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Analisi e Tendenze Vino

Consorzio tutela Vini della Maremma Toscana: approvati il bilancio e la strategia operativa

GROSSETO – Si è tenuta a Grosseto l’Assemblea dei soci del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana, nel corso della quale sono stati presentati e approvati all’unanimità il bilancio consuntivo 2019 e quello previsionale 2020 e sono stati illustrati i programmi previsti per l’anno in corso.

“E’ importante continuare a identificare nel Consorzio lo strumento essenziale per fare sistema in Italia e all’estero”, insiste sulla coesione il Presidente Francesco Mazzei, che aggiunge: “occorre perseverare nella crescita in quantità e qualità, oggi la Denominazione Maremma Toscana si attesta al terzo posto, per superficie vitata rivendicata, tra le Dop toscane, dietro soltanto al Chianti e al Chianti Classico, è il momento di accelerare affrontando i mercati in maniera strategica e puntando sulla valorizzazione e sulla promozione non solo dei vini ma anche del territorio”.

Numerose le attività promosse dal Consorzio in questa direzione già in questi primi mesi dell’anno: dopo le Anteprime Toscane – dove le nuove annate hanno convinto e in parte stupito la stampa nazionale e internazionale – era tutto pronto per i due momenti fieristici più importanti, Prowein a Düsseldorf e Vinitaly.

Alla luce dell’annullamento, nelle ultime ore, della manifestazione in Germania cresce la preoccupazione per il settore che è “sopravvissuto” ai dazi USA e alla Brexit e ora rischia di subire una brusca frenata a causa di un’isteria diffusa. “Speriamo che la situazione si normalizzi al più presto, l’Italia si muove in una congiuntura che, se non governata, potrebbe avere le conseguenze di una crisi finanziaria”, afferma Mazzei.

“Tutti – prosegue il presidente – comprendiamo la situazione e l’esigenza di attuare delle misure di precauzione nei confronti dell’emergenza coronavirus che ha colto il mondo di sorpresa, ma occorre che le istituzioni la gestiscano con protocolli precisi tenendo conto delle necessità delle imprese; il mese di febbraio a livello commerciale è stato molto critico e le prospettive rischiano di peggiorare nei prossimi mesi, occorre – e non parlo solo del nostro settore – dare dei segnali forti in merito alla volontà di rialzarsi con una comunicazione oggettiva, misurata e meno catastrofica”.

Il Consorzio sta lavorando nel mentre a un particolare progetto dedicato al Vermentino ed è in calendario invece la terza edizione di mareMMMa la Natura del Vino – con 450 vini che attendono operatori e pubblico il 9 marzo ad Alberese presso il Granaio Lorenese – assieme ai Consorzi Tutela Vini Morellino di Scansano e Montecucco. Si vogliono trasmettere alle Aziende fiducia e nuovi input in un momento così delicato come questo.

Il Direttore del Consorzio, Luca Pollini, ha esposto i dati che oggi vedono 294 aziende associate di cui 91 aziende “verticali”. La vendemmia 2019 fa registrare il massimo storico della Denominazione sia in termini di ettari rivendicati (superata la barriera dei 2.000 ettari) che di uve destinate alla produzione della DOC, superando abbondantemente i 150.000 quintali, il che pone la DOC Maremma Toscana al terzo posto tra le Denominazioni toscane rivendicate.

Il quadro produttivo della viticoltura maremmana, ponendo a confronto i dati del 2006 con quelli attuali, fa riscontrare dei “cambiamenti di rotta” che portano in luce nuove opportunità: a fronte di un decremento della quota di due varietà storiche del territorio, ovvero Sangiovese – che da quasi il 57% del vigneto scende a circa il 44,5% – e Trebbiano toscano, che da una quota di quasi il 9,5% scende a poco più del 4%, crescono il Vermentino che, negli ultimi 13 anni passa da una quota del 2,2% all’8,5% del vigneto grossetano, e – in maniera più contenuta – i vitigni internazionali come il Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah.

Corretto continuare a insistere su il Vermentino, il cui interesse da parte dei mercati nazionali e internazionali è cresciuto molto negli ultimi anni e anche in Maremma rappresenta un fenomeno in continua ascesa. I numeri parlano di 747 ettari di Vermentino che si attesta come la prima varietà a bacca bianca della provincia; nel 2019 le bottiglie sono passate a 1.607.000 per 12.049 hl e rappresentano il 28% del totale della produzione imbottigliata.

Il Vermentino è quindi la seconda tipologia imbottigliata della Doc dopo la tipologia Rosso e la volontà è quella di “cavalcare” questo trend che potrebbe diventare uno dei motori trainanti della Doc. La Doc Maremma Toscana è la prima in Toscana e nell’Italia continentale per quanto riguarda questo vitigno.

Il Consorzio ha annunciato anche la partecipazione al progetto di ‘business intelligence’, assieme ad altri sette consorzi del vino toscani e attivo dal 2021, con la collaborazione di Valoritalia, Wine Searcher e l’Università di Firenze. L’obiettivo è di creare un database ricco di informazioni utili alle Aziende per interpretare al meglio opportunità e nuove tendenze dei mercati.

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Nasce il primo Consorzio Viticoltori Liguria

Nasce il primo Consorzio dei produttori della Liguria, con l’obiettivo di tutelare e promuovere le produzioni vinicole del territorio, specie le più piccole. Il consorzio, con sede a Sarzana (La Spezia), e si è costituito venerdì 14 fabbraio nell’area archeologica di Luni.

Presidente del consorzio, realtà che collabora con l’Enoteca regionale della Liguria, Andrea Marcesini, direttore Giorgio Baccigalupi. “Quando la volontà di molti si unisce, si ha sempre più forza e autorevolezza di fronte ai consumatori perché è dalla collaborazione che nascono i progetti migliori”, ha sottolineato il presidente Marcesini.

Mette insieme 61 aziende vitivinicole e 498 etichette, suddivise in 310 di Colli di Luni, 93 di Liguria di Levante, 73 Cinque Terre e 19 Colline di Levanto. Tra gli obiettivi anche la proposta in materia di disciplina regolamentare di Dop e Igp.

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Chianti Docg, sorpresa (o forse no): segno “più” sul mercato italiano nel 2019

Un risultato che arriva a sorpresa, o forse no. Il Chianti Docg cresce del 6,3% sul mercato italiano. Risultati positivi anche a livello globale: +1%, equivalente ad un milione di bottiglie in più. Numeri che confortano il Consorzio di tutela toscano, soprattutto se paragonati all’andamento commerciale delle bottiglie da 0,75, cresciute in Italia solo dell’1,5%.

Bene i mercati esteri che crescono di un punto percentuale, nonostante il calo della Germania (dove si è registrato un -10%) e la sostanziale stagnazione degli Usa. Sotto la lente di ingrandimento i risvolti sull’export, causati dell’emergenza Coronavirus. Secondo le stime, se l’allarme rientrerà a breve, la perdita per i produttori sarà tra il 5 e il 10%.

Cifre tutto sommato ammortizzabili, dal momento che il mercato cinese – cui si rivolgono anche le recenti modifiche al disciplinare – cresce di anno in anno. “Questi numeri – commenta il presidente del Consorzio, Giovanni Busi – mostrano che la strada imboccata ormai da anni dal Consorzio Chianti è quella giusta”.

“Una strada fatta di innalzamento della qualità del prodotto e di promozione dell’immagine sui mercati strategici, vecchi e nuovi: il mercato riconosce e apprezza, causando tra l’altro un effetto secondario di grande rilevanza sociale, ovvero la tenuta del prezzo anche per i vini sfusi”, conclude Busi.

La buona performance del 2019 acquista un valore ulteriore se paragonata all’andamento dei vini Chianti Docg dal 2013 ad oggi: negli ultimi 7 anni si evidenzia un incremento del 23% delle bottiglie vendute.

La crescita a valore è del 33%, segno di un recupero dei prezzi a scaffale e “perciò di una maggiore valorizzazione della Denominazione”. Nello stesso periodo, il segmento in bottiglia da 0,75 è cresciuto del 7% in volume e del 22% a valore.

“Il saldo positivo – commenta Busi – indica che il mercato di riferimento, quello italiano, ha un apprezzamento crescente per la qualità dei nostri vini e che i nuovi consumatori, principalmente asiatici e sudamericani, compensano il calo dei tedeschi e lo stallo degli statunitensi”.

Per il 2020, il Consorzio di Tutela guarda con attenzione alla Cina e all’evoluzione nel medio periodo dell’epidemia di Coronavirus. “Nel terzo trimestre 2019 – continua Busi – abbiamo venduto molto perché è il periodo in cui i buyers cinesi riempiono i magazzini in vista delle Feste. Adesso, con l’annullamento dei festeggiamenti per il Capodanno cinese e la chiusura di gran parte dei ristoranti c’è il rischio che quelle scorte non vengano smaltite”.

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L’Umbria del vino per la prima volta al Wine Paris

PERUGIA – L’Umbria del vino vola per la prima volta a Parigi. Ancora uno stand collettivo, firmato da Umbria Top Wines, per immergersi in un contesto di livello globale insieme a 2.220 espositori da tutto il mondo.

Dopo aver archiviato con successo la trasferta olandese al Bellavita Expo di Amsterdam, la società cooperativa del vino umbro che raggruppa oggi la maggioranza delle aziende vitivinicole regionali, sarà al Wine Paris (Paris Expo Porte de Versailles) dal 10 al 12 febbraio 2020 con una rappresentanza di 10 cantine.

“Il nostro stand collettivo – afferma il presidente di Umbria Top Massimo Sepiacci – si pone l’obiettivo di stimolare la conoscenza del territorio regionale in un contesto, come la Francia, dove il vino è riconosciuto come leva fondamentale dell’economia ma allo stesso tempo dove è grande la richiesta di novità e qualità . Ci aspettiamo di incontrare compratori provenienti da tutto il mondo”.

E sarà sempre il claim “Umbria wine experience” a promuovere i vini della regione con la comunicazione targata Umbria Top – anche grazie all’immagine scelta per lo stand – che questa volta intende promuovere l’esperienza in vigna che il produttore vive, mettendo al centro una macchina agricola e il lavoro dell’uomo.

Con l’obiettivo di far crescere l’Umbria del vino, per rafforzare un’immagine unitaria e identitaria del settore, Umbria Top ha rilanciato così anche nel nuovo anno la sua campagna di comunicazione biennale “Umbria wine experience” e dopo Amsterdam va ancora alla conquista del mercato internazionale, questa volta soprattutto francese, confermando un percorso che anche nel 2020 porta le cantine umbre ad essere presenti nelle grandi fiere europee.

Ora quindi la tappa è quella del Wine Paris, un evento che riunisce gruppi organizzativi quali Vino Vision Paris, Vinexpo (storica fiera che biennalmente si teneva a Bordeaux), Vinisud (fiera che si teneva a Marsiglia) ed il polo fieristico della capitale francese.

Tutti ora si trovano sotto il marchio Wine Paris, evento quindi unificante per il settore e giunto alla sua seconda edizione. Ad accogliere le migliaia di espositori da tutto il mondo, e quindi anche le cantine umbre, quest’anno c’è la novità del “Wine match“: una app/sistema informatico che permette la connessione B2B tra espositori e visitatori professionisti.

L’Europa da sola rappresenta oltre il 60% del consumo mondiale di vino. Uno studio di previsione condotto da IWSR – The International Wine and Spirit Research – prevede che nei prossimi 5 anni questa zona di consumo manterrà il suo primo rango, in termini di volume. Ed un evento come Wine Paris permette così di massimizzare il potenziale commerciale di chi partecipa.

Questo è quindi uno dei motivi per cui Umbria Top ha deciso di portare le cantine umbre fino in Francia consentendo di partecipare al primo evento B2B dell’anno specifico per vino e alcolici e per avere incontri commerciali con qualificati visitatori internazionali (One to Wine Meetings).

Dopo il Bellavita Amsterdam e ora con Wine Paris prosegue in maniera intensa il calendario 2020 delle attività, con appuntamenti di promozione e commercializzazione legati ancora alla campagna di comunicazione “Umbria Wine Experience” e con protagoniste le cantine e le denominazioni provenienti dall’intero territorio regionale grazie ad un concept che caratterizza in maniera armonica le varie presenze nei Paesi obiettivo, in Europa e non solo.

Lo stand Umbria Top quindi sarà poi a seguire in Germania al Prowein di Dusseldorf (15-17 marzo 2020) con 29 cantine, ed infine a Verona per il Vinitaly (19-22 marzo 2020) con le 54 cantine umbre che al momento hanno deciso di aderire all’evento principale in Italia a tema vino.

Infine, con il piano OCM, l’Umbria del vino sarà anche in Usa, Canada, Cina e Giappone a sostegno di 14 cantine partecipanti.

Queste le 10 cantine espositrici presenti a Parigi e provenienti da varie aree vinicole dell’Umbria come Montefalco, Orvieto, Perugia, Spoleto, Torgiano, Trasimeno: Adanti, Andrea Formilli Fendi, Cantine Neri, Chiorri, Colle Uncinano, Cantina del Trasimeno – Duca della Corgna, Le Cimate, Lungarotti, Tenuta Bellafonte, Tudernum.

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Vignaioli di montagna: Trentino e Alto Adige uniti nelle diversità

Negli splendidi locali della Cineteca di Bologna i Vignaioli del Trentino e i Freie Weinbauern Südtirol hanno condiviso, per la prima volta fuori regione, lo stesso spazio e lo stesso pubblico. A unirli una visione comune: promuovere la tradizione vitivinicola delle valli alpine e un modello produttivo fondato su artigianalità, qualità, territorialità e sostenibilità.

Si è chiusa così l’edizione bolognese di Vignaioli di Montagna, l’evento dedicato al racconto delle “terre alte” attraverso il vino e il cinema. Un successo con radici profonde e che apre prospettive di collaborazione del tutto inedite tra due realtà che, diverse sotto molti aspetti, hanno nella montagna il denominatore comune.

In merito al successo della manifestazione, Hannes Baumgartner, Presidente dei Freie Weinbauern Südtirol, ha dichiarato: “Vignaioli di montagna è il preludio di un sodalizio destinato a durare, come continua occasione di confronto e come primo di diversi eventi d’incontro con il pubblico”.

Parole confermate da Lorenzo Cesconi, presidente del Consorzio Vignaioli del Trentino: “La collaborazione tra vignaioli di Trentino e Alto Adige nasce dalla condivisione delle stesse fatiche e delle sfide quotidiane. Lavorando nel cuore delle montagne, non possiamo non avere lo stesso orizzonte: coltivare la terra con cura e fare vini buoni, rispettosi delle vocazioni territoriali e dell’ambiente naturale”.

Non vi è nulla di scontato o retorico, quindi, nell’evento che ha portato vignaioli trentini e sudtirolesi tutti insieme a Bologna, realizzato con il supporto delle Camere di Commercio di Trento e Bolzano e grazie all’ormai consolidata collaborazione con il Trento Film Festival, che ha scelto Vignaioli di Montagna come palcoscenico per l’anteprima della 68ª edizione della rassegna, in programma dal 25 aprile al 3 maggio 2020.

La città di Bologna ha risposto con curiosità e grande partecipazione alla mostra dei vini dei Vignaioli, alle degustazioni, agli spettacoli e alle proposte cinematografiche che hanno raccontato le due facce territoriali della stessa medaglia: perché, come è stato ricordato dal presidente del Trento Film Festival, Mauro Leveghi, “la stessa montagna può essere guardata e salita da più versanti”

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Brera-Cesari: workshop in Valpolicella per gli artisti dell’Accademia

MILANO – Il fascino della coltura della vite della Valpolicella si sposa con le più moderne tendenze in campo artistico e culturale e con la la sensibilità delle giovani generazioni. Con il progetto di ricerca “Brera-Cesari” si consolida la collaborazione tra la cantina di Cavaion Veronese (VR) e l’Accademia di Belle Arti di Brera.

Il progetto si declina in proposte rivolte ai ragazzi dell’istituto milanese e ad artisti di chiara fama. Nel concreto, un workshop porterà la creatività dei giovani artisti di Brera nell’azienda vitivinicola, che controlla 120 ettari tra Valpolicella e areale del Lugana Doc.

Presenti questa mattina alla conferenza stampa di presentazione Michele Farruggio, General manager di Cesari, Elena Becchi, Assistente alla direzione editoriale della casa editrice Aliberti, Giovanni Iovane, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Brera, Stefano Pizzi, Professore di pittura e Responsabile delle relazioni esterne dell’Accademia e Angelo Falmi, Docente di Tecniche Pittoriche.

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La Versa – Terre d’Oltrepò: i dettagli della fusione

“Una fusione necessaria e fondamentale per ridurre i costi e per creare un’entità unica di gestione che dovrà rispondere ad un preciso piano industriale”. Con queste parole il presidente Andrea Giorgi di Terre d’Oltrepò saluta la fusione tra la grande cantina cooperativistica, la più imponente della Lombardia per quantità di prodotto immesso sul mercato, è la storica cantina La Versa.

Un processo metabolizzato negli anni, da quando nel 2017 il nuovo management della realtà di Broni ha deciso, insieme al colosso trentino Cavit, di salvare il brand da una morte annunciata. Ora è arrivato il momento decisivo.

Lunedì 10 febbraio, alle 14,30, presso il teatro Carbonetti di Broni, è convocata l’assemblea straordinaria dei soci che dovrà approvare il progetto di fusione per l’incorporazione della società controllata al 100% “Valle delle Versa srl” nella società controllante Terre d’Oltrepò.

“Questa assemblea segnerà una svolta – spiega il presidente Giorgi – perché ci permetterà di avere sotto un unico cappello entrambe le cantine e ci permetterà non solo di ridurre notevolmente i costi di gestione, ma anche di mettere in pratica un piano industriale condiviso che possa riposizionare il marchio La Versa ed intensificare le vendite per le linee di Terre d’Oltrepò”.

Un percorso, la fusione, iniziato ben prima. Come afferma il numero uno della cantina: “Appena ci siamo insediati nel 2017 eravamo alla ricerca di un marchio importante che potesse rilanciare la Cooperativa Terre d’Oltrepò. Lo abbiamo individuato sul nostro territorio, un brand conosciuto ed amato che aveva assolutamente bisogno di essere riposizionato”.

“Insieme a Cavit – continua – si decise di rilevare la parte attiva di La Versa, ovvero il marchio,  le bottiglie di Metodo Classico ed ovviamente gli impianti. E’ stata una scelta ponderata sul piano economico, pensata sotto il profilo industriale e voluta perché la cantina rappresenta un orgoglio oltrepadano che doveva assolutamente rinascere”. Alla fine di novembre 2019, di comune accordo, Cavit ha ceduto a Terre D’Oltrepo il 30% della quota.

“Tutto fa seguito a delle esigenze aziendali ben precise. Prima di tutto – continua Giorgi – la cooperativa trentina è impegnata nel rilevare e risanare una nota cantina trentina, nel contempo Terre d’Oltrepò necessita assolutamente di accelerare sul proprio piano industriale finalizzato alla riorganizzazione della politica commerciale e industriale. Da questi presupposti, consensualmente, le parti si sono accordate per la cessione della quota al prezzo nominale, dilazionando il pagamento in 6 anni”.

Ma quali saranno i benefici dell’operazione? Il presidente Andrea Giorgi ha le idee chiare: “Ora Terre d’Oltrepo possiede il 100% di La Versa quindi, gioco forza, è naturale procedere ad una fusione per incorporazione in modo da realizzare delle economie sia dal punto di vista dei costi, che dal punto di vista organizzativo”. Secondo una precisa analisi ci sarà un’evidente riduzione delle imposte locali, una riduzione dell’apparato amministrativo dovuto alla gestione di due entità; una semplificazione dei rapporti fra le cantine, una uniformazione dei contratti di lavoro.

“A conti fatti – spiega Giorgi – andremo a risparmiare, con la fusione, circa 100mila euro annui. Una cifra importante che ci permetterà di dirottare risorse in altri settori utili alla crescita della cantina. In seguito all’assemblea straordinaria la nuova Terre d’Oltrepò sarà lo “scrigno”, per usare un termine più sentimentale e meno economico, nel quale sono custoditi i marchi La Versa che guarda il mondo HO.RE.Ca – Negozi; il brand storico Casteggio per il canale della grande distribuzione e Sansaluto per il canale negozi”. Il futuro dell’azienda è ancorato su dei binari ben saldi.

Così il presidente Giorgi: “La riorganizzazione aziendale, frutto dell’approvazione dell’assemblea straordinaria della fusione per incorporazione,  assieme al percorso virtuoso dell’aumento della qualità dei nostri vini attraverso un’attenta lavorazione delle uve, dal conferimento alla trasformazione  definitiva, completeranno il percorso di stabilizzazione e accrescimento progressivo della liquidazione delle uve”.

“Anche sul piano commerciale – conclude Giorgi – abbiamo le idee chiarissime, alcune di esse sono già state attuate con risultati immediati come l’accordo con il gruppo Francoli. Il marchio La Versa da un lato e, dall’altro, le linee premium dei nostri vini, firmate dall’enologo di fama internazionale Riccardo Cotarella, saranno l’ariete che consentirà l’entrata nei mercati dei nostri prodotti con tutte le linee”.

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Vino, Amarone: parlano gli esperti dell’export

VERONA. In Germania i consumi sono trainati principalmente dalle donne, da sempre target fedele all’Amarone. Negli Stati Uniti, al netto dello spauracchio dei dazi aggiuntivi si andranno sempre più affermando i vini strutturati e premium. In Canada i consumi non tengono i ritmi delle importazioni ma l’Amarone resta a segno più. Nel Regno Unito si dovrà fare attenzione ai rossi della Napa Valley, agli Shiraz australiani e si dovrà lavorare più online sui privati di alta fascia.

È il quadro illustrato da importatori e distributori oggi a Verona al convegno internazionale dedicato ai principali mercati di sbocco organizzato dal Consorzio tutela vini Valpolicella in vista dell’Anteprima Amarone 2016, al via domani.

Sotto la lente, presente e futuro di 4 top mercati (Germania, Stati Uniti, Regno Unito e Canada) che insieme sommano quasi il 50% sul totale export del Re della Valpolicella. I trend dei consumi forniscono un quadro in chiaroscuro su presente e futuro del vino italiano, più confortante invece quello della Valpolicella.

È il caso del Canada, Paese con monopolio, dove – per Serge Lévêque, distributore di vini premium per Longo Since 1961 – a fronte di una crescita delle importazioni dal Belpaese (+6%, fonte dogane), nel 2019 si è riscontrato un gap del 5,2% sui volumi richiesti dalla distribuzione. Va meglio però con l’Amarone, che tiene a +0,5% grazie a un confortante +5,4% in Quebec.

Nel Regno Unito – rileva Troy Christensen, ceo del distributore inglese Enotria&Coe – calano i volumi consumati ma aumenta il valore, sia dell’off che dell’on-trade, per una spesa complessiva che sfiora gli 11 miliardi di sterline. Anche qui le difficoltà non mancano, a partire dalla disaffezione dei giovani per il vino fino alla concorrenza low cost del Nuovo Mondo produttivo, cui contrapporre la forza del brand, l’alta ristorazione e il commercio on-line con big spender privati.

Nel mercato tedesco, il principale per l’Amarone, secondo il direttore dell’importatore Jacques’ Wein-Depot GmbH Kathy Feron, a guidare i consumi sono le donne (il 62% beve vino) contro i maschi (56%). Il consumo pro-capite, in particolare di vini stranieri (55%), è di 38 litri l’anno contro i 34 degli uomini.

Infine gli Stati Uniti, al secondo posto tra i top buyer del grande rosso. Qui per Derek Blackburn, direttore marketing dell’azienda di importazione e distribuzione Frederick Wildman & Sons, la crescita dei consumi, al netto dei dazi, si prospetta bassa per l’anno in corso (fino all’1%). Ma il principale mercato al mondo per import di vino registrerà in futuro un aumento della domanda di vini strutturati, rossi e di fascia alta: una richiesta che somiglia molto al profilo dell’Amarone.

Ad Anteprima Amarone (1-2 febbraio Palazzo della Gran Guardia) in primo piano l’annata 2016 presentata dal ricercatore del Crea-Ve Diego Tomasi e lo stato di salute delle grandi denominazioni con il convegno “Dal vigneto al mercato: l’Amarone e l’identità del vino italiano” (ore 11).

Tra i relatori, dopo i saluti del Sindaco di Verona, Federico Sboarina, gli interventi del presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella, Andrea Sartori; il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, il videocollegamento con coordinatore S&D alla commissione Agricoltura dell’Europarlamento, Paolo de Castro e il videomessaggio del ministro alle Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova. Le conclusioni saranno affidate all’assessore all’Agricoltura, Giuseppe Pan.

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Vino: in Valpolicella la rivoluzione green dell’Amarone

VERONA – Il colore simbolo è quello del rosso Amarone, ma nei 19 comuni della Doc Valpolicella si fa sempre più largo il verde, quello della sostenibilità.

È quanto emerge – alla vigilia di Anteprima Amarone – dalle rilevazioni di Avepa (l’Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura), che registra una repentina rivoluzione verde nelle aree enologiche simbolo del veronese.

In pochi anni (dal 2012 a fine 2019) il biologico in vigna è infatti cresciuto del 152% in termini di superficie, con un’impennata solo nell’ultimo anno di circa il 14% a fronte di una media nazionale ferma nel 2019 a +1%. “Una tendenza bio – ha detto il direttore del Consorzio tutela vini Valpolicella, Olga Bussinello – cominciata forse un po’ tardi ma che ora non accenna a rallentare, se si considera che anche gli ettari in conversione sono cresciuti nell’ultimo anno del 10,5%”.

Ma a trainare i vigneti green in Valpolicella è soprattutto il progetto RRR (Riduci, Risparmia, Rispetta), la certificazione voluta per le aziende dal Consorzio a tutela dell’ambiente, che prevede l’adozione di tecniche innovative in vigneto ma anche la sostenibilità sociale e la tutela del paesaggio. Anche qui la crescita è in doppia cifra: +31% gli ettari RRR dall’inizio della certificazione, il 2017, a oggi.

Complessivamente, rileva Avepa, in un’area di poco meno di 8.300 ettari Dop, poco meno di 1/4 sono green o lo stanno per diventare ufficialmente dopo il periodo in conversione (dati Sian, Avepa, Consorzio Valpolicella).

Anteprima Amarone 2016 (Verona, Palazzo della Gran Guardia, 1-2 febbraio) vedrà protagonista una delle annate più promettenti degli ultimi anni per il Re di un territorio che vanta un giro d’affari da circa 600 milioni di euro l’anno, per oltre la metà ascrivibile alle vendite del Grande Rosso.

L’economia dell’Amarone nei 19 comuni della Valpolicella è portata avanti da un microcosmo di 2.273 produttori di uve e 272 aziende imbottigliatrici con 373 fruttai destinati all’appassimento – la tecnica enologica candidata a rientrare sotto la protezione Unesco – per un giro d’affari che, secondo l’indagine interna svolta da Nomisma Wine Monitor, nel 2019 sfiora i 345 milioni di euro. Circa 15 milioni le nuove bottiglie di Amarone che entreranno in commercio quest’anno.

Tra le iniziative del Consorzio in tema di monitoraggio, è in arrivo anche la stipula di un protocollo d’intesa con Avepa per la creazione dell’ “Osservatorio Valpolicella“. Un outlook che consentirà di tenere sotto controllo le dinamiche socioeconomiche della filiera.

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Club del Buttafuoco Storico: compleanno a Milano per il grande rosso dell’Oltrepò

MILANO – Martedì 11 febbraio, i 15 produttori del Consorzio Club del Buttafuoco Storico saranno a Milano per festeggiare il loro 24° compleanno, insieme al pubblico milanese. Nato nel 1996 in Oltrepò pavese, su iniziativa di undici vignaioli, il Club ha permesso di far conoscere il Buttafuoco al di fuori della provincia pavese e milanese, raggiungendo anche i mercati orientali e americani.

L’appuntamento è dalle 19.00 alle 22.00 da Serendepico, location speciale che affaccia su Piazza Castello, nel centro di Milano. Sarà allestito un banco d’assaggio aperto al pubblico, per scoprire i segreti e le particolarità del Buttafuoco Storico dalla vendemmia 2012 alla 2015. Per prenotazioni: info@buttafuocostorico.com.

“Per noi produttori – spiega Marco Maggi, presidente del Club del Buttafuoco Storico – questa è l’occasione di raccontare il nostro territorio, le nostre vigne e il lavoro di questi anni al pubblico di Milano, agli appassionati, alla stampa e a tutti gli amanti del buon vino”.

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Pinot Grigio delle Venezie fra le Doc più performanti del 2019

Il 2019 ha rappresentato una vera e propria sfida per il Consorzio delle Venezie, che ha dovuto affrontare una situazione congiunturale decisamente complessa in coda a una campagna caratterizzata da un calo produttivo del 25% sull’anno precedente – risultato delle forti, ma necessarie, misure di governo sull’offerta che hanno preceduto la penultima vendemmia.

Ma nonostante ciò la Denominazione triveneta – che riunisce gli operatori della filiera produttiva del Pinot grigio Doc del Friuli-Venezia Giulia, della Provincia Autonoma di Trento e del Veneto – a dicembre 2019 si posiziona tra le Doc più performanti a livello nazionale con un +34% e un aumento di quasi 58 milioni di bottiglie vendute sul 2018, raggiungendo i 223 milioni di bottiglie complessive e osservando una buona crescita della domanda in un momento di incertezza del mercato.

Numeri di grande importanza per il Consorzio che – a un passo dal riconoscimento ministeriale e dell’ufficiale attribuzione dell’incarico a svolgere le funzioni di tutela, promozione, valorizzazione, informazione (primavera 2020) e il relativo erga omnes – da sempre strizza l’occhio all’export con una media del 95% dell’imbottigliato che oltrepassa il confine, e che riconferma a gran voce il forte posizionamento del Pinot grigio Doc italiano nei mercati internazionali, trainati – finora – da USA, UK e Germania.

Nonostante i risultati certamente incoraggianti, il Consorzio continua nella sua opera di salvaguardia del valore economico della DOC e di un’equilibrata ripartizione dello stesso attraverso tutti i comparti della filiera vitivinicola impegnandosi a mantenere l’equilibrio raggiunto in questa ultima campagna di commercializzazione.

“La Denominazione non ha ancora raggiunto il riconoscimento economico e sociale sperato e meritato, e su questo dobbiamo lavorare ancora molto al fianco dei produttori e di tutta la filiera – sostiene il Presidente Albino Armani e continua – Nel 2019 la DOC del Pinot grigio è stata capace di affrontare una congiuntura complessa tra le due ultime campagne di commercializzazione e di raggiungere buoni risultati.”

“Il Consorzio si augura di mantenere questo trend positivo – prosegue Armani – continuando a remare contro a possibilità di espansione della produzione e scongiurare rischi di speculazioni sui prezzi in favore di un clima di serenità commerciale. Il compito chiave della Denominazione tramite il Consorzio è chiaro: una filiera produttiva interamente tracciata è una garanzia per gli stessi produttori e, soprattutto, una tutela per il consumatore”.

In virtù di ciò, sarà quindi importante lavorare sia al fianco delle istituzioni e degli organi di controllo per difendere il nostro vino dai tentativi di pratiche fraudolente, di cui ancora purtroppo si parla nella cronaca recente, si insieme con le Denominazioni del Nordest che tutelano l’origine del Pinot grigio e ne gestiscono la qualità.

Valutati sia i dati produttivi sia l’esito della commercializzazione dell’ultima campagna, il Consorzio delle Venezie in vista della prossima vendemmia, si coordinerà per una gestione consolidata delle riclassificazioni con gli altri Consorzi di tutela e le organizzazioni di categoria al fine di incentivare produzioni di qualità rispettose dell’ambiente e più rispondenti alle potenzialità produttive del Pinot grigio.

“Il sentimento è molto positivo”, è quanto emerge dall’ultimo Consiglio di Amministrazione della DOC delle Venezie che si è svolto a inizio gennaio. “Ci sono tutte le condizioni per affrontare la prossima campagna di commercializzazione con ottimismo e maggiore sensibilità produttiva”.

Parallelamente il Consorzio intende impegnarsi per migliorare il posizionamento e il percepito della DOC, sia nel mercato domestico sia in quello internazionale, lavorando su un rafforzamento del valore dell’identità del Pinot grigio e puntando i fari sull’areale di produzione e sul terroir, principale fattore che lo contraddistingue dalla varietà prodotta nel resto dello Stivale.

Proprio in un’ottica di rafforzamento dell’identità e del senso di appartenenza territoriale, il prossimo 31 gennaio verrà inaugurata la sede istituzionale di San Vito al Tagliamento (PN) che unirà i grandi attori della viticoltura: i tre Consorzi Tutela Vini delle DOC del Friuli-Venezia Giulia, DOC Friuli Grave e DOC delle Venezie, oltre agli Organismi di Controllo CEVIQ, Valoritalia e Triveneta Certificazioni.

Infine, il Consorzio è pronto a partire con il ricco programma di iniziative promozionali 2020, che già a febbraio porterà la DOC tra i banchi d’assaggio francesi della seconda edizione di Wine Paris/Vinexpo (10-12 febbraio, Parigi), per proseguire con i consueti appuntamenti di Prowein a marzo e Vinitaly ad aprile.

“Intendiamo mantenere e possibilmente rafforzare il nostro ‘ruolo-guida’ per garantire sia ai produttori sia al consumatore internazionale un’offerta promozionale efficace, continuando a partecipare a eventi e a manifestazioni di richiamo internazionale, nuove e consolidate in ogni parte del mondo – dagli USA al Giappone al Nord Europa – che rappresentano importanti occasioni di incontro e di confronto con il pubblico specializzato di buyer, stampa o professionisti del settore” – precisa Nazareno Vicenzi, Responsabile Marketing e Promozione del Consorzio.

Un’attenzione maggiore nei confronti del mercato nazionale va inoltre a compensare in lievissima misura le preoccupazioni della DOC che, a causa della Brexit, ricadono oggi sul Regno Unito, dove peraltro già nel 2019 le esportazioni hanno subito una leggera flessione del 5%.

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Analisi e Tendenze Vino

Dazi sul vino italiano, Castelletti (Uiv): impossibile per altri Paesi assorbire surplus

In caso di applicazione di dazi al 100% sul vino italiano, per gli altri Paesi sarebbe impossibile assorbire il surplus. È quanto afferma Paolo Castelletti, segretario generale di Unione Italiana Vini (Uiv).

Alla vigilia dell’incontro romano tra la Ministra Teresa Bellanova e il Segretario americano all’Agricoltura Sonny Perdue, l’organizzazione che rappresenta la filiera italiana del vino ringrazia per la posizione espressa a Bruxelles.

E invita a “incoraggiare un processo di distensione con il governo americano, per evitare l’inasprimento di una guerra commerciale che danneggerebbe in modo grave non soltanto gli operatori europei, ma anche quelli americani”. “L’obiettivo a cui puntare – sostiene Paolo Castelletti – è distendere i rapporti commerciali con gli Usa, cercando soluzioni condivise a livello internazionale”.

Questo perché, secondo le stime di Uiv, “l’imposizione di un dazio ad valorem al 25% su vini fermi e vini spumanti italiani porterebbe a una contrazione delle vendite di circa il 15% sul mercato americano, equivalente a circa 270/300 milioni di euro e alla perdita in volume di circa 1 milione di ettolitri di vino a livello europeo, difficilmente ricollocabili in altri mercati”.

https://www.winemag.it/dazi-usa-vino-importatore-italiano-catastrofe-in-vista-trump-si-ricreda/

“Infatti – spiega Castelletti – in altri Paesi la capacità di collocare i volumi di vino non assorbiti oltreoceano sarebbe molto inferiore. Inoltre, i dazi sui vini italiani causerebbero un danno molto forte anche all’economia Usa, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro”.

“Il business del vino americano – annota Castelletti – si traduce in opportunità di lavoro importanti, se si considera tutta la catena distributiva sul mercato, quindi importatori, distributori e operatori della ristorazione”.

L’INCONTRO A ROMA

“Facciamo attenzione, le guerre commerciali non fanno mai bene e rischiano di incrinare, come in questo caso, relazioni politiche consolidate. Noi abbiamo sempre considerato gli Stati Uniti un alleato fondamentale e strategico. E vogliamo che sia così”.

Così la Ministra Teresa Bellanova aprendo stamane l’incontro bilaterale con il Segretario Usa all’Agricoltura Sonny Perdue, svoltosi al Ministero delle Politiche agricole. “Sappiamo bene – ha aggiunto – come le questioni in gioco sono di grande sensibilità, non solo per il settore agroalimentare ma per il futuro delle relazioni fra le due sponde dell’Atlantico”.

Durato circa un’ora, l’incontro tra Bellanova e Perdue ha toccato diversi argomenti, dalla centralità dell’agricoltura alle sfide che ha dinanzi a sé per una sostenibilità ambientale, sociale, economica.

Al termine dell’incontro la Ministra Bellanova ha donato a Perdue un cesto con prodotti Dop e Igp colpiti dai dazi, corredato da una copia dell’Atlante Qualivita 2020, che raccoglie tutte le eccellenze del territorio italiano come invito alla conoscenza del nostro immenso patrimonio enogastronomico.

Bellanova si è detta “convinta che l’introduzione o l’aumento di dazi avrà effetti negativi per tutti: i consumatori saranno costretti a pagare a prezzi più elevati i prodotti alimentari, le imprese avranno più difficoltà ad esportare e con costi di approvvigionamento più elevati, i Governi saranno costretti a compensare i maggiori costi con risorse pubbliche”.

“A maggior ragione – aggiunge la ministra – perché i nostri settori rischiano di pagare per questioni cui sono estranei e a cui è peraltro estranea soprattutto l’Italia. Questo non deve accadere: dobbiamo costruire tutte le condizioni e gli spazi per rilanciare l’agenda delle relazioni economiche bilaterali ed è nostro dovere politico e istituzionale cercare e praticare questo spazio fino in fondo”.

“Dopo il nostro recente confronto a Bruxelles con gli altri Ministri europei dell’Agricoltura- ha proseguito la Ministra Bellanova – considero rilevante questa ulteriore occasione di dialogo e mi auguro che possa contribuire al riequilibrio delle nostre relazioni e alle indicazioni da restituire a Washington”.

“Come Ministri dell’Agricoltura abbiamo il dovere di raffigurare al massimo il punto di vista del mondo che rappresentiamo. Lei conosce questo settore, grazie alle sue passate esperienze, in modo approfondito: l’agroalimentare per crescere ha bisogno di regole certe

“I dazi – ha concluso Bellanova – non sono la risposta che i cittadini si attendono da Stati Uniti ed Europa. Dobbiamo lavorare per evitare che ulteriori misure restrittive generino altre ripercussioni negative sui nostri settori agricoli e anche nel quadro delle prossime sfide che entrambi dovremo in modo coeso affrontare”.

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Assovini Sicilia a Wine Paris Vinexpo 2020: esordio in Francia con nove aziende su 90

Nove aziende sulle 90 associate per la seconda volta di Assovini Sicilia a WineParis Vinexpo, l’evento in programma nella capitale francese dal 10 al 12 febbraio 2020. Novità assoluta tra gli appuntamenti internazionali, l’evento attrae la curiosità dei produttori siciliani, pronti a scommettere sul suo successo, vista l’ottima riuscita della sua prima edizione nel Febbraio 2019.

Manca solo un mese all’apertura della Porte de Versailles, luogo in cui si tiene la fiera, che sarà poi seguita, dopo appena un mese, dall’appuntamento tradizionale in Germania per il Prowein e successivamente, ancora dopo solo un mese, dal Vinitaly nostrano, che chiuderà la stagione delle fiere e farà da preludio, per Assovini Sicilia, all’appuntamento siciliano più atteso dell’anno: Sicilia en primeur – giunto alla sua diciottesima edizione.

La partecipazione di Assovini Sicilia, volta alla promozione dei suoi vini IG e DO, è resa possibile grazie al PSR 2014-20, sottomisura 3.2, dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura.

Lo stand dell’associazione, della dimensione di 48 mq, openspace, sarà situato nel padiglione internazionale 7.1 e più precisamente alla posizione EF083. Assovini Sicilia presenterà i vini delle seguenti aziende associate: Baglio Oro, Baglio di Pianetto, Conte Tasca d’Almerita, CVA Canicattì, Fina, Firriato, Lombardo Vini, Masseria del Feudo, Vivera.

“L’adesione a Wine Paris – commenta Mariangela Cambria, vicepresidente di Assovini Sicilia, è una bella novità per Assovini Sicilia perché da un lato offre ai suoi associati nuove opportunità commerciali a livello internazionale, vista la vocazione della fiera, dall’altro ribadisce l’importanza e il valore del vino siciliano in un mercato, quello francese, da sempre molto concorrenziale”.

“Inoltre – continua Cambria – la partecipazione unitaria di più aziende rappresentative ognuna del proprio territorio costituisce un’occasione importante per i visitatori che, visitando il nostro stand, possono conoscere una parte emblematica della produzione siciliana, e, allo stesso tempo, testimonia lo spirito di squadra presente all’interno della nostra associazione”.

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Emanuela Tamburini nuovo presidente del Movimento Turismo del Vino Toscana

Emanuela Tamburini è il nuovo presidente del Movimento Turismo del Vino Toscana. Un cambio al vertice in corso d’opera con l’avvicendamento a Violante Gardini (presidente per tre mandati di MTV Toscana) che ha dovuto lasciare la carica, pur rimanendo nel CdA, “per altri impegni professionali e istituzionali, tra cui la presidenza nazionale dell’Associazione giovani imprenditori vitivinicoli italiani Agivi arrivata lo scorso dicembre”.

Una presidenza tutta al femminile, con anche la nomina di Annabella Pascale (Artimino) alla vicepresidenza. Il Consiglio di Amministrazione resta invece invariato.

Emanuela Tamburini, titolare dell’omonima azienda vinicola di Gambassi Terme (Fi) e già vicepresidente di MTV Toscana, ha formalizzato e annunciato la sua nuova carica durante la partecipata assemblea dei soci che si è svolta a Carmignano, presso Villa Artimino, martedì 21 gennaio.

Un incontro aperto anche a cantine non socie del Movimento Turismo del Vino Toscana, con l’obiettivo ormai consueto di uno scambio di idee e di esperienze tra realtà diverse che operano nel settore dell’ospitalità legata al vino.

“Accolgo il testimone di Violante Gardini con molto onore – ha sottolineato Emanuela Tamburini – e al contempo con molta responsabilità nei confronti di una istituzione fondamentale nel mondo del vino quale quella di MTV Toscana. In questi anni da vicepresidente ho potuto apprezzare e al contempo condividere l’impegno di Violante in un progetto che cercherò di portare avanti nel segno della continuità e d’accordo con il CdA”.

Emanuela Tamburini, un’imprenditrice che guarda al futuro. Classe 1983, laureata in viticoltura ed enologia all’Università di Pisa, Emanuela Tamburini è titolare dell’Azienda Agricola Tamburini.

Ha partecipato a numerosi stage e master di formazione, tra i quali quello in Global Executiv Program in collaborazione con Sda Bocconi. Attualmente è membro del consiglio nazionale di Agivi (Giovani Imprenditori Vitivinicoli Italiani).

“Sono contenta che sia Emanuela a rivestire questo ruolo – ha detto salutando l’assemblea l’ex presidente del MTV Toscana, Violante Gardini – con la quale abbiamo dato vita a una squadra che in questi anni di gestione ha saputo non solo raddoppiare i soci dell’associazione, ma soprattutto dare vita a nuovi eventi di promozione del vino, facendo crescere quelli tradizionali attraverso collaborazioni prestigiose”.

Negli ultimi anni il Movimento ha superato quota 100 soci in tutta la Toscana, con oltre dieci eventi all’anno in cartellone che generano un giro di presenze in cantina che ogni anno supera le 100 mila unità.

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Dazi sul vino italiano negli Stati Uniti: Regione Lombardia chiede tavolo istituzionale

MILANO – Regione Lombardia nell’affaire dazi sul vino negli Stati Uniti. A intervenire è Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, con la richiesta al governo di “convocare un tavolo istituzionale con le Regioni per concordare un piano straordinario di sostegno alle aziende”. La stessa ministra Teresa Bellanova, ha chiesto al commissario Ue Phil Hogan, di istituire un fondo ad hoc, a prescindere dai dazi.

“Il valore dell’export di beni alimentari lombardi verso il mercato Usa – dichiara Rolfi – è di circa 580 milioni di euro totali all’anno. Esportiamo il 13% del food made in Italy destinato agli Stati Uniti. I prossimi dazi sui vini, che si vanno ad aggiungere a quelli su formaggi e salumi, potrebbero danneggiare un volume d’affari di oltre 150 milioni di euro”.

Proprio ieri si è conclusa la procedura di consultazione avviata dal Dipartimento del Commercio statunitense sulla nuova lista allargata sui prodotti Ue da colpire. Nessuna traccia, nel frattempo, del fondo compensativo prospettato a ottobre.

L’Italia è lasciata sola e l’Unione europea è totalmente assente”, attacca Rolfi. “Ormai – conclude l’assessore regionale della Lombardia – agricoltura e agroalimentare sono all’ultima pagina dall’agenda europea. La produzione agricola è alla base della nostra economia ed è unica al mondo. Serve una politica che la difenda dagli attacchi esterni”.

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Nel weekend la presentazione del nuovo catalogo di Proposta Vini

Torna l’atteso appuntamento con la presentazione del Catalogo di Proposta Vini, momento annuale di incontro tra Forza Vendite, Produttori e Clienti che si svolgerà domenica 19 e lunedì 20 gennaio all’Hotel Parchi del Garda di Lazise (VR).

Il Catalogo di Proposta Vini racchiude e racconta il panorama vinicolo europeo e conta quest’anno molti nuovi ingressi, unendo produttori provenienti da diverse regioni d’Italia a produttori esteri per un totale di 32 nuove aziende.

In occasione della presentazione del nuovo Catalogo saranno presenti 135 produttori, permettendo una rotazione annua di tutte le aziende. Novità anche nell’impostazione e nell’impaginazione del Catalogo, oltre al solito, sempre atteso, Tema dell’anno.

Proposta Vini si conferma da oltre trent’anni come punto di riferimento per la distribuzione di prodotti unici, vini di alta qualità che si allontanano dalle regole dell’omologazione rispecchiando la biodiversità e la tradizione dei loro territori d’origine.

Proposta Vini conta oggi 110 agenti che operano in tutto il territorio nazionale, 30 dipendenti e un fatturato annuo di oltre 16 milioni, con un incremento del 18% rispetto al 2018, permettendo ai produttori di qualità di differenziarsi ed essere conosciuti in tutto il mondo.

La ricerca continua e attenta di giacimenti enologici rari e autentici e il recupero di luoghi e vitigni storici hanno portato alla creazione di importanti progetti di valorizzazione: Vini Estremi, Vini dell’Angelo, Bollicine da Uve Italiane, Vini delle isole minori, Vini Franchi e Vini Vulcanici.

L’ultimo progetto, Vini Vulcanici, racchiude vini provenienti da uve coltivate su terreni vulcanici: le rocce che si originano dalle attività vulcaniche sono incredibilmente variabili, sia per la loro composizione chimica sia per il modo in cui si creano.

I vini prodotti in questi luoghi, per ragioni legate alla composizione geologica del terreno, all’esposizione e alla stessa ubicazione geografica, esprimono caratteristiche uniche che meritano di essere valorizzate.

Il progetto Vini Vulcanici verrà riproposto, dopo l’anteprima di Roma, in occasione della presentazione del Catalogo con la creazione di uno spazio dedicato che raccoglierà al suo interno i produttori che ne fanno parte.

“Proposta Vini continua il suo lavoro di commercializzazione e, consapevole del grande valore del patrimonio enologico italiano, pone l’accento sull’importanza di valorizzare l’aspetto culturale delle realtà vitivinicole, riservando particolare attenzione alla storicità, alle tradizioni dei luoghi e alle persone che li rappresentano” – racconta il fondatore Gianpaolo Girardi.

“Per questo – conclude Girardi – amiamo affiancare concretamente chi intraprende nella propria azienda coraggiosi percorsi sperimentali o personali che vanno in questa direzione. Negli ultimi anni abbiamo riscontrato una crescita importante che vogliamo portare avanti in un’ottica di sempre maggiore crescita qualitativa”.

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Dazi, Mantovani (Veronafiere): “Diplomazia scongiuri agguato commerciale”

VERONA – “Ci auguriamo che la missione del Commissario al Commercio, Phil Hogan in programma da oggi negli Stati Uniti, possa scongiurare ciò che riteniamo essere un vero e proprio agguato commerciale ai danni dell’agroalimentare italiano ed europeo.”

Lo ha detto oggi il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, a commento della procedura di consultazione dell’Ustr, che minaccia di allargare la lista dei prodotti a potenziale dazio aggiuntivo includendo tra gli altri anche vino, olio e pasta italiani.

“L’eventuale lista allargata espressa dal dipartimento del Commercio americano (Ustr) – prosegue Mantovani – non sarà infatti esecutiva prima di metà di febbraio: per questo è necessario che l’Unione europea dia riscontro alle istanze contenute nella lettera della ministra alle Politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova, recapitata nei giorni scorsi al Commissario Hogan”.

“Inutile dire – ha aggiunto Mantovani – come per il comparto vino la preoccupazione sia enorme: basti pensare che, complici anche le scorte accumulate nei mesi precedenti, i vini fermi francesi sottoposti all’extra-dazio del 25% hanno registrato un calo di vendite negli Usa del 36% a valore nel solo mese di novembre rispetto alla stessa mensilità sul pari periodo 2018.”

“Contestualmente, secondo il nostro Osservatorio Vinitaly Nomisma Wine Monitor – prosegue – l’Italia ha chiuso il mese con una crescita di quasi il 10%. Ora, con la calamità delle possibili imposte aggiuntive la produzione interna non sarà in grado di soddisfare la domanda e l’Europa rischia così di perdere quote di mercato difficilmente recuperabili in futuro, a tutto vantaggio del Nuovo Mondo produttivo.”

“Da parte nostra – ha concluso il direttore generale di Veronafiere – proseguiamo nella nostra attività di supporto del settore nel principale mercato mondiale, anche con una task force operativa in grado di ampliare del 20% la presenza di operatori statunitensi ospiti già a partire dal prossimo Vinitaly e al tempo stesso di accelerare sulle nuove frontiere commerciali di un comparto ancora troppo legato agli sbocchi tradizionali.”

Secondo l’Osservatorio Vinitaly Nomisma Wine Monitor (fonte: stime su dati doganali), l’Italia nel 2019 chiuderà le vendite verso gli Usa in crescita di circa il 5%, per un corrispettivo record che sfiorerà 1,8 miliardi di euro.

Si tratta di un’incidenza di quasi il 28% sull’export globale di vini made in Italy, molto più del suo competitor francese – che pur è il principale fornitore a valore – la cui quota non arriva al 20% per effetto di una più ampia e organica scacchiera dei mercati di riferimento.

Gli Stati Uniti hanno infine registrato nell’ultimo quinquennio il maggior incremento tra i 5 top mercati mondiali per il vino italiano, con un +38,6% a valore.

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Dazi Usa, il Consorzio: “Valpolicella e Ripasso a rischio più dell’Amarone”

“Siamo preoccupati soprattutto per i vini a fascia media, quindi per il Valpolicella, che negli Usa esporta il 17% dell’intero export, e il Ripasso. Sull’Amarone vogliamo sperare di poter contare sulla sua forte identità e sul fatto che sia un vino meno sostituibile di altri”. Così Olga Businello, direttore del Consorzio tutela vini Valpolicella, sui paventati dazi Usa che potrebbero riguardare il vino italiano, fino al 100% del valore.

“La leva del prezzo mette ovviamente a rischio anche il nostro grande rosso Amarone – avverte Bussinello – che negli Usa raccoglie a valore il 15% delle vendite complessive realizzate all’estero. Anche di questo si parlerà ad Anteprima Amarone, con un focus dedicato a 2 mercati tanto importanti quanto difficili a causa di congiunture geopolitiche che nulla dovrebbero avere a che fare con il libero mercato”.

“Un fattore tanto esogeno quanto ingiusto – analizza Bussinello – rischia insomma di colpire uno dei capisaldi dell’export veronese, ovvero il vino. Negli 5 ultimi anni i rossi veneti, dove la Valpolicella incide per il 70% del valore, sono cresciuti del 46% sul mercato americano, un dato che va ben oltre l’incremento export di vino made in Italy nello stesso periodo”.

“C’è molta preoccupazione – conclude la direttrice del Consorzio tutela vini Valpolicella – ma al tempo stesso la consapevolezza che attraverso un salto di qualità della diplomazia Ue si possa ancora evitare ciò che a tutti gli effetti suonerebbe come una beffa commerciale dopo tanti anni di investimenti in promozione e crescita dei nostri brand verso un top buyer sempre più strategico”.

Ceev (Ue) e Wine Institute (Usa) chiedono eliminazione di tutti i dazi sul vino

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Giro d’Italia 2020: presentato il Comitato della tappa Conegliano Valdobbiadene

È stato presentato nella mattinata di sabato 11 gennaio, all’ex Convento di San Francesco a Conegliano, il Comitato della 14ª tappa a cronometro del Giro d’ItaliaConegliano Valdobbiadene, in programma il prossimo 23 maggio 2020.

Sarà una frazione, quella delle colline del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, da poco riconosciute Patrimonio dell’Umanità Unesco, che con molta probabilità potrebbe decidere la corsa rosa.

Una sfida contro il cronometro in un territorio di produzione del Prosecco Superiore Docg, un’occasione unica per mostrare a tutto il mondo, grazie alle riprese televisive, le bellezze delle colline, da Conegliano fino a Valdobbiadene.

“Siamo orgogliosi di ospitare una tappa a cronometro del Giro d’Italia 2020 – dichiara il Presidente del Consorzio di Tutela Innocente Nardi – l’unica ad avere come palcoscenico un territorio viticolo, la quale permette di consolidare l’identità ed il valore del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore”.

“Il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg . continua Nardi – sarà sede e capofila del Comitato della 14^ tappa del Giro d’Italia. Con la Regione Veneto e con i sindaci Fabio Chies di Conegliano e Luciano Fregonese di Valdobbiadene abbiamo ritenuto necessario dare compattezza ed unitarietà al Comitato per ottimizzare il lavoro ed ottenere la massima visibilità dell’intero territorio”.

Ad Andrea Vidotti il compito di coordinare il lavoro del Comitato, “per la sua grande esperienza nel settore degli eventi sportivi e per la sua riconosciuta professionalità”. “Sono allo studio varie attività di marketing e di comunicazione che permetteranno al nostro territorio di sfruttare le grandi potenzialità che il Giro d’Italia è in grado di offrire”, precisa Innocente Nardi.

“Siamo felici della scelta di optare per un Comitato di Tappa unito, compatto e coeso – dichiarano i sindaci Fabio Chies e Luciano Fregonese – era necessario un lavoro di squadra, evitando i particolarismi, per un evento così importante come una tappa del Giro d’Italia. Siamo convinti che con l’aiuto di tutti saremo in grado di far vedere al mondo intero la bellezza del nostro territorio”.

“Ringrazio la Regione Veneto, il Consorzio di Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco, i sindaci di Conegliano e di Valdobbiadene per avermi affidato questo prestigioso incarico – dichiara Andrea Vidotti – sono orgoglioso e fiducioso di poter fare un buon lavoro”.

“Il mio compito – sottolinea – sarà di coordinare il lavoro del Comitato per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissi. Vogliamo dare massima visibilità ad un territorio fantastico per far vedere a tutto il mondo le bellezze delle Colline del Conegliano Valdobbiadene Prosecco, Patrimonio dell’Unesco”.

“Sono allo studio varie attività di marketing e la prima azione sarà il lancio di un concorso nelle scuole della zona per l’ideazione del logo grafico del Comitato di Tappa”, conclude Vidotti. Il Comitato insediato da pochi giorni ha già incontrato i sindaci della zona interessate dall’attraversamento della tappa, “per coinvolgerli in tutte le attività previste dal Piano di Marketing del Comitato”.

COMITATO TAPPA
Presidente: Innocente Nardi
Coordinatore Generale: Andrea Vidotti
Sindaci di Partenza e Arrivo: Fabio Chies e Luciano Fregonese
Sede: Villa Brandolini Piazza Libertà, 7 – 31053 Pieve di Soligo (TV)

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Le Langhe sbarcano a New York

La “Grande Mela” è pronta ad accogliere la prima tappa del Barolo & Barbaresco World Opening, evento dedicato a Barolo e Barbaresco previsto per il 4 e 5 febbraio 2020. Sarà una grande degustazione dedicata alle menzioni geografiche aggiuntive e una valutazione tecnica delle nuove annate da parte di 100 palati internazionali.

L’iniziativa dedicata ai due grandi rossi piemontesi è ideata dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani. Il 4 febbraio 2020, presso il centralissimo Center415 a Manhattan, operatori del settore e consumatori avranno l’occasione di assaggiare i vini di 220 produttori di Barolo e Barbaresco, in quella che è la prima e più grande degustazione al mondo interamente dedicata alle menzioni geografiche aggiuntive (MeGA) delle due denominazioni.

In aggiunta ai classici stand aziendali, il BBWO Grand Tasting presenterà anche due grandi banconi geografici, che avranno lo scopo di rappresentare tutte le menzioni rivendicate nei due territori. Ad affiancare Barolo e Barbaresco in questo evento così atteso, due partner d’eccezione: la Fontina DOP della Valle d’Aosta e il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese DOP.

I due marchi, noti e apprezzati in Italia e nel mondo, saranno presenti a New York, prima di una serie di attività di comunicazione e informazione promossa dal gruppo dei tre Consorzi, a cui seguiranno altre attività negli Usa e in Cina. La degustazione è rivolta a buyer, importatori, distributori, ristoratori, giornalisti e altri professionisti di settore. Dalle ore 18 è anche prevista una sessione per i consumatori.

“Avere 200 produttori delle Langhe in trasferta a New York è un evento straordinario – ha dichiarato il Presidente del Consorzio di Tutela Matteo Ascheri – Questo primo BBWO rappresenta un’occasione unica per parlare al consumatore finale dei nostri vini e allo stesso tempo contribuisce a rafforzare la conoscenza delle menzioni geografiche aggiuntive tra gli addetti ai lavori.”

La giornata successiva sarà invece dedicata alle nuove annate di Barolo (2016) e Barbaresco (2017): una commissione composta dai 100 migliori palati – Masters of Wine, critici, giornalisti e Master Sommeliers – provenienti dai cinque continenti giudicherà le due annate con un punteggio in centesimi che verrà rivelato durante una prestigiosa cena di gala nel cuore del World Trade Center.

Ospiti d’eccezione della serata per rendere omaggio a Barolo e Barbaresco – ma anche all’Italia intera – saranno il trio musicale Il Volo e lo chef pluristellato Massimo Bottura, che firmerà il menù dedicato ai due vini piemontesi. A condurre la serata uno dei più apprezzati e irriverenti showman italiani: Alessandro Cattelan.

Parte del ricavato della vendita dei biglietti della degustazione verrà donato all’associazione City Harvest che distribuisce pasti a oltre un milione di newyorkesi in difficoltà.

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“Autoctono si nasce…”: a Milano il 23 gennaio

L’associazione Go Wine inaugura l’anno 2020 a Milano con l’ormai tradizionale appuntamento dedicato ai vini autoctoni italiani. Una serata di degustazione che raggiunge a gennaio il traguardo della undicesima edizione.

Sarà possibile conoscere ed apprezzare una selezione importante di vini da vitigno autoctono, con un panorama di etichette articolato e dando voce a varietà da scoprire.

Il riferimento è legato al libro “Autoctono si nasce…” pubblicato anni fa da Go Wine Editore e ad altre iniziative che hanno sempre visto l’associazione privilegiare la cultura e la comunicazione a favore dei vitigni-vini di territorio.

Nelle sale dell’Hotel Michelangelo (Piazza Luigi di Savoia, 6 – Milano) sarà presentato un banco d’assaggio con una qualificata selezione di aziende italiane direttamente presenti; un’enoteca completerà il panorama della degustazione.

Un’importante selezione di vini, espressione di terroir nascosti e dai sapori nuovi, per un irripetibile viaggio tra i più insoliti e rari autoctoni italiani.

PROGRAMMA
Ore 15,30 -18,30: Anteprima: degustazione riservata ad operatori professionali (giornalisti, enoteche, ristoranti, wine bar)
Ore 18,30 – 22,00: Apertura del banco d’assaggio al pubblico di enoappassionati

Nel corso della serata breve conferenza di presentazione

Il costo della degustazione per il pubblico è di € 20,00 (€ 13,00 Soci Go Wine, Rid. soci associazioni di settore € 18,00). L’ingresso sarà gratuito per coloro che decideranno di associarsi a Go Wine direttamente al banco accredito della serata (benefit non valido per i soci familiari). L’iscrizione sarà valevole fino al 31 dicembre 2020.

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Ocm Vino: 3,4 milioni in Lombardia. Produttori compatti alla Prowein di Düsseldorf

La Regione Lombardia distribuirà 3,4 milioni di euro per 16 progetti di internazionalizzazione del vino lombardo, nell’ambito dell’Ocm vino. Una pioggia di denaro che interesserà, in particolar modo, l’Oltrepò pavese e la Franciacorta. La prima presenza collettiva lombarda sarà alla fiera ProWein 2020, dal 15 al 17 marzo a Düsseldorf.

“Crediamo molto nella straordinaria qualità dei nostri vini – dichiara Fabio Rolfi, assessore regionale lombardo ad Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi – e vogliamo accompagnare i produttori nell’export, facendo da regia e promuovendo progetti che possano essere un valore aggiunto”.

“Si tratta non solo di scoprire nuovi mercati, ma anche di consolidare quelli già esplorati. Penso agli Stati Uniti o all’Oriente. Sul territorio lombardo si produce per il 90 per cento vino a Denominazione di qualità, grazie a 5 DOCG, 21 Doc e 15 Igt. Comunicare la nostra eccellenza è fondamentale”.

Nel biennio 2017/18 il vino lombardo ha fatto registrare il record storico di esportazioni. Attendiamo i dati definitivi del 2019. “Ma siamo fiduciosi – continua Rolfi – perché il lavoro che stiamo portando avanti con i consorzi e i produttori è eccellente”.

“Avremo uno spazio dedicato ai vini lombardi nella più grande fiera business del mondo enologico, ProWein 2020 – continua Rolfi – nella quale confidiamo di poter consolidare la nostra presenza collettiva nei prossimi anni, quando gli spazi lo consentiranno, per dare la più ampia possibilità di partecipazione ai produttori lombardi”.

“Con questo decreto promuoviamo anche 6 progetti interregionali. È necessario fare sistema per valorizzare in maniera adeguata il comparto, semplificando la comunicazione per arrivare con più forza sui mercati internazionali”, conclude l’assessore.

I PROGETTI AMMESSI A FINANZIAMENTO
Menmade 53.318,00 €
Lieti Calici Cina 234.115,00 €
Made In Lombardy Svizzera Canada E Brasile 304.386,00 €
Made In Lombardy Giappone Cina Federazione Russa 338.481,00 €
Lieti Calici Usa 280.890,00 €
It Wines 399.347,00 €
Made In Lombardy Usa 398.634,00 €
Ca’ Maiol 303.134,00 €
Losito E Guarini 184.000,00 €
Consorzio Franciacorta 774.114,53 €

Progetti Multiregionali (Quota Regione Lombardia)
Ca’ Del Bosco € 68.029,00
Consorzio Tutela Franciacorta – Area € 41.250,00
Azienda Opera Roses Di Calvagese – Bs € 375,00
Ati Wine Experience € 48.541,78
Balgera Vini € 9.315,00
Cantina Storica Montu’ Beccaria € 9.105,47

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Il Montepulciano traina l’Abruzzo del vino: +50% di export negli ultimi tre anni

Nel quinquennio 2013-2018 sono le regioni del Sud a registrare crescite più alte nell’export e l’Abruzzo – grazie soprattutto al Montepulciano – si piazza tra le prime tre con un + 50%. La Germania si conferma primo mercato di destinazione dei vini abruzzesi in termini di volumi (19%) ma, nel periodo analizzato, la crescita maggiore in percentuale la registrano Regno Unito, con un eclatante +259% e Cina (+154,3%).

Anche nel primo semestre di quest’anno l’export di vino dell’Abruzzo aumenta più della media italiana, registrando un +11,6% in Germania e un +4,1% totale nel mondo con la Cina best performer (+26,8%).

Analizzando i dati messi in luce dall’Osservatorio Permanente a cura di Wine Monitor Nomisma – attivato nel 2019 dal Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo per comprendere meglio l’andamento dei vini abruzzesi, a partire dal Montepulciano d’Abruzzo, sui principali mercati  e attuare di conseguenza una strategia di promozione e comunicazione ancora più performante – si evincono appunto le ottime performance delle vendite in Italia e la crescita dell’export.

In Italia e Germania il canale di acquisto prevalente per il Montepulciano d’Abruzzo è la Gdo, mentre negli Stati Uniti 1 consumatore su 2 lo acquista presso enoteche e negozi specializzati. Nel 2019 In Italia le vendite del Montepulciano d’Abruzzo in GDO registrano un +5,2% (oltre 40 milioni di euro di fatturato).

Il prezzo medio della bottiglia (750ml) è cresciuto del 6,4% e le vendite a valore dello stesso formato (che rappresentano il 65,8% del mercato) registrano un +3,2% di crescita. Interessante il fatto che nella fascia di prezzo che va dai 3 agli oltre 7 euro la crescita (nelle vendite a valore) è tra il 13,2% fino al 20,3%.

Passando al mercato tedesco, in un overview delle vendite in GDO, la ricerca mette in luce una crescita del prezzo medio (+6%), per i vini venduti oltre ai 6 Euro c’è un +4% e anche i volumi crescono con un +1% per il formato da 750 ml (88% del mercato).

Oltreoceano, negli Stati Uniti la situazione è in linea con lo scorso anno ma il prezzo medio cresce dell’ 1,1 %, le vendite a valore per formato, registrano per la bottiglia da 0,75 l un interessante +4,1%. Una curiosità sta nella crescita esponenziale (+113,9%) del formato da 1 litro.

Nelle vendite a volumi per formato troviamo un +3% della bottiglia da 0,75 l mentre nelle vendite a valori per fasce di prezzo i vini della fascia media, quella sopra gli 8 dollari, registrano un +5,7% e crescono anche in volume con un +6%.

“Abbiamo voluto attivare quest’Osservatorio per analizzare le performance dei nostri vini sui mercati più strategici – Italia, Germania e USA – andando a mettere in luce le leve su cui dovremo insistere per alzare sempre più la soglia di notorietà e di valorizzazione della nostra regione e dei suoi vini”, spiega il Presidente del Consorzio, Valentino Di Campli (nella foto, sopra).

“È sicuramente molto importante per la nostra realtà costatare in generale la buona salute dei consumi dei vini abruzzesi, e in particolare della Denominazione per eccellenza, il Montepulciano d’Abruzzo”, continua.

“Il Consorzio sta rafforzando, con un puntuale lavoro di promozione il connubio vino e territorio, poiché il consumatore sceglie sempre più in base all’area di provenienza e per l’Abruzzo c’è ancora molto da fare in questa direzione”.

“Dobbiamo necessariamente continuare a fare sistema, attraverso le tante attività promosse in Italia e all’estero, per favorire la conoscenza del legame tra vino e territorio e supportare le Aziende in questo percorso di crescita; ritengo infatti che l’Abruzzo possa sempre più affermarsi come una regione estremamente vocata alla viticoltura”, conclude il numero uno dell’ente di tutela vini abruzzese.

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Vinifera Forum 2020: appuntamento a Trento con i vini artigianali dell’arco alpino

TRENTO – I vini artigianali dell’arco alpino tornano protagonisti alla Fiera di Trento per la terza edizione di Vinifera, il 28 e 29 marzo 2020. Una mostra mercato con 70 produttori provenienti da Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli ma anche da Austria, Svizzera, Francia e Slovenia. Rappresentanti di una viticoltura che spesso si può definire eroica per le dure condizioni in cui viene svolta e che riveste un ruolo fondamentale nella cura dei territori montani.

“A Vinifera Forum 2020 sarà possibile ascoltare i racconti di fatica, passione e tenacia di chi il vino lo fa in prima persona e scoprire realtà vinicole lontane dai riflettori ma vicine alla terra”, spiegano gli organizzatori dell’Associazione Centrifuga, un gruppo di giovani che hanno unito diverse competenze, forze ed esperienze per realizzare iniziative incentrate sulla produzione sostenibile in campo agricolo e vitivinicolo.

Vinifera Forum 2018: i migliori assaggi di vini artigianali in Trentino

Saranno inoltre presenti alcuni artigiani della gastronomia, che racconteranno attraverso i loro prodotti e i loro piatti un territorio duro e difficile da lavorare, ma che sa dare grandi frutti. In programma, sempre alla Fiera di Trento, anche quattro masterclass.

Nei mesi di febbraio e marzo il salone sarà anticipato dal Forum, una ricca proposta itinerante nella provincia di Trento dove troveranno posto degustazioni, conferenze, incontri con produttori ed esperti del settore.


Vinifera in breve:
Quando: sabato 28 e domenica 29 marzo 2020
Dove: Trento Fiere – Via di Briamasco, 2
Orario di apertura al pubblico: dalle 11.00 alle 19.00
Ingresso: € 15.00

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Assembra Agivi (Uiv): la nuova Presidente è Violante Gardini

PRIOCCA (CN) –  “Voglio ringraziare il consiglio e il presidente uscente per l’ottimo lavoro svolto e dare il benvenuto alla nuova compagine che sono certo saprà portare avanti con continuità e innovazione le attività dell’Associazione. AGIVI rappresenta il futuro di Unione Italiana Vini, la forza giovane dalla quale usciranno i dirigenti UIV di domani. Per questo continueremo a stare al loro fianco con un coinvolgimento sempre maggiore ai nostri tavoli di lavoro, all’interno del nostro CDA e supportando le attività formative che organizzano. Auguro a tutti un buon lavoro”.

Con queste parole Paolo Castelletti, Segretario Generale di Unione Italiana Vini, ha introdotto i lavori dell’Assemblea generale di AGIVI che si è tenuta venerdì 29 novembre presso il Gruppo MGM Mondodelvino spa di Priocca (CN), in Piemonte e ha portato alla nomina del nuovo Consiglio di amministrazione e della sua nuova presidente, la toscana Violante Gardini, responsabile commerciale delle cantine della madre Donatella Cinelli Colombini, a sua volta presidente delle Donne del Vino.

Al suo fianco due nuovi vicepresidenti, Enrico Gobino di MGM Mondodelvino spa e Marzia Varvaglione Vigna e Vini, che con lei porteranno avanti i lavori di AGIVI, iniziati già in occasione dell’Assemblea con l’approvazione del proprio statuto che prevede l’apertura dell’associazione, oltre ai produttori e ai manager, anche a nuove figure professionali come sommelier e giornalisti in qualità di soci affiliati.

“Voglio ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno sostenuto AGIVI e hanno contribuito a farla crescere e l’intero consiglio con il quale ho avuto l’onore e il piacere di lavorare – ha commentato Federico Terenzi, presidente uscente di AGIVI – L’Associazione oggi è sempre più forte e rappresentativa, grazie al rafforzamento del rapporto con Unione Italiana Vini, nostra associazione senior, e grazie ai tantissimi eventi che ci hanno visto protagonisti e organizzatori, dagli incontri con la grande critica enologica italiana a quelli formativi, culminati nel Wine Generation Forum che ha visto raccolti oltre 100 giovani imprenditori del settore.”

“Il grande lavoro di ricambio generazionale – conclude Terenzi – con l’ingresso di tanti nuovi giovani soci, 45 solo negli ultimi tre anni, ha dato vita”ad un consiglio che sono certo saprà portare avanti il lavoro fatto fino ad oggi e rendere AGIVI un punto di riferimento ancora più centrale per il settore”.

“Credo moltissimo nel fare squadra – ha esordito Violante Gardini dopo l’elezione avvenuta all’unanimità – e intendo applicare in AGIVI lo stesso metodo di lavoro in gruppo che nelle esperienze precedenti mi ha permesso di aumentare i soci e organizzare iniziative importanti”.

La carica più alta di AGIVI arriva infatti dopo una serie di altre importanti nomine nel mondo dell’associazionismo, quali: la presidenza nel 2008 – 2009 dei Leo Toscana, la presidenza nel 2013 del Movimento Turismo del Vino Toscana e la vicepresidenza di AGIVI dal 2016 ad oggi.

Trentacinquenne toscana, Violante Gardini ha conseguito la laurea in Economia Aziendale all’Università di Firenze e subito dopo è volata a Parigi dove ha frequentato un Master OIV che l’ha portata a visitare tutte le regioni viticole e i principali mercati enologici del mondo. Sulla base di questa formazione, oggi la Gardini è assolutamente intenzionata a continuare “i viaggi di AGIVI nelle regioni del vino estere, che ci servono come stimolo e confronto – ha fatto sapere illustrando il suo programma -. così come i corsi, il primo dei quali a febbraio. Punteremo molto anche sulla comunicazione con l’utilizzo del nuovo sito dell’Associazione e il suo collegamento con un network molto più ampio. La voce dei Millennials del vino italiano deve diventare più forte e portare un messaggio di rinnovamento e sostenibilità”.

All’elezione del nuovo consiglio di amministrazione è seguito un talk show che ha visto seduti al tavolo dei relatori nomi importanti del mondo del vino di oggi, quali: Alfeo Martini, presidente del Gruppo Mondodelvino Spa, Marco Martini a capo del Consiglio di gestione di MGM e Giuseppe Bernocco, fondatore del gruppo TCN, ai quali è stato consegnato il Riconoscimento di Socio Onorario Agivi. Il pomeriggio di lavoro si è concluso con la visita guidata alla Wine Experience – MGM Mondodelvino e l’appuntamento all’indomani per la visita di piccole e grandi aziende vinicole della zona.

IL NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVO IN CARICA FINO AL 2021

Presidente:
Gardini Violante (Az. Agr. Donatella Cinelli Colombini)

Vice Presidenti:
Gobino Enrico (MGM Mondodelvino spa)
Varvaglione Marzia (Varvaglione Vigna e Vini srl)

Consiglio di Amministrazione:
Franco Silvia (Nino Franco)
Goretti Giulia (Agr Goretti Prod Vini Srl)
Guidi Nicola (Cantine Guidi 1929)
Magnabosco Matteo (Agenzia Vini Eurovini Sas di Magnabosco Matteo)
Rocca Ernesto Giancarlo (Dezzani SRL)
Rocca Vittoria (Angelo Rocca &figli)
Sorricchio di Valforte Annamaria (Tenute Barone di Valforte)
Tamburini Emanuela (Az. Agricola Tamburini)

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Brut Race: il nuovo Franciacorta di Contadi Castaldi e Ducati

Dal 2016 Contadi Castaldi è Official wine partner di Ducati Corse. Nasce ora Brut Race, la prima cuvée dedicata al sodalizio.

A marzo 2017 inizia l’avventura. Francesca Moretti, AD di Terra Moretti Vino e Gianluca Uccelli, enologo di Contadi Castaldi, compongono tre cuvée, partendo da un’ottantina di vini base. Insieme al Presidente di Terra Moretti Vino Vittorio Moretti, l’AD di Ducati Claudio Domenicali, il Direttore Generale di Ducati Corse, l’ingegnere Luigi Dall’Igna, scelgono tra le tre proposte quella che porti maggiormente in sé la grinta e l’essenza dei due brand.

Decisa la cuvée a maggio 2017 avviene il tiraggio. Il vino quindi si trasforma di mese in mese, con la seconda fermentazione, e insieme riposa, per arrivare, a settembre 2019, pronto e scattante per la sboccatura, con la liqueur più energica e slanciata. A dicembre 2019 il vino è pronto per essere apprezzato da tutti i fan di Ducati e Contadi Castaldi.

“Ho voluto un vino che celebri Ducati, ieri e oggi, e sappia raccontare quella sua unicità, la straordinaria capacità di suscitare emozioni. Un Franciacorta dai profumi espressivi, dinamici, agili, sinuosi come una gincana, dal carattere fresco, verticale, energico e potente, come il nuovo V4” – dichiara Francesca Moretti.

“Festeggiare dopo una gara con del buon vino è sicuramente piacevole ed è qualcosa che ogni volta ci auguriamo di poter fare – ha commentato Claudio Domenicali, AD di Ducati – Farlo con questa nuova bottiglia Contadi Castaldi, creata e selezionata insieme, significa associare il piacere all’orgoglio di avere un Franciacorta dedicato a Ducati, alle nostre moto, al nostro spirito, al nostro entusiasmo e alla passione che ci contraddistingue e che ci accomuna a questa prestigiosa casa di produzione vinicola. Non vedo l’ora di poter stappare una delle nuove bottiglie di Ducati Brut Race a un GP. Sono certo il brindisi di fine gara avrà un gusto ancora più unico e speciale”.

Le bottiglie Contadi Castaldi hanno accompagnato i festeggiamenti del team Ducati, in giro per il mondo e da oggi continueranno a farlo, con un’etichetta dedicata.

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Vino e consumi: a Natale 2019 si brinda con spumanti italiani

ROMA – Gli Spumanti italiani restano i protagonisti indiscussi delle festività natalizie. In Italia durante il periodo di Natale verranno stappate oltre 78 milioni di bottiglie (6% in più rispetto allo scorso anno), di cui 74,7 milioni di produzione italiana (+8%) e il resto importate dall’estero (-25%).

In media, ogni italiano consumerà quasi 3 bottiglie di bollicine (2,7 per la precisione), considerando solo i consumatori abituali di vino che in Italia sono circa 29 milioni di individui. All’estero, invece, le bollicine italiane supereranno i 190 milioni di bottiglie stappate con un aumento del 6% rispetto al Natale 2018.

“I nostri vini spumanti avranno un posto d’onore sulle tavole degli italiani durante le prossime festività natalizie – commenta Paolo Castelletti, segretario generale di Unione Italiana Vini – I dati sui consumi interni (+ 5,9% rispetto al 2018) ci dimostrano che i nostri prodotti hanno sempre più appeal, tradotto in scelte d’acquisto più orientate sul made in Italy piuttosto che sugli spumanti esteri.”

“Una fiducia che fa bene economicamente all’Italia – prosegue Castelletti – ma che rappresenta anche una crescita culturale molto positiva per guardare al futuro del comparto con ottimismo. Molto soddisfacenti anche i risultati registrati dalle esportazioni (+6% rispetto allo scorso anno) a conferma di come il vino spumante italiano riesca a riscuotere grande apprezzamento anche all’estero, e non solo durante il periodo natalizio, ma anche durante tutto il resto dell’anno.”

“Il vino italiano – conclude il segretario – nel suo complesso sta per chiudere un anno positivo, pur sapendo che dovrà lavorare sodo per continuare a crescere ed aumentare la propria penetrazione nei mercati extra europei. Non a caso, internazionalizzazione e sostenibilità saranno i temi caldi su cui si concentrerà il comparto del vino italiano nel 2020”.

Andando nel dettaglio, per fine anno sono previste in crescita le vendite di tutte le principali denominazioni a, sia quelle a metodo classico, come Trento, Oltrepò Pavese e Franciacorta (+8% cumulato), che quelle a metodo italiano, come Asti e Prosecco (+7%) o provenienti da areali “minori”, che in questi ultimi anni hanno visto un aumento significativo delle produzioni di bollicine, dall’Abruzzo alla Sicilia, passando per Toscana e Centro Italia.

Sul versante export, stando agli andamenti cumulati da inizio anno, il dato di chiusura 2019 indica ancora una crescita (+6%), con gli Stati Uniti a fare da traino per tutta la spumantistica nazionale. Qualche segnale di rallentamento in UK, limitato agli spumanti non Prosecco, mentre l’export verso il mercato tedesco dovrebbe chiudere l’anno in leggera contrazione. Buone notizie dal mercato russo e soprattutto da quello francese, divenuto quarta piazza a valore, con fortissima crescita delle bollicine targate Prosecco.

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Consorzi: in Italia la prima banca dati, sono circa 1000

ROMA – Quanti sono i consorzi in Italia? Cosa fanno? In quali settori operano? Su quali finanziamenti possono contare? La prima Banca Dati dei Consorzi italiani realizzata dall’Agenzia di comunicazione di impresa di Klaus Davi è stata presentata dal massmediologo presso la Sala Cavour del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, durante il convegno0 “Consorzi e Made in: come veicolare l’eccellenza“.

Secondo la ricerca, in Italia sono circa 1000 i consorzi, distribuiti in tutte le nostre 20 Regioni. Di questi, il 23% è specializzato nell’agroalimentare (vini DOC e DOCG, alimentari DOP e IGP), il 26% sono consorzi di bonifica, il 23% consorzi energetici, l’8% per la promozione turistica, il 2% agrari, un altro 2% per l’ambiente, di altro tipo il restante 16%.

La Lombardia è in testa con il 16,08% del totale consorzi italiani, seguita dal Veneto (10,98%) e dall’Emilia Romagna (10,49%). La Toscana sfiora il podio col 9,73% mentre al 7,27% c’è la Sicilia , poi via via tutte le altre. Da questa ricerca si evince come non sia immediato consultare i bilanci dei consorzi italiani: le percentuali di coloro che li hanno pubblici sul web e di quelli che, invece, li hanno mandati spontaneamente agli autori dello studio sono piuttosto basse.

Nell’agroalimentare, fiore all’occhiello del nostro Made In Italy, la voce principale è rappresentata dal vino (31,23%), seguito da frutta e verdura (19,65%), seguito da formaggi e latticini (13,33%), salumi (10,18%) e olio (6,67%); la voce “altro” è al 18,95%).

I lavori del Convegno nazionale sono stati aperti da Filippo Gallinella, presidente Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. Alla presenza del Ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova, si sono alternate le voci di autorevoli relatori, quali Cesare Baldrighi (Presidente Origin Italia), Massimo Gargano (Direttore Generale ANBI), Marco Mergati (INDICAM, Centromarca per la lotta alla Contraffazione), Anna Flavia Pascarelli (Dirigente Ufficio Agroalimentare ICE Agenzia) seguite da un confronto con alcuni dei Presidenti di Consorzi Dop, DOC e Igp e GDO presenti in Sala.

La ricerca presentata fa parte dell’iniziativa del movimento “Io sto con il Made in Italy“, giunto alla terza tappa, avviato dal giornalista Klaus Davi e sostenuto da diverse istituzioni ma soprattutto dalle Pmi italiane. La campagna, lanciata ufficialmente lo scorso marzo alla Camera, si prepara a tutelare gli interessi delle aziende italiane all’interno del prossimo parlamento europeo. Giulio De Rita (ricercatore del CENSIS), ha presentato la Ricerca CENSIS sul percepito delle Eccellenze italiane.

Un programma ricco che ha visto, inoltre, la presentazione della prima edizione del Premio “Donne per il Made In Italy“, ovvero il conferimento di una speciale onorificenza a sette importanti imprenditrici italiane che si sono distinte per la capacità di innovare e contribuire in maniera significativa alla crescita dell’economia italiana:

Barbara De Rigo, direttore marketing house brand De Rigo Vision;

Maura Latini, amministratore delegato COOP Italia;

Rossella Liberti, cofondatrice di Picogrammo, Gruppo Liberti;

Chiara Lungarotti, amministratore delegato Gruppo Lungarotti;

Valentina Mercati, vicepresidente del Gruppo Aboca;

Giannola Nonino, presidente di Nonino Distillatori;

Alessia Zucchi, ceo Oleificio Zucchi.

Il convegno è nato sotto il marchio #iostocolmadeinitaly, la campagna ideata e creata proprio da Klaus Davi, che propone al centro dell’agenda politica il Made in Italy, con lo scopo di dar vita ad una legge che tuteli l’eccellenza italiana.

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Siglato l’accordo di sponsorizzazione tra Florentia San Gimignano e il Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano

Lo scorso 9 dicembre, nelle sale del centro “Vernaccia di San Gimignano Wine Experience” nella Rocca di Montestaffoli, è stata siglata ufficialmente la collaborazione tra Florentia San Gimignano e Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano.

Un matrimonio cercato e sin dall’arrivo di Florentia in Val d’Elsa: il Consorzio è uno dei punti di riferimento di San Gimignano, la Vernaccia uno dei simboli del territorio nel mondo e Florentia ha da sempre indirizzato i suoi sforzi comunicativi nel creare un forte legame con la comunità.

Con la firma ufficiale della sponsorizzazione si chiude un primo percorso di collaborazione che ha visto fin dalla prima partita di Serie A Femminile giocata al “Santa Lucia” del 15 settembre 2019, i vini del Consorzio inseriti nel “Mercato al Campo“, una proposta culinaria a chilometro zero unica al mondo offerta all’interno dello Stadio durante il match-day, proprio per la loro specificità territoriale, oltre che per la grande qualità del prodotto.

“Il Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano ha firmato questo accordo di sponsorizzazione con la società di calcio femminile Florentia San Gimignano – dichiara la Presidente Irina Strozzi – per il progetto che questa nuova realtà vuole rappresentare per il nostro territorio e la nostra comunità, progetto che va al di là dell’aspetto sportivo e che si pone obiettivi che anche il nostro Consorzio persegue da molto tempo: diventare un punto di riferimento della struttura sociale ed economica della città, essere uno strumento di promozione e valorizzazione del patrimonio paesaggistico e artistico di San Gimignano.”

“E’ un accordo che si basa quindi su una profonda e sostanziale sinergia di intenti – prosegue la Presidente – ma anche di valori e rapporti etici tra il genere ‘femminile’ e il mondo ‘maschile’: da una parte abbiamo una squadra composta da donne nello sport fino ad oggi vissuto come il più maschile di tutti, il calcio. Dall’altra un Consorzio vinicolo, anche questo rappresentante per eccellenza del mondo maschile, che da più di dieci anni ha eletto una donna alla Presidenza, prima Letizia Cesani, che lo è stata ininterrottamente dal 2009 al giugno 2019, oggi la sottoscritta.”

“Senza dimenticare – conclude la Strozzi – che la stessa Vernaccia di San Gimignano è l’unica docg bianca toscana ed è l’unico vino declinato al femminile in una terra di importanti vini rossi, tutti al maschile. In sintesi, questo è un progetto che si basa sulla condivisioni di valori e che come obiettivo ha la promozione degli stessi”.

Lorenzo Giudici, consigliere di amministrazione della Florentia San Gimignano, illustra così la partnership: “Lo sforzo che i Club femminili hanno davanti è impegnativo. Lo ha ribadito proprio in questi giorni il vicepresidente UEFA Michele Uva: ‘il calcio femminile deve saper crescere con le proprie gambe e con le proprie forze, non rimanere in piedi solo grazie ai Club maschili’.

“La sfida dunque è inaugurare modelli di gestione che garantiscano sostenibilità ai crescenti investimenti necessari allo sviluppo. La scelta che abbiamo fatto spostandoci a San Gimignano partiva da questa scommessa: è possibile creare un percorso virtuoso solo se si riesce a fondare la sostenibilità del progetto sportivo su uno straordinario radicamento sul territorio.”

“Coinvolgere la cittadinanza nella vita del Club – prosegue Giudici – rispondere ai bisogni della popolazione legati allo sport, alla solidarietà e all’educazione; collaborare alla valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e naturalistico; sostenere le associazioni e le imprese locali sono alcune dimensioni del radicamento sul territorio. In quest’ottica, stringere un legame con il Consorzio della Vernaccia di San Gimignano per noi è stata una priorità.”

“Adesso ci troviamo in una situazione privilegiata, in quanto abbiamo un partner che in agenda ha gli stessi nostri obiettivi: la tenuta del tessuto economico locale; la vocazione internazionale del nostro territorio; l’investimento nella qualità e nell’autenticità come leva competitiva.

“Il Consorzio è stato anche il primo partner che abbiamo contattato per il progetto del “Mercato al Campo”. Quando la Florentia gioca in casa i tifosi e le tifose allo stadio di Santa Lucia trovano un’offerta eno-gastronomica molto diversa da quella che abitualmente troviamo negli stadi. Al posto dei fast-food e degli snack, ci sono degli spazi in cui mangiare insieme alimenti tipici del territorio: uno stadio a km zero!”

“Lo sport ha la responsabilità di orientare verso scelte alimentari corrette e sicure – ribadisce Giudici – nel rispetto della stagionalità, garantendo l’identità, l’origine e la tracciabilità di tutta la filiera dal campo alla tavola. Educare al consumo di prodotti locali è un segnale di attenzione al proprio territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione. Lo stadio deve diventare non solo un luogo di passione, ma anche un contenitore di momenti di educazione, socializzazione, cultura, solidarietà e consumo responsabile. Il Consorzio vuole investire con noi in queste istanze”.

Qualità, identità, appartenenza al territorio, questi sono i punti in comune su cui verterà la collaborazione tra le due realtà, così lontane nella forma, così vicine nella sostanza e nei valori esplicitati. Una sinergia unica nel suo genere che sarà un valore aggiunto per entrambe le realtà.

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AC Milan celebra i suoi 120 anni con un Franciacorta edizione limitata

MILANO – Una bottiglia Magnum, in edizione limitata di solo 120 esemplari, è stata realizzata in esclusiva per AC Milan dalla cantina vinicola La Montina di Monticelli Brusati (BS), partner del Club per la quinta stagione consecutiva.

Il Club rossonero per onorare una Storia che intreccia i cammini di tanti tra giocatori, allenatori, presidenti, professionisti e tifosi, ha deciso di brindare con una bottiglia speciale, che racchiuda solo il meglio della produzione spumantistica italiana.

Oltre alla Magnum da 1,5 litri La Montina ha realizzato per il 120° anniversario del Milan la versione classica da 0,75 litri. A differenziare le due proposte sono la tipologia del Franciacorta e la confezione.

Per la Magnum si è scelto il Franciacorta Brut (l’unione di uve Chardonnay e Pinot Nero, rese più cremose da un leggero residuo zuccherino), mentre per la versione da 0,75 litri il Franciacorta Extra Brut, che è la versione più incisiva e fresca della gamma della cantina.

Entrambe le bottiglie sono vestite di un abito consono all’occasione, rispettoso dei colori più rappresentativi della società: il rosso, il nero e l’oro.

A ricordare nei colori, come nella grafica della confezione Magnum, le storiche parole di Hebert Kilpin, padre fondatore della società: “Saremo una squadra di diavoli. I nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari!”

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