Granato luminoso alla vista. Leggera nota selvatica al primo naso, che si ritroverà poi al sorso, in maniera meno accentuata. Palato teso, soprattutto sulla sapidità, ma il frutto non manca affatto. Un Sangiovese di Romagna caratteriale, tipico e dalla gran personalità. 91
Thea 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc TRE MONTI SERRA Non degustato per questioni tempistiche X
Petrignone 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc TRE MONTI SERRA Non degustato per questioni tempistiche X
Amarcord d’un Ross 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc TRERE’ BRISIGHELLA Naso molto intrigante, su mora, ciliegia e potpourri. A convincere ancor più è il palato da Sangiovese di razza, con la sola “pecca” d’essere al momento ancora troppo giovane. Gran carattere e struttura, solo da attendere per una maggiore armonia, soprattutto sul fronte della componente alcolica. 91
Laurento 2020 Romagna Sangiovese Riserva Doc UMBERTO CESARI IMOLA Naso su ciliegia e violetta. Palato al momento un po’ condizionato dai terziari, che comunque non avviliscono il varietale, accompagnandolo. 89
Pre’ 2020 Romagna Sangiovese Predappio Doc VILLA PAPIANO PREDAPPIO Colore mediamente carico, luminoso. Vino molto condizionato da sentori selvatici, sotto ai quali si cela un bel frutto di bosco. Necessita tempo per aprirsi e dare il meglio di sé. 87
Longiano particella 10 2020 Romagna Sangiovese Longiano Doc VILLA VENTI LONGIANO Non degustato per questioni tempistiche
Amedeo 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc ZAVALLONI CESENA Colore molto carico ma luminoso. Frutta molto matura, amarena. In bocca ottima corrispondenza, tannini molto eleganti. Ottimale utilizzo del legno, integrato ma percettibile su note di vaniglia e toffee. Goloso. 90
Masselina Riserva 2020 Romagna Sangiovese Serra Riserva Doc TENUTA MASSELINA SERRA Non degustato per questioni tempistiche X
2020 Romagna Sangiovese Riserva Doc BRANCHINI IMOLA Naso e bocca su agilità e verticalità, nel segno di una delle versioni più “cruncy” del frutto. Gran beva, senza perdere un millimetro di tipicità. Al corredo dei primari fa eco un agrume rosso (sanguinella) che accompagna dal naso al retro olfattivo. 87
Monte de Re 2019 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc ASSIRELLI IMOLA Naso su radice di liquirizia, rintocchi di rabarbaro e frutto rosso maturo, preciso, goloso. Vino in una buona fase evolutiva, molto godibile. 88
Vigna Colecchio 2019 Romagna Sangiovese Bertinoro Riserva Doc BISSONI RAFFAELLA BERTINORO Frutto tra i più precisi di Vini ad Arte 2023, su gelso, mora di rovo, ciliegia matura, croccante. Tannini lavorati divinamente, ancora una volta a segnare la strada della tipologia. Legno appena percettibile in retro olfattivo. Vino che può certamente dare ancora molto, nei prossimi anni. 94
1502 Da Vinci in Romagna – Rocca di Cesena 2019 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc CAVIRO FAENZA Non degustato per questioni tempistiche X
Le Morine 2019 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc FATTORIA DEL MONTICINO ROSSO IMOLA Bel rubino luminoso, penetrabile alla vista. Gran eleganza naso bocca, frutto golosissimo, tannini splendidi, acidità viva. Giovane e di prospettiva. 91
Mammutus 2019 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc LA SABBIONA ORIOLO Non degustato per questioni tempistiche X
Le Armi 2019 Romagna Sangiovese Imola Riserva Doc PALAZZONA DI MAGGIO IMOLA Al naso note di confettura di ciliegia e mora, risvolti mielati. Corrispondente al palato, in un centro bocca che si arricchisce di ricordi di rabarbaro sui tannini dolci. Chiusura morbida, nel buon bilanciamento tra primari e terziari. Vino corpulento, ancora molto giovane. 90
Luis 2019 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc PODERE DELL’ANGELO VERUCCHIO Non degustato per questioni tempistiche X
Cleto 2019 Romagna Sangiovese Cesena Riserva Doc PODERE DELLA GROTTA CESENA Primo naso timido, che presto si apre su un  frutto rosso croccante, molto preciso. Al palato una buona corrispondenza gusto olfattiva. Tannini eleganti, ancora una volta sulla ciliegia golosa. Vino molto giovane e di prospettiva. 90
Augustus 2019 Romagna Sangiovese Riserva Doc PODERE PALAZZO CESENA Legno e frutto ben amalgamati al naso. In particolare, frutto golosissimo al naso, molto maturo, senza cedere un filo di eleganza. Bei tannini fitti e sottili. Vino di beva. 88
Signorello 2019 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc PODERI DELLE ROCCHE IMOLA Frutto surmaturo almeno parzialmente, un po’ pastoso. In bocca tannini vivi e conferma delle note surmature. Chiusura tendente all’amaricante e sbilanciata sui terziari. Fase complicata, quella attuale, per questo vino che ha comunque tutto per migliorare e armonizzarsi. 86
P.Honorii 2019 Romagna Sangiovese Bertinoro Riserva Doc TENUTA LA VIOLA BERTINORO Rubino mediamente penetrabile. Bellissimo frutto, balsamicità, allungo, tensione. Sangiovese ruggente, vero, caratteriale e di gran prospettiva. 92
Il Mastino 2019 Romagna Sangiovese Riserva Doc ROCCHE MALATESTIANE CORIANO Non degustato per questioni tempistiche X
Michelangiolo 2018 Romagna Sangiovese Oriolo Riserva Doc CALONGA ORIOLO Non degustato per questioni tempistiche X
Torre di Ceparano 2018 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc FATTORIA ZERBINA MARZENO Non degustato per questioni tempistiche X
Armonia 2018 Romagna Sangiovese Bertinoro Riserva Doc TENUTA DE STEFENELLI BERTINORO Note di fiori secchi al naso, piuttosto invadenti sul frutto. Al palato risulta corrispondente, su un fruttato timido e su note macerative-erbacee. Tannino ruggente. Giusto aspettarsi più equilibrio, anche se l’annata 2018, in Romagna, non è stata delle più semplici. 84
Caesena 2018 Romagna Sangiovese Cesena Doc PODERE PALAZZO CESENA Colore molto carico, ma luminoso. Leggero verde-fenolico al naso, ancora una volta a sottolineare un’annata complicata. Nota che si ritrova anche al palato, a discapito di un frutto rosso piacevolmente croccante. Chiusura tendenzialmente equilibrata, pur leggermente amaricante. 85
Cuvéè La Collinaccia 2017 Romagna Sangiovese Riserva Doc FIORENTINI CASTROCARO Non degustato per questioni tempistiche X
Nonno Rico 2017 Romagna Sangiovese Oriolo Riserva Doc PODERI MORINI ORIOLO Non degustato per questioni tempistiche X
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Lavoro stagionale 2023, 40 mila extracomunitari pronti alla vendemmia

Via libera all’ingresso di 40mila lavoratori stranieri extracomunitari interamente impegnati nel lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero. Lo rende noto la Coldiretti nell’evidenziare la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del DPCM che integra i flussi stagionali proprio in occasione dell’avvio delle importanti campagne di raccolta delle mele e della vendemmia. I lavoratori stranieri occupati in agricoltura, come evidenza il sindacato, sono per la maggior parte provenienti da Romania, Marocco, India e Albania.

«Ma ci sono rappresentanti di un po’ tutte le nazionalità – continua Coldiretti – e si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero. Ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese, spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli».

Sono molti i distretti agricoli dove i lavoratori immigrati sono una componente essenziale e bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso, della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte fino agli allevamenti da latte in Lombardia dove a svolgere l’attività di bergamini sono soprattutto gli indiani».

LAVORATORI STAGIONALI IN AGRICOLTURA: IL DPCM IN GAZZETTA UFFICIALE

Per accelerare le procedure, il DPCM riserva alle Associazioni datoriali 15 mila quote sulle 40 mila previste, che saranno utilizzate a scorrimento rispetto alle domande già presentate alla data di pubblicazione del DPCM. Le quote previste dal DPCM integrativo, precisa la Coldiretti, sono state già ripartite, con apposita circolare tra gli Ispettorati territoriali del lavoro, le Regioni e le Province autonome dalla DG-Immigrazione del Ministero del Lavoro.

Il tutto sulla base delle effettive domande pervenute agli Sportelli Unici per l’immigrazione e del fabbisogno segnalato a livello territoriale. In Italia, sottolinea ancora Coldiretti, un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere con 358 mila lavoratori regolari provenienti da ben 164 Paesi diversi, impegnati nei campi e nelle stalle. Secondo il Dossier Idos, i 40 mila stranieri pronti anche quest’anno a offrire le loro prestazioni nei campi forniscono più del 30% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore.

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Caso La Guardiense, la replica del presidente Domizio Pigna


Riceviamo e pubblichiamo integralmente il commento affidato ai canali social personali – nonché a uno dei nostri canali Facebook – da parte del presidente della cooperativa La Guardiense, in merito all’editoriale di winemag.it di questa mattina.

Oggi La Guardiense ha ricevuto un brutto e meschino attacco da parte di un giornalista del Nord Italia. Questa è la mia risposta personale, in attesta che gli organismi amministrativi intervengano nei prossimi giorni. Risposta. Sono onestamente amareggiato da questo attacco frontale: una condanna senza appello e senza possibilità di replica.

1. Contesto il metodo. Si è avviata una polemica alla vigilia di ferragosto, quando ormai l’argomento non era più una notizia, e la si è voluta rilanciare, non so con quanto rispetto verso le parti vittima di un’azione politica della quale non intendo discutere, poiché non ho ruoli politici. Ciò che le contesto, in particolare, è la faziosità di un articolo che non ascolta e non riporta versioni diverse da quelle sostenute da una parte politica, l’opposizione consiliare che riceve una gran parte del suo consenso elettorale da aziende notoriamente avversarie della Guardiense, pronte a tutto pur di attaccarla, unitamente ai suoi mille soci, che con larghissima maggioranza hanno espresso la compagine che guido. Avrei gradito essere chiamato come contraddittorio, come avrebbe anche suggerito la deontologia della sua professione, perché è evidente che le sue fonti sono molto poco rispettose dei fatti, della loro verità e mi sembrano esclusivamente alla ricerca di vendette personali. Dalla lettura del suo articolo si vede tutta la difficoltà che lei ha nel comprendere vicende tanto locali che denotano la sua lontananza dai fatti e quindi posso comprendere la fatica che fa nell’averne una reale percezione. Avrebbe fatto meglio a sentire tutti e non solo alcuni.

2. Contesto il merito. La Guardiense ha proposto e sostenuto la cittadinanza onoraria per Luciano Pignataro, seguendo la convinzione che si tratti di un giornalista che ha fatto, notoriamente, tanto per la crescita del nostro territorio. Lo ha fatto con qualsiasi tipo di amministrazione comunale che a Guardia si è succeduta, di qualsiasi colore politico essa sia stata. È persona degna di rispetto e stima, professionale e umana. Questo è un dato incontestabile di cui non si è voluto tenere conto. Mi sembra altrettanto grave ignorare il peso dei mille produttori che rappresento e che non possono avere lo stesso peso di singole aziende che, forti di vecchie rendite di posizione ormai scadute, non si rassegnano a dover fare i conti con ciò che la Guardiense rappresenta per la viticoltura campana e italiana.

Concludo, informandola che convocherò un Consiglio d’amministrazione per valutare le azioni a tutela della buona fama dell’azienda che rappresento. Alcuni colpi bassi, come tirare fuori vecchie polemiche ampiamente chiarite, denotano una malafede e un’aggressione comunicativa che, nel rispetto dei mille soci che rappresento, e dei consulenti che mi onoro di avere, non posso lasciar cadere. Per un tanto prestigioso giornalista, quale lei ritiene di essere, sarebbe stato più opportuno chiedere una più completa documentazione a quegli spregiudicati informatori, forse piccoli produttori locali che rappresentano esigue minoranze egoiste, che le hanno tanto pesantemente armato la mano, provocandole anche una gratuita figuraccia. Questo articolo non fa tanto male a me, semmai avesse avuto questo scopo, poiché nonostante attacchi ben peggiori ho sempre continuato a impegnarmi non solo per la Guardiense ma anche per la crescita di tutto il Sannio vitivinicolo. Credo, piuttosto, che si tratti di una meschina cattiveria di cui i viticoltori sanniti, non solo i mille soci della Guardiense, non avevano bisogno e che non avrebbero meritato».

DOMIZIO PIGNA – presidente cantina sociale La Guardiense

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Gli Editoriali news news ed eventi

La Guardiense, che combini (ancora)?


EDITORIALE –
In un momento storico in cui è vitale anche – e forse soprattutto –
per le cooperative del vino italiano recuperare fiducia nei confronti dei consumatori, in Campania succede l’incredibile. All’oscuro della cittadinanza e senza alcun mandato da parte della popolazione, la cantina sociale La Guardiense ha proposto la cittadinanza onoraria a Guardia Sanframondi (paese della provincia di Benevento) per un giornalista campano che più volte ha collaborato con la stessa cooperativa nell’ambito di degustazioni, masterclass e convegni.

Il tutto in pieno periodo di ferie, attorno alla metà di luglio. La richiesta è stata protocollata in Comune su carta intestata della cantina guidata da Domizio Pigna, che riferiva di aver interpellato «altre aziende», senza riportare però alcuna firma sul documento. Solo grazie all’opposizione, che ha abbandonato l’aula al momento del voto, all’inizio di agosto, il “piano” è andato in fumo. Da lì una nuvola di polemiche nel Beneventano.

È SOLO COLPA DEL CALDO?

Senza entrare nel merito della cittadinanza onoraria al collega (non è questo il tema dell’editoriale, lungi da me dal volerlo far lontanamente sembrare) mi chiedo cosa possa passare nella testa della dirigenza di una cantina sociale come La Guardiense – più di mille soci viticoltori, 1.500 ettari vitati, 4 milioni di bottiglie di produzione annua e Riccardo Cotarella come consulente enologo – per proporre un’onorificenza simile senza il minimo rispetto delle regole della comunità. È solo colpa del caldo oppure certi colossi, in Italia, pensano davvero di poter fare il bello e il cattivo tempo non solo sui mercati, ma anche nella pubblica amministrazione, ovvero nella “cosa pubblica”, la Res publica?

È solo colpa del caldo, oppure questo tentativo di manipolazione (a fin di bene, per carità, ma di chi?) cela altri interessi? È solo colpa del caldo, oppure questa è l’ennesima manfrina di un mondo del vino italiano autoreferenziale, in cui i soliti noti se la suonano, se la cantano e se la ballano in piazza? È solo colpa del caldo, oppure di quel nodo che (volente o nolente) lega la cantina sociale La Guardiense – che sul territorio svolge un ruolo di primaria importanza in termini di occupazione, viste le dimensioni – all’attuale amministrazione comunale guidata dal sindaco Raffaele Di Lonardo?

UN ALTRO SCIVOLONE PER LA DIRIGENZA DE LA GUARDIENSE

Peraltro, non è il primo “colpo d’estate” per la cantina sociale di Guardia Sanframondi (e il calciomercato, qui, non c’entra). Nell’agosto 2019, durante il programma della rassegna enogastronomica locale Vinalia, la cooperativa presieduta da Domizio Pigna si è presentata ai banchi di degustazione con delle tovagliette recanti una frase del Duce, Benito Mussolini (QUI L’ARTICOLO): «Chi beve vino campa più del medico che glielo proibisce». Immaginarsi la bufera, cui hanno fatto immediato seguito le scuse ufficiali, da parte della dirigenza.

Eppure, a distanza di quattro anni, ci risiamo: ancora uno scivolone. Per maggiori approfondimenti sulla vicenda, invito gli attenti lettori di winemag.it a rivolgersi alle testate giornalistiche locali cronachedelsannio.it, ntr24.tv e ilsannioquotidiano.it. Nemmeno a dirlo, gli unici – con noi, adesso – ad aver parlato di una vicenda viscida e scomoda per mille motivi. Una di quelle storie che, forse, non sarà mai chiarita fino in fondo. Perché il suo colore è il grigio. E allora, l’unica, è davvero berci su. Un bianco, dite? Vada per una bella Falanghina. Cin, cin.

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ESCLUSIVA winemag.it, parla Berlucchi: «In Oltrepò per il Pinot Nero: ci piace un sacco»

Il telefono squilla alle 15.43. Dall’altra parte della cornetta c’è Cristina Ziliani. Una telefonata cordiale, per spiegare in esclusiva a winemag.it i contorni dell’acquisizione di Vigne Olcru, boutique winery dell’Oltrepò pavese, da parte di Berlucchi, nota casa spumantistica della Franciacorta di cui Cristina Ziliani è consigliere delegato. Per cominciare, il closing dell’operazione non è stato ancora effettuato. «È tutto deciso ma si terrà a novembre – precisa la più grande dei tre figli di Franco Ziliani, compianto pioniere degli spumanti Metodo classico della provincia di Brescia – in una data che dobbiamo ancora stabilire insieme alla famiglia Brambilla, da cui abbiamo acquistato Vigne Olcru».

Perché Berlucchi investe in Oltrepò pavese? Le ragioni sono diverse. «Innanzitutto – spiega Cristina Ziliani a winemag.it – il Pinot Nero dell’Oltrepò pavese ci piace un sacco. In secondo luogo, si tratta di un vino spumante metodo classico Docg, come Franciacorta e Alta Langa. C’è poi da considerare la vicinanza alla nostra terra di origine. Pavia e Brescia sono vicine, quindi si tratta di un territorio comodo da raggiungere; certamente più vicino della Toscana e di Bolgheri, dove abbiamo l’altra cantina del gruppo, Caccia al Piano».

BERLUCCHI-VIGNE OLCRU: DALLA CUVÉE IMPERIALE A UN PINOT NERO OLTREPÒ

Praticità, pragmatismo e schiettezza tutta bresciana, certo. Ma gli Ziliani – e con loro il grande brand internazionale Berlucchi – non sono nuovi in Oltrepò pavese. Risale al 2009 la dismissione del centro di pressatura nella frazione Mairano di Casteggio (PV), fortemente voluto e utilizzato per anni, quando Berlucchi sedeva addirittura nel Consorzio Tutela Vini Oltrepò, in qualità di vinificatore. Proprio sulle colline pavesi crescevano le uve di Pinot nero destinate alla celebre Cuvée Imperiale, ai tempi non etichettata come “Franciacorta Docg” (oggi questo non sarebbe possibile).

La ricerca di un’azienda che rispondesse ai requisiti è stata lunga (nel mirino era finita anche Monsupello della famiglia Boatti). «Quello che cercavamo – spiega Cristina Ziliani – era una piccola cantina, una boutique winery dunque, con bella prospettiva e modernità. Il nostro intento non è quello di stravolgere un territorio o strafare. Vogliamo portare il nostro know-how spumantistico in una terra che già conosciamo piuttosto bene, come l’Oltrepò pavese, e provare a fare bene. Non abbiamo ancora, comunque, un piano strategico e di marketing legato a Vigne Olcru: potremmo decidere di utilizzare il loro brand, oppure crearne un altro. Di certo non utilizzeremo “Berlucchi” per i vini che produrremo in Oltrepò».

CRISTINA ZILIANI: «CI SIAMO FIDANZATI CON L’OLTREPÒ»

Intanto, i tecnici di Berlucchi e lo stesso Arturo Ziliani sono pronti ad affiancare la famiglia Brambilla di Vigna Olcru nella vendemmia 2023. «A giorni raccoglieremo i nostri primi grappoli in Franciacorta e nell’altra nostra cantina franciacortina Antica Fratta. Poi toccherà alla cantina toscana Caccia al Piano. In Oltrepò, per quest’anno, saremo osservatori. Mio fratello Arturo è uno sperimentatore. Ci va sempre con i piedi di piombo: pur conoscendo già il Pinot nero oltrepadano, vorrà prima toccare con mano i frutti dei terreni di Vigne Olcru prima di sbilanciarsi. Lo stesso sta facendo in Franciacorta con l’Erbamat: decine di prove di vinificazione in purezza. Non ama azzardare».

«Arturo – conclude Cristina Ziliani – dice sempre che ci vuole tempo per conoscere terra e uve. Non pretendiamo di arrivare come maghi in Oltrepò, ma in modo serio e con coerenza, senza voler fare numeri pazzeschi. Aderiremo al Consorzio? Dobbiamo ancora valutarlo, proprio perché il piano strategico di Vigne Olcru, sia dal punto di vista commerciale che di marketing, è ancora da mettere a punto. Per sintetizzare, possiamo dire che ci siamo di sicuro fidanzati con l’Oltrepò. Ma non abbiamo ancora deciso se ci sposeremo, se avremo dei figli e a che università speriamo di poterli iscrivere, un giorno». Prosit.

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Liv-ex in calo, fine wines in difficoltà a luglio: mese turbolento per i vini pregiati

Luglio 2023 è stato un altro mese turbolento per il mercato dei vini pregiati, i fine wines, con tutti i principali indici Liv-ex in calo. La discrepanza tra la performance del mercato dei vini pregiati e i guadagni positivi osservati nei principali titoli azionari solleva interrogativi sui fattori che influenzano la tendenza al declino del primo. Le analisi di Liv-ex provengono dal database più completo al mondo dei prezzi delle etichette più prestigiose al mondo. I dati riflettono l’attività in tempo reale degli oltre 620 commercianti membri di Liv-ex provenienti da tutto il mondo.

Insieme rappresentano il più grande bacino di liquidità al mondo – attualmente 100 milioni di sterline di offerte e rilanci su 16.000 vini.  Dati indipendenti, direttamente dal mercato. L’indice Italia 100 evidenzia una potenziale sacca di stabilità in mezzo alle acque tempestose, registrando solo un calo marginale dello 0,4% a luglio. La Toscana e il Piemonte hanno guidato la ripresa, con vini come il Barolo 2016 di Bartolo Mascarello e il Barbaresco 2017 di Gaja che hanno registrato un aumento dei prezzi rispettivamente del 20,5% e del 18% rispetto al mese precedente.

LIV-EX FINE WINE: I VINI PREGIATI PIÚ PERFORMANTI A LUGLIO 2023

Il Liv-ex Fine Wine 100, il benchmark del settore, è sceso del 3,1% rispetto al mese precedente. 76 dei 100 vini che compongono l’indice hanno visto i loro prezzi diminuire, mentre 20 sono aumentati e 4 sono rimasti fermi. La maggior parte delle regioni è stata rappresentata nelle etichette più performanti di luglio. Ancora una volta, il vino che è aumentato di più a luglio proviene dal Rodano: Château de Beaucastel Hommage à Jacques Perrin, Châteauneuf-du-Pape 2019 è aumentato dell’8,2% mese su mese.

Questo nonostante l’indice Rhône 100 sia sceso dell’1,6% a luglio e del 16,4% su base annua. Il Liv-ex Fine Wine 1000 è sceso dell’8,7% dall’inizio del 2023. Il Liv-ex Bordeaux 500 ha creato la maggiore pressione al ribasso sull’LX100, con un calo del 3,0%. Tra i cali più significativi, Château Haut-Bailly Cru Classé 2019 (-16,5%), Château Calon Ségur 3ème Cru Classé 2012 (-15,7%) e Château Clinet 2017 (-14,7%).

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Verso Ferragosto 2023: i vini in promozione al supermercato

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Berlucchi Franciacorta sbarca in Oltrepò pavese: acquistata Vigne Olcru

Berlucchi, noto marchio del Franciacorta, sbarca in Oltrepò con l’acquisto di Vigne Olcru, cantina di Santa Maria della Versa. Gli Ziliani decidono così di ampliare (ulteriormente) il proprio raggio di azione, portando il proprio know how nel settore Metodo Classico in provincia di Pavia, con una nuova acquisizione. Il protocollo di intesa con la Famiglia Brambilla, titolare della Vigne Olcru, è stato siglato nelle scorse ore. L’azienda vinicola si estende su circa 8 ettari di vigneti, in prevalenza impiantati a Pinot Nero. Recente la costruzione di una moderna cantina di vinificazione, affacciata sulle colline dell’Oltrepò, affiancata da ampi spazi per l’ospitalità per una esperienza dell’ospite a 360°.

Vigne Olcru, come Berlucchi, è attiva sia nell’Horeca che in Gdo, con una linea di vini nell’insegna Carrefour. Una notizia, quella dell’acquisto di una cantina da parte di Berlucchi in Oltrepò pavese, che non coglie del tutto di sorpresa. Negli scorsi mesi si erano rincorse a lungo le voci di un possibile interessamento degli Ziliani per Monsupello, prestigiosissimo marchio oltrepadano di proprietà degli Eredi di Carlo Boatti, la moglie Carla e i figli Pierangelo e Laura Boatti. Rumors mai confermato ufficialmente dalla cantina di Torricella Verzate. Tantomeno dai Berlucchi.

BERLUCCHI – VIGNE OLCRU, ACCORDO CHIUSO IN OLTREPÒ PAVESE

«Siamo molto felici di aver trovato un accordo con la famiglia Brambilla – dichiara Paolo Ziliani, presidente e direttore Export della Guido Berlucchi – e di poterci così cimentare in un altro territorio lombardo vocato per il metodo classico. Grazie alla nostra lunga esperienza, che abbiamo costruito in oltre sessant’anni, da quando nel 1961 nostro padre, con gli amici Guido Berlucchi e Giorgio Lanciani, creò la prima bottiglia di metodo classico in Franciacorta siamo fiduciosi che sapremo affrontare questo nuovo progetto con l’impegno e la passione di sempre, ma anche con l’umiltà di chi deve imparare a conoscere un territorio nuovo».

Così Massimiliano e Matteo Brambilla: «Non potevamo trovare partner migliore che la Famiglia Ziliani, per la chiusura di questo deal. Abbiamo la certezza e l’entusiasmo di sapere che la nostra azienda sarà in mani sicure, che il suo cammino futuro e quello di tutto il territorio sarà verso l’eccellenza, per portare l’Oltrepò e le sue produzioni al livello di apprezzamento internazionale che gli spettano». La cantina Vigne Olcru si affianca così alle altre aziende del Gruppo della Famiglia Ziliani che include, oltre all’ammiraglia Guido Berlucchi e alla boutique winery Antica Fratta, in Franciacorta, la Tenuta Caccia al Piano (Bolgheri Doc).

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Barbera d’Asti e Vini del Monferrato: vendemmia 2023 più scarsa del 10%


FOTONOTIZIA – Si stima una riduzione del 10% della quantità per la vendemmia 2023 dei produttori aderenti al Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato. Peronospora e altre malattie fungine, secondo quanto riferisce l’ente che ha sede a Costigliole d’Asti, non c’entrano. Le previsioni di una raccolta ridotta rispetto allo scorso anno sarebbero da imputare alla siccità. La qualità delle uve sarà tuttavia «
ottima dal punto di vista qualitativo e fitosanitario».

«Ad oggi – riferisce il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato – il clima continua ad essere eccezionalmente caldo. Si prevede l’inizio della vendemmia nell’ultima decade di agosto, a partire da varietà quali Brachetto, Moscato e dai vitigni a bacca rossa, iniziando dai bricchi più esposti».

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Peronospora e granchio blu: aiuti dal Governo per viticoltori e pescatori


«Abbiamo approvato interventi che permettono di ristorare le imprese vitivinicole colpite dalla peronospora e di alleviare le criticità indotte dalla proliferazione del granchio blu giunto, da altri mari, nell’Adriatico e in parte nel Tirreno, prevedendo lo smaltimento dell’animale e altri interventi per mettere la filiera a riparo nei prossimi anni in termini strategici». Così il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, al termine del Consiglio dei Ministri che si è concluso nella serata di ieri.

Il decreto approvato prevede di incentivare economicamente i soggetti che si dedicano alla cattura e allo smaltimento del granchio blu, con uno stanziamento di 2,9 milioni di euro. Per sostenere le imprese viticole colpite dalla peronospora, si consente l’attivazione degli interventi compensativi del Fondo di solidarietà nazionale con un primo stanziamento da 1 milione di euro. Inoltre, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, ha approvato un disegno di legge per l’istituzione del Premio di Maestro dell’arte della cucina italiana.

Si prevede che il Premio sia conferito, annualmente, a coloro che si siano distinti nel campo della gastronomia e, con la loro opera, abbiano esaltato il prestigio della cucina italiana, contribuendo a valorizzare l’eccellenza nazionale. «Un disegno di legge che ritengo importante – ha sottolineato il Ministro Lollobrigida – per conferire agli artigiani che si occupano di pasticceria, gelateria, del settore olivicolo e di quello vitivinicolo, un titolo di riconoscimento da parte del Governo rispetto alla loro qualità».

AGRICOLTURA, M5S: “RISORSE PER VIGNETI RIDICOLE, SETTORE PRESO IN GIRO”

«Le risorse stanziate dal governo per i vigneti colpiti dalla peronospora sono ridicole e rappresentano un’autentica presa in giro per il settore vitivinicolo. In tutto il Paese si è purtroppo verificata un’ingente perdita produttiva, con danni di decine di migliaia di euro per ogni ettaro di vigneto colpito. A fronte di tutto questo, il governo Meloni e il ministro Lollobrigida rispondono con l’altisonante cifra di un milione di euro». Così, in una nota congiunta, i Senatori e Deputati del Movimento 5 Stelle in Commissione Agricoltura.

Il valore è paragonabile all’impatto di un granello di sabbia nel deserto. E viene da pensare che il problema sia che ad essere colpito sia stato principalmente il Sud, visto che per il granchio blu, che incide invece sul Nord, è stato stanziato il triplo. Le misure, insomma, sono decisamente insufficienti per ristorare le aziende, ma c’è di più. Si dimentica completamente di investire in prevenzione e questo è un peccato capitale».

«La quantità di acqua che cade di anno in anno – continua il M5S – è sempre la stessa, ma si alternano sempre di più periodi di siccità drammatica e momenti di alluvioni e bombe d’acqua, che portano alla diffusione delle spore e allo sviluppo della peronospora e che si rivelano esiziali per i raccolti. Il governo deve necessariamente trovare altre risorse. Il settore agricolo compie enormi sacrifici, i suoi lavoratori affrontano rischi sempre più grossi e diventa ogni giorno più difficile, per loro, soprattutto di fronte all’assoluto disinteresse dimostrato dal governo».

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Addio a Ottavia Scagliotti Bortolomiol, «dolce e coraggiosa guerriera»

«Ottavia Scagliotti Bortolomiol, dolce e coraggiosa guerriera». Recita così il ricordo della nota famiglia del Prosecco che, attraverso la voce di Maria Elena, Elvira (presidente del Consorzio di Tutela Conegliano-Valdobbiadene Docg), Luisa e Giuliana Bortolomiol, dà notizia della morte improvvisa di Ottavia Scagliotti: «Scomparsa in silenzio, con l’eleganza di sempre. Quella che, per 95 anni, ha contraddistinto la sua vita». Arrivata a Valdobbiadene negli anni Cinquanta, ha saputo, accanto a Giuliano, ricostruire nel dopo guerra «un pezzetto, fondamentale, di un intero territorio e con costanza e dedizione ha creduto in un piccolo progetto, diventato oggi un brand affermato».

Con tenacia e grinta ha saputo fare da collante nei momenti di difficoltà e godere dei successi raggiunti prima assieme a Giuliano e poi alle loro figlie, gestendo con mano ferma il cruciale, delicato ed improvviso passaggio generazionale e contribuendo alla nuova storia delle colline di Conegliano Valdobbiadene. Eterna sua consigliera, quella di Ottavia e Giuliano era una coppia consolidata, che assieme ha creato il successo più grande, la famiglia.

Quasi un secolo di vita per Ottavia Scagliotti Bortolomiol. «Un’immensa collezione di traguardi, di momenti ricchi e appaganti, di valori trasmessi. Nel cuore di chi ha avuto il piacere di conoscerla rimangono di lei i racconti e le testimonianze degli anni passati, che non si stancava mai di narrare. La ricorderemo sempre così, una donna d’altri tempi, con la sua collana di perle, la sua grinta, il suo sorriso e i suoi occhi profondi», si conclude il ricordo della famiglia Bortolomiol.

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Vendemmia 2023, Lombardia in controtendenza: si raccoglierà più uva del 2022


Inizia la vendemmia 2023 in Lombardia, in controtendenza rispetto al resto del Paese, flagellato da peronospora, maltempo e non solo (le prime stime parlano di 43 milioni di ettolitri complessivi, contro i 50 milioni registrati lo scorso anno nel Bel Paese). Secondo Coldiretti, è prevista una leggera crescita della quantità a livello regionale: +5% rispetto al 2022, nonostante su diverse zone del territorio si siano abbattute grandinate, nubifragi e vento forte. Intanto si iniziano a raccogliere i primi grappoli di Pinot Nero e Chardonnay, per le basi spumante dell’Oltrepò pavese, in provincia di Pavia.

Nel 2023 la grandine ha colpito a più riprese e in maniera diffusa il territorio mantovano, oltre che alcune aree della Valtellina e del Bresciano. Il pavese, primo territorio vitivinicolo regionale, dopo un 2022 da dimenticare a causa di siccità ed eventi estremi, quest’anno è stato invece (pressoché) risparmiato dai fenomeni climatici più violenti, con conseguente ripresa produttiva. In Lombardia, secondo la Coldiretti regionale, ci si attende comunque un’annata soddisfacente dal punto di vista della qualità.

Per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo bisognerà aspettare l’evoluzione dei mesi di agosto e settembre. Sono oltre 20 mila gli ettari vitati in Lombardia, destinati per circa il 90% a vini di qualità grazie a 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT. Produzioni sempre più apprezzate anche all’estero, come testimonia il valore delle esportazioni regionali che nel 2022 hanno raggiunto il record storico sfiorando quota 320 milioni di euro.

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Nuovo Cda Consorzio Vini Colli Euganei: c’è anche l’abate dell’Abbazia di Praglia

Nel nuovo Cda del Consorzio Vini Colli Euganei c’è anche l’abate dell’Abbazia di Praglia, don Stefano Visintin. Rumors degli scorsi mesi davano il religioso addirittura in carica per il ruolo di nuovo presidente. Dopo un ribaltone interno, la sedia più importante è invece andata a Gianluca Carraro, che sarà affiancato dal vicepresidente vicario Giorgio Salvan e dal vicepresidente Giorgia Veronese. L’abate Stefano Visintin, professore di Teologia Fondamentale al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma, è tra i consiglieri chiamati a rappresentare i 400 soci del Consorzio volontario della provincia di Padova, in Veneto. L’elezione del nuovo presidente Gianluca Carraro è avvenuta il 28 luglio. Dimissioni volontarie, invece, per l’ex presidente uscente Marco Calaon, il cui secondo mandato era stato rinnovato a dicembre 2020.

Più che una porta in faccia, si è trattato di un graduale accompagnamento all’uscio da parte di un gruppo di produttori, che ha poi trovato alleanze importanti all’interno del vecchio Cda. Il presidente uscente ha tentato inutilmente di superare la crisi delle dimissioni dal Consorzio di otto cantine – poi salite a 9 – come documentato da winemag.it il 5 novembre 2022. Motivo dei malumori interni il blocco degli impianti di Serprino, nome con cui sui Colli Euganei si indica l’uva Glera (di cui è sinonimo e biotipo). Prima della metà dello scorso novembre, il Consorzio Tutela Prosecco Doc aveva ammesso di aver ricevuto da Calaon la richiesta di vagliare la possibilità di «valorizzazione del Serprino dei Colli Euganei» come “sottozona” della Doc veneto-friulana. L’Assemblea dello scorso 30 giugno ha messo un punto definitivo, rinnovando il Cda dell’ente che rappresenta i produttori dei vini Doc e Docg dei Colli Euganei e causando. Successivamente, le dimissioni di Calaon.

NUOVO CDA CONSORZIO COLLI EUGANEI: GLI ELETTI

Oltre al nuovo presidente Gianluca Carraro (59 anni, agronomo), ai vicepresidenti Giorgio Salvan e Giorgia Veronese e all’abate dell’abbazia di Praglia, Stefano Visintin, il Consiglio di amministrazione è ora composto da Giovanni Barbiero, Martino Benato, Lorenzo Bertin, Valentino Bressanin e Simone Dalla Montà. «Mi avvicino a questo nuovo ruolo – sono le prime parole di Carraro – con umiltà, tanta volontà e la passione che contraddistingue tutti noi produttori vitivinicoli. Le sfide che ci attendono sono impegnative e riguardano anzitutto la necessità di continuare nel percorso di eccellenza e nel lavoro delle aziende produttrici che tanto hanno investito in questi anni proprio sul fronte della distintività e dell’eccellenza dei vini dei Colli Euganei, la cui forza sta nell’intimo e autentico legame con un ambiente unico nel suo genere».

«Un ringraziamento – aggiunge il nuovo presidente del Consorzio vini Colli Euganei – va ai consiglieri e ai dirigenti uscenti per il lavoro di questi anni e alle organizzazioni di categoria del mondo agricolo per la collaborazione e il sostegno. Rivolgo un saluto infine ai sindaci dei Comuni dei Colli Euganei, con i quali continuerà il dialogo e il proficuo rapporto avviato in questi anni. Il lavoro di squadra porta a buoni frutti e continueremo su questa strada». Proprio per tenere fede a questo impegno è volontà del Consiglio, a breve, «incontrare i referenti istituzionali locali e regionali presentare la nuova squadra e il programma per il futuro».

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Migliori Albana di Romagna: tutti i punteggi all’Anteprima Vini ad Arte 2023


Produzione in crescita al pari della reputazione, anche a livello internazionale, per l’Albana di Romagna. Di seguito tutti i punteggi all’Anteprima Vini ad Arte 2023, andata in scena nella seconda metà di luglio, a Faenza (seguirà nei prossimi giorni il focus sul Sangiovese di Romagna delle Sottozone). Un modo per scoprire le migliori dell’annata 2022 e 2021, pur considerando la visione parziale rispetto al numero di etichette sul mercato. La varietà romagnola a bacca bianca si conferma una delle più versatili presenti in Italia.

Ormai “riadattata” alla perfezione nella versione secca – in passato era nota come passito – copre una superficie di 818 ettari, per una produzione annuale di poco inferiore al milione di bottiglie. L’imbottigliato ha subìto una frenata solo nel 2020, passando a 756.400 rispetto agli 872.533 “pezzi” del 2019. Nuovo exploit nel 2021, con 915.600 bottiglie, sino a giungere al record di 956.133, nel 2022. Ecco dunque le migliori Albana di Romagna, con i relativi punteggi in centesimi.

NOME ANNO DENOMINAZIONE AZIENDA ZONA DESCRIZIONE SCORE
Albena 2022 Romagna Albana Secco Docg ASSIRELLI IMOLA Vena balsamica tra naso e bocca, sapidità e piacevole espressione del frutto. 87
Dutia 2022 Romagna Albana Secco Docg BRANCHINI IMOLA Naso e bocca su frutta perfettamente matura, leggere note mielate, tanto fiore fresco, mandorlo. Beva agile, su una buona concentrazione aromatica. 88
Campo Mamante 2022 Romagna Albana Secco Docg CANTINA BRASCHI MERCATO SARACENO Fresca, agrumata, verde di erbe della macchia mediterranea e dal frutto croccante. Beva agile, al momento afferita ai soli agrumi. 86
Alba Nuova 2022 Romagna Albana Secco Docg CANTINA DI CESENA – TENUTA AMALIA CESENA Vino agile, beverino, corretto. 84
Volo d’Aquila 2022 Romagna Albana Secco Docg CANTINA FORLÌ
PREDAPPIO
PREDAPPIO Molto profumata. In bocca tanta mandorla, leggera percezione tannica. Distensione e persistenza sufficiente: vino spensierato. 85
Tratti d’Autore 2022 Romagna Albana Secco Docg CANTINA FORLÌ
PREDAPPIO
PREDAPPIO Convince nel finale, per la buona concentrazione aromatica che riequilibra la leggera percezione tannica. 86
I Croppi 2022 Romagna Albana Secco Docg CELLI BERTINORO X X
A 2022 Romagna Albana Secco Docg FATTORIA DEL MONTICINO ROSSO IMOLA Tra le più tipiche, dall’espressione del frutto, alla tensione acida, passando per la sapidità. Vino di buona personalità, frutto di un’azzeccata interpretazione stilistica. 89
Bianco di Ceparano 2022 Romagna Albana Secco Docg FATTORIA ZERBINA MARZENO Vino di buona concentrazione sul frutto, con note aromatiche che regalano un sorso pieno, pur slanciato e verticale. 89
Cleonice 2022 Romagna Albana Secco Docg FIORENTINI CASTROCARO La gran aromaticità al naso è confermata al palato, su tinte tropicaleggianti. Parola d’ordine “piacevolezza”. 88
Neblina 2022 Romagna Albana Secco Docg GIOVANNA MADONIA BERTINORO X X
GioJa 2022 Romagna Albana Secco Docg GIOVANNINI IMOLA Morbidezza assoluta e calore alcolico per un vino piuttosto potente, ma equilibrato. 85
8000 2022 Romagna Albana Secco Docg GIOVANNINI IMOLA Albana macerata in anfore georgiane. Necessita di tempo e pazienza nel calice per regalare le note migliori, di frutta a polpa gialla matura. Buona corrispondenza gusto-olfattiva. 87
Fondatori GP 2022 Romagna Albana Secco Docg MERLOTTA IMOLA Si cambia passo con questa Albana che coniuga aromaticità, frutto goloso, allungo sapido e gran freschezza. Vino di prospettiva. 90
Damadora 2022 Romagna Albana Secco Docg PODERE DELLA GROTTA CESENA Bel naso su erbe aromatiche, frutto bianco (mela) e giallo (pesca, ancor più albicocca). Vino che ha già trovato uno splendido equilibrio tra polpa e verticalità, sale e frutto. 91
Sette Note 2022 Romagna Albana Secco Docg PODERI MORINI ORIOLO Note mielate al naso, oltre al tipico frutto giallo e biancospino. Alcol un po’ invadente, ma si uniformerà rendendo ancora più piacevole il sorso. 87
Valleripa 2022 Romagna Albana Secco Docg TENUTA CASALI MERCATO SARACENO Mineralità “vulcanica”, polpa, croccantezza. Ottima espressione in termini di tipicità, eleganza e persistenza. Gran profilo gastronomico. 90
Frangipane 2022 Romagna Albana Secco Docg TENUTA LA VIOLA BERTINORO Vino teso, lungo, concreto, sapido, che non disdegna di mostrare una certa struttura, anche tannica. Vino molto, molto promettente, da aspettare. 90
Amorosa 2022 Romagna Albana Secco Docg TENUTA UCCELLINA RAVENNATE Buon compromesso tra polpa e sapidità, connotato poi da una dolcezza piuttosto marcata del frutto in retro olfattivo. Vino goloso. 89
Bacana 2022 Romagna Albana Secco Docg TENUTE BACANA BRISIGHELLA Naso molto bello, pieno, maturo, tipico, di ottima concentrazione. Al momento pecca di corrispondenza col palato. 84
Vitalba 2022 Romagna Albana Secco Docg TRE MONTI SERRA Note da passito, di frutta stramartura, al naso. Si fa spesso e profondo con l’ossigenazione, virando su ginger e agrumi maturi. In bocca conferma l’espressione varietale e la gran versatilità del vitigno, anche a fronte di interpretazioni stilistiche. 90
Vigna Rocca 2022 Romagna Albana Secco Docg TRE MONTI SERRA Tanta polpa, agrume, pesca e albicocca matura. Bella concretezza e buona struttura al palato. 88
Arlus 2022 Romagna Albana Secco Docg TRERE’ BRISIGHELLA Vino che non si trova nella sua curva evolutiva migliore, ma che sembra avere tutto per poter convincere. 85
Colle del Re 2022 Romagna Albana Secco Docg UMBERTO CESARI IMOLA Naso tutto sul frutto esotico. Gran beva oltre a una certa profondità e stratificazione, capaci di chiamare agilmente l’abbinamento gastronomico. 88
2022 Romagna Albana Secco Docg ZAVALLONI CESENA Frutta molto matura al naso, così come al palato. Vino equilibrato e giocato su una equilibrata piacevolezza. 87
Masselina Albana 2022 Romagna Albana Secco Docg TENUTA MASSELINA SERRA Mineralità salina, frutta a polpa bianca e gialla, e poi – di nuovo – un gran allungo sapido, unito a una marcata tensione acida e a una corretta percezione tannica. Vino emblema della varietà e delle sue prospettive sui mercati nazionali e internazionali. 92
Albana di Ca’ di Sopra 2022 Romagna Albana Secco Docg CA’ DI SOPRA MARZENO X X
Codronchio 2021 Romagna Albana Secco Docg FATTORIA DEL MONTICINO ROSSO IMOLA Tanto tropicale al naso. Superlativo al palato, dove sfodera l’abbraccio tra sapidità e frutto esotico. Lunga persistenza per un altro vino da non perdere. 92
Alba della Torre 2021 Romagna Albana Secco Docg LA SABBIONA ORIOLO Vino all’insegna dell’equilibrio e di una beva piuttosto agile, su freschezza e frutto. 85
Drusiana 2021 Romagna Albana Secco Docg PODERI DELLE ROCCHE IMOLA X X
2021 Romagna Albana Secco Docg TENUTA DEL GELSO BERTINORO Il finale piuttosto tannico è ben congeniato: conferisce carattere e invita al sorso successivo. 87
2021 Romagna Albana Secco Docg TENUTA FRANZONA IMOLA Naso che conquista per aromaticità e palato concreto, giocato tra l’espressione del frutto giallo maturo (corrispondente all’olfatto) e una tannicità leggera. Vino giovane, di ottima prospettiva. 91
InTerra Bianco 2021 Romagna Albana Secco Docg TENUTA LA VIOLA BERTINORO Giallo dorato. Vino macerato in anfore georgiane che mostra toni cupi di brace, oltre ad agrume e ginger. Percezione tannica equilibrata, al palato. 85
Amedeo Bianco 2021 Romagna Albana Secco Docg ZAVALLONI CESENA Piacevole nota aromatica al naso, che poi si conferma al palato. Vino sul frutto maturo, esotico, dotato di una struttura corpulenta, come gli abbinamenti gastronomici che certamente riuscirà a sostenere. 90
G.G.G. 2021 Romagna Albana Secco Docg GIOVANNINI IMOLA Vino al momento sbilanciato sulle dolcezze, che al naso intrigano e al palato chiedono una maggiore integrazione. 85
Tantalilli 2020 Romagna Albana Secco Docg TENUTE TOZZI BRISIGHELLA X X
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