Consorzio Vini Montefalco Gianluca Piernera nel Cda per la Spoleto Doc
MONTEFALCO – Novità per il Consorzio Tutela Vini Montefalco. Gianluca Piernera entra nel Cda in rappresentanza della Spoleto Doc. “L’ingresso nel Consiglio di amministrazione del titolare di Cantina Ninni vuole essere un segnale importante di rappresentatività e di attenzione da parte del Consorzio per la Spoleto Doc, che da luglio scorso si è aggiunta alle denominazioni rappresentate e tutelate dal Consorzio Tutela Vini Montefalco”, spiga l’ente.
“L’obiettivo – continua il Consorzio umbro – è quello di sviluppare strategie comuni per la tutela e la promozione dei vini ottenuti da Sagrantino e Trebbiano Spoletino, accomunati da una indiscussa personalità ed una straordinaria longevità, oltre che da un territorio unico al mondo per storia, cultura, paesaggio, vocato a grandi bianchi oltre che a grandi rossi, che vanta varietà autoctone di grande valore, con un paniere molto eterogeneo e sempre più interessante”.
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Famiglie Storiche tris di Cavalieri del Lavoro con la nomina di Marilisa Allegrini
Con la recente nomina di Marilisa Allegrini, sono tre i Cavalieri del Lavoro, tra cui due donne, nominati all’interno dell’Associazione Famiglie Storiche. Un riconoscimento che ne fa l’associazione territoriale d’imprese con il maggior numero di Cavalieri del Lavoro.
L’Associazione è nata nel 2009 per volontà di dieci cantine (oggi sono 13) convergenti su obiettivi come l’elevatissimo standard qualitativo dell’Amarone, nonché la promozione della sua reputazione in Italia e nel mondo, in quanto vino simbolo dell’eccellenza Made in Italy e della Valpolicella.
Un gruppo, oggi presieduto da Alberto Zenato, che complessivamente commercializza 2,2 milioni di bottiglie, circa il 16% della produzione totale di Amarone, per un fatturato complessivo di 70 milioni di euro, il 20% del totale delle vendite della Docg, di cui l’80% destinate all’export.
Mi congratulo con Marilisa Allegrini per l’importante riconoscimento – dichiara Alberto Zenato – che dà lustro a tutta l’Associazione e al suo operato, da sempre finalizzato a sviluppare le potenzialità del nostro territorio, salvaguardando paesaggio agrario e tecniche colturali tradizionali, investendo, al contempo, in ricerca e innovazione all’interno di una cooperazione che condivide risultati, stimoli e investimenti di ognuno per il progresso della collettività. Quegli stessi valori indispensabili per ottenere la prestigiosa nomina”.
“È un onore – conclude Zenato – presiedere un’Associazione che conta ben tre Cavalieri del Lavoro. Oltre a Marilisa Allegrini, negli anni passati sono stati insigniti del Cavalierato anche Maria Cristina Loredan Rizzardi e Sandro Boscaini”.
“Siamo cinque donne nell’azienda di famiglia ed è un segnale – dichiara Marilisa Allegrini – credo più che mai nel concetto di sharing e questo è stato il motivo per cui ho sostenuto la nascita dell’Associazione Le Famiglie Storiche e credo ancora molto nel suo significato e nel suo ruolo di stimolo per tutto il nostro territorio”.
“Naturalmente, aver ricevuto questa onorificenza dal Presidente Mattarella mi rende onorata e orgogliosa. Penso che nella mia nomina si sia inteso riconoscere anche l’alto valore aggiunto dello sguardo imprenditoriale femminile, che ha rappresentato tanta parte del successo del Made in Italy nel mondo”.
Non ho smesso mai di narrare, ovunque mi trovassi, che il vino è un’attività e una passione che si sposa perfettamente, armonicamente direi, con l’arte, la cultura, la storia, la bellezza del paesaggio – continua Allegrini – e che costituisce un grande medium trasversale capace di unire popoli, tradizioni e pensieri differenti.
Oggi, nella fase emergenziale che stiamo vivendo, piena di timori e di complessità, i Cavalieri del Lavoro devono cavalcare l’ottimismo della rinascita e appunto unire ciò che rischia di essere diviso e frammentato”.
Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola e primo presidente dell’Associazione Famiglie storiche, è stato invece nominato Cavaliere del Lavoro nel 2016.
“Personalmente – dichiara – ne ho ricevuti altri di grande prestigio ma devo dire che questo riconoscimento mi è particolarmente caro perché non è solo un omaggio a quanto ho fatto in questi anni di lunga carriera, alla mia famiglia e ai traguardi raggiunti da Masi, ma rappresenta una onorificenza che assume una forma più ampia”.
“Vuole essere infatti un tributo al nostro Amarone, alla nostra Valpolicella e più in generale a tutto il Veneto, ai suoi valori nei quali la nostra gente si riconosce; a tutti coloro che si sono imposti in maniera determinata e determinante nel ruolo di traino dell’enologia italiana”.
“Quello che ho cercato di fare, non da solo ma assieme ai pochi pionieri del nostro vino, è stato dare una veste di serietà e pregio ai vini italiani, nel mio caso soprattutto all’Amarone, a lungo considerato vino poco equilibrato, pesante e un po’ rustico. Ho lavorato per dargli un’identità e uno stile, senza snaturarne la precisa territorialità e rendendo note a livello internazionale le sue tante ragioni di superiorità”.
È stata un’altra donna dell’Associazione, la contessa Maria Cristina Loredan Rizzardi (nella foto) all’epoca alla guida della Guerrieri Rizzardi, a ricevere l’encomio nel 2010, prima donna veronese e unica donna imprenditrice del settore enologico.
“Già all’inizio degli anni ‘80 – sottolinea Giuseppe Rizzardi, attuale vicepresidente de Le Famiglie Storiche – mia madre ha avuto l’intuizione di produrre il vino con l’identificazione del vigneto da cui provenivano le uve, una carta di identità qualitativamente ineccepibile”.
“Ha perseguito in modo rigoroso un lavoro mirato alla cura della vigna, della cantina e al benessere dei collaboratori – conclude Rizzardi – intuendo anche l’importanza dello sviluppo dei mercati esteri e dello stile aziendale nei rapporti con gli importatori stranieri”.
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Lappello dei Vignaioli Mettete il Vino Santo Trentino nelle carte dei ristoranti 5
Dopo Coldiretti, Rete Vignaioli #ilvinononsiferma e Unione italiana vini, anche Fivi esprime la sua preoccupazione in merito al nuovo pericolo di dazi Usa sul vino italiano. I vignaioli indipendenti temono che il comparto vinicolo venga colpito da Trump nella disputa per la Digital Tax europea ai giganti del web come Google, Amazon e Facebook.
Per questa ragione Fivi chiede che venga posticipata l’entrata in vigore della digital tax e che tale decisione venga presa insieme agli altri Paesi all’interno dell’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, al fine di evitare che prodotti italiani vengano tassati per rappresaglia.
Nel documento che dichiara l’avvio della nuova fase investigativa a partire dal mese di giugno 2020 non si fa ancora riferimento a quali prodotti potrebbero essere soggetti a nuovi dazi, ma il rischio che il vino italiano venga colpito è molto alto e concreto. Il tutto avverrebbe a ridosso dell’altra scadenza, quella relativa al contenzioso Airbus, prevista per agosto.
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Giacomo Pondini è il nuovo direttore del Consorzio dell Asti e del Moscato d Asti docg
Giacomo Pondini, 44 anni, toscano, è il nuovo direttore del Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti Docg. Proviene dal Consorzio del Brunello di Montalcino di cui è stato direttore dal 2015 e succede a Giorgio Bosticco. In Toscana, a ricoprire il ruolo lasciato vacante sarà Michele Fontana.
“Eravamo alla ricerca di una persona in perfetta sintonia con il mondo del vino – commenta presidente del Consorzio, Romano Dogliotti – e, nello stesso tempo, in possesso di una preparazione di profilo internazionale, in grado di rispondere adeguatamente alle sfide che la nostra denominazione deve affrontare. Il dottor Giacomo Pondini ha queste caratteristiche per formazione accademica, professionale e umana. Sono certo che insieme faremo un eccellente lavoro in modo da conferire al Consorzio la guida che gli compete”.
Arrivare alla direzione del Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti docg è un’opportunità di crescita professionale e umana” è il primo commento di Giacomo Pondini, che aggiunge: “Da parte mia, come sanno gli esponenti del Consorzio con cui ho avuto modo di confrontarmi in queste settimane, posso assicurare il massimo impegno per far crescere e tutelare una denominazione storica e importante non solo per il Piemonte, ma per l’Italia del vino nel suo complesso”.
Con un percorso formativo fortemente indirizzato al contesto internazionale (laurea in Scienze Politiche con indirizzo internazionale conseguita all’Università di Siena e un Master in Carriere diplomatiche e Organizzazioni internazionali all’Università di Parma), dopo un incarico nell’aerea commerciale presso l’Ambasciata italiana in Namibia all’inizio degli anni Duemila, Pondini è entrato nel mondo dell’enogastronomia ricoprendo vari ruoli in aziende vitivinicole nella zona del Chianti per poi approdare al Consorzio del Morellino e, in seguito, a quello del Brunello.
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uva durella spumanti Consorzio del Lessini Durello
Si chiama “Caratterizzazione viti enologica dei Monti Lessini” il nuovo progetto iniziato dal Consorzio del Lessini Durello assieme all’Università degli Studi di Verona, per la profilazione dei vini ottenuti da Durella e destinati alla produzione di spumanti, in tutta la denominazione berico-scaligera.
Questo studio prevede l’analisi organolettica e chimica delle basi spumanti ottenute nelle varie zone della denominazione, che portano i nomi di Val Leogra, Monte di Malo, Arzignano, Chiampo, Agugliana, Trissino per la parte vicentina e Brenton, Duello, Piani, Calvarina, Madarosa, San Giovanni, Cattignano e Vestenanova per la parte veronese.
Vigneti che arrivano fino ai 600 metri di altitudine, spesso su versanti scoscesi e con terreno prevalentemente vulcanico. Importante quindi è studiare come i vari fattori pedoclimatici influenzano le caratteristiche di quest’uva che, sebbene sia conosciuta da centinaia di anni, sia ancora una bellissima sorpresa per la sua versatilità.
Non solo una fotografia del presente ma un vero e proprio viaggio dal passato al futuro. I risultati di quest’analisi verranno messi a confronto con lo stesso lavoro compiuto dal 2002 al 2005, concluso con la pubblicazione de “Il Durello le terre, le vigne, gli uomini: Zonazione viticola del Lessini Durello”.
Un’occasione unica per potere comparare e analizzare con precisione gli effetti del cambiamento climatico su una varietà la cui caratteristica primaria è la freschezza. Si tratta infatti di una delle uve del futuro per il mondo della spumantizzazione italiana.
Gli assaggi comparativi tra basi spumante verranno poi ripetuti con il vino dopo la seconda fermentazione, mentre all’Università di Verona è stato affidato il compito di analizzarlo dal punto di vista chimico per valutarne composizione e profilo aromatico. Ne uscirà quindi uno studio unico nel suo genere, che aprirà importanti scenari su questo vitigno e la zonazione, con l’obiettivo di valorizzarne le peculiarità e le differenze.
“Uno studio così elaborato ci darà tantissimi elementi per comunicare l’unicità del nostro vino – sottolinea Paolo Fiorini, presidente del Consorzio del Durello – la zonazione da un lato, con le altitudini e le influenze del suolo e dell’ambiente, il cambiamento climatico dall’altro che ha ingentilito il vitigno rendendo le basi più cremose, seppur con la straordinaria freschezza, sono fattori importantissimi per direzionare le scelte di caratterizzazione del vitigno. Questo aiuterà anche le aziende a dare la massima valorizzazione delle basi spumanti”.
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Michele Fontana sarà il nuovo direttore del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino. Direttore amministrativo dell’azienda Castello di Meleto e con un’esperienza nel Consorzio del Vino Chianti Classico, Fontana assumerà l’incarico da luglio, raccogliendo il testimone da Giacomo Pondini, in carica dal 1° gennaio 2016 e nuovo direttore del Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti Docg.
“Nel dare il benvenuto al nuovo direttore, siamo certi di inaugurare una collaborazione costruttiva in un momento di forte incertezza per tutto il settore – ha detto Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio -. Ci attendono sicuramente tempi sfidanti ma anche di positiva prospettiva per Montalcino e per la denominazione.
“A nome di tutto il Cda del Consorzio e delle aziende, ringrazio Giacomo Pondini – ha concluso Bindocci – per l’attività svolta fin qui, per il costante impegno e per i risultati conseguiti sotto la sua direzione”.
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La decortica assume significati particolarmente profondi in questo 2020, dopo un periodo in cui le attività lavorative hanno subito un freno, mentre la Natura ha continuato il suo corso rigoglioso e insegna a tutti come si possa sempre rinascere.
Ogni anno a cavallo tra la primavera e l’estate la linfa si posiziona tra il fusto della pianta e la sua corteccia ed è quindi possibile toglierla agevolmente, con un abile movimento che può essere praticato solo da mani esperte. La decortica risulta essere proprio per questo tra i lavori agricoli più ben pagati al mondo, poiché sono solo in pochi a possedere le competenze e la manualità necessarie.
Si tratta di persone che vivono nelle zone della foresta per le quali questa attività diventa preziosa opportunità di lavoro e sostentamento. La sostenibilità è naturalmente anche ambientale: la decortica offre un importante contributo contro la desertificazione delle foreste del nord Africa e del sud Europa, dato che la quercia da sughero è l’unica pianta in grado di sopravvivere in un suolo povero e con poca acqua.
Una ottimizzazione naturale delle energie cui Amorim ha contribuito ulteriormente supportando un avanguardistico sistema di irrigazione goccia a goccia, che permette di perfezionare l’erogazione della risorsa idrica e allo stesso tempo di ottenere in 12 anni (a fronte dei precedenti 36) una pianta adulta.
In questa maniera sarà più facile provvedere a un rimboschimento, sostituendo l’eucalipto al momento predominante – oltretutto dal potere di combustione enorme – con le ignifughe querce da sughero, innanzitutto attorno ai centri abitati, così da proteggere anche chi abita nei pressi della foreste.
I progetti di Amorim puntano a coinvolgere investitori che contribuiscano alla piantagione di 50.000 ettari di nuove foreste irrigate, che rappresenteranno un aumento della produzione del 30%. L’attuale densità, di circa 50 piante per ettaro, è spontanea. Con l’intervento di coltivazione intensiva, Amorim vuole arrivare alle 600 piante per ettaro, per poi trapiantarne la metà, quindi 300, in un’altra area.
La coltivazione delle querce, infatti, è sempre più strategica per l’intero bacino del Mediterraneo, la cui macchia rappresenta uno dei 36 santuari di biodiversità del pianeta. Una meraviglia che può mantenersi sana anche grazie ai 2,2 milioni di ettari di foresta da sughero, che consentono la vita a varie specie animali e vegetali e assorbono fino a 76 milioni di tonnellate all’anno di CO2.
La decortica rappresenta un vero e proprio respiro dato alle piante, ma soprattutto, a livello globale al mondo intero. Se consideriamo che la filiera dei tappi in sughero Amorim, dalla decortica fino al finissaggio, è un processo molto delicato oggi certificato scientificamente con impronta di carbonio negativa (detta carboon footprint), dalle due importanti società Ernst & Young e Pwc, ben si individua l’ulteriore valore al percorso che giace in un tappo in sughero.
È stato infatti dimostrato che un singolo pezzo consente di trattenere tra i 309 e i 562 g di CO2. Ciò significa che, per un effetto di compensazione, l’uso di un tappo in sughero attenua l’impatto ambientale delle altre filiere in cui è coinvolto: ad esempio, nell’enologia, l’impronta di carbonio delle bottiglie di vetro, che rilasciano in media tra 300 e 500 g di CO2 durante la produzione a seconda del loro peso, può essere addirittura annullata se per la chiusura si sceglie il sughero.
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Anticipazione portafoglio titoli aziende agricole via libera alle domande Agea
ROMA – Possono essere presentate da oggi, da parte delle aziende agricole beneficiarie, le domande di anticipazione in forma semplificata per ricevere un importo pari al 70 per cento del valore del portafoglio titoli dell’azienda, come risultante dal Registro nazionale titoli per il 2019. La misura corrisponde alla necessità di fornire liquidità immediata alle aziende agricole tenuto conto del periodo emergenziale derivante dal Covid-19.
Un provvedimento atteso anche nel settore vitivinicolo, in particolare dalla Rete vignaioli #ilvinononsiferma. Sul sito di Agea, a seguito del Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali n. 6250 del 5 giugno 2020, sono già state pubblicate la circolare di Coordinamento e le Istruzioni Operative.
Le domande sono disponibili in forma precompilata sulla base delle informazioni presenti nel Sian. Le aziende agricole interessate dovranno esclusivamente confermare entro il prossimo 15 giugno la richiesta di anticipazione agli sportelli Caa abilitati.
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Il mondo del vino alla scoperta del digital marketing Tell Me Wine
REDAZIONALE – Il mondo del vino incontra quello del marketing venerdì 12 giugno alle 12.30, in occasione del webinar Tell Me Wine, organizzato da Marketing Arena. Sarà il primo di una serie di appuntamenti dedicati alle industries in cui lavora l’agenzia di marketing ai tempi del digitale nata a Rovigo.
CHE COS’È TELL ME WINE?
Due saranno i driver guideranno il confronto: scenario e progetti. Com’è cambiato e come sta cambiando il settore? Come il digital marketing può supportare questi cambiamenti? L’e-commerce è davvero la salvezza di cantine e produttori?
Con Tell Me Wine, Marketing Arena proverà a rispondere a queste domande insieme a chi il mondo del vino lo vive ogni giorno, anche attraverso il racconto di progetti che hanno visto l’agenzia coinvolta in prima line e best practice del settore.
Ospiti dell’incontro saranno Silvia Benedet, Content e Social Media Manager del Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, e Christine Mauracher, Co-direttore del Master in Cultura del Cibo e del Vino e Professore Ordinario del dipartimento di management dell’Università Ca’ Foscari Venezia, che dialogheranno insieme a Giorgio Soffiato, Managing Director, e Luca Schibuola, Head of Operations di Marketing Arena.
Tell me wine si svolgerà in forma digitale con partecipazione gratuita. Basterà iscriversi a questo link.
CHI È MARKETING ARENA?
Marketing Arena è un’agenzia di marketing ai tempi del digitale. Opera con approccio strategico lungo gli assi principali della trasformazione digitale in azienda con particolare focus sul digital marketing e lo sviluppo di piattaforme tecnologiche al servizio di PMI e grandi imprese.
Fondata e diretta da Giorgio Soffiato, sviluppa progetti a livello nazionale e internazionale con particolare competenza nel B2B e nelle key industries: food, pmi, finance e fintech, automotive, travel.
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L’agricoltura italiana è la più green d’Europa con il taglio record del 20% sull’uso dei pesticidi che al contrario aumentano in Francia, Germania e Austria. Lo rende noto la Coldiretti in riferimento all’ultimo report Eurostat per il periodo compreso fra il 2011 al 2018 che registra invece un aumento del 39% in Francia che si contende con l’Italia il primato agricolo nell’Unione Europea.
Risultato ottenuto grazie a 299 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario, 415 vini Doc/Docg, 5155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole bio, e il primato della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari.
Italia leader anche nella biodiversità. Il settore è tra le più sostenibili a livello comunitario con appena il 7,2% di tutte le emissioni a livello nazionale con 30 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti in Italia, contro i 76 milioni di tonnellate della Francia, i 66 milioni di tonnellate della Germania, i 41 milioni del Regno Unito e i 39 milioni della Spagna. L’Italia è anche il quarto produttore mondiale di biogas con oltre duemila impianti di cui ben il 77% con residui di origine agricola, per un totale di oltre 1.440MW elettrici installati.
Un modello di sviluppo unico che ha garantito all’Italia anche il primo posto in Ue per valore aggiunto con 31,8 miliardi di euro correnti nel 2019, superando la Francia (31,3 miliardi) mentre più distanziata, in terza posizione, è risultata la Spagna (26,6 miliardi) seguita dalla Germania (21,1 miliardi). Nonostante questo l’agricoltura italiana è la meno sussidiata tra quelle dei principali Paesi europei dove in vetta alla classifica ci sono al primo posto la Francia, seguita da Germania e Spagna.
“I primati del made in Italy a tavola realizzati grazie a 730mila imprese agricole sono un riconoscimento del ruolo del settore agricolo per la crescita sostenibile del Paese – afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – occorre dunque salvaguardare un settore chiave per la sicurezza e la sovranità alimentare soprattutto in un momento in cui con l’emergenza Covid -19 il cibo ha dimostrato tutta la sua strategicità”.
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Invasione di cavallette in Sardegna Coldiretti Catastrofe biologica
Non solo Africa, Medio Oriente e Asia, milioni di cavallette stanno devastando anche ettari e ettari di terreno in Sardegna. L’allarme di Coldiretti riguarda la provincia di Nuoro, dove una marea dei famelici insetti assedia le case e fa strage di pascoli e raccolti divorando foraggio, grano, erba medica e tutto quanto trova durante l’avanzata.
Nessun giro di parole. Viene descritta come “una vera e propria catastrofe biologica” quella che sta colpendo in particolare la Valle del Tirso, nel centro della regione, nei comuni di Ottana, Sarule, Orani, Escalaplano, Orotelli e Bolotana, che stanno deliberando lo stato d’emergenza.
Secondo la Banca Mondiale, l’invasione di locuste del 2020 è la più massiccia degli ultimi 70 anni: ha già toccato 23 paesi tra Africa orientale, Medio Oriente e Asia e sta minacciando in modo molto serio l’agricoltura. Si teme che in molti Paesi l’insicurezza alimentare possa aggravarsi, nel mezzo dell’emergenza causata dal Coronavirus.
A favorire l’invasione nelle diverse parti del globo sono stati i cambiamenti climatici, con caldo torrido che favorisce il moltiplicarsi delle cavallette. L’inverno mite e la scarsità di pioggia, con precipitazioni praticamente dimezzate – in un 2020 che si classifica come l’anno più caldo dal 1800 con temperature superiori di 1,41 gradi rispetto alla media – hanno favorito anche in Italia la comparsa delle orde devastatrici.
Le condizioni climatiche agevolano uno sviluppo anomalo di questo insetto con invasioni che Coldiretti definisce “bibliche”: “Ricordando quelle del passato, con gravissimi danni alle campagne, ma possono raggiungere anche le città“. Essendo polifaghe, le cavallette colpiscono non solo le coltivazioni in campo, ma anche orti e giardini.
Una situazione – denuncia la Coldiretti – che sta mettendo in ginocchio un centinaio di aziende con molti agricoltori costretti ad anticipare il raccolto o addirittura a destinarlo ad alimentazione degli animali”.
L’unica speranza è nei predatori naturali come gli uccelli, che potrebbero aiutare a contenere le popolazioni di locuste. Dalle terre incolte, abbandonate a causa della crisi delle campagne per i prezzi dei prodotti agricoli sotto i costi di produzione, le cavallette partono all’assalto dei raccolti, devastando tutto quello che trovano sul loro cammino.
“Una vera e propria emergenza – conclude la Coldiretti – che si abbatte sulle imprese agricole colpite anche dalla crisi economica generata dal Coronavirus con 6 aziende su 10 (58%) che hanno registrato una diminuzione dell’attività”.
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Nomisma Piero Gnudi nella storia presidente per il terzo mandato consecutivo
L’Assemblea annuale di Nomisma ha nominato il nuovo Consiglio d’Amministrazione per il triennio 2020-2022 e approvato il bilancio d’esercizio. Per il terzo mandato consecutivo – decisione senza precedenti nella storia della società fondata nel 1981 – è stato rieletto presidente Piero Gnudi. Confermato anche l’Amministratore delegato Luca Dondi dall’Orologio.
Il Consiglio d’Amministrazione vede l’ingresso di Gian Luca Galletti (indipendente), Remo Taricani (Unicredit), Walter Ottolenghi (Mediolanum) e Manuele Bonora (MPS).
Vengono confermati quali membri del CdA Antonio Calabrò (Pirelli), Gianpiero Calzolari (Granarolo), Stefano Cavazza (Crif), Carlo Gherardi (Crif), Maurizio Marchesini (Marchesini Group), Giovanni Pecci (BNL), Juan Enrique Perez Calot (BBVA), Stefano Rossetti (BPER), Giovanna Concezione Ruda (COVIVIO), Giulio Santagata (indipendente), Gian Luca Santi (Unipol) e Giordano Villa (Deutsche Bank).
Componenti del Collegio Sindacale sono Enrico Frasnedi, Erminio Chiappelli e Michele Colliva. Nomisma, società di consulenza che svolge attività di ricerca e advisory per realtà pubbliche e private nel campo dell’economia reale da oltre 35 anni, ha chiuso il 2019 con il sesto bilancio consecutivo in attivo (valore della produzione 7 milioni di euro) e vanta una posizione finanziaria netta di straordinaria solidità.
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Gilda Fugazza è la nuova presidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò pavese. Cinquantadue anni, una laurea in Economia e Commercio alla Bocconi, appartiene a una famiglia del vino attiva da almeno tre generazioni tra Lombardia e Emilia, nel comune di San Damiano al Colle. Succede a Luigi Gatti, sfiduciato dal Cda.
Fa parte del Consiglio di Amministrazione del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese da luglio 2019, ma “partecipa alle attività del Consorzio da sempre e a quelle del Distretto dei Vini di Qualità dal 2012”, tiene a precisare.
“Inizia da qui un percorso di squadra – commenta Fugazza – ci tengo a sottolinearlo, molto pragmatico e molto intenso. Le cose da fare sono molte e sono loro che devono parlare del Territorio per il Territorio”.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Afidamp – Associazione Fornitori Italiani Attrezzature Macchine Prodotti e Servizi per la Pulizia, e Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi, hanno elaborato alcune linee guida con indicazioni operative per guidare gli imprenditori della ristorazione nelle necessarie operazioni di sanificazione per la riapertura e il mantenimento delle condizioni di sicurezza nei locali.
Dopo la chiusura imposta dalle Autorità per contenere l’emergenza epidemiologica da Covid-19, è necessario che agli operatori siano chiarite quali operazioni per la pulizia e la disinfezione debbano adottare. Operazioni utili non solo per la riapertura ma anche e soprattutto per il mantenimento delle condizioni di sicurezza igienica una volta che i locali saranno frequentati dai clienti. La permanenza del Covid-19 sulle diverse superfici obbliga a prestare costante attenzione a tutte le aree potenzialmente contaminate.
Le linee guida elaborate dalle due associazioni vogliono essere un supporto importante per tutti gli imprenditori che decideranno di sanificare il proprio locale in autonomia senza ricorrere a imprese specializzate. Le indicazioni contenute hanno l’obiettivo di informare il ristoratore rendendolo capace di condurre le operazioni di pulizia seguendo le giuste procedure, con l’ausilio di strumentazioni professionali adeguate ed evitando di commettere errori o operazioni inutili.
Il tentativo è, dunque, quello di fornire uno strumento agile e di sostegno per una fase 2 non facile per questo settore ed è la ragione per cui linee guida – che saranno disponibili per tutti gli associati Fipe – tentano di orientare gli operatori su un tema molto dibattuto in queste settimane, identificando delle buone pratiche che oggi diventano ancora più importanti.
ALCUNE DELLE PRINCIPALI INDICAZIONI PRESENTI NEL DOCUMENTO
Prima di ogni attività di disinfezione è necessario effettuare una profonda detersione delle superfici, in quanto i principi attivi dei prodotti disinfettanti vengono neutralizzati dallo sporco. Inutile, quindi, disinfettare se non si è prima pulito.
Sono descritte in maniera chiara e semplice attività specifiche di sanificazione per ogni area dei locali (sala, cucina, aree personale, laboratori, bagni ecc.).
Sarà utile posizionare nelle immediate vicinanze dell’ingresso una soluzione idroalcolica e un’attenzione particolare va dedicata alle pulsantiere, agli interruttori, alle maniglie, ai servizi igienici, ai menu e ai set in dotazione per la clientela: set da condimento, cestini del pane, dispenser tovagliolini di carta, ecc, proprio perché spesso a contato con le mani di clienti e dipendenti.
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Regione Lombardia 3 milioni di euro allHoreca. Obiettivo Far bere lombardo 2
Regione Lombardia ha in programma un bando da 3 milioni di euro di incentivi all’Horeca – ristoranti, wine bar e bar – per rilanciare i vini lombardi, a partire da giugno 2020. Il sistema, del tutto innovativo in Italia, prevede uno sconto del 10% sull’acquisto dei vini prodotti in Lombardia, in cambio dell’allestimento di vetrine e spazi promozionali. All’interno dei locali dovrà essere “chiaro che venga servito e privilegiato il vino lombardo“.
Lo ha annunciato poco fa Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi della Regione Lombardia, in collegamento Facebook con Silvano Brescianini, presidente del Consorzio per la Tutela del Franciacorta, Aldo Rainoldi, presidente del Consorzio Tutela Vini Valtellina e Marco Maggi, presidente del Consorzio Club del Buttafuoco Storico.
“Ritengo sia centrale coinvolgere nei discorsi relativi alla filiera agroalimentare anche le organizzazioni di rappresentanza dei ristoranti – ha spiegato Rolfi – perché il ristorante, e l’Horeca in generale, costituiscono l’elemento in grado di valorizzare al meglio, anche in termini di redditività, il lavoro degli agricoltori”.
“È doveroso creare una maggiore sinergia tra i vari attori in gioco – ha aggiunto l’assessore leghista – anche perché assistiamo ancora oggi a una colonizzazione da parte di vini prodotti in altre regioni. Tutti meritevoli di essere consumati, ma siamo in Lombardia e dobbiamo cercare di valorizzare al meglio il legame tra ristorazione e produzione agroalimentare”.
Intanto, dai territori a maggior vocazione per la viticoltura della Lombardia arrivano dati preoccupanti in merito al lockdown. Le aziende della Franciacorta, come confermato da Silvano Brescianini, hanno subito cali fino all’88%.
“Nonostante ciò abbiamo una gran voglia di ripartire: l’iniziativa di Regione Lombardia in favore dell’Horeca non può che aiutarci, sperando che sia di facile applicazione da parte di enotecari e ristorazione”, ha osservato il numero uno dell’ente bresciano.
“Le perdite di fatturato – ha aggiunto Aldo Rainoldi – si assestano tra l’80 e il 90% per le aziende della Valtellina, con la bilancia negativa orientata più verso il 90 che l’80%. C’è voglia di ricominciare, ma la confusione normativa creata a livello centrale non aiuta, anzi spaventa gli operatori”.
“Anche per questo – ha annunciato Rainoldi – il Consorzio Tutela Vini Valtellina sta pensando a istituire delle linee di credito con tassi agevolati per le aziende, da poter spalmare sul lungo periodo. L’idea è quella di agganciarci a enti come Ismea, come garanti per queste attività. Alla politica chiediamo solo di accelerare tutti i processi che garantiscano liquidità immediata alle aziende”.
Dalle vigne della provincia di Pavia l’intervento di Marco Maggi, presidente del Consorzio Club del Buttafuoco Storico: “A differenza di Franciacorta e Valtellina – ha sottolineato – in Oltrepò pavese abbiamo sempre fatto fatica a comunicare il territorio. Dobbiamo ripartire da noi, prima di aspettarci qualcosa dalla politica, lavorando per far conoscere a più persone possibili i nostri vini e il nostro splendido territorio”.
“Stiamo facendo un grande sforzo per essere sempre più presenti nella capitale del vino italiano, che è Milano – ha concluso Maggi – cercando di coinvolgere sempre più la ristorazione: l’Oltrepò pavese merita di essere sempre più presente nelle carte dei vini dei ristoranti del capoluogo”.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
“Viva l’Italia. Viva la nostra voglia di stare uniti, la capacità di saper offrire e condividere, il coraggio dell’impresa, la passione verso le nostre infinite materie prime e l’arte di saperle lavorare. Bentornati Ristoranti di tutta Italia!” – con queste parole il Consorzio Vino Chianti Classico insieme a tutti i suoi 515 produttori vuole inviare un messaggio di solidarietà e di augurio all’intero comparto della ristorazione italiana.
Il messaggio è sottolineato dall’immagine, in cui lo storico simbolo della denominazione, il Gallo Nero, si dipinge dei colori della bandiera italiana, proprio per salutare la riapertura della ristorazione italiana.
Dopo un lungo e incerto conto alla rovescia è finalmente arrivato il giorno in cui anche i ristoranti italiani, fiore all’occhiello del Made in Italy e partner imprescindibile dei vini di qualità, hanno potuto riaprire i battenti e dare inizio alla tanto auspicata ripartenza, anche se con le difficoltà e le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria.
Il Consorzio Vino Chianti Classico da sempre crede nella collaborazione con questo settore, tanto che ha lanciato, già nel 2016, un progetto per sviluppare e promuovere il coinvolgimento, in attività di marketing e di comunicazione, di un circuito qualificato di ristoranti, nel territorio di produzione della denominazione e nelle principali città italiane.
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Trentino ore contate per la cimice asiatica dai laboratori Mach arriva la vespa samurai 3
Sono una ventina i siti al momento individuati in Trentino in cui verranno effettuati i lanci della vespa samurai utili a contrastare la diffusione della cimice asiatica marmorata. Il gruppo di lavoro della Fondazione Edmund Mach, in collaborazione con il Centro Agricoltura Alimenti Ambiente (UniTrento-Fem), ha però in programma di raddoppiare le prime immissioni dell’antagonista, che avranno inizio dalla metà di giugno.
I punti sono stati distribuiti in tutte le zone a maggior presenza della cimice asiatica, cercando di garantire rilasci in Val di Non, Piana Rotaliana, Val di Cembra, Val d’Adige, Valsugana, Vallagarina, Alto Garda e Valle Laghi.
All’inizio del mese di aprile, nell’ambito dello specifico progetto per la lotta biologica Swat, finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, l’allevamento del Trissolcus japonicus specializzato nel parassitizzare le uova di cimice sulla base del primo prezioso nucleo di microvespe da moltiplicare arrivato dal Crea.
Nonostante l’emergenza Covid-19 ricercatori e tecnici sono, dunque, in piena attività, soprattutto dopo il via libera ai rilasci della Conferenza Stato-Regioni, e assicurano che la vespina, che si riproduce a spese del suo ospite deponendo le proprie uova all’interno delle uova della cimice asiatica, è assolutamente innocua per l’uomo e per gli altri organismi.
In particolare, saranno rilasciate 100 femmine di vespa samurai T. japonicus, in ambienti semi-naturali caratterizzati da presenza di colture agrarie (frutteti), margini boschivi e a ridotto input chimico che permetteranno alla specie di insediarsi nel territorio.
A seconda della disponibilità di ovature di cimice è intenzione del gruppo di lavoro Fem incrementare il numero di siti. I lanci verranno effettuati in concomitanza con il picco della deposizione delle uova da parte della cimice asiatica (giugno-luglio) in modo da massimizzare il successo dell’operazione. La tempistica precisa verrà stabilita in base ai dati del monitoraggio.
In parallelo sta procedendo l’allevamento della cimice: ad oggi grazie al piano di raccolta che ha coinvolto i cittadini sono stati raccolti oltre 17 mila esemplari che hanno già prodotto oltre 1200 ovature. Ma la raccolta non si è fermata, anzi l’obiettivo è raggiungere quota 30 mila.
L’assessore provinciale all’agricoltura, Giulia Zanotelli, esprime grande soddisfazione per questo ulteriore traguardo che sarà raggiunto a breve con i lanci della vespa samurai.
“Si tratta del frutto di un percorso che ha visto Provincia, Fondazione Mach e mondo agricolo lavorare fianco a fianco – evidenzia Zanotelli – arrivando anche all’istituzione negli scorsi mesi del Piano provinciale di contrasto alla cimice i cui contenuti sono già stati in larga parte attuati”.
“Ringraziamo la Fondazione Mach del grande lavoro svolto, sottolineando che la stessa sta lavorando tra le altre cose anche sulla lotta biologica alla Drosophila suzukii. Sul tema più generale delle fitopatie l’Assessorato non è mai stato fermo in questi due anni e continuerà a portare avanti con i soggetti preposti progetti e dialogo”, conclude l’assessore provinciale.
Sulla spinta dell’emergenza cimice asiatica, è stata recentemente promulgata una nuova normativa nazionale (Gazzetta Ufficiale 05/09/19, del D.P.R. 5 luglio 2019 n. 102). La nuova legge, dopo anni di chiusura totale, regola l’immissione sul territorio di specie e popolazioni non autoctone ed i criteri per tali immissioni ai fini di lotta biologica sono contenuti in un successivo decreto attuativo pubblicato nel mese di aprile 2020.
Il Crea di Firenze, come capofila nazionale del tavolo di lavoro sulla lotta biologica alla cimice asiatica, ha prodotto uno specifico studio di valutazione del rischio al fine di richiedere la definitiva autorizzazione al rilascio della microvespa samurai.
Lo studio è stato quindi consegnato alle regioni, che nei giorni scorsi hanno sottoposto la richiesta formale al Ministero dell’Ambiente. Si tratta delle province di Trento e Bolzano, e delle regioni Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto.
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Fipe allattacco del Governo Ristoranti aperti a giugno Si troveranno solo macerie 1
“Il DL Rilancio approvato dal Governo è sicuramente una salutare boccata d’ossigeno per il settore dei Pubblici Esercizi, anche se resta necessario e urgente fare di più”. Così Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe – Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, commenta il decreto rilancio approvato dal governo.
“Il provvedimento – prosegue Stoppani – recepisce alcune delle richieste avanzate dalla Federazione: dalla soppressione delle clausole di salvaguardia in materia di conti pubblici, alla previsione dei contributi a fondo perduto a titolo di ristoro delle cadute di fatturato, l’estensione a tre mensilità e la cedibilità del credito d’imposta per locazioni commerciali ed affitti d’azienda, l’abbuono del primo versamento Irap, l’ulteriore proroga a settembre per i versamenti dei tributi e dei contributi sospesi per aprile e maggio, il rafforzamento fino ad ulteriori 9 settimane degli strumenti di cassa integrazione”.
Secondo Fipe il DL è un buon inizio, cui deve però far seguito un maggiore coraggio sul fronte dei contributi a fondo perduto ed è indispensabile che il Parlamento lavori velocemente, migliorando dove necessario il provvedimento, e lo converta in legge al più presto.
“Ciò che ci preoccupa di più in questa fase – aggiunge Stoppani – è il Protocollo di Sicurezza per il settore, sul quale le linee guida proposte dall’Inail sono insostenibili dal punto di vista economico ed organizzativo. Ci auguriamo che il Governo dimostri buon senso e praticità, identificando regole sostenibili per riaprire in sicurezza, superando l’ipotesi di distanziamento incomprensibile, che prevede ben 4 metri quadri a commensale”.
“Con l’annunciata prospettiva di riapertura per lunedì 18 – conclude – ad oggi mancano ancora le regole. Per questo, ci sono regioni come l’Emilia Romagna o le Marche che hanno deciso in autonomia regole sostenibili, anche per assicurare un quadro di riferimento operativo. È una dimostrazione di fiducia e di responsabilizzazione sia dei ristoratori che dei cittadini, che ci sentiamo di condividere e che, ci auguriamo, diventi modello per tutta Italia”.
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“Riteniamo importanti le decisioni assunte dal Governo con il DL Rilancio, grazie alla sensibilità e all’attenzione della Ministra Bellanova. In particolare per quanto riguarda le Indicazioni Geografiche con gli stanziamenti relativi all’ammasso privato, dove deve essere però definita una applicazione nazionale che sia coerente con le esigenze dei prodotti Dop, quelli a lunga stagionatura in particolare”. E’ questo il primo commento di Cesare Baldrighi, presidente OriGin Italia (l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche) al Decreto Rilancio, presentato ieri sera dal premier Giuseppe Conte e dalla ministra alle Politiche agricole Teresa Bellanova.
“Ma anche per l’aiuto agli indigenti – aggiunge Baldrighi – rispetto al quale sarà fatto da parte nostra tutto il possibile per rendere questa misura ancora più efficace, utile e qualitativamente elevata per le persone che ne hanno la necessità. Proprio sugli indigenti i Consorzi sono impegnati a rendere questa misura ancora più incisiva e concreta”.
Inoltre sono previsti 500 milioni di euro per le filiere in maggiore difficoltà e 100 milioni per il vino, in crisi a causa della chiusura a livello internazionale del canale Horeca. L’auspicio di OriGin Italia è che vadano a buon fine alcuni emendamenti che interessano le produzioni Dop e Igp e che attraverso i lavori parlamentari delle Commissioni agricoltura, possano sostenere in maniera migliore il settore.
Un ringraziamento da parte di OriGin Italia va alla ministra Teresa Bellanova al Presidente della Commissione Agricoltura On. Filippo Gallinella al Sotto Segretario Manlio Di Stefano, ai parlamentari Maurizio Martina, Susanna Cenni e al parlamentare europeo Paolo De Castro per la disponibilità dimostrata in questi mesi di emergenza sanitaria ed economica, riservando una particolare attenzione alla filiera agroalimentare, e alle indicazioni geografiche, che rientrano nelle misure previste dal Decreto come il Fondo indigenti, che prevede una copertura di 250 milioni euro.
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Rinnovo dei vertici per Med.&A. L’Associazione Nazionale Agenti d’Affari in Mediazione e Agenti di Commercio, in un’inedita assemblea virtuale svoltasi in conference call, ha eletto il nuovo consiglio direttivo e il presidente per il triennio 2020/23.
A prendere in mano le redini dell’Associazione è Andrea Verlicchi, che raccoglie l’eredità di Carlo Repetto, alla guida dal 2013. Ad affiancare Verlicchi saranno i due vicepresidenti, Patric Lorenzon (vicario) e Andrea Braconi. Completano il consiglio direttivo Carlo Miravalle e Federico Repetto.
“Desidero ringraziare tutti i soci e i consiglieri per la fiducia che hanno riposto nella mia persona – sono le prime parole del neopresidente – In particolare, inoltre, voglio ringraziare due persone: la prima ovviamente è Carlo Repetto, per il lavoro svolto in tutti questi anni a favore della nostra associazione e del ruolo dell’agente mediatore. Se oggi la nostra figura si muove in un perimetro certo e riconosciuto da tutti è proprio grazie all’abnegazione con cui Carlo si è adoperato in tutte le sedi”.
“E siccome le sedi sono importanti – ha proseguito Verlicchi – arrivo alla seconda persona che merita un particolare ringraziamento: Paolo Castelletti, segretario generale di Unione Italiana Vini, che per primo ha davvero capito l’importanza del nostro lavoro a fianco del settore vitivinicolo, spendendosi per far sì che Med.&A. fosse sempre più integrata e partecipe della vita associativa, e dotandola per questo di un vero statuto. Questo connubio, che da presidente mi impegnerò a coltivare e rafforzare ancor di più, è un bene prezioso per noi e per la stessa Unione Italiana Vini, e a Paolo va dato merito di aver lavorato per questo obiettivo”.
“Dal nostro punto di vista – ha concluso il neopresidente – non faremo mancare impegno e partecipazione, soprattutto sul fronte dell’etica professionale: non dobbiamo mai dimenticare che forniamo un fondamentale servizio di cerniera ed equilibrio tra differenti esigenze del mondo industriale e di quello agricolo”.
Med.&A. conta 25 società affiliate, in rappresentanza di un centinaio di operatori del settore, che trattano circa 15 milioni di ettolitri di vino l’anno per un giro d’affari che sfiora il miliardo di euro. “Un’associazione strategica per Unione Italiana Vini e per tutta la filiera – ha affermato Paolo Castelletti – che negli anni, con l’evolversi continuo degli scenari in cui si trovano a operare i suoi affiliati, ha sentito sempre più pressante l’esigenza di dotarsi di una vera governance e di regole interne”.
“Un’esigenza che come UIV avevamo l’obbligo di raccogliere e che – conclude Castelletti – grazie anche al lavoro profuso da Carlo Repetto, siamo riusciti a portare a termine. Oggi, questa elezione dei vertici è inedita sotto più punti di vista: si è fatta a distanza e soprattutto, per la prima volta, secondo uno statuto depositato”.
“Sono felice di aver dato un contributo fattivo alla crescita di questa nostra associazione – ha infine detto Carlo Repetto – è stato un piacere collaborare con tutti e sarà un piacere collaborare ancora. Abbiamo gettato le basi per crescere, soprattutto perché abbiamo creato all’interno, tra di noi, uno spirito di leale collaborazione e di rispetto reciproco. Sono certo che sotto la guida di Andrea potremo fare bene anche nei prossimi anni”.
Romagnolo Doc, Andrea Verlicchi nasce nel 1965, in una famiglia di mediatori, sia il nonno che il padre, che hanno sempre posseduto vigneti. Perito agrario, ha iniziato l’attività lavorativa con suo padre nel 1987. Nel 1989 ha creato la Impex, società di mediazione, allargandone il raggio d’azione nel giro di pochi anni da nazionale a internazionale, occupandosi oggi di trattative sia sullo sfuso che sull’imbottigliato, con all’attivo sei persone.
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Si chiama “Safebusiness by Ieg” il progetto varato da Italian Exhibition Group, organizzatore fieristico e congressuale con sede a Rimini e operativo a Vicenza, Milano, Brescia, Roma, Arezzo e Napoli, oltre che in Cina, Stati Uniti e Dubai con società collegate. Siegp, Beer&Food Attraction, Cosmofood e Golositalia potranno così tenersi in tutta sicurezza, nel pieno rispetto delle regole e dei protocolli sanitari, tutelando la salute e sostenendo l’economia.
“Abbiamo lavorato a questo piano – dice il Ceo di Ieg, Corrado Peraboni – con la volontà di dare una risposta completa e affidabile ai clienti e al pubblico che, oggi più di ieri, ci chiedono di potere contare su fiere e congressi per ripartire. Lo abbiamo fatto in linea con le regole sanitarie contro il covid-19 e i documenti stilati da Aefi, Federcongressi, Ufi ed, Emeca che ringrazio per la presenza costante su tema”.
Progettato grazie a un tavolo di lavoro con le società di allestimenti e ristorazione, tecnici e operatori internazionali il piano si concentra su ogni fase dell’esperienza fieristica o congressuale. Sono oltre cinquanta le indicazioni tracciate nel progetto a valle di un rigoroso protocollo normativo e organizzativo.
Tra le altre: navette tra aeroporto, hotel e fiera sanificate, munite di disinfettanti, con obbligo mascherine a bordo e numero viaggiatori programmato; convenzioni con società di bike sharing e monopattini, in accordo con alberghi e territorio; biglietterie e pagamenti solo on line ed ingressi programmati in base alla capacità dei padiglioni e orari d’apertura delle fiere prolungati.
Ma anche desk distribuzione mascherine (obbligatorio indossarle e per i diversamente abili, ausili specifici, come le mascherine trasparenti per lo staff di Ieg per facilitare la relazione con i non udenti.), ingressi multipli, corridoi di sicurezza e segnaletica di distanziamento, titoli d’accesso dematerializzati, controlli sul pubblico con termoscanner e percorso di sanificazione, guardaroba con ciclo automatico e coperture monouso.
L’intera filiera degli allestimenti progettata e gestita in sicurezza, i flussi dei visitatori monitorati con rilevamento digitale centralizzato e il presidio in loco di steward teleguidati. Sanificazione a ciclo continuo per tutte le aree, sale e servizi, igienizzazione per i filtri dei canali di condizionamento dell’aria. Materiale informativo digitalizzato, produzione multimedia e live streaming a supporto di eventi, convegni, media.
Per la ristorazione: controllo della temperatura degli addetti, guanti, mascherine, camici usa e getta, pagamenti con app saltafila, lunch box e coffee box monoporzione, delivery negli stand con processo codificato.
Istituito un rigido protocollo di crisis management che definisce il comportamento in loco in presenza di casi sospetti. Dipendenti Ieg e personale di manifestazione saranno formati per garantirsi e garantire lo svolgimento delle mansioni in sicurezza, l’uso dei Dpi, il rispetto di rigide procedure per igiene personale e disinfezione, il distanziamento.
E proprio sul tema dei dipendenti il presidente di Italian Exhibition Group, Lorenzo Cagnoni annuncia che la società ha deciso lo screening sierologico di massa, su base volontaria: “Lo adottiamo a tutela dei nostri collaboratori, dei dipendenti delle società controllate e di tutto il nostro sistema relazionale. Operando su diverse regioni, lo faremo secondo i protocolli emanati ed emanandi ed è già stata presentata idonea istanza alla Regione Emilia Romagna”.
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commissioni di degustazione vino denominazione come funzionano
La scelta dei Consigli di Amministrazione del Consorzio di Tutela dei Vini Doc Fresa di Chieri e Collina Torinese e del Consorzio per la Valorizzazione di Vini Docg di Caluso e Doc di Carema e Canavese allarga la rosa delle denominazioni certificate da Valoritalia in Piemonte, regione nella quale controlla la quasi totalità delle denominazioni presenti.
“Voglio innanzitutto ringraziare i Consorzi – dichiara il presidente di Valoritalia Francesco Liantonio – per una scelta che premia la nostra professionalità e la nostra storia. Come presidente di Valoritalia non posso che garantire che continueremo a svolgere il nostro ruolo con il massimo dell’impegno e il massimo della trasparenza. La certificazione è una componente fondamentale del valore aggiunto del vino italiano di qualità”.
“La certificazione – conclude il presidente – da un lato garantisce i consumatori che ciò che acquistano rispetti le regole stabilite dai Consorzi; dall’altro garantisce le stesse imprese dall’uso improprio della denominazione. Il sistema italiano di certificazione rappresenta, a livello internazionale, un modello di assoluta eccellenza, perché consente la tracciabilità di ogni partita di vino, dalla vigna allo scaffale”.
I due consorzi tutelano le denominazioni Docg Caluso o Erbaluce di Caluso, Doc Canavese, Doc Carema, Doc Collina Torinese, Doc Freisa di Chieri e Doc Valsusa.
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Close the Glass Loop la filiera del vino si allea con quella del vetro per la sostenibilità 1
Il settore vitivinicolo collaborerà con i produttori di bottiglie di vetro per raccogliere il 90% di tutti gli imballaggi immessi sul mercato dell’Ue, nell’ambito della piattaforma europea Close the Glass Loop. L’obiettivo è raggiungere il completo riciclaggio a circuito chiuso entro il 2030. Lo annuncia il Comité Européen des Entreprises Vins (Ceev), dopo l’avallo delle 23 associazioni nazionali che ne fanno parte in 12 Paesi membri dell’Unione europea.
Il progetto vede in prima linea Feve, la Federazione dei produttori europei di contenitori in vetro per alimenti e bevande e flaconi per profumeria, cosmetici e prodotti farmaceutici. I suoi membri producono oltre 80 miliardi di contenitori di vetro all’anno, in 150 stabilimenti produttivi dislocati in 23 stati europei.
“Close the Glass Loop – commenta Ignacio Sánchez Recarte, Segretario Generale Ceev – è un segnale che, nonostante questi tempi particolarmente difficili a causa della crisi Covid-19, l’economia circolare rimane una priorità fondamentale per il settore vitivinicolo”.
“Il vino – continua l’esponente del Comité – non è un prodotto ordinario e rappresenta un simbolo culturale in cui il packaging riveste un ruolo fondamentale. Con oltre il 90% dei vini europei confezionati in vetro, è chiaro che questa industria è parte integrante del nostro modello di business. Aiutando la catena di imballaggi in vetro a migliorare il livello di sostenibilità, miglioriamo direttamente il nostro”.
“Il settore vitivinicolo – conferma Adeline Farrelly, segretario generale Feve – è uno dei nostri principali segmenti di mercato con una crescita costante registrata negli ultimi anni. È fondamentale poter collaborare e sostenerci a vicenda nei nostri sforzi verso la sostenibilità. La piattaforma Close the Glass Loop è un modo per farlo insieme. Più vetro riciclato possiamo reinserire nel nostro ciclo produttivo, minore sarà l’impatto ambientale delle nostre bottiglie”.
Secondo un recente sondaggio tra i consumatori pubblicato dalla piattaforma dei consumatori Friends of glass, il vetro è il materiale da imballaggio preferito per la maggior parte dei prodotti alimentari e delle bevande, con ben 8 europei su 10 che optano per questo materiale nella scelta di vino e alcolici. La crescita nel gradimento è evidente: il 51% dei consumatori, sempre secondo l’indagine, acquista più prodotti in vetro rispetto a tre anni fa.
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Viticoltura eroica e muretti a secco il vino del Trentino “riparte” dalla Val di Cembra 4
Sono aperte le iscrizioni per la 28esima edizione del Mondial des vins Extrêmes, l’unica manifestazione enologica mondiale interamente dedicata ai vini prodotti in zone caratterizzate da viticolture eroiche. Le selezioni dei vini, da parte di commissioni composte da enologi e tecnici, sono in programma in Valle d’Aosta dal 16 al 18 luglio, nel rispetto delle attuali norme per il contenimento dell’emergenza sanitaria Coronavirus.
“Seppur in una situazione di emergenza sanitaria – sottolinea il presidente Cervim, Roberto Gaudio – stiamo lavorando per lo svolgimento in sicurezza e nel rispetto delle diverse disposizioni, delle selezioni della 28esima edizione del Mondial des vins Extrêmes. Un concorso che valorizza ed esalta autentiche isole della biodiversità viticola, oltre a salvaguardare dei paesaggi unici. Il Mondial, ha ormai raggiunto una crescita importante in termini di numeri e di visibilità”.
Nell’edizione 2019 sono stati assaggiati e selezionati 920 vini di cui 442 italiani e 478 esteri, provenienti da 339 aziende vitivinicole, di cui 168 italiane e 171 estere. “La crescita costante dei partecipanti e dei vini iscritti al Concorso – aggiunge Gaudio – anno dopo anno, va in parallelo con la grande e crescere qualità dei vini eroici sempre più apprezzati dai winelovers e consumatori in Italia ed a livello internazionale”. Fra le novità dell’edizione 2020 il Premio Speciale VinoFed per il miglior punteggio fra vini Bianchi, Rosati e Rossi.
La particolarità del Mondial des Vins Extrêmes è dovuta principalmente alla varietà dei vini in degustazione, prodotti per lo più da vitigni autoctoni, caratterizzati da terroir unici che segnano indelebilmente i profumi e i sapori e che rendono questo Concorso unico nel panorama dei concorsi enologici mondiali. Questa particolarità richiama l’interesse degli esperti che numerosi ogni anno si candidano per partecipare alle selezioni, che come ogni anno si tengono in Valle d’Aosta nel mese di luglio.
Sono ammessi al Mondial des Vins Extrêmes 2020 soltanto i vini prodotti da uve di vigneti che presentano almeno una delle seguenti difficoltà strutturali permanenti:
altitudine superiore ai 500 m s.l.m., ad esclusione dei sistemi viticoli in altopiano;
pendenze del terreno superiori al 30%;
sistemi viticoli su terrazze o gradoni;
viticolture delle piccole isole.
Al termine delle degustazioni viene stilata la lista dei vini selezionati. In base al punteggio acquisito, i premi vengono suddivisi in Gran Medaglia d’Oro, Medaglia d’Oro e Medaglia d’Argento, oltre a ulteriori premi speciali.
Il “Premio Speciale Cervim 2020” che verrà assegnato all’azienda di ogni Paese (rappresentato da almeno 5 cantine) che ottiene il miglior risultato; il “Gran Premio Cervim” sarà assegnato al vino che ha ottenuto il miglior punteggio assoluto; il Premio “Cervim Eccellenza 2019” verrà attribuito al miglior vino di ogni Paese partecipante con almeno 8 cantine iscritti; il Premio “Cervim Futuro” verrà attribuito all’azienda under 35 anni.
Quindi il Premio “CervimBio”; “Piccole Isole”; “Donna Cervim” ed il Premio “Mondial des Vins Extrêmes 2020” che verrà attribuito alla zona viticola o regione che presenti al Concorso il maggior numero di campioni. Infine è previsto il Premio “Originale” che verrà assegnato al miglior vino prodotto con uve provenienti da vigneti a piede franco.
Il Concorso enologico internazionale è organizzato dal Cervim in collaborazione con l’Assessorato al Turismo, Sport, Commercio, Agricoltura e Beni Culturali della Regione Autonoma Valle d’Aosta, l’Associazione Viticoltori Valle d’Aosta (Vival VdA) e l’Associazione Italiana Sommelier – Sezione Valle d’Aosta, con il patrocinio dell’O.I.V. (Organisation Internationale de la Vigne et du Vin). Il concorso autorizzato dal Ministero delle Politiche Agricole, fa parte di VinoFed, la Federazione dei Grandi Concorsi enologici, che raggruppa 17 tra i più importanti concorsi internazionali.
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“La nostra viticoltura – afferma Michele Contartese, direttore di Castello di Meleto, presentando il nuovo progetto – è biologica ma questo non ci bastava. Abbiamo voluto adottare un sistema innovativo per capire nel dettaglio i nostri vigneti, anzitutto per prevenire l’attacco delle malattie e dei parassiti e intervenire solo quando e dove ce n’è realmente bisogno. Ma c’è di più: ci consentirà di monitorare la maturazione delle uve per programmare al meglio le vendemmie e ci permetterà di comprendere fino in fondo il microclima di ogni nostro angolo di vigneto”.
Da quest’anno, infatti, i vigneti di Castello di Meleto saranno interamente mappati dal sistema Netsens, che, grazie alla combinazione di tecnologia wireless e IoT (Internet of Things), permetterà di analizzare filare per filare i ben 140 ettari di vigneto di proprietà.
L’azienda sarà la prima in Italia ad applicare il sistema ad una superficie così ampia divenendo un modello per l’intera viticoltura nazionale. La differenza sostanziale rispetto a quanto già presente in altre aziende sta nella combinazione di centraline meteo e di decine di sensori wireless (nodi), sistemati all’interno del vigneto e non ai bordi, dove vengono posizionate normalmente le stazioni meteo.
Una differenza sostanziale, che permetterà di avere uva viticoltura “oltre alla precisione”, arrivando al dettaglio. Il sensore dialoga vi con la centralina a cui fa capo mentre i dati raccolti da tutte le centraline vengono inviati attraverso la rete, processati, analizzati e archiviati.
Il futuro, quindi, sarà avere una precisa zonazione climatica ma anche raccogliere dati storici che testimonino eventuali cambiamenti climatici.
“Questa soluzione rappresenta un passo avanti per tutto il mondo del biologico – Afferma Ruggero Mazzilli, agronomo fondatore della Stazione Sperimentale per la Viticoltura (Spevis) e consulente dell’azienda – Molto spesso i preconcetti sono dovuti alla paura di quel che non si conosce e non si può prevedere. Con questo sistema porteremo una maggiore conoscenza in tutto il mondo della viticoltura con l’augurio che per il futuro il biologico divenga l’unico modo di produrre possibile. I bravi vignaioli insegnano che, per fare cose grandi, bisogna sentirsi piccoli di fronte alla natura”.
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MONTEFALCO – La canina Bocale ha dato vita al primo Sagrantino vegano. L’azienda coltiva poco meno di 6 ettari vitati a Montefalco (PG) e con la certificazione V-Label Vegan potrà produrre vini vegani.
“In un momento storico come quello che stiamo vivendo a causa di Covid-19 – spiega il titolare Valentino Valentini – tematiche come il rapporto tra uomo e ambiente e uomo e salute, che già prima ci stavano a cuore, diventeranno sempre più centrali, per questo motivo abbiamo deciso di intraprendere la strada del Vegan Friendly“.
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I vini della Valle Isarco in 60 assaggi delle 19 cantine. E lAlto Adige da scoprire 25
“Dopo un periodo di crescita e maturazione delle viti scandito da eventi atmosferici estremi, a fine estate 2019 sono arrivate condizioni meteorologiche ideali, che hanno propiziato una buona vendemmia con uve di qualità promettente”. Con queste parole il direttore del Consorzio Vini Alto Adige, Eduard Bernhart, commenta la vendemmia 2019 nella regione del nord Italia.
Cosa aspettarsi nel calice? “Vini bianchi ricchi di aromi freschi e fruttati – riferisce Bernhart – con una spiccata acidità, struttura elegante e un ottimo potenziale d’affinamento, soprattutto per i vini provenienti dalle quote più elevate”. Quanto ai rossi, sono da aspettare in cantina per poter godere appieno del loro potenziale.
L’ANDAMENTO ATMOSFERICO NEL VIGNETO
L’inverno 2018/19 è trascorso con temperature insolitamente calde, a tratti già quasi primaverili, e se si eccettuano le nevicate copiose dei primi giorni di febbraio, si è trattato di un anno piuttosto asciutto.
Dopo un marzo altrettanto avaro di precipitazioni e più caldo delle medie stagionali, in aprile e maggio è prevalso, invece, un clima piuttosto umido accompagnato, soprattutto in maggio, da temperature troppo basse per la stagione.
Parallelamente, la primavera ha visto imperversare fenomeni meteorologici estremi, tanto che già in aprile si sono verificate le prime grandinate, e vari periodi freddi hanno aumentato il rischio di gelate tardive.
Per questi motivi nel 2019 la fioritura è cominciata in ritardo e ha dovuto fare i conti con un tempo assai variabile, caratterizzato da temperature decisamente inferiori alla media, soprattutto in maggio. Questo ritardo si è ripercosso sull’inizio della maturazione, che rispetto alle medie pluriennali è arrivato con una sfasatura di 10-14 giorni.
Dopo la vendemmia anticipata per la raccolta delle uve base per lo spumante avvenuta intorno alla fine di agosto e ai primi di settembre, la vendemmia 2019 vera e propria in Alto Adige è cominciata a metà settembre, con un ritardo di circa due settimane rispetto al 2018.
Pinot bianco, Pinot grigio, Chardonnay e Sylvaner si distinguono sia per la loro acidità, fresca e gradevole, sia per la loro struttura elegante. Il Gewürztraminer si presenta elegante e con note fruttate mature, mentre il Sauvignon dei vigneti più pregiati sfodera un’acidità accattivante, accompagnata da un ventaglio aromatico molto tipico.
Anche la Schiava del 2019 ha una tipicità molto marcata; fruttata, sapida, ben strutturata, elegante e di piacevole beva. Pinot nero, Lagrein, Merlot e Cabernet in quest’annata hanno avuto parecchie difficoltà. Sempre secondo il Consorzio, !”avranno bisogno di più tempo per affinare bene in cantina, sviluppando tutto il loro potenziale”.
Per il Lagrein, a causa delle violente grandinate abbattutesi sugli appezzamenti classici nella conca di Bolzano, purtroppo si è registrato un calo della resa che in alcuni casi ha sfiorato il 70%.
In Valle Isarco e in Val Venosta, i vini dell’annata 2019 fanno risaltare caratteristiche di freschezza e acidità, accompagnate da note fruttate intense e da una gradazione alcolica inferiore agli anni passati. In tutto l’Alto Adige, il totale delle uve vendemmiate ha fatto segnare un calo del 10-15% rispetto alla media.
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In una sola parola: “no“. Dura presa di posizione del Gal Terre del Primitivo dopo la notizia di una possibile produzione del prezioso vino in Sicilia. “Il nostro Primitivo non si tocca”. Il Gal si schiera, come già fatto dai Consorzi e dal Senatore Pd Dario Stefàno, a difesa dei tantissimi produttori e dell’immagine dell’intero territorio che, su questo prezioso vitigno, negli anni ha costruito il suo brand.
“A quanto si apprende in queste ore c’è stata l’autorizzazione per l’impianto e la produzione in Sicilia, ma evidentemente a qualcuno stanno sfuggendo le implicazioni che tutto questo può generare. Intanto parliamo di un danno per la nostra identità e, non da ultimo, si rischia di creare un precedente per il futuro: altre varietà autoctone potrebbero essere scippate ad altre regioni, facendo venire meno una storia secolare” dichiara il Gal in merito al vitigno apprezzato in Italia e nel mondo, volano economico per centinaia di famiglie e simbolo della Puglia vitivinicola.
“Il suo valore culturale e identitario appartiene a questi luoghi e nessuno può appropriarsene – dice ancora il Gal che ricorda di aver costruito l’intero Piano di Azione Locale 2014-2020 proprio su questo – In fase di programmazione abbiamo deciso di puntare l’attenzione sul Museo diffuso delle Terre del Primitivo inteso come territorio da condividere. Un connubio tra risorse naturalistiche, artistiche, storiche, enogastronomiche e umane in cui emerge tutta la nostra autenticità, che è la nostra vera ricchezza, e non permetteremo a nessuno di portarcela via”.
“Il vino – conclude – da generazioni, rappresenta l’immagine di questa terra, declinata nei suoi tanti aspetti che vanno dall’enologia all’enogastronomia, dalle tradizioni e alla vita rurale. È per questo che condanniamo con forza la possibilità che altre regioni coltivino questo vitigno autoctono pugliese. Siamo pronti a fare squadra con le istituzioni e le realtà che, come noi, hanno a cuore questo territorio, difendendolo da qualsiasi tentativo di usurpare la nostra storia e la nostra economia”.
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OriGin Italia (l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche) sottolinea come l’azzeramento del canale Horeca a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19 stia provocando gravi ripercussioni alle produzioni Dop e Igp italiane. Ad oggi non è possibile valutare con certezza i tempi della Fase 2 ma la filiera Horeca (Ristorazione-Turismo) sarà enormemente condizionata almeno fino a fine 2020.
Si prevedono, già a breve termine, filiere di produzioni Dop Igp con cali delle vendite anche oltre il 50% a 3 mesi, improvvisa difficoltà per l’export e decine di imprese specializzate con cali ancora superiori. Nel lungo periodo invece ci sarà da fare i conti con la concorrenza di prezzo di prodotti sostitutivi.
Questa l’analisi della situazione delle Indicazioni Geografiche contenuta in un documento presentato alla ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova durante una video chat alla presenza dei Consorzi di tutela e dell’europarlamentare Paolo De Castro.
Nel documento le proposte a supporto del sistema italiano delle Dop e Igp da sviluppare nei prossimi mesi. Fra queste: una campagna di promozione del Governo per il consumo di prodotti DopP e Igp nel mercato italiano; un’azione straordinaria attraverso il ritiro di prodotti ad Indicazione Geografica eccedenti; l’ammasso privato di prodotti Dop e Igp per conservare il valore delle produzioni Made in Italy di qualità ed evitarne la svalutazione.
Indicazioni Geografiche italiane che con 825 prodotti, grazie al lavoro di oltre 180mila operatori e l’impegno dei 285 Consorzi di tutela riconosciuti, hanno portato la DopEconomy a valere oltre 16,2 miliardi di euro alla produzione, con un peso del 20% del valore agroalimentare nazionale, con un export che supera i 9 miliardi di euro pari al 21% nell’export agroalimentare italiano.
“I Consorzi di tutela – ha sottolineato il presidente di OriGin Italia Cesare Baldrighi – hanno un ruolo primario anche in questa fase di ripartenza del Paese, essendo il sistema di riferimento per la filiera produttiva, operano su base collettiva, hanno la conoscenza diretta di tutti gli operatori e delle azioni di mercato. È fondamentale in questa fase prevedere una semplificazione delle procedure amministrative, in coerenza con le attuali limitazioni e sfruttando al meglio le possibilità tecnologiche e di comunicazione agile”.
“Il sistema delle Indicazioni Geografiche – ha detto la ministra Teresa Bellanova – resta il perno fondamentale delle politiche di sviluppo agroalimentare del Paese. E su questo chiedo una collaborazione da parte di tutti, del mondo associativo, dei consorzi e delle singole imprese, perché dobbiamo lavorare insieme per rafforzare le filiere e i rapporti fra i produttori primari ed i trasformatori proprio per mettere a valore il sistema geografico. Ma dobbiamo pensare anche al mondo dopo il Covid e le vostre proposte sono importanti e da quelle dobbiamo trovare una sintesi”.
“Non c’è la giusta consapevolezza della crisi dei prodotti di alta qualità ed Indicazioni Geografiche – ha affermato Paolo De Castro, Coordinatore S&D commissione agricoltura del Parlamento Europeo – è opportuno anche in Europa rendere più chiara la situazione, sia per il canale Horeca sia per l’export. Necessario inoltre in questa fase fare alcuni aggiustamenti sull’ammasso privato dei prodotti Dop e Igp, con fondi adeguati, misure di mercato e la necessaria flessibilità”.
“E’ necessario attivare al più presto un tavolo tecnico-consultivo fra i Consorzi di tutela, attraverso OriGIn Italia, ed i responsabili degli uffici Mipaaf e altri enti preposti, per affrontare la situazione specifica delle varie filiere Dop e Igp – ha precisato Baldrighi – Ma anche incentivare la Gdo a promuovere e privilegiare non solo i prodotti nazionali ma a creare delle specifiche piattaforme Dop e Igp che presentino in maniera ben riconoscibile i prodotti italiani di origine certificati. Prevedere infine uno studio sul cambiamento dei consumi per capire al meglio le diverse evoluzioni e dei comportamenti di acquisto e prepararsi per rispondere adeguatamente alle richieste di mercato”.
Fra gli aspetti organizzativi per far ripartire il settore, il supporto all’innovazione digitale delle piccole imprese in modo da favorire un loro adeguamento all’attuale scenario di mercato, recuperare una parte delle perdite sul fronte Horeca sul mercato on-line e consentire un rilancio più rapido nel post-emergenza.
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Coronavirus il lockdown del turismo del vino mette in ginocchio la Doc Orcia 1
“Oggi avere un solo mercato largamente prevalente, quello locale, e una sola tipologia di cliente, il turista, si rivela come un fattore di fragilità per le aziende della Doc Orcia che potrebbero subire maggiori contraccolpi commerciali rispetto alle altre denominazioni toscane”.
Così il presidente del Consorzio di tutela, Donatella Cinelli Colombini, nel sottolineare che “gli effetti della crisi nelle vendite del vino, vanno sommati ai mancati introiti per l’affitto di appartamenti e per la ristorazione agrituristica che probabilmente resterà vuota“.
Nell’area di produzione della Doc Orcia ogni anno si registrano quasi un milione e mezzo di presenze turistiche. Sono invece circa un milione gli escursionisti attratti dalle bellezze naturali, artistiche e termali. Motivo per il quale il 65% delle cantine dell’Orcia pratica attività di agriturismo o ristorazione, con la vendita diretta dei vini.
Una situazione privilegiata per una giovane Doc, che al cospetto di Coronavirus diventa il tallone d’Achille.
“Un elemento – sottolinea Cinelli Colombini – che rischia di trasformarsi da opportunità a grosso rischio, perché esiste il fondato timore che i turisti non arrivino”.
Sono una sessantina le aziende produttrici di Orcia Doc, in grado di produrre poco meno di 300 mila bottiglie di vino all’anno, su una superficie di 153 ettari di vigneto. Si tratta dunque di imprese piccole o molto piccole, in gran parte a carattere familiare.
Dodici i comuni nell’area collinare fra le denominazioni del Brunello e del Vino Nobile, in una zona di grande vocazione nella produzione di vini rossi da invecchiamento compresa tra Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani, San Quirico d’Orcia, Trequanda, parte dei territori di Abbadia San Salvatore, Chianciano Terme, Montalcino, San Casciano dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena.
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