“Adesso più che mai non è tempo di guerre commerciali“. Così la ministra Teresa Bellanova commenta la decisione dell’Ustr (United States Trade Representative) di non aggiungere dazi ai prodotti italiani, tra cui il vino, nell’ambito della revisione semestrale delle misure adottate inattuazione della sentenza dell’Organizzazione mondiale del Commercio (Wto). Il Mipaaf è ora al lavoro “su misure di sostegno all’export“.
Un’ottima notizia per le nostre filiere agroalimentari – continua Bellanova – soprattutto quelle che negli anni sono state capaci di conquistare quote di mercato sempre più rilevanti nell’export verso gli Usa. La dimostrazione evidente che quando a muoversi è, all’unisono, un intero sistema-Paese, politica e diplomazia, i risultati arrivano, come già era accaduto nei mesi scorsi”.
“Ancora una volta abbiamo scongiurato il rischio di danni irreparabili per le nostre eccellenze agroalimentari e una filiera che la pandemia ha messo duramente a prova. Adesso più che mai nonè tempo di guerre commerciali”, evidenzia Bellanova.
“Già nel gennaio scorso – ricorda la ministra – nell’incontro con il Segretario all’Agricoltura Usa Sonny Perdue avevo sollecitato con forza che l’agroalimentare italiano fosse considerato estraneo, come di fatto è, alla vicenda Airbus e avevo registrato condivisione e disponibilità”.
“L’azione messa in campo a partire dalla Farnesina e che abbiamo esercitato anche nell’interlocuzione diretta con l’Europa conferma la necessità di agire in modo coeso e concertato.
Ed è una lezione che dovremo far valere per convincere l’Amministrazione Usa a rivedere le decisioni ingiustificate e penalizzanti verso alcune delle nostre eccellenze, e che nei prossimi mesi sarà fondamentale proprio nel programma di sostegno all’export su cui stiamo già lavorando”.
Un programma che vedrà impegnata l’Italia anche negli Usa, nella difesa dei propri prodotti e della loro qualità e unicità: “Alle guerre commerciali è preferibile, di gran lunga, la competizione virtuosa, che fa meglio in tutti i sensi e soprattutto parla direttamente ai consumatori, chiamandoli a scegliere la qualità”.
“Continueremo a sostenere e incoraggiare il Commissario Ue al commercio Hogan a compiere ogni sforzo negoziale per la ricerca di una soluzione che garantisca benefici reciproci”, conclude la ministra Teresa Bellanova.
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Vino italiano fuori dai dazi Usa di Trump esultano Chianti e Brunello di Montalcino bindocci busi vino toscano consorzi
Il vino toscano, simbolo del Made in italy enologico, esulta con i Consorzi di rappresentanza dei produttori di Chianti e Brunello di Montalcino. Il motivo? Il vino italiano, comprese di fatto le due importanti denominazioni toscane, si è salvato dall’ultima revisione dei prodotti Ue sottoposti ai dazi Usa di Donald Trump.
Una decisione, quella di non inserire il vino italiano tra le eccellenze europee sottoposte a tariffs supplementari – in ritorsione all’affaire Airbus – che l’Ustr ha assunto ieri a Washington, come evidenziato nella notte da WineMag.it.
“Il vino italiano che si salva dal nuovo round dei dazi aggiuntivi Usa è certamente una gran bella notizia per tutto il Belpaese enologico – sottolinea il Consorzio del vino Brunello di Montalcino con il presidente Fabrizio Bindocci – in particolare per Montalcino”.
Gli Stati Uniti non sono solo il principale mercato di sbocco al mondo per il Brunello con un’incidenza del 30% sulle esportazioni globali, ma anche uno dei simboli del Made in Italy oltreoceano”.
“Come Consorzio – ha aggiunto Bindocci – esprimiamo apprezzamento per il ruolo svolto dalla nostra diplomazia, dal Governo e dalle organizzazioni di settore per il risultato raggiunto. Un punto di ripartenza che mai come ora dovrà essere sostenuto con un’azione forte di promozione e presenza del nostro vino nel suo principale sbocco naturale“.
Sono infatti previsti incrementi solo per alcune categorie di merci provenienti da Francia e Germania, che compensano le riduzioni di tariffe applicate a Grecia e Gran Bretagna. L’ammontare dei dazi resta fissato a 7,5 miliardi di dollari.
“E’ un’ottima notizia – fa eco Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti – visto che il mercato statunitense per noi è il primo mercato di esportazione. In un momento come questo non avere aumenti di costi da parte degli importatori per noi è un’ottima cosa, che ci permette di riprendere l’attività commerciale per farla tornare ai livelli pre-Covid”.
Abbiamo tutte le possibilità per poter ripartire, nel momento in cui l’America riapre i mercati al 100%. Gli Usa hanno continuato ad acquistare: ci è mancato un po’ il canale Horeca, ma il Chianti è un vino molto presente nella grande distribuzione americana, per cui non ci sono state grandi flessioni”.
Secondo le elaborazioni su base dogane dell’Osservatorio del Vino di Uiv, gli Stati Uniti rappresentano il primo buyer di vino al mondo e l’Italia è il primo Paese fornitore. Il mercato Usa assorbe una quota vicina al 20% della produzione complessiva di Vino Chianti, per un valore stimato intorno ai 100 milioni di euro.
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Vigneto a Mazara del Vallo in provincia di Trapani Consorzio di tutela vini Doc Sicilia Vendemmia 2020 in Sicilia il Consorzio Ottima annata per Grillo e vini rossi
Si preannuncia un’ottima annata per il Grillo e per i vini rossi in Sicilia, dove la vendemmia 2020 è iniziata da pochi giorni. Lieve calo di produzione per il Nero d’Avola. Le stime di inizio raccolta, per i produttori del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, fanno prevedere un bilancio positivo grazie alle condizioni meteorologiche finora ottimali e alla dedizione al lavoro dei 8.300 viticoltori della Denominazione Doc Sicilia che conta su 25 mila ettari di vigneti rivendicati.
“La Sicilia è una delle regioni italiane tra le maggiori produttrici di vino: nel 2019 abbiamo ottenuto minori quantità ma vini di ottima qualità; sappiamo di avere potenzialità più elevate dato che abbiamo il vigneto più grande d’Italia”, evidenzia Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia.
È utile ricordare che nel 2019 la Doc Sicilia ha prodotto 95 milioni di bottiglie. E che negli ultimi mesi, a causa della pandemia che ha colpito tutto il mondo, il calo delle vendite ha interessato anche i vini italiani. La Doc Sicilia è stata colpita in maniera minore e già da luglio ha ripreso la sua corsa”.
LE VOCI DAL TERRITORIO
Maurizio Maurizi, enologo, vigneti in provincia di Agrigento
“Nella zona di Sambuca di Sicilia la raccolta del Pinot grigio è iniziata mercoledì 5 agosto. La vendemmia proseguirà con le varietà Chardonnay e Pinot nero e terminerà a metà settembre con Cabernet e con le uve in appassimento”.
La raccolta è stata avviata con un anticipo di dieci giorni rispetto allo scorso anno: è un dato che rispetta la media degli ultimi cinque anni. Prevediamo un calo di produzione del 10 per cento rispetto allo scorso anno. C’è una diminuzione di quantità di grappoli a causa della primavera più umida rispetto a quella del 2019. La qualità resta alta: prevediamo una gran bella vendemmia anche perché stiamo irrigando le vigne in questi giorni di inizio agosto”.
“Non ci sono problemi di sanità delle uve: un vigneto testimone ha subìto un po’ di pressione per le condizioni atmosferiche, ma grazie agli interventi dei viticoltori le uve sono sane. Il caldo di inizio agosto non sta avendo influenza sulle uve precoci. Per quanto riguarda i rossi è ancora presto per fare previsioni dettagliate ma pensiamo ad un bilancio favorevole”, conclude Maurizi.
Filippo Buttafuoco, agronomo, vigneti nella zona di Menfi.
“A Menfi, nell’Agrigentino, si è iniziato il 30 luglio col Pinot Grigio e dal 3 agosto con Chardonnay, Moscato e Sauvignon blanc. Si prospetta una vendemmia eccellente, con una quantità del 15 per cento di uve in più, sia per i bianchi sia per i rossi. Nella zona di Menfi il clima è stato ottimo anche in relazione alle temperature calde”.
A livello qualitativo ci sono uve sane, perfette grazie al mix di suoli, clima e tecniche colturali come la potatura e la difesa da eventuali malattie. La vendemmia nella zona di Menfi, secondo le previsioni, durerà fino alla prima decade di ottobre. L’ultimo vitigno da vendemmiare sarà il Grecanico dorato”.
Filippo Paladino, Cda Doc Sicilia, vigneti della fascia costiera in provincia di Trapani.
“Lungo la fascia costiera della provincia di Trapani la raccolta appena iniziata lascia prevedere un bilancio positivo dal punto di vista quantitativo, con una perfetta maturazione delle uve ottenuta da chi ha messo in pratica i giusti interventi sui vigneti. La qualità si preannuncia eccezionale”.
Fin da maggio la crescita delle piante è avvenuta in maniera corretta, e anche se le piogge intense registrate a giugno hanno esposto le vigne ad una maggiore pressione fitosanitaria, i trattamenti tempestivi adottati dagli agricoltori hanno consentito di difendere le piante, garantirne lo sviluppo regolare e una crescita consistente, e ottenere le migliori condizioni per una buona maturazione delle uve”.
“Il caldo registratosi nella settimana di fine luglio, con una temperatura che ha raggiunto i 35-38 gradi, ha anticipato di qualche settimana l’inizio della vendemmia di Pinot grigio, Chardonnay, Moscato e delle basi di spumante di Nero d’Avola e Grillo. Tutti i vigneti, in definitiva, stanno bene”.
Gaspare Baiata, Cda Doc Sicilia, vigneti versante nord in provincia di Trapani.
“Nel versante nord della provincia di Trapani, i cui territori comprendono anche Marsala e Mazara, si prevede un calo fisiologico del 10 per cento di raccolta a cui va aggiunto un 10 per cento in meno per la vendemmia verde. Il 3 agosto è stato il primo giorno di vendemmia, le condizioni meteorologiche sono state favorevoli”.
La qualità delle uve è buona: il Pinot Grigio, il Viognier e lo Chardonnay hanno grappoli in salute. Anche il Grillo, la cui raccolta inizierà intorno al 20 agosto, ha le stesse caratteristiche: si prevede un lieve calo di quantità e una buona qualità”.
Alberto Tasca, Cda Doc Sicilia
“Il gran caldo si sta attenuando, le piogge sono state fantastiche e le previsioni del tempo sembrano favorevoli per la maturazione delle uve che al momento sono sane. Come tutte le vendemmie viviamo giorno dopo giorno, però possiamo dire che la panoramica dai vitigni siciliani è omogenea e lascia prevedere un bilancio positivo”.
Laurent Bernard De La Gatinais, Cda Doc Sicilia e presidente di Assovini, vigneti zona Alcamo.
“L’inizio della raccolta nella zona della Doc Alcamo è prevista intorno al 10 agosto. Negli anni scorsi si è anticipato o slittato al massimo di una settimana rispetto a tale data. Le ultime campionature effettuate evidenziano un buono stato di salute delle vigne: la qualità si presenta ottima mentre si prevede una lieve diminuzione di quantità”.
L’aspetto positivo della vendemmia siciliana è che la raccolta dura quasi due mesi il che, in condizioni meteo normali, ci permette di raccogliere man mano ogni cultivar che arriva a maturazione. Ma, come ogni previsione impone, è meglio non sbilanciarsi troppo.
“Negli ultimi dieci anni è successo di tutto e di più durante il periodo di raccolta. Oggi, con questo bagaglio di esperienze, siamo in grado di affrontare qualsiasi situazione dovesse presentarsi”, conclude De La Gatinais.
Francesco Cucurullo, presidente Coldiretti Caltanissetta
“L’areale di Caltanissetta, tranne poche zone che si affacciano sul mare, comprende vigneti che vanno dai 350 metri di altitudine fino ai 500 metri. Ciò comporta che la vendemmia, solitamente, inizi a fine agosto. Non prevediamo anticipi dato che i vitigni precoci come lo Chardonnay seguono il normale calendario di maturazione delle uve”.
Anche il Grillo prosegue il suo percorso senza particolari problemi e il Nero d’Avola è a metà invaiatura e dovrebbe essere pronto per la vendemmia ai primi di settembre. La buona notizia è che nonostante la forte umidità dello scorso mese non registriamo problemi dal punto di vista fitosanitario”.
“Rispetto allo scorso anno caratterizzato da una raccolta poco generosa, quest’anno prevediamo un 30 per cento di quantità in più, sia per i bianchi sia per i rossi. Le temperature in questi giorni si stanno abbassando e se non ci saranno sbalzi o precipitazioni patologiche la qualità delle uve sarà ottima”, conclude l’esponente Coldiretti.
Vigneti del Ragusano
Nel Ragusano, nella zona di Acate, la vendemmia è iniziata l’1 agosto col Pinot nero base spumante e col Pinot grigio. La produzione è nella media. Durante la fioritura del Grillo e del Nero d’Avola una settimana di scirocco ha provocato un rallentamento della maturazione.
Date le dimensioni generose degli acini di queste due varietà, “non è un problema”, evidenziano i tecnici siciliani. Anche in questa zona si prevede una buona annata. La speranza è che il caldo di agosto non sia eccessivo per consentire alle uve di mantenersi belle e sane. Ad Acate si prevede di ultimare la vendemmia a metà settembre.
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Vendemmia 2020 45 milioni di ettolitri sfida con la Francia per il primato 2
Scatta l’ora della vendemmia 2020 in Lombardia. Secondo le previsioni vedrà un aumento medio nei raccolti di circa il 10% rispetto al 2019, nella regione. Ne è sicura Coldiretti Lombardia, nel giorno della raccolta dei primi grappoli di uva in Franciacorta. Nei prossimi giorni la vendemmia entrerà nel vivo anche in Oltrepò Pavese, mentre gli ultimi a partire saranno i viticoltori della Valtellina verso fine settembre.
Tra gli eventi di maltempo che si sono verificati nel corso della stagione, spiega la Coldiretti regionale, si segnalano alcune grandinate che hanno colpito a macchia di leopardo nella zona del basso Garda bresciano e in Valtellina, dove a fine luglio i chicchi di ghiaccio hanno mitragliato i vigneti in piena maturazione nella fascia che va da Sondrio a Ponte in Valtellina.
Nonostante questi episodi, quest’anno si prevede comunque un aumento nella quantità di uva raccolta rispetto alla scorsa vendemmia e una qualità ottima. In Lombardia ci sono più di 20 mila ettari a vigneto, oltre 3 mila imprese vitivinicole, con una produzione che per circa il 90% è costituita da vini di qualità grazie a 5 Docg, 21 Doc e 15 Igt.
Proprio queste tipologie di prodotto hanno subito un crollo nelle vendite a causa dell’emergenza Coronavirus: a pesare sia la chiusura forzata di alberghi, agriturismi, enoteche, bar e ristoranti, sia il calo delle esportazioni aggravato dalle difficoltà logistiche riscontrate nei mesi scorsi. La risposta di Regione Lombardia non si è fatta attendere, con una misura da 3 milioni di euro a firma dell’assessore Fabio Rolfi.
Con la vendemmia in tutta Italia si attiva un motore economico che genera oltre 11 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che offre opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio.
In Italia, per la vendemmia 2020 si prevede una produzione stimata attorno ai 45 milioni di ettolitri, che apre un entusiasmante testa a testa per il primato mondiale con la Francia, dove la produzione è stimata fra 44,7 e 45,7 milioni di ettolitri secondo il Servizio statistica e previsioni del ministero dell’agricoltura d’Oltralpe, mentre in Spagna si stimano fra 43 e i 44 milioni di ettolitri.
Le vendite di vino italiano nel mondo, spiega la Coldiretti sui dati Istat, dei primi 5 mesi dell’anno sono in calo del 4% nel 2020, con una storica inversione di tendenza che non ha precedenti negli ultimi 30 anni a causa delle difficoltà registrate dalla ristorazione in tutto il mondo per l’emergenza Coronavirus. Un dato preoccupante dopo il record storico di 6,4 miliardi fatto segnare lo scorso anno per le esportazioni di vino Made in Italy.
La vendemmia 2020 infatti, conclude la Coldiretti, è la prima segnata dagli effetti della pandemia mondiale, delle tensioni commerciali internazionali con la minaccia dei dazi e della Brexit con l’uscita dall’Unione Europea della Gran Bretagna, che è stata per lungo tempo il principale cliente del Prosecco, il vino italiano più esportato nel mondo.
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Origin Italia, l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche, si dichiara soddisfatta dopo il via libera nel CdM del Decreto Legge agosto che col Bonus Filiera per la ristorazione prevede 600 milioni di euro per la valorizzazione dei prodotti Dop e Igp.
Si tratta di un riconoscimento politico importante – afferma Cesare Baldrighi, presidente Origin Italia – del ruolo strategico nel paese delle filiere Dop Igp, proprio perché grazie al sostegno alla ristorazione si sostiene direttamente la filiera agroalimentare e si evitano le eccedenze di prodotto”.
“Si tratta di un grande risultato – prosegue Baldrighi – al quale come Origin Italia abbiamo lavorato, supportando fin da subito l’idea della Ministra Bellanova, a cui dobbiamo riconoscere un grande impegno profuso, raggiungendo un risultato importante”.
La misura prevede un congruo anticipo al momento della domanda con presentazione dei documenti che attestano gli acquisti effettuati, e ancora non pagati dai ristoratori, saldo alla presentazione di quanto necessario a certificare l’acquisto attraverso modalità di pagamento tracciabili.
“È un’occasione importante per i Consorzi di tutela – aggiunge Baldrighi – che grazie a questa misura, possono aiutare le imprese del settore a stabilizzare e rendere più solidi i rapporti con la ristorazione italiana ad ampio raggio, da sempre il vero ambasciatore delle eccellenze italiane”.
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Sono stati oltre 27 mila i commenti di sostegno alla revisione dei dazi aggiuntivi predisposti dall’amministrazione Trump sui prodotti europei negli Stati Uniti come effetto dell’indagine Airbus. Si tratta di un numero di interventi addirittura superiore a quelli riscontrati nella prima public consultation dello scorso gennaio.
“Consideriamo positivo il forte segnale dato sin qui sia dalla filiera del vino e dal suo indotto statunitense sia dalle diplomazie interessate – commenta il presidente di Unione Italiana vini (Uiv), Ernesto Abbona (nella foto)- in primis dall’Ambasciata italiana a Washington che ha operato ininterrottamente a stretto contatto con la nostra associazione”.
Allo stesso modo, abbiamo apprezzato l’intensa azione di governo messa in campo per scongiurare il carosello dei dazi sul vino italiano. È stato fatto tutto quanto nelle nostre possibilità – ha concluso Abbona – e in ragione di ciò, pur nell’incertezza di scenari evidentemente influenzati da diversi fattori in gioco, è doveroso confidare in una soluzione positiva delle trattative e attendere la decisione prevista per il prossimo 12 agosto”.
Nella nota recentemente inviata al Governo, Uiv evidenziava come “la chiusura del mercato americano, di per sé già divenuto complesso a seguito della pandemia che ha duramente colpito alcuni Stati e una parte prevalente dell’horeca di quel Paese, rischierebbe di compromettere ulteriormente l’attività delle nostre imprese, e nessuna misura di sostegno al settore potrebbe mai compensare le gravissime perdite potenziali in caso di dazi aggiuntivi”.
A sostegno di questa tesi, anche gli ultimi dati elaborati dall’Osservatorio del vino Uiv. Nel primo semestre gli ordini di vino italiano dagli Stati Uniti si confermano in terreno positivo sia a volume (+2,9%) che a valore (+1,8%) sul pari periodo 2019.
Il Belpaese, con 980 milioni di dollari di vendite, si mantiene primo fornitore negli Usa e allunga il passo sui competitor, con la Francia che, secondo le dogane, a causa dei dazi aggiuntivi perde nei primi 6 mesi il 25,3% a valore (fermo a 791 milioni di dollari) e la Spagna il 12,3% (159 milioni di dollari).
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Fabio Rolfi assessore allAgricoltura della Regione Lombardia 1024x747
La Regione Lombardia ha approvato una delibera riguardante le disposizioni per il sostegno del sistema produttivo vinicolo di qualità e per gli operatori della ristorazione in seguito alle difficoltà causate dall’emergenza legata al Covid.
Procedura semplificata e risorse immediate per una misura che i due settori attendevano. Con questo stanziamento mettiamo a disposizione dei ristoratori dei ticket da 250 euro che potranno spendere per acquistare vini di qualità nelle cantine lombarde. Intendiamo così anche creare rapporti territoriali virtuosi e collaborazioni tra produttori di vino e operatori per vedere anche in futuro sempre più vini Lombardi nelle carte dei ristoranti”, ha dichiarato Fabio Rolfi, assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi.
Una misura straordinaria da tre milioni di euro che consentirà di aiutare due settori che rappresentano due eccellenze per la Lombardia e che affrontano un periodo di difficoltà economica. Questo intervento consentirà anche di rafforzare l’alleanza tra ristoratori e produttori di vino di qualità del territorio.
“L’operazione – prosegue Rolfi – sarà accompagnata anche da una campagna comunicativa che vedrà pubblicazioni sui siti istituzionali e soprattutto una vetrofania esposta nei ristoranti. La Lombardia è una terra di vini eccezionali. Più del 90% del vino lombardo va nelle produzioni di qualità Doc, Docg e Igt. Dobbiamo trasformare la difficoltà economica in opportunità puntando sulle eccellenze e sulla comunicazione”.
Il budget verrà suddiviso in 12.000 voucher del valore di 250 euro ciascuno per l’acquisto di vino di qualità presso i produttori lombardi. I voucher potranno essere richiesti dagli operatori della Ristorazione. I produttori di vino interessati dovranno semplicemente aderire a una manifestazione di interesse che sarà pubblicata da Unioncamere Lombardia entro il 18 settembre 2020.
Gli operatori della ristorazione richiederanno i voucher sempre su un bando unioncamere scegliendo tra le cantine che hanno aderito. I produttori di Vini di qualità in Lombardia potenzialmente interessati sono 700, mentre i Ristoratori in Lombardia sono circa 6.000 (previsti 2 voucher a ristoratore).
“Un lavoro di squadra che ancora una volta è premiante perché va incontro alle richieste che provengono dalle categorie, da chi ogni giorno lavora e produce – ha aggiunto Alessandro Mattinzoli, assessore regionale allo Sviluppo economico – In un momento così difficile aiutare i settori in crisi e promuovere le nostre eccellenze è doveroso ancor più di prima. Un ringraziamento a Unioncamere Lombardia per la fattiva collaborazione. Siamo certi che anche questa misura rafforzerà il nostro sistema produttivo”.
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Ocm Vino italiano Bellanova 28 milioni di euro e una cabina di regia permanente
Arriva l’attesa firma della Ministra Teresa Bellanova sul Decreto che aggiorna i limiti delle contaminazioni accidentali e tecnicamente inevitabili da fosfiti nella frutticoltura e viticoltura biologica, ponendo fine ad una situazione di ambiguità normativa che danneggiava i produttori biologici onesti costretti a decertificare i loro prodotti pur non avendo impiegato sostanze attive non ammesse.
Il Decreto firmato dalla Ministra Bellanova, dopo l’accordo con le rappresentanze del settore e in Conferenza Stato Regioni, adegua i limiti previsti attualmente dal Dm 309/2011 per i residui di acido fosfonico in assenza di contemporanea rilevazione di acido etilfosfonico nei prodotti tal quali e in quelli trasformati provenienti da colture arboree.
In questo modo, grazie al recepimento nella normativa di metodiche scientifiche avanzate di analisi dei residui di acido fosfonico, si è fatta chiarezza su un tema molto critico per il settore che rischiava di causare danni ingenti alla produzione biologica in agricoltura.
Il nuovo Decreto prevede, infatti, una deroga fino al 31 dicembre 2022 per i residui di acido fosfonico con il limite di 1 mg/kg per le colture arboree. Inoltre, per le produzioni vinicole si applica per l’acido etilfosfonico il limite di 0,05 mg/kg, tenuto conto della possibile trasformazione dell’acido fosfonico in acido etilfosfonico a causa della presenza di etanolo nei trasformati enologici.
La pubblicazione del Decreto è attesa a giorni, dopo le verifiche di competenza della Corte Conti. Il provvedimento del Mipaaf fa seguito a specifiche attività di ricerca avviate già nel 2014 con la collaborazione di FederBio e riprese nel 2016 specificamente per il comparto vitivinicolo con la collaborazione di Uiv.
Fra gli esiti di queste ricerche, l’evidenza che alcuni mezzi tecnici ammessi dalla legge, normalmente utilizzati nelle coltivazioni biologiche e in cantina, presentano contaminazioni da fosfiti anche significative.
Tutti gli elementi utili per comprendere le novità normative verranno illustrati da FederBio e Uiv il 3 agosto alle ore 11.00 nel webinar gratuito “Lmr fosfiti nel vino biologico: i passi avanti del nuovo decreto“.
Interverranno Roberta Cafiero, Dirigente Ufficio Pquai I-MipaaF, Alessandra Trinchera, Ricercatrice del Crea e Coordinatrice del Progetto Biofosf-Wine, Paolo Carnemolla, Segretario Generale FederBio, Paolo Castelletti, Segretario Generale Uiv, Daniele Fichera, Coordinatore del Comitato tecnico e normativo FederBio, Katia Guardini, Responsabile del Laboratorio di Uiv e Elisabetta Romeo-Vareille, Policy Officer Uiv.
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Confermate le date per lInternational Horeca Meeting BeerFood Attraction
Fissate le date per la decima edizione dell’International Horeca Meeting (Ihm) che si terrà, alla fiera di Rimini, dal 21 al 24 febbraio 2021 durante Beer&Food Attraction di Italian Exhibition Group (Ieg). Sarà infatti nel contesto dell’importante manifestazione dedicata al mercato del fuoricasa che avrà luogo l’evento ideato e organizzato da Italgrob in collaborazione con Ieg.
Ci stiamo preparando per un manifestazione speciale – dichiara Vincenzo Caso, presidente Italgrob – sarà la prima dopo il Covid, quindi con altissime aspettative di rilancio da parte degli operatori. Tutte le attività in programma saranno studiate e messe a punto per rilanciare il settore, a cominciare dal Congresso dell’Horeca al quale parteciperanno tutti gli attori della filiera per discutere e confrontarci su progetti comuni di rilancio del settore”.
Una collocazione più che pertinente, considerando il fondamentale ruolo che assolve la distribuzione nel contesto della filiera, la nuova ubicazione dello spazio Ihm all’interno del quartiere fieristico al centro del padiglione A/5, quello dove espongono le industrie del beverage.
Nell’ampio Hub dell’International Horeca Meeting, oltre all’Arena dell’Horeca, ove avranno luogo tavole rotonde, talk show e presentazioni, in programma anche un apposito spazio bar per presentazione e degustazioni prodotti e aree lounge riservate alle attività di b2b.
“Siamo già al lavoro con lo staff di Ieg – dichiara Dino Di Marino, Direttore Generale Italgrob – per mettere a punto i dettagli di un evento che sono certo, costituirà il trampolino di rilancio del nostro settore, dopo questo inatteso crisi dovuta al covid. Siamo fiduciosi, la decima edizione di IHM sarà il momento della ripartenza. Non vediamo l’ora”.
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Cambiamenti climatici mega sondaggio tra migliaia di cantine in Europa medcliv
Studiare l’impatto dei cambiamenti climatici e del clima sulla viticoltura in Europa, per favorire lo sviluppo di una “comunità innovativa dove ricerca e industria mettano in comune i propri sforzi a favore di un’economia resiliente al cambiamento climatico”.
Muove i primi passi con un sondaggio rivolto alle cantine di sei Paesi europei – Italia, Francia, Cipro, Portogallo, Slovenia e Spagna – il progetto Medcliv “MEDiterranean CLimate Vine and Wine Ecosystem” coordinato dalla Fondazione Edmund Mach che coinvolge otto partner del Mediterraneo europeo e per l’Italia il CNR-IBE. Il progetto è co-finanziato da EIT Climate-KIC, l’agenzia europea fondata nel 2010 dall’Istituto Europeo per l’Innovazione e la Tecnologia (EIT).
Il progetto, tutto dedicato all’ecosistema vite-vino e clima, analizzerà nel dettaglio alcuni aspetti che risultano centrali nella viticoltura: l’anticipo fenologico, il problema della siccità, le ripercussioni sulle pratiche viticole e sulla qualità delle uve, la carenza di acqua e di sostanza organica nel suolo, le alterazioni chimiche dei mosti e quelle organolettiche dei vini.
Fino al 2022 Medliv lavorerà per favorire l’aggregazione degli “ecosistemi” nazionali della filiera vitivinicola intorno ai riflessi del cambiamento climatico.
Primo passo del progetto è la somministrazione di un sondaggio alle aziende viti-vinicole dei sei Paesi coinvolti dal progetto. L’indagine conoscitiva servirà per definire le priorità d’azione, definendo una mappa, regione per regione, delle urgenze percepite nel settore vitivinicolo nei confronti del cambiamento climatico.
I risultati dell’indagine aiuteranno a identificare gli scenari probabili di evoluzione nella gestione del vigneto e nella pratica enologica, così come dell’attitudine ad intraprendere le possibili azioni di mitigazione delle emissioni.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Matteo Ascheri Revolution il Barolo inizia a dare del tu al consumatore 7
In seguito allo svolgimento dell’assemblea dei soci nella quale i produttori di Barolo hanno deciso di non introdurre provvedimenti emergenziali per la prossima vendemmia – come la riserva vendemmiale del 10% proposta dal Consiglio di Amministrazione – emerge con chiarezza la situazione della denominazione Barolo Docg.
Per quanto riguarda la vendita, si registra un incremento del 3% rispetto ai primi sei mesi del 2019. Per quanto riguarda il valore dello sfuso, il prezzo varia dai 5,50 euro/l ai 6 euro/l, con una flessione di circa il 15-17% rispetto allo stesso periodo del 2019, un valore che è in linea con la situazione post-pandemica di molte altre denominazioni di pregio.
Anche le giacenze, considerato il periodo di invecchiamento obbligatorio richiesto dal disciplinare, risultano in linea con la media degli ultimi anni. “Le condizioni in cui si trova la denominazione non hanno per il momento richiesto interventi tempestivi”, evidenzia l’ente piemontese in una nota.
“Il Consorzio e il suo CdA – si legge ancora – analizzeranno con attenzione sia l’evolversi della situazione commerciale sui vari mercati, sia i dati post-vendemmia, sempre nell’ottica di preservare la buona salute della Docg”.
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Tell me wine e commerce vs marketplace istruzioni per luso. Il Webinar gratuito
REDAZIONALE – Torna Tell Me Wine con un webinar gratuito che mette a confronto e-commerce e marketplace. Un focus sull’importanza delle piattaforme digitali per vendere il vino. Un mondo in fermento, soprattutto ora che i canali di vendita digitali stanno diventando sempre più strategici per i produttori, tra siti, e-commerce e marketplace che vanno ad integrare le consuete strategie di vendita.
Il lockdown l’ha ampiamente messo in evidenza. Da qui parte una nuova riflessione dedicata al mondo del vino, un nuovo incontro del ciclo Tell Me Wine, organizzato da Marketing Arena, in cui produttori e rivenditori digitali si confronteranno sulle nuove modalità di acquisto del vino.
Appuntamento per venerdì 17 luglio dalle 12:30. Iscriviti a questo link
Che cos’è Tell Me Wine?
Tell Me Wine è il contenitore di Marketing Arena dedicato al mondo del vino e alla sua filiera. Il primo appuntamento è stato dedicato al tema della vendita online del prodotto, cercando di capire come il canale online si inserisca in una strategia omnicanale più ampia, presentando inoltre due case di Marketing Arena: Prosecco Docg e Sorelle Bronca.
Nel secondo incontro, dal titolo “E-commerce vs marketplace: istruzioni per l’uso“, approfondiremo il tema e indagheremo le differenze sostanziali tra vendita diretta attraverso e-commerce e distribuzione mediata dai marketplace, facendo emergere le specificità delle piattaforme e le loro peculiarità all’interno di un processo di acquisto strutturato.
Non sarà uno scontro tra piattaforme, nessuno avrà la presunzione di prendere una posizione: l’obiettivo è quello di capire come ognuno di questi canali può contribuire a far crescere il business di una cantina all’interno di una strategia di vendita multicanale strutturata.
Alla tavola rotonda parteciperanno Mauro Bricolo, Country Manager Italia di Vivino, che approfondirà il funzionamento dei marketplace del vino, Flavio Geretto e Nicola Guidolin, rispettivamente Direttore Export e Direttore Horeca di Villa Sandi, che daranno il punto di vista delle cantine e Alberto Collet, Head of Strategy di Marketing Arena, a cui andrà il compito di delineare lo scenario attuale Tommaso Dainese, Sales Manager di Marketing Arena, modererà ospiti e interventi.
Chi è Marketing Arena?
Marketing Arena è un’agenzia di marketing ai tempi del digitale. Opera con approccio strategico lungo gli assi principali della trasformazione digitale in azienda con particolare focus sul digital marketing e lo sviluppo di piattaforme tecnologiche al servizio di Pmi e grandi imprese.
Fondata e diretta da Giorgio Soffiato, sviluppa progetti a livello nazionale e internazionale con particolare competenza nel B2B e nelle key industries: food, pmi, finance e fintech, automotive, travel.
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Cappellini Giansanti Bertalot Caroli Forum Food Made in Italy
Un’agricoltura sostenibile sotto il profilo ambientale, sociale ed economico che possa giocare un ruolo di prim’ordine per il rilancio dell’economia nazionale dopo la recente pandemia.
È stato questo il tema portante del Food & Made in Italy Summit organizzato dal Sole 24 Ore in collaborazione con 24 Ore Eventi. Un confronto, moderato dalla giornalista Micaela Cappellini, fra aziende ed istituzioni sui temi dello sviluppo e dell’innovazione per rilanciare il settore simbolo del Made in Italy.
Una filiera, quella dell’agro-alimentare, che dai campi agli scaffali, alla ristorazione e all’horeca vale circa 538 miliardi di euro, pari al 25% del Pil nazionale
Una crescita sostenibile nel comparto agricolo che si può verificare solo se si crea valore economico, sociale ed ambientale nel lungo periodo. In questo una delle chiavi di lettura della sfida che aspetta l’Italia e l’Europa nel post Covid. Gli investimenti in sostenibilità richiedono tempo per il pay back ed il consumatore non è al momento disposto a pagare il sovrapprezzo, a maggior ragione con le difficoltà economiche dovute al lockdown.
Occorre una strategia di politica industriale che accompagni il comparto verso l’economia circolare, evitando al contempo che i mercati siano invasi da prodotti non sostenibili a prezzi competitivi.
La politica agricola comune è uno dei capitoli legislativi più importanti del New Green Deal, il progetto lanciato dalla Commissione Ue per traghettare l’Europa verso l’abbattimento delle emissioni gassose nocive e contribuire concretamente alla lotta contro i cambiamenti climatici”, ha spiegato Paolo De Castro, coordinatore S&D alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo.
Politica che per risultare efficace con le sue declinazioni strategiche, Farm to Fork e Biodiversity, sarà perfezionata e riformata nei prossimi due anni, per entrare in vigore nel 2023.
Quadro politico-normativo che non potrà non tener conto dei cambiamenti dovuti al periodo storico. Le restrizioni per arginarne la diffusione del Coronavirsu hanno focalizzato l’attenzione sull’agroalimentare non solo come settore essenziale alla sussistenza, ma anche strategico per l’economia del Paese.
Un contesto nel quale si è rafforzata la centralità del cibo Made in Italy e si è sviluppata una nova economia di prossimità, fatta di un maggior commercio al dettaglio “local” ed un incremento del 120% dell’e-commerce alimentare che spingono ad una revisione dei processi di scambio.
La congiuntura socioeconomica scaturita dalla pandemia ha richiesto il superamento delle relazioni classiche per dare origine a vere e proprie reti d’impresa territoriale che puntano su tipicità agricole e alimentari del territorio, sul coinvolgimento attivo dei suoi attori, dagli agricoltori ai consumatori, passando per commercio e logistica”, afferma Claudia Merlino, Direttore Generale Cia Agricoltori Italiani.
L’IMBALLAGGIO COME STRUMENTO DI SOSTENIBILITÀ
Ruolo fondamentale nella filiera lo ricopre il settore del Packaging che ha adattato la propria capacità produttiva garantendo le consegne senza rotture di stock a fronte di picchi che nel mese di marzo hanno raggiunto il +40% e che diventa paradigmatico delle contraddizioni insite nella sostenibilità.
La plastica, tanto demonizzata quando si parla di inquinamento, è in realtà il materiale che sta garantendo l’integrità del prodotto alimentare durante la catena logistica. Additato per i danni che genera se dispersa nell’ambiente viene in realtà recuperata per oltre l’80% (dati Conai) e reincorporata fino al 90% nelle nuove produzioni.
L’emergenza Covid – sottolinea Marco Omboni, Consigliere Pro Food Italia, Sales and Marketing Manager Isap Packaging – ha messo in luce la necessità di valutare prodotti e materiali in chiave di sostenibilità globale, con particolare attenzione alla sicurezza del consumatore e con dati oggettivi alla mano: rispetto ad un approccio del genere, gli imballaggi monouso in plastica per alimenti hanno e avranno ancora molto da dire”.
Nicola Ballini, Consigliere Pro Food Italia, General Manager Ilip, evidenzia come debba essere ripensata la tanto discussa Plastic Tax che “mette a rischio 3.000 aziende, con 50.000 dipendenti e 12 miliardi di fatturato. La plastica e gli imballaggi plastici in particolare, hanno bisogno di supporto per l’evoluzione che devono affrontare verso l’economia circolare; la Plastic Tax toglie ossigeno al settore e ne impedisce lo sviluppo, indebolendo il tessuto industriale nazionale”.
LA SITUAZIONE DELLA WINE ECONOMY
Il settore vitivinicolo italiano esce fortemente colpito dal lockdown. Il blocco dell’horeca ed il congelamento dell’export hanno dato un duro colpo ad un settore per sua natura già fortemente frammentato, se si pensa che la media è di tre ettari vitati a viticoltore.
Sono venuti a galla difetti strutturali che il comparto avrebbe dovuto affrontare già da tempo – dice Luca Brunelli, membro di Giunta Cia-Agricoltori Italiani con delega al settore vitivinicolo – come la mancanza di omogeneità di sistema, ora sempre più urgente di fronte allo spettro recessione che potrebbe orientare verso prodotti a prezzi bassi, a scapito della qualità. Le aziende che hanno investito su quest’ultima, infatti, anche nel comparto vitivinicolo, rischiano di non beneficiare realmente dei decreti anti-crisi”.
Chi ha retto meglio il colpo sono quindi le grandi realtà o le realtà cooperative, dove i grandi numeri ed un accesso più semplice al canale Gdo ha permesso di ammortizzare l’impatto e reindirizzare parte delle produzioni destinate all’horeca sulla grande distribuzione.
LA POSIZIONE DEL MINISTRO BELLANOVA
I lavori del Forum si sono conclusi con l’intervento della Ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova che ha sottolineato come
L’Italia la propria parte l’ha fatta ora tocca all’Europa. Il Governo ha riconosciuto la centralità dell’agricoltura stanziando all’interno del decreto Rilancio 1.150 milioni a favore del settore cui vanno aggiunti i 460 milioni destinati all’esonero contributivo per sei mesi dei lavoratori del florovivaismo, della zootecnia, dell’apicoltura e delle birre artigianali”.
“Ora un analogo riconoscimento deve venire dall’Europa che sia in sede di riforma Pac che nell’implementazione della strategia del Green Deal deve riconoscere il ruolo che gli agricoltori svolgono a favore della sostenibilità con risorse aggiuntive”, ha aggiunto la Ministra.
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BARBERINO TAVERNELLE – Un piano straordinario di interventi per supportare le aziende del Gallo Nero nell’emergenza post Covid. Nuove linee strategiche a medio-lungo termine per la gestione della denominazione ed una serie di interventi immediati volti a gestire gli aspetti produttivi, l’assorbimento del prodotto sul mercato e a sostenere finanziariamente le aziende più colpite dall’emergenza sanitaria.
È quanto approvato ieri dall’Assemblea dei Soci del Consorzio Vino Chianti Classico, su proposta del Consiglio di Amministrazione che ha lavorato che nei mesi di lockdown ha elaborato a un progetto di rilancio post quarantena.
La misura più innovativa riguarda l’accordo con Banca Monte dei Paschi di Siena per l’accesso preferenziale al credito che prevede l’utilizzo dell’istituto del pegno rotativo non possessorio, applicabile oggi, grazie al decreto Cura Italia, anche ai prodotti agricoli e alimentari a denominazione di origine protetta, compreso il vino di qualità.
Il Consorzio è il primo ente in Italia a ricorrere a questa nuova misura a supporto delle aziende, per la cui attuazione c’è solo da attendere l’auspicato decreto attuativo del Mipaaf, Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
Per poter venire incontro alle aziende nella gestione di eventuali giacenze di prodotto createsi nel periodo di lockdown, a causa della chiusura temporanea del canale horeca, sono state approvate due misure straordinarie. La prima contempla la possibilità temporanea, per 18 mesi, di stoccaggio del prodotto fuori della zona di produzione, ma rimanendo nelle province di Firenze e di Siena. La seconda prevede il posticipo dell’immissione al consumo, dal 1 ottobre al 2 gennaio, dell’annata 2019.
Altra importante novità è la costituzione di un fondo di stabilità fino a 1,5 milioni di Euro per la denominazione Chianti Classico una parte del quale verrà impegnata ad integrazione del contributo del Governo per la riduzione volontaria delle rese. Come altra possibilità di impiego del fondo, ma solo in estrema ratio, non si esclude di intervenire con l’acquisto di partite di vino sfuso Chianti Classico 2019.
Questa acquisizione straordinaria dovrà avere scopo emergenziale, temporaneo e non lucrativo – dichiara Carlotta Gori, direttore del Consorzio – Si tratta infatti di una misura esclusivamente dipendente dalla contingenza Covid-19, che sarà messa in atto, solo in caso di vera necessità, per la tutela e la cura degli interessi della denominazione”.
Infine, è stata recepita positivamente dall’Assemblea l’attenzione del Consorzio verso nuove iniziative di promozione, destinate a sollecitare la domanda dei mercati e generare ulteriore attenzione sul marchio Gallo Nero.
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MILANO – I vertici di Altagamma, portavoce dei diversi settori dell’industria italiana di eccellenza, si sono confrontati con i rappresentanti politici in Italia e in Europa sui temi relativi allo sviluppo del comparto.
La Fondazione ha presentato un Position Paper contenente dieci raccomandazioni in vista del Consiglio europeo straordinario del prossimo 17 e 18 luglio durante il quale sarà negoziato il piano di ripresa Next Generation EU, proposto dalla Commissione Europea in risposta alla crisi da Covid-19.
Le raccomandazioni sono allineate alla posizione dell’associazione europea Eccia, European Cultural and Creative Industries Alliance, che riunisce le 6 associazioni dell’alto di gamma europeo. L’auspicio è che tali azioni siano al più presto intraprese dall’Unione Europea in risposta alla crisi sistemica che stiamo vivendo.
La centralità strategica dell’industria dell’alto di gamma non si è ancora pienamente affermata presso le Istituzioni italiane ed europee – afferma il Presidente di Altagamma, Matteo Lunelli – Eppure si tratta di un comparto chiave che vale in Italia 115 miliardi di euro, pari al 6,85% del PIL italiano e in Europa circa 800 miliardi e il corrispettivo del 4% del Pil nonché il 10% dell’export Ue”.
“Un comparto centrale non solo per la crescita economica e sociale dell’Unione Europea, ma anche per il suo valore culturale e identitario, che ne fa un elemento fondamentale per il riposizionamento dell’Europa nel contesto competitivo globale. Tutelare questo comparto è fondamentale e serve un piano articolato di interventi al fine di sprigionare l’enorme potenziale di questa industria, che può essere una locomotiva per l’economia italiana ed europea”.
LE DIECI RACCOMANDAZIONI DI ALTAGAMMA
Riconoscere l’alto di gamma come settore strategico per l’Europa
Investire sul capitale umano: formazione universitaria e i talenti del fare
Promuovere e rilanciare il turismo di alta gamma
Sostenere gli investimenti in innovazione
Puntare sulla sostenibilità
Rafforzare il mercato unico
Tutelare la libera circolazione di beni, servizi e persone
Proteggere la proprietà intellettuale
Garantire la distribuzione selettiva
Supportare la crescita delle piccole e medie imprese italiane
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All’Università per imparare a degustare Onav Sumav
Aprono le iscrizioni per la seconda edizione della Scuola Universitaria per Maestri Assaggiatori di Vino (Sumav). Istituita dal Dipartimento di Scienze Agrarie Forestali e Alimentari dell’Università degli Studi di Torino in collaborazione con l’Onav, Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino, la scuola è stata una grande novità in Italia.
La finalità è fornire ad esperti assaggiatori, operatori del settore enologico, enologi e sommelier, aggiornamenti e approfondimenti sulla tecnica e metodologia di assaggio, acquisendo tutti gli strumenti per definire le caratteristiche derivanti da espressione varietale, territorio e tecniche di vinificazione. Obiettivo finale è acquisire competenze per valutare in modo oggettivo il livello qualitativo dei vini ed esprimere giudizi imparziali per la valorizzazione e promozione nazionale e internazionale dell’enologia.
La prima edizione del Master ha avuto un riscontro straordinario, registrando il tutto esaurito delle iscrizioni a pochi giorni dall’apertura – Afferma il presidente Onav Vito Intini – Ciò che è ancora più soddisfacente è sapere che i 110 iscritti hanno seguito tutte le lezioni anche in questi mesi difficili”.
“Merito della qualità del programma, messo a punto grazie al Comitato Scientifico coordinato dal prof. Vincenzo Gerbi, e alla collaborazione della Vice Presidente Nazionale Onav Teresa Bordin, del Consigliere Nazionale Gianluigi Corona, del Consiglio Nazionale e del nostro Direttore Francesco Iacono”.
La prima edizione ha accolto poco meno di 110 corsisti che, durante il mese di maggio, hanno frequentato le ultime lezioni previste ma in modalità online e nel mese di giugno hanno affrontato l’esame per ottenere l’ambito titolo e diploma.
Il nuovo corso è organizzato in moduli per un totale di 60 ore, che si svilupperanno nel periodo novembre 2020 – marzo 2021, presso il Campus di Grugliasco dell’Università degli Studi di Torino, all’insegna del rispetto e della sicurezza relativamente alle restrizioni legate al Covid-19.
Le lezioni permetteranno a 80 iscritti di ottenere, previo superamento dell’esame finale, il diploma di Maestro Assaggiatore di Vino, che potrà essere assegnato solo ai già Esperti Assaggiatori Onav, qualifica che si ottiene dopo aver frequentato con successo i corsi di 1° e 2° livello. Agli altri eventuali partecipanti sarà dato un attestato di frequenza emesso dall’Università di Torino.
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Bilancio in lieve aumento per Terre d’Oltrepò La Versa giorgi
BRONI – Tempo di bilanci per la cantina cooperativistica Terre d’Oltrepò-La Versa. Nonostante i due mesi di lockdown, marzo ed aprile, la realtà oltrepadana, guidata dal presidente Andrea Giorgi, conferma il fatturato del passato esercizio e chiude il bilancio sulla cifra di 32 milioni di euro, con un lieve aumento rispetto all’anno precedente – dato ancora in fase di elaborazione, ma già evidenziabile.
“Un risultato positivo – spiega il numero uno della cantina con sede a Broni – che dimostra quanto gli sforzi messi in campo sotto il profilo commerciale e comunicativo stanno pagando. Ovviamente non basta e per questo abbiamo messo in atto operazioni di qualità anche in vigna come dimostra il progetto legato al nome dell’enologo Riccardo Cotarella che ci ha permesso di mettere sul mercato vini che stanno riscuotendo pareri favorevoli dalla critica e, soprattutto, dai winelovers”.
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Sono oltre 7.700 le aziende vitivinicole del Sud (Puglia, Campania, Calabria e Basilicata) che producono il 24% del vino italiano, con la Puglia che contribuisce per oltre il 20%, seconda solo alla Toscana (23%). È quanto è emerso nel Forum delle Economie Digitale organizzato da UniCredit in collaborazione con Vitigno Italia.
All’incontro, moderato da Giorgio dell’Orefice, Giornalista de “Il Sole 24 Ore”, hanno partecipato Annalisa Areni, Regional Manager Sud di UniCredit, Maurizio Teti, Direttore VitignoItalia, Riccardo Ricci Curbastro, Presidente Federdoc, Massimiliano Apollonio di Casa Vinicola Apollonio Srl e Paolo Cotroneo di Fattoria la Rivolta.
Un territorio, quello del Sud, che secondo lo studio presenta una elevata specializzazione nei vini da tavola e si colloca al primo posto in Italia in tale segmento, la quota di produzione sul totale Italia è salita dal 35% del 2007 al 50% del 2019.
Nell’area si conferma in crescita anche la produzione di vini di qualità, che rappresentano oggi circa il 10% della produzione nazionale. I vini certificati sono 92, di cui 65 Dop e 27 Igp, che hanno impatto considerevole sull’economia del territorio per un valore pari a circa 500 milioni di euro.
È la Puglia in particolare a puntare decisamente sulla qualità della propria produzione vitivinicola, classificandosi al secondo posto in Italia sia per la produzione di vini certificati (32 vini Dop e 6 Igp), dietro solo alla Toscana, che per superficie agricola dedicata al biologico, 23% del totale Italia, dietro alla Sicilia (24% del totale Italia). Anche per la Campania segnala un buon risultato sul fronte della produzione di vini certificati con 19 vini Dop e 10 Igp.
Un ruolo trainante per la crescita del comparto vitivinicolo del Sud è rappresentato anche dalle esportazioni che sono cresciute di circa il 60% negli ultimi 5 anni, incremento superiore alla media Paese (+26%). Sussistono inoltre ampi margini di sviluppo dal momento che i vini dell’area contribuiscono solo per il 3,5% dell’export nazionale. E’ la Puglia, in particolare a contribuire per il 72% alla crescita dell’export dei prodotti vitivinicoli del Sud, seguita dalla Campania con il 25%.
Lo Studio ha esaminato anche gli impatti del Covid-19 sul settore vitivinicolo italiano e del Sud. Il mercato interno è atteso in contrazione, a seguito delle difficoltà del canale horeca, che da solo contribuisce per il 42% alla vendita dei vini sul mercato nazionale, e della minore capacità di spesa delle famiglie.
Anche l’export, a cui va il 55% della produzione italiana, è previsto in contrazione per la crisi economica portata dall’attuale pandemia. I cali delle vendite più consistenti sono previsti per vini di gamma medio-alta e alta, spumanti e vini “innovativi”.
L’indagine evidenzia inoltre come le imprese del settore vitivinicolo italiano e del Sud, dal punto di vista reddituale e patrimoniale, nello scenario pre Covid contavano nel complesso uno stato generale di buona salute che potrebbe aiutare a contenere i prevedibili rischi di tensioni sul fronte della liquidità legati alla pandemia.
Tra i cambiamenti a cui le imprese devono puntare per superare l’attuale momento, oltre al tema del rafforzamento dimensionale e della valorizzazione delle filiere produttive, vi è la costruzione e il rafforzamento di catene di valore di prossimità e la diversificazione dei mercati di sbocco e dei canali di vendita, incluso il potenziamento dell’e-commerce, che in questo periodo sta rivelando grandi potenzialità.
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Unesco le Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene verso la valorizzazione
Un anno fa, a Baku, in Azerbaigian, le Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene venivano iscritte tra gli 8 Siti Unesco del Veneto e i 55 italiani. Solo l’inizio di un percorso che, dai prossimi mesi, prevede la redazione del “Piano di gestione del Sito“ con il supporto del Comitato scientifico, la definizione del piano di comunicazione e la classificazione degli edifici rurali. Questi ultimi “andranno valorizzati da un punto di vista architettonico e urbanistico per strutturare un’accoglienza diffusa”.
È quanto rende noto Marina Montedoro, presidente dell’Associazione per il patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. “Il riconoscimento Unesco – spiega – è il punto di partenza di un lavoro che vede oggi impegnati l’Associazione e tutti i portatori di interesse dell’area per garantire tutela e valorizzazione al patrimonio inestimabile che le generazioni passate hanno affidato alle generazioni presenti per tramandarle a quelle future”.
L’iter, iniziato nel 2008 con la presentazione del progetto di candidatura da parte del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, è stato lungo e non privo di difficoltà. La promozione è arrivata il 7 luglio 2019, con delibera unanime dei 21 Stati membri del Comitato, a conferma dell’alta qualità della candidatura italiana.
Nel gennaio 2020 si è costituita l’Associazione per il patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, ente a cui è stato affidato il compito di gestire il Sito, promuovere la cooperazione, curare la comunicazione e lo scambio d’informazioni e documenti tra i vari soggetti coinvolti.
La squadra si è completata lo scorso giugno con la nomina del Comitato scientifico che affiancherà l’Associazione nella gestione e conservazione del Sito. Tutti capitoli ancora da scrivere, con riflessi economici e culturali non solo sul Veneto.
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Montepulciano punta su fumetti e Rosso Doc per la rinascita della ristorazione Andrea Rossi
“Avvistato Spiderman a Montepulciano“, un live painting che vedrà impegnato, nel Complesso di San Girolamo, il fumettista Gabriele Dell’Otto, autore della Marvel e disegnatore di Spiderman. L’appuntamento è per venerdì 10 luglio a partire dal pomeriggio e fino a tarda sera.
Durante l’evento i produttori in prima persona saranno nei ristoranti della città di Montepulciano per offrire spiegandolo a tutti il Rosso di Montepulciano Doc, la denominazione più “giovane” del territorio.
Il produttore sarà presente nel ristorante abbinato per raccontare della propria azienda e del vino in degustazione, un modo per avvicinare da un lato i tanti turisti che saranno presenti all’altra eccellenza enologia dopo il Vino Nobile di Montepulciano, dall’altro per rafforzare il rapporto con la ristorazione locale.
Si tratta sicuramente del primo evento post pandemia a cui il Consorzio partecipa e lo facciamo con particolare entusiasmo perché coinvolge il sistema Montepulciano che in questi mesi non ha mai smesso di lavorare per ripartire al meglio”, commenta il presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Andrea Rossi.
“Abbiamo quindi apprezzato l’invito a collaborare con la ristorazione della città – prosegue Rossi – elemento fondamentale per il turismo che ogni anno accogliamo a Montepulciano, presentando non il Vino Nobile di Montepulciano, ma il Rosso, l’altra denominazione che con circa 2,5 milioni di bottiglie rappresenta l’altra eccellenza enologica“.
L’iniziativa, alla quale collabora il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, è promossa da alcune realtà del territorio, tra le quali la Strada del Vino Nobile e dei sapori della Valdichiana e dall’associazione delle imprese locali “Rinascimento Poliziano” che riunisce molte attività imprenditoriali per la ripartenza post Covid-19.
Nel Cortile di Conservatorio di San Girolamo, Dell’Otto realizzerà live un bozzetto di Spiderman per poi essere proiettato sulla facciata dell’edificio. Fumetti e Rinascimento in un connubio che mette in luce le due anime di Montepulciano.
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Maltempo in Lombardia grandine sui pascoli frutta e verdura devastate a Milano 3
Nuovi danni da maltempo nelle campagne in Lombardia. Lo rende noto la Coldiretti regionale sulla base di un monitoraggio in corso sul territorio, dal quale emerge che nelle ultime ore bombe d’acqua e grandinate, registrate anche ad alta quota, hanno danneggiato pascoli, cereali, frutta e verdura.
In Valle Brembana, in provincia di Bergamo, spiega la Coldiretti Lombardia, una forte pioggia di ghiaccio ha colpito l’alpeggio Cancervo, situato a circa 1600 metri di altitudine, a cavallo tra Taleggio e San Giovanni Bianco. I chicchi di grandine hanno formato una spessa coltre che ha schiacciato l’erba: impossibile pascolare per le mucche che in questo periodo si trovano su questi prati per la stagione estiva.
Nel Milanese – prosegue la Coldiretti regionale – ad avere la peggio sono stati frutta e verdura, mais e frumento. In particolare, nella zona dell’Abbiatense la tempesta di ghiaccio in pochi minuti ha spazzato la campagna di Cisliano triturando le coltivazioni di pomodori, meloni, angurie e verdura di stagione.
“La grandine – aggiunge la Coldiretti – ha colpito anche i campi di cereali nei comuni di Cusago e Gaggiano, mentre intorno alla frazione Castelletto di Abbiategrasso le piante di mais in fioritura sono state spianate o devastate. Infine, bombe d’acqua hanno allagato le coltivazioni in altri comuni della parte occidentale dell’area metropolitana: in corso la conta dei danni”.
La grandine ha lasciato il segno anche a nord del capoluogo su alcuni campi di mais del Basso Varesotto, da Sesto Calende a Busto Arsizio. L’incontro dell’aria calda della pianura con quella fredda della catena alpina aumenta la gravità dei fenomeni che si formano rapidi e si abbattono violenti sul territorio, a fasce di diversa intensità. Verifiche dei tecnici Coldiretti in corso anche nella zona di pianura dell’Oltrepo Pavese, in particolare tra Broni e Stradella.
“Questi episodi che colpiscono in modo improvviso e a macchia di leopardo le campagne – commenta la Coldiretti regionale – confermano i cambiamenti del clima che si avvertono anche in Italia, dove la primavera 2020 è stata la nona più bollente dal 1800 secondo Isac Cnr, che ha rilevato una temperatura superiore di 0,84 gradi la media”.
L’agricoltura – conclude la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi che hanno causato una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio.
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Riprendono le attività di Onav in uno sentimento incoraggiante per le attività future. Prudenza e fiducia sono le parole d’ordine di questo momento importante per gli assaggiatori e i soci, che si preparano a partecipare a corsi ed eventi reali.
“Ci siamo adeguati alle normative rispettando il distanziamento fisico e tutte le procure per ridurre il rischio di contagio. I nostri soci sono dotati di bicchieri personali e quindi l’aspetto degustazione è molto facilitato. La sanificazione degli ambienti e l’adozione di materiale digitale invece che cartaceo sono scelte positive che manterremo anche in futuro” – Afferma il Direttore Onav Francesco Iacono.
La sezione di Monza è stata la prima che, la scorsa settimana, ha organizzato la “Dieci sfumature di Pinot Grigio“, cui seguirà ora un ricco calendario nazionale di incontri e lezioni. Una bella ripartenza sebbene Onav non si sia mai fermato.
Onav, fin dall’inizio del lockdown, ha realizzato webinar su tema importanti come i vini naturali, l’utilizzo delle anfore, i vitigni resistenti ma si è impegnata anche nel promuovere eventi coinvolgenti sui social come i contest La Buona Novella, Scattidivino e l’iniziativa IlVinociunisce.
Anche la didattica si è spostata in modalità virtuale, basti pensare che il corso del Sumav, Scuola Universitaria per Maestri Assaggiatori di Vino, ha visto i ben 100 studenti seguire le ultime lezioni e sostenere l’esame finale in modalità on line.
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Giordano Zinzani Presidente Enoteca Regionale Emilia Romagna
L’enologo Giordano Zinzani è stato eletto Presidente di Enoteca Regionale Emilia Romagna in occasione dell’ultimo Consiglio d’Amministrazione che si è svolto a Imola il 2 luglio al termine dell’annuale Assemblea ordinaria dei soci.
Zinzani, nome di rilievo del panorama vitivinicolo per gli importanti incarichi ricoperti nel settore, tra i quali quello di Presidente del Consorzio Vini di Romagna per ben dodici anni, subentra a Pierluigi Sciolette, che a metà del proprio secondo mandato ha deciso di ritirarsi per godersi un po’ di meritatissimo riposo dopo una lunghissima carriera nel mondo del vino.
Zinzani ricopriva già il ruolo di Vice Presidente dell’Ente che ha l’obiettivo di promuovere e valorizzare il vino emiliano-romagnolo in tutto il mondo. Si tratta quindi di un passaggio di testimone, nel segno della continuità, anche se il neo Presidente si troverà a dover gestire da subito la difficile situazione del settore post lockdown imposto dal Covid-19.
In virtù della nuova carica di Zinzani e del ritiro di Sciolette, è stato anche nominato un nuovo Vice Presidente: Claudio Biondi, Presidente del Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena, che si affianca alla confermata Paola Frabetti di Unioncamere Emilia-Romagna.
“Ringrazio Pierluigi Sciolette per l’attività che ha svolto in questi anni – è stato il primo commento di Ziniani – facendo di Enoteca il punto di riferimento per i propri soci e per tutto il vino regionale. Per quanto riguarda il futuro, sono consapevole delle difficoltà nelle quali il nostro settore, e purtroppo non solo, si trova ad affrontare a causa della pandemia che ci ha colpiti”.
Faentino, l’enologo Giordano Zinzani dal 1975 ha ricoperto vari ruoli tecnici in cantina cooperativa e in un importante consorzio di cantine a livello nazionale dove, dopo tanti anni da dirigente, tutt’ora continua la collaborazione con l’incarico di supervisore e tutor per nuovi progetti enologici.
Relatore in numerosi convegni e seminar in Italia e all’Estero, ha pubblicato numerosi articoli di carattere tecnico e libri tecnico/divulgativi. Dal 1990 al 2013 è stato Presidente della sezione Romagna Assoenologi e Consigliere nazionale e dal 1999 componente della delegazione italiana dell’Union Internationale des Œnologues con sede a Parigi. Dal 2002 è componente del gruppo di lavoro “Pratiche enologiche” in rappresentanza del Copa-Cogeca, alla Commissione Europea D.G. Agri a Bruxelles.
Accademico aggregato dal 2005 dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino e dal 2011 Accademico corrispondente. Dal 2008 al 2020 è stato Presidente del Consorzio Vini di Romagna e componente del Cda di Federdoc a Roma. Dal 2014 è Consigliere del Consorzio vino Pignoletto Emilia-Romagna e dal 2015 al 2018 del Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena.
Dal 2016 è membro del Comitato scientifico di Equalitas srl, ente sorto con l’obiettivo di promuovere la sostenibilità delle filiere agroalimentari e del vino in primis. Il 15 dicembre 2017 è stato nominato Accademico Corrispondente dell’Accademia Nazionale dell’Agricoltura con sede a Bologna, mentre il 1° maggio 2018 gli è stato conferito il titolo di “Maestro del lavoro“.
Oltre al Presidente Zinzani, il Consiglio d’Amministrazione di Enoteca Regionale Emilia Romagna è formato da: Claudio Biondi del Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena (Vice Presidente), Francesco Cavazza Isolani dell’Azienda Cavazza Isolani e del Consorzio Vini Colli Bolognesi (Bo), Anselmo Chiarli di PR.I.VI. (Mo), Luca Deserti del Consorzio Tutela Vini Doc Bosco Eliceo (Fe), Enrico Drei Donà della Tenuta La Palazza (Fc), Massimiliano Fabbri dell’Azienda Agricola Trerè (Ra), Andrea Ferrari di Monte delle Vigne (Pr); Davide Frascari, del Consorzio Vini Reggiani, Paola Frabetti di Unioncamere Emilia-Romagna (Vice Presidente), Massimo Lorenzi dell’Azienda Ottaviani (Rn), Marco Nannetti del Gruppo Cevico (Ra), Gianfranco Rossi di Piacenza, Roberto Sarti di Caviro (Ra).
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Novità e continuità per il Consorzio Tutela Valcalepio. Il Cda ha confermato per il prossimo triennio il presidente Emanuele Medolago Albani, che si appresta ad iniziare il suo terzo mandato. Lo affiancheranno i due vicepresidenti uscenti, Marco Locatelli e Franco Plebani.
Il nuovo Consiglio di amministrazione, in carica dal 2020-2022, ha sancito l’ingresso di 3 nuovi consiglieri: Simona Bonaldi dell’azienda Bonaldi Cascina del Bosco, Carlotta Grumelli Pedrocca, presidente della Cantina Sociale Bergamasca e Giulio Mauri rappresentante della cooperativa sociale Oikos.
Confermati gli altri membri del consiglio uscente: Maurizio Cavalli della Faletti Cavalli, Giovanni De Ferrari dell’azienda Lurani Cernuschi, Maurizio Ginami in rappresentanza dell’azienda Tallarini, Diego Locatelli dell’azienda agricola Locatelli Caffi, Marco Locatelli dell’azienda agricola Tosca.
E ancora: Emanuele Medolago Albani dell’azienda omonima, Michela Moretti dell’azienda agricola La Rovere, Franco Plebani dell’azienda Il Calepino, Enrico Rota in rappresentanza di Quattro Erre Group e Marco Varinelli della Vabenos.
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I Terroirs del Conegliano Valdobbiadene Prosecco il libro che fotografa 19 sottozone
Sono 19 le sottozone su cui pone l’accento “I Terroirs del Conegliano Valdobbiadene Prosecco“, lo Studio sull’origine della qualità nelle Colline Patrimonio Unesco. Il volume, edito da Antiga Edizioni e curato dai ricercatori Federica Gaiotti e Diego Tomasi, aggiorna gli studi e le analisi su uno dei più preziosi territori viticoli italiani, ricavandone le specificità distintive.
La pubblicazione è stata presentata oggi dal Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg in collaborazione con il Crea-Ve – Centro ricerca viticoltura ed enologia di Conegliano (TV).
“Questo studio – sottolinea il presidente del Consorzio Innocente Nardi – fornisce la conferma che il luogo di origine di un vino sia parte integrante e irrinunciabile del suo valore e scardina la teoria del ‘primato del vitigno’ che attribuisce a quest’ultimo il maggior peso e responsabilità nel determinare il risultato qualitativo di un calice”.
Il lavoro condotto dai ricercatori Gaiotti e Tomasi contribuisce a segnare in modo sempre più consistente quel percorso di valore che come Consorzio stiamo perseguendo da anni”.
L’obiettivo di questa pubblicazione, come sottolinea il Consorzio di Tutela, è restituire rilevanza a ogni frammento di territorio della Denominazione facendone emergere le peculiarità di ognuno e illustrandone ogni aspetto, quelli morfologici come quelli culturali e legati alla tradizione agricola, che hanno portato i viticoltori a gestire il territorio in modo diverso e sempre adeguato al singolo appezzamento.
L’intero studio si basa su esperienze, sperimentazioni, misurazioni, ma anche tradizioni e fattori materiali e umani che contribuiscono in modo determinante alla qualità dell’uva e del vino.
“Non esiste in Italia altro territorio così studiato e scandagliato nei minimi dettagli al fine di averne rispetto e credere nel suo futuro”, sottolineano Diego Tomasi e Federica Gaiotti. “Ci auguriamo che dalla lettura emerga la difficoltà del lavoro del viticoltore, soprattutto in aree poco accessibili, dove il lavoro è concesso solo a mani abili ed esperte senza l’ausilio di mezzi meccanici”.
La consapevolezza di questo ruolo implica impegno e conoscenza ed è segno di una visione futura indispensabile per un terroir blasonato e prestigioso come il Conegliano Valdobbiadene Docg. Questo terroir è tra i pochi ad avere ottenuto il riconoscimento Unesco, di conseguenza è un terroir unico e come tale va studiato e conosciuto, ma soprattutto protetto”.
“Conservazione del paesaggio e progresso sono temi che si devono esprimere all’unisono e d’ora in poi essere considerati le sole mete da perseguire per mantenere inalterato il successo di questa denominazione”, conclude il Consorzio di Tutela.
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Vernaccia di San Gimignano i migliori assaggi 20182015 allAnteprima 2019 2
Nei primi cinque mesi del 2020, gli imbottigliamenti della Vernaccia di San Gimignano sono calati del 21%. Lo rende noto il Consorzio di Tutela del noto vino bianco toscano, che accoglie con entusiasmo la riapertura delle strutture recettive: “La ripresa del turismo è un fattore determinante, dal momento che circa un quinto della produzione di Vernaccia di San Gimignano è venduta in loco, anche se i quasi tre milioni di turisti del 2019 sono un traguardo irraggiungibile nel 2020″.
Come San Gimignano, anche il resto dell’Italia e del mondo stanno ripartendo. L’export assorbe circa il 52% della produzione di Vernaccia di San Gimignano, i mercati internazionali si stanno lentamente riprendendo dopo un calo forse minore rispetto a quello italiano. In particolare, il Consorzio guarda a quello tedesco e statunitense, “che hanno subito un lockdown meno duro rispetto a quello italiano”.
“Misure come la distillazione di crisi delle giacenze in cantina o la vendemmia verde non sono adeguate ad una Docg di nicchia come la nostra, che produce poco più di 5 milioni di bottiglie”, sottolinea il Consiglio di Amministrazione del Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano.
“Un vino bianco longevo, che con l’affinamento in cantina o bottiglia può solo migliorare le sue perfomance qualitative ed esaltare le sue caratteristiche organolettiche. Quello che oggi serve è un sostegno economico e finanziario alle aziende, per superare il momento di crisi, per affrontare gli inevitabili costi di produzione per la prossima vendemmia e di stoccaggio dei vini”.
Tra le misure auspicate, anche quelle “per la digitalizzazione e per il cambio di strategia comunicativa necessari per sostenere il brand Vernaccia di San Gimignano, oltre agli eventi ‘in presenza’ e quelli on-line e sui social media. In due parole, dei costi necessari per trasformare la crisi creata dall’epidemia da Covid19 in un’opportunità di cambiamento radicale”.
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Trasferimento Campari in Olanda Lagfin Sca ricompra le azioni a 8 euro
Lagfin Sca conferma “l’impegno di lungo termine” nel Gruppo Campari riducendo i costi che Campari dovrà sostenere per la liquidazione delle azione oggetto di recesso, annunciando la propria intenzione di acquistare fino a un massimo di circa 38 milioni di azioni Campari, pari a circa il 3,2% del capitale azionario di Campari, al prezzo base di 8 euro per azione, minore di quello del prezzo di recesso di 8,376 euro.
Un modo col quale Lagfin, holding della famiglia Garavoglia con sede in Lussemburgo e succursale a Sesto San Giovanni (MI), punta a “supportare il completamento della ridomiciliazione”, ovvero il trasferimento della sede in Olanda. Un’operazione che terminerà non più tardi alle ore 18 di oggi, venerdì 19 giugno 2020.
La transazione Lagfin, azionista di controllo di Davide Campari-Milano, è aperta infatti esclusivamente ad alcuni azionisti Campari che hanno esercitato il diritto di recesso nel contesto del trasferimento nei Paesi Bassi, con la simultanea trasformazione della società in una Naamloze Vennootschap sottoposta alla legge olandese.
“Lagfin – informa la holding lussemburghese – ha assunto Goldman Sachs International (Gsi) e Ubs per identificare gli investitori che vogliano vendere le azioni e fornire assistenza per l’acquisto delle stesse. Il processo comincerà immediatamente e Lagfin intende a propria discrezione chiuderlo in ogni momento”.
Gli azionisti che abbiano esercitato il diritto di recesso e vogliano partecipare alla transazione dovranno rinunciare e revocare il proprio recesso al fine di effettuare la cessione, rimanendo soggetti alla possibilità di Campari di accettare tale rinuncia ed essendo svincolate le azioni. La transazione è condizionata all’acquisto da parte di Lagfin di almeno 20 milioni di azioni.
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Soave riduce le rese dei vigneti per la vendemmia 2020 da 150 a 130 quintali ettaro 1
“L’assemblea dei soci del Consorzio del Soave ha prudentemente scelto di diminuire le rese per la vendemmia 2020, passando da 150 qli/ettaro per la Doc a 130 qli/ettaro (-13%) e da 140 qli/ettaro a 130 qli/ettaro (-7%) per la zona Classica e dei Colli Scaligeri”. Lo rende noto il Consorzio di Tutela Vini Soave e Recioto di Soave.
“Deroghe a questa decisione verranno date alle aziende che negli ultimi due anni non hanno caricato il Soave oltre il limite previsto, mentre per le aziende biologiche certificate il limite rimane a 140 qli/ettaro, per dare un forte segnale a favore della sostenibilità in vigneto”, precisa ancora l’ente veneto.
Una decisione in linea con quelle delle più grandi denominazioni italiane, per assicurare da un lato il reddito delle imprese agricole e dall’altro la tenuta del sistema dei prezzi. “Una scelta condivisa e presa sentendo tutte le parti”, dichiara il Presidente del Consorzio Sandro Gini.
In un anno che ci ha messo alla prova, la natura non ha smesso di andare avanti e valutato l’andamento dell’annata, abbiamo con responsabilità preso questa decisione per tutelare tutte le aziende del territorio e al contempo non creare tensione sul mercato, se il prodotto nel 2021 non fosse sufficiente a soddisfare le richieste”.
“Un equilibrio produttivo costante nel mirino del Consiglio di amministrazione del Consorzio – conclude Gini – dove fondamentale diventa essere reattivi e nello stesso momento valutare anche le prospettive future, in un mercato sempre più competitivo e veloce”.
L’assemblea dei soci ha intanto registrato alcuni dati positivi, come un aumento di consumo di Soave in Canada del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre è in partenza una campagna di promozione in Giappone.
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Coldiretti giugno mese nero per il meteo dei vigneti 7 eventi estremi al giorno
Giugno mese nero per il meteo dei vigneti italiani. Secondo Coldiretti, fino ad ora la media è di 7 “eventi estremi” al giorno tra violenti nubifragi, grandine di grande dimensioni e bufere di vento. Più del doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+124%).
È quanto emerge da una elaborazione dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) in riferimento all’ultima ondata di maltempo con grandinate e bombe d’acqua da nord a sud del Paese.
In Piemonte in provincia di Novara una violenta bufera di grandine ha danneggiato fino all’80% dei vigneti mentre in provincia di Cuneo sono stati colpiti noccioleti e frutteti.
Anche la Lombardia è stata investita da una tempesta di ghiaccio a Nembro, nella Bergamasca, con cadute di alberi, mentre in Basilicata la bomba d’acqua sul Metapontino ha allagato campi di ortaggi e frutteti. Ma è allarme meteo in diverse regioni, dal Veneto al Lazio, dalla Liguria all’Emilia Romagna fino alla Puglia.
Nubifragi, allagamenti, frane e grandine hanno provocato molti danni nelle città e nelle campagne dove si contano perdite per milioni di euro. “Si tratta – secondo la Coldiretti – dell’ultima spallata del clima impazzito, in una maledetta primavera che è iniziata con il gelo che ha compromesso le fioriture ed è proseguita con il caldo torrido e la siccità per andare a concludersi con le tempeste da nord al sud del Paese”.
Il risultato, precisa Coldiretti, sono pesanti danni alle coltivazioni con la perdita in molte aziende di un intero anno di lavoro, con il crollo dei raccolti nazionali, dalle pesche alle nettarine (-28%) fino alle albicocche (-58%), fino alle ciliegie.
Le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua si abbattono su un territorio reso fragile dal dissesto idrogeologico con 7275 i comuni italiani complessivamente a rischio per frane o alluvioni (il 91,3% del totale), con punte del 100% in Liguria.
“Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia – conclude la Coldiretti – dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione, che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo”.
Sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
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Veneto Trittico Vitivinicolo Vendemmia 2020 positiva per Tai Rosso e Garganega 1
Si prospetta un’annata ottimale in Veneto per il Tai Rosso dei Colli Berici e per la Garganega di Gambellara. In previsione della vendemmia 2020, la conformazione dei futuri grappoli si mostra uniforme, nonostante il discreto anticipo nelle fasi fenologiche. Lo ha riferito Giovanni Ponchia, direttore del Consorzio Tutela Vini Colli Berici e Vicenza e del Consorzio Tutela Vini Gambellara, in occasione del Trittico Vitivinicolo.
L’iniziativa, organizzata tre volte all’anno da Veneto Agricoltura, è utile per fare il punto sullo stato vegetativo e fitosanitario della viticoltura del Veneto. Un rapporto che tiene conto anche dell’andamento meteo del primo semestre dell’anno.
Dalle analisi del Consorzio Tutela Vini Colli Berici e Vicenza è emersa invece “una leggera sofferenza delle varietà precoci, in particolare Pinot e Chardonnay, per le quali si prevede un sensibile calo della resa”. È stata riscontrata, inoltre, una “difformità nelle fasi fenologiche del Cabernet e Merlot“.
Sempre in occasione del Trittico Vitivinicolo, è emerso come “le viti sembrano risentire dell’eccesso di piovosità del 2019 e presentano tralci leggermente indeboliti, che porteranno ad una probabile flessione tra il 5 e il 10% della resa“.
“Anche se è prematuro affermarlo con certezza – commenta Giovanni Ponchia – possiamo pensare che questa sarà un’annata ottimale per le varietà tardive. L’assenza di grandine e le piogge degli ultimi giorni, che hanno ripristinato le riserve idriche di entrambi i territori, ci fanno ben sperare in una raccolta favorevole, che potrebbe iniziare con una decina di giorni di anticipo per i vitigni autoctoni simbolo dei due Consorzi, il Tai Rosso per i Colli Berici e la Garganega per il Gambellara”.
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