“Quello che ho potuto notare, oltre all’ormai ottima e nota organizzazione tedesca, è stata la serietà e professionalità di questa fiera. Le persone, essendo tutte del settore, erano appassionate dalla materia prima, il vino, lo degustavano con parsimonia e in maniera tecnica. E non a ettolitri, fino ad andare in mondi paralleli, come accade con la simile fiera d’aprile italiana (Vinitaly, ndr)”.
È perentorio il parere di Paolo Turra, enologo della cantina franciacortina Solive, sul Prowein 2016 conclusosi due settimane fa a Düsseldorf, in Germania. “La preferenza verso questa fiera, rispetto al Vinitaly – continua Turra – è stata espressa da molti produttori che giudicano ormai troppo caotico, disorganizzato e fuori controllo l’evento veronese”.
“Al Prowein si tratta continua l’enologo franciacortino – si creano contatti e si fanno affari, parlando di vino e abbattendo le eventuali barriere culturali. Ma lo si fa senza eccedere, senza diventare volgari come purtroppo noi italiani spesso facciamo”. Prowein, del resto, è una fiera aperta solo a produttori, proprietari di ristoranti, enoteche, rivenditori, enologi e stampa di settore. L’enologo Paolo Turra era presente per Solive al fianco del titolare della cantina di Nigoline di Corte Franca, in Franciacorta.
“La fiera – spiega Turra – è strutturata sostanzialmente come il Vinitaly. Ogni nazione aveva a disposizione il suo padiglione, dentro il quale vi erano gli stand di tutte le cantine. Qualcuna singola, alcune raggruppate sotto il rispettivo Consorzio. Lo stand del consorzio Franciacorta era situato nel padiglione n° 15, insieme a tutte le eccellenze italiane, tra le quali spiccava un gigantesco stand del consorzio del Chianti Classico, il vino italiano di gran lunga più conosciuto nel mondo”.
“Una volta pagato l’ingresso – continua Paolo Turra – non vi erano costi aggiuntivi. Recandosi nel padiglione della nazionalità desiderata (vi erano tutti i continenti), e allo stand della cantina prescelta, si poteva degustare il vino desiderato o addirittura tutta la linea”.
“Ho avuto poco tempo per poter girare e visitare la fiera, in quanto dovevo stare al mio stand, ma un oretta al giorno me la sono presa! Sono rimasto nella parte Europea – conclude l’enologo – visitando tutto il padiglione italiano, della Francia, e della Germania. Nelle prossime edizioni, probabilmente, riuscirò a concentrarmi su California e l’Australia”.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.