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Consorzio Valpolicella: esclusivo tasting all’Institute of Directors di Londra

 

 

SANT’AMBROGIO di VALPOLICELLA (VR) – Per il secondo anno consecutivo il Consorzio Vini Valpolicella sceglie l’Institute of Directors, al 116 di Pall Mall a Londra per il suo evento esclusivo nel Regno Unito. A condurre la masterclass dell’11 dicembre sarà Peter McCombie, Master of Wine da 25 anni e uno dei massimi esperti di vino italiano nel mondo. A seguire, un Walk Around Tasting con 12 aziende del territorio.

“Il Regno Unito si conferma piazza strategica per i vini rossi dop del Veneto – spiega Olga Bussinello, direttore del Consorzio – dove la Valpolicella incide per il 70%, con il primo semestre 2019 che ha segnato un +16,2% a valore sull’anno scorso e un +36,6% a volume. Il secondo Paese al mondo per import enologico, ritaglia inoltre un’importante fetta del suo paniere all’Amarone della Valpolicella, che qui fa arrivare l’11% dell’export totale del grande rosso veneto”.

Si arresta, invece, dopo diversi anni la corsa del vino italiano negli UK, a causa della decisa frenata nei primi 8 mesi di quest’anno degli sparkling (-9,1%). Nonostante ciò, in rialzo le performance dei vini fermi negli UK, che nei primi 8 mesi dell’anno siglano un +2,8% (fonte: Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor).

Le aziende che partecipano all’evento di Londra: Bertani, Costa Arènte, Cristiana Bettili Wines, Fumanelli, Latium Morini, Le Guaite di Noemi, Montresor, Pietro Zanoni, Roccolo Grassi, San Rustico, Sartori di Verona, Trabucchi.

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Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg in tour in Europa

Il viaggio in Europa del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg prosegue con gli appuntamenti organizzati per il progetto “Enjoy European Quality Food”, in cui è protagonista insieme ad altre cinque eccellenze dell’enogastronomia italiana.

Il punto di partenza del tour è stata la cena di Leandro Luppi: “Variazioni Alimentari sul lago di Garda” che mercoledì 20 novembre nella città di Edimburgo, in occasione della Settimana della cucina italiana nel mondo, e in collaborazione con l’Istituto di Cultura Italiana, ha incantato gli ospiti.

Una proposta evocativa dei sapori del Benaco, seguita giovedì 21 da un incontro di presentazione di varie eccellenze del made in Italy e un approfondimento sugli stili di vita più sani. Gli interventi sono stati intervallati dalla degustazione dei prodotti e naturalmente da un calice di Conegliano Valdobbiadene.

Obiettivo del progetto è valorizzare i prodotti enogastronomici di qualità certificata italiani, realizzando attività di promozione in sei Paesi: Spagna, Italia, Regno Unito, Polonia e Germania.

Catalizzatore, ancora una volta, “La settimana della cucina italiana nel mondo”, durante la quale hanno preso il via le iniziative patrocinate dalle istituzioni italiane e dedicate a promuovere all’estero i prodotti agroalimentari di eccellenza del Bel Paese.

Dopo l’appuntamento spagnolo (18 novembre) e quello londinese (20 novembre) sarà la volta di Berlino (28 novembre) e infine Varsavia (12 dicembre). Per ogni tappa si affrontano tematiche di attualità locale del settore ad esempio in Spagna il boom nelle vendite delle Indicazioni Geografiche in un mercato promettente ma ancora da educare.

E ancora nel Regno Unito, lo spettro della Brexit e i suoi possibili scenari; in Germania il trend socio-economico della sostenibilità che governa gli acquisti di una parte sempre più consapevole della popolazione; infine la Polonia con prospettive di grande espansione e curiosa nei confronti dei prodotti italiani di qualità.

Nel corso di ogni evento sono proposte degustazioni e un menu specifico ideato sulla base dei gusti locali, ma con l’inserimento dei prodotti protagonisti del progetto e con la consulenza di grandi chef come Ferdinando Bernardi, unico chef stellato del ristorante italiano Orobianco di Madrid, e Giorgio Locatelli, il celebre chef stellato italiano, londinese per professione, e apprezzato in tutto il mondo.

Infine, il 28 novembre a Londra si terrà la cerimonia di premiazione del concorso IWSC – International Wine & Spirit Competition, di cui il Consorzio di Tutela è sponsor e che come la denominazione Conegliano Valdobbiadene quest’anno celebra i Cinquant’anni.

Da due anni è stato inserito nell’ambito della competizione il Trofeo Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG attribuito dalla giuria al miglior vino della Denominazione tra quelli presentati. Quest’anno sarà l’azienda Colesel ad aggiudicarsi il Trofeo con il Valdobbiadene Superiore di Cartizze Brut 2018.

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Wine2Wine 2019: quattro strade per l’export del vino italiano

VERONA – Aumento di valore dell’export, diversificazione degli sbocchi, spinta sull’internazionalizzazione e promozione dell’enoturismo. Queste, secondo Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, le quattro strade da perseguire “per dare forza e sostegno al sistema Italia”. Se ne è discusso ieri all’evento di inaugurazione di Wine2Wine 2019 a Verona, nel panel “wine2export: overview 2019 per le sette sorelle del vino”.

Un’occasione utile, per Uiv, per chiedere al ministro Bellanova di “accelerare sui cinque decreti attuativi del Testo Unico relativi ai vigneti storici o eroici, al riconoscimento o modifica dei vini Do e Ig, ai contrassegni, allo schedario viticolo e all’etichettatura dei vini”.

Le prime frenate degli spumanti, locomotiva del nostro export, in Gran Bretagna e Germania – ha sottolineato Abbona – rendono urgente un’azione immediata. Non si recupera valore dell’export semplicemente tentando aumenti dei prezzi che, da soli e slegati da una strategia, rischiano di far perdere quote di mercato”.

“L’aumento di valore – sempre secondo il presidente di Uiv – si consegue con politiche rigorose e coerenti di qualità, strategie di marketing, a livello di Paese, DO e imprese, pensate sul lungo periodo per costruire e rafforzare la reputazione e il posizionamento e valorizzare le identità territoriali dei vini collegate all’incoming turistico“.

Il 65% del valore dell’export del vino italiano è concentrato in soli in 5 mercati (di cui 3 europei) e quando questi subiscono flessioni, ne risente tutto il sistema.

Dobbiamo quindi spronare i produttori e orientare le azioni di promozione – ha suggerito Ernesto Abbona – per favorire la diversificazione degli sbocchi commerciali, tema urgente in un quadro internazionale di instabilità geopolitica dominato del persistere di logiche protezionistiche”.

“Abbiamo bisogno di aumentare il valore delle nostre produzioni e le iniziative di promozione istituzionale come il ‘Piano straordinario del Made in Italy’ – ha aggiunto Abbona – ma si deve anche promuovere una distensione delle relazioni transatlantiche ed evitare un inasprimento della guerra commerciale con gli Stati Uniti.

Tra le altre opzioni indicate da Unione italiana Vini, l’accelerazione delle trattative per chiudere gli Accordi di libero scambio ancora in discussione e infine e l’intensificazione della lotta all’italian sounding, che colpisce molti grandi vini italiani in diversi mercati.

“In questo senso – ha aggiunto Abbona – l’azione di Ice diventa strategica e con l’agenzia dovremo definire le priorità e i Paesi-obiettivo circa le attività di promozione. Accogliamo con soddisfazione la convocazione del “tavolo vino”, al quale intendiamo dare un serio e fattivo contributo”.

Da qui, l’impegno dell’Associazione “a portare il nostro contributo fattivo – ha promesso il presidente Abbona -. È necessario lavorare come ‘sistema Paese’ per orientare gli investimenti all’estero, difendere il vino in tutte le sedi europee e internazionali in quanto prodotto integrante della dieta mediterranea”.

Per Abbona occorre inoltre “valorizzare il sistema ‘vino-territorio-turismo-produzioni agroalimentari’ e difendere il vino dagli attacchi di organizzazioni internazionali e Ong che lo considerano alla stregua delle altre bevande alcoliche, demonizzando il consumo, indipendentemente dai modi e dalle quantità”.

Il problema, come ha voluto ricordare il presidente di Uiv  “non è il consumo ma l’abuso di alcol, tema che invece ci preoccupa e per il quale il settore è impegnato concretamente con i consumatori e le istituzioni, attraverso la formazione e l’educazione al bere responsabile”.

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A Bologna tre giorni con i “Vignaioli di Montagna” del Trentino Alto Adige

BOLOGNA – Tre giorni dove i protagonisti saranno il cinema e il vino delle “terre alte”. A Bologna arriva Vignaioli di Montagna, la manifestazione che mette sotto i riflettori i vini artigianali del Trentino e dell’Alto Adige, il cinema e le culture di montagna e che si terrà a Bologna dall’1 al 3 febbraio 2020.

L’evento – nato dalla collaborazione tra il Consorzio Vignaioli del Trentino, i Freie Weinbauern Südtirol e il Trento Film Festival, con il supporto della Camera di Commercio di Trento e della Camera di Commercio di Bolzano – si svolgerà nella sede della Fondazione Cineteca di Bologna, che diventerà crocevia della narrazione enologica e cinematografica sul rapporto fra uomo e montagna.La manifestazione si svolgerà su tre giorni.

IL PROGRAMMA
Sabato 1 febbraio la Biblioteca Renzo Renzi ospiterà 20 vignaioli trentini e 20 altoatesini: un sentiero che si snoderà nelle valli alpine, attraverso vini artigianali, di qualità, territoriali e sostenibili.

Domenica 2 febbraio sarà dedicata all’anteprima della 68ª edizione del Trento Film Festival (25 aprile – 3 maggio 2020). Nel pomeriggio doppio appuntamento con Persorsi: un viaggio enoico dalle Dolomiti Patrimonio Unesco al Lago di Garda, una passeggiata immersiva e multisensoriale nella viticoltura di montagna.

In serata la proiezione di Our Blood Is Wine (di Emily Railsback, USA, 2018, 78’), un documentario nato da un’idea del cineasta e sommelier Jeremy Quinn. Infine lunedì 3 febbraio tre masterclass sulla vitienologia delle terre alte, condotte da relatori d’eccezione e dedicate a operatori, critici e giornalisti di settore. A breve il programma completo, sui siti web degli organizzatori.

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Simei 2019: 33 mila visitatori in 4 giorni

MILANO – Oltre 33 mila visitatori provenienti da tutto il mondo, con un incremento del 5% rispetto all’ultima edizione milanese della fiera, nel 2015. Più di 500 espositori presenti e oltre 500 delegati provenienti da 90 Paesi. Tempo di bilanci per Simei 2019, salone leader a livello internazionale nel comparto delle tecnologie per l’enologia e l’imbottigliamento, la cui 28° edizione si è chiusa ieri, 22 novembre 2019, a Fiera Milano Rho.

“La grande soddisfazione degli espositori per questa 28esima edizione – commenta Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini – è la prova che Simei non solo è un punto di riferimento del settore, ma che continua a crescere e ad arricchirsi. Il Salone, quest’anno, ha particolarmente brillato per internazionalità, eventi formativi di altissimo livello, grandi protagonisti e capacità di creare business”.

“Il target dei visitatori – continua Abbona – è risultato particolarmente profilato e ha consentito di avere una platea di prospect realmente interessati, grazie anche alla piattaforma digitale mymatching, con la quale è stato possibile programmare e aprire concrete opportunità di incontri”.

Pur mantenendo la propria verticalità sul mondo del vino, Simei 2019 ha integrato, in modo organico e strutturale, il mondo del liquid food e delle filiere affini che, con l’enologia, condividono sempre di più processi, pratiche produttive e, quindi, tecnologie e accessori.

Grande partecipazione anche per gli eventi formativi che hanno portato in Fiera importanti protagonisti, dal famoso architetto francese delle cantine Olivier Chadebost alla prima convention mondiale delle Donne del Vino, e innovative tematiche come l’evoluzione e il futuro dell’utilizzo del legno in cantina e le nuove tecniche per sviluppare la sostenibilità ad ogni livello produttivo, con gli esempi di Franciacorta, Cava e Champagne.

“Siamo quindi davvero soddisfatti di questa edizione – conclude Abbona – che ha tracciato nuove strade e aperto nuovi scenari, confermandosi il Salone che anticipa il futuro di ciò che il mercato richiede al settore”.

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Simei: codificata la “via italiana del legno” per valorizzare il territorio

MILANO – “Dopo un anno di studi promossi da Unione Italiana Vini, culminati in una due giorni di tavoli tematici e un simposio che ne ha tracciato le linee guida, a Simei è stata codificata per la prima volta la ‘via italiana‘ all’uso del legno in cantina che riscopre una tradizione molto antica del nostro Paese: la modalità di maturazione del vino in botti grandi”.

Con queste parole Paolo Castelletti, Segretario Generale di Unione Italiana Vini, ha aperto il Simposio internazionale “Vino e legno: strategie di affinamento. Quale futuro?“, promosso da Uiv e dal Corriere Vinicolo e coordinato dal Master of Wine Justin Knock.

“Una modalità – precisa Castelletti – che valorizza ed esprime al meglio il carattere del vino e di conseguenza il territorio che rappresenta. Un modello, quello italiano, che sta prendendo sempre più piede anche all’estero”.

Partendo da una inedita ricerca, commissionata da Uiv, condotta presso alcune delle aziende vinicole più importanti di Francia, Italia, Stati Uniti, Australia, Spagna, Sud Africa, Cile e Argentina, e prendendo spunto dalla serie di interviste pubblicate dal Corriere Vinicolo ai wine maker di celebri aziende vinicole al mondo, ci si è interrogati su come sta evolvendo a livello internazionale la pratica di maturazione del vino nel legno e su quali sono gli stili nell’uso del legno in cantina.

I lavori di questo importante e inedito convegno sono stati inaugurati mercoledì 20 novembre da tre tavoli coordinati da Justin Knock, Franco Battistutta, docente di Scienze e Tecnologie alimentari dell’Università degli studi di Udine, e Gabriele Gorelli, sommelier e professionista in comunicazione visiva.

I risultati di questi workshop – che ha indagato l’utilizzo del legno per migliorare il carattere del terroir, i metodi di invecchiamento in legno e gli atteggiamenti del mercato nei confronti del vino affinato in legno – insieme a quelli della ricerca sono stati presentati al Simposio e commentati da un partecipato panel di relatori.

Tra gli altri Nicholas Vivas, ricercatore in scienza e tecnica dell’affinamento del vino in legno; Niccolò D’Afflitto, direttore tecnico Frescobaldi; Lorenzo Landi, enologo; Stefano Ferrante, Direttore tecnico Zonin1821; Piero Garbellotto, amministratore delegato di Garbellotto Spa; Andrea Lonardi, Direttore operativo Bertani Domains; Benoît Caron, Tonnellerie Bel Air e Anouck Chapuzet Varron, della Tonnellerie Vinea.

Il Simposio è così stata l’occasione per codificare per la prima volta la ‘via Italiana’ all’uso del legno in cantina, dove riemerge la scoperta di una modalità di maturazione del vino in botti grandi, che si differenzia dalla ‘via francese‘ legata a barrique e tonneaux.

Le botti grandi, molto utilizzate in Italia nei territori votati alla grande vinificazione in rosso di qualità, risultano infatti avere meno impatto sul carattere del vino, che resta più autentico ed espressione del territorio. Una pratica di maturazione che il mondo enologico sta sempre più seguendo a livello internazionale, per venire incontro all’esigenza e alla sensibilità legate alla valorizzazione dell’identità territoriale.

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Aspettando Radici del Sud: otto tappe per scoprire gli autoctoni del sud

A partire dal 21 novembre e fino alla fine di maggio torna la rassegna Aspettando Radici del Sud, una serie di appuntamenti pensati per approfondire la conoscenza dei vini da vitigni autoctoni del Meridione.

Degustazioni, cene e incontri con gli addetti ai lavori che si svolgeranno in Puglia, Basilicata, Marche e Roma per prepararsi al meglio alla 15a edizione di Radici del Sud, in programma al Castello Normanno Svevo di Sannicandro di Bari dal 9 al 15 giugno 2020.

Si inizia giovedì 21 novembre a Fano (PU) al Bistrot lo Spietato con Mediterraneo il ponte tra i mondi, una rassegna in due appuntamenti (la seconda data è il 5 dicembre) sulla cucina mediterranea intesa come modo di pensare al cibo. Le aziende vinicole selezionate dall’edizione 2019 di Radici del Sud per i primi due appuntamenti saranno: A.A. Barone Macrì, Cantine Bonsegna, Cantine Elda, Rossovermiglio, Sertura Vini, Tenute Fontana, Bosco de Medici e Cantina Delite.

Dal 17 al 19 dicembre, tra Sannicandro di Bari e Minervino Murge (BT), si svolgerà la rassegna itinerante Storia, Geografia, Scienze sociali del vino e del cibo del Sud realizzata in collaborazione e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio regionale di Puglia.

Saranno tre giorni dedicati alle culture vinicole, olearie e alimentari del Sud d’Italia con laboratori, attività e dibattiti. Tutti i protagonisti delle filiere agroalimentari potranno confrontarsi e creare nuove sinergie al fine di diffondere un rinnovato stile alimentare e di vita: chef, viticoltori, olivicoltori, contadini, pescatori, pastori, ma anche giornalisti e appassionati.

Alle ore 19 di giovedì 19 dicembre, durante la serata conclusiva alla Masseria Barbera a Minervino, si terrà la conferenza guidata dal giornalista di Rai 3 Michele Peragine. Interverranno rappresentanti delle istituzioni regionali, giornalisti del settore italiani e stranieri, il direttore del dipartimento Health MarketPlace della Regione Puglia dott. Felice Ungaro, il Prof. Antonio Mazzocca dell’Università degli Studi di Bari e il presidente del Parco dell’Alta Murgia Francesco Tarantini.

In questa occasione si rilancerà il tema dell’alimentazione sostenibile anche dal punto di vista del rapporto tra dieta e salute. Seguirà, alle 20.30, la degustazione dei 75 vini autoctoni del Meridione d’Italia premiati al Salone del vino di Radici del Sud 2019, abbinati a piatti tipici realizzati dai cuochi della Masseria Barbera e di Aromi Bistrot di Sannicandro di Bari.

La rassegna proseguirà con altre iniziative, a gennaio l’appuntamento sarà dedicato all’Aglianico, il vitigno principe del Sud, fino ad arrivare a giugno alla quindicesima edizione di Radici del Sud.

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Ungulati: presentata la tecnologia ad ultrasuoni che non provoca danni agli animali

FIRENZE – oltre 400mila ungulati stimati in Toscana, regione seconda all’Austria come primato negativo per densità di ungulati. Con circa 80mila cinghiali abbattuti all’anno il fenomeno non si arresta e da problema grave diventa emergenza ambientale, economica e per la sicurezza pubblica. E’ necessario trovare una soluzione definitiva e strutturale, anche con proposte alternative. Ultrarep, la tecnologia ad ultrasuoni per l’allontanamento degli ungulati selvatici può essere una risposta.

Il progetto è stato presentato questa mattina nel corso del convegno promosso da E.R.A.T.A. (agenzia formativa di Confagricoltura Toscana) “Progetto Ultrarep – Sistemi innovativi di difesa ULTRAsound Animal REPeller” per prevenire i danni alle colture causati dagli ungulati selvatici.

Un progetto pilota che ha come obiettivo la protezione delle attività agricole e forestali con tecnologie innovative in grado di non arrecare danni agli animali e dal basso impatto ambientale. Avviato in via sperimentale in Toscana, è finanziato dal Bando “Sostegno per l’attuazione dei Piani Strategici (PS) e la costituzione e gestione dei Gruppi Operativi (GO) del Partenariato Europeo per l’Innovazione in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura (PEI-GO)” – annualità 2017.

Partners del progetto sono alcune imprese agricole toscane: Barone Ricasoli Spa Agricola (capofila), Società Agricola San Felice SpA, Azienda Agricola dell’Agnello Vilio, Azienda Agricola Meini Fabrizio. Con loro operano altri partners quali: NATECH Srl, CNIT-Consorzio Nazionale interuniversitario per le Telecomunicazioni, Dipartimento di Scienza della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia, WWF Arezzo Onlus, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, E.R.A.T.A. – Ente di assistenza tecnica e formazione della Confagricoltura Toscana.

Si tratta del primo esperimento in Italia, nato da un’intuizione e poi diventato una possibile soluzione. “Ho installato dei dissuasori in un giardino, erano strumenti non professionali – racconta Massimiliano Biagi, agronomo e direttore tecnico della Barone Ricasoli Spa – ma funzionò. Da qui l’idea di realizzarli su larga scala grazie alla collaborazione con Natech srl, per proporre una soluzione che sia efficace e soprattutto non impattante per l’ambiente, oltre che meno costosa”.

E non poco, se si pensa che le recinzioni costano ben 18 euro a metro. “Di dissuasori ne bastano pochi, anche uno ogni 30 metri, non impattano e soprattutto non hanno bisogno di manutenzione”.

La sperimentazione coinvolge tre aree: collina per i vigneti, foreste per impianti forestali e in pianura per coltivazioni ortive. Entro un anno sarà possibile vedere i primi risultati e valutarne l’efficacia.

“Non c’è una misura unica per risolvere il problema, delicato e grave – ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Remaschi – Noi lo stiamo affrontato con molto impegno sin dall’inizio di questa legislatura, prevedendo forme di abbattimento ulteriori rispetto a quelle tradizionali, ma abbiamo bisogno di trovare altre soluzioni. Sicuramente su questo tema, l’innovazione e la tecnologia offrono altri strumenti che possono ridurre i danni in agricoltura e creare un sistema virtuoso per le aziende. Anche questa sperimentazione credo che abbia una sua importanza, non solo per gli ungulati ma anche per i predatori. Dobbiamo dare delle risposte, questo è quello che si aspetta il mondo dell’agricoltura. E con i Gruppi Operativi e con l’innovazione possiamo centrare certi obiettivi”.

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Ornellaia: come saranno i vini 2019? Lo spiega Axel Heinz

BOLGHERI – “I vini del 2019 presentano sensazioni molto positive già in fase di fermentazione. I colori sono intensi e vivi, ed i profumi altrettanto intensi e maturi senza alcuni eccessi”. A parlare è Axel Heinz, enologo e direttore di Ornellaia, che presenta così le caratteristiche dei vini della vendemmia 2019 della prestigiosa cantina di Bolgheri.

“Certamente questa sarà una grande annata per il Merlot – annuncia Heinz – che si presenta con la sua proverbiale tessitura setosa ed una grande profondità aromatica. Molte parcelle di Cabernet sono ancora in vasca a terminare la fermentazione e la macerazione, ma presentano un profilo di grande freschezza, con profumi fruttati e balsamici”.

In bocca, sempre secondo Axel Heinz, “colpisce una trama tannica fitta e viva di grande verticalità, che senza dubbio entrerà in una splendida sinergia con il carattere più rotondo e morbido del Merlot”.

“Le parcelle di Petit Verdot, che in occasione della vendemmia 2019 siamo riusciti a lasciare in pianta fino ad ottobre – anticipa il winemaker di Ornellaia – sono di grande impatto, coloratissime, con una grande carica tannica che allo stesso tempo si presentano levigate e setose, senza alcuna rusticità”. Qualche considerazione anche sui bianchi.

“Dopo aver concluso la fermentazione – spiega Axel Heinz – sono entrati in una fase di letargo dalla quale si risveglieranno facendo scoprire la loro ricchezza aromatica all’inizio dell’anno nuovo. Per il momento ci regalano un ottimo equilibrio con gradazioni moderate ed una grande vena acida che lascia il palato stimolato e rinfrescato”.

Più in generale, l’annata 2019 a Bolgheri è stata caratterizzata come poche altre da condizioni climatiche molto variabili, che hanno alternato periodi di freddo e pioggia a lunghe fasi di caldo e siccità. Il meteo, durante i mesi di agosto e settembre – quelli fondamentali per la qualità dell’annata – è rimasto stabile e prevalentemente soleggiato.

“Non sono mancati fenomeni temporaleschi – conclude Heinz – ma abbiamo goduto di ottime condizioni per la maturazione e la raccolta, a conferma che la 2019 sarà attesa tra le annate di grande qualità“.

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Carlotta Salvini è la Miglior Sommelier d’Italia Fisar 2019

LIVORNO – Carlotta Salvini è la Miglior Sommelier d’Italia Fisar 2019. Il riconoscimento le è stato assegnato nell’ambito della XXVI edizione del Concorso dedicato ai professionisti della Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori.

La finale disputata lo scorso sabato, presso l’Acquario di Livorno, ha visto 8 agguerriti avversari sfidarsi per l’ambito e prestigioso titolo. La giuria ha proclamato il vincitore durante la cerimonia di premiazione, avvenuta all’interno della cena di gala, a Palazzo Pancaldi, assegnando alla senese Carlotta Salvini il Premio Rastal.

“È stata un’emozione unica – ha dichiarato Carlotta Salvini- ho trovato molta acclamazione. È stata una soddisfazione personale ma non solo, anche per la Delegazione di Siena perché è stato anche un lavoro di squadra”.

“Ho trovato molto supporto nelle persone con più esperienza di me che mi hanno saputo dare consigli e pareri su come riuscire al meglio; devo dire che il team ha funzionato e ce l’abbiamo fatta. Questo titolo è un altro inizio”, ha concluso la miglior sommelier d’Italia.

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La Valtellina chiude la vendemmia 2019 in Lombardia: persa una bottiglia su quattro

L’arrivo del maltempo chiude la vendemmia 2019 in Lombardia con un taglio della produzione di circa il 25% rispetto allo scorso anno, che significa una bottiglia di vino in meno su quattro, ma con una qualità ottima. E’ quanto emerge da un primo bilancio della Coldiretti Lombardia diffuso in occasione delle ultime operazioni di raccolta in Valtellina.

A influire sull’andamento della stagione sono stati da una parte il freddo del mese di maggio e le grandinate che hanno colpito a macchia di leopardo, dall’altra il calo produttivo fisiologico che si verifica dopo annate abbondanti come quella del 2018.

Il clima favorevole di inizio estate ha però esaltato la maturazione dei grappoli,  dando vita così a una vendemmia 2019 di elevata qualità. In Lombardia, ricorda la Coldiretti regionale, ci sono oltre 20 mila ettari a vigneto, quasi tutti dedicati a nettari di alta qualità, grazie a 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT.

Le province più vocate sono Pavia con più di 12.500 ettari e Brescia con oltre 6.800 ettari. A seguire: Mantova (più di 1.700 ettari), Sondrio (circa 800 ettari), Bergamo (640 ettari), Milano e Lodi (circa 200 ettari), ma zone viticole più ridotte si contano anche fra Como, Lecco, Varese e Cremona.

Con i nostri vini – commenta Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Lombardia – raccontiamo le peculiarità che contraddistinguono e valorizzano i nostri territori. Si tratta di un patrimonio di cultura, conoscenza e biodiversità sempre più apprezzato anche a livello internazionale visto che l’export delle etichette lombarde nel mondo ha raggiunto il record storico di circa 271 milioni di euro all’anno”.

A livello nazionale, sempre secondo i dati Coldiretti, il clima anomalo ha influito sulla vendemmia con un taglio della produzione del 20% rispetto allo scorso anno, che vuol dire una bottiglia in meno di vino Made in Italy su cinque.

Si è così conclusa in Italia un’annata di buona/ottima qualità con una stima di circa 44,3 milioni di ettolitri di produzione Made in Italy destinata per circa il 70% a vini Docg, Doc e Igt e il restante 30 per cento per i vini da tavola.

Se l’Italia, sottolinea la Coldiretti, si conferma al primo posto nel mondo, la Francia insidia da vicino con un quantitativo di poco inferiore di 42,2 milioni di ettolitri, mentre in Spagna si ferma a 37 milioni di ettolitri.

La vendemmia è stata difficile in tutta Europa dove si stima una produzione in 155 milioni di ettolitri, inferiore del 18% rispetto allo scorso anno, a causa principalmente, degli eventi climatici estremi, secondo la Commissione Europea.

Con la fine delle operazioni vendemmiali l’Italia festeggia anche il record storico delle esportazioni di vino Made in Italy che nei primi sette mesi del 2019 fanno registrare un aumento in valore del 4% rispetto allo scorso anno quando avevano raggiunto su base annuale circa 6,2 miliardi di euro, la prima voce dell’export agroalimentare nazionale, secondo una analisi della Coldiretti su dati Istat.

Positivi anche i segnali nei consumi degli italiani – conclude la Coldiretti – che aumentano gli acquisti del 3,7% nei primi nove mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ismea.

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“Alberi non parole”: i produttori di Vino Nobile di Montepulciano creano un parco

Photo credit Sienafree.it

MONTEPULCIANO – Milleduecento alberi in tre anni, per creare un parco da destinare a fini sociali, nei pressi dell’ospedale Nottola Montepulciano. Li pianteranno i produttori del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, nell’ambito di “Alberi, non parole“. Un progetto utile a “dare un segnale, in questo momento in cui tutto il mondo si sta mobilitando per mitigare il cambiamento climatico e la deforestazione globale”.

Secondo i primi step di un programma destinato a crescere, saranno messe a dimora 400 piante all’anno, per tre anni consecutivi. Saranno utilizzati solo alberi che appartengono alla tradizione toscana: leccio, orniello, ontano, sorbo, gelso, roverella e acero campestre.

In collaborazione con il Comune di Montepulciano, l’Usl Toscana Sud Est, la Giorgio Tesi Vivai tramite la Fondazione Giorgio Tesi Onlus e il preziosissimo aiuto dei Carabinieri Forestale sezione di Montepulciano, i produttori del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano realizzeranno un Parco da destinare a fini sociali, adiacente al complesso ospedaliero Montepulciano Nottola, che raccoglie utenti da tutta la Valdichiana senese.

“Il progetto – spiega il presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Andrea Rossi – rientra nel più ampio obiettivo della certificazione di sostenibilità, secondo lo standard della norma Equalitas Vino Sostenibile, che il distretto vitivinicolo del Vino Nobile di Montepulciano sta raggiungendo.

Si punta puntando all’aspetto ambientale da un lato, senza tralasciare tuttavia quello sociale che anche questa iniziativa rappresenta, coinvolgendo i più piccoli sensibilizzandoli a buone pratiche”.

Si comincia mercoledì 20 novembre 2019, alle ore 10.00, davanti all’ospedale. Si sono dati appuntamento lì i bambini delle scuole primarie di Montepulciano e i produttori del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano.

“Alberi non parole – commentano i produttori di Vino Nobile di Montepulciano – è il nostro modo di dire grazie, un gesto che ci auguriamo possa essere seguito anche da altri produttori di vino di tutto il mondo. Il 20 Novembre alle ore 10.00 ci troveremo tutti insieme, ogni albero verrà messo a dimora da un produttore accompagnato da un bambino, a simboleggiare il presente e il futuro”.

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Cina, boom dell’export di Prosecco Dop nel 2019

SHANGHAI – Balzo record delle esportazioni di Prosecco Dop in Cina che segna un aumento del 31% in quantità nel 2019. È quanto emerge da una analisi Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi dell’anno in occasione della visita del presidente cinese XI Jinping al padiglione italiano alla Cina international import expo a Shanghai, dove ha brindato con un bicchiere di Prosecco assieme al ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

La crescita delle vendite delle bollicine italiane più note all’estero fa da traino all’intero settore vitivinicolo che mette a segno un incremento generale dell’11% delle esportazioni verso Pechino.

Un risultato spinto anche dal crollo delle esportazioni di vino Usa in Cina a causa della guerra dei dazi fra gli Stati Uniti e il gigante asiatico per la quale si sta cercando di raggiungere un accordo tra Donald Trump e Xi Jinping.

L’aumento delle vendite sul mercato cinese – sottolinea Coldiretti – è il segnale di uno spostamento ad est della mappa dei consumi del nettare di Bacco.

Per effetto di una crescita ininterrotta nei consumi la Cina è, infatti, entrata nella lista dei cinque Paesi che consumano più vino nel mondo ma è in testa alla classifica se si considerano solo i rossi”.

“Si tratta dunque di un mercato strategico per l’Italia, peraltro con grandi potenzialità di crescita se si considera che al momento le vendite di vino tricolore si concentrano per oltre il 90% sui mercati dell’Europa e del Nord America.

In tale ottica è importante è ancora più importante l’accordo raggiunto oggi tra Ue e Cina, in difesa delle produzioni italiane Doc e Igp dalla concorrenza sleale dei falsi e delle imitazioni. Dei 26 marchi, ben 13 sono vini.

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Bottega Gold e Rosé Gold, sentenza UE definitiva: “Validi i marchi tridimensionali”

Si è concluso l’iter amministrativo e processuale che riconosce la piena validità dei marchi tridimensionali registrati dall’azienda trevigiana Bottega S.p.A., a tutela dei tratti distintivi delle famose bottiglie Bottega Gold e Bottega Rosé Gold. Viene quindi confermata una volta in più la forza del marchio, ulteriormente rafforzata dalla diffusione su scala mondiale di tali bottiglie.

Lo comunica l’azienda di Bibano di Godega (TV). Trascorsi i termini di legge è infatti diventata definitiva a tutti gli effetti la sentenza del Tribunale dell’Unione Europea, presso la Corte di Giustizia di Lussemburgo, che lo scorso 8 maggio ha confermato la decisione da parte dell’EUIPO, l’Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale.

Tale organismo, massima autorità europea in tema di marchi e brevetti, in data 14.3.2018 aveva riconosciuto, anche in secondo grado, la validità dei marchi tridimensionali registrati dall’azienda trevigiana Bottega Spa.

Nello specifico il Tribunale UE aveva confermato che la forma della bottiglia e l’effetto specchiato dei colori (oro e rosa) sono elementi propri dei marchi di Bottega, addirittura prevalenti su altre componenti, quali la lettera B in rilievo e l’etichetta a forma di fiammella, propria dei vini Bottega, e che in quanto tali non possono essere utilizzati da terzi.

“La decisione – commenta l’azienda trevigiana – ha confermato una volta in più la forza del marchio, ulteriormente rafforzata dalla diffusione su scala mondiale di tali bottiglie, al punto che la cosiddetta specchiatura è diventata una sorta di emblema del marchio Bottega”.

Bottega ha ideato le bottiglie verniciate a partire dal 2001, “nel segno della massima originalità ed estrema innovazione, caratteristiche imprenditoriali che hanno portato la cantina e distilleria ad essere una delle aziende più imitate in tutto il mondo nel settore dei vini e dei distillati”.

La validità dei marchi registrati è stata riconosciuta in Italia e in Europa dai diversi organi competenti, anche se nel corso degli anni ci sono state delle difficoltà nella loro protezione che hanno costretto Bottega Spa a rivolgersi al Tribunale, “per le azioni scorrette di alcune aziende concorrenti”.

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Al via la seconda edizione della Barolo & Barbaresco Academy

In seguito al successo della prima edizione il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani e la Strada del Barolo e grandi vini di Langa organizzano una nuova edizione della “Barolo & Barbaresco Academy – Langhe Wine School“.

Un percorso di formazione intensivo rivolto ai professionisti del mondo del vino che intendono approfondire la conoscenza sui vini e sul territorio delle Langhe in modo innovativo e interattivo.

Il corso si terrà dal 6 all’8 dicembre 2019 presso la sala didattica del Castello di Grinzane Cavour ed è rivolta a formatori, brand manager, giornalisti e buyer con l’obiettivo di creare una rete globale di ambasciatori delle Langhe.

“Forti del successo della prima edizione della Barolo & Barbaresco Academy, continuiamo a credere fortemente in questo progetto, che offre la possibilità ai professionisti di acquisire competenze specifiche sui vini del nostro territorio. Abbiamo ricevuto un ottimo feedback relativo al corso di settembre e siamo pronti a partire con la seconda edizione” – spiega il presidente del Consorzio di Tutela Matteo Ascheri.

“La Strada del Barolo opera da 13 anni per promuovere la cultura vinicola di questo straordinario territorio – chiarisce il presidente Lorenzo Olivero – Negli anni abbiamo promosso diverse iniziative finalizzate a tale scopo, primo fra tutto il progetto Wine Tasting Experience®, e oggi siamo orgogliosi di poter mettere il nostro know-how a disposizione di un progetto così ambizioso e innovativo”.

Il percorso formativo è articolato in moduli di tre giorni, dal venerdì alla domenica, dedicati alla storia e alla geologia, alla parte pedoclimatica, ai vitigni e all’enologia. Una vera e propria full immersion fra lezioni in aula, degustazioni, pranzi in abbinamento e tour guidati condotti da docenti di alto livello, selezionati fra le personalità più autorevoli del panorama enologico piemontese.

A fare da prezioso cicerone in tutti i percorsi di assaggio e nel tour delle M.G.A. del Barolo e del Barbaresco sarà il sommelier, guida turistica e storyteller Sandro Minella. Con il Dott. Edmondo Bonelli, naturalista e autore di importanti ritrovamenti fossili, si guarderà alla terra attraverso le ere geologiche con una lezione interamente dedicata alla geologia del bacino terziario piemontese.

Gli aspetti agronomici, legati sia al vitigno Nebbiolo che ad altre varietà del territorio, vedranno protagonista l’esperto agronomo e professore Edoardo Monticelli, mentre sarà il professore e ricercatore Vincenzo Gerbi dell’Università di Torino a condurre una lezione sull’evoluzione delle tecniche enologiche dei nostri vini.

Un occhio al mercato, infine, con Maurizio Gily, poliedrica figura a cavallo tra agronomia e giornalismo, per ragionare sulle sfide e le opportunità de i grandi vini di Langa.

Tutti gli incontri si terranno in lingua italiana, con traduzione simultanea in inglese, ad eccezione del tour in bus delle M.G.A. del Barolo e del Barbaresco, che sarà soltanto in inglese. Non mancheranno diversi momenti di degustazione durante i diversi moduli.

Per garantire un elevato livello di approfondimento del corso, la partecipazione alla Barolo & Barbaresco Academy sarà riservata a un numero limitato di partecipanti.

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Il Progetto Nocciola Italia approda in Valdichiana

AREZZO– Saranno coltivate in Valdichiana le nocciole per Ferrero. Gruppo Ferrero e la cooperativa COAGRIA, che ha sede a Cesa in Valdichiana (Arezzo), grazie alla mediazione di Confagricoltura Toscana, hanno sottoscritto un contratto di lungo periodo con il quale sviluppare una nuova filiera della nocciola su tutto il territorio regionale.

“Ci abbiamo lavorato un anno – commenta il presidente di Confagricoltura Toscana, Marco Neri – e siamo profondamente soddisfatti per la chiusura di questo accordo. Per i nostri imprenditori, che sono esposti a forti rischi, primo fra tutti quello climatico, poter contare su un accordo che garantisca, in ottica di lunga durata, un impegno all’acquisto, è fondamentale per poter programmare gli investimenti e far crescere le proprie aziende.”

“Abbiamo creduto fin da subito in questo progetto e abbiamo trovato in Ferrero, che ringraziamo profondamente, un interlocutore attento e sensibile che ha voluto scommettere sulla qualità dei nostri prodotti e sulle capacità dei nostri imprenditori” conclude Neri.

COAGRIA – che aderisce a Confagricoltura Toscana – riunisce circa 200 imprese agricole, almeno una cinquantina delle quali saranno coinvolte nel progetto con il Gruppo Ferrero. Attualmente alcune di queste hanno già aderito, mettendo a disposizione i primi ettari impiantati a nocciolo.

Gli investimenti saranno sostenuti dalle singole aziende per quanto riguarda gli impianti, mentre sarà COAGRIA a farsi carico di quelli necessari per le attrezzature (ad esempio gli essiccatoi e i mezzi per la raccolta), per lo stoccaggio, e della consulenza agronomica.

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Soft Brexit, Castelletti (Uiv): “Cauto ottimismo, ma occorre validare l’accordo”


C’è cauto ottimismo nel mondo del vino italiano attorno al raggiungimento dell’accordo tra Commissione Europea e governo inglese, sulla Brexit. Paolo Castelletti, Segretario Generale di Unione Italiana Vini, ha chiesto alle Istituzioni Europee di” validarlo al più presto, perché in caso di ‘Hard Brexit’ sarebbero a rischio la fluidità delle operazioni commerciali e la tutela delle indicazioni geografiche”.

L’accordo rappresenta un primo passo verso la Soft Brexit consensuale del 31 ottobre 2019, ma restano ancora due step: il voto di domani (19 ottobre) da parte del Parlamento anglosassone e l’approvazione da parte del Consiglio e del Parlamento Europeo.

“Ci sono state rassicurazioni – continua Castelletti – relativamente all’etichettatura dei prodotti vinicoli (con un periodo di mantenimento dello status quo di 21 mesi anche per i vini biologici) e all’istituzione di un periodo di transizione di 9 mesi per le importazioni di vino dall’Ue verso la Gran Bretagna”.

Nel caso in cui dovesse esserci un passo indietro rispetto a quanto raggiunto ieri “resta alto il rischio circa le operazioni doganali e commerciali più in generale, oltre che grande incertezza sulla tutela delle indicazioni geografiche”.

“Nel corso dell’incontro tenutosi all’Ambasciata inglese a Roma – aggiunge Paolo Castelletti – il Governo britannico non ha fornito, a nostro parere, rassicurazioni sufficienti sul passaggio dall’attuale sistema di protezione delle IG in Europa ad un nuovo schema implementato da Westminster, con un rischio elevato per oltre 500 DOP e IGP italiane”.

“Per il nostro settore – conclude Paolo Castelletti – il mercato UK rappresenta il terzo per importanza con 827 milioni di euro registrati nel 2018, ed è il primo per gli spumanti con un volume di 1,1 milioni di ettolitri esportati e un valore di 434 milioni di euro nel 2018. Anche per tali ragioni una ‘Hard-Brexit’ causerebbe un grave danno al comparto vitivinicolo e, di conseguenza, all’intera economia italiana”.

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Svelati a Parigi i premi e le menzioni speciali Prix de l’Oiv 2019

Da sinistra a destra: Pau Roca, Julien de Beaumarchais de Rothschild (Vicepresidente del Consiglio di amministrazione Barone Philippe de Rothschild), Regina Vanderlinde, S. Juan Salazar Sparks, Azélina Jaboulet Vercherre, Jean-Luc Berger

PARIGI – La cerimonia di consegna dei Premi dell’Oiv 2019 si è svolta nei saloni dell’ambasciata del Cile a Parigi, Ospitata da S. E. Juan Salazar Sparks, in presenza di numerosi rappresentanti del corpo diplomatico, della presidente e del direttore generale dell’Oiv, Regina Vanderlinde e Pau Roca, e della presidente e del segretario scientifico della Giuria dei Premi, Azélina Jaboulet-Vercherre e Jean-Luc Berger.

La notorietà e il prestigio di questo riconoscimento internazionale sono stati confermati ancora una volta dall’alto livello qualitativo del palmarès 2019 (qui tutti i premiati al Prix de l’Oiv 2019) in ciascuno degli ambiti rappresentati (scientifico e tecnico, letterario, storico e artistico) dagli 11 premi e dalle 9 menzioni speciali attribuiti dalla giuria internazionale dell’OIV.

VITICOLTURA SOSTENIBILE, NUOVA CATEGORIA
Il successo della nuova categoria “Vitivinicoltura sostenibile” dei Premi dell’Oiv è un indicatore dell’aumento costante delle opere che affrontano lo sviluppo sostenibile nell’ambito della vitivinicoltura.

Un tema che l’organismo intergovernativo della vite e del vino ritiene “di capitale importanza”. La promozione della cultura del vino è una delle missioni dell’Organizzazione. È per questo che i premi 2019 dell’Oiv hanno voluto mettere l’accento sull’impegno eccezionale profuso dagli autori, i fotografi, gli illustratori e i progettisti grafici, nonché delle case editrici, che hanno trasmesso la loro passione e le loro conoscenze sulla vite e il vino a un vasto pubblico.

“C’è da sperare che l’esempio della Norvegia, che è entrata nella lista dei vincitori per la prima volta tra i 47 Stati membri dell’Oiv, sia seguito da molti altri paesi”, commenta l’Organizzazione del Premio. Le iscrizioni alla prossima edizione 2020, che coinciderà con i festeggiamenti per i 90 anni dei Premi dell’Oiv, sono aperte fino al prossimo 28 febbraio.

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Oltrepò pavese, vendemmia 2019 a 5 stelle: parola di Tenuta Travaglino


CALVIGNANO –
“Possiamo senz’altro parlare di una vendemmia che porterà con sé vini che daranno il meglio negli anni, di struttura importante”. C’è entusiasmo per la vendemmia 2019 in Oltrepò pavese e, in particolare, a Tenuta Travaglino. Con queste parole Cristina Cerri Comi, volto di Tenuta Travaglino e quinta generazione dell’azienda, insieme al fratello Alessandro, commenta l’ultima raccolta.

“Abbiamo lavorato bene durante tutto l’anno e siamo fiduciosi dei risultati che arriveranno. Un’attenzione che parte dalla vigna nel rispetto della sua biodiversità, cercando di trasferire nel bicchiere i colori e le qualità intrinseche di un paesaggio e terroir unici”.

Partita con una primavera fredda che ha causato un ritardo del germogliamento di un paio di settimane rispetto agli ultimi anni, ha evidenziato, in alcune zone, una non omogenea allegagione nel periodo della fioritura, con grappoli più spargoli e un numero di acini inferiore.

Un paio di picchi di calore tra giugno e luglio hanno lasciato posto ad un andamento climatico estivo equilibrato, con temperature nella norma, fresche di sera e calde di giorno. Le piogge arrivate in abbondanza in primavera, tra aprile e maggio, si sono rivelate propizie in estate evitando problemi di siccità e stress idrico.

Il caldo non ha accelerato la maturazione ma ne ha mantenuto il ritardo vegetativo permettendo di raccogliere uve perfette dal punto di vista sanitario. Il primo bilancio evidenza quindi rese più basse ma una qualità decisamente alta.

“Le quantità sono inferiori rispetto allo scorso anno – conferma Achille Bergami, enologo di Tenuta Travaglino – possiamo parlare del 25-30% in meno ma con una qualità delle uve, in termini di equilibrio acidità-zuccheri e di maturità dei tannini, ottima”.

“Nel complesso – conclude Bergami – registriamo una maturazione tardiva di circa 15 giorni che ha però restituito una vendemmia più in linea con la tradizione, considerando quelle anticipate con cui abbiamo dovuto confrontarci negli ultimi anni”.

La vendemmia 2019 in Oltrepò pavese è paragonabile alla 2016, con un’eccellenza qualitativa che assicura vini longevi, completi ed equilibrati. Partita il 22 agosto e conclusa intorno al 10 ottobre, può essere considerata una raccolta lunga nei tempi, ma ben distribuita.

Tenuta Travaglino ha iniziato a raccogliere il Pinot nero base spumante, a seguire il Poggio della Buttinera e il Pinot grigio. Rispetto allo scorso anno è stata data precedenza a Barbera e Croatina non essendo il Riesling sufficientemente maturo. “Arrivato in cantina per ultimo – assicurano a Calvignano – riserverà piacevoli sorprese”.

Il clima caldo e soleggiato di agosto e settembre ha permesso alle vigne di vivere una dinamica di maturazione eccezionale: “Un mosto che per il suo equilibro fra acidità e tasso di zucchero, oltre che per la concentrazione aromatica, è di buon auspicio per il futuro Riesling Renano, il Campo della Fojada”.

Con 400 ettari, di cui 80 vitati, Travaglino è la realtà vitivinicola più antica delle colline dell’Oltrepò Pavese. La storia della tenuta è millenaria: da monastero medievale a tenuta vitivinicola ottocentesca, da cantina a complesso enoturistico.

Una passione che si tramanda ormai da cinque generazioni. Le vigne della Tenuta Travaglino, tutte comprese ad un’altitudine fra i 250 e i 300 metri sul livello del mare, si estendono in una proprietà a corpo unico in collina, una vera rarità che racchiude un fascino suggestivo.

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Premio Giulio Gambelli 2020: aperte le candidature a “Miglior enologo under 40”

FIRENZE – Aperte le candidature e autocandidature per l’edizione 2020 del Premio Giulio Gambelli dedicato al maestro del Sangiovese scomparso nel 2012: il riconoscimento – che nel 2020 arriva alla sua ottava edizione – è promosso da Aset Toscana (Associazione Stampa Enogastroagroalimentare Toscana) e dal network Igp – I Giovani Promettenti costituito da Lorenzo Colombo, Roberto Giuliani, Carlo Macchi, Luciano Pignataro, Andrea Petrini e Stefano Tesi.

Il riconoscimento premia ogni anno l’enologo il cui lavoro abbia saputo incarnare al meglio l’idea di vino portata avanti da Giulio Gambelli: esaltazione delle tipicità di ogni vitigno, delle caratteristiche del territorio e dell’annata vendemmiale.

Come nelle precedenti edizioni alla selezione dei candidati contribuirà un panel di giornalisti di settore, ognuno dei quali potrà indicare fino ad un massimo di cinque nominativi.

A ciò si affiancherà anche quest’anno la possibilità per gli enologi, in possesso dei requisiti richiesti, di inviare la propria autocandidatura: professionista che nell’anno solare di emanazione del bando non abbia superato i 40 anni di età e laurea in enologia.

La cerimonia di premiazione avverrà in occasione delle anteprime vinicole di toscana in programma a febbraio 2020, quest’anno il Premio sarà ospitato dal Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano.

Al vincitore, oltre alla targa, un assegno di 1500 euro possibile grazie al sostegno di alcune delle aziende di cui Giulio Gambelli fu storicamente amico e consulente: Bibbiano, Fattoria di Rodàno, Il Colle, Montevertine, Ormanni, Poggio di Sotto.

Restano partner del concorso il Consorzio Vino Chianti Classico, il Consorzio Vino Nobile di Montepulciano, il Consorzio Vino Brunello di Montalcino e il Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano. La scadenza delle iscrizioni è fissata al 30 novembre 2019.

Il bando di concorso è visionabile sul sito Aset Toscana. L’Albo d’oro dei vincitori del Premio Gambelli vede premiati i giovani Fabrizio Torchio (2013), Gianluca Colombo (2014), Francesco Versio (2015), Sebastian Nasello (2016), Diego Bonato e Luca Faccenda (2017), Luigi Sarno (2018) e Angela Fronti (2019).

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I consorzi Valpolicella e Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore a Zurigo


Il Consorzio Tutela Vini Valpolicella rinnova per il secondo anno consecutivo la sua collaborazione con il Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. Il 14 ottobre, presso il Papiersaal di Zurigo, in Svizzera, andrà in scena un Walk Around Tasting B2B e B2C dedicato ad operatori della stampa, trade e pubblico selezionato.

Nel corso dell’evento verranno anche organizzati dei seminari guidati dal giornalista Christian Eder, destinati ai vini di entrambi i Consorzi.

“La Svizzera – spiega Olga Bussinello, direttore del Consorzio Vini Valpolicella – è un mercato storico per il vino italiano, aumentato del 14% dal 2013 ad oggi e per i vini della Valpolicella. L’agroalimentare del Bel Paese è in costante crescita, registrando a fine 2018 oltre 1.6 miliardi di euro, secondo soltanto ai tedeschi, a conferma di un grande apprezzamento verso la qualità dei prodotti a marchio Made in Italy”.

Inizio dei lavori con la masterclass “Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore – uno spumante con 50 anni di storia dal territorio Patrimonio dell’Umanità UNESCO” e a continuare “Le molteplici espressioni della Valpolicella, patria di grandi vini rossi”, dove i protagonisti assoluti saranno Valpolicella DOC, Valpolicella Superiore DOC, Ripasso DOC e Amarone della Valpolicella DOCG. 

Le aziende che parteciperanno a Zurigo
Cà dei Maghi, Cantina di Soave, Clementi, Corte Cavedini, Costa Arènte, Federica Rigoni Stern, I Campi di Flavio Prà, Cantine Riondo, Sartori di Verona, Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani.

Le aziende che parteciperanno al Banco Mescita istituzionale
Cà dei Frati, Cantina Valpantena Verona, Clementi, Franchini Agricola, Lavarini, Massimago, Novaia, Pasqua Vigneti e Cantine

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Cervim: Vitigni autoctoni nei territori alpini, aromi e sapori unici

 

I vitigni autoctoni nei territori alpini e l’importanza della loro valorizzazione. E’ stato il tema al centro della conferenza che si è svolta a Chambave (Ao) che ha visto la partecipazione del presidente Cervim Roberto Gaudio.

L’incontro organizzato, nell’ambito della 60° edizione Festa dell’uva, ha visto gli interventi di Luca Rolle, dell’Università di Torino, di Mario Majorana, presidente Miva (Moltiplicatori italiani viticoli associati) e Andrè Gerbore, vicepresidente Vival.

“E’ più che mai è necessario mantenere e valorizzare i vigneti in zone estreme come l’arco alpino, caratterizzati da vitigni autoctoni – ha sottolineato il presidente Cervim, Roberto Gaudio – che oltre ad essere fonte di reddito, producono vini di elevatissima qualità e dalle particolari caratteristiche organolettiche. Spesso, infatti, le moderne tecniche agronomiche, legate all’ottimizzazione produttiva, tendono a standardizzare non solo il paesaggio ma anche la diversità di colture e modalità di coltivazione, causando una perdita di quei gusti e sapori che da sempre hanno caratterizzato i vini prodotti in questi contesti. Quelle peculiarità in cui si identificano i produttori e gli abitanti di questi luoghi che, consapevoli della loro importanza, custodiscono gelosamente”.

Partecipazione del presidente Gaudio a Scior del Torcol, la rassegna del vino di Valcamonica, che si tiene nel centro storico di Losine (Brescia). Nei due giorni cantine aperte con più di venti espositori, e con degustazioni guidate dei vini della zona. E’ stata inoltre l’occasione per conoscere questa realtà vitivinicola con visite ad aziende e vigneti della Igt Valle Camonica.

Stefano Celi, del Cda del Cervim, ha invece partecipato ad un evento organizzato dall’Onav di Lecco dove sono stati presentati e degustati vini eroici premiati al Mondial des Vins Extremes, etichette della Lombardia, italiane e straniere che si sono distinte al concorso internazionale dedicato alla viticoltura estrema organizzato dal Cervim.

Un’altra occasione importante per divulgare e fare conoscere le attività del Cervim e i valori della viticoltura eroica.

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Vinitaly 2020 tra Cina e Sudamerica: cresce l’attesa per Wine to Asia e South America


Veronafiere e Vinitaly 2020 puntano tutto sull’internazionalizzazione. Sono ben 113 mila i chilometri in programma per il prossimo “business tour”, che vedrà come tappe fondamentali Cina e Sudamerica, dove si terranno rispettivamente Wine to Asia e Wine South America.

Come annunciato questa mattina a Milano, il focus principale sarà sulle nuove manifestazioni fieristiche internazionali di Vinitaly, oltre che sulle diverse tappe estere in programma nel 2020. Le premesse sono ottime.

L’edizione 2018 di Wine South America, andata in scena dal 25 al 27 settembre, ha chiuso con un aumento del 30% dei partecipanti internazionali. Più di trecento le aziende espositrici provenienti da tredici Paesi, con 6.600 operatori professionali arrivati da 21 nazioni.

In Cina si assisterà invece all’esordio di Wine to Asia a Shenzhen (9-11 novembre 2020). La metropoli della Cina Sud Occidentale è considerata la Silicon Valley del Dragone, piazza strategica per il business del vino, con il 30% degli importatori totali cinesi. Shenzhen è inoltre città chiave della Guangdong-Hong Kong-Macao Greater Bay Area, che conta oltre 100 milioni di persone.

Per il lancio di Wine to Asia, Vinitaly ha individuato come partner il socio cinese Pacco Communication Group. Veronafiere prevede la presenza di 400 espositori su una superficie di 40 mila metri quadrati lordi.

L’evento b2b si configura fin da subito con un respiro internazionale, con una presenza di aziende italiane, europee ma anche dalla Cina e dal Nuovo Mondo. E con la partecipazione delle principali imprese delle tecnologie protagoniste a Enolitech.

Complessivamente, il viaggio attorno al mondo del Food & Wine di Veronafiere nel 2020 coprirà 113 mila chilometri tra Stati Uniti, Russia, Cina, Brasile, Hong Kong, Thailandia, Olanda, Canada, Polonia, Germania, Messico, Regno Unito.

“Al netto di accorpamenti e uscite dal mercato – commenta Maurizio Danese, presidente di Veronafiere – negli ultimi 5 anni Vinitaly ha visto immutati il 95% dei suoi espositori”.

“Un’alta fedeltà – conclude Danese – unica nel panorama fieristico internazionale, che rappresenta il miglior biglietto da visita per una manifestazione che non cambia i propri protagonisti ma punta a renderli sempre più smart e globali”.

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A Gaiole torna il grande evento “Terre di Gaiole”

Dopo il successo della prima edizione torna anche quest’anno a Gaiole in Chianti una giornata interamente dedicata alla scoperta dei vini del territorio, con la degustazione pubblica “Terre di Gaiole“, in programma sabato 19 ottobre, dalle 11 alle 19, nella prestigiosa ambientazione delle ex Cantine.

Quest’anno saranno presenti in degustazione ben 104 etichette, prodotte da 26 aziende vitivinicole del territorio. Inoltre, alle ore 11 si terrà la tavola rotonda sul tema “Cambiamenti climatici e conseguenti risvolti nella viticoltura chiantigiana. Il caso 2017“, con la partecipazione di esperti del settore e produttori locali. La tavola rotonda sarà condotta da Salvatore Filippo Di Gennaro e Alessandro Mattese, ricercatori presso l’istituto di Biometeorologia del CNR di Firenze.

L’evento “Terre di Gaiole”, realizzato con il patrocinio del Comune di Gaiole in Chianti e dell’associazione Chianti Classico, è promosso dall’associazione Viticoltori di Gaiole, nata agli inizi del 2017 su impulso di Francesco Ricasoli ed Emanuela Stucchi Prinetti, per mettere in rete aziende grandi e piccole del territorio, in grado di garantire un quadro più completo possibile della produzione di vino nelle terre di Gaiole.

“Vino e territorio è il binomio vincente che sta dietro al successo di questo evento – afferma il sindaco di Gaiole in Chianti Michele Pescini – Riunire in un’unica degustazione le produzioni di un’area intera, ben definita dal punto di vista enologico e in grado di esprimere vini di grande personalità come quella di Gaiole, significa creare una straordinaria occasione di promozione territoriale”.

“Il vino fa parte della nostra cultura, si coltiva in queste terre fin dal tempo degli etruschi ed è senza dubbio uno dei nostri tratti distintivi e dei punti di forza, su cui vogliamo lavorare come Comune, nei prossimi anni, al fianco delle aziende, per una strategia di marketing territoriale che concorra allo sviluppo turistico sostenibile” – conclude il sindaco.

“Con la manifestazione di Gaiole in Chianti – commenta Carlotta Gori, direttore del Consorzio Vino Chianti Classico – fra i profumi inebrianti dei giorni conclusivi di una vendemmia che, dalle premesse, fa davvero sperare in un 2019 di grande eccellenza qualitativa, si chiude il ciclo annuale degli eventi sul territorio, organizzati dalle varie associazioni di produttori. Il nostro territorio è pieno di eccellenze, e non solo in campo enogastronomico, e questo tipo di iniziative aiutano il turista e l’appassionato a vivere esperienze uniche all’insegna del nostro grande vino Chianti Classico e di tutto ciò che sta dietro a ogni etichetta di Gallo Nero: storia, arte, gastronomia, passione e umano ingegno, relax e piacere del buon vivere.”

La degustazione inizierà dalle 11 del mattino e proseguirà fino alle 19 e 30. Saranno aperti anche due punti di ristoro gestiti da “I cipressi del Chianti” e da “La Sosta del Gallo” di Radda.

Il biglietto di ingresso per la degustazione dei vini è di 12 euro.

Le aziende presenti: La Montanina, Azienda agricola Maurizio Alongi; Badia a Coltibuono; Bertinga Società Agricola; Cantalici; Capannelle; Casanova di Bricciano; Castello di Ama; Castello di Cacchiano; Castello di Lucignano; Castello di Meleto; Fattoria di Rietine; Fietri; I Sodi; Il Colombaio di Cencio; Il Palazzino; La Casa di Bricciano; Le Miccine; Podere Ciona; Ricasoli; Riecine; Rocca di Castagnoli; Rocca di Montegrossi; San Giusto a Rentennano; Tenuta Perano; Tenuta San Vincenti.

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Pinot Grigio, questione italiana: il Triveneto si candida a capofila internazionale

VENEZIA – Quasi la metà della produzione mondiale di Pinot Grigio si concentra in Italia e per l’85% è originario del Triveneto. Con queste premesse si terrà il prossimo 14 ottobre a Venezia il primo convegno internazionale dedicato “ai valori del Pinot grigio“.

Al centro del dibattito e delle degustazioni, il vino bianco italiano tranquillo più venduto al mondo, proveniente da Friuli Venezia Giulia, Trentino, Veneto, si presenterà a stampa specializzata italiana ed estera e a operatori di settore. Un’iniziativa del Consorzio del Pinot grigio delle Venezie Doc. Dalle ore 9 alle ore 12, la Sala Mozart dell’Hotel Amadeus ospiterà la conferenza “I valori del Pinot grigio delle Venezie Doc“, introdotta da Albino Armani, presidente del Consorzio, e coordinata da Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del bere.

Un importante momento di confronto sulla Doc, con un parterre di autorità, sia italiane che estere, chiamate a fare il punto su presente e prospettive future di questo vino di indiscusso successo.

La sfida del Consorzio è partita nel 2016 con il riconoscimento della nuova Doc e l’obiettivo ora diventa “il riposizionamento del Pinot grigio italiano sul mercato internazionale attraverso lo sviluppo di una denominazione dal profilo unitario e dalle caratteristiche ben distinte”.

Di può di fatto parlare di “fenomeno Nordest”: un’area produttiva molto vasta. che unisce, climaticamente e culturalmente, la Provincia Autonoma di Trento, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. Oltre 26 mila ettari gli ettari oggi finalmente riuniti sotto il cappello “delle Venezie“.

“La campagna di comunicazione del Consorzio – spiega il presidente Albino Armani – esprime l’idea dello ‘Stile Italiano‘: una grande sfida dell’eccellenza nel trasmettere una forte identità territoriale legata alla storia di questo vitigno. La quasi totalità del prodotto Doc viene venduta oltre confine. In particolare negli Stati Uniti con il 37% delle quote export, a seguire, Gran Bretagna con il 27% e Germania, il 10%”.

“Il nostro lavoro – continua Armani – vuole garantire un Pinot grigio nazionale capace di distinguersi per personalità e qualità, grazie a una riduzione delle rese per ettaro e a una meticolosa attività di controlli e analisi organolettiche. L’obiettivo è di offrire un vino che vada oltre il vitigno per mostrarsi con un’immagine diversa, in cui emergano territorio e uva di eccellenza”.

“A Venezia – conclude Armani – parleremo a un pubblico di stampa specializzata e operatori di settore con il preciso scopo di comunicare e valorizzare questa denominazione in un contesto internazionale: per farlo bisognerà quindi puntare sui nostri valori più alti come denominazione e come persone”.

IL CONVEGNO

Al convegno di Venezia parteciperanno alcuni noti esperti provenienti dai principali mercati stranieri di riferimento, tra cui Emma Dawson MW (buyer Berkmann Wine Cellars, Londra), per il mercato inglese, sul tema “In UK è una questione di stile”, Christy Canterbury MW (giornalista di New York), per il mercato americano, “Un fenomeno Born in the Usa”.

Tra le autorevoli testimonianze italiane, Ettore Nicoletto (ad Gruppo Santa Margherita) “La forza del brand, la responsabilità dei pionieri”, Sandro Sartor (md Constellation Brands Europe, Middle East, Africa and Ruffino) “Una nuova DOC e la tutela dei valori sui mercati globali”, Alberto Marchisio (DG Cantine Vitevis) “Da commodity a progetto di territorio”, Flavio Innocenzi (dc Veronafiere) “Interpretare, promuovere e difendere l’origine italiana nel mondo”.

Il vitigno resta al centro della giornata anche nel successivo walk-around tasting riservato ad operatori di settore e stampa presso l’Hotel Principe dalle 12.30 alle 16, durante il quale vi sarà l’opportunità di scoprire le diverse espressioni di Pinot grigio delle Venezie grazie alle oltre 80 etichette in degustazione.

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Un successo la prima edizione della Barolo & Barbaresco Academy

Dal 13 al 15 settembre 2019 si è tenuta presso la sala didattica del Castello di Grinzane Cavour la prima edizione della “Barolo & Barbaresco Academy – Langhe Wine School”. Un percorso di formazione intensivo rivolto ai professionisti del mondo del vino, promosso e organizzato dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani insieme alla Strada del Barolo e grandi vini di Langa.

A questa prima edizione hanno aderito 22 professionisti del mondo del vino provenienti da 7 paesi diversi, dall’Europa al Giappone, passando per la Russia: si tratta di sommelier, wine educators, importatori, blogger e giornalisti, ma anche produttori di vino, responsabili vendite e marketing presso prestigiose aziende vinicole piemontesi interessati ad approfondire la conoscenza sui vini e sul territorio delle Langhe.

La prima edizione della Barolo & Barbaresco Academy ci ha dato moltissime soddisfazioni e possiamo certamente considerarla un successo, sia per l’ottimo profilo dei partecipanti che per l’organizzazione delle giornate di lezione. Come Consorzio ci siamo spesi a lungo per vedere realizzato questo progetto e non vediamo l’ora di pianificare le prossime edizioni” – ha spiegato il presidente del Consorzio di Tutela Matteo Ascheri.

“Il progetto è quello di creare una rete globale di ambasciatori delle Langhe, che siano in grado di comunicare e divulgare in modo corretto ed esaustivo i nostri vini e il nostro territorio ed è con queste finalità che è nata la partnership con la Strada del Barolo e grandi vini di Langa – chiarisce il presidente Lorenzo Olivero – la nostra associazione opera da 13 anni per promuovere la cultura vinicola di questo straordinario territorio, negli anni abbiamo organizzato diverse iniziative finalizzate a tale scopo, primo fra tutto il progetto Wine Tasting Experience, e oggi siamo orgogliosi di poter mettere il nostro know-how a disposizione di un progetto così ambizioso e innovativo”.

Il percorso formativo della Barolo & Barbaresco Academy è stato articolato in moduli di tre giorni, dal venerdì alla domenica, e molto spazio è dedicato alle “esperienze sul campo”: oltre alle lezioni in aula, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di prendere parte a due tour guidati fra i “cru” del Barolo e del Barbaresco e a diversi momenti di degustazione.

Di notevole interesse la degustazione “a isole” del sabato pomeriggio, con una selezione di vini dei Cavalieri del Tartufo, suddivisi secondo tre criteri: nella prima “isola” sono stati proposti quattro vini per spiegare le espressioni del Nebbiolo in quattro diversi tipi di suolo.

La seconda “isola” prevedeva la degustazione di vini prodotti a partire da quattro diversi vitigni per presentare le principali varietà delle Langhe. Infine la terza “isola” è stata utilizzata per spiegare come le diverse tecniche di vinificazione possono determinare all’essenza di un Barolo.

Altri due importanti momenti di degustazione hanno caratterizzato il programma della domenica: una degustazione di diversi Barolo suddivisi secondo criteri di territorio presso l’Enoteca Regionale del Barolo e un pranzo con abbinamento di quattro etichette di Barbaresco presso la Trattoria Antica Torre.

Particolare gradimento è stato espresso da parte dei partecipanti per la competenza dei docenti: tutti professionisti di alto livello, selezionati fra le personalità più autorevoli del panorama enologico piemontese. Un altro aspetto decisamente apprezzato è stata la completezza degli argomenti trattatati. Ad esempio l’approfondimento sulla geologia e le caratteristiche pedoclimatiche nei vigneti di Langhe, Roero e Monferrato è stato giudicato particolarmente utile ed efficace, anche perché propedeutico ai due tour delle M.G.A. del Barolo e del Barbaresco.

Considerato il successo di questa prima edizione, è già in programma una seconda edizione della Barolo & Barbaresco Academy, che si terrà da venerdì 6 a domenica 8 dicembre 2019, inoltre, per chi fosse interessato, è possibile organizzare anche corsi “on-demand” con proposte personalizzate.

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Aspettando il Mercato Fivi di Piacenza: torna “Un Mercoledì da Vignaioli”


A un mese esatto dal Mercato dei Vini di Piacenza, torna il 23 ottobre Un Mercoledì da Vignaioli, il progetto nato per raccontare ad appassionati, ristoratori e sommelier la realtà dei Vignaioli Indipendenti FIVI. L’evento, che si rinnova con successo da tre anni, costituisce l’occasione per presentare l’appuntamento con il Mercato dei Vini di Piacenza, giunto alla nona edizione e forte della presenza record di 626 vignaioli.

La serata di Un Mercoledì da Vignaioli si svolgerà quest’anno in 47 Punti di Affezione FIVI dislocati in 12 regioni (qui l’elenco completo). I Punti di Affezione sono enoteche e ristoranti, diffuse in tutta Italia, che propongono principalmente vini di produttori FIVI ed espongono la targa conferita loro dall’associazione.

In ogni locale due vignaioli presenteranno i vini di altri vignaioli proposti in degustazione e racconteranno ai presenti il mondo FIVI: una delle realtà più importanti del vino in Italia, che fa dell’attaccamento al territorio e della viticoltura artigianale i propri valori fondanti.

Attraverso l’abbinamento tra i piatti e le specialità proposte dai locali e i vini dei soci FIVI, si andrà alla scoperta del lavoro e della filosofia che caratterizzano i Vignaioli Indipendenti, produttori che curano personalmente l’intera filiera produttiva, dalla coltivazione delle vigne fino alla produzione e all’imbottigliamento dei vini.

Sarà inoltre l’occasione per parlare della crescita, sotto diversi aspetti, del Mercato dei Vini di Piacenza, in programma dal 23 al 25 novembre presso Piacenza Expo.

Quest’anno il Mercato aggiunge infatti un giorno di apertura, il lunedì, e vanta la presenza di 626 espositori, tutti nello stesso padiglione. Dati che confermano il sempre maggiore interesse suscitato dalla manifestazione FIVI.

Per maggiori informazioni e la lista dei ristoranti: www.mercatodeivini.it/un-mercoledi-vignaioli
Per le prenotazioni è necessario rivolgersi direttamente al locale che ospita l’iniziativa.


INFO IN BREVE | Mercato FIVI a Piacenza
Quando: sabato 23, domenica 24 e lunedì 25 novembre 2019
Dove: PiacenzaExpo – Località le Mose, Via Tirotti, 11 – Piacenza
Orario di apertura al pubblico: sabato e domenica dalle 11.00 alle 19.00, lunedì
dalle 10.00 alle 16.00
Ingresso: € 15.00 per un giorno, € 20.00 per due giorni, comprensivi di bicchiere per degustazioni
Ingresso ridotto: € 10.00 per soci AIS – FIS – FISAR – ONAV e SLOW FOOD (il
socio deve mostrare tessera valida dell’anno in corso) e possessori del biglietto della
manifestazione MareDivino 2019
Parcheggio: gratuito
Info utili: 500 i carrelli disponibili per gli acquisti
I minorenni non pagano l’ingresso e non possono effettuare degustazioni

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Tassazione del gasolio agricolo: Lombardia pronta alla mobilitazione


MILANO –
Lombardia pronta alla “mobilitazione” contro la tassazione del gasolio agricolo. Lo annuncia l’assessore all’Agricoltura e ai Sistemi verdi, Fabio Rolfi. Nel DL Clima, il carburante non è infatti inserito tra i sussidi per gli agricoltori italiani.

“Il governo – attacca Rolfi commentando la bozza che prevede l’eliminazione delle agevolazioni – vuole tassare le aranciate e le cedrate lombarde, i dolcetti prodotti dalle nostre aziende e adesso anche il gasolio dei trattori. Tutto questo in due settimane.

Siamo alle comiche, ma con l’agricoltura lombarda non si scherza. Se davvero tasseranno il gasolio agricolo siamo pronti a una mobilitazione generale con gli agricoltori lombardi”.

“Le aziende agricole lombarde sono più di 50 mila. La Lombardia è la prima regione agricola d’Italia e anche solo annunciare nuove tasse provoca danni alle imprese e all’indotto. Se il ministro Costa pensa di risolvere i problemi climatici bastonando l’agricoltura più green d’Europa avrà l’effetto opposto: far chiudere le aziende agricole significa provocare un danno devastante all’ambiente”.

Rolfi aggiunge: “Solo quest’anno la Regione Lombardia ha dato alle aziende agricole 8 milioni di euro per impianti di produzione di energia verde. Per noi l’agricoltura è una risorsa straordinaria, per il governo evidentemente è un problema. Togliere le agevolazioni al gasolio agricolo significa aiutare le aziende francesi e tedesche perché si rendono più competitivi i loro prodotti. Mi auguro che il governo faccia retromarcia”.

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Simei 2019: sarà l’edizione dei record per la fiera del vino e della tecnologia


MILANO –
Tecnologica, globale e trasversale: si preannuncia davvero ricca di novità la 28esima edizione di SIMEI, la più importante esposizione internazionale dedicata alle tecnologie per enologia e imbottigliamento, che quest’anno si terrà dal 19 al 22 Novembre 2019 a Fiera Milano Rho.

Nel corso degli anni SIMEI si è affermato come il più grande evento di networking della filiera vitivinicola a livello mondiale, registrando in ogni edizione numeri importanti: 30.000 operatori professionisti provenienti da tutto il mondo, oltre 500 imprese espositrici di altissimo profilo, oltre 400 delegati da più di 90 Paesi del mondo.

Questo a dimostrazione del ruolo leader che ha assunto il Salone a livello mondiale e come sia in grado di rispondere alle esigenze di un mercato florido e in continua crescita.

Guardando ai numeri, infatti, la crescita dell’export italiano in questo settore – oltre il 70% delle tecnologie enologiche presenti nelle cantine di tutto il mondo è italiano – registra costantemente un segno “più”, confermato anche dai dati dei primi cinque mesi del 2019 che vedono un incremento del 10% rispetto al 2018, per un volume d’affari di circa 900 milioni di euro (896.615.939) con particolare attenzione alla voce macchine per imbottigliamento e confezionamento, che cresce di oltre 50 milioni di euro (+10% rispetto al 2018).

In base ai dati raccolti tra gli operatori, sono in particolare le macchine etichettatrici che hanno favorito questo incremento in quanto sono aumentati gli investimenti delle cantine per avere etichettatrici più flessibili.

Tra i Paesi con una crescita più significativa di questa voce doganale si ricordano: Argentina, Croazia, Grecia, Messico, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Turchia, Vietnam, Stati Uniti. Stabili i grandi Paesi come Francia, Germania. In forte flessione la Cina.

SIMEI 2019 sarà quindi un’occasione imperdibile per toccare con mano e approfondire la conoscenza di questa eccellenza produttiva. Ad oggi sono già più di 400 le aziende espositrici iscritte e continuano le adesioni, provenienti da: Italia, Francia, Germania, Spagna, Austria, UK, Svizzera (i primi). Poi, Bulgaria, Cina, Grecia, Portogallo, Polonia, Moldavia, Ucraina, Rep. Ceca, Croazia, Slovenia, Belgio, Danimarca, Svezia, Australia, USA, South Africa.

A fare da capofila quelle del settore vino, che rappresentano circa il 90% degli espositori, alle quali si aggiungono quelle dedicate alla birra, all’olio, alle bevande, ai succhi, all’acqua, all’aceto, agli alcolici e al latte.

Oltre all’eccellenza tecnologica, che resta il cuore della fiera biennale che Unione Italiana Vini organizza dal 1963, è stato rivisto l’impianto generale della manifestazione che si apre a nuovi settori produttivi del ‘liquid food’ vicini al vino e introduce tematiche di eccezionale attualità come l’architettura e il design legandoli al settore.

Tantissime conferme anche quest’anno per la presenza dei delegati stranieri, oltre 400, provenienti da tutti i continenti, che stanno dando la propria adesione al progetto di SIMEI “incoming”, nato in collaborazione con ICE-Agenzia (che ha come finalità la promozione all’estero dei prodotti tecnologici delle imprese italiane, favorendone la conoscenza e la diffusione) e Fiera Milano.

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Accordo Veronafiere-Hong Kong Trade Development Council per International Wine&spirits Fair


VERONA –
Il Gruppo Veronafiere consolida la propria presenza in Asia in collaborazione con l’Hong Kong Trade Development Council (HKTDC). È di oggi a Milano la firma dell’accordo che prolunga al 2021 la partnership con HKTDC.

Attraverso le rassegne Vinitaly e Sol&Agrifood si rafforza così la presenza italiana alla manifestazione Hong Kong International Wine & Spirits Fair, che copre un mercato dove il vino e l’olio extravergine di oliva made in Italy hanno ancora importanti margini di crescita.

Hong Kong possiede un notevole vantaggio competitivo nel commercio del vino. Dopo l’abolizione dei dazi nel 2008, ha svolto infatti un ruolo importante come hub di vini duty-free in Asia. Questo, assieme alle misure di agevolazione doganale tra Hong Kong e la Cina continentale, fa di Hong Kong una perfetta via di accesso all’enorme mercato continentale per produttori internazionali di vino.

Di conseguenza, i legami commerciali tra Hong Kong e l’Italia sono particolarmente significativi. L’Italia nel 2018 ha rappresentato il quinto fornitore di prodotti enologici di Hong Kong. Nello stesso anno importazioni globali di vino nella regione hanno superato il valore di 1,37 miliardi di euro.

Per il Direttore dell’HKTDC Benjamin Chau: «Collaboriamo con il Gruppo Veronafiere da oltre un decennio, ospitando il Vinitaly Pavilion presso la nostra Wine & Spirits Fair”.

È possibile creare ancora più sinergie rafforzando la collaborazione tra HKTDC e Veronafiere come organizzatori di importanti fiere nel settore del vino e non solo. Sono sicuro – prosegue Chau – che il rinnovo della cooperazione siglata oggi rafforzerà la nostra alleanza strategica e definirà l’ambito della nostra collaborazione in corso per portare ancora più produttori leader di vini italiani a Hong Kong”.

“Il rinnovo triennale della partnership con l’HKTDC per la realizzazione di “The Vinitaly Pavilion” e del “Sol Intl’EVO Oil Show” nell’ambito dell’Hong Kong International Wine & Spirits Fair – sottolinea il Direttore Generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani – rientra nelle linee di sviluppo definite dal piano industriale di Veronafiere. Secondo gli analisti Hong Kong, che non a caso si trova al centro delle nuove infrastrutture intermodali, continuerà ad essere uno snodo fondamentale nelle relazioni commerciali con la Cina e l’Asia”.

Con l’accordo di oggi si consolida ulteriormente il rapporto con l’HKTDC, una partnership a sostegno della piattaforma di internazionalizzazione che Veronafiere mette a disposizione delle aziende del made in Italy, in particolare attraverso i propri brand-asset come Vinitaly e Sol&Agrifood per promuovere la cultura del vino e dell’olio extravergine d’oliva, ma soprattutto favorendo l’ingresso e il posizionamento sui mercati asiatici e nei canali horeca”.

“Da questa lunga esperienza possono originare, inoltre, anche altre collaborazioni strategiche per la promozione e la commercializzazione di altri prodotti del made in Italy, per i quali Veronafiere detiene e organizza già nel proprio quartiere espositivo rassegne leader internazionali”, conclude Mantovani.

La HKTDC Hong Kong International Wine & Spirits Fair (la prossima edizione è in programma dal 7 al 9 novembre 2019) rappresenta da oltre un decennio una piattaforma di riferimento per produttori, buyer e operatori per espandere le loro reti e scambiare opinioni. Nel 2018, la rassegna ha registrato 1.075 espositori provenienti da 33 Paesi, mentre hanno partecipato quasi 19.000 acquirenti commerciali provenienti da 73 Paesi e regioni.

Sempre in collaborazione con Veronafiere, l’edizione di quest’anno propone per la seconda volta “Sol Intl’EVO Oil Show”, iniziativa finalizzata a promuovere gli oli extravergine di d’oliva selezionati da Sol&Agrifood, la rassegna dell’agroalimentare di qualità che si svolge ogni anno a Verona in concomitanza con Vinitaly.

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