«Il vino – aggiunge Uiv – è l’unica bevanda alcolica fuori dai vincoli previsti dalla riforma della normativa Ue sugli imballaggi (Ppwr) che prevede la ridefinizione dei target di riuso per i vari materiali di imballaggio, tra cui il vetro. Il testo del regolamento votato oggi dalla Commissione per l’Ambiente, la Sanità pubblica e la Sicurezza alimentare (COMENVI) rappresenta un primo step importante per il vino in attesa del voto in plenaria e del Trilogo tra Parlamento, Consiglio e Commissione; un risultato importante, raggiunto in particolare grazie al costante lavoro degli eurodeputati italiani vice-relatori di questo dossier, che sottolinea sia le specificità del vino sia gli sforzi già in atto da parte della filiera per garantire uno sviluppo sostenibile del settore.
«Un voto in chiaroscuro quello di stamattina sulla revisione della Direttiva Imballaggi – commenta invece la presidente di Federvini, Micaela Pallini -. Se i vini, grazie al fondamentale lavoro condotto dalla delegazione italiana, possono finalmente tirare un sospiro di sollievo, è ancora tanto il lavoro da fare per scongiurare l’impatto estremamente oneroso che il riuso potrebbe determinare per il comparto degli aperitivi, amari, liquori e distillati italiani. Come Federvini siamo determinati a proseguire con fermezza in tutte le sedi istituzionali gli sforzi per tutelare le nostre imprese e auspichiamo che possa esservi una revisione nel voto già in occasione dell’Assemblea plenaria del Parlamento europeo previsto in novembre».
IMBALLAGGI UE: VINO SALVO, MA È ALLARME PER L’ORTOFRUTTA
Se il vino è salvo dopo l’adozione da parte della Commissione Ambiente del Parlamento europeo della relazione sulla proposta di regolamento della Commissione imballaggi e rifiuti di imballaggio, lo stesso non si può dire dell’ortofrutta. Confermato infatti il limite di imballaggio, fissato a 1 chilogrammo. Una soglia che, secondo Coldiretti, «rischia di cancellare dagli scaffali dei supermercati l’insalata in busta, i cestini di fragole, le confezioni di pomodorini e le arance in rete di peso inferiore al limite».
«Nella forma attuale – commenta Coldiretti – il testo apre ad una serie di problemi dal punto di vista igienico-sanitario, della conservazione e degli sprechi, che potrebbero aumentare, come potrebbero aumentare anche i costi per i consumatori e per i produttori. Ma si rischia anche un effetto negativo sui consumi, dove i prodotti di quarta gamma, dalle insalate in busta alla frutta confezionata, sono ormai entrati profondamente nelle abitudini degli italiani, con il pericolo di ridurne il consumo, già calato del 10% per la frutta e del 6% per gli ortaggi nel primo semestre del 2023, con un impatto pericoloso sulla salute».
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