Alleanza Cooperative soddisfazione per la deroga alle rese massime sui vini comuni
«Il nostro unico obiettivo è stato quello di tutelare le aree viticole tradizionalmente e strutturalmente vocate alla produzione di vini comuni in cui si producono legittimamente quantitativi di uva superiori a 30 tonnellate/ettaro. Il percorso è stato davvero lungo e difficoltoso, ma il risultato finale ci lascia soddisfatti. L’impostazione della norma rappresenta un giusto punto di equilibrio tra le necessità della norma e le istanze dei diversi territori viticoli».
Con queste parole il Presidente di Alleanza Cooperative AgroalimentariGiorgio Mercuri commenta il parere positivo reso dalla Conferenza Stato Regioni allo schema di decreto ministeriale. Decreto recante una deroga alla resa massima di uva ad ettaro nelle unità vitate iscritte a schedario, diverse da quelle rivendicate per produrre vini a Dop e a Igp.
LA POSSIBILITÀ DI DEROGA
Il DL Rilancio, convertito con legge 17 luglio 2020, n. 77, a fronte di una resa massima attualmente pari a 50 t/ettaro, aveva ridotto la soglia a 30 t/ettaro. Il Decreto specificava tuttavia la possibilità di una deroga, per taluni territori viticoli, fino a 40 t/ettaro.
«Una riduzione indiscriminata delle rese – prosegue Mercuri – e della produttività avrebbe compromesso ingiustamente molte realtà produttive. Migliaia di viticoltori che affidano il loro reddito alla produzione di vini comuni. Vini che si collocano in un mercato assolutamente differente rispetto ai vini territoriali Dop e Igp».
Le Regioni avranno tempo fino al 31 gennaio 2022 per chiedere l’integrazione dell’allegato al decreto ministeriale con i Comuni in deroga, che potranno produrre fino a 40 t/ettaro. Integrazione o eliminazione in base ai propri indirizzi di politica vitivinicola.
«Le Regioni e le Province autonome sono indubbiamente il riferimento amministrativo più vicino ai territori, dunque, i migliori conoscitori degli stessi. È per questo – conclude Mercuri – che riteniamo assolutamente corretto lasciare alle amministrazioni regionali un margine di discrezionalità. Discrezionalità necessaria per indirizzare in maniera più adeguata le scelte territoriali di politica vitivinicola».
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Terre Cevico ha presentato i dati dell’esercizio 2020/21. Dati che evidenziano i numeri in crescita e politiche di investimento e di accrescimento patrimoniale del gruppo che sono continuate nonostante il proseguire dell’emergenza sanitaria.
La Direzione aziendale, composta dal Presidente Marco Nannetti, dal Ceo Lauro Giovannini e dal Cfo Massimo Gallina, ha presentato anche la nuova partnership con Orion Wines – azienda trentina con proprietà anche in Puglia con cui Cevico collabora da oltre 10 anni – per produzioni orientate ai temi del biologico e della viticoltura sostenibile e la commercializzazione nel mondo, e l’acquisizione di un’ulteriore quota delle CantineMontresor in Valpolicella che passa così al 75% sotto il controllo di Terre Cevico.
«Terre Cevico – dichiara il Presidente – come tante altre imprese della filiera agroalimentare, non si è mai fermato in questi 19 mesi di pandemia. Abbiamo attraversato mille difficoltà e ci siamo reinventati un modello organizzativo che ha permesso ai nostri soci di non perdere mai il contatto con i mercati nazionali ed internazionali».
«Oltre a garantire liquidazioni competitive ai soci, abbiamo anche garantito lavoro a oltre 300 collaboratori e non abbiamo mai attuato ammortizzatori sociali come la Cassa Integrazione. È anzi perdurato il trend di consolidamento dei rapporti di lavoro», conclude Nannetti.
I NUMERI DEL BILANCIO
L’asticella del fatturato aggregato nell’esercizio appena trascorso è arrivata a 164,3 milioni di euro registrando un +3,22% sull’esercizio precedente. L’export mantiene la quota di 52 milioni di euro ed incide per il 38% sui ricavi consolidati, confermando la propensione ai mercati internazionali del Gruppo. Il patrimonio netto cresce a 73,9 milioni di euro (+2,6%).
Il plusvalore riconosciuto ai soci, ovvero l’incremento della liquidazione dei vini conferiti ai prezzi di mercato per l’esercizio 2020/21, ammonta a 6,4 milioni di euro (+12,9%). Tra i dati positivi si citano anche l’aumento del numero aggregato dei dipendenti del gruppo pari a 332 (+3,91%) e delle ore di formazione pari a 2.912 (+22,66).
FOCUS VINO BIOLOGICO
Nell’ultimo esercizio il vino biologico di Terre Cevico è stato venduto in 38 Paesi del mondo oltre all’Italia. Il fatturato è cresciuto oltre il +37%. Si confermano buone e in crescita le performance sia nei paesi asiatici che in nord ed est Europa, nonostante le estreme difficoltà doganali e di viaggio, di presidio commerciale in presenza, aspetto, quest’ultimo non trascurabile.
I primi player mondiali in quanto a vendite per Terre Cevico sono Russia (+78%). Cina (+19,6%). Finlandia (+38,2). Polonia (99,6%). Norvegia (+7,3%). Belgio (+36,2%) e Canada (+16%). La linea commerciale “b.IO“, distribuita in Italia in Gdo prosegue il trend positivo di vendita e segna +7,75 nell’esercizio. Anche la nuova linea senza solfiti aggiunti “Tutto è possibile” segna dati positivi.
PIANO DI SVILUPPO INDUSTRIALE
Il piano di sviluppo industriale per il periodo 2020/2024, in corso di realizzazione, interessa la sede dei due principali stabilimenti di produzione, Lugo e Forlì. Asse portante del progetto, nel segno della sostenibilità economica e ambientale, è il tema della “industria 4.0“.
Si prevedono interventi come il potenziamento dell’automazione delle aree di stoccaggio, logistica, ampliamento dei serbatoi delle aree di cantina per la messa in rete di tutte le fasi di gestione e produzione delle sedi del gruppo. Gli investimenti netti dell’esercizio chiuso al 31 luglio 2021 ammontano ad euro 2,56 milioni, con una sostanziale conferma delle principali aree di intervento.
SOSTENIBILITÀ
Centrale per il Gruppo è il tema della sostenibilità, declinato negli ambiti etico, economico ed ambientale come evidenziato nella quarta edizione del Bilancio di sostenibilità. L’edizione 2020/2021, redatta secondo le metodologie ed i principi previsti dai GRI Sustainability Reporting Standards, rappresenta un forte upgrading del progetto.
Se in passato l’analisi era riferita in senso stretto all’ambito della capogruppo Terre Cevico, oggi il perimetro di rendicontazione analizzato è notevolmente più ampio. Esso include società controllate e consolidate integralmente. Include inoltre un’analisi di tutta la filiera delle cooperative di base, le Cantina dei Colli Romagnoli e Le Romagnole.
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Iniziata in Italia la vendemmia 2020 Sicilia in pole con il Pinot Grigio 2
Positivo il primo bilancio di Assovini Sicilia a chiusura dei 100 giorni della vendemmia. Vendemmia iniziata i primi di agosto nella parte occidentale dell’Isola, con un anticipo di circa dieci giorni, per concludersi a novembre nei vigneti dell’Etna.
«La Sicilia sembra avere una buona elasticità anche rispetto ai sempre più evidenti cambiamenti climatici», commenta il presidente di Assovini Sicilia, Laurent de la Gatinais.
«Nelle ultime due vendemmie, la vitivinicoltura siciliana conferma la sua vocazione alla sostenibilità e alla qualità media delle uve sempre alta. Gli obiettivi futuri – continua il presidente – vanno quindi nella direzione di sviluppare le coltivazioni bio e sostenibili».
LA VENDEMMIA 2021
Una vendemmia caratterizzata da alcuni picchi di caldo in luglio e agosto, dalle piogge di settembre, fino alla cenere vulcanica in alcune aree dell’Etna. Andamento climatico che ha permesso di limitare al minimo i trattamenti fitosanitari.
Per questo si parla di una vendemmia 2021 caratterizzata da uve estremamente sane. Negli areali con escursioni termiche rilevanti, in assenza di stress idrico per le piante, c’è stato un maggiore arricchimento di composti fenolici, importanti soprattutto per la maturazione delle uve rosse e un incremento dell’espressione aromatica delle uve a bacca bianca.
Anche la vendemmia riflette la diversità e la varietà della viticoltura siciliana e dei suoi vignerons. Le uve bianche internazionali hanno avuto una forte accelerazione nella maturazione, a differenza di quelle autoctone, più resistenti.
LE PREVISONI ENOLOGICHE
Interessanti le previsioni enologiche. Dalla vendemmia 2021, bisogna aspettarsi vini bianchi aromatici, con acidità alte e freschezza, e rossi strutturati dai colori intensi. I vini dolci avranno bouquet aromatici caratterizzati da grande intensità e persistenza gustativa.
Si registrano variazioni produttive molto diverse non solo tra zona e zona ma anche all’interno di una stessa zona e una leggera flessione nella resa uva-vino. Rispetto alle medie degli ultimi anni, la vendemmia 2021 in Sicilia si assesta a circa un –20%. In leggero rialzo rispetto all’annata 2020, ricordata come una delle meno produttive degli ultimi 160 anni.
LA SOSTENIBILITÀ
«Per questo – aggiunge de la Gatinais – è importante la sinergia e la collaborazione con la Fondazione SOStain Sicilia, promossa dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia e da Assovini Sicilia”.
Ad oggi, sono venticinque le cantine siciliane che hanno scelto di associarsi alla Fondazione SOStain Sicilia. Circa 5000 ettari di superficie vitata con oltre 20 milioni di bottiglie prodotte. Sei aziende sono già certificate e tre in corso di certificazione, mentre tutte le altre sono attivamente impegnate in un percorso di miglioramento continuo.
«Sono molto entusiasta dei risultati finora raggiunti – dice Alberto Tasca, presidente della Fondazione SOStain Sicilia -. SOStain nasce per promuovere nel territorio siciliano una visione pratica e contemporaneamente olistica della sostenibilità, che conduca verso un modello di sviluppo generativo e non solo accumulativo».
«La Sicilia ha caratteristiche climatiche e geopedologiche uniche, come confermato dall’andamento della vendemmia 2021, ed è essenziale che le buone pratiche di sostenibilità vengano contestualizzate al territorio. Solo così è possibile determinare un cambiamento in direzione della sostenibilità», conclude Tasca.
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Vernaccia di San Gimignano piu forte della pandemia Irina Strozzi a Forte di Belvedere
Nonostante la pandemia e le misure di contenimento messe in atto su scala mondiale, la Vernaccia di San Gimignano chiude il 2021 con una promozione da parte dei mercati. Il grande vino bianco della provincia di Siena ha incremento le sue quote del 12% rispetto al 2019, l’anno che ha preceduto l’arrivo del Covid.
Nei primi undici mesi del 2021 sono stati imbottigliati 36.589 ettolitri di Vernaccia di San Gimignano. Nel 2020, l’anno dei lockdown, erano stati 31.028. Significativo è proprio il confronto con il 2019, quando gli ettolitri imbottigliati furono 32.497.
IL COMMENTO DEL CONSORZIO DELLA VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO
«Siamo contenti e moderatamente ottimisti – dichiara Irina Strozzi, presidente del Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano – il 100% di ottimismo lo avremo quando il capitolo Covid potrà dirsi definitivamente chiuso.
Stiamo vivendo un momento espansivo, il nostro vino è richiesto dal mercato, stiamo entrando nelle carte dei vini dei migliori ristoranti italiani e anche dall’estero c’è richiesta».
Il Consorzio rende noto che il prezzo del vino sfuso Vernaccia di San Gimignano della vendemmia 2019 oscilla tra i 130 e i 150 euro ad ettolitro. Quello del 2020 è tra i 135 e i 155 euro ad ettolitro, la stessa quotazione con cui al momento è trattato il vino della vendemmia 2021.
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Milano Cortina 2026 collaborazione Regione Lombardia ERSAF e CERVIM
Regione Lombardia, Ersaf e Cervim hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per valorizzare la qualità dei “vini montani”. L’obiettivo, in vista delle Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026, è promuovere la viticoltura eroica che caratterizza il territorio che ospiterà parte delle gare sportive.
Nel 2022 prenderà il via, inoltre, il progetto “Ambasciatori del Cervim“. Personalità riconosciute a livello nazionale ed internazionale che si impegneranno a promuovere nel mondo le peculiarità della viticoltura eroica.
«Fare agricoltura in alta quota – dichiara Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi di Regione Lombardia – è davvero un’attività eroica. Per questo la Regione vuole contribuire a promuovere i vini di montagna, con risorse e con iniziative legate al marketing territoriale».
«Le Olimpiadi invernali del 2026 – prosegue Rolfi – sono una vetrina unica per i nostri prodotti e vogliamo sfruttare al massimo l’attenzione portata da questo grande evento. Il settore primario, con la viticoltura in primo piano, qui contribuisce a prevenire il dissesto idrogeologico e rappresenta un presidio ambientale e sociale contro lo spopolamento».
«L’accordo presentato oggi con Regione Lombardia e Ersaf – aggiunge Stefano Celi, presidente Cervim – rappresenta un momento importante e di ulteriore crescita per il Cervim. Andiamo a rafforzare ulteriormente la collaborazione con la Lombardia, che da alcuni anni sta dando risultati concreti per il rafforzamento della viticoltura eroica».
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Germania scelta per il 10 Simposio Istituto Master of Wine
Sarà la Germania ad ospitare il 10° Simposio internazionale dell’Institute of Masters of Wine. L’appuntamento è a Wiesbaden nel 2023. Quattro giorni, dal 29 giugno al 2 luglio, in cui il Deutsches Weinstitut (Dwi), farà gli onori di casa nella città dello stato federale di Hessen.
Il Dwi collaborerà con le 13 regioni vinicole e il Verband Deutscher Prädikatsweingüter (Vdp) per accogliere gli ospiti. Il Simposio è l’evento di punta dell’Institute of Masters of Wine, che in Germania conta 10 rappresentanti. Ci sono anche loro tra i sostenitori della candidatura di Wiesbaden per l’evento del 2023.
«Siamo entusiasti di accogliere gli ospiti internazionali dell’Imw in Germania – commenta Monika Reule, direttore generale del Deutsches Weinstitut – e di far loro conoscere il carattere unico, la qualità e la diversità dei vini tedeschi e la bellezza delle regioni vinicole. Gli ospiti sperimenteranno gli spettacolari terroir e i luoghi turistici della Germania. Saranno testimoni del dinamico progresso del business del vino in Germania, che rende il nostro paese uno dei più avanzati».
«Non potrei essere più felice per questa fantastica scelta per il prossimo simposio dell’Imw – aggiunge il presidente dell’Institute of Masters of Wine, Neil Hadley -. Ho piena fiducia che questa veneratissima nazione vinicola, con tutta la sua storia e i suoi meravigliosi vini pregiati, sarà il luogo perfetto per un simposio di livello mondiale che affronterà le principali questioni e tendenze del commercio globale del vino nel 2023».
Il simposio dell’Institute of Masters of Wine si svolge solitamente ogni quattro anni. Il precedente si è tenuto in Spagna, nel 2018. Il Simposio del 2022, inizialmente previsto ad Adelaide, in Australia, ha dovuto essere rinviato a causa della pandemia Covid-19.
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Il Consorzio Tutela Vini Colli Berici e Vicenza tira le somme della vendemmia 2021 e il risultato è decisamente positivo. I dati raccolti dai ventisei soci testimoniano che, seppur a fronte di un calo di produzione totale, la qualità dell’uva raccolta è decisamente alta.
“Quella del 2021 è stata una buona vendemmia che ci darà grandi soddisfazioni anche nel lungo periodo – commenta Giovanni Ponchia, Direttore del Consorzio -. La scarsità di precipitazioni e i fenomeni grandinigeni hanno portato a un calo medio di circa il 20% delle quantità raccolte rispetto al 2020″.
“Calo che però è stato compensato da un quadro zuccherino, acidico e di precursori aromatici che lasciano presagire vini di grande intensità, equilibrio e potenziale di invecchiamento. Questo, unitamente all’aumento generalizzato dei costi delle materie prime, comporterà inevitabilmente un aumento dei prezzi dei vini“.
L’ANDAMENTO CLIMATICO
La tendenza degli ultimi anni ad avere inverni secchi con temperature miti è stata confermata anche nell’annata 2021. Il germogliamento è avvenuto con circa dieci giorni di ritardo rispetto alla media degli ultimi anni, consentendo di limitare in parte i danni della gelata del 6 aprile. Frequenti precipitazioni hanno caratterizzato la primavera, rendendo più complessa la gestione fitosanitaria dei vigneti.
La fioritura, pur in un contesto di instabilità meteorologica, si è comunque svolta in modo soddisfacente. Con l’inizio di giugno si è verificato un repentino aumento delle temperature medie e massime. La fase dell’allegagione si è svolta in modo regolare, confermando il ritardo di circa sette-dieci giorni rispetto alla media storica. Temperature medie e massime elevate hanno caratterizzato i mesi di giugno e luglio, che confermano la tendenza delle ultime estati calde.
Luglio è stato contraddistinto da alcuni fenomeni grandinigeni, anche violenti, che hanno colpito marginalmente la zona dei Berici. A partire dal 23 agosto la situazione climatica è cambiata repentinamente. Situazione con piogge ben distribuite e temperature più fresche soprattutto nelle ore notturne, con delta termici spiccati nel confronto giorno e notte.
Anche nel mese di settembre si è confermata l’escursione termica, che associata alle meteo, ha consentito di ottenere uve molto sane, con corredi zuccherini e precursori aromatici più che soddisfacenti. Sia per le varietà precoci, che per le medie e tardive, la fase della maturazione ha confermato il ritardo tra i sette e i dieci giorni. Ritardo già riscontrato nelle precedenti fasi fenologiche, riportando il periodo di vendemmia a date tipiche dello scorso ventennio.
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È stato presentato presso il Grand Hotel Majestic il programma del 54° Congresso Nazionale AIS, Associazione Italiana Sommelier, organizzato per questa edizione da AIS Emilia. Tema del congresso sarà “Il futurismo enogastronomico. Tradizione in movimento”.
Il congresso si terrà a Bologna dal 19 al 21 Novembre 2021. Gli eventi, aperti al pubblico, saranno suddivisi tra l’Oratorio San Filippo Neri, il Grand Hotel Majestic e Palazzo Re Enzo.
«Il tema del congresso è calzante – dice Luciana Finessi, dell’Assessorato all’agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca Regione Emilia Romagna -. La nostra regione ha profonde radici nella tradizione ma anche una grande capacità di innovare e rendersi competitiva sul mercato, è fondamentale che gli imprenditori agricoli possano fare reddito».
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Cantine Pellegrino nuovo impianto fotovoltaico a Pantelleria
È stato inaugurato a Pantelleria il più grande impianto fotovoltaico privato ad energia rinnovabile dell’isola. L’unico al servizio di un’attività produttiva: Cantine Pellegrino. Un impianto di potenza complessiva pari a 86,40 kWp, che permette alla cantina di essere quasi autosufficiente dal punto di vista energetico, grazie a fonti rinnovabili.
Il nuovo impianto è costituito da 270 moduli fotovoltaici del tipo vetro-vetro, di potenza pari a 320 Wp cadauno. L’installazione è avvenuta «nel pieno rispetto del paesaggio». Non risulta visibile da nessun osservatore e appare integrata nella skyline della zona.
L’investimento nel fotovoltaico consentirà a Pellegrino di godere di un notevole risparmio di energia elettrica, pari a circa 105 MWh l’anno. Anche l’ambiente ne trarrà beneficio. Si stimano infatti circa 49.600 kg di emissioni di CO2 evitate.
«Crediamo fortemente nello sviluppo sostenibile della nostra attività produttiva – commenta Benedetto Renda, presidente della Pellegrino e del Consorzio Vini Pantelleria Doc – e sempre e comunque nel rispetto dell’ambiente. Oggi siamo la prima cantina sull’isola ad essere dotata di un impianto fotovoltaico, ma ci auguriamo che anche altri possano seguire la nostra iniziativa al fine di preservare questo territorio unico e sostenerne l’economia».
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L’annata 2021 è stata insidiosa e caratterizzata ovunque da forti contrasti, rendendo più concreto e tangibile il fenomeno del cambiamento climatico. A Masseto il grande punto di forza è stata sicuramente la capacità di risposta delle viti.
Come spiega il Direttore della Tenuta Axel Heinz «le sue caratteristiche del terroir hanno permesso di ammortizzare gli estremi climatici e di canalizzarli creando condizioni sì limitanti, ma allo stesso tempo prive di sofferenza. Proprio da queste premesse possono nascere grandi vini».
Fondamentali si sono rivelati gli elementi caratterizzanti di Masseto come suolo e microclima. Per l’elemento suolo determinante è stata la presenza di argilla blu, elemento di unicità di Masseto. Argilla capace di accumulare riserve idriche nella profondità del suolo, per rilasciare solo la quantità d’acqua necessaria ad evitare lo stress delle viti superando la siccità estiva.
Il microclima, caratterizzato da brezze marine e temperature miti, ha messo al riparo in primavera dalle gelate, mentre in estate ha garantito quella ventilazione necessaria a superare l’eccesso di calura. La sinergia tra tipologia di suolo e areale di produzione, insieme al lavoro in vigna hanno permesso di trasformare le insidie in eccezionali punti di forza.
LA VENDEMMIA 2021
La vendemmia, senza una goccia di pioggia, è cominciata il 30 agosto con le vigne più giovani e gli appezzamenti più precoci del Masseto alto. La vendemmia dei merlot ha visto cinque passaggi diversi fino alla metà di settembre. Il cabernet franc è stato raccolto tra il 15 e il 28 settembre. Le prime sensazioni sono quelle di un’annata di grande stile. Appena sarà finita la svinatura i vini saranno trasferiti nelle barriques dove inizieranno il loro lungo periodo di affinamento.
«la stagione siccitosa ha concentrato l’uva, dalla quale sono nati vini di grande intensità e stoffa – dice Heinz -. I colori sono particolarmente intensi, così come i profumi, caratterizzati da sentori di frutta a bacca nera pienamente matura. In bocca troviamo l’inconfondibile equilibrio tra ricchezza e fermezza che caratterizza Masseto. I vini sviluppano un palato ricco e concentrato che ci ricorda alcune delle più grandi annate come 2006, 2010 o 2016».
Tutte aspettative che si dovranno concretizzare tra due anni, quando il vino avrà concluso il suo affinamento e sarà pronto per andare in bottiglia. Com’è ormai prassi consolidata a Masseto vengono limitate al massimo le azioni in cantina per lasciare che i vini trovino il loro naturale equilibrio.
LE NOVITÀ DELL’ANNATA 2021
Il 2021 ha portato anche una novità in cantina con l’arrivo di Gaia Cinnirella, che a partire da questa vendemmia ha preso l’incarico di enologa. Gaia, già Assistente Direttore Tecnico e in seguito Responsabile Vigneti di Biondi Santi dal 2018-2021, si è dichiarata entusiasta di poter contribuire alla crescita e stabilità enologica di una cantina come Masseto.
«Dopo gli stage presso importanti realtà come Allegrini e Tenuta San Guido, ho potuto far maturare la mia passione prima nell’azienda di Istine e poi in Biondi Santi. Ora – dichiara Cinnirella – sono orgogliosa di far parte di questa incredibile squadra. Un sogno per chi, come me, ama il suo lavoro e vive ogni esperienza come un’opportunità di crescita. L’ambiente estremamente stimolante e in continua evoluzione sarà per me una sfida con uno sguardo sempre rivolto in avanti, come un vino quale Masseto richiede».
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Decreto Pratiche sleali Mipaaf stop vendita agroalimentare sotto ai costi di produzione
Riguarda anche il settore agroalimentare il Dl Pratiche sleali approvato in queste ore dal Consiglio dei Ministri. Non sarà più possibile «imporre condizioni contrattuali eccessivamente gravose, come la vendita di prodotti agricoli/alimentari a prezzi al di sotto dei costi di produzione».
«Vengono così definitivamente riequilibrati i rapporti di forza tra le parti negli scambi commerciali, garantendo una posizione più equa per gli agricoltori e i produttori», è il commento del Mipaaf. Più in generale, lo schema di decreto legislativo vieta le pratiche sleali nei rapporti commerciali della filiera agroalimentare. Sia tra imprese che in materia di commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari, a prescindere dai rispettivi fatturati dei contraenti.
AGROALIMENTARE: PIÙ TRASPARENZA NEGLI ACCORDI DI FORNITURA
Il Dipartimento dell’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Icqrf) è designato quale autorità nazionale di contrasto. Sarà deputata all’attività di accertamento delle violazioni delle disposizioni previste.
Un altro incarico per l’Icqrf, dopo il recente annuncio dell’accordo con Amazon, per l’inasprimento dei controlli sulle violazioni dei marchi Dop e Igp italiani. Il Dl Pratiche sleali prevede l’introduzione di un livello minimo di tutela comune a tutta l’Unione europea.
NORME COMUNI IN TUTTA L’UNIONE EUROPEA
Comprende un elenco di pratiche commerciali sleali vietate e un elenco di pratiche che saranno autorizzate solo se concordate in termini chiari e univoci al momento della conclusione dell’accordo di fornitura.
L’approvazione del decreto Pratiche sleali da parte del Consiglio dei ministri è frutto del recepimento della direttiva europea. È stata proposta dal Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi e dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli, di concerto con i Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, della Giustizia, dell’Economia e delle Finanze e del Ministro dello sviluppo economico.
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Bolgheri e Sassicaia scaricabile la mappa vigneti 2021
FOTONOTIZIA – È scaricabile sul sito ufficiale del Consorzio di Tutela la nuova mappa dei vigneti di Bolgheri e Sassicaia. «Mi fa piacere condividere la nuova mappa dei nostri vigneti a seguito del censimento viticolo generale fatto quest’estate», ha annunciato il direttore Riccardo Binda.
Per quanto riguarda la mappa in 3D, l’ultima versione disponibile risale al 2019. Si tratta del risultato della collaborazione del Consorzio Tutela Bolgheri e Sassicaia con Alessandro Masnaghetti, sulla base del censimento fatto tra il 2017 e il 2018. L’ente toscano sta al momento valutando di aggiornare al 2021 anche la versione 3D.
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Banfi programma di sconti FinDynamic Unicredit per sostenere fornitori di Montalcino Bolgheri e Chianti
Banfi, azienda leader nella produzione vinicola fondata nel 1978 ed eccellenza del Made in Italy, ha sottoscritto con FinDynamic, fintech partecipata da UniCredit, un programma di sconto dinamico «per favorire la ripresa economica dei propri fornitori». L’operazione riguarda gli operatori dislocati nei territori toscani di Montalcino, Bolgheri e Chianti, in Toscana, nonché quelli di Novi Ligure e Acqui Terme, in Piemonte.
Si tratta del primo esempio di applicazione del dynamic discounting nel settore vitivinicolo, caratterizzato dalla presenza di operatori che hanno spesso numerosi fornitori di piccole e medie dimensioni, per i quali lo strumento risulta particolarmente adatto alle loro esigenze di liquidità.
L’accordo, firmato grazie al contributo di UniCredit Factoring, si aggiunge a quello di Confirming sottoscritto nel 2020 e permette a Banfi di completare il percorso di sostegno alla propria filiera, concedendo ai fornitori diverse opzioni di flessibilità nell’incasso dei crediti.
COME FUNZIONA FINDYNAMIC UNICREDIT
«La soluzione di FinDynamic – spiega Unicredit – consente sia a Banfi che ai propri fornitori di visualizzare automaticamente le fatture all’interno di una piattaforma web o mobile e di selezionare in modo semplice le fatture per il pagamento anticipato. I fornitori potranno finanziare il proprio capitale circolante ottenendo il pagamento anticipato delle fatture in cambio di uno sconto, che varia dinamicamente in relazione al numero di giorni di anticipo rispetto alla data di pagamento concordata in fattura».
«Abbracciare la soluzione di FinDynamic – evidenzia Enrico Viglierchio, Ad di Banfi – significa essere ancora più vicini alle esigenze specifiche di ogni nostro singolo fornitore, con un sostegno concreto e dinamico, riconoscendone in questo modo l’alto valore».
UN SISTEMA DI SCONTI PERSONALIZZATI
«La conoscenza del territorio ed il dialogo continuo con gli imprenditori – sottolinea Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord UniCredit (nella foto) – ci permettono di intercettare con tempestività le esigenze delle aziende. In questo caso la sinergia con le altre società del nostro gruppo unitamente alla specializzazione del prodotto offerto, ci hanno consentito di offrire a Banfi una soluzione innovativa e personalizzata».
Simone del Guerra, AD di UniCredit Factoring, aggiunge: «L’impegno a sviluppare soluzioni innovative attraverso collaborazioni con la società fintech FinDynamic ci consente di arricchire l’offerta di soluzioni a sostegno delle filiere produttive e di supportare le imprese clienti e i loro fornitori nel processo di ripartenza».
«Anche il 2021 si sta dimostrando per FinDynamic un anno molto importante – conclude Enrico Viganò, Ceo & Founder di FinDynamic – in cui le aziende ci hanno riconosciuto come un vero alleato per sostenere la propria filiera. Siamo orgogliosi che Banfi ci abbia scelto per supportare i propri fornitori: la nostra piattaforma rappresenta infatti uno strumento innovativo, che agevola grazie alla tecnologia e alla continua innovazione il rapporto tra tutti gli attori di filiera».
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Riccardo Ricci Curbastro Amfori accordo con Equalitas nel segno della sostenibilita sociale e ambientale
Amfori riconoscerà come «automaticamente qualificate» le aziende che avranno ottenuto la certificazione Equalitas. Un’equazione destinata ad «alleggerire gli adempimenti delle aziende, evitando la duplicazione degli audit e rendendo dunque concreto il concetto, spesso abusato e raramente praticato, di semplificazione burocratica». Un indubbio vantaggio sia per i membri di Amfori BSCI che per quelli di Equalitas.
L’accordo è il risultato di due anni di lavoro intenso, tra il 2019 e il 2020, per «costruire – riferiscono le due aziende – una sinergia che comporterà facilitazioni per le aziende vitivinicole sottoposte alla verifica di requisiti afferenti ai pilastri sociale ed ambientale della sostenibilità (audit)».
Grazie a questo accordo di mutuo riconoscimento dei rispettivi audit, le aziende alle quali era richiesto di sottoporsi alle verifiche Amfori potranno certificarsi Equalitas e, oltre ai vantaggi organizzativi e commerciali che Equalitas garantisce, le stesse eviteranno di sottoporsi al doppio iter.
IL COMMENTO
«Sono orgoglioso di poter formalizzare, dopo due anni di lavoro, questo reciproco riconoscimento tra gli standard Equalitas – SOPD (organizzazioni, prodotti e denominazioni sostenibili) e quelli Amfori BSCI», dichiara il Presidente Equalitas, Riccardo Ricci Curbastro.
Evitare la duplicazione di audit per le aziende vitivinicole è stato uno degli obiettivi di Equalitas fin dalla sua nascita. Inoltre, sono convinto che la partnership con Amfori porterà a una maggiore consapevolezza nel settore riguardo al tema etico-sociale che non può essere ignorato se si vuole avere un vero approccio olistico alla sostenibilità che, allo stato attuale, comporta anche un maggiore impatto su alcuni dei principali mercati internazionali».
I punti in comune fra le parti, prima fra tutte la «sostenibilità nella sua più ampia accezione», sono alla base di una partnership che dunque vede Amfori «ammettere pienamente lo schema Equalitas, riconoscendo allo stesso la capacità di soddisfarne tutti i requisiti fondamentali».
«La nostra realtà – aggiunge il Presidente Amfori, Richard “Dick” Dictus – sostiene da tempo l’importanza di connettersi con partner locali per semplificare gli approcci agli iter in questione. Nel settore vitivinicolo italiano, il nostro accordo con Equalitas garantisce vantaggi tanto per i membri che per i partner commerciali di entrambe le organizzazioni».
Il riconoscimento delle procedure di audit annunciato oggi, dimostra come una partnership di fiducia possa progredire in azioni pratiche. Siamo ansiosi di lavorare a stretto contatto con Equalitas su queste specifiche attività e sullo sviluppo di ulteriori capacità, continuando a portare avanti un percorso basato su idee e progettualità comuni».
CHI SONO AMFORI ED EQUALITAS
Amfori BSCI (Business Social Compliance Initiative) è una delle principali associazioni globali di imprese che promuove il commercio libero e sostenibile. L’obiettivo è supportare le aziende nel favorire la prosperità dell’uomo, così come l’utilizzo responsabile delle risorse naturali e guidare il commercio libero a livello mondiale. Ne fanno parte più di 2000 tra retailer, grandi marchi e istituzioni e costituisce un riferimento globale per il monitoraggio e il miglioramento delle prestazioni di responsabilità sociale nella catena di fornitura.
Equalitas è la società italiana che ha sviluppato un sofisticato protocollo di certificazione della sostenibilità della filiera vitivinicola basato sulle più innovative acquisizioni scientifiche e metodologiche. Si tratta di uno “standard” nato in Italia su misura delle aziende vitivinicole e riconosciuto a livello internazionale, perché unisce in un unico strumento la dimensione ambientale, socioeconomica ed alcuni fondamentali valori etici, come il rispetto delle pari opportunità di genere e il rifiuto di ogni discriminazione.
Equalitas si rivolge alla filiera del vino, ne interpreta le dinamiche produttive e consente a tutti i suoi attori di ottenere la certificazione adeguandosi ai previsti requisiti, siano essi agricoltori, trasformatori, imbottigliatori o Consorzi di Tutela. La norma prevede, infatti, la certificazione di tre dimensioni produttive: l’impresa, il prodotto finito e il territorio.
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Montecucco vendemmia 2021 regala Sangiovese da lungo affinamento e Vermentino al top
Sangiovese da lungo affinamento e Vermentino al top della qualità assoluta. Secondo le previsioni di Giovan Battista Basile, presidente del Consorzio Tutela Vini Montecucco, la vendemmia 2021 è stata un successo.
«Andiamo sicuramente verso Sangiovesi da lungo invecchiamento – dichiara – e anche per il Vermentino è stata un’annata favolosa. Siamo più che soddisfatti dell’ottimo stato fitosanitario dell’uva portata in cantina. Nessuna traccia di peronospora né di oidio, a parte qualche lievissimo accenno a inizio luglio ma subito rientrato grazie alle temperature estive molto calde».
A favorire questi risultati è soprattutto il lavoro “pulito” in vigna, che è proprio del Dna della nostra Denominazione, in cui l’85% delle aziende è certificato BIO».
La vendemmia 2021 si è conclusa proprio in questi giorni nell’areale del Montecucco, con la raccolta del Sangiovese allevato nelle aree più alte della Denominazione. Poca uva, con una diminuzione media pari al 20-25% sul 2020. Ma il Sangiovese arrivato in cantina «è a dir poco eccellente».
MONTECUCCO: L’ANDAMENTO CLIMATICO DELLA VENDEMMIA 2021
Un’annata senz’altro di difficile gestione, a partire dalla gelata dell’8-9 aprile che ha rappresentato un duro colpo per la regione – in particolare per le aziende sotto i 220/240 metri sul livello del mare.
Poi, un maggio freddo che ha causato un germogliamento un po’ irregolare, fino allo stress idrico estivo che ha contribuito ad abbassare ulteriormente i volumi di produzione. Una siccità a dir poco anomala che, dati alla mano, ha fatto registrare da gennaio 2021 al 30 settembre solo 204 mm di pioggia rispetto alla media ventennale di 450 mm, ovvero meno della metà.
Parlando di temperature, hanno accompagnato bene la fioritura prima e la maturazione dell’uva dopo, già a partire da giugno – quando si sono già registrati 30 gradi – fino alle decisive escursioni notturne partite intorno al 25 agosto e durate per tutto settembre (con anche 15/16 gradi di variazione), che hanno aiutato notevolmente i tannini ad ammorbidirsi e hanno potenziato molto il profilo aromatico.
Alcune aziende del Montecucco hanno potuto intervenire con irrigazione di soccorso, raggiungendo anche quest’anno i 70 q/ha destinati al Sangiovese Docg, fino a 90 q/ha per il Doc.
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Conclusa la vendemmia per il Pinot grigio Doc delle Venezie
La scorsa settimana si è ufficialmente chiusa la quinta stagione produttiva del Pinot grigio Doc delle Venezie anche nelle ultime zone del Trentino. Un ritardo generalizzato, per tutte le varietà precoci del Nordest, che va dai 7 ai 15 giorni rispetto al 2020.
Il trend di metà estate anticipava cali più o meno lievi della produzione. Da un -5% in Friuli a un -10/-15% in Veneto e nella Provincia Autonoma di Trento. Ottimo lo stato fitosanitario dell’uva e da qualità eccellente diffusa su tutto l’areale.
L’andamento climatico è stato decisamente altalenante in tutto il Nordest e caratterizzato da eventi estremi. Gelata dell’8/9 aprile, temperature basse nel mese di maggio che hanno ritardato la fioritura ai primi di giugno e alte nel mese successivo, stress idrico ed eccessivo caldo di metà agosto. Ma ciò non ha compromesso la salute né la qualità del Pinot grigio.
«Rispetto al 2020, ci aspettiamo un Pinot grigio più fresco, elegante e di buona struttura, che già dagli ultimi prelievi effettuati a fine agosto in aree del Veneto occidentale presentava un equilibrio zuccheri/acidi perfetto. A livello di qualità dell’uva un’annata uguale, se non migliore, alla 2015». Dichiara il dottor Diego Tomasi del Centro Ricerca Viticoltura ed Enologia (CREA-VE) di Conegliano.
Con la chiusura dell’ultima stagione produttiva, la Doc delle Venezie sta assistendo a un notevole aumento dei prezzi dell’uva. Aumento dovuto a una diminuzione dell’offerta, ma soprattutto legato alle misure straordinarie di gestione oggi in vigore. Mitigazione delle rese, blocco degli impianti e stoccaggio amministrativo.
“Questa è a tutti gli effetti la seconda stagione produttiva che avvalora la tenuta del nostro ambizioso progetto – Dice il Presidente del Consorzio di Tutela Albino Armani -. Attualmente assistiamo ad un incremento del prezzo dell’uva pari al 30-35%. Un “percorso di crescita” legato soprattutto alla gestione del potenziale di produzione voluta dal Consorzio delle Venezie. Aumenti di prezzo come questi non sono sempre di facile comprensione per il mercato. Le Doc grandi come la nostra e ancora in parte legate al varietale avrebbero bisogno di variazioni e crescite dei prezzi lente e costanti”.
In crescita nel 2021 anche gli imbottigliamenti con un +6,9 sul 2020 ed una media mensile di quasi 160.000 hl che si traducono in 21,3 milioni di bottiglie/mese.
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L’Oiv, Organizzazione internazionale della vigna e del vino, ha premiato “Soave Terroir” con la menzione d’onore. Il volume, voluto dell’ex direttore del Consorzio Aldo Lorenzoni e scritto a più mani con studiosi e ricercatori, è stato riconosciuto per la sua valenza scientifica. La pubblicazione sul terroir di Soave è inserita nelle 10 menzioni speciali, accanto ai 16 premi assegnati alle migliori opere letterarie del vino edite nel 2020.
«Un doppio obiettivo raggiunto per quest’opera – si legge tra le motivazioni alla base del premio a Soave Terroir – uno studio scientifico e un passo avanti per la valorizzazione della denominazione Soave, con una descrizione dettagliata dei terroirs». La cerimonia di premiazione si terrà il 17 dicembre 2021 a Bordeaux presso la Cité du Vin.
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Nonostante il calo a doppia cifra percentuale del Pil delle principali economie mondiali, l’impatto complessivo del Covid-19 sul mercato globale del vino nel 2020 non è stato così grave come ci si sarebbe aspettati. Il consumo di vino è infatti diminuito di meno del 7% in volume e di circa il 5% in valore, secondo dati IWSR.
«Il mondo ha bevuto meno vino nel 2020 – osserva Lulie Halstead, Ceo di Wine Intelligence – ma ha speso relativamente di più rispetto agli anni precedenti. Questo ha portato profitti inaspettatamente forti alle aziende meno focalizzate sulla ristorazione o che sono rapidamente passate all’e-commerce».
I PRINCIPALI MERCATI MONDIALI
I principali mercati del vino, UK e Stati Uniti, hanno visto una crescita dei volumi nel 2020, nel caso del Regno Unito invertendo un trend di declino durato 10 anni. Ma non solo. Anche molti dei mercati vinicoli mondiali hanno registrato una significativa crescita. Fra essi Germania, Corea del Sud, Canada, Irlanda, Singapore e tutti i paesi scandinavi.
In Brasile e Colombia i consumatori durante la pandemia si sono rivolti maggiormente verso vini fermi e frizzanti allontanandosi dal consumo di bevande locali come rum e cachaça. Ed anche se in alcuni casi si tratta di cambiamenti a breve termine, destinati ad un ritorno alle tendenze pre-pandemiche, il 2020 ha segnato una svolta nel panorama del consumo mondiale.
Ad aver sofferto maggiormente le restrizioni ed i lockdown sono stati i mercati che più dipendono dal turismo ed i cui consumi interni sono più legati alla ristorazione. Paesi come Spagna, Francia, Portogallo e Cina hanno guidato i cali. Anche Sudafrica e la Russia hanno subito forti contrazioni. Il primo a causa dei divieti temporanei sulla vendita di alcolici, mentre la Russia come conseguenza di un significativo calo del potere d’acquisto del rublo.
LA TOP 15 DEI MERCATI PIÙ VINICOLI ATTRAENTI
Gli Stati Uniti sono ancora una volta in cima alla lista dei mercati vinicoli più attraenti del mondo, anche se si è ridotto il loro vantaggio sulla seconda classificata Corea del Sud. Al di sotto di questi due “non-mover”, la top 15 si è notevolmente modificata.
Il Regno Unito sale al terzo posto, nonostante la Brexit. Irlanda, Norvegia e Svezia entrano per la prima volta nella top 10. La Cina perde ben 13 posizioni classificandoli al 17° posto, appena sopra la Francia, 16°, che perde ben 7 posizioni. La Russia cede 12 posizioni finendo 22°, mentre la Spagna si classifica 25° (-11 posizioni).
L’attrattività del mercato, misurata da Wine Intelligence, non riguarda solo le variazioni di volume nel consumo di vino. Il modello esamina il valore per bottiglia, l’accesso al mercato, la facilità di fare affari, la redditività degli attori della catena di approvvigionamento. Sono inoltre considerati i fattori socio-economici e demografici più ampi, come le tendenze di crescita della popolazione.
LE MOTIVAZIONI DEI CAMBIAMENTI
Molti i fattori che stanno guidando il comportamento dei consumatori. Gli Stati Uniti confermano la loro posizione anche grazie alle efficaci politiche di stimolo della spesa da parte del Governo. Inoltre, a livello globale, la spinta culturale verso un consumo consapevole di alcol ha spinto in alto il consumo di vino.
L’ondata di e-commerce durante i lockdown è stata positiva anche per il vino, in particolare nei paesi dove la regolamentazione sulla vendita a distanza di alcolici è permissiva o è stata allentata specificamente a causa del Covid, come nel caso della Corea del Sud. I dati della ricerca suggeriscono che i bevitori di vino continueranno ad acquistare online anche quando le restrizioni verranno definitivamente revocate.
I MERCATI EMERGENTI
Guardando al futuro, alcuni dei cambiamenti nella demografia e nelle economie faranno sentire il loro impatto. Ad esempio, quest’anno la Polonia è scesa al 12° posto nella classifica dell’attrattività del mercato, ma a lungo termine è progredita costantemente in classifica dal 2016, quando era 19°.
Il motore della Polonia risiede nella crescita economica dell’ultimo decennio, combinata al ritorno dei lavoratori espatriati. Persone che hanno portato a casa le abitudini di consumo di vino apprese in altri stati UE.
Più in basso nella classifica, buone opportunità emergono dall’Africa sub-sahariana. La popolazione adulta della Nigeria, secondo gli studi delle Nazioni Unite, è aumentata di 16 milioni negli ultimi 5 anni ed è destinata a crescere esponenzialmente nei prossimi 30 anni, .
Il vino è attualmente un attore marginale nella scena alcolica nigeriana, ma i volumi di vino stanno crescendo, facendo debuttare la Nigeria nella top 40 nel 2021 (+9 posizioni a 39).
IL CASO DELLA COREA DEL SUD
In Corea del Sud il Governo ha autorizzato l’acquisto di alcolici online solo a metà del 2020. Da allora un bevitore di vino sudcoreano su cinque ha sperimentato l’acquisto online almeno una volta negli ultimi sei mesi.
La legge attualmente consente solo il ritiro degli ordini online da un negozio o un ristorante locale, vietando ancora la consegna a domicilio. Tuttavia, la combinazione fra il boom del consumo domestico causato dalle restrizioni ed un generale allontanamento dalle categorie tradizionali come il soju, hanno spinto in alto le vendite di vino.
Il vino fermo in Corea del Sud segue un trend al rialzo già da diversi anni, soprattutto da parte dei giovani adulti. Una crescita iniziata nel 2016 ma che ha visto un +25% solo nell’ultimo anno, secondo i dati IWSR. Ciò nonostante il vino resta una componente di minoranza nel consumo nazionale di alcol.
Culturalmente il vino non fa parte della vita di tutti i giorni. Solo il 13% degli adulti (4 milioni) afferma di bere vino su base settimanale, dato in aumento rispetto ai 3 milioni nel 2017. La categoria vino storicamente ha faticato ad attrarre i bevitori più giovani in un mercato in cui birra e soju sono le principali bevande sociali.
UNA NUOVA OPPORTUNITÀ DI MERCATO
Sebbene la categoria del soju rimanga la più consumata, la sua stretta connessione con la ristorazione ne ha provocato un calo di volume nel 2020, con il vino il principale beneficiario.
«Il vino è cresciuto in modo eccezionale, trainato dall’aumento del consumo domestico e raggiungendo un massimo storico. Tutti i paesi di origine sono cresciuti, ma i vini cileni sono stati il principale motore», osserva Tommy Keeling, direttore della ricerca presso IWSR.
Secondo Keeling la tendenza a lungo termine sarà ulteriormente in crescita. I consumatori desiderano sperimentare il vino, visto come una bevanda sofisticata, nonché un’opzione relativamente salutare rispetto ad altre forme di alcol. Una tendenza in cui le scelte dei consumatori saranno con ogni probabilità maggiormente influenzate dal marchio piuttosto che dalla tipologia o dal “terroir” del vino.
«Quando prendono la decisione di acquisto, i consumatori sudcoreani sono meno influenzati dal paese e dalla regione di origine rispetto al 2017. Il mercato sudcoreano è in questo molto più orientato al brand», osserva Halstead.
I dati di Wine Intelligence stimano un aumento di poco meno di un milione di bevitori di vino dal 2017, circa la metà dei quali ha un’età compresa tra 19 (età legale) e 24 anni. Il futuro sembra quindi piuttosto incoraggiante per i produttori di vino che intendono investire in Corea del Sud.
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Terre di Leone leggerezza e modernita nella Valpolicella Classica Federico Pellizzari e Chiara Vassanelli 1
Tutto pronto in Valpolicella per la vendemmia 2021, al via da metà settembre. L’uva si presenta sana sotto ogni punto di vista, di ottima qualità e quantitativamente equilibrata. Inoltre il mercato 2021 promette di chiudersi molto bene per i vini della doc. Nei primi 8 mesi dell’anno infatti si registra un imbottigliato al +10% per il Valpolicella (Superiore incluso), + 17,8% per il Ripasso e +29% sull’Amarone rispetto al 2020.
«le curve di maturazione dell’uva, realizzate dal Consorzio – spiega Christian Marchesini, Presidente del Consorzi – non lasciano dubbi. Le analisi mostrano gradazioni zuccherine ottimali, con medie superiori agli scorsi anni e già oltre i requisiti minimi, bilanciate inoltre da dotazioni acidiche, eccellenti, con ottimi tenori di acido malico e tartarico».
«Non ultimi, anche gli antociani si rivelano abbondanti e con una buona estraibilità, lasciando pregustare calici con colorazioni molto intense, oltre che di elegante profilo. L’annata – conclude Marchesini – 2021 sarà senz’altro memorabile».
Un’annata che si preannuncia eccellente, dunque, merito certamente della perizia dei viticoltori del territorio, ma anche di un andamento climatico straordinariamente favorevole. Un un agosto caldo e asciutto e ad un’ottimale escursione termica giornaliera hanno permesso di recuperare il ritardo fenologico iniziale.
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Riccardo Cotarella e il nuovo consulente di Villa Acquaviva
Dalla vendemmia 2020 Riccardo Cotarella è il nuovo consulente della storica azienda del Morellino di Scansano “Villa Acquaviva“. Questa nuova sinergia nasce soprattutto grazie alla lunga amicizia che lega Serafino D’Ascenzi e Riccardo Cotarella. Amicizia nata negli anni ’60 quando frequentarono il collegio dell’istituto agrario di Bagnoregio.
Una collaborazione che vuole portare maggiore visibilità tanto al brand della famiglia D’Ascenzi quanto ai vini di una terra votata alla produzione vitivinicola come la Maremma Toscana. Morellino di Scansano, Vermentino ed altri vitigni che, negli ultimi anni, stanno dimostrando le grandi potenzialità di questa zona della Toscana.
«Dopo una vita che ci conosciamo e in cui più volte ci siamo confrontati, oggi abbiamo deciso di rendere più solida questa amicizia – dichiara Serafino D’Ascenzi – con una collaborazione che vuole portare maggiore conoscenza di un territorio unico nel mondo».
«Confiniamo – prosegue D’Ascenzi – con 2 grandi realtà del vino come Montalcino e Bolgheri ma a cui nulla ha da invidiare. Con Riccardo riusciremo senza dubbi a raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati».
VILLA ACQUAVIVA
La famiglia D’Ascenzi, composta da Serafino, Valentina e i 2 figli Michele e Fabrizio, è una realtà consolidata che produce vini di qualità dal 1983. Anno di acquisizione della tenuta. Dallo stesso anno sono punto di riferimento anche per l’accoglienza e l’enoturismo con il Relais Villa Acquaviva e il ristorante La Limonaia.
Non ci sarà alcuno stravolgimento della linea di produzione di Villa Acquaviva, che continuerà a produrre i 4 bianchi (Biancospino, Acquaviva, Chardonnay e Vermentino) e i 3 rossi (Pian di Giomo, Nero e Bracaleta Riserva). L’esperienza nazionale e internazionale di Cotarella porterà un miglioramento a livello di comunicazione e di unicità e qualità dei vini.
Un rapporto pluriennale che permetterà di strutturare al meglio molte azioni da intraprendere per raggiungere al meglio i risultati pianificati. Tra queste, nulla vieta, che dalle menti di Serafino e Riccardo, nascano in futuro nuovi prodotti come risultati finali di una splendida sinergia.
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Candia dei Colli Apuani Doc al via la vendemmia eroica 2
Inizieranno la prossima settimana le fasi della raccolta a mano per i viticoltori del Candia dei Colli Apuani Doc. Una vendemmia eroica che lascia ben sperare, come sottolineano Coldiretti e Consorzio di Tutela che parlano di «stagione molto buona in linea con la precedente dal punto di vista quantitativo, e molto interessante da quello qualitativo nonostante le scarsissime piogge».
LE PREVISIONI DELLA VENDEMMIA
«Allo stato attuale le previsioni sono molto promettenti. I segnali sono tutti molto positivi. Le viti sono sane, i grappoli in salute. Non ci resta solo che raccogliere», analizza Francesca Ferrari, Presidente Coldiretti Massa Carrara.
«La Doc del Candia – prosegue Ferrari – sta vivendo una fase molto importante dal punto di vista della crescita qualitativa, identitaria e commerciale anche grazie all’adesione al Cervim e alla straordinaria campagna di comunicazione che hanno realizzato».
Molte le iniziative di promozione promosse nell’ultimo periodo anche grazie alla spinta data dei riconoscimenti ottenuti in prestigiosi concorsi internazionali.
«Siamo di fronte ad una vera e propria evoluzione – conclude la Presidente – che è figlia di una cultura contadina moderna, consapevole e sostenibile. I viticoltori del Candia sono prima di tutto custodi di quelle colline dove solo la mano dell’uomo consente a tutti noi di poter apprezzare il frutto di quelle terre. La crescita del Candia trainerà con sempre maggiore forza il territorio».
LE PREOCCUPAZIONI E LE SPERANZE
In questa fase, a preoccupare, sono come sempre i fenomeni meteorologici intensi come la grandine, «Ma non è questo lo scenario che oggi abbiamo davanti», commenta Fabrizio Bondielli, Presidente del Consorzio di Tutela.
«Le sensazioni, camminando tra i vigneti – prosegue Bondielli – sono più che buone. Possiamo parlare di un’annata molto interessante che sono sicuro riserverà a tutti noi delle belle sorprese. I consumatori iniziano ad apprezzare il nostro lavoro e a premiarlo. La nostra viticoltura ha caratteristiche uniche, non paragonabili ad altri territori della Toscana e del nostro paese, e così lo sono i nostri vini».
L’ANDAMENTO DELL’ANNATA
L’annata 2020 era stata molto generosa come aveva confermato anche l’ultimo rapporto dell’Istituto di Studi e Ricerche della Camera di Commercio. L’andamento produttivo della precedente vendemmia era stato maggiore, circa 264 quintali in più, per un totale di 7.536 quintali di uva per vini Doc e Igt.
La maturazione non è stata certo priva di insidie. Alle abbondanti piogge di primavera sono seguite settimane di siccità che hanno generato una fase di stress alle vigne. I cali termici di questi giorni, con escursioni molto importanti tra notte e giorno, unito alle se pur scarse piogge cadute, sono un toccasana. La maturazione aromatica, dovuta a questi fattori, fanno presagire un’annata di ottima qualità.
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Vendemmia 2021 in Lombardia Franciacorta e Oltrepo pavese aprono le danze
È l’ora della vendemmia 2021 in Lombardia. Secondo le prime stime di Coldiretti, il calo medio nei raccolti sarà pari al 15% rispetto allo scorso anno. I primi grappoli sono stati raccolti in Franciacorta. Nei prossimi giorni le operazioni entreranno nel vivo anche in Oltrepò pavese. L’ultima zona vinicola a vendemmiare sarà invece la Valtellina.
«Quest’anno – sottolinea Coldiretti Lombardia – il via alla raccolta dell’uva parte con una settimana di ritardo rispetto alla precedente stagione. La causa è da ricercare nelle gelate primaverili tardive che hanno di fatto rallentato lo sviluppo dei vigneti. Poi, nei mesi estivi, si sono abbattute a macchia di leopardo diverse grandinate, talvolta violente».
Un esempio? Quella che, a fine giugno, ha interessato l’Oltrepò Pavese. «L’andamento della vendemmia 2021 in Lombardia – precisa ancora Coldiretti – sarà influenzato dal resto del mese di agosto e da quello di settembre, per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo».
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Promozione Dop e Igp allestero fondi anche per i Consorzi. Origin Italia Vittoria per il comparto
Anche i Consorzi di Tutela potranno beneficiare dei fondi per la promozione di Dop e Igp all’estero. Sono state accolte le richieste di Origin Italia, principale organismo di rappresentanza del sistema agroalimentare certificato.
«Si tratta di una vittoria importante per l’intero comparto – esulta il presidente Cesare Baldrighi – perché consente ai Consorzi di Tutela di avere la possibilità di usufruire di un ulteriore, e quanto mai opportuno, strumento finanziario per la promozione e la tutela all’estero delle Indicazioni Geografiche, sempre più spesso al centro dei fenomeni legati alla frode agroalimentare».
IL DECRETO 31 MAGGIO 2021 IN GAZZETTA UFFICIALE
Ad allargare ai Consorzi di Tutela la platea dei beneficiari è il decreto del 31 maggio 2021 sulle modalità di concessione del contributo diretto a sostenere la promozione all’estero dei marchi collettivi e di certificazione.
Il decreto del Ministero dello Sviluppo economico, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, prevede anche l’incremento della dotazione finanziaria da uno a 2,5 milioni di euro per anno. Aumenta infine l’importo massimo dell’agevolazione, da 70 mila a 150 mila euro per anno.
CONTRASTO ALL’ITALIAN SOUNDING
Un provvedimento che dimostra quanto fossero giuste nel merito le segnalazioni di Origin Italia riguardo all’inclusione legittima dei Consorzi di Tutela, così come previsto dalla Legge di Bilancio 2021», conclude Baldrighi.
Sul fronte del contrasto all’italian sounding interviene oggi anche Andrea Sartori: «È opportuno contrastare il dilagare sul mercato di prodotti falsi e di bassa qualità. È quindi di vitale importanza tutelare il Made in Italy e la qualità dei prodotti italiani grazie anche al sostegno delle istituzioni».
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Agroqualita diventa lente di di controllo terzo di riferimento per il Centro e Sud Italia
A partire dal prossimo primo agosto Agroqualità sarà l’ente di controllo autorizzato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per 169 vini ad indicazione geografica (Docg, Doc, Igt) del Centro e Sud Italia.
«Con questa scelta da parte dei Consorzi di tutela – dichiara Enrico De Micheli, Amministratore Delegato di Agroqualità – e grazie alla collaborazione con le Camere di Commercio, Agroqualità consolida la propria presenza come player di rilievo nazionale nella certificazione del vino».
“È con grande senso di responsabilità – prosegue De Micheli – che affronteremo questo incarico nelle nuove regioni. Forti dell’esperienza maturata negli anni con molte delle eccellenze vitivinicole italiane, perseguiremo l’obiettivo di dare valore aggiunto ai produttori e fornire garanzie ai consumatori».
IL “PORTAFOGLIO” DI AGROQUALITÀ
Con le nuove indicazioni, che si aggiungono alle 68 già “in portafoglio”, Agroqualità diventa l’ente di riferimento per le denominazioni vitivinicole del Centro e del Sud Italia controllando, a livello nazionale, il 32% del totale.
Nove le regioni in cui Agroqualità opera in ambito vitivinicolo: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Puglia, Sardegna e Alto Piemonte. Tra i vini più noti che verranno certificati ci saranno il Montepulciano d’Abruzzo, l’Aglianico del Vulture, il Terre di Cosenza, il Taurasi, il Fiano di Avellino.
Sotto i controlli di Agroqualità anche il Greco di Tufo, la Falanghina del Sannio, l’Est!! Est!! Est!! di Montefiascone, il Castelli Romani, il Cannonau di Sardegna, il Vermentino di Sardegna, il Vermentino di Gallura, il Primitivo di Manduria, il Salice Salentino, il Ghemme e il Gattinara.
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Auspichiamo – dice la Presidente – di incontrare in tempi stretti la nuova guida del Consorzio del Prosecco Docg per programmare insieme l’attività comune di tutela e promozione di un patrimonio dell’Umanità naturale e umano unico al mondo.
«Rafforzare sempre più la sinergia tra le nostre due realtà – conclude Marina Montedoro sull’elezione di Elvira Bortolomiol – è fondamentale per dare il giusto valore al territorio e riconoscere il lavoro quotidiano dei nostri viticoltori eroici, veri custodi del territori».
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Movimento Turismo del Vino Nicola DAuria confermato presidente
Alla guida del Movimento Turismo del Vino nazionale è stato nuovamente eletto Nicola D’Auria, presidente uscente, che ha presentato una nuova squadra per guidare il triennio di mandato.
«Quanto fatto dal 2018 a oggi – dichiara il neo eletto presidente – è purtroppo stato limitato dagli eventi che tutti conosciamo. Tuttavia sono state gettate basi importanti che, sono certo, con la nuova squadra al mio fianco porteranno al raggiungimento degli obiettivi comuni a tutte le regioni del Movimento».
La rivisitazione dello Statuto Nazionale, l’avvio di importanti relazioni con referenti istituzionali, le partnership con realtà internazionali di settore sono alcuni esempi dei passi avanti fatti dal 2018.
LA NUOVA SQUADRA
Accanto alla riconferma alla vice presidenza del pugliese Sebastiano de Corato si inseriscono nuovi nomi come i consiglieri Valentina Togn, Presidente del Mtv Trentino AA,, Maria Paola Sorrentino, Presidente del Mtv Campania, Stefania Busà, Presidente del Mtv Sicilia e Roberta Lilliu, Presidente Mtv Sardegna, con Filippo Antonelli, Presidente del Mtv Umbria.
«Gli obiettivi – aggiunge D’Auria – sono a portata di mano e sono certo che con questa squadra riusciremo a riconfigurare il Movimento come un unico organismo dinamico. Pur nelle diversità e caratteristiche proprie di ciascuna regione esistono infatti necessità comuni che il direttivo porterà avanti».
«Dal rafforzamento dell’immagine di Mtv – conclude il presidente – alle azioni di marketing finalizzate all’incoming internazionale. Dallo sviluppo dei rapporti istituzionali e al rafforzamento e ampliamento delle partnership fino alla formazione in ambito di marketing dell’accoglienza in Cantina e in ambito di attività fiscali e amministrative connesse al settore del Turismo enogastronomico».
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Il Consorzio di tutela vini Valpolicella ha presentato il primo report annuale sulla denominazione. Uno strumento che ha l’obiettivo di inquadrare caratteristiche e trend della Denominazione veneta. Una realtà forte di 2.271 viticoltori, 6 cantine sociali, 322 imbottigliatori e un giro d’affari annuo di oltre 600 milioni di euro generato per il 70% dall’export verso 87 Paesi del mondo.
«Abbiamo voluto dotarci di uno strumento di monitoraggio della denominazione che affineremo sempre di più nel prossimo futuro – ha detto il presidente del Consorzio di tutela vini Valpolicella, Christian Marchesini – convinti che dallo studio dell’ecosistema socioeconomico della denominazione debbano derivare le scelte da percorrere».I
I NUMERI DELLA DENOMINAZIONE
Con una superficie vitata di 8.398 ettari, vitati con varietà autoctone nel 97% dei casi, il territorio è stato in grado di produrre, lo scorso anno, quasi 65 milioni di bottiglie tra Valpolicella Doc, Ripasso Doc, Docg Amarone Docg e Recioto Docg.
Le recenti politiche di contenimento della produzione proposte dal Consorzio e condivise dalle imprese hanno contribuito da una parte ad aumentare la qualità media, dall’altra a generare un maggiore equilibrio sui mercati. I prezzi dello sfuso di Amarone sono aumentati dal 6% al 13% per effetto di una produzione di uve scesa negli ultimi 2 anni del 12% sul biennio precedente, a fronte di una crescita della vigna sul pari periodo del 5%.
«Competitività, sostenibilità ambientale ed economica, qualità, sono valori che oggi i Consorzi di tutela hanno il dovere di perseguire per mantenere in equilibrio la filiera. A tal proposito – ha concluso Marchesini – abbiamo la fortuna di poter contare su un tessuto di imprese lungimiranti e responsabili».
I DATI DELL’ANNUAL REPORT
Nel complesso, la superficie vitata ha visto negli ultimi 20 anni un incremento di oltre il 60%. Il 43% afferisce alla zona Classica, il 54% alla Doc e il 3% alla Valpantena. Sostanziali le variazioni nella scelta delle tipologie da parte delle aziende. Per le medio piccole il paniere dell’imbottigliato è composto da Ripasso (44,6%), Valpolicella (30,7%), poi e Amarone/Recioto (24,7%).
Per le medio-grandi il Ripasso sale al 57,8% dei volumi, con Amarone/Recioto al 24,7% e il Valpolicella al 17,6% della produzione. Nell’Annual Report è presente le analisi sul terroir con la mappatura dei vigneti e la carta dei suoli, oltre alle azioni di tutela con i casi e le attività legali in corso, le attività di promozione e la certificazione RRR (Riduci, Risparmia, Rispetta).
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Cresce la produzione biologica delle cantine cooperative
Cresce la produzione biologica nel mondo vitivinicolo cooperativo. Da un’indagine interna realizzata da Alleanza Cooperative Agroalimentari su un campione rappresentativo delle proprie associate, è emerso che il 61% delle cantine interpellate è attualmente assoggettata al metodo di produzione biologica.
Il 22% del campione, infine, ha già presentato almeno un’edizione del bilancio di sostenibilità. Il campione individuato è composto da cooperative operanti in diverse regioni italiane e con classi di fatturato disomogenee, che rappresentano nell’insieme oltre il 70% del giro d’affari complessivo della cooperazione.
Dall’indagine è emerso anche un altro dato significativo, ovvero che il 51% del campione intervistato ha già conseguito uno standard di certificazione volontaria. Tra le cooperative che non hanno ancora aderito ad uno schema di certificazione, l’80% si dichiara intenzionata in futuro ad aderire.
LA DISOMOGENIETÀ DEGLI STANDARD DI CERTIFICAZIONE
Rispetto alle cantine che hanno già una certificazione, la grande maggioranza (53%) ha optato per lo schema Sqnpi – Qualità Sostenibile, seguite più a distanza da Equalitas (19%) e Viva (15%).
«Rispetto alla certificazione volontaria – commenta il Coordinatore del Settore Vitivinicolo Luca Rigotti – i dati dimostrano la necessità che si metta ordine tra i vari schemi esistenti e che si promuova uno standard unico di sostenibilità, avendo cura che le imprese già certificate con uno dei sistemi esistenti non debbano sostenere ulteriori costi diretti e indiretti per conseguire la nuova certificazione».
I VANTAGGI DELLA CERTIFICAZIONE VOLONTARIA
Alle cooperative è stato anche chiesto quali siano i vantaggi percepiti dal conseguimento degli standard di certificazione volontari, oltre al tendenziale incremento dei volumi venduti e del valore.
Per il 55% delle cooperative interpellate i benefici derivanti dalla certificazione volontaria in materia di sostenibilità non sempre sono quantificabili ma occorre considerare anche gli indicatori qualitativi.
Risulta infatti che l’adesione a standard volontari rappresenta un “plus valoriale” specie presso gli acquirenti stranieri oltre ad essere indice di una forte coesione e consapevolezza tra i soggetti aderenti intorno al tema della tutela ambientale.
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Piccini 1882 2020 in crescita grazie agli investimenti e strategia di filiera
Piccini 1882 si affaccia alla seconda metà dell’anno forte di risultati economici in crescita, che certificano la capacità del Gruppo di saper leggere i tempi e attuare la necessaria strategia per superare i difficili mesi della pandemia.
L’azienda vitivinicola guidata dall’Amministratore Delegato Mario Piccini chiude il 2020 con oltre 18 milioni di bottiglie prodotte e ricavi che superano i 68 milioni di euro, in crescita del 7% rispetto ai 63.5 milioni del 2019. Di questi, quasi 44 milioni rappresentano il valore dell’export, pari a circa il 65% del fatturato complessivo.
Risultati che certificano il valore del processo di riposizionamento strategico dell’azienda, avviato nel 2020 dalla famiglia Piccini e culminato a inizio 2021 con il rebranding del Gruppo, finalizzato alla creazione di un’organizzazione ancor più moderna, efficiente e funzionale.
«L’esercizio 2020 non può che essere condizionato dalla pandemia – commenta Mario Piccini – Non siamo però stati fermi, tutt’altro. Siamo corsi ai ripari investendo sui prodotti, pianificando nuove strategie per i nostri mercati di riferimento e puntando sull’e-commerce per conquistare un sempre più ampio pubblico di winelovers con vini di qualità».
«Da sempre – prosegue Piccini – crediamo nel valore della filiera, il cui sostegno è essenziale per lo sviluppo dell’intero territorio e in tal senso siamo quotidianamente impegnati nel “fare sistema” con tutti gli stakeholder con cui ci rapportiamo. Come Gruppo, abbiamo proseguito il piano di crescita iniziato negli anni scorsi e previsto altri investimenti al fine di rendere sempre più moderni ed efficienti i nostri stabilimenti produttivi».
GLI INVESTIMETNI ED IL VALORE DELLA FILIERA
Piccini 1882 ha risposto alla crisi economica mondiale promuovendo un piano di investimenti pluriennale pari oltre 20 milioni di euro. Nel biennio 2018-19 l’azienda ha stanziato 18 milioni per portare a compimento l’acquisizione di Agricoltori del Chianti Geografico e per l’inaugurazione del nuovo stabilimento produttivo da oltre 17 mila metri quadrati a Casole D’Elsa.
Nel 2020 altri 2.5 milioni sono serviti per completare i lavori di ristrutturazione e rinnovamento degli stabilimenti di San Gimignano, per il Geografico, e della sede storica di Castellina in Chianti.
«Crediamo molto nella filiera – dice ancora Mario Piccini – e le nostre scelte strategiche vanno in questa direzione. Aiutare tutti gli attori coinvolti nella produzione, distribuzione e vendita del vino affinché contribuiscano ciascuno al successo di tutti».
«L’Italia – sottolinea l’Ad – ha bisogno di progetti industriali, dietro cui però ci devono essere progetti di filiera, perché una sola azienda non potrà mai crescere se il territorio in cui opera e gli stakeholder con cui dialoga non ne sposano la vision».
L’E-COMMERCE E LA CRESCITA DELLE DENOMINAZIONI TOSCANE
Il canale online è cresciuto del 300% rispetto all’anno precedente, un risultato senza precedenti che ha dato un forte impulso alla vendita di vini di alta qualità.
«Nei mesi della pandemia ci siamo chiesti come andare incontro alle esigenze di un pubblico sempre più consapevole e appassionato – racconta Mario Piccini – Abbiamo deciso di investire molto sui vini organici, come ad esempio il progetto Costa Toscana, espressione di questa ricerca. Si tratta di vini di qualità, disponibili anche sulle piattaforme e-commerce per poter condividere con i nostri clienti più affezionati prodotti biologici».
Il 2020 ha registrato un incremento delle vendite per le principali denominazioni toscane in cui l’Azienda opera. Nello specifico, Piccini 1882 evidenzia come nel 2020 le vendite di alcuni dei vini rossi toscani più rappresentativi e apprezzati, quali Chianti Classico Docg, Chianti Docg e il Brunello di Montalcino Docg nelle versioni annata e Riserva, siano aumentate mediamente del 14%.
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Due nuovi decreti riguardano il settore vitivinicolo e sono finalizzati a sostenere l’intero comparto, fortemente colpito dalle conseguenze derivate dal blocco del canale Horeca e dalla crisi dell’export a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.
Il primo decreto riguarda la promozione nei Paesi terzi dei prodotti vitivinicoli italiani, per i quali viene prorogata di due mesi la tempistica di esecuzione dei programmi per l’annualità 2020/2021. Il decreto vuole favorire la maggiore spesa possibile del sostegno previsto dalla misura Promozione dell’Ocm Vino e incoraggiare le dinamiche di riequilibrio dei mercati legati a tale settore.
La misura tiene in considerando l’evoluzione della situazione epidemiologica, dovuta alla pandemia da Covid-19, nei mercati dei Paesi terzi e sul territorio nazionale, nonché le conseguenze che le misure di contenimento sulla sua diffusione hanno avuto e continuano ad avere sul settore vitivinicolo e sugli scambi commerciali tra Europa e Paesi terzi.
Il secondo decreto invece, in vigore dal 1 gennaio 2021, dà attuazione ad alcune disposizioni comunitarie recentemente adottate per fronteggiare il perdurare della crisi derivante dalla pandemia e presenta una serie di proroghe di adempimenti a carico dei produttori vitivinicoli di imminente scadenza.
In particolare viene consentita una certa flessibilità nella implementazione e gestione delle misure inserite nel Programma nazionale di sostegno al settore vitivinicolo (Pns). Inoltre vengono derogati i pagamenti di alcuni contributi.
Infine, per quanto riguarda le autorizzazioni agli impianti, è prorogata al 31 dicembre 2021 la validità delle autorizzazioni in scadenza nel 2020. Questo darà la possibilità, per i produttori che non hanno più intenzione di utilizzare l’autorizzazione o di usufruire della proroga, di non incorrere in sanzioni.
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