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Analisi e Tendenze Vino

Coldiretti: da Amarone a Ortrugo ok a falsi con accordi UE

Se l’accordo di libero scambio con il Canada (CETA) non protegge dalle imitazioni, dall’Amarone all’Ortrugo dei Colli Piacentini, insieme a molti altri vini, quello siglato con il Giappone esclude dalla tutela ben il 95% delle 523 denominazioni di vini riconosciute da Nord a Sud del Paese e la situazione è ancora piu’ preoccupante nella trattativa in corso con i Paesi del Mercosur dotati di un forte potenziale vitivinicolo che già producono copie dei vini italiani, dal Prosecco brasiliano al Bordolino argentino (bianco e nero) mostrato dalla Coldiretti al Vinitaly.

La mancata protezione delle denominazioni di vino italiane nei diversi Paesi non solo rischia di favorire l’usurpazione da parte dei produttori locali ma – sottolinea la Coldiretti – favorisce anche l’arrivo su quei mercati di prodotti di imitazione realizzati altrove. A rischio – precisa la Coldiretti – ci sono ben 5 miliardi di valore dell’export dei vini italiani a denominazione di origine ma anche l’immagine del Made in Italy e la reputazione conquistata con il lavoro di generazioni.

L’intesa raggiunta con il Canada, sebbene abbia mantenuto l’accordo siglato nel 2003, non ha previsto – precisa la Coldiretti – l’aggiornamento dell’elenco con le denominazioni nate successivamente. E pertanto non trovano al momento tutela importanti vini quali l’Amarone il Recioto e il Ripasso della Valpolicella, il Friularo di Bagnoli, il Cannellino di Frascati, il Fiori d’arancio dei Colli Euganei, il Buttafuco e il Sangue di Giuda dell’Oltrepo’ Pavese, la Falanghina del Sannio, il Gutturnio e l’Ortrugo dei Colli Piacentini, la Tintilia del Molise, il Grechetto di Todi, il Vin santo di Carmignano, le Doc Venezia, Roma, Valtenesi, Terredeiforti, Valdarno di Sopra, Terre di Cosenza, Tullum, Spoleto, Tavoliere delle Puglie, Terre d’Otranto.

L’accordo con il Giappone – continua la Coldiretti – prevede invece la protezione da parte del Paese del Sol Levante di appena 25 denominazioni italiane, dall’Asti al Brunello di Montalcino, dal Franciacorta al Soave, dal Marsala al Lambrusco di Sorbara fino al Vino Nobile di Montepulciano solo per citarne alcuni della lista che – rileva la Coldiretti – esclude la stragrande maggioranza delle 523 denominazioni di origine e indicazioni geografiche riconosciute in Italia.

L’ultima trattativa arrivata a minacciare i vini italiani – spiega la Coldiretti – è quella in corso con i Paesi del mercato comune dell’America meridionale di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay (Mercosur), con una forte vocazione vitivinicola. Il negoziato – continua la Coldiretti – appare molto complesso per il vino Made in Italy anche per la presenza in Brasile di diversi produttori di Prosecco specialmente nella zona del Rio Grande che rivendicano il diritto di continuare a fare questo vino italiano anche perché la varietà vinis vinifera “prosecco tondo” risulta iscritta nella banca dati brasiliana del germoplasma sin dal 1981.

L’Unione Europea – precisa la Coldiretti – ha elaborato una lista di sole 30 denominazioni di vino italiano oltre alla Grappa da tutelare, che riflette in buona parte quella dell’accordo con il Giappone e ricomprende il Prosecco, ora peraltro al vaglio dei produttori locali che potrebbero chiedere ai loro Paesi di proporre un’ulteriore taglio alla lista stessa.

La situazione – denuncia la Coldiretti – rischia peraltro di aggravarsi per il mancato aggiornamento da parte dell’Unione Europea delle liste comunitarie di tutela delle denominazioni legate con varietà autoctone. Dal Bonarda dell’Olterpo’ Pavese alla Falanghina del Sannio, dal Negroamaro di Terra d’Otranto alla Tintilia del Molise, ma anche il Durello Lessini, Casavecchia di Pontelatone o il Castel del Monte Bombino Nero sono solo alcune delle denominazioni varietali dei vini Made in Italy che – precisa la Coldiretti – non sono al momento protette dall’Unione Europea e che potrebbero essere utilizzate all’interno della stessa Ue per produrre generici vini varietali.

La Coldiretti chiede che il Parlamento europeo blocchi il progetto di Regolamento delegato predisposto dai servizi della Commissione Ue in revisione del Regolamento 607/09 e ne chieda l’aggiornamento delle liste.

“E’ inaccettabile che il settore agroalimentare sia trattato dall’Unione Europea come merce di scambio negli accordi internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “si rischia di svendere l’identità dei territori e quel patrimonio di storia, cultura e lavoro conservato nel tempo da generazioni di agricoltori”.

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Arte & Sagrantino: arte, vino e territorio al centro della proposta dell’Umbria

Verona – “Arte & Sagrantino” non è solo un progetto per la valorizzazione del territorio. E’ un invito a visitare l’Umbria dell’arte e del vino che quest’anno unisce Comuni e Associazioni nella celebrazione di questo legame: un’offerta vastissima di eventi e una mostra itinerante che nei prossimi mesi sarà possibile visitare attraverso i luoghi del Sagrantino.

Al centro, Montefalco e l’impegno dei produttori del Consorzio Tutela Vini che in collaborazione con il Comune stanno pianificando l’ambizioso ampliamento delle Cantine Francescane – struttura annessa al Complesso Museale di San Francesco con ampie vasche di pigiatura dell’uva, utilizzate già tra il XVIII e XIX secolo per la produzione del Sagrantino una – per dare seguito alle azioni di valorizzazione del patrimonio artistico culturale che rappresentano il cuore pulsante del Sistema Sagrantino.

Già negli anni passati, attori privati e pubblici del territorio hanno lavorato fianco a fianco cofinanziando il restauro della pala d’altare “Madonna della Cintola” di Benozzo Gozzoli, e contribuendo alla realizzazione della mostra dedicata a Antoniazzo Romano, che riportò a Montefalco molte delle opere del maestro, tra le quali il trittico della “Madonna col Bambino tra i Santi Paolo, Benedetto, Giustina e Pietro”.

“La cultura produce ricchezza per tutto il sistema, ma è importante attuare interventi mirati per riconoscere a questo patrimonio il giusto valore – Ha dichiarato Amilcare Pambuffetti, Presidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco – Il modello Sagrantino, oltre ad esaltare la filiera vitivinicola, concepisce l’aspetto storico come elemento inscindibile dall’identità di un territorio. Recuperarne la bellezza perduta, è un investimento fondamentale di tempo, di attenzione e di civiltà, non solo economico”.

L’iniziativa, presentata in occasione del Vinitaly, include numerose attività messe in atto nel territorio dell’area delle denominazioni di origine Montefalco Sagrantino. Per tutto l’anno, inoltre, il territorio si tingerà di glicine con addobbi a tema, che interesseranno ogni angolo delle città, dalle aiuole all’arredo urbano, il colore che caratterizza Arte & Sagrantino.

“La capacità di far rete rende l’Umbria più forte – conclude l’assessore regionale all’Agricoltura Fernanda Cecchini – Il sistema Sagrantino che unisce la forza di un vitigno e la forza di un territorio con le bellezze artistiche ha fatto e continuerà a fare la differenza per l’intero territorio”.

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Nomisma Wine Monitor: è bio boom anche nel vino

Verona – Benessere: è il primo valore che oggi il consumatore ricerca nei prodotti alimentari che acquista. Il 58% degli italiani ritiene tale fattore il primo valore portante delle scelte di prodotti alimentari, seguono l’importanza della sostenibilità ambientale con prodotti eco-friendly (39%) e la semplicità (31%), intesa come assenza di artificialità.

Questo sistema di valori si esplicita nella ricerca di 3 attributi: ingredienti 100% italiani (75% dei responsabili di acquisto è attento all’origine), biologici (47% è interessato e ricerca prodotti alimentari prodotti senza chimica) e facili da preparare (46%). Risultati nonostante la comunicazione ancora non abbia compreso appieno l’importanza di tali driver: nell’ultimo trimestre 2017 – secondo i dati della piattaforma Totusmedia – solo l’8% degli spot pubblicitari ha fatto un chiaro richiamo (benessere, biologico, salute, naturale).

IL RUOLO DEL BIOLOGICO NEL FOOD & NEL VINO: VENDITE & CONSUMATORE

In questo contesto non stupisce come il biologico stia riscuotendo enorme successo: 78% le famiglie acquirenti di prodotti Bio nel 2017, 3,5 miliardi nel mercato domestico (+15% rispetto al 2016, con l’export Bio che ha raggiunto quasi 2 miliardi di euro).

Quel che forse più sorprende è il vino. Come evidenzia Nomisma, nel 2018 (mese terminante febbraio), la consumer base di vino Bio è in netta crescita: il 41% degli italiani (18-65 anni) ha consumato, in almeno una occasione, in casa o away from home, un vino a marchio Bio. Balzo davvero sorprendente se si pensa che nel 2013 il consumo di vino Bio coinvolgeva solo il 2% della popolazione, complici anche le scelte delle imprese italiane che hanno scommesso sul Bio con una crescita del vigneto davvero significativa (+175% negli ultimi 10 anni).

In Italia nel 2018 (mese terminante febbraio 2018) le vendite di vino Bio hanno raggiunto 21,6 milioni di euro nella sola GDO, registrando un +88% rispetto allo stesso periodo del 2017 (a fronte di un più tiepido +3% delle vendite di vino in generale). I dati Nielsen mostrano un balzo in avanti anche sulla quota di mercato del vino Bio che oggi pesa per l’1,2% (solo nel 2017 era 0,7%).

L’osservatorio Bio Nomisma, su dati Nielsen, offre inoltre una mappatura dei vini Bio più apprezzati per regione di provenienza. L’Abruzzo spicca come prima regione d’Italia per vendite di vino Bio in GDO, sfiorando quota 4 milioni di euro (+38% rispetto all’anno precedente). Seguono Veneto, Toscana e Sicilia con vendite superiori i 3 milioni di euro. Il Piemonte è, invece, la regione che nel corso del 2017 ha registrato la maggior variazione nelle vendite: +415% (mese terminante febbraio 2018 vs mese terminante febbraio 2017).

Quali sono le tipologie di vino Bio più apprezzati dal consumatore italiano?

Secondo i dati Nielsen, il vino rosso è ancora la tipologia di vino Bio preferita dal consumatore italiano (49% delle vendite di vino Bio in GDO, con un aumento delle vendite a valore del +72% rispetto al 2017), tuttavia i vini bianchi crescono in maniera più significativa (+151%).

Successo che trova giustificazione nel forte apprezzamento che il consumatore riserva al vino Bio, riconoscendo valori e qualità superiori rispetto al vino non biologico soprattutto per quel che riguarda rispetto per l’ambiente (76% degli user individua in questo fattore il principale elemento distintivo), salubrità (61%) ma anche autenticità (50%).

Il forte interesse per il vino Bio è molto chiaro anche da quanto i wine lovers ne parlano sui social (Twitter e Instagram): Nomisma – grazie alla partnership con Datalytics – ha monitorato in tempo reale i principali indicatori social del mercato italiano del vino – il numero di commenti con Topic “vino Bio” sono cresciuti nel complesso dei due canali del 20% solo nell’ultimo anno. Altra testimonianza dell’interesse del Bio anche nella categoria vino.

“È Bio boom anche nel vino: la crescente attenzione al benessere, alla sostenibilità ambientale e all’autenticità va oltre il food e nel 2018 la consumer base di vino Bio sale al 41% degli italiani.” dichiara Silvia ZucconiResponsabile Market intelligence Nomisma “Successo che trova conferma non solo nella crescente quota di mercato del vino Bio (1,2% contro lo 0,7% del 2017) ma anche nell’aumento di interesse manifestato dai wine lovers sui social: i topic riservati al “vino Bio” su Twitter ed Instagram sono infatti aumentati del 20% nel corso dell’ultimo anno”.

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Vinitaly: la filiera del vino italiana compatta per identificare le migliori strategie di crescita

Verona – Anche quest’anno Vinitaly ha ospitato l’intera filiera italiana del vino nell’importante convegno “Investire nel vino: strategie, prospettive, opportunità” che ha visto la partecipazione del Presidente del Consiglio dei ministri Paolo Gentiloni e del Vice Ministro delle politiche Agricole Alimentari e Forestali Andrea Olivero.

Il tavolo di lavoro, tenutosi nell’auditorium ‘Verdi’ del centro congressi PalaExpo e moderato dalla giornalista RAI Chiara Giallonardo, è stato aperto dal Presidente di Veronafiere Maurizio Danese e ha visto i vertici istituzionali del settore confrontarsi sulle strategie e le politiche da adottare per migliorare la competitività del comparto. Presenti: Massimiliano Giansanti – Presidente Confagricoltura; Dino Scanavino – Presidente Cia-Agricoltori Italiani; Ruenza Santandrea – Coordinatrice settore vitivinicolo Alleanza cooperative Agroalimentari; Ernesto Abbona – Presidente Unione Italiana Vini; Sandro Boscaini – Presidente Federvini; Riccardo Ricci Curbastro – Presidente Federdoc; Emilio Renato Defilippi – Vice Presidente Assoenologi.

Innovazione, competitività e promozione sui mercati esteri i temi centrali del convegno, durante il quale è stata ribadita la necessità sia di investire in tecnologie per lo sviluppo del settore, semplificandone le procedure, sia di valorizzare il vino italiano all’estero con strategie promozionali strutturate che valorizzino la cultura del made in Italy e del bere responsabile. L’accento è stato posto anche sulla necessità di continuare a lavorare uniti, in collaborazione con le Istituzioni, per contesti normativi efficienti e vicini alle esigenze produttive del comparto.

Ad aprire il dibattito Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura che ha sottolineato che “l’innovazione rappresenta un elemento fondamentale per competere nei mercati globali ed il vino è fra i settori che meglio hanno recepito l’urgenza di cogliere le continue sfide per soddisfare le esigenze dei consumatori. Innovazione e vitivinicoltura sono un connubio oramai imprescindibile. Le aziende del settore rispondono attivamente agli stimoli proposti dalle moderne tecnologie, ma occorre sostenere il loro lavoro con contesti normativi efficienti e le opportune semplificazioni amministrative.”

“Le misure di mercato che la politica agricola comune prevede per il settore vitivinicolo costituiscono spesso un fattore di successo per il vino Made in Italy. Ha aggiunto Dino Scanavino, Presidente Cia. Strumenti strategici per la competitività del comparto attraverso cui le imprese possono sostenere investimenti, promuovere all’estero i loro prodotti e valorizzare la componente sostenibile e paesaggistica del vino. Un’esperienza, quella dell’OCM vino, importante e vincente che va difesa e rafforzata nella prossima riforma della Pac anche attraverso interventi di sostegno all’innovazione lungo la filiera, senza trascurare la necessità di un’attenta ed efficace politica di semplificazione del settore”.

“Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un cambiamento nel modo di produrre vino – ha evidenziato la coordinatrice Vino dell’Alleanza cooperative Agroalimentari Ruenza Santandrea – con l’adozione di tecniche sempre più sostenibili per trovare un nuovo equilibrio tra produzione agricola e ambiente e provare a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Si contano numerose iniziative messe in campo da aziende vitivinicole in tutta Italia volte ad un minor utilizzo di acqua e fertilizzanti o a percorsi virtuosi per evitare scarti che vengono reimpiegati al termine del processo produttivo”.

“Ma tutti questi sforzi da soli non bastano, senza la ricerca, – ha continuato Santandrea – una ricerca scientifica diffusa e condivisa, che guardi agli interessi della viticoltura tutta e che sia in grado di trasferire in soluzioni concrete ed efficaci i propri risultati. Ostacolare o rifiutare la ricerca e il progresso scientifico, in nome di una tradizione intoccabile, può diventare una moda pericolosa ed è un rischio che non possiamo permetterci”.

A mettere l’accento sull’importanza di diffondere una corretta cultura del vino italiano all’estero Ernesto Abbona, Presidente Unione Italiana Vini. “Da sempre, il vino riveste un ruolo centrale nella storia del nostro Paese: questo ne descrive, attraverso le sue infinite declinazioni, le peculiarità del territorio e del paesaggio. Infatti, il vino e la “cultura” di cui lo stesso può godere rispecchiano il nostro Paese in maniera totale”.

“Come filiera – ha aggiunto il Presidente di UIV – abbiamo il dovere di un impegno proattivo sulle tematiche relative al consumo responsabile, l’obbligo di contrastare la demonizzazione del vino, dato che le singole iniziative nazionali potrebbero portare ad una escalation di nuovi leggi proibizionistiche e misure sanzionatorie in tutta Europa, e, in particolare, nei principali mercati ove sono destinate le nostre esportazioni, danneggiando l’immagine del nostro prodotto”.

“Concentriamo le nostre energie sul valore del nostro prodotto anche nei mercati internazionali, cogliamo tutte le opportunità per migliorare il sistema di promozione dei nostri vini, evitiamo gli errori del recente passato” – ha commentato Sandro Boscaini, Presidente Federvini. “Dobbiamo come produttori, tutti, fare uno sforzo importante per concentrare l’attenzione sul valore dei nostri territori, delle produzioni vitivinicole e dei nostri prodotti. Appare necessario avere tutti lo stesso programma e gli stessi obiettivi”.

L’invito a mantenersi compatti e a collaborare con le Istituzioni è arrivato anche dal Presidente Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro . “Promuovere e tutelare i nostri vini a Denominazione, che sono un patrimonio collettivo apprezzato in tutto il mondo, è fra i nostri principali compiti, ma abbiamo bisogno di strumenti idonei a supporto da parte delle Istituzioni per farli crescere sui principali mercati target e per proteggerli dalle usurpazioni e dalle contraffazioni che avvengono, proprio sui mercati più strategici”.

Un monito all’eccessiva burocrazia e un auspicio alla semplificazione delle procedure sono stati infine lanciati da Emilio Renato Defilippi, Vice Presidente Assoenologi. “Occorre attuare delle azioni di alleggerimento burocratico nell’ambito del lavoro dell’enologo, attese dall’intero settore anche alla luce del prezioso lavoro svolto nell’approvazione del Testo unico del vino”.

“Chiediamo – continua – un serio impegno nella semplificazione del settore. Dell’ambiente vitivinicolo – sottolinea Defilippi – abbiamo una visione di un settore da controllare, frutto di trascorsi negativi che la storia e l’evoluzione qualitativa dei nostri prodotti hanno oggettivamente superato, occorre quindi un cambio di prospettive dove la professionalità dei tecnici e l’etica imprenditoriale siano il reale riferimento fiduciario dei consumatori”.

“Chiediamo – conclude il Vice Presidente di Assoenologi – che ci venga riconosciuto anche a livello legislativo il ruolo di garante e di responsabile di produzione, al pari della fiducia che molti imprenditori ci riconoscono per la programmazione dei loro investimenti”.

Sono inoltre intervenuti nel dibattito i rappresentanti delle Istituzioni europee Joao Onofre, Capo unità vino, DG Agricoltura e Sviluppo Rurale, Commissione Europea; Felice Assenza, Direttore Generale Politiche Internazionali e Unione Europea – Mipaaf. e l’On. Paolo De Castro Vice Presidente Commissione Agricoltura – Parlamento Europeo, che hanno ribadito l’impegno a livello nazionale e comunitario per sostenere il settore nelle sue richieste.

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Vinitaly: premiate le cantine vincitrici del 2° concorso vini territorio

Nella prestigiosa cornice di Vinitaly, il 52° salone internazionale dei vini e distillati, si è svolta oggi la cerimonia di premiazione del concorso sui vini del territorio organizzato dalla Fondazione Edmund Mach e dedicato quest’anno a Teroldego, Marzemino, Traminer aromatico e Gewürztraminer, concorso che si è svolto il 5 e 6 aprile scorso a San Michele col patrocinio dei Comuni della Piana Rotaliana e la collaborazione delle sezioni trentina e altoatesina di Assoenologi.

Hanno preso parte all’evento il presidente FEM, Andrea Segrè, il presidente del Consorzio Vini del Trentino, Bruno Lutterotti, il direttore generale, Sergio Menapace, e il dirigente del Centro Istruzione e Formazione, Marco Dal Rì.

E’ seguita la consegna degli attestati del 5° corso di wine export management e la presentazione della pubblicazione “Vinum Sanctum, vinum de Xanto” sull’origine della denominazione “Vino Santo”. Infine il brindisi con i vini dell’azienda agricola della Fondazione Mach e l’assaggio dei prodotti (salumi, formaggi e confettura) preparati dagli studenti dell’indirizzo trasformazione agroalimentare della formazione professionale.

L’evento si è svolto nello stand dedicato ai vini della cantina FEM. Il presidente Andrea Segrè ha spiegato che “si tratta di un concorso enologico a tutti gli effetti, ma caratterizzato da una forte valenza didattica, visto il forte coinvolgimento degli studenti che hanno contribuito alla fase organizzativa ma anche di degustazione e valutazione a fianco degli esperti”. Ed ha sottolineato l’importante ruolo svolto dal Centro Istruzione e Formazione, istituto che verrà premiato come “scuola di eccellenza” nell’ambito di Vinitaly al 4° concorso enologico degli istituti agrari d’Italia.

2° CONCORSO “ENOTECNICO VALORIZZAZIONE VINITERITORIO”

La manifestazione, che si è svolta il 5 e 6 aprile scorso, è stata organizzata dalla Fondazione Edmund Mach col patrocinio dei Comuni di San Michele all’Adige, Mezzolombardo e Mezzocorona, e ha contato sul supporto delle sezioni Assoenologi di Trentino ed Alto Adige-Südtirol.

Centoundici etichette in gara, 55 cantine della regione Trentino Alto Adige-Südtirol, quattro tipologie di vino ovvero Teroldego, Marzemino, Traminer aromatico e Gewürztraminer, tre commissioni e una trentina di esperti tra enologi, enotecnici, sommelier e giornalisti del settore. Un concorso enologico vero e proprio, autorizzato dal Ministero delle politiche agricole ed economiche, che valorizza i vitigni del territorio.

Il concorso è stato curato dal Centro Istruzione e Formazione, in particolare da Salvatore Maulee Andrea Panichi, con l’obiettivo di far conoscere le unicità delle produzioni enologiche di territorio: vitigni autoctoni o interpretazioni territoriali di vitigni internazionali. Quest’anno i vini protagonisti sono Teroldego Rotaliano DOC, Trentino DOC Marzemino, Trentino DOC Traminer aromatico e Südtirol – Alto Adige DOC Gewürztraminer. Sono state premiate le prime tre posizioni di ogni categoria e le categorie in gara erano otto.

CONSEGNA ATTESTATI 5° EDIZIONE COESO WEM

Sono stati consegnati gli attestato ai partecipanti della quinta edizione dell’Executive Master in Wine Export Management che si è svolta dal 26 gennaio al 27 maggio 2017 a San Michele. Al percorso di eccellenza per la formazione vitienologica hanno partecipato 25 corsisti, selezionati da oltre una ottantina di candidati. Fino ad oggi il corso ha formato più di cento manager del vino.

Come ha spiegato il direttore generale, Sergio Menapace, il corso negli anni ha consolidato una sua specifica struttura didattico/formativa, poiché avere competenze di export management è un’esigenza di figure professionali molto diverse nel mondo del vino. Il piccolo produttore, magari vitivinicoltore, l’enologo “tuttofare” della piccola cantina, il responsabile commerciale della piccola e media azienda, il proprietario/imprenditore che si occupa a 360° della gestione, il giovane laureato che desidera acquisire competenze anche nel settore dell’export del vino. Sono tante le figure professionali che hanno bisogno di acquisire le “skill” specifiche dell’export management.

“Vinum Sanctum, vinum de Xanto”.

Michele Pontalti ha presentato la pubblicazione sull’origine della denominazione “vino santo” edita dalla Fondazione Edmund Mach e curata da Marco Stenico. Si tratta di un saggio dedicato all’uva Nosiola e al suo nobile figlio il “Vino santo” della trentina Valle dei Laghi. Il libro è frutto di una ricerca a carattere storico condotta esclusivamente su fonti documentarie e bibliografiche individuate attraverso una ricerca di archivio principalmente in ambito trentino, ma anche lombardo e veneto, che copre un periodo che va dal secolo XIII al primo Ottocento.

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Vino, piace a più di un lombardo su due: un milione gli ettolitri prodotti in regione

Più di un lombardo su due beve vino. È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Lombardia su dati Istat, in occasione di Vinitaly 2018 in corso alla Fiera di Verona. Dalle Alpi al Po – spiega la Coldiretti regionale – sono 4 milioni e 763 mila le persone con 11 anni o più (pari al 53,3% del totale) che consumano il nettare di Bacco. Quasi 2 milioni lo bevono tutti i giorni.

Nel 2017 – spiega la Coldiretti – sono stati un milione gli ettolitri di vino prodotti in Lombardia, di cui circa il 90% di qualità grazie alle 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT. Denominazioni che contribuiscono al successo dell’export regionale, che lo scorso anno ha superato i 270 milioni di euro con un aumento del 62% rispetto al 2007. Il Franciacorta è tra le bollicine italiane più consumate nel mondo, dopo il Prosecco, l’Asti e il Trento Doc.

Tra chi degusta vino – spiega la Coldiretti – cresce l’attenzione alla qualità, una tendenza confermata dall’aumento del numero di enoteche che solo in Lombardia sono passate da 806 nel 2012 a 986 nel 2017 (+22%), secondo i dati della Camera di Commercio Milano, Monza Brianza, Lodi. La provincia con la maggior concentrazione di “oasi del vino” è quella milanese con 264 realtà, seguono Brescia (170), Bergamo (107), Varese (101), Monza e Brianza (74), Como (66), Pavia (59), Mantova (49), Lecco (31), Cremona (30), Sondrio (27), Lodi (8).

Ma il vino è anche un mezzo di scoperta del territorio, visto che in Lombardia – spiega la Coldiretti regionale – si contano oltre mille chilometri di sentieri del vino.

In Lombardia – conclude la Coldiretti – ci sono oltre 20mila ettari a vigneto: le province più “vinicole” sono Pavia e Brescia, seguite da Mantova, Sondrio, Bergamo, Milano e Lodi (con le colline fra San Colombano e Graffignana). Zone viticole con piccole produzioni si contano anche fra Como, Lecco, Varese e Cremona.

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Cantine Terre d’Oltrepò e La Versa: soddisfazione al Vinitaly

Nella giornata di ieri, mentre presso la sala polivalente (Stand E4 al 2° piano del PalaExpo) si presentava ufficialmente a giornalisti e addetti ai lavori il nuovo Collezione 2007, riserva metodo classico La Versa indirizzato al canale Horeca, solo pochi metri più avanti, nello stand C4, il pubblico si raccoglieva via via attorno allo spazio espositivo della storica casa spumantistica oltrepadana per assaggiare i suoi nuovi vini.

In poche ore sono stati serviti oltre 2000 assaggi di “Collezione”. Molto apprezzato anche il Carta ORO, l’altro Metodo Classico disponibile per gli assaggi, e i tre charmat Pinot Nero, Riesling e Moscato.

“Da questo Vinitaly stiamo avendo grandi soddisfazioni – ha affermato Andrea Giorgi, Presidente di Cantine Terre d’Oltrepò e La Versa – sapevamo che il ritorno del marchio La Versa avrebbe attirato molte persone, ma quello a cui abbiamo assistito in questi primi due giorni di Vinitaly va certamente oltre le nostre più rosee aspettative. C’è grande curiosità, voglia di riscoprire il Metodo Classico La Versa, ma anche tanto interesse su vini più beverini a base Pinot Nero, Riesling e Moscato, referenze charmat che hanno riscosso un grande successo e apprezzamenti soprattutto da parte di un pubblico giovane”.

Esattamente di fronte allo spazio La Versa c’è il grande stand di Terre d’Oltrepò e i suoi marchi, Casteggio, Svic, Sansaluto, Etesiaco e Anamari. “Se dobbiamo fare un bilancio di queste prime due giornate di fiera non possiamo che dirci soddisfatti – ha dichiarato Marco Stenico, Direttore di Terre d’Oltrepò e La Versa – Questo Vinitaly ci sta dando molto non solo in termini di pubblico. Abbiamo infatti ricevuto un importante riconoscimento dalla giuria di 5StarWines per il nostro Cruasé SVIC di Cantina di Casteggio che è stato valutato con ben 91 centesimi”.

Vinitaly prosegue fino a mercoledì 18 aprile, solo allora si potranno finalmente tirare le somme di un bilancio che ha già ampiamente superato gli obiettivi che ci si era prefissati per questa edizione.

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Il Premier Gentiloni in visita allo stand Coldiretti

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, accompagnato dal presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, ha visitato lo stand Coldiretti al Vinitaly dove è stato allestito uno spazio dedicato alle innovazioni nel settore vitivinicolo ma anche ai pericoli in agguato con gli accordi internazionali.

Il premier ha potuto vedere le ultime novità del vino create dall’ingegno delle aziende agricole e la top ten dei vitigni autoctoni che stanno conquistando sempre più spazio sulle tavole degli italiani. Ma a preoccupare i viticoltori – rileva la Coldiretti – sono anche i trattati internazionali firmati dalla Ue, dal Ceta con il Canada a quello con il Giappone, fino al negoziato sul Mercosur con il Sudamerica, che rischiano di legalizzare le imitazioni di centinaia di vini Made in Italy, a partire dal pregiato Amarone.

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“Gustiamo il bello della Toscana”: da Vinitaly verso Cantine Aperte

“Gustiamo il bello della Toscana”.  Parte da Vinitaly il tema che la delegazione Toscana del Movimento Turismo del Vino ha deciso per la prossima edizione di Cantine Aperte, in programma sabato 26 e domenica 27 maggio.

Sarà questo il filo conduttore che unirà le circa cento aziende che apriranno le porte agli appassionati facendo scoprire non solo i tesori custoditi nelle botti e nelle bottiglie, ma anche quelli artistici e paesaggistici che grazie al loro impegno sono stati conservati e resi vivi fino a oggi.

“L’idea nasce dalla volontà di valorizzare le tantissime particolarità, curiosità e bellezze nascoste custodite nelle cantine toscane – ha spiegato il presidente del Movimento Turismo del Vino Toscana, Violante Gardini – perché il vino è indissolubilmente legato alla cultura e in Toscana, proprio grazie al vino, possiamo dire di essere riusciti a conservare un patrimonio artistico e paesaggistico che è anche la forza del turismo e dell’enoturismo in particolare”.

GUSTIAMO IL BELLO DELLA TOSCANA: I DETTAGLI
Il “bello della Toscana” è stato interpretato nei modi più disparati dalle aziende che offriranno una pluralità di esperienze da vivere nei giorni di Cantine Aperte. Molti “tesori nascosti” delle cantine che saranno eletti a bellezze da gustare nell’ultimo weekend di maggio: è il caso della Botte a Uovo in Legno, o della Grande Trebbia a Fermo. Poi la Cappella privata, interna alla tenuta rinascimentale, ma anche molte bellezze naturali: alberi secolari fino addirittura alla degustazione dalla terrazza da cui  Leonardo ha dipinto la sua “Monna Lisa”, aperta sulla vallata della Greve. Collezione di Bici Storiche de l’Eroica e omaggi ai grandi del cinema che hanno vissuto nelle cantine toscane.  C’è anche chi ha preferito fornire ai suoi visitatori un’esperienza visuale a 360°, intendendo la “bellezza” come il vero e proprio racconto della viticoltura.

CANTINE APERTE
Da 26 anni, nato proprio in Toscana, è oggi l’evento enoturistico più importante in Italia. Nel 1992 in Toscana partì come evento sperimentale, su idea della fondatrice e allora presidente del Movimento Turismo del Vino, Donatella Cinelli Colombini. Visto il grande successo che ebbe, dal 1993, ogni ultima domenica di maggio, le cantine socie del Movimento Turismo del Vino aprono le loro porte al pubblico, favorendo un contatto diretto con gli appassionati di vino. Cantine Aperte è diventato nel tempo una filosofia, uno stile di viaggio e di scoperta dei territori del vino italiano, che vede, di anno in anno, sempre più turisti, curiosi ed enoappassionati avvicinarsi alle cantine, desiderosi di fare un’esperienza diversa dal comune. Cantine Aperte è un marchio di proprietà del Movimento Turismo del Vino, registrato e protetto giuridicamente per contrastarne qualunque abuso/imitazione e garantire ai consumatori qualità e professionalità nell’accoglienza, tratti distintivi delle cantine MTV.

MOVIMENTO TURISMO VINO TOSCANA
Ente no profit che raccoglie circa 100 fra le più prestigiose cantine del territorio, selezionate sulla base di specifici requisiti, primo fra tutti quello della qualità dell’accoglienza enoturistica ha l’obiettivo di promuovere la cultura del vino attraverso le visite nei luoghi di produzione. Ai turisti del vino il Movimento vuole, da una parte, far conoscere più da vicino l’attività e i prodotti delle cantine aderenti, dall’altra, offrire un esempio di come si può fare impresa nel rispetto delle tradizioni, della salvaguardia dell’ambiente e dell’agricoltura di qualità.

Per scoprire le aziende aderenti a Cantine Aperte, le opere in visione e i relativi programmi è in aggiornamento la pagina dedicata all’evento su www.mtvtoscana.com.

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Coldiretti: dallo zuccheraggio ai wine kit, ecco come si “trucca” il vino all’estero

Dal vino zuccherato a quello annacquato, dal vino in polvere a quello alla frutta ma anche il finto rosato o le imitazioni delle denominazioni piu’ note. Sono solo alcuni dei trucchi consentiti all’estero e smascherati dalla Coldiretti nello stand nel Centro Servizi Arena – stand A, tra il padiglione 6 e 7.

Si tratta di pratiche che in Italia sarebbero punite anche come reato di frode ma che all’estero sono invece permesse con evidente contraddizione favorita – ha sottolineato la Coldiretti – dall’estensione della produzione a territori non sempre vocati e senza una radicata cultura enologica che con la globalizzazione degli scambi colpisce direttamente anche i consumatori di Paesi con una storia del vino millenaria. Sono infatti aumentate dell’8% – ha precisato la Coldiretti – le bottiglie straniere di vino e spumante stappate in Italia per un totale di 32,7 milioni di chili nel 2017.

COSA ACCADE ALL’ESTERO
Lo zuccheraggio del vino – ha spiegato la Coldiretti – è ad esempio permesso nell’Unione Europea ad eccezione di Italia Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro, Malta e in alcune aree della Francia che rappresentano pero’ circa l’80% della produzione comunitaria.

“Occorre smascherare in etichetta l’inganno dell’aggiunta di zucchero al vino che l’Unione Europea consente ai Paesi del centro e nord Europa cogliendo l’occasione della revisione delle norme” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che si tratta di “un danno per i produttori mediterranei e un inganno per i consumatori che non possono fare scelte consapevoli.”

Negli Stati Uniti, invece al contrario – riferisce la Coldiretti – è addirittura consentita l’aggiunta di acqua al mosto per diminuire la percentuale di zuccheri secondo una pratica considerata una vera e propria adulterazione in Italia. Miscele di vini da tavola bianchi e rossi per produrre un “finto rosè” vietate in Europa sono possibili invece in Nuova Zelanda e in Australia. L’Unione Europea pero’ – continua la Coldiretti – ha dato il via libera al vino senza uva con l’autorizzazione alla produzione e commercializzazioni di vini ottenuti dalla fermentazione di frutti diversi dall’uva come lamponi e ribes molto diffusi nei Paesi dell’Est.

Ultima frontiera dell’inganno – ha continuato la Coldiretti – è nella commercializzazione molto diffusa, dal Canada agli Stati Uniti fino ad alcuni Paesi dell’Unione Europea, di kit fai da te che promettono il miracolo di ottenere in casa il meglio della produzione enologica “Made in Italy”, dai vini ai formaggi. Si tratta di confezioni che grazie a polveri miracolose promettono in pochi giorni di ottenere le etichette piu’ prestigiose come Chianti, Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Lambrusco o Montepulciano.

Il problema non è legato solo all’utilizzo delle pregiate denominazioni del Belpaese poiché in base alla normativa europea del vino, non è possibile aggiungere acqua nel vino o nei mosti. La definizione europea del vino non contempla l’aggiunta di acqua e soprattutto per questo il commercio dei wine kit su tutto il territorio europeo – sostiene la Coldiretti – andrebbe vietato. Il Consorzio di tutela Vino Chianti ha recentemente denunciato come la contraffazione corra sempre più online ed in sei mesi è stata accertata la presenza e la vendita di 39 kit vino che millantano la possibilità di preparare il Chianti fai da te.

Un mercato molto florido per internet dove i rischi riguardano l’utilizzo delle stesse o simili denominazioni o simili per indicare prodotti molto diversi. Dal Bordolino argentino nella versione bianco e rosso con tanto di bandiera tricolore al Kressecco tedesco, ma ci sono anche il Barbera bianco prodotto in Romania e il Chianti fatto in California, il Marsala sudamericano e quello statunitense tra le contraffazioni e imitazioni dei nostri vini e liquori piu’ prestigiosi che – conclude la Coldiretti – complessivamente provocano perdite stimabili in oltre un miliardo di euro sui mercati mondiali alle produzioni made in Italy.

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Analisi e Tendenze Vino

Tra tradizione e innovazione: ecco l’Italia del vino raccontata da Coldiretti

Dal ritorno della pigiatura con i piedi alle oche che concimano il vigneto fino al vino ottenuto da uve “ammuffite” o quello vinificato in antiche anfore dell’isola di Creta, ma ci sono anche le bottiglie gioiello con cristalli e oro e quelle hi-tech che consentono di ricostruire con lo smartphone la storia e le caratteristiche del vino. Sono solo alcune delle curiosità del vino 2.0 presentate dalla Coldiretti al Centro Servizi Arena – stand A (tra il padiglione 6 e 7) in occasione del Vinitaly 2018.

TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE
“L’innovazione nella tradizione è l’elemento che caratterizza l’edizione di quest’anno anche con esperienze creative che puntano alla distintività” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “a spingere il cambiamento è la crescente richiesta di naturalità della produzione”. In Liguria una piccola azienda di Dolceacqua (Imperia) produce il vino come una volta con l’uva che viene pigiata con i piedi per poi mettere tutto il prodotto, dal mosto ai raspi fino alle bucce, a fermentare in botti di legno da cui durante l’anno viene tolto più volte e ritorchiato prima di arrivare all’imbottigliamento finale. 

Ma al Vinitaly sono arrivate anche le prime bottiglie hi-tech del progetto sperimentale del Ministero delle Politiche Agricole e di Agea che si basa sulla tecnologia blockchain e attraverso lo smartphone consente di tracciare l’identikit del vino, al quale hanno aderito sei aziende associate alla Coldiretti: in Sardegna una cantina ha sperimentato un nuovo vino, la Malvasia di Bosa Botrytis Cinerea, ottenuto da acini in cui si è sviluppata una muffa particolare, la “Botrytis Cinerea”, un marciume nobile che – spiega la Coldiretti – nasce in condizioni climatiche particolari e riprogramma il metabolismo dell’uva provocando un sostanziale accumulo di aromi e sapori. Altra curiosità di questa malvasia isolana è che una volta prodotta, le bottiglie vengono interrate in vigna per maturare.

Ma nei vigneti – sottolinea la Coldiretti – c’è anche chi si fa aiutare dalle oche per pulire e concimare il suolo in maniera totalmente naturale e biodinamico, aiutando la crescita delle viti e la qualità dei grappoli come a Cannara, in Umbria, dove a un iniziale gruppo di poche decine di volatili, attualmente ce ne sono circa quattrocento che collaborano con il viticoltore nella cura di quattro ettari di vigna.

Mentre in Campania ci sono vini che nascono da vitigni storici antichissimi come quello coltivato fra i resti della Pompei distrutta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 dopo Cristo. Un viaggio nella storia che riguarda i luoghi ma anche le tecniche di lavorazione e di conservazione, infatti – sottolinea Coldiretti – dal campo al bicchiere, il viaggio del vino non è solo in bottiglia.

In Friuli Venezia Giulia a San Floriano del Collio (Gorizia) nell’azienda Paraschos, il cui titolare è di origine greca, una parte della produzione viene vinificata in anfore di terracotta provenienti direttamente dall’isola di Creta e dalla zona di Micene, foderate all’interno con cera d’api del Collio e poi utilizzate per le fermentazioni con un affinamento prolungato a contatto con le bucce: le varietà prodotte sono “Amphoreus Bianco” dalle viti più vecchie di Ribolla Gialla e “Amphoreus Malvasia” dalle viti più vecchie di Malvasia istriana.

Ma In Piemonte a Castiglione Tinella (Cuneo) c’è anche chi, grazie a un artigiano locale, le anfore per la fermentazione del vino se le crea a km zero con la terra delle proprie vigne come l’azienda agricola Icardi che produce biologico e biodinamico. Per i tesori delle cantine italiane non ci sono solo l’argilla o il vetro, ma si usano anche bottiglie con decorazioni in oro come quelle ideate a Imola in Emilia Romagna. Nella produzione enologica del ventunesimo secolo – evidenzia la Coldiretti – si trovano molte altre particolarità: dallo spumante con polvere d’oro a quello con l’argento, dal vino dei ghiacciai a quello degli abissi, dalle bottiglie con cristalli Swarovsky a quelle realizzate con etichette in braille che consentono anche ai non vedenti di leggere le informazioni del vino per conoscerne meglio le caratteristiche a quello con etichette realizzate da ragazzi diversamente abili o dipinte a mano da artisti locali che raggiungono tutto il mondo.

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Coldiretti: +45% vendite di vino bio, è l’anno della svolta green

Svolta green nel bicchiere dove mai così tanto vino biologico è stato versato dagli italiani con un balzo record del 45% nelle vendite del 2017 rispetto all’anno precedente, per un totale di 3,84 milioni di litri venduti nella grande distribuzione a livello nazionale.

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Infoscan Census che svela la rivoluzione nei consumi in atto in occasione del Vinitaly dove all’apertura di domenica 15 aprile dalle ore 9,30 al Centro Servizi Arena (nel corridoio tra i padiglioni 6 e 7) saranno mostrate in anteprima le straordinarie innovazioni ed i trend del vino con i numeri del Made in Italy e la prima “Borsa” delle bottiglie italiane.

L’aumento della domanda interna – precisa la Coldiretti – riguarda anche le bollicine con le vendite di spumante bio che crescono del 41% per un totale di 361.469 litri nel 2017.

Il tasso di crescita in valore delle vendite per il vino biologico nel 2017 è stato superiore di venti volte quello della media del settore a dimostrazione che la ricerca della naturalità – sottolinea la Coldiretti – è la nuova tendenza in espansione sul mercato del vino in Italia e all’estero, con il vino biologico Made in Italy che è infatti anche un fattore chiave di successo per le esportazioni soprattutto in mercati “maturi” come la Germania.

Una domanda – precisa la Coldiretti – alla quale l’Italia puo’ rispondere positivamente anche grazie allo sforzo dei viticoltori con i vigneti coltivati a biologico o in conversione che hanno raggiunto 103.545 ettari, dei quali 66.133 biologici e 37.412 in conversione, secondo il Sinab 2017. Le vigne Made in Italy al “naturale” sono praticamente raddoppiate negli ultimi cinque anni con Sicilia. Puglia e Toscana che – continua la Coldiretti – salgono nell ordine sul podio delle Regioni con maggiore superficie biologica a vigneto e rappresentano insieme i 2/3 del totale nazionale. E a crescere – precisa la Coldiretti – sono anche le aziende agricole con i vigneti coltivati secondo le tecniche della biodinamica codificate nel 1924 da Rudolf Steiner tra fasi lunari, corna di vacca e soluzioni omeopatiche, che rappresentano ben il 20% delle oltre quattromila realtà presenti in Italia.

L’aumento è determinato dalla sensibilità ecologica che si sta diffondendo tra i cittadini come dimostra il fatto che 6 italiani su 10 che nel 2017 secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ hanno acquistato almeno qualche volta prodotti bio, segno di una maggiore attenzione all’impatto ambientale dei propri comportamenti.

Una richiesta che – continua la Coldiretti – trova attento il mondo del vino nel suo complesso come dimostrano i risultati dell’ultimo controllo ufficiale degli alimenti realizzato dal Ministero della salute che dalle analisi non ha rilevato in Italia alcun campione di vino irregolare per la presenza di residui chimici. Un primato che sarà al centro dello stand della Coldiretti dove fino alla chiusura del Vinitaly si alterneranno nei diversi giorni esposizioni, dimostrazioni pratiche, mostre ed analisi mirate alla promozione e difesa del vino italiano nel mondo.

L’attenzione per l’impronta ecologica delle produzioni ha portato la Coldiretti a promuovere il primo marchio che certifica le uve e i vini ottenuti con criteri di sostenibilità, per la conservazione delle risorse naturali, la biodiversità, la salute e la cura del paesaggio collinare.

“The Green Experience” sarà presentato al Vinitaly dalla Coldiretti Cuneo lunedì 16 aprile alle ore 16.45 presso l’area istituzionale della Regione Piemonte con il presidente nazionale della Coldiretti Roberto Moncalvo.

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Coldiretti: la Top Ten dei vini per crescita vendite

In Italia salgono sul podio dei vini che hanno avuto il maggior incremento nelle bottiglie acquistate nel 2017 il Grillo siciliano (+23%), il Primitivo pugliese (+21%) e l’Ortrugo dell’Emilia Romagna (+19%).

E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Infoscan Census in occasione del Vinitaly di Verona dove, presso lo stand nel Centro Servizi Arena (corridoio tra i padiglioni 6 e 7), le curiosità del vino Made in Italy sono protagoniste con l’esposizione delle esperienze più originali dalla vigna alla cantina, dall’imbottigliamento all’etichettatura.

La speciale top ten evidenzia risultati sorprendenti con un profondo cambiamento nelle abitudini di consumo degli italiani che – sottolinea la Coldiretti – premiano anche negli acquisti di vino le produzioni legate al territorio.

Nella classifica dei primi dieci vini che nel 2017 in Italia hanno fatto registrare il maggior incremento delle vendite, infatti, nessuno è internazionale. Nel tempo della globalizzazione gli italiani bevono locale con il vino a “chilometro zero” come dimostra il fatto che al quarto posto si posiziona la Ribolla del Friuli Venezia Giulia con un aumento del 17% e al quinto con un +16% il Valpolicella Ripasso del veneto. Il Cortese del Piemonte conquista la sesta posizione con un +15% seguito dalla Passerina (Marche) con un +15% al settimo posto. Poi all’ottavo il Chianti Classico della Toscana (+14%), al nono con un +13% il Cannonau sardo e al decimo con circa la stessa percentuale il Pecorino (Abruzzo).

Dall’analisi si evidenzia che i dieci vini con maggiori incrementi delle vendite nascono da 10 regioni diverse del nord, centro e sud Italia a dimostrazione della alta qualità offerta lungo tutta la Penisola grazie alla biodiversità e alla tradizione millenaria della viticoltura tricolore.

Sul territorio nazionale – spiega la Coldiretti – ci sono 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi a dimostrazione del ricco patrimonio di biodiversità su cui può contare l’Italia che vanta lungo tutta la Penisola la possibilità di offrire vini locali di altissima qualità grazie ad una tradizione millenaria.

“Il futuro dell’agricoltura italiana ed europea dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività territoriali che sono state la chiave del successo nel settore del vino dove hanno trovato la massima esaltazione”, ha affermato Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, nel sottolineare che la “biodiversità è un patrimonio del made in Italy che va valorizzato e difeso anche a livello internazionale”.

Anche per questo la Coldiretti organizza nel giorno di inaugurazione del Vinitaly alle 15,30 nella Sala Rossini l’incontro “La tutela delle denominazioni in Europa e gli accordi internazionali” con, tra gli altri, il Direttore di Ismea Raffaele Borriello, il Presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella e il primo vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro, con le conclusione del presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.

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Rosati d’Italia: Il Bombino Nero protagonista al Vinitaly

Verrà firmato nel corso della prossima edizione del Vinitaly il protocollo d’intesa per i vini rosati d’Italia, che vedrà il Consorzio di Tutela dei Vini Castel del Monte al fianco del Consorzio di Tutela del vino Bardolino, il Consorzio Valtènesi, il Consorzio di Tutela dei Vini d’Abruzzo e il Consorzio di Tutela dei Vini Salice Salentino.

I cinque Consorzi ratificano così il proprio impegno congiunto per la promozione e la diffusione, in Italia e all’estero, della cultura e della conoscenza del vino rosato autoctono italiano, in tutte le sue declinazioni locali. Un progetto di respiro ambizioso, che mira alla costituzione del Centro del Rosato Autoctono Italiano: un luogo di confronto, promozione e di ricerca in cui possano essere accolte anche le altre denominazioni italiane dotate di analogo retaggio culturale.

Il rosato italiano rappresenta un unicum, che nasce dal sapiente rapporto tra le peculiarità pedoclimatiche dei singoli territori e l’arte dei vignaioli, che hanno saputo interpretare con perizia ed esperienza la vocazione di alcuni peculiari vitigni autoctoni.

Ne sono esempi mirabili il Cerasuolo d’Abruzzo, il Chiaretto del lago di Garda e il Rosato di Puglia, col Bombino Nero unico vitigno autoctono vinificato esclusivamente in rosato, prima DOCG dedicata a questa tipologia in Italia.

Il debutto congiunto dei Rosati d’Italia sarà a Vinitaly, a cui il Consorzio Castel del Monte parteciperà con degustazioni e attività. Quattro etichette del Consorzio saranno infatti protagoniste di una masterclass riservata a operatori stampa e trade, sul tema “Chiaretto, Cerasuolo, Rosato: i rosé italiani da uve autoctone”, che si terrà martedì 17 aprile, nella Sala Argento 2 del Palaexpo di Veronafiere (piano -1, ingresso A2).

Nel corso delle due sessioni della masterclass (I sessione dalle 11.00 alle 13.00; II sessione dalle 15.00 alle 17.00), condotta per il Consorzio Castel del Monte da Giovanni Ventrelli, verranno degustati vini delle aziende Rivera, Torrevento, Cantina di Ruvo di Puglia e Vignuolo – La cantina di Andria.

I Rosati del Consorzio saranno inoltre in degustazione, per tutta la durata della fiera, presso il banco d’assaggio allestito nella postazione del Consorzio Tutela Vino Bardolino Doc, Pad. 4 Stand G3.

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Il Gallo Nero diventa sempre più verde: trend in crescita per agricoltura sostenibile e la conduzione biologica del vigneto

Tavarnelle Val di Pesa – Da un recente sondaggio effettuato dal Consorzio Vino Chianti Classico sulla propria base sociale, emerge un trend in crescita verso la viticoltura biologica e le buone pratiche di un’agricoltura sostenibile.

Da un campione di 115 aziende (circa un terzo delle aziende socie del Consorzio che imbottigliano Chianti Classico con propria etichetta) risulta infatti che il 62% ha già la certificazione biologica o è in conversione. Le prime certificazioni risalgono alla fine degli anni 90 e negli ultimi 5 anni sono state numerose le aziende che hanno richiesto la certificazione.

L’utilizzo di componenti chimiche per trattare i vigneti, dichiarano i produttori, è limitato ben al di sotto le soglie limite imposte dalla UE e in alcuni casi è del tutto eliminato, a favore di metodi alternativi.

Ma il sondaggio effettuato dal Consorzio non evidenzia unicamente questo aspetto.

La sostenibilità gioca un ruolo importante: quasi il 70% delle aziende mette in atto buone pratiche di gestione del suolo come l’inerbimento e una su tre sfrutta fonti energetiche alternative come pannelli solari e impianti fotovoltaici. Non sono rari i casi in cui l’energia viene prodotta anche utilizzando le biomasse tramite appositi impianti, e frequente pratica è il compostaggio del materiale organico di scarto, per esempio della potatura, delle fecce e delle vinacce.

Ma non è solo vigneto. Tratto distintivo del territorio del Chianti Classico è anche la sua ricchezza boschiva: meno di un ettaro su cinque è dedicato all’agricoltura, e i restanti sono coperti da boschi. La gestione delle foreste è un tema di grande attualità e insieme una tradizione antica: la pratica di mantenere il bosco “sano” (rinnovamento della vegetazione, contenimento di malattie) concorre alla conservazione della biodiversità e dell’equilibrio dell’ecosistema Chianti Classico.

“Vinitaly è la vetrina per eccellenza del vino italiano – afferma Carlotta Gori, direttore del Consorzio Vino Chianti Classico – e il fatto che il Salone dedichi una sua sezione alle produzioni biologiche, è la riprova che esiste un forte interesse del pubblico per questa tipologia di prodotto. Ma per il Chianti Classico il rispetto e la tutela del territorio sono qualcosa di più. Il vino è frutto della fusione di due elementi quello naturale e quello umano; la viticoltura biologica e quella sostenibile non sono solo scelte produttive ma atteggiamenti verso la terra che costudiamo.”

La prima forma di tutela nel Chianti Classico fu istituita dal Granduca Cosimo III de’ Medici, che nel 1716, consapevole del valore di un territorio particolarmente vocato per la viticoltura di qualità, ne definì per la prima volta i confini, per difendere un patrimonio unico al mondo e contrastare le contraffazioni. Oggi questa regione gode in primis della tutela dei suoi attori principali, i viticoltori, che sono i veri e propri custodi della loro terra.

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“In Vino Virtus”: Uiv, Polizia di Stato e Veronafiere insieme per la guida sicura

Verona – Anche quest’anno Vinitaly sarà l’occasione per promuovere la campagna di comunicazione sociale “In Vino Virtus – Change your drinking, save your life”, un’iniziativa nata dalla collaborazione tra la Polizia di Stato e Unione Italiana Vini, con il patrocinio di Wine in Moderation e di Vinitaly.

Durante la conferenza stampa, tenutasi questa mattina alle ore 11.00 presso la Questura di Verona e che ha visto la partecipazione di Sandro Sartor (Consigliere Nazionale UIV), Ivana Petricca (Questore della Provincia di Verona) e Maurizio Danese (Presidente Veronafiere), si è posto l’accento sugli obiettivi di un’iniziativa nata per diffondere i valori della guida sicura e per sensibilizzare il pubblico contro la guida in stato di ebrezza.

“Tutto il mondo del Vino – commenta Sandro Sartor di UIV– rappresentato dai produttori presenti al Vinitaly 2018, si è sempre dimostrato molto sensibile all’importanza di promuovere modelli di consumo moderati e responsabili, in particolar modo quando si parla di vino e guida. I limiti di legge esistenti vanno rispettati con scrupolo: ma dobbiamo andare oltre la repressione promuovendo una attività di educazione e sensibilizzazione del consumatore. Siamo quindi convinti nel portare avanti, per il quarto anno, questa campagna insieme alla Polizia di Stato in cui non solo esponiamo in ciascuno dei nostri stand le nostre bottiglie con le etichette della campagna “In Vino Virtus”, ma mettiamo anche a disposizione dei visitatori degli alcol test, invitando le persone a passare nello stand della Polizia di Stato – conclude Sandro Sartor – per vivere una esperienza al simulatore di guida”.

IL PROGETTO “IN VINO VIRTUS”
Giunta alla quarta edizione, la campagna conferma il claim dello scorso anno: “In Vino Virtus – Change your drinking, save your life”, messaggio sociale al quale hanno aderito 44 aziende iscritte a UIV, che sono riuscite negli anni a sensibilizzare l’attento pubblico di Vinitaly, grazie alle diverse iniziative organizzate negli stand.

 “Il progetto “In Vino Virtus” – spiega Ivana Petricca, Questore della Provincia di Verona – è il primo in tutta Europa a vedere una forza di polizia promotrice di un’iniziativa di educazione alla guida sicura e ad un bere responsabile in diretta collaborazione con le aziende vinicole e le associazioni di categoria. All’interno della Fiera, la Polizia di Stato, con gli esperti della Polizia Stradale, svolgerà una importante opera di informazione sulle conseguenze dell’abuso di alcolici alla guida. Inoltre, come lo scorso anno, la campagna “In Vino Virtus” sarà promossa anche all’esterno del quartiere fieristico, nell’ambito della manifestazione denominata “Vinitaly and the City” che vedrà l’allestimento, nelle piazze e nelle vie principali della città di Verona, con lo scopo principale di diffondere i valori della guida sicura e del bere consapevole, moderato e responsabile, soprattutto tra i giovani, principali destinatari della campagna”.

 

In prima linea nel sostegno della campagna anche Veronafiere. “Per il quarto anno Veronafiere ha il piacere di ospitare a Vinitaly e sostenere la campagna di sensibilizzazione della Polizia di Stato, in collaborazione con l’Unione Italiana Vini e le 44 cantine che hanno aderito all’iniziativa”, commenta Maurizio Danese, presidente di Veronafiere. “È fondamentale, infatti, promuovere insieme un approccio al mondo del vino basato su cultura e conoscenza affinché i giovani di oggi diventino la generazione di wine lover responsabili del futuro. È questa la strada su cui dobbiamo insistere, continuando – conclude Maurizio Danese – a diffondere un’educazione nel segno della riscoperta di gusti, territori e tradizioni legati al prodotto vitivinicolo italiano”.

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“Cento anni distillati”: la storia della Distilleria Magnoberta

Sarà presentato giovedì 19 aprile alle 18 nelle sale Chagall del Castello di Casale Monferrato il libro “Cento anni distillati”, che ripercorre la storia della Distilleria Magnoberta.

Un percorso fotografico e narrativo, un viaggio lungo un secolo che va dal primo laboratorio liquoristico in Via Lanza fondato nel 1918 da Domenico Magno e Paolo Berta e rilevato da Giuseppe e Rinaldo Lupara nel 1937, alla sede di Strada Asti aperta nel dopoguerra, che viene in questi giorni completamente rinnovata, con la prossima apertura di un punto vendita di prodotti dell’azienda e del territorio e un’esposizione permamente sulla storia della distilleria.

IL LIBRO IN BREVE
Il libro è una narrazione delle vite e delle storie di uomini, donne, territorio e prodotti della tradizione, grazie all’intrecciarsi delle vicende dell’azienda con avvenimenti storici e realtà locali, come la nascita delle altre grandi industrie casalesi, i numerosi laboratori liquoristici che avevano sede nel centro cittadino (di cui oggi si è persa traccia), l’autodromo di Morano e l’aeroporto di Casale.

I testi del volume, curato da Valerio Bigano (collezionista ed esperto di liquori), sono di Bruna Curato, e l’apparato fotografico è stato realizzato da Loris Barbano, sotto la direzione creativa della Carmi e Ubertis Milano.

Si parlerà dunque di grappa, di storia e di storie giovedì al Castello, alla presenza dei curatori di “Cento anni distillati” moderati da Alessandro Ubertis, e nel corso del 2018 i festeggiamenti per il centenario della Magnoberta faranno parte di un progetto di promozione territoriale chiamato “Distillando Casale”, elaborato dalla famiglia Luparia (che oggi guida l’azienda con Alberto e i figli Andrea, Roberta e Valeria) in collaborazione con il Comune di Casale, per trasformare una ricorrenza privata in una festa per tutta la città e dare risalto alle tipicità di Casale e del Monferrato.

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A Roberto Costa il premio “Angelo Betti” 2018

Al vignaiolo Roberto Costa, pioniere piemontese dei vini senza solfiti aggiunti, è stato assegnato il riconoscimento 2018 del Vinitaly per la Regione Piemonte. Titolare insieme al fratello Marco dell’azienda di famiglia, 50 ettari vitati tra Langhe e Roero quasi totalmente dedicati ai vitigni piemontesi – cui recentemente si è aggiunta una proprietà di 40 ettari
in Alto Monferrato che presto ritroverà nuova vita – vede così riconoscere la sua instancabile vena creativa che lo ha portato a intraprendere con la sua azienda sempre nuove strade.

“Con la designazione per il Piemonte di Roberto Teobaldo Costa per il premio “Angelo Betti” al 52° Vinitaly – ha spiegato l’Assessore Regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero – abbiamo voluto premiare la passione, l’umiltà contadina, il forte attaccamento al territorio, il rispetto delle tradizioni unito all’innovazione e alla volontà di affrontare sempre nuove sfide. Il premio è un omaggio a una famiglia, a una azienda e al suo territorio”.

IL RITRATTO DI TEO COSTA
Roberto Teobaldo Costa, per tutti ormai Teo, 53 anni e tre eredi tutti avviati a restare in cantina, è dal 1986 alla guida dell’azienda di famiglia e rappresenta la quarta generazione di viticoltori. A fondare l’azienda, sul finire dell’ 800, è stato il bisnonno Antonio Costa, in paese famoso con il soprannome di Giobbe per la sua pazienza, che deve avere lasciato ai  discendenti una vena della sua positività.

Ottimista e tenace, Teo Costa è stato fra i primi in Italia e primo in Piemonte a puntare sulla
vinificazione senza solfiti aggiunti, mettendo a punto un metodo specifico che ha poi brevettato nel 2007. Dopo il primo spumante rosato “SO2 free” che ha ottenuto riconoscimenti nazionali e la lusinghiera recensione della giornalista e Master of Wine Jancis Robinson, la gamma dei vini senza solfiti aggiunti si è andata ampliando per andare incontro sempre a nuovi consumatori con una linea dedicata anche in in grande distribuzione.

Negli ultimi anni, poi, ha intrapreso il progetto “Libera Natura” in collaborazione con altre aziende agricole di Castellinaldo, il paese del Roero dove ha sede il nucleo originale dell’azienda. Si tratta di un accordo tra produttori che li impegna a ridurre in modo sostanziale gli interventi chimici nella coltivazione del vigneto e nella produzione del vino e a incrementare la fertilità naturale nei terreni vitati.

Diventato famoso nel 1995 per la realizzazione di un’intera linea di vini con le etichette riproducenti i quadri di Ligabue grazie alla collaborazione con il più grande collezionista italiano del famoso pittore naïf, il senatore Giuseppe Amadei, non ha mai finito di stupire con le sue iniziative che offrono sempre nuovi spunti all’economia aziendale.

DA VITICOLTORE AD ALLEVATORE
Recentemente Teo Costa ha intrapreso una nuova sfida che riprende la vecchia passione del padre Antonio, viticoltore e, un tempo, anche allevatore: ricostituire una razza di maiali neri piemontesi che riproduca le caratteristiche dell’antico ed estinto Maiale di Cavour. L’allevamento è contiguo all’azienda viticola e sfrutta i terreni boschivi non adatti alla viticoltura. Liberi di scorrazzare tra il bosco e il prato, sembra che i suoi maiali neri siano ghiotti delle vinacce esauste prodotte in azienda. Forse per questo i salami che produce si adattano così bene alle degustazione dei suoi vini.

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La viticoltura eroica a Vinitaly con Cervim

La viticoltura eroica al Vinitaly 2018 con il Cervim. Il Centro di Ricerca, Studi, Salvaguardia, Coordinamento e Valorizzazione per la Viticoltura Montana, sarà infatti presente al 52esimo Vinitaly, in programma dal 15 al 18 aprile, a Veronafiere, al Padiglione 12 (stand A3-C3), nello spazio della Regione Valle d’Aosta.

“Anche in questa edizione del Vinitaly il Cervim sarà presente con un suo spazio istituzionale ospite nel padiglione della Valle d’Aosta – spiega Roberto Gaudio, presidente del Cervim – come per gli anni passati la nostra presenza è improntata alla presentazione dell’edizione numero 26 del Mondial des Vins Extrêmes (qui i nostri migliori assaggi dell’ultima edizione, ndr), l’unico concorso enologico mondiale riservato ai vini prodotti da viticoltura eroica”.

“Sarà inoltre l’occasione per presentare la prima edizione di Enovitis Extrêmes – continua Gaudio – l’evento dedicato alle tecnologie per la viticoltura eroica, che si terrà in Valle d’Aosta il prossimo 19 luglio, e che ci vede coinvolti nell’organizzazione unitamente a Unione Italiana Vini, assessorato Agricoltura e Risorse naturali Regione Valle d’Aosta e Vival (associazione vitivinicoltori valdostani)”.

GLI EVENTI A VINITALY 2018
Durante il Vinitaly non mancheranno poi gli eventi che vedranno la partecipazione del presidente Cervim Roberto Gaudio.

Lunedì 16 aprile (ore 17)
Nello stand del Consorzio del Soave, Pad. 5 G 4-7 – Gaudio, interverrà al convegno “Autentici autoctoni di montagna – il Cervim e le vigne dell’alta Lessinia – La Durella, la Saccola, il Pinot Nero”, in cui si parlerà delle vigne adatte a climi freddi e a alti areali di collina.

Martedì 17 aprile (ore 15)
Stand Consorzio Prosecco di Valdobbiadene Docg, Pad. 8 stand i2-i3 – si parlerà di “Viticoltura eroica: esperienze a confronto” con l’intervento del presidente Cervim, Roberto Gaudio.

“La partecipazione a Vinitaly – conclude Gaudio – è sempre molto importante, per poter presentare le varie attività del Cervim, oltre al Mondial des Vins Extrêmes e Enovitis Extrême, anche il sesto Congresso Internazionale sulla Viticoltura di Montagna e in Forte Pendenza, che si terrà dal 26 al 28 aprile 2018 a La Laguna (Tenerife – Isole Canarie).

Inoltre la kermesse enologica di Verona è un momento utile per fare incontri con enti e istituti che si occupano di viticoltura eroica, per attivare nuove sinergie, contatti e condivisioni.

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Analisi e Tendenze Vino

“Enotecnico valorizzazione vini territorio”: a Vinitaly la premiazione

E’ in programma lunedì 16 aprile, alle ore 12.30, a Vinitaly, presso lo stand della Fondazione Edmund Mach (Padiglione 3 – Stand F2), la cerimonia di premiazione del concorso “ENOtecnico valorizzazione VINIterritorio” alla presenza del Presidente Andrea Segrè, del Direttore generale, Sergio Menapace, e del Presidente del Consorzio Vini del Trentino, Bruno Lutterotti.

Seguirà la consegna degli attestati del 5° corso di wine export management e la presentazione della pubblicazione “Vinum Sanctum, vinum de Xanto” sull’origine della denominazione “Vino Santo”.

Nello stand dedicato ai vini della cantina FEM, seguirà un piccolo rinfresco curato dagli studenti del Centro Istruzione e Formazione.

2° Concorso“ENOtecnico valorizzazione VINIterritorio
La manifestazione, che si è svolta il 5 e 6 aprile scorso, è stata organizzata dalla Fondazione Edmund Mach col patrocinio dei Comuni della Piana Rotaliana (San Michele all’Adige, Mezzolombardo e Mezzocorona) e ha contato sul supporto delle sezioni Assoenologi di Trentino ed Alto Adige-Südtirol.

Centoundici etichette in gara, 55 cantine della regione Trentino Alto Adige-Südtirol, quattro tipologie di vino ovvero Teroldego, Marzemino, Traminer aromatico e Gewürztraminer, tre commissioni e una trentina di esperti tra enologi, enotecnici, sommelier e giornalisti del settore.

Un concorso enologico vero e proprio, autorizzato dal Ministero delle politiche agricole ed economiche, che valorizza i vitigni del territorio, ma caratterizzato da una notevole valenza didattica visto il coinvolgimento degli studenti della Fondazione Edmund Mach.

Il concorso è stato curato dal Centro Istruzione e Formazione con l’obiettivo di far conoscere le unicità delle produzioni enologiche di territorio: vitigni autoctoni o interpretazioni territoriali di vitigni internazionali.

Quest’anno i vini protagonisti sono Teroldego Rotaliano DOC, Trentino DOC Marzemino, Trentino DOC Traminer aromatico e Südtirol – Alto Adige DOC Gewürztraminer. Saranno premiate le prime tre posizioni di ogni categoria e le categorie in gara sono otto.

Consegna attestati 5^ edizione corso WEM
La quinta edizione dell’Executive Master in Wine Export Management si è svolta dal 26 gennaio al 27 maggio 2017. Al percorso di eccellenza per la formazione vitienologica hanno partecipato 25 corsisti, selezionati da oltre una ottantina di candidati.

Il coso ha negli anni ha consolidato una sua specifica struttura didattico/formativa, poiché avere competenze di export management è un’esigenza di figure professionali molto diverse nel mondo del vino.

Il piccolo produttore, magari vitivinicoltore, l’enologo “tuttofare” della piccola cantina, il responsabile commerciale della piccola e media azienda, il proprietario/imprenditore che si occupa a 360° della gestione.

E ancora il giovane laureato che desidera acquisire competenze anche nel settore dell’export del vino. Sono tante le figure professionali che hanno bisogno di acquisire le “skill” specifiche dell’export management.

“Vinum Sanctum, vinum de Xanto”
Sarà presentata la pubblicazione sull’origine della denominazione “vino santo” edita dalla Fondazione Edmund Mach e curata da Marco Stenico. Si tratta di un saggio dedicato all’uva Nosiola e al suo nobile figlio il “Vino santo” della trentina Valle dei Laghi.

Il libro è frutto di una ricerca a carattere storico condotta esclusivamente su fonti documentarie e bibliografiche individuate attraverso una ricerca di archivio principalmente in ambito trentino, ma anche lombardo e veneto, che copre un periodo che va dal secolo XIII al primo Ottocento.

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Vinitaly 2018: fitto calendario di eventi per i vini della Val d’Aosta

Milano – Sarà molto vivace e interessante, quest’anno, il programma degli eventi organizzati dall’Associazione dei Viticoltori della Valle d’Aosta (VIVAL) in occasione di Vinitaly 2018. Gli eventi, rivolti agli operatori del settore, agli appassionati e ai giornalisti, si svolgeranno tutti alla Saletta Degustazioni (Padiglione 12 – C3).

Si aprirà domenica 15 aprile, giorno di apertura, alle ore 14.00, con una presentazione generale della Valle d’Aosta e dei suoi vini: “Valle d’Aosta: i prodotti del territorio, autenticità e tradizione e i vini Valle d’Aosta DOC”.

Lunedì 16 aprile, alle 11.00, sarà invece la volta di un incontro riservato a giornalisti e comunicatori dal titolo: “Valle d’Aosta: i prodotti del territorio, autenticità e tradizione; salumi, insaccati e vini della Valle d’Aosta DOC”.

Sempre lunedì, nel pomeriggio (h.14,00), avrà luogo un interessante incontro tra Valle d’Aosta e Liguria, due anime eroiche: “Due regioni a confronto, presentazione di un piatto della gastronomia ligure preparata da uno Chef del circuito Liguria Gourmet e delle DOP valdostane con una proposta di abbinamento con i vini delle due Regioni.

Martedì 17 aprile, infine, altri due momenti di particolare interesse. Alle 11.30 si inizierà con “Valle d’Aosta: i prodotti del territorio, autenticità e tradizione e i vini Valle d’Aosta DOC”, per proseguire, alle 14.30, con un secondo incontro dedicato alla stampa: “Valle d’Aosta: i prodotti del territorio, autenticità e tradizione – la filiera lattiero casearia e i vini Valle d’Aosta DOC”.

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Modigliana Doc: il 21 e 22 aprile la festa del Sangiovese “di montagna”

Appuntamento con “ModiglianaDOC – Sangiovese in festa” sabato 21 e domenica 22 aprile. La grande festa del sangiovese a Modigliana (FC) oggi ha la forza delle 12 cantine che fanno capo al gruppo “Stella dell’Appennino”, un sodalizio nato nel 2017 che punta a valorizzare la produzione “di montagna” dell’Appennino più alto dai suoli poveri di marne e arenarie

«Siamo in piazza insieme al paese» spiega Emilio Placci dell’azienda Il Pratello «perché il Sangiovese fine ed elegante di queste montagne è diventato simbolo di tutta la comunità di Modigliana e quindi deve stare in piazza, dentro alla festa popolare che da sempre lo promuove. Con la sua gente».

Con la Pro Loco che organizza la festa, ci sono infatti tutte le cantine del comune: Agrintesa, Balía di Zola, Canova San Martino in Monte, Casetta dei Frati, Castelluccio, Il Pratello, Il Teatro, La Pistona, Lu.Va., Mutiliana, Torre San Martino, Villa Papiano.

Si parte il sabato pomeriggio, ore 17, con il concorso “Amatori del Sangiovese” in piazza Don Minzoni. Alle ore 19.30 Ceningiro, la cena itinerante in giro per il centro storico del paese, tra musica e animazione. In piazza Don Minzoni sarà anche in funzione l’Osteria.

Domenica 22 si parte alle ore 8 con “Trippa a Colazione”, trippa e un bicchiere di Sangiovese come da antica tradizione locale. Dalle ore 9.30 per le vie del centro storico ci sarà il mercato di prodotti tipici e di artigianato locale. Alle 12 pranzo al Mercato Coperto, mentre in piazza Don Minzoni sarà sempre in funzione l’Osteria. Alle 14.30 aprirà anche lo stand con degustazione dei vini prodotti dalle cantine aderenti alla festa (vini che accompagneranno anche la cena itinerante del sabato e il pranzo al Mercato Coperto). Durante tutta la giornata musica e animazione.

«Il vino deve essere un racconto quotidiano, pieno di gente e storie. Di invenzioni e generazioni che si scontrano e si ritrovano. Il racconto del vino vive dentro alle giornate della gente e noi abbiamo il dovere di lasciarcelo. Solo con questa confidenza si può puntare più in alto, l’ambizione di Modigliana deve partire dalla testimonianza della gente del paese».

A parlare è Luca Monduzzi, titolare insieme alla moglie Stefania Montanari dell’azienda Il Teatro. Insomma una grande festa popolare per il territorio romagnolo che è la rivelazione degli ultimi anni, sempre più apprezzato in Romagna e nel mondo e sempre più radicato tra le sue montagne, in quell’Appennino che unisce Romagna e Toscana.

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30 anni di Vino Nobile di Montepulciano: a Vinitaly l’elogio del Sangiovese

Padiglione 9 (Toscana), Stand D12 – D13. Le coordinate per trovare a Vinitaly i produttori di Vino Nobile di Montepulciano presso lo stand del Consorzio che li riunisce sono le stesse per raggiungere simbolicamente la toscana espressa dalla città e dal territorio di Montepulciano.

Lo stand infatti offrirà ai visitatori gigantografie del paesaggio e delle bellezze artistiche del territorio, nell’anno in cui tra l’altro si festeggiano i 500 anni dalla posa della prima pietra di uno dei simboli della città toscana, il Tempio di San Biagio. Allo stand oltre che presso le postazioni delle aziende presenti in forma diretta (venti in tutto), i visitatori potranno degustare il Vino Nobile di Montepulciano, il Rosso e le Riserve al banco d’assaggio consortile che rappresenterà l’intera denominazione.

30 anni di Vino Nobile. E’ il titolo della degustazione storica che il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano ha programmato a Verona lunedì 16 aprile, alle ore 15 (sala C – Pad 10 piano I). Il sottotitolo dell’evento è “L’evoluzione del Sangiovese a Montepulciano”. La degustazione attraverserà la produzione dividendola in tre decadi: 1980-1990; 1990-2000; 2000 fino alle ultime annate. Con la guida dell’enologo Lorenzo Landi e del giornalista Gianni Fabrizio, un viaggio alla scoperta dei cambiamenti e delle evoluzioni dell’invecchiamento del Vino Nobile di Montepulciano.

IL MERCATO
Vinitaly sarà anche l’occasione per confrontarsi con il mercato italiano e internazionale , un mercato che conformemente alla tendenza degli ultimi anni, anche nel 2017 si è confermato verso l’export con una quota destinata all’estero pari al 78 per cento di prodotto, mentre il restante 22% è stato commercializzato in Italia.

Per quanto riguarda il mercato nazionale le principali vendite sono registrate in Toscana per il 48%, dato al quale si aggiunge il 17 per cento delle vendite al Centro. Al Nord è stato venduto il 14% del totale, mentre continua la sua crescita (nel 2017 del 2%) toccando quota 20 per cento la vendita diretta in azienda.

Per quanto riguarda l’estero si assiste a una torta divisa a metà tra Europa e paesi extra Ue. La Germania si conferma il primo mercato del Nobile con il 44,5 per cento della quota esportazioni. Il secondo Paese di riferimento è quello degli Stati Uniti che segnano ancora una crescita rispetto al precedente anno arrivando nel 2017 arrivando a rappresentare il 21,5 per cento dell’export del Nobile. Successo anche per i mercati asiatici ed extra Ue con oltre il 7 per cento delle esportazioni. Il Vino Nobile è apprezzato anche in Svizzera dove raggiunge il 16 per cento.

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Torna a Verona dal 13 al 16 aprile Vinitaly and The City, il fuorisalone di Vinitaly

Vinitaly and The City, ovvero quattro giorni per scoprire sapori e tradizioni regionali dell’Italia: degustazioni enogastronomiche, ma anche arte, musica e spettacoli lungo le vie e nelle piazze della Città Patrimonio dell’Unesco.

Un itinerario che porterà nei luoghi più suggestivi del centro storico, alla scoperta di piatti, vini e tradizioni: un appuntamento per tutti i wine lover, un’occasione unica per vivere Verona.

LE TAPPE DI VINITALY AND THE CITY
– Arco dei Gavi con l’esperienza internazionale
– Piazza San Zeno con ospite l’Emilia Romagna
– Fontana dell’Arsenale che racconta la Terra di Sicilia
– Lungadige San Giorgio con le tradizioni della Campania
– Torre dei Lamberti per degustazioni in alta quota
– Cortile Mercato Vecchio con Sorsi d’Autore
– Piazza dei Signori che ospita il Veneto

ALTRI EVENTI SPECIALI VINITALY AND THE CITY
le prestigiose 14 Masterclass
la Mezzaluna del Vino – rafting sull’Adige
RTL Digital Room – punto di incontro di guest, influencer e blogger
Shakespeare & The Wine – sulle tracce della celebre opera ambientata a Verona
La Notte Viola – sabato 14 aprile negozi aperti fino alle ore 24.00

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Cantina Terlano: Pinot Bianco 2005, vino rarità 2018

Vini bianchi longevi e con grande potenziale di invecchiamento: queste sono le caratteristiche che negli ultimi anni hanno permesso a Cantina Terlano di essere così apprezzata nel panorama vinicolo internazionale.

Una prova tangibile della competenza enologica della cantina sono i cosiddetti vini rarità, etichette speciali disponibili in edizione limitata. Quest’anno la scelta è ricaduta sul Pinot Bianco 2005 che ha fatto il suo debutto in occasione delle principali fiere europee del settore.

Una peculiarità di Cantina Terlano è la capacità di creare vini che, anche dopo molti anni, spiccano per freschezza e grande complessità. Ciò è dovuto soprattutto all’ineguagliabile terroir di Terlano e agli speciali metodi di produzione e affinamento adottati dalla cantina.

Il vino rarità è per tradizione ambasciatore della straordinaria longevità dei vini di Terlano. Nel “forziere” di Cantina Terlano sono conservate 18 botti di acciaio contenenti diverse varietà di vini bianchi, alcuni dei quali risalenti addirittura al 1979.

“Quest’anno abbiamo optato per il Pinot Bianco, una varietà di punta per Terlano, e in particolar modo per l’annata 2005, estremamente interessante. Dopo la vendemmia, il vino rarità ha trascorso un anno in botte di legno ed ha proseguito poi la maturazione sui lieviti fini per 10 anni in una cisterna d’acciaio collocata nella nostra cantina delle rarità. Infine, il vino ha sostato per un ulteriore anno in bottiglia prima di fare il suo debutto”, spiega l’enologo Rudi Kofler.

“Il vino rarità proviene da uve monovitigno e si presenta al naso in modo particolarmente ricco e fresco. Al palato è morbido e cremoso con una struttura acida giovane e vigorosa che lascia poi spazio ad un gusto raffinato e delicato, integrando perfettamente le note minerali. Il finale è morbido ed elegante ma allo stesso tempo estremamente carico e profondo”.

Il Pinot Bianco 2005 di Cantina Terlano ha fatto il suo debutto in occasione delle più importanti fiere di settore in Europa, tra cui Prowein di Düsseldorf e Vinitaly di Verona. Il vino rarità è disponibile in un’edizione limitata di sole 3.300 bottiglie presso i rivenditori specializzati.

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MIPAAF: il ministero a Vinitaly 2018 con eventi su ricerca ed innovazione nel campo del vino e dell’olio

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali sarà presente anche quest’anno alla Fiera di Verona dove si svolgeranno in contemporanea, da domenica 15 a mercoledì 18 aprile 2018, Vinitaly – Salone internazionale del vino e dei distillati e Sol&Agrifood – Salone internazionale dell’agroalimentare di qualità.

In programma, presso l’area espositiva del Mipaaf al piano terra del PalaExpo, all’interno della fiera, convegni, seminari di Agea, Ismea, Crea e presentazioni di ricerche, con la partecipazione anche del Vice Ministro Andrea Olivero, per promuovere il comparto vitivinicolo e olivicolo-oleario, valorizzare al meglio le produzioni di qualità e informare gli operatori sugli strumenti a disposizione in materia di semplificazione amministrativa e controlli.

Presente anche l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) che metterà gratuitamente a disposizione degli operatori della filiera vinicola il proprio personale per aiutare le aziende ad operare in modo corretto ed efficiente. I funzionari dell’ICQRF saranno a disposizione tutti i giorni dell’evento, dalle ore 10:00 alle 18:00.

IL PROGRAMMA

DOMENICA 15 APRILE

ore 15:00, Area Talk Show – “Doc delle Venezie, anno uno! Territorio e nuova brand identity del Pinot grigio, stile italiano” – a cura del Consorzio Tutela Vini DOC delle Venezie.

ore 15:00, Sala Conferenze – convegno “Il mercato del lavoro in viticultura, criticità e sviluppi, influenza della manodopera alla qualità del prodotto finale”

LUNEDÌ 16 APRILE

ore 12:30, Area Talk Show – “Olio extravergine di oliva: ci trovi gusto, guadagni benessere” – a cura di Ismea.

ore 15:00, Area Talk Show – “Internet of things e il mondo del vino” – a cura di Federdoc.

ore16:00, Area Talk Show – “Filiera 4.0 – La Blockchain a garanzia delle produzioni agroalimentari” – a cura di Agea.

ore 17:00, Area Talk Show- “Degustare la ricerca. Attraverso i vini prodotti dai centri CREA Viticoltura ed Enologia e con l’aiuto dei ricercatori sarà possibile scoprire la scienza nascosta in un calice”.

ore 10:30, Sala Conferenze – “Equalitas: la Certificazione della sostenibilità della filiera vitivinicola”.

ore 12:30, Sala Conferenze – “Le sfide della ricerca per la viticoltura che verrà” – a cura del CREA.

ore 15:30, Sala Conferenze – “Sistema di qualità nazionale produzione integrata (SQNPI): l’esperienza del Consorzio Vini del Trentino”.

MARTEDÌ 17 APRILE

ore 10:00, Area Talk Show – “Un sorso di innovazione. Dalle analisi sensoriali all’adozione di nuove tecniche in cantina, l’impegno della ricerca per mantenere il nettare di Bacco sempre più al passo con i tempi” – a cura del CREA.

ore 14:30, Area Talk Show – convegno “Wine & Landscape 2.0 – Architecture”.

ore 12:00, Sala Conferenze – “OCM vino: le risorse finanziarie investite nel settore vitivinicolo per accrescerne la competitività”.

ore 13:30, Sala Conferenze – “Buone pratiche di multifunzionalità agricola” – a cura di Ismea / Rete Rurale Nazionale.

ore 16:00 – Sala Conferenze – “Il settore del vino e dell’olio. Quale futuro nella PAC post 2020” – a cura del CREA / Rete Rurale Nazionale.

MERCOLEDÌ 18 APRILE

ore 10:00, Area Talk Show – Premiazione del concorso legato alla campagna “Olio Extra Vergine. La sua ricchezza, la nostra fortuna”.

ore 10:00, Sala Conferenze – “Apprendimento di…vino. Sulla scia del concorso enologico, ricercatori CREA e studenti a confronto sulla cultura e sulla scienza del vino.

ore 14:30, Sala Conferenze – Concorso enologico “Istituti Agrari d’Italia” – a cura del CREA.

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Vinitaly 2018: le curiosità del vino made in Italy allo stand Coldiretti

Le curiosità del vino Made in Italy sono protagoniste all’inaugurazione del Vinitaly nello stand della Coldiretti dove saranno mostrate le esperienze piu’ originali dalla vigna alla cantina, dall’imbottigliamento all’etichettatura. L’appuntamento è per domenica 15 aprile alle ore 9,30 al Vinitaly nello stand della Coldiretti nel Centro Servizi Arena – stand A, tra il padiglione 6 e 7.

Con l’occasione sarà presentata l’analisi sui numeri del vino Made in Italy con un focus sulla prima “borsa” dei vini italiani e la mostra delle bottiglie che hanno avuto il maggior incremento delle vendite in Italia nell’ultimo anno.

Alle 15,30 nella Sala Rossini la Coldiretti nella giornata di apertura organizza l’incontro “La tutela delle denominazioni in Europa e nel mondo” con gli interventi, tra gli altri, del Direttore di Ismea Raffaele Borriello, del Presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella e del primo vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro e con le conclusioni del presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.

Nello stand Coldiretti fino alla chiusura del Vinitaly di mercoledì 18 aprile si alterneranno nei diversi giorni esposizioni, dimostrazioni pratiche, mostre ed analisi mirate alla promozione e difesa del vino italiano nel mondo.

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Rosato da uve autoctone italiane: cinque consorzi alleati per la promozione

Insieme per la valorizzazione del vino rosato autoctono italiano. Cinque consorzi di tutela uniscono l’Italia da nord a sud per portare nel mondo uno stile italiano del vino rosato, fatto di un’interazione unica e irripetibile tra il sapere umano e la peculiare vocazione di vitigni tradizionali, suoli e climi.

I territori sono quelli che da sempre esprimono una particolare vocazione nella produzione di vini rosé e che costituiscono oggi i capisaldi dei rosati a menzione geografica ottenuti da uve autoctone: Chiaretto di Bardolino, Valtènesi Chiaretto, Cerasuolo d’Abruzzo, Castel del Monte Rosato e Salice Salentino Rosato.

Alla vigilia dell’apertura di Vinitaly, sabato 14 aprile alle ore 10, i cinque presidenti dei consorzi si riuniranno a Villa Carrara Bottagisio di Bardolino, futura sede del Consorzio di tutela del Bardolino e del Chiaretto che nel progetto assumerà il ruolo di capofila. Di fronte al sindaco della cittadina lacustre, Ivan De Beni, sigleranno un Patto d’Intenti nel quale si impegnano ad una promozione unitaria delle loro produzioni.

Tanto in Italia, dove la diffusione dei vini rosati è ancora marginale, quanto all’estero, dove invece il mercato è in rapida espansione e si registra una sempre maggiore sensibilità verso questa tipologia.

L’auspicio dei cinque organismi di tutela è quello di allargare l’intesa agli altri territori nei quali si producono tradizionalmente vini rosati da uve autoctone per giungere presto alla costituzione di un Centro del Rosato Autoctono Italiano che possa essere sede di confronto, promozione e ricerca.

Primo banco di prova sarà già Vinitaly, dove le cinque denominazioni saranno presenti in degustazioni collettive e dibattiti nei rispettivi spazi consortili.

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Dal 2019 nuovo sito per la Cantina Bolzano certificato CasaClimaWine

E’ partito il countdown per Cantina Bolzano che tra un anno esatto, in occasione del Vinitaly 2019, inaugurerà la nuova sede. Il nuovo sito produttivo sarà la prima cantina produttori certificata CasaClimaWine® e diventerà la più innovativa costruzione interrata dell’intero arco alpino.

Si stanno concludendo in questi giorni gli ultimi lavori strutturali per la costruzione della nuova Cantina Bolzano, che sarà operativa già dalla vendemmia 2018 quando le uve saranno interamente consegnate e lavorate nella nuova sede.

LA NUOVA SEDE
Il nuovo edificio produttivo è strutturato su 5 livelli che permettono di sfruttare la forza di gravità per la produzione di vino, garantendo una considerevole ottimizzazione energetica e la preservazione della qualità delle uve. 

L’intero edificio produttivo è costruito sotto il livello del terreno ed è coperto in superficie da grandi terrazze che ospiteranno i vigneti pensili con le Dolomiti a fare da sfondo.

E’ stata già ultimata anche la costruzione del grande cubo in vetro che, una volta ricoperto dalle foglie di vite stilizzate, diventerà il simbolo della nuova Cantina Bolzano nonché l’unico elemento visibile fuori terra dell’intera costruzione.

L’importante operazione di trasferimento di tutte le Attrezzature presenti nella vecchia sede di Piazza Gries, avrà luogo nei prossimi mesi per garantire la piena operatività del nuovo sito già a partire dal prossimo autunno.

 “Siamo molto soddisfatti dei lavori, i tempi previsti sono stati rispettati e già da inizio luglio gli uffici della nuova sede saranno operativi. La vendemmia 2018 si svolgerà interamente nella nuova cantina e da ottobre anche la linea d’imbottigliamento sarà attiva”. Riporta Stephan Filippi, enologo di Cantina Bolzano. 

Mancano quindi 365 giorni all’inaugurazione ufficiale prevista in occasione di Vinitaly 2019, quando clienti e appassionati di vino potranno finalmente visitare l’innovativa cantina, costruita secondo i più moderni principi di sostenibilità.

VINITALY 2018
Per degustare i vini non servirà però aspettare un anno intero: Cantina Bolzano sarà presente dal 15 al 18 aprile 2018 alla 52esima edizione di Vinitaly presso il Pad 6 Stand B2.

Durante la kermesse vinicola i visitatori avranno la possibilità di degustare anche lo Chardonnay Doc Riserva 2015 e il Sauvignon Doc Riserva 2015, vini che hanno ottenuto eccellenti punteggi nelle guide più prestigiose a livello nazionale ed internazionale.

LA CANTINA DI BOLZANO
Cantina Bolzano è la cantina urbana della città di Bolzano, realtà storica del territorio altoatesino che riunisce in sé le produzioni proveniente da tutti gli appezzamenti cittadini.

L’impegno quotidiano è quello di produrre vini di alta qualità e dal carattere regionale rispettando la tradizione ma utilizzando allo stesso tempo procedure moderne e know-how tecnico all’avanguardia, mirando a soddisfare i più alti standard di qualità.

Dai vitigni autoctoni della zona di Bolzano nascono i due vini immagine della cantina: Santa Maddalena e Lagrein. Il nuovo sito produttivo della Cantina Bolzano sorgerà alle porte della città, nella zona di San Maurizio, sarà la più innovativa costruzione interrata dell’intero arco alpino e la prima cantina produttori certificata CasaClimaWine®.

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Il futuro della grappa: la ricetta dei produttori

Il futuro della grappa? Invecchiamento, miscelazione e comunicazione. E’ la ricetta fuoriuscita da un incontro promosso dall’Istituto di Tutela Grappa del Trentino nel quale sono stati protagonisti distillatori italiani e opinion leader, uniti con l’obiettivo di individuare insieme una strategia comune per promuovere e ampliare i confini del distillato italiano per eccellenza.

«Ci siamo incontrati nuovamente insieme ai produttori che hanno deciso di salire a bordo in questo progetto per fare fronte comune sul mondo della grappa, per interrogarci su tre pilastri, Invecchiamento, miscelazione e comunicazione, argomenti al centro della tavola rotonda da cui sono scaturite una serie di idee e riflessioni interessanti», spiega il presidente dell’Istituto, Beppe Bertagnolli.

INVECCHIAMENTO, MISCELAZIONE E COMUNICAZIONE

L’invecchiamento della grappa ha un processo più certificato rispetto agli altri spiriti internazionali e nazionali. Il tema da sviluppare ora è quale strada seguire: da un lato la via francese, dall’altro quella scozzese e irlandese. Il lato comune è tuttavia quello di costruire un percorso a metà strada con la volontà di dare maggiore identità a prodotti che vengono invecchiati con più riconoscibilità per il consumatore finale.

Per quanto riguarda la miscelazione invece i distillatori trentini sono d’accordo nel cercare una via per realizzare un avvicinamento al consumatore più giovane e per farlo l’idea è quella di avvicinarsi ai bar tender, come succederà per esempio a Vinitaly.

Infine, dal punto di vista della comunicazione, l’idea è quella di costituire un fronte comune attraverso un progetto che aiuti a sviluppare l’immagine della grappa, che deve essere svecchiata mantenendo però al contempo tipicità e target di riferimento.

E intanto a proposito di eventi e miscelazione, la tappa più imminente è quella di Vinitaly, dal 15 al 18 aprile, dove l’Istituto Tutela Grappa del Trentino sarà presente al Padiglione 3 stand E1 con uno spazio che ospiterà la quasi totalità delle etichette dei soci.

Per i visitatori che arriveranno a scoprire il Trentino visto dai distillatori una grande sorpresa: uno spazio bar dove il famoso barman Leonardo Veronesi si cimenterà tutti i giorni nella realizzazione di cocktail a base di grappe del Trentino (dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 17.30). Dalla grappa invecchiata alle riserve, passando per le tradizionali, il bar tender di Riva del Garda interpreterà l’arte dei mixology con al centro degli ingredienti il distillato trentino. Un’occasione unica per tutti per degustare quindi l’unico prodotto italiano del genere a godere di una Igp, rivisto in chiave moderna.

A Vinitaly si potranno inoltre scoprire le ultime annate in commercio. Nell’aria dell’Istituto sarà possibile anche per i neofiti e gli appassionati avvicinarsi alla grappa di qualità attraverso degustazioni guidate e dei veri e propri “mini corsi” di degustazione accompagnati da esperti degustatori.

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