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Torna #chiantigustalofresco: la campagna estiva passa dalla gdo grazie a Coop e Conad

Il Consorzio del Vino Chianti ha presentato la sua nuova campagna #chiantigustalofresco per incrementare nel periodo estivo le vendite del Chianti nel 2016. Dopo il successo dell’iniziativa ”Chianti fresco: gustalo a 16 gradi” promossa nelle passate stagioni dal Consorzio Vino Chianti nella città di Roma, oggi il concept di#chiantigustalofresco si declina sul format della grande distribuzione e arriva dal 19 al 28 maggio 2016 in 3.000 punti vendita Conad e dal 14 al 28 luglio in 600 Punti Vendita Coop del Centro-Nord (Toscana, Piemonte, Lombardia, Liguria, Dorsale Adriatica). Nei negozi Conad le bottiglie di Chianti verranno evidenziate sugli scaffali attraverso l’apposito bollino identificativo e presso Coop con etichette specifiche. Presenti sul punto vendita hostess e gadget brandizzati Chianti. L’approdo del Chianti nella grande distribuzione rappresenta una svolta nel modo di comunicare il prodotto: come nell’iniziativa #chiantigustalofresco, non si parla di un nuovo modo di bere il Chianti, ma del giusto modo di farlo, rivolgendosi a un target più ampio e importante nei numeri. Il Sangiovese di Toscana è un vino giovane e fragrante, dallo stile contemporaneo, un prodotto dai tratti distintivi che ben si prestano alla freschezza dei 16 gradi. Il consumatore sarà edotto sulla corretta modalità di degustazione del Chianti e riceverà come gadget un vero e proprio strumento per misurare la temperatura del vino, il braccialetto che misura la temperatura di servizio. La temperatura ideale è quella della cantina, a 16 gradi, temperatura che consente di esaltare i profumi e gli aromi di un vino rosso durante la stagione estiva. Le vendite del Chianti, in estate, rappresentano circa il 40% sul totale annuo che è di 100 milioni di bottiglie. Il mercato nazionale ne assorbe circa 30 milioni di cui il 55% nella distribuzione organizzata ed il resto nel libero mercato. Le principali aree di vendita della gdo sono Lombardia, Lazio e Toscana. ”Abbiamo immaginato di dare un contributo di attrattiva attraverso un’iniziativa, che è sia creativa che costruttiva – spiega Lorenzo Tersi, wine advisor che oggi ha illustrato la campagna – nell’ottica di aumentare la cultura verso questo tema che coinvolge non solo il Chianti ma tutti i produttori di vino rosso italiano”. ”Con questa campagna, che sarà lanciata anche attraverso i social network – spiega Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti – vogliamo aumentare in modo significativo le vendite dei nostri vini in un periodo dell’anno erroneamente considerato sfavorevole alla degustazione e consumo dei rossi. L’obiettivo è quello di raddoppiare le vendite nei prossimi 3 anni favorendo un consumo consapevole. Come Consorzio abbiamo il dovere sociale di stimolare il mercato attraverso iniziative di questa portata sostenendo così i nostri soci e le imprese in un’ottica di maggior attenzione verso il giusto consumo”. (foto Repubblica Firenze)

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Vino: Coldiretti, serve proroga al cyber registro di cantina

Una proroga all’avvio del cyber-registro per risolvere il problema della mancanza di alcune funzionalità e consentire ai produttori di metterlo alla prova nel periodo più caldo per le imprese, cioè quello della vendemmia. A chiederla è la Coldiretti in vista della scadenza del 30 giugno 2016 per l’entrata in vigore dell’obbligo del passaggio dai registri cartacei a quelli ”virtuali”. Il Decreto legge 91/2014 ”Campo Libero” ha previsto importanti novità per il settore vitivinicolo anche con l’obiettivo di dare una forte accelerazione verso una effettiva semplificazione dei tanti adempimenti cui i produttori sono tenuti. Tra questi, una delle sfide chiave è quella della completa informatizzazione dei registri di cantina. Un processo – spiega la Coldiretti – partito nel corso del 2015 coinvolgendo un gruppo ristretto di cantine e di società di software. Purtroppo ad un mese dal 1° aprile 2016, data di avvio della fase di sperimentazione più estesa che consente ai produttori di avvalersi in modo volontario del nuovo registro telematico, alcune funzionalità non sono ancora state definite completamente rallentando l’avvio massiccio della fase di sperimentazione. È evidente che il mondo del vino italiano è caratterizzato dalla presenza di tantissimi produttori che per la gran parte hanno dimensioni ridotte e una organizzazione aziendale di tipo familiare. Il nuovo registro telematico è un cambiamento epocale e dovrà interessare anche quei produttori che non sono ”abituati” ad utilizzare strumenti informatici. Per questo – sottolinea Coldiretti – è necessario avere un maggior periodo di tempo per passare al nuovo sistema. Inoltre, l’attuale scadenza del 30 giugno 2016, non tiene conto del fatto che la maggior parte delle registrazioni di cantina avvengono nel periodo vendemmiale e l’assenza di una ampia fase di sperimentazione che vada a coprire anche questo periodo desta non poche preoccupazioni. Sarebbe necessario – spiega Coldiretti – testare adeguatamente il sistema con le operazioni di vinificazione, e consentire così che i produttori e gli operatori prendano sufficiente confidenza con le nuove modalità.

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A ”Scarperia Wine” il Chianti Rufina con Anna Cardin

Dopo il successo della prima edizione svoltasi nel 2015 la Proloco di Scarperia assieme a Slow Wine e Fisar ripropone l’evento dedicato al vino del Mugello e Chianti Rufina.  In programma degustazioni del Chianti Rufina annate 2009-2010-2011-2012 con due cantine diverse per ciascuna annata. La degustazione sarà effettuata Sabato 7 maggio ore 15:00-19:00 presso il Salone dei Tendaggi Palazzo dei Vicari. A guidare la degustazione il Responsabile Regionale della Guida Slow Wine che introdurrà il territorio e le caratteristiche delle varie aziende in degustazione e Anna Cardin miglior Sommelier Fisar 2015 che farà la degustazione tecnica dei singoli vini. Domenica 8 Maggio invece si terrà la mostra mercato con degustazione di vini e prodotti tipici nell’atrio del Palazzo Vicari, al mattino dalle 10:00 alle 13:00 e al pomeriggio dalle 15:00 alle 19:00. Costo 13,00 euro a persona (comprensivo di un calice con tasca porta bicchiere e degustazione di tutti i vini che sono rappresentati oltre un piatto degustazione di prodotti tipici alimentari), sarà presente anche un banco di vendita con tutti i vini presentati.

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Vignaioli dell’Alto Adige a Bologna: ”Lavoriamo per lasciare un mondo migliore alle nuove generazioni”

È stato un successo per i Vignaioli dell’Alto Adige (Freie Weinbauern Sudtirol) il banco d’assaggio di sabato scorso al Relais Bellaria Hotel di Bologna organizzato in collaborazione con Onav Bologna. 24 produttori indipendenti hanno proposto oltre 120 vini accompagnati da specialità gastronomiche sudtirolesi. I formaggi e i salumi affumicati dell’azienda Hackerhof di Dobbiaco e i prodotti da forno di Fritz & Felix di Barbiano sono stati apprezzati dai numerosi partecipanti. ”Da alcuni anni – afferma Michael Goëss-Enzenberg, presidente dei Vignaioli alto atesini – non organizzavamo eventi a Bologna. La risposta della città è stata meravigliosa. Abbiamo constatato con piacere la competenza e la preparazione delle persone che hanno partecipato, sia che fossero addetti ai lavori sia appassionati. Siamo sorpresi e compiaciuti per il grande interesse dimostrato per l’Alto Adige e per i vignaioli. Credo che il pubblico abbia colto il grande rispetto con il quale trattiamo la nostra terra”. L’amore e il rispetto per la terra sono alla base dell’Associazione Vignaioli dell’Alto Adige. I soci sono principalmente aziende familiari che con passione ed autenticità si dedicano alla produzione di vini in ogni singola fase, dalla vigna al bicchiere. I 93 produttori sono impegnati nella valorizzazione e nel rispetto del territorio che coltivano, consci del fatto che solo in questo modo si possa garantire un futuro ai propri figli. Diverse aziende lavorano in regime biologico, altre sono impegnate in progetti sperimentali per l’introduzione di vitigni resistenti, tutte lavorano in modo rispettoso della natura. Werner Morandell, pioniere della viticultura biologica in Alto Adige, ha presentato durante il seminario che si è tenuto nel pomeriggio alcuni vini Piwi ottenuti dalle nuove varietà da ibridazione intraspecifica resistenti alle malattie come peronospora e oidio. Da più di 20 anni, assieme all’Università di Friburgo, Morandell studia e seleziona nuove varietà che permettano di limitare l’uso di trattamenti nelle vigne. Ha rinunciato anche ai concimi. Per regolare l’azoto nel terreno usa erbe e seminati differenti a seconda dei valori del terreno in quel punto. ”Ci vuole tempo e pazienza: abbiamo fatto tanti tentativi prima di ottenere i primi risultati. Ma facciamo tutto questo perchè l’uomo ha bisogno di alimenti che siano sani. Il nostro lavoro serve affinchè le nuove generazioni possano trovare un mondo migliore in cui vivere”.

Associazione Vignaioli dell’Alto Adige
L’associazione Vignaioli dell’Alto Adige, nata nel 1999 su iniziativa di 12 produttori, riunisce i vignaioli delle diverse regioni vitivinicole della provincia di Bolzano, dalla Val Venosta alla Valle Isarco fino alla Bassa Atesina. Le caratteristiche che più rappresentano i Vignaioli dell’Alto Adige sono l’individualità, la qualità e l’indipendenza. Tra i soci si contano principalmente aziende familiari che con passione ed autenticità si dedicano alla produzione di vini in ogni singola fase, dalla vigna al bicchiere. Attualmente sono 93 i produttori associati, per un totale di 350 ettari di vigneto, 2.7 milioni di bottiglie commercializzate e una resa media di 86 q.li di uva per ettaro, paria a 60 hl di vino. L’Associazione Vignaioli dell’Alto Adige è stata tra i fondatori il 17 luglio 2008 della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI).

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Aspettando Radici del Sud – 38 anni di Negroamaro e non sentirli

Per gli appassionati di uno dei vitigni principe della Puglia, ”Aspettando Radici del Sud” riserva un’appassionante approfondimento del Negroamaro attraverso la degustazione di sette diverse etichette prodotte dalla storica azienda salentina Apollonio. Martedì 10 maggio, presso il ristorante Aqua del Dune Resort affacciato sul mare di Porto Cesareo il noto vitigno a bacca rossa mostrerà la sua versatilità e piacevolezza apprezzabili anche nella calda stagione di maggio. Il programma della serata, organizzata in collaborazione con Slow Wine Puglia, prevede di iniziare da due tipologie di rosato, il primo affinato e invecchiato in legno e l’altro in acciaio. Si prosegue poi con quattro rossi da Negroamaro fino a arrivare all’annata del 1978. La conclusione della degustazione è affidata infine a un passito da Negroamaro. A partire dalle ore 20 i vini protagonisti della serata saranno introdotti e raccontati da Massimiliano Apollonio con il prezioso contributo di Francesco Muci, responsabile Slow wine della Puglia. Dalle ore 21 saranno servite alcune pietanze preparate dallo chef Cosimo Russo per completare il profilo espressivo dei vini nell’abbinamento coi cibi e meglio comprenderne l’evoluzione negli anni.

Vini in degustazione

Elfo rosato 2015 – 18 rosato Fanali 2013 – Elfo rosso Negroamaro 2015 – Terragnolo negroamaro rosso 2011 – Divoto 2011 – Divoto 1978 – Mater Terra Passito 2007

Menù
Flan di pecorino, con asparagi verdi, tuorlo marinato e vincotto – Risotto mantecato alle erbe con funghi cardoncelli, animelle croccanti e riduzione di negramaro – Carrè di agnello in crosta di pane e olive con melanzana alla parmigiana –  Zuppa di ciliegie al kirsch con gelato allo yogurt di capra e salvia

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Dall’Irpinia l’appello al Ministro Martina: i viticoltori hanno bisogno di aiuto

”La gelata tardiva che martedì 26 aprile ha colpito l’Irpinia ha arrecato danni ingentissimi ai vigneti, in particolar modo a quelli ubicati nelle vicinanze dei torrenti d’acqua, nelle conche e nelle zone più basse. Danni ingentissimi acuiti dalla stagione anticipata che vede le piante giunte nella fase fenologica di ”grappoli separati” e pertanto maggiormente vulnerabili alle gelate. Non potendo più fruttificare, la produzione è compromessa.” Parole scritte da Angelo D’Agostino, deputato di Scelta Civica, al Ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina.  ”Secondo gli esperti del settore i danni si ripercuoteranno anche sull’annata successiva: per le varietà allevate a guyot, difficilmente si potrà ottenere un tralcio fruttifero; per le varietà allevate a cordone, molti speroni non emetteranno germogli” continua D’Agostino che prosegue con il suo appello: ”Chiediamo al Ministro delle politiche agricole quali iniziative intenda adottare a sostegno dei tanti viticoltori irpini così duramente colpiti dalla gelata tardiva dello scorso 26 aprile. Auspichiamo, infine, che anche il Governo regionale valuti l’opportunità di provvedimenti a tutela di un settore fondamentale per l’economia irpina e campana”. Numerosi i comuni colpiti nella zona del Taurasi, Bonito, Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Fontanarosa, Lapio, Luogosano, Mirabella Eclano, Montefalcione, Montemarano, Montemiletto, Paternopoli, Pietradefusi, S. Angelo all’Esca, S. Mango sul Calore, Torre le Nocelle e Venticano. Danni anche ai vigneti del Fiano: Avellino, Lapio, Atripalda, Cesinali, Aiello del Sabato, S. Stefano del Sole, Sorbo Serpico, Salza Irpina, Parolise, S. Potito Ultra, Candida, Manocalzati, Pratola Serra, Montefredane, Grottolella, Capriglia Irpina, S. Angelo a Scala, Summonte, Mercogliano, Forino, Contrada, Monteforte Irpino, Ospedaletto D’Alpinolo, Montefalcione, Santa Lucia di Serino e San Michele di Serino. Anche le zone di produzione del Greco di Tufo non sono state risparmiate, danni ad Altavilla Irpina, Chianche, Montefusco, Prata di Principato Ultra, Petruro Irpino, Santa Paolina e Torrioni.

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”Non accettiamo lezioni da chi rappresenta solo se stesso” la sferzata di Prandini sulla vicenda Terre d’Oltrepò

Non va giù a Coldiretti l’accusa di aver frenato il cambiamento all’interno della cantina ”Terre d’Oltrepò” nota per le frodi che hanno gettato un’onta di sospetto su tutto l’Oltrepò Pavese. ”Non accettiamo lezioni da chi rappresenta solo se stesso”, parole del presidente regionale di Coldiretti, Ettore Prandini.

”Come Coldiretti siamo pronti a chiedere alla Regione una verifica dei requisiti per il riconoscimento all’attività di alcune organizzazioni agricole, che negli ultimi anni hanno perso molti associati rischiando così di non avere più i titoli per la rappresentanza – attacca Prandini -. Fa sorridere che chi non si è mai preoccupato delle sorti della cooperativa pavese, venga ora a pontificare soluzioni definitive senza essersi mai speso in prima persona per il bene del territorio, dei produttori agricoli onesti e delle loro famiglie.

Come Coldiretti abbiamo sempre chiesto chiarezza e trasparenza, denunciando anche in passato manovre opache e comportamenti ambigui mentre altri stavano in silenzio”. Prandini è contrario al commissariamento della cantina, il danno economico arrecato alle famiglie degli 800 soci sarebbe disastroso. ”Da quando siamo stati chiamati a entrare nel Cda insieme a Confcooperative, stiamo lavorando ogni giorno per garantire il corretto funzionamento della cantina avendo assicurato il ritiro e il pagamento delle uve, in attesa del cambio dei vertici che abbiamo fortemente voluto fin dall’inizio della vicenda”. Le nuove elezioni del Cda si terranno a fine giugno, prima data utile prevista dalla normativa di legge con l’augurio, da parte di Prandini che da lì si possa partire per ridare la giusta valorizzazione all’Oltrepò.

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Il vino in lattina lifestyle oriented spopola negli States

Dal vino con il tappo a vite, al vino in bag, al vino in lattina che non è una novità. Già sdoganato in tanti paesi, come la Francia o la Germania e addirittura in Italia, facendo rivoltare lo stomaco dei winelovers più tradizionali. A cavalcare l’onda del crescente approccio di consumo al vino in alluminio è un’altra azienda americana, E’ la volta di Precept Wines di Seattle che ha cominciato a distribuire le prime sue prime lattine di Chardonnay Cabernet Sauvignon anche negli aeroporti. Vini prodotti dai migliori vigneti della California, che danno vita ad alcuni dei vini più apprezzati al mondo, per i quali anche Precept Wines ha deciso di uscire dalle convenzioni, imbottigliando del buon vino in un ”not-so-serious” contenitore, per semplificare, a suo avviso, la vita ai winelovers: ”Stappa la lattina, dai un sorso e goditi le meraviglie del West Side” incoraggiano dall’azienda. Vini ”lifestyle oriented”, facili da trasportare durante qualsiasi attività quotidiana, un vino chiavi in mano, che non necessita di cavatappi e bicchiere. Il vino in lattina è eco-friendly: meno energia per produrlo e trasportarlo, meno impatto in carbonio e infine l’alluminio è riciclabile. Il vino ”PPR”, portable, packable, recyclable: portatile, compattabile e riciclabile. Molto ”American Style’, presentati in maniera invitante sul sito dell’azienda. Si tratta naturalmente di vini di pronto consumo che sicuramente non ”minano” le vendite di altre tipologie. Per coloro che abitualmente consumano vino in bag o in tetra-pack, poco cambia, ma anche per chi è fedele ad altri rituali. Forse, per un consumo pronto, meglio una lattina di vino, di quello che combinano in Australia i giovani con le bag, a patto che la lattina sia una sola.

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Le truffe via web non risparmiano il vino: falsi Taurino in vendita su e-commerce tedesco

E’ il vino questa volta ad essere vittima di una ”truffa” online, scoperta per caso in rete. Il web, è modalità sempre più diffusa ed in crescita per acquistare il vino, ma offre, per fortuna, anche la possibilità di entrare in contatto con i produttori che nella quasi totalità dei casi dispongono di un sito internet. Una matassa, che ha richiesto diverso tempo per essere dipanata, quella di questa vicenda. Tutto nasce da un sito tedesco, che alla voce ”Apulien” vende un prodotto di nome ”Il Tauro”, imbottigliato, come indicato nelle specifiche del prodotto on line dall’azienda Taurino di Guagnano in provincia di Lecce. Fin qui, tutto bene, se non che a fare quel ”Taurino” è invece un’azienda del nord italia, di Fossalta di Piave, che lo produce sotto falsa identità e lo distribuisce  in Germania tramite un ex importatore tedesco che per anni aveva distribuito anche i prodotti della Cantina Taurino. La truffa è scoperta casualmente via mail. La Cantina Taurino riceve una prima segnalazione di un cliente che, trovando evidentemente il prodotto di suo gradimento scrive direttamente a loro per chiedere altri siti o luoghi in cui poterlo reperire. L’etichetta il ”Tauro” non è una loro produzione, la Cantina pensa ad un errore e non dà peso alla vicenda. Arriva una seconda mail. Questa volta a scrivere è un cliente deluso che lamenta di aver bevuto una bottiglia del 2010 che sapeva di tappo.  Alle Cantine Taurino, salta la mosca al naso, come si suol dire. Non producono quel vino e tantomeno lo distribuiscono su quella piattaforma. Vogliono vedere con i loro occhi di cosa si parla, mettono nel carrello tre bottiglie dallo shop, destinazione Italia e scoprono il falso dando il via alla denuncia e quindi all’indagine che vede gli imputati indagati per reato di fabbricazione e commercio di beni utilizzando i titoli di proprietà industriale, pubblicità ingannevole su internet e falso. Il sito www.belvin.de è ancora aperto, nonostante la denuncia. Ottime recensioni per il servizio, numerosi i vini in catalogo da tutto il mondo e da tantissime regioni italiane che sono ”sofort lieferbar” pronti alla consegna. Le Cantine Taurino non ci sono più, ce ne sono altre, molte le conosciamo sono anche in gdo e i prezzi sono molto competitivi. Chissà se altre truffe si celano tra le referenze in catalogo. L’azienda di Fossalta di Piave sicuramente non immaginava di essere scoperta, nella moltitudine di prodotti in vendita online, un rischio mal calcolato: come si dice a Napoli, ”Chello ca nun se fa nun se sape”.

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La ”bandiera” del consumo di vino in Svizzera: rossi elvetici e bianchi esteri

Nel 2015, in Svizzera sono stati bevuti 3 milioni di litri di vino in meno (a 263 milioni) rispetto all’anno precedente. Tale flessione è in atto da alcuni anni, indica oggi l’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG), che sottolinea tuttavia il rinnovato interesse per i prodotti elvetici – specie i rossi – a scapito di quelli importati.  Il consumo di vini svizzeri è infatti cresciuto di 549.500 litri, raggiungendo quasi 99 milioni. Gli esteri, invece, hanno registrato una flessione di 165 milioni di litri (-3,6 milioni). La quota dei prodotti elvetici è quindi salita nell’anno in rassegna di ben il 37,5%. All’origine di questa tendenza generale del consumo di vino vi è soprattutto il vino rosso, spiega l’UFAG. L’anno scorso, il consumo di vino rosso svizzero è aumentato di quasi 50 milioni di litri, mentre quello di vino rosso estero è sceso di circa 3,7 milioni di litri, fissandosi a poco meno di 126 milioni di litri. Per il vino bianco, l’andamento è inverso: sono stati bevuti poco meno di 49 milioni di litri di vino bianco svizzero, vale a dire 337.800 litri in meno rispetto all’anno precedente. In progressione, invece, il consumo di vino bianco estero che ha toccato quota 39 milioni di litri (+160.800 litri).  È nuovamente in espansione il consumo di spumante (571.300 litri, a circa 18 milioni di litri), con l’Italia a farla da padrona per quanto attiene alle importazioni (55%), seguita dalla Francia (28%) e dalla Spagna (11%). Si conferma così la tendenza al rialzo, nonostante il lieve calo delle importazioni rispetto all’anno precedente. In generale, i vini importati provengono dall’Italia (71 milioni di litri), seguita dalla Francia (circa 40 milioni di litri) e dalla Spagna (circa 37 milioni di litri). Dal Portogallo sono stati importati circa 11 milioni di litri di vino. Se paragonate alle importazioni, le esportazioni risultano modeste: -227.500 litri rispetto all’anno precedente. Complessivamente, nel 2015 il volume d’esportazione è stato a 1,3 milioni di litri. Tale cifra comprende anche i vini esteri importati e riesportati, specifica l’UFAG. Con 85 milioni di litri, la vendemmia 2015 è risultata decisamente meno abbondante rispetto a quella dell’anno precedente a causa dell’estate torrida e delle rare precipitazioni. Le condizioni meteo rilevate dopo la fioritura hanno invece permesso di limitare la presenza di parassiti. La famigerata drosofila del ciliegio (Drosophila suzuki), scrive l’UAFG, ha causato meno danni di quanto si temeva un anno fa. I viticoltori hanno invece dovuto far fronte a cali puntuali delle rese dovuti all’utilizzo del prodotto fitosanitario “Moon Privilege” e ai danni da esso provocati. Complessivamente, a livello nazionale la produzione di vino rosso, che comprende anche quella di vino rosé, è stata soltanto lievemente superiore a quella di vino bianco. La differenza rispetto alla superficie vitata è dovuta, da un lato, alle rese per superficie maggiori per i vitigni bianchi e, dall’altro, al fatto che in Ticino le uve rosse vengono utilizzate anche per la produzione di vini bianchi. Il buon soleggiamento ha consentito di raggiungere un elevato tenore di zucchero.

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Torna ”Asolo Wine Tasting” a Palazzo Beltramini l’8 Maggio

Domenica 8 maggio torna l’Asolo Wine Tasting. L’evento organizzato da Consorzio Vini Asolo Montello, giunta alla quinta edizione, si terrà ad Asolo, negli spazi di Palazzo Beltramini. I banchi di assaggio saranno aperti al pubblico

dalle 10.30 alle 19:00, l’evento è in collaborazione di Slow Food e di Ais Veneto. 26 i produttori del Consorzio presenti per far conoscere i segreti che rendono unici i vini dell’Asolo Montello, un territorio attento nei confronti della biodiversità e al recupero di varietà e tradizioni antiche. Ci sarà l’Asolo Prosecco Superiore DOCG nelle sue diverse versioni, in particolare l’Extra Brut – Asolo è l’unica denominazione nel panorama del Prosecco che può definire la tipologia Extra Brut nelle bottiglie prodotte con la DOCG – ed il ColFondo – il Prosecco rifermentato in bottiglia e senza sboccatura, come da tradizione di queste zone. Ci sarà anche la Recantina DOC, vitigno coltivato da quasi quattro secoli nel Trevigiano, praticamente scomparso all’inizio del Novecento, recuperato grazie a un lavoro di ricerca seguito dal Consorzio. Vini, quelli dei Colli di Asolo e del Montello, che nascono in luoghi in cui è tutelata la biodiversità, dove convivono boschi e fonti d’acqua, dove oltre alla coltura e la cultura della vite ci sono altri prodotti agricoli come patate, mele, ciliegie, piselli, fagioli e altri presidi di eccellenze gastronomiche. L’evento è aperto al pubblico. Il costo della degustazione dei vini sarà di 10 € comprensivo di tasca e bicchiere souvenir. Asolo Wine Tasting si potrà seguire anche sui canali social ufficiali del Consorzio attraverso gli hashtag #AsoloWT #proseccosegreto #vitignisegreti.

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Pedalando da Caldaro a Capri in nome dello Schiava: l’eno-viaggio di Moser e Sanin

Si fanno chiamare ”I pirati del Kalterersee”. Sono Andrea Moser e Gerhard Sanin, rispettivamente responsabili enologici delle cantine Kaltern e Erste+Neue, le due realtà cooperative di Caldaro (BZ) impegnate nella valorizzazione del vitigno Vernatsch (Schiava) da cui si produce il Kalterersee (Lago di Caldaro DOC).  Per farlo conoscere al pubblico italiano hanno deciso di percorrere la penisola con un mezzo semplice ed ecologico, ma al tempo stesso vicino alla gente: un tandem. Un mezzo che incarna quello spirito fresco e spontaneo, coinvolgente e per certi versi trasgressivo che appartiene proprio al vino Kalterersee. La partenza è prevista il 15 maggio da Caldaro, l’arrivo il 26 a Capri. Oltre 1000 chilometri su due ruote seguiti da un’auto ammiraglia con due fotografi-videomaker che documenteranno il viaggio per raccontarlo in tempo reale su facebook, instagram e youtube. Dodici le tappe, per ognuna delle quali è in programma un momento di incontro con appassionati, winelovers, sommelier, giornalisti e blogger. Si alterneranno cene in ristoranti, incursioni in pizzerie, visite ad aziende di prodotti tipici e giri ai mercati rionali. Tra le prime tappe, Lazise e Reggio Emilia. Sul Lago di Garda, lunedì 16 maggio, i due enologi-pirati saliranno su una motonave che li condurrà a Punta San Vigilio dove dimostreranno la versatilità del Kalterersee attraverso l’abbinamento ad un menu a base di pesce di lago.  A Reggio Emilia, martedì 17 maggio faranno sosta al Ristorante Piccola Piedigrotta (dalle ore 19, in Piazza 25 Aprile) dove l’abbinamento del Kalterersee sarà con i piatti a base di Mozzarella prodotta con latte di Vacche Rosse. Il tragitto quindi proseguirà verso Firenze, Siena, Roma, Napoli e infine Capri. Ad ogni tappa offriranno al pubblico locale la possibilità di conoscere meglio il Kalterersee. Vino dal colore rubino chiaro, con profumi fragranti e fruttati, dotato di buona freschezza e di un tannino mai troppo aggressivo, di modesta gradazione alcolica. Con grande bevibilità e rara eleganza il Kalterersee accompagna perfettamente la cucina leggera dei nostri tempi. Altre informazioni su www.kalterersee.rocks

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Vetrina del Turismo della Valpolicella sulla strada del Vino della Valpolicella

Martedì 10 Maggio 2016, presso Villa Brenzoni Bassani in Sant’Ambrogio di Valpolicella, si terrà Vetrina del Turismo della Valpolicella, una giornata dedicate alle attività turistiche del territorio. L’Assessorato al turismo del Comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella intende promuovere una giornata per presentare le iniziative in essere e le opportunità create per dare nuovo slancio al turismo e all’economia locale. Di seguito il programma:

– Dalle ore 9.30 alle ore 10.30: conferenza in Villa Brenzoni Bassani a Sant’Ambrogio di Valpolicella.

– Dalle ore 11.00 alle ore 13.00: le realtà turistiche e non, che operano sul territorio, terranno dei tavoli di lavoto dove illustreranno la loro attività.

L’inserimento di San Giorgio di Valpolicella nel club dei Borghi più Belli d’Italia, è la testa di ponte di diverse attività portate a termine con successo dall’Amministrazione, che ha collaborato con realtà pubbliche e private al fine di creare una serie di popportunità per cittadini e aziende che aspettano solo di essere conosciute e sfruttate. Per questo motivo si è voluto organizzare una giornata di presentazione al grande pubblico del lavoro svolto e delle opportunità create. I tavoli di lavoro daranno corpo e sostanza a tutte le iniziative intraprese. Nell’occasione verrà presentata anche la nuova guida “Sant’Ambrogio la porta della Valpolicella” realizzata in linea con la nuova immagine coordinata, che verrà adottata da tutti i Comuni della Valpolicella in collaborazione con lo IAT.

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TTIP: Coldiretti, tutelare Chianti in Usa falsi Made in Italy per 20 miliardi

Tttip, il trattato transatlantico deve assicurare la tutela dei vini italiani rispetto a un fenomeno, quello del falso Made in Italy a tavola, assai diffuso sul mercato Usa dove ha superato il valore di 20 miliardi di euro. A sottolinearlo è la Coldiretti nell’esprimere preoccupazione per le notizie sull’andamento delle trattative tra Usa e Ue secondo le quali gli americani hanno ribadito la loro intenzione di continuare ad usare le denominazioni “semigeneriche” dei vini europei, come gli italiani Chianti, Marsala, il greco Retzina, il portoghese Madeira e i francesi Chablis e Champagne.  Il risultato – denuncia la Coldiretti – è che oggi il Chianti si produce in California, mentre sempre negli States è possibile acquistare del Marsala Wine. Ma il fenomeno del falso vino ”Made in Italy” trova un forte impulso anche dalle opportunità di vendita attraverso la rete dove è possibile acquistare pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette piu’ prestigiose come Chianti, Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Verdicchio, Lambrusco o Montepulciano.  Il Made in Italy tarocco a stelle e strisce non riguarda però – ricorda la Coldiretti – il solo vino ma colpisce tutti i comparti dell’export tricolore, dai pomodori san Marzano all’olio d’oliva fino ai salumi, mentre addirittura il 99 per cento dei formaggi di tipo italiano negli States è fasullo nonostante il nome richiami esplicitamente le specialità casearie piu’ note del Belpaese, dalla Mozzarella alla Ricotta, dal Provolone all’Asiago, dal Pecorino Romano al Grana Padano, fino al Gorgonzola. La presunzione statunitense di continuare a chiamare con lo stesso nome alimenti del tutto diversi è inaccettabile – sostiene la Coldiretti – perché si tratta di una concorrenza sleale che danneggia i produttori e inganna i consumatori e l’Unione Europea ha il dovere di difendere prodotti che sono l’espressione di una identità territoriale non riproducibile altrove realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione sotto un rigido sistema di controllo. ”La trattativa sull’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti, Tansatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip) deve rappresentare un appuntamento determinante per tutelare le produzioni agroalimentari italiane dalla contraffazione alimentare e del cosiddetto fenomeno dell’Italian sounding” spiega il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo nel ricordare che “in gioco c’è un consistente interscambio economico visto che per la prima volta le esportazioni agroalimentari Made in Italy in Usa hanno superato nel 2015 i 3,6 miliardi di euro con un aumento del 20 per cento. E proprio il vino è il prodotto italiano piu’ apprezzato dagli americani con 1,3 miliardi”. Ma sul tavolo del Ttip ci sono anche altri argomenti ”scottanti” su cui l’Europa non deve abbassare la guardia – conclude la Coldiretti – dalla carne agli ormoni al pollo alla varechina che rischiano di finire nel piatto dei cittadini italiani ed europei, fino alla questione degli Ogm.

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Tutto pronto per ”Mare e Mosto-Vigne Sospese” a Sestri Levante

Giovedì 5 maggio, alle 12.30, nella sala della Trasparenza della Regione Liguria (piano Terra, piazza De Ferrari 1) gli assessori regionali all’Agricoltura Stefano Mai e al Turismo Gianni Berrino presenteranno la seconda edizione di”Mare&Mosto-Vigne Sospese”, manifestazione organizzata da Ais-Associazione Italiana Sommelier Liguria con il patrocinio di Regione Liguria in programma domenica 8 e lunedì 9 maggio a Sestri Levante nella cornice dell’ex Convento dell’Annunziata.

Alla conferenza stampa parteciperanno anche il presidente dell’Enoteca regionale ligure Federico Ricci, il presidente Ais Liguria Alex Molinari, il direttore del Consorzio di Tutela dell’olio extravergine dop Riviera Ligure Giorgio Lazzaretti e il sindaco di Sestri Levante Valentina Ghio. ”Mare&Mosto”  vede la partecipazione di oltre 70 produttori di vino ligure oltre ad altri ospiti del settore provenienti da altre regioni. L’ex Convento dell’Annunziata, nella straordinaria cornice naturale della Baia del Silenzio, si animerà di espositori con i relativi banchi di assaggio per far scoprire e gustare l’eccellenza delle produzioni vinicole e olearie della Liguria.

Quest’anno un’area sarà interamente dedicata all’olio del Consorzio Olio DOP Riviera Ligure, al centro di dibattiti con la presenza di relatori di fama come Luigi Caricato di Olio Officina. L’iniziativa di coniugare olio e vino nasce con l’obiettivo di rafforzare la sinergia tra i comparti vitivinicolo e oleario e quindi le peculiarità dell’agricoltura ligure. La giornata di domenica, apertura della kermesse, sarà dedicata alla grande pubblico con degustazioni e assaggi di vini bianchi liguri della vendemmia 2015 e, nel pomeriggio, di straordinari oli del territorio.

In serata sono previsti laboratori con Roberto Panizza, patron del Campionato Mondiale di Pesto al Mortaio, dedicati proprio alla preparazione della tradizionale salsa ligure. La giornata di lunedì sarà focalizzata su approfondimenti per addetti ai lavori, con workshop tematici e tavole rotonde sui più recenti aggiornamenti normativi e sulle novità tecniche del comparto, con ospiti buyer e media di settore. In serata sarà proclamato il vincitore del concorso ”Miglior sommelier della Liguria 2016” e in chiusura di giornata grande brindisi con i vini rossi di Liguria dell’ultima annata in commercio.

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Svizzera, maltempo: “candele antigelo” nelle vigne. Italia, a rischio la vendemmia 2016 in Val D’Aosta, Campania e Abruzzo

Bidoncini colmi di cera paraffinica, che rilasciano calore, una volta “innescati”, soprattutto sui bordi. E’ così che i viticoltori svizzeri del canton Grigioni combattono l’ondata di freddo che si è abbattuta negli ultimi giorni sull’Europa. In altre aree, come la vicina Austria, il raccolto della vendemmia 2016 parrebbe ormai gravemente compromesso.

In Italia, la situazione non è migliore. I bidoncini utilizzati nelle vigne della Svizzera, capaci di regalare immagini mozzafiato ricordando enormi candele (foto: Gian Ehrenzeller/Keystone), presentano tuttavia un’azione limitata a temperature di -4, -5 gradi centigradi. E risultano utili in assenza di vento.

Vengono posizionate con una densità che varia fra i 300 e i 350 bidoncini per ettaro. Non si tratta tuttavia di un’esclusiva svizzera. I generatori di calore, noti anche col nome di “candele antigelo”, vengono utilizzati anche in Italia. Ne fanno uso, per esempio, gli agricoltori piemontesi per difendere il raccolto dalle gelate primaverili.

Con 320 ettari di vigne coltivate, il cantone dei Grigioni risulta la decima area di produzione vinicola della Svizzera. In particolare, dal Rheintal di Coira proviene l’80 % della produzione viticola dei Grigioni.

La sottozona “Herrschaft”, compresa tra le comunità di Malans, Jenins, Fläsch, e Maienfeld, a 600 metri sul livello del mare, subisce l’influsso del vento Foehn, freddo e secco, che si riscalda nel suo viaggio verso i territori di pianura. Non a caso, la regione vitivinicola dei Grigioni sorge su coni di deiezione glaciali, chiamati “Rüfen”. Secondo le previsioni meteo, il gelo non abbandonerà l’Europa centrale prima del 6 di maggio.

IL MALTEMPO E L’AGRICOLTURA
In Italia, la situazione non sarà migliore. Il maltempo, con il brusco abbassamento della temperatura e gelate tardive notturne, “ha distrutto vigneti, colture frutticole e orticole ma anche cereali e legumi colpendo a macchia di leopardo le campagne da nord a sud”.

È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti di freddo, neve, violenti temporali e soprattutto gelo fuori stagione sui raccolti, il cui sviluppo è stato anticipato da un inverno che si era classificato come il terzo più caldo di sempre con temperature superiori di 1,76 gradi rispetto alla media.

In Valle d’Aosta, le temperature sono scese fino a 16 gradi sotto lo zero in alta montagna, mettendo a rischio le gemme dei vigneti più alti d’Europa di Morgex. Nel fondovalle valdostano si registrano invece problemi per le piante in fiore e per le coltivazioni appena impiantate di zucchine e pomodori.

In Campania, ad Avellino, a rischio è la prossima campagna vinicola dei pregiati Fiano, Greco e Taurasi ma i viticoltori sperano ora che le piante possano reagire attraverso le cosiddette “gemme dormienti”, che potrebbero prendere vita dopo la completa distruzione delle altre.

L’allarme è esteso anche alle campagne in Abruzzo, per le gelate primaverili su vigneti, colture frutticole e orticole di centinaia di aziende agricole aquilane. E nell’alto molisano, per danni ai vigneti ma anche ai germogli degli olivi mentre nel Lazio a Frosinone si rilevano per il gelo danni ai vigneti di Cabernet nella Valle di Comino e alle orticole nella piana di Cassino e Pontecorvo.

Le temperature notturne che scendono fuori stagione di due o tre gradi sotto lo zero fanno cadere le gemme delle vigne con la conseguente perdita della produzione di uva e quindi di vino. Le piante da frutta, spiega Coldiretti, “si trovano in una fase di ripresa vegetativa particolarmente delicata e sono molto sensibili alle gelate tardive che pregiudicano i raccolti estivi”.

Il caldo inverno ha anche anticipato l’arrivo di molte primizie nei campi che adesso sono state danneggiate dal maltempo. Si tratta degli effetti dei cambiamenti climatici che in Italia si manifestano con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi anche con il rapido passaggio dalla siccità all’alluvione, precipitazioni brevi ed intense e un maggiore rischio per gelate tardive con pesanti effetti sull’agricoltura italiana. Che negli ultimi dieci anni ha subito danni per 14 miliardi di euro a causa delle bizzarrie del tempo.

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”Tutela e valorizzazione delle Alberate Aversane”: approvata la proposta di legge

Il Consiglio Regionale della Campania, presieduto da Rosa D’Amelio, ha approvato all’unanimità, con quaranta voti favorevoli, la Proposta di legge ”Conservazione e valorizzazione delle Alberate aversane e delle viti maritate a pioppo”, formulata dall’onorevole del Pd Gennaro Oliviero ed è già stata votata all’unanimità nelle competenti commissioni. Lo scopo è di tutelare le viti maritate a pioppo che producono l’uva necessaria per il vino asprinio, con possibilità di accedere a dei finanziamenti. La proposta è stata presentata ufficialmente a Cesa il 18 ottobre 2015, facendo registrate la condivisione ed il sostegno della nostra comunità.

”E’ un traguardo importante, raggiunto grazie al lavoro, svolto da circa un ventennio, dai volontari della Pro Loco Cesa, per sensibilizzare le persone su questo tema e far comprendere a tutti l’importanza di questo percorso di tutela del territorio”. Lo dice il Sindaco di Cesa, Enzo Guida. ”Grazie al loro impegno si sta diffondendo nella nostra comunità la convinzione che le alberate, assieme alle grotte tufacee esistenti nel sottosuolo, siano una risorsa che può determinare sviluppo.

Per questa ragione, in qualità di sindaco di Cesa, questo pomeriggio sarò presente, assieme ai componenti dell’amministrazione comunale, in consiglio regionale per esprimere i ringraziamenti per una proposta di legge che, se approvata, rappresenta un segnale forte di riconoscimento dell’importanza del cammino sin qui svolto ma anche di concreto esempio di tutela del territorio”. La pdl promuove la conservazione e la valorizzazione delle Alberate aversane e delle viti maritate a pioppo e dei loro territori e ne tutela la tradizionale coltura nonché i prodotti della vinificazione, tra cui il vino aprinio doc.

A tale scopo, la pdl prevede la costituzione di consorzi e società costituite da parte dei viticoltori e delle aziende operanti nel settore e contributi loro destinati per la divulgazione delle conoscenze scientifiche, organizzazione fiere ed esposizioni, partecipazione a manifestazioni di settore. La vite maritata a pioppo, è una antica tecnica di coltivazione,  sviluppata dagli Etruschi. La vite, ampelidacea, necessita della presenza di un tutore; nell’antichità i contadini usavano come tutore un albero vivo, frequantemente il pioppo. Utilizzata oggi nel Cilento (Salerno) e appunto, nel Casertano, per la coltivazione dell’ Asprinio i cui tutori sono pioppi alti fino a 15 m. L’unico vitigno, per il quale vengono calcolate rese a metro quadro di parete, anzichè ad ettaro.

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Cortona Doc: Marco Giannoni confermato alla presidenza del Consorzio

Marco Giannoni è stato confermato alla presidenza del Consorzio Vini Cortona. Per i prossimi tre anni sarà ancora l’imprenditore vitivinicolo cortonese a guidare la denominazione Cortona Doc. Marco Giannoni, classe 1965, vive a Cortona ed è sposato con quattro figli. E’ titolare dell’azienda di famiglia Giannoni Fabbri e di Cortona da sempre ama il territorio, il paesaggio e il vino che produce. ”Accolgo con molto piacere questa conferma alla presidenza e sono onorato per la fiducia datami dai miei colleghi – spiega il rieletto presidente Giannoni – con l’obiettivo di dare continuità al lavoro svolto nel passato dai miei predecessori e puntando allo sviluppo del Consorzio, del territorio, per la soddisfazione dei produttori tutti e della città di Cortona e a questo proposito continueremo a collaborare fattivamente e significativamente con l’Amministrazione Comunale”.

Eletto anche il Consiglio di Amministrazione del Consorzio composto, oltre che dal presidente, dal Vicepresidente, Chiara Vinciarelli (anche in questo caso si tratta di una conferma) e dagli altri consiglieri: Adriano Giuliarini (La Braccesca), Hans Ensing (Villa Loggio), Fabrizio Sallusti (Vecchia Cantina di Montepulciano), Edda Billi (Azienda Agricola Edda Billi) e Fernando Cattani (La Calonica).  Una conferma nel segno, dunque, della continuità visto che nel programma indicato da Giannoni ai primi posti la promozione in Italia, ma anche e soprattutto all’estero. ”La prima cosa che eredito dal precedente mandato e di cui possiamo dirci orgogliosi è un Progetto integrato di filiera (Pif) nel quale il Consorzio è entrato per investimenti in promozione pari a circa 100 mila euro in 18 mesi – continua Giannoni – e questo è solo l’inizio di un nuovo triennio in cui auspico ancora una maggiore collaborazione con il Consorzio da parte degli associati, perché unire le forze può senza dubbio aiutare a crescere l’immagine e, alla luce degli ultimi tender di mercato, del valore dei nostri vini”.

Confermata come detto anche la Vicepresidente, Chiara Vinciarelli, titolare dell’azienda omonima. ”Sono contenta di questa conferma che garantirà una continuità a un lavoro che abbiamo intrapreso con il Consorzio già nel triennio precedente – commenta la Vicepresidente Vinciarelli – e il nostro impegno sarà quello di promuovere il territorio, la nostra città, il tutto grazie a un prodotto, la Cortona Doc, che sta riscotendo sempre più successo”. Nel 2015 sono state vendute circa un milione di bottiglie a marchio Doc.

Le vendite sono concentrate per il 70 per cento all’estero, mentre la quota restante è diretta verso l’Italia. Costituito nella primavera del 2000, è il Consorzio che svolge la funzione di controllo e tutela dei vini a D.O.C. Cortona e ne diffonde la conoscenza con un’efficace attività culturale, divulgativa e promozionale. Protegge l’immagine ed il prestigio della denominazione con continui controlli di qualità e intraprende iniziative di carattere culturale tendenti a far conoscere nel mondo Cortona, il suo territorio ed i suoi vini. Attualmente le aziende consociate sono 30 e rappresentano la quasi totalità dei produttori. Tra di esse si annoverano marchi nati e radicati nella regione, altri di tradizione più recente ed altri ancora di importanza internazionale. E’ lusinghiero il fatto che questi ultimi abbiano dato tanto credito al territorio di Cortona da farne la sede di consistenti investimenti.

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Donatella Cinelli Colombini riconfermata alla guida del Consorzio Vini d’Orcia

Nata nel 2000, la giovane e ambiziosa Doc Orcia è in veloce innalzamento qualitativo e va annoverata fra le piccole denominazioni italiane emergenti. In occasione dell’Orcia Wine Festival 2016, evento che ogni anno porta a San Quirico d’Orcia migliaia di winelovers, il Consorzio ha rinnovato il suo Consiglio di amministrazione riconfermando la presidente Donatella Cinelli Colombini con Giulitta Zamperini e Roberto Terzuoli vicepresidenti e i consiglieri Andrea Giorgi (Sampieri del Fà), Capitoni Marco (dell’omonima azienda Capitoni), Paolo Salviucci (Campotondo), Emanuele Bizzi (Trequanda), Antonio Rovito (Val d’Orcia Terre Senesi), Olivi Giuseppe (Olivi-Le Buche), Roberto Rappuoli (Podere Forte) e Berni Valentino (Loghi).

Infine Gabriella Giannetti (San Savino) ricopre il ruolo di segretario e Marco Turillazzi quello di sindaco revisore. Donatella Cinelli Colombini inizia il suo secondo mandato, forte del consenso dei soci ottenuto grazie al grosso lavoro dei tre anni passati. Eventi, contatti e comunicazione che si riassumono nel progetto ”Orcia, il vino più bello del mondo”. “La Doc Orcia viene prodotta in una settantina di aziende di cui 41 iscritte al Consorzio. Il vino Orcia è ancora qualcosa di artigianale seguito con cura amorevole dai produttori stessi dalla vigna fino al cliente finale” ha spiegato la Cinelli Colombini.

La produzione totale della denominazione è di 240.000 bottiglie l’anno con il Sangiovese come principale vitigno dei rossi (Orcia con il minimo di 60% e Orcia Sangiovese con il minimo di 90% di Sangiovese anche nella versione riserva) e piccole quantità di Doc Orcia bianco, rosato e Vin Santo. Il territorio di produzione si estende in 13 comuni ed è fra i comprensori agricoli più belli e incontaminati, per questo è diventato una destination turistica di prima grandezza con quasi un milione e mezzo di presenze turistiche e un milione di visitatori giornalieri. “Sono questi visitatori il primo e principale mercato del vino Orcia. Una diversificazione produttiva che riguarda anche le cantine, il 65% delle quali ha una struttura ricettiva e/o un ristorante.

Posso dunque affermare che l’Orcia è la denominazione più turistica d’Italia” ha aggiunto la Presidente. Il Consorzio ha ricevuto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali con DM 57934 del 25/07/2014 il riconoscimento Erga Omnes e sviluppa ogni anno un gran numero d’iniziative. Nel 2016 sono in programma l’attivazione dell’Orcia Wine Class, a cura della delegazione Onav Siena, che offrirà minicorsi sul vino ai turisti e il potenziamento – in numero e in dimensione – degli eventi sul territorio che riguarderanno 6 dei 13 comuni della denominazione. L’Orcia Wine Festival, appena concluso a San Quirico d’Orcia, ha visto l’afflusso di circa 2.000 appassionati e operatori. Nel futuro il vino Orcia vuole essere più visibile all’esterno anche per aprirsi a nuove opportunità commerciali.

Donatella Cinelli Colombini ricopre anche la carica di presidente nazionale delle Donne del vino ed ha nel suo curriculum la creazione – nel 1993- della giornata Cantine Aperte che ha diffuso in Italia il turismo del vino. Discendente da una famiglia di storici produttori di Brunello è lei stessa titolare di una cantina a Montalcino. Negli ultimi 15 anni ha dedicato una particolare attenzione al vino Orcia, denominazione in cui possiede un’azienda agrituristica e una cantina a Trequanda.

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”Se la ami non abbandonarla’,’ Peroni e LeZZanzare a Bari contro l’abbandono del vetro

L’associazione LeZZanZare, ha avviato una campagna di sensibilizzazione ambientale per invitare i cittadini baresi a non abbandonare i rifiuti e soprattutto le bottiglie di birra in mare, pratica molto diffusa in particolare nella stagione estiva. Lo slogan, promosso con un video virale su Youtube e su Facebook è ”Se la ami, non abbandonarla”. Alessandro Antonacci de LeZZanZare ha fatto notare, che durante l’organizzazione della campagna, il cui video è stato girato per le vie di Bari, è emerso che a non rispettare l’ambiente sono gli abitanti della ”Bari bene”, a dispetto di quello che si potrebbe pensare. I cittadini dei quartieri più popolari si dimostrano più attenti e virtuosi. La campagna è stata presentata a pochi giorni dalla festa patronale che richiama per strada migliaia di persone che consumano birra, soprattutto Peroni che rimane uno dei simboli locali, nonostante ora non sia più di proprietà italiana. Peroni ha il patrocinio della campagna, supportata dall’assessorato all’Ambiente e allo Sport e dall’Amiu. Il presidente della municipalizzata Gianfranco Grandaliano e Piero Petruzzelli  hanno reso noto che sta per istituzionalizzarsi un decreto ”sul vuoto a rendere” per rendere più efficace e virtuosa la filiera delle bottiglie di vetro dal produttore al venditore fino al consumatore. La campagna prevederà anche affissioni di locandine negli esercizi pubblici che vendono birra e la diffusione di video di personaggi del capoluogo pugliese che metteranno la faccia in una gigantografia della birra Peroni invitando a non disperdere il vetro nell’ambiente. LeZZanZare, associazione impegnata in campagne di educazione alla vita e all’educazione civica, è stata tra le promotrici della giornata “Bari Pedala”, ha organizzato un mostra mostra fotografica al Chiringuito dal titolo ”Peroni: prima la seduci, poi l’abbandoni” con gli scatti di Pino Maiorano.

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A tutto pasto, Carrefour, ferrari corbelli, Gambero Rosso, merlot, montepulciano, prugnolo gentile, rosso di montepulciano doc, slow wine, tenuta di gracciano della seta, Veronelli, vino rosso, winelovers,

Bilancio positivo per l’Orcia Wine Festival. 1500 calici di degustazione distribuiti, 50 partecipanti alle ”Cantine con vista”, bike e walking, 35 ristoratori che hanno incontrato direttamente i produttori, 200 commmensali alla cena di gala organizzata sabato sera e 150 partecipanti alle degustazioni guidate da Onav. Il maltempo, che ha caratterizzato il weekend della Val d’Orcia, non ha intimido  i winelovers che non hanno voluto mancare questo appuntamento. Grande soddisfazione da parte dell’organizzazione che già pensa all’edizione 2017. ”Un’edizione molto bella con tante novità, molto pubblico, passeggiate ed escursioni, degustazioni guidate e produzioni di eccellenza del nostro territorio. Sono stati giorni intensi ed entusiasmanti, che ci spingono a continuare in questa strada con decisione e determinazione. Voglio ringraziare il Consorzio del vino Orcia, l’Onav Siena, i nostri Quartieri della Festa del Barbarossa, l’Area 51, Paesaggi Musicali Toscani, le aziende, i ristoranti, insomma tutti coloro che hanno creduto in questo progetto. E da oggi ci mettiamo a lavoro per programmare l’Orcia Wine Festival del 2017 e per migliorarsi ancora” ha dichiarato il sindaco di San Quirico Valeria Agnelli.

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Truffa ”Bollicine”: a Cuneo al via il processo

Un caso quello di ”Bollicine” sul quale si era espressa anche la Corte di Giustizia UE che si era opposta al reinvio a giudizio richiesto dal Gip per scongiurare la prescrizione del reato. Secondo la Corte di Giustizia, la preiscrizione non dovrebbe essere applicata in casi di reati fiscali di una certa gravità, che ledono anche gli interessi economici della UE alla quale va una parte del gettito Iva degli stati membri. Siamo nel 2009, a Cervasca. La Guardia di Finanza di Cuneo scopre una frode fiscale del giro di qualche milione di euro messa in atto da Planet Srl di Cervasca a partire dal 2005. La società acquistava bottiglie di champagne esenti iva attraverso operazioni di false fatturazioni tramite scatole cinesi e società fittizie allo scopo di avere prodotti sottocosto da rivendere a prezzi concorrenziali.  8 gli arresti che hanno portato al sequestro, nel 2012,  di quasi 700 mila euro in immobili di proprietà dei soci della società a copertura dell’iva evasa. Il processo si è aperto a Cuneo: sette indagati accusati di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e altri cinque, legati a società lombarde e campane accusate di concorso in truffa. Processo già renviato a settembre a causa di una errata trascrizione di nominativi agli atti.

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Anteprima vini della Costa Toscana: 7-8 Maggio al Real Collegio di Lucca

Il 7 e 8 maggio protagonisti i vini della Costa Toscana, con una speciale anteprima. Ospite d’onore la regione francese di Champagne. 80 vignerons porteranno in degustazione al Real Collegio di Lucca oltre 500 etichette: l’occasione è l’Anteprima Vini della Costa, l’annuale rassegna dei viticoltori delle province bagnate dal mare ideata dall’Associazione Grandi Cru della Costa Toscana, pronta a conquistare i visitatori con le storie di chi produce il nettare di Bacco.  In programma prestigiosi laboratori, dedicati ai raffinati degustatori che saranno affiancati da educational per chi è alla ricerca di una maggior comprensione del vino: Anteprima Ais Wine School è infatti il progetto dell’edizione 2016 della rassegna pensato per chi vorrà conoscere in pillole i principi della degustazione. A questo sarà affiancata l’iniziativa Anteprima Ais Tutorial, le degustazione guidate per piccoli gruppi attraverso i banchi di assaggio. Le degustazioni si terranno al piano nobile del Real Collegio mentre il salone delle feste accoglierà i produttori della costa. Ampio spazio sarà dato anche alle bollicine, con un itinerario di sapori che dal Lambrusco di Sorbara arriverà fino al Prosecco della Valdobbiadene, con una particolare attenzione alla sempre più ricca e promettente produzione della Costa Toscana. Tra gli ospiti della manifestazione ci saranno i vignerons della regione francese Champagne. La manifestazione sarà poi arricchita – spiegano gli organizzatori – anche da eventi collaterali, come le installazioni e le performance a cura dell’artista Andrea Salvetti che – accompagnato da sapienti artigiani del gusto – presenterà un’inedita officina gastronomica. Infine – grazie alla partnership con il Festival musicale Lucca Classica – non mancheranno “incontri” speciali e incursioni creative tra vino e musica, con passaggi della Street band che animeranno la due giorni al Real Collegio.

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L’ondata di gelo distrugge i vigneti in Irpinia e in Molise, raccolto compromesso

Ingenti danni in Irpinia, colpita da un’ondata di gelo che ha distrutto interi ettari di vigne. Allarme alla Coldiretti: “Stiamo ricevendo migliaia di segnalazioni da tutta la provincia – ha dichiarato il direttore di Coldiretti, Salvatore Loffreda – il freddo fuori stagione che si è abbattuto sulle campagne ha distrutto vigneti, colture frutticole e orticole ma anche cereali e leguminose: i vigneti sono i più colpiti dalla gelata e ci preoccupa perché è a rischio la prossima campagna vinicola, con serie ripercussioni sull’economia della provincia”.

Mentre si procede a una prima stima dei danni Coldiretti ha già richiesto alla provincia e alla Regione Campania il riconoscimento dei danni alle aziende e agli operatori del settore colpiti dall’emergenza. “Una situazione gravissima che ci ha spinto a chiedere subito alla Regione e alla Provincia di attivare tutte le procedure utili al riconoscimento dei danni e al conseguente ristoro in favore delle numerose attività coinvolte – ha detto il direttore di Coldiretti, Loffreda – siamo certi che non mancherà il supporto delle istituzioni per consentire ai tanti operatori impegnati nel comparto agricolo di fronteggiare questo disastro”.

Mal comune mezzo gaudio non è proprio il caso di dirlo in questo caso visto che anche in Alto Molise i danni sono ingenti: la nevicata del 25 Aprile ha distrutto i vigneti, i germogli sono stati colpiti e non sarà possibile nessun raccolto. Disperato l’appello degli agricoltori alle autorità affinchè intervengano con sgravi fiscali per le aziende che in poche ore hanno visto perso il lavoro di mesi.

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Torna ”Terroir Marche in fiera”: appuntamento ad Ascoli il 21-22 Maggio

Svelato il programma completo di Terroir Marche – Vini e vignaioli bio in fiera 2016, in programma ad Ascoli Piceno sabato 21 e domenica 22 maggio. A Palazzo dei Capitani (Piazza del Popolo) per due giorni torneranno protagonisti il Verdicchio, il Pecorino, il Montepulciano e gli altri vini autoctoni delle Marche derivanti da agricoltura biologica, che potranno essere scoperti e gustati attraverso incontri, laboratori e degustazioni libere, con la possibilità di abbinarli a golosità tipiche del territorio.

La prima novità della seconda edizione della manifestazione, annunciata nei giorni scorsi, è il gemellaggio internazionale con l’associazione Ecovin Mosel, grazie al quale saranno presenti ad Ascoli alcuni vignaioli del territorio della Mosella, la patria del Riesling, con le loro produzioni biologiche. Durante il week-end si terranno cinque laboratori di degustazione guidati da importanti giornalisti enogastronomici italiani e stranieri che, calice in mano, racconteranno le caratteristiche dell’enologia marchigiana spaziando tra grandi annate, proporranno una lettura originale della viticoltura della Mosella e apriranno una riflessione a 360 gradi sui tanti modi per giudicare un buon vino. Sabato 21 maggio, alle ore 11, l’ambasciatrice della Mosella Sonja Christ-Brendemühl e il giornalista degustatore Pierpaolo Rastelli guideranno i partecipanti alla scoperta del metodo biologico in una regione dove il clima può essere davvero estremo ma dove la luce e l’ardesia sono ingredienti fondamentali di un terroir eccezionale, in grado di regalare alcuni dei vini bianchi più longevi del mondo.

Mentre alle ore 15 la giornalista australiana Jane Faulkner focalizzerà proporrà una ”polaroid” dei due autoctoni rossi marchigiani, il Sangiovese e il Montepulciano, in un’annata classica nel laboratorio ”2010 sfumature di rosso”. Alle ore 17 il professore di Estetica Nicola Perullo (Università Scienze Gastronomiche di Pollenzo) e il wine blogger Alessandro Morichetti spazieranno tra assolutismo enoico e immaginazione per capire come si riconosce e valuta un buon vino nel laboratorio ”Epistenologia. Il mondo del vino tra i 100/100 di Robert Parker e la tovaglia a quadretti della nonna”.

Domenica 22 maggio, alle ore 11, il focus andrà su uno dei vini rossi che hanno fatto la storia dell’enologia Marchigiana, letto e interpretato da giornalista e degustatore Francesco Falcone nelle sue diverse evoluzioni tra annate vicine e lontane all’interno del laboratorio ”Barricadieri”. Alle 15, infine, il giornalista e degustatore Antonio Boco proporrà le sue ”2010 sfumature di bianco”, viaggio tra i grandi vini bianchi delle Marche in un’annata caratterizzata da un’ottima freschezza aromatica. Per l’intera durata del week-end, da mattina a sera, saranno allestiti banchi d’assaggio ad accesso diretto con oltre 120 vini biologici delle Marche e della Mosella e prodotti tipici del territorio. Il ticket d’ingresso giornaliero (12 euro; 10 euro per soci Ais, Fis, Slow Food, Onav, Fisar, Aies) comprende accesso ai banchi di degustazione, calice, visita guidata al centro storico di Ascoli, partecipazione a eventi collaterali ad eccezione dei laboratori guidati. Il programma completo della manifestazione è sul sito www.terroirmarche.com.

Nei giorni della fiera a Palazzo dei Capitani sarà inaugurata la mostra fotografica ”Le Marche di Mario Dondero”, prima esposizione realizzata in Italia per raccontare la preziosa opera di uno dei fotografi e fotoreporter più importanti del Novecento italiano e, in  particolare, il suo rapporto con le Marche, scelte come terra da vivere ed esplorare a partire dagli anni Novanta. Attraverso 40 scatti, i visitatori saranno accompagnati tra volti, scorci e paesaggi alla scoperta di uno spaccato unico del territorio regionale, visto, ripreso e raccontato ad altezza d’uomo.

L’inaugurazione della mostra, prodotta dal consorzio Terroir Marche e realizzata in collaborazione con la Fototeca Provinciale di Fermo – cui è stato affidato il compito di  salvaguardare lo sconfinato archivio fotografico di Dondero – sarà inaugurata venerdì 20 maggio, alle ore 18, a Palazzo dei Capitani, dove rimarrà allestita nei due giorni  successivi dalle ore 9 alle 18, prima di essere riproposta al Forte dei Malatesta nel mese di giugno. Acquistando il biglietto per la seconda edizione della fiera “Terroir Marche” (12 euro) i partecipanti alla manifestazione avranno così la possibilità di visitare la mostra, ritrovando nel calice e nelle fotografie esposte quello stesso “terroir spirituale” di chi sa cogliere nei piccoli dettagli l’anima profonda delle cose e delle persone.

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”Gare del Vino di Langhe e Roero 2016” a Cherasco a colpi di golf

A Cherasco, si brinda alle quindicesime Gare del Vino di Langhe e Roero 2016, al via domenica 1 maggio, con la prima di sette gare atte a celebrare il Vino ed il territorio; di queste sette, due sono PRO-AM, gare in cui ogni squadra è composta da quattro giocatori – un professionista e tre dilettanti. Queste gare si sono oramai trasformate in un appuntamento di ampio rilievo nel panorama del golf nazionale e di forte richiamo per i giocatori, appassionati della buona tavola e del buon bere. Il campo del Golf Club Cherasco si aprirà simbolicamente alla battaglia, con giocatori di varie origini, pronti a sferrare colpi di swing e conquistare le 18 buche per brindare alla vittoria con ottime bottiglie di Barolo. Il Golf Club Cherasco da molti anni si è fatto portabandiera dell’abbinamento tra il golf e l’enogastronomia piemontese, promuovendo le eccellenze del territorio e destagionalizzando l’incoming, soprattutto relativo a turisti stranieri e più in generale legato allo sport, verso questa terra di Langa immensamente ricca di gusto, di cultura, di storia e tradizione. In quest’ottica il Golf Club Cherasco ha saputo dar vita ad un nutrito calendario gare, coinvolgendo grandi aziende vitivinicole del territorio per la promozione di etichette e sapori tipici. Sono così nate le Gare del Vino che, negli anni, hanno ottenuto un clamoroso successo, assumendo un tono sempre più particolareggiato sul territorio, con un consenso ed una partecipazione che conta i migliori giocatori italiani ed europei. ”Abbinare le nostre gare di maggior rilievo alle eccellenze del territorio ci è parso quanto mai naturale,- sostengono Brunello Olivero e Corrado Graglia, rispettivamente Presidente e Direttore del Golf Club Cherasco – partendo dalla consapevolezza che il turismo sportivo in unione con quello enogastronomico è la grande carta sulla quale dobbiamo puntare. Impegnandoci insieme al Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, ATL Alba, Bra, Langhe e Roero, Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, Cherasco Eventi e Ascom Bra, su un terreno comune, con obiettivi collettivi è possibile realizzare ciò che le singole realtà turistiche, per quanto attraenti e di alto livello, non sempre possono raggiungere. Il buon Vino e il buon Cibo sono i capisaldi che il nostro territorio offre ai turisti e rappresentano una grande attrattiva per gli stranieri. Ecco perché uno sport tanto amato soprattutto all’estero, come il golf, deve legarsi in modo naturale a questi elementi, offrendo le delizie del territorio consolidate dalle potenzialità del territorio stesso tra cui le strutture ricettive di qualità”.  Mastikol è un marchio che non poteva di certo mancare tra le prestigiose ProAm del Vino di Langhe e Roero a cui è intitolata la PRO-AM di lunedì 9 maggio. Grazie alla passione viscerale del suo patron, Patrizio Bauducco, il marchio Mastikol è diventato una sicurezza, sia sul green che fuori. Nove anni fa, Bauducco, innamoratosi del golf, ha imparato a coniugare un lavoro molto impegnativo come presidente della Mastikol, leader nel mercato internazionale dei prodotti adesivi e sigillanti, che lo portava in giro per il mondo, con quel divertimento che lo aveva letteralmente stregato, iniziando ad incontrare i suoi clienti e a firmare contratti tra una buca e l’altra.

Le gare lo hanno portato a frequentare alcuni tra i più bei campi del mondo, ma il suo cuore continua a battere forte per il green cheraschese, in particolare per la filosofia che lega le eccellenze eno-gastronomiche del territorio con le realtà aziendali ed economiche, attraverso uno degli sport più appassionanti al mondo.

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Nasce la ”Fondazione Territoriale Brunello di Montalcino”

Sarà aperta anche a contributi esterni e finanzierà progetti di crescita e sviluppo territoriale e di interesse sociale. La gestione sarà autonoma rispetto al Consorzio e verrà sostenuta grazie a contributi volontari da parte dei produttori. Previsto un budget iniziale tra i 150 ed i 200mila euro. Il ”sistema Montalcino” da oggi è più forte. E stata infatti approvata dall’assemblea del Consorzio del Brunello la creazione della ”Fondazione Territoriale Brunello di Montalcino”. Sul modello di quelle bancarie, la Fondazione è nata per sostenere finanziariamente progetti di sviluppo del territorio su diversi fronti: dal turismo al recupero e restauro di beni artistici e culturali ma anche nel campo del sociale e dell’integrazione. La Fondazione, pur essendo espressione del Consorzio, avrà una gestione autonoma e non sarà comunque chiusa a partecipazioni e contributi esterni. Il cda, che eleggerà il Presidente entro il mese di maggio, sarà composto da sette consiglieri di cui 5 indicati dal Consorzio ed uno dal il Sindaco di Montalcino, egli stesso membro del cda, scelto tra le realtà rappresentative del mondo imprenditoriale. La scelta di inserire il Sindaco di Montalcino nel board – in veste istituzionale e senza alcun ruolo politico – vuole essere un contributo alla migliore comprensione di quali siano ambiti e progetti che necessitano di maggiore intervento. Le risorse da destinare al territorio verranno dal contributo volontario dei produttori, quantificabile in 1-2 centesimi a bottiglia, o meglio a ”fascetta” che, secondo le prime stime, consentirebbe di ottenere un budget iniziale di 150-200.000 euro all’anno. I contributi non saranno distribuiti a pioggia ma, di anno in anno, puntando su progetti e idee concrete e ben delineate. Obiettivo è sostenere la crescita del sistema economico e sociale di Montalcino. Come sottolinea il Presidente Fabrizio Bindocci  ”questa iniziative evidenzia il nuovo ruolo dei consorzi che da ente di tutela stanno diventando attori insostituibili della crescita e promozione dei territori. Un’esperienza, quella di una Fondazione di un Consorzio del Vino, già sperimentata in passato (dal Consorzio del Chianti Classico che, nel 1991, ha lanciato una sua Fondazione, per la tutela del territorio e valorizzazione dei suoi beni artistici, culturali e ambientali). Ma – prosegue Bindocci – che con alcune peculiarità, e con il valore del brand del Brunello di Montalcino, tra i più forti a livello mondiale, potrebbe aprire una strada virtuosa che altre importanti denominazioni del vino italiano che, in qualche modo, diventano ”banche” per i loro territori. E’ un modello innovativo perché il valore aggiunto creato da Brunello rimane sul territorio e lo fa crescere.” Per il Vicepresidente Bernardo Losappio – che ha curato tutto l’iter che ha portato alla creazione della Fondazione – ”è uno strumento importante ed interessante per il territorio, uno strumento innovativo che vorremmo lasciare come ultimo segno di questo Consiglio che concluderà il proprio mandato a maggio 2016. Noi crediamo nel ruolo del Consorzio come forza economica che deve essere parte attiva dello sviluppo del territorio, territorio che nel suo complesso è uno dei grandi elementi che danno valore al Brunello di Montalcino e lo rendono unico, così come il Brunello continua a rendere importante Montalcino nel mondo”.

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Addio Spritz? Negrar lancia l’aperitivo ”Flaming Lips” a base di Recioto

Sabato 30 aprile, dalle 15 alle 19, tutti invitati all’Enoteca Domìni Veneti di via Cà Salgari 2 , a Negrar in Valpolicella per il battesimo ufficiale di Flaming Lips, l’aperitivo a base di Recioto spumante proposto in edizione limitata a Vinitaly 2016. “Passeremo qualche ora in compagnia, con assaggi del nostro aperitivo, di cui sveleremo nell’occasione le dosi della ricetta, ideata da due nasi d’eccezione, i veronesi Enrico Fiorini e Gianluca Boninsegna, rispettivamente migliori sommelier Ais Veneto 2014 e 2015″, spiega Natascia Lorenzi, responsabile marketing della Cantina. A lei si deve l’idea di gustare in modo nuovo e originale il Recioto della Valpolicella Docg Spumante Domìni Veneti ed anche il nome Flaming Lips, ossia labbra fiammeggianti, dal gioco di riflessi rubino violacei creati nel bicchiere dal rinfrescante aperitivo, composto da Recioto spumante, acqua tonica dry, cointreau, lime e zucchero di mirtillo. Flaming Lips è l’ultima iniziativa, in ordine di tempo, proposta dalla cantina cooperativa negrarese per il rilancio del Recioto della Valpolicella, che passa attraverso un progetto di ricerca di nuovi abbinamenti gustativi, anche a tutto pasto, e quindi a proposte di consumo più attuali per questo vino passito rosso dolce che rappresenta la storia e la tradizione della Valpolicella, a tutt’oggi prodotto in numeri molto limitati (CVN conta 60 mila bottiglie all’anno nelle varie tipologie, pari al 17% dell’intera produzione della Denominazione), e consumato per la maggior parte in provincia di Verona. “A crederci poco sono prima di tutto le aziende vitivinicole del territorio, forse perché lo danno perdente in partenza, in quanto il gusto per i vini secchi oggi è predominante, ma il nostro Recioto è un passito rosso dagli aromi unici che può conquistarsi una ribalta internazionale di tutto pregio. Dobbiamo però tornare a prestargli attenzione e non trattarlo come un vino di risulta dopo la cernita di Amarone e Ripasso, dedicandogli le migliori risorse, dalla scelta delle uve nelle zone più adatte alla scelta dei migliori legni fino ad un adeguato affinamento in bottiglia per essere certi della qualità”, afferma Daniele Accordini, enologo e direttore della Cantina. CVN ruolo da apripista, ma per vincere è necessario non essere soli. Il rischio per il Recioto della Valpolicella, altrimenti, è quello discomparire lentamente, come è successo con alcune tipologie non più prodotte nel tempo, come quella liquorosa, oppure molto rare, come le versioni ammandorlata e spumante, quest’ultima prodotta con il metodo Martinotti fin dagli anni Trenta del secolo scorso ininterrottamente solo dalla Cantina. “Già Luigi Messedaglia, medico, storico e letterato veronese noto anche per i suoi studi di agronomia, nel suo ”Arbizzano e Novare – Storia di una terra, della Valpolicella”  descriveva nel 1944 la champagnizzazione del Recioto operata dalla nostra cantina”, ricorda a questo proposito Renzo Bighignoli, presidente di Cantina Valpolicella Negrar. “La nostra produzione di Recioto spumante è ancora di nicchia – 4 mila bottiglie vendute soprattutto nel periodo natalizio in abbinamento al pandoro -, ma con il Flaming Lips siamo pronti a produrne di più. Soprattutto, confidiamo siano pronti a produrlo anche altri viticoltori della Valpolicella, perché ci prendiamo volentieri il ruolo di apripista, vista anche la nostra natura sociale, ma per riaffermare il Recioto della Valpolicella sul mercato non dobbiamo essere soli, a vincere, specie in un mercato globalizzato come il nostro, sono sempre le azioni di squadra”, chiosa Accordini.

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Di cantina in cantina sulle strade del Bardolino e del Chiaretto

Itinerari golosi tra vini e piatti tipici, domenica 15 maggio 016 per scoprire e gustare il territorio del Bardolino e del Chiaretto. Un invito, fatto dalla Strada del Vino Bardolino, a scoprire le aziende lungo la sponda veneta del lago di Garda e del suo entroterra con tre percorsi, per un totale di 15 aziende, pronte a far scoprire ad appassionati e winelover i propri vini, abbinati a specialità gastronomiche del territorio veronese. In tutta la giornata di domenica, dalle 11 alle 19, si potranno assaggiare in abbinamento al Chiaretto – classico vino rosé leader nazionale nell’ambito dei rosati a menzione geografica – e Bardolino – il vino rosso delle colline gardesane – proposte quali le tre stagionature del formaggio Monte Veronese, o la porchetta al Chiaretto, o ancora le sarde in saor con la polenta, i crostini al pesce di lago, la carne di manzo al ristretto di Bardolino, il gelato al Chiaretto e all’olio extravergine del Garda, e la pizza contemporanea in accostamento al Chiaretto, che tanto successo ha avuto al recente Vinitaly. Tre quindi i percorsi, ognuno comprensivo di visita e degustazione in cinque cantine specifiche di quel tracciato, più due altre visite libere a cantine localizzate sugli altri itinerari. Un totale di sette diverse tappe, al prezzo complessivo di 23 euro a persona. I tickets per le degustazioni si potranno acquistare domenica 15 maggio direttamente in una qualunque delle cantine aderenti. E per chi volesse muoversi in sicurezza, è previsto un servizio navetta tra le cantine, prenotabile, al costo di 16 euro a persona. ”I visitatori – dice Claudia Benazzoli, presidente della Strada del Bardolino -, oltre a gustare i vini del territorio, avranno la possibilità di confrontarsi direttamente con i produttori per approfondire il loro lavoro, dalla vigna alla cantina. Per i vignaioli, invece, è l’occasione per fare squadra, con lo scopo di promuovere il territorio”.Ma quali sono i tre percorsi previsti? Il percorso A si sviluppa ai piedi del monte Baldo con soste presso Garda Natura di Marciaga, alla Tenuta la Presa di Caprino Veronese, da Gentili a Pesina e poi da Cà Bottura sulla Rocca di Bardolino e Le Fraghe a Cavaion Veronese, con l’aggiunta di degustazioni jolly in due delle cantine degli itinerari B e C. Il percorso B è tutto sulle colline alle spalle del paese di Bardolino, con soste da Zeni 1870, Costadoro, Valetti, Casaretti e poi Benazzoli a Pastrengo, ovviamente con l’aggiunta delle due tappe jolly scelte liberamente negli altri itinerari. Il percorso C si sviluppa soprattutto sulle colline di Lazise, con fermate da Bergamini, Le Tende, Roccolo del Lago, Le Ginestre e poi Il Pignetto a Bussolengo, più le due tappe jolly. Due sono le proposte week end per chi volesse godere in pieno di questa iniziativa: ”Weekend diVino sul Lago di Garda” con la possibilità di dormire in hotel o bed and breakfast, partecipare a ”Di Cantina in Cantina” e cenare al ristorante; il secondo che ha per titolo ”Soggiorno di Benessere sul lago di Garda”, oltre al carnet di ”Di Cantina in Cantina” prevede una stanza presso una struttura termale e una cena in un ristorante. Un week end per tutti i gusti e per tutte le tasche per godere in pieno delle meraviglie del Lago di Garda.

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Barolo Limited Edition ”La classe non è acqua”, da Serradenari per Juventus

La Cantina Serradenari di La Morra, di proprietà della famiglia Diatto-Negri, da sempre considerata cantina di eccellenza artigianale, la vetta del Barolo nel quale si produce ”il barolo più alto del mondo”, da oggi può raccontare una storia in più. Giovanni Negri, spinto da un’accesa passione calcistica bianconera ha pensato di disegnare e dedicare alla sua squadra del cuore una nuova etichetta di Barolo ”La classe non è acqua”, etichetta a tre colori, bianco, nero e giallo, come il logo della squadra. ‘È un gioco, un omaggio alla fede calcistica che accomuna tutto in nostro gruppo, dal cantiniere al grafico, passando per il sottoscritto” ha dichiarato alla Stampa Giovanni Negri. ”Quando avevo otto anni giravo con la figurina sbiadita di Gianpiero Combi in mano e con i racconti di mio padre e mio zio nelle orecchie sulla mitica cinquina realizzata dalla Juventus tra il 1931 e il 1935. Dicevano che era stata un’impresa irripetibile, così qualche tempo fa mi è venuta l’idea di rendere omaggio a quel ricordo, se davvero la Juve fosse riuscita a ripetere il record” ha continuato. Pronti via, in men che non si dica è arrivato il barolo versione limited edition per festeggiare il fortunato ciclo di successi juventini. Cinque anni di vittorie, lunghi come l’affinamento del barolo targato ”La classe non è acqua”, vendemmia 2011. Un exploit che resterà isolato secondo Negri, salvo che la Juve riuscisse a vincere per tre anni consecutivi la Champions League, in tal caso ”non basterebbero i magnum di Barolo per festeggiare”, parola di Giovanni Negri.

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