La vendemmia 2020 nell’areale del Morellino di Scansano Docg si è conclusa con un calo dei volumi di almeno il 20% ma ottime prospettive sul fronte della qualità. Soddisfazione, quindi, all’interno del Consorzio di Tutela dopo aver ascoltato le prime impressioni di buona parte dei produttori della denominazione.
Questo 2020 ha messo alla prova tutti noi, con scenari che solo un anno fa erano inimmaginabili. La denominazione ha saputo mantenere le proprie quote di mercato, nonostante tutto. La natura sembra averci ascoltato in questa annata, compensando le rese ridotte con una qualità che si prospetta alta”, afferma il direttore del Consorzio Alessio Durazzi.
La principale causa del consistente calo di produzione è da attribuire ad un mese di agosto sostanzialmente siccitoso. La svolta è arrivata a fine agosto e poi per tutto il mese di settembre, a ridosso della vendemmia, quando le piogge hanno permesso alle viti di riequilibrarsi e l’uva si è indirizzata verso una maturazione praticamente perfetta, aspetto fondamentale per ottenere una qualità di livello superiore.
Tutte le zone di produzione dei sette comuni che fanno parte della denominazione – Scansano, Campagnatico, Grosseto, Magliano in Toscana, Manciano, Roccalbegna, Semproniano – grazie al finale di stagione equilibrato dal punto di vista meteorologico sono riuscite a vendemmiare uve perfettamente mature ed equilibrate.
“Quella di quest’anno si configura come un’annata di eccellente livello qualitativo – afferma Bernardo Guicciardini Calamai, presidente del Consorzio – È un risultato che ci ripaga degli sforzi che tutti noi produttori, sia in vigna che in cantina, abbiamo dovuto affrontare a causa del delicato momento di emergenza sanitaria che stiamo vivendo, adeguando strutture e organizzazioni interne alle normative in atto”.
“Siamo certi – conclude il presidente – che il mercato, a fronte di volumi deficitari rispetto al solito, saprà apprezzare e soprattutto valorizzare un’ottima vendemmia. Le uve hanno un grande potenziale grazie al raggiungimento di una maturazione fenolica ottimale; i vini di annata, avranno grande intensità olfattiva che li renderà appaganti sin dall’inizio della loro commercializzazione, mentre per le Riserve ci sono tutte le premesse per ottenere vini di struttura, equilibrio e longevità”.
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In Puglia, alle pendici di Castel del Monte, si è appena conclusa la raccolta delle uve bianche, mentre sta per iniziare quella delle uve nere. Ottima la qualità, grazie a un andamento climatico pressoché perfetto che ha permesso una maturazione delle uve giusta ed equilibrata, ma con quantitativi in calo rispetto alla precedente annata.
“Abbiamo già riscontrato un calo produttivo nelle uve bianche, bombino bianco, chardonnay, moscato. Da una prima ipotesi legata alla vendemmia delle uve nere, che sta per iniziare, possiamo stimare un calo delle rese del 20% relativo al bombino nero e al nero di troia”, commenta il Presidente del Consorzio Vini Doc Castel del Monte, Francesco Liantonio.
Ottime quindi le aspettative del consorzio che riunisce più di 800 viticoltori e 20 cantine nell’areale della così detta “Puglia Sveva”, territorio da cui nascono la Doc Castel del Monte e le tre Docg Castel del Monte Bombino Nero, Castel del Monte Rosso Riserva e Castel del Monte Nero di Troia Riserva.
“Il Bombino nero nel 2020 sarà il principe del vino rosa italiano, fragrante, ricco, vanigliato, acidulo. Una qualità eccezionale, seppure anche in questo caso, la quantità non sarà in linea con le aspettative. Andrà letteralmente a ruba. Gli amanti del vino lo adoreranno”, conclude fiducioso il Presidente.
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È stato siglato questa mattina l’accordo quadro tra Assoenologi e Università degli Studi di Teramo per il riconoscimento di un massimo di 12 Crediti Formativi Universitari (Cfu) agli studenti iscritti al primo anno del Corso di Viticoltura ed Enologia a partire dall’anno accademico 2020-2021.
Requisiti fondamentali per ottenere i Crediti Formativi sono l’aver conseguito il diploma di specializzazione di Enotecnico ed essere iscritto ad Assoenologi. Il protocollo è stato firmato nella sede dell’Ateneo abruzzese dal presidente degli enologi italiani, Riccardo Cotarella, dal Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Teramo, Dino Mastrocola e dal presidente della Sezione Assoenologi Abruzzo Molise, Nicola Dragani.
Quella siglata con Assoenologi – ha dichiarato il Rettore Dino Mastrocola – è una convenzione didattica, ma anche di ricerca. L’Associazione ha al proprio interno sia enologi laureati che enologi diplomati. Il nostro intento è quello di allargare il più possibile la platea dei laureati in Viticoltura ed enologia ai tecnici del settore. Se volessimo utilizzare uno slogan, mi piacerebbe dire che ‘Laureiamo il vino‘”.
“Si tratta – ha aggiunto il Rettore – della prima convenzione a livello nazionale tra un Corso di laurea in Viticoltura ed enologia e la categoria che praticamente manda avanti dal punto di vista tecnico e professionale il settore del vino. E se in questi anni la qualità del vino italiano è notevolmente aumentata, come dimostrato dai riscontri nazionali e internazionali, è grazie agli enologi, ma anche e soprattutto alla formazione che è quella propria del Corso di laurea in Viticoltura ed enologia”.
In un momento così difficile e complesso sia per la vita sociale che, soprattutto, per il mondo del lavoro e della formazione – ha detto il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella – abbiamo ritenuto importante andare alla sottoscrizione di questo accordo per offrire agli studenti un incentivo in più per affrontare al meglio la carriera universitaria”.
I Crediti Formativi Universitari – a scelta dello studente come recita l’articolo 5 del documento siglato – sarà possibile ottenerli previo il parere della Commissione Qualità e l’approvazione del Consiglio di Laurea e di Facoltà. Ulteriori Cfu, in un massimo di 11, verranno riconosciuti anche agli studenti che potranno vantare percorsi di stage e tirocini al momento dell’iscrizione al Corso universitario.
Anche in questo caso è propedeutico essere socio di Assoenologi e l’aver conseguito il diploma di specializzazione di Enotecnico. L’Università si impegna, inoltre, a concedere alle nuove matricole una riduzione del 30% dell’ammontare del contributo onnicomprensivo annuale delle tasse. La convenzione avrà una durata quinquennale.
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Vendemmia vigneti zona Monreale provincia di Palermo Sicilia
Si confermano le previsioni di inizio vendemmia con un calo della quantità che si attesta su una media del 15% rispetto al 2019 con un’ottima qualità di tutti i vitigni del “continente Sicilia“, che hanno beneficiato di condizioni climatiche generalmente favorevoli, ed uve di Grillo e Nero d’Avola eccellenti.
Secondo i coltivatori del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, l’esito della vendemmia 2020 è positivo e registra nel complesso una buona qualità delle uve a fronte del dato sulla diminuzione del raccolto.
“Il bilancio di questa vendemmia lo consideriamo abbastanza positivo per diverse ragioni. La prima di tutte è che puntiamo da tempo a privilegiare la qualità dei nostri vini”, commenta Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia.
Il calo di uve raccolte, registrato mediamente in tutta l’isola durante la campagna che è ormai al termine, ci conferma che anche nel 2020 non avremo una grande produzione. Il vino che verrà confezionato sarà di qualità eccellente”.
Segnali importanti arrivano infatti anche dai dati delle giacenze del vino siciliano, sia Igt sia Doc. Alla data dell’11 settembre 2020, tra imbottigliato e sfuso, in Sicilia risulta in giacenza il 18% di vino in meno rispetto allo stesso periodo del 2019: da 2.522.780 ettolitri si è passati ai 2.073.240 ettolitri attuali.
Inoltre, dal primo luglio al 15 di settembre, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, si registra un incremento del 15 % di bottiglie prodotte dalla denominazione Doc Sicilia.
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Iniziata con 12 giorni di ritardo a causa di una primavera fredda e di una estate che ha tardato ad arrivare, la vendemmia 2020 del Primitivo di Manduria si è appena conclusa regalando uve di ottima qualità. A determinare la giusta maturazione ci ha pensato il nostro caldo, che anche grazie alla tramontana ed la scarsità di piogge ha impedito la formazione di peronospora e altre malattie del vigneto.
“La resa è bassa di circa il 35-40% in meno rispetto all’annata precedente – spiega soddisfatto il presidente del Consorzio di Tutela Mauro di Maggio – ma il frutto è di eccellente qualità con un’alta concentrazione di zuccheri”.
Sicuramente una vendemmia che sarà ricordata come una delle migliori. Si è iniziato dando spazio alla raccolta per gli alberelli, che hanno subito presentato un carico basso per poi proseguire nelle zone costiere e infine nelle zone dell’entroterra”.
Il lavoro in vigneto si è svolto in questi mesi in modo regolare, compatibilmente con le restrizioni e con le norme emanate per la gestione dell’emergenza Covid-19. “Ci sono tutti i presupposti per trovare nei calici vini ottimi, corposi e con un bouquet tipico del Primitivo di Manduria Dop“, assicura il Consorzio.
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Grazie al recente ritrovamento sul territorio provinciale della Leptopilina japonica, un parassitoide alieno in grado di contrastare la Drosophila suzukii, si aprono nuove prospettive nell’ambito del controllo biologico del moscerino che si nutre della polpa dei piccoli frutti e che sta creando ingenti danni ai produttori trentini e non solo.
A seguito di questo primo ritrovamento – spiegano Alberto Grassi e Simone Puppato del Centro Trasferimento Tecnologico Fem – si è dato avvio ad uno specifico studio che ha previsto il campionamento di frutti coltivati e selvatici raccolti direttamente dalla pianta e conservati in cella climatica al fine di verificare l’eventuale sfarfallamento di altri parassitoidi alieni”.
“L’indagine – aggiungono – è ancora in corso, ma è possibile fin d’ora affermare che la presenza di Leptopilina japonica è già diffusa in provincia, in quanto è stata riscontrata in altri cinque siti distanti fra loro fino a 20 km e collocati ad altitudini comprese fra 211 e 685 m s.l.m.”.
Questo insetto alieno, trovato in un ciliegeto in valle dell’Adige, mostra delle somiglianze ed integra validamente l’attività che verrà svolta dall’altro parassitoide, il Ganaspis brasiliensis, appena importato dalla Svizzera e attualmente in sperimentazione nelle celle di quarantena della Fem e che rimane tuttora il principale candidato nella implementazione della lotta biologica.
I due insetti svolgeranno un’azione sinergica nel controllo biologico della Drosophila suzukii. La scoperta è stata realizzata nell’ambito di un dottorato di ricerca attivato da Fondazione Edmund Mach e Università del Molise con il contributo di Sant’Orsola S.c.a. e, più in generale, è frutto del progetto “lotta biologica alla specie aliena” finanziato dalla Provincia autonoma di Trento.
Il monitoraggio territoriale eseguito dalla Fem al fine di verificare l’andamento della popolazione, il livello di infestazione della frutta coltivata e spontanea e la presenza di antagonisti di Drosophila suzukii, insetto che continua a causare ingenti danni alle coltivazioni dei frutti a polpa rossa, ha consentito dunque la cattura di un parassitoide alieno, mai riscontrato al di fuori del suo areale di origine e mai segnalato fino ad ora in Europa.
La Leptopilina japonica risulta molto attiva nelle zone di origine (Asia) su larve di Drosophila suzukii. Dopo l’iniziale riconoscimento, basato sui caratteri morfologici, è stata necessaria una conferma attraverso l’analisi molecolare, il cui responso è giunto recentemente ed ha confermato la prima identificazione.
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da sx Cristiano Vitali in piedi Aldo Rametta a dx Paolo Rametta
La Società Agricola Ottoviti Srl, produttrice dei vini Poggio della Dogana, ha acquistato la storica azienda vinicola Castelluccio di Modigliana (Fc). A partire dal 29 luglio 2020, l’azienda famosa per aver dimostrato le potenzialità del Romagna Sangiovese, con vini del calibro di Ronco delle Ginestre, passa nelle mani della Società Agricola Ottoviti di proprietà dei fratelli Aldo e Paolo Rametta e di Cristiano Vitali, imprenditori nel campo delle energie rinnovabili, con alle spalle una consolidata esperienza nel settore della finanza, già alla guida dell’azienda Poggio della Dogana, nata nel 2017, con sede a Terra del Sole (Fc).
L’operazione, sul cui valore la nuova proprietà mantiene il massimo riserbo, permetterà così di dare vita ad un interessante lavoro di valorizzazione dei terroir che Ronchi di Castelluccio Poggio della Dogana (questo il nome dopo la fusione) ha a sua disposizione in un totale di 30 ettari tra Terra del Sole, Brisighella, Castrocaro Terme e Modigliana.
La Romagna – affermano Aldo e Paolo Rametta e Cristiano Vitali – ha un potenziale enorme che va comunicato adeguatamente con la promozione delle menzioni geografiche aggiuntive, seguendo l’esempio brillante del Piemonte e i tentativi in atto in Alto Adige, Chianti e Montalcino”.
Nei prossimi anni Ronchi di Castelluccio Poggio della Dogana affronterà scelte coraggiose, riprendendo tutti i capisaldi del progetto originale: per ogni “Ronco” sarà prodotto un vino ottenuto con meticoloso rispetto della vigna di provenienza. A completare l’offerta commerciale contribuiranno poi il sangiovese “Le More” e il sauvignon “Lunaria”.
“Le vigne storiche saranno restaurate, sin dalla vendemmia 2020, con l’obiettivo di poter rimettere in produzione il Ronco Casone ed il Ronco della Simia la cui produzione mancava ormai da oltre 15 anni – spiega la nuova proprietà – Per Ronco Ginestre e Ronco dei Ciliegi si renderà necessario un tempo di riposo ed attesa del ripristino delle vigne negli omonimi antichi Ronchi, le ultime vendemmie commercializzate saranno la 2013 e la 2015. Il Ronco del Re ritornerà ad essere l’eccezione alle regole e prodotto solo nelle annate più convincenti, per ora la commercializzazione si interromperà con la vendemmia 2011″.
Su un totale di 20 ettari vitati – 9 dei quali a Castrocaro e 11 a Brisighella – Poggio della Dogana produce Sangiovese di Romagna Doc e, dal 2020, Albana di Romagna Docg. La produzione totale nel 2019 è stata di 25 mila bottiglie. Per ricostruire la storia di Castelluccio occorre invece andare indietro fino al secolo scorso: nacque negli anni Settanta con la consulenza dell’enologo Vittorio Fiore e dell’agronomo Remigio Bordini. I primi 6 ettari di vigneto furono realizzati con innovazioni tecniche importanti e all’avanguardia per quei tempi. Scelte che ben presto portarono al raggiungimento di risultati di alto livello.
Castelluccio è stata la prima esperienza di qualità della Romagna: un progetto visionario voluto dal compianto fondatore Gian Vittorio Baldi che immaginò di poter concretizzare sulle fredde e boscose pendici di Modigliana un’azienda vinicola ambiziosa e territoriale – spiegano i Rametta e Vitali – L’idea semplice quanto audace e raffinata era quella di coltivare a vigneto piccoli appezzamenti, chiamati Ronchi, per produrre da ognuno di essi vini da singola vigna”.
La conduzione dei quasi 30 ettari di vigneti di Ronchi di Castelluccio Poggio della Dogana (8 dei quali oggetto della nuova acquisizione) è affidata all’agronomo ed enologo Francesco Bordini, grande conoscitore dei vitigni romagnoli, noto come il “rivoluzionario del Sangiovese” e figlio di Remigio Bordini che partecipò al successo di Ronchi dei Baldi di Castelluccio. Nelle sue mani ora il compito di portare ad alti livelli la nuova realtà che ha un potenziale produttivo di 100 mila bottiglie.
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mandrarossa cantine settesoli sicilia en primeur 2019 2
“Cantine Settesoli perde certamente una figura carismatica ed un capitolo importante della sua storia, perché Diego Planeta rappresenta la storia di questa cantina”. Così Giuseppe Bursi, presidente di Cantine Settesoli, in merito alla scomparsa a 80 anni di Diego Planeta, fondatore della cantina di Menfi.
“I suoi insegnamenti e la sua lungimiranza – continua Bursi – sono le radici e la traccia del nostro futuro.Grazie alla sua guida ed alla sua lungimiranza, in questo lembo di costa di Sicilia oggi c’è una storia unica da raccontare, fatta di uomini, di vigneti e di idee”.
Questa è la nostra storia, la storia di Cantine Settesoli, una comunità di 2 mila viticoltori che ogni giorno da oltre 60 anni si prende cura di un meraviglioso vigneto di 6 mila ettari, difendendone la biodiversità e producendo vini distintivi dal carattere unico, distribuiti in oltre 45 paesi nel mondo.
Senza la sua visione, le 5 mila famiglie del Distretto delle Terre Sicane non avrebbero contribuito e sostenuto e reso possibile quella metamorfosi.
Diego Planeta – continua Bursi – soleva dire che di tutte le sue creature Cantine Settesoli era la più amata, e dopo aver tradotto le enormi potenzialità del territorio in azienda feconda, investendo, sperimentando e innovando insieme agli uomini ed alle donne della comunità, dopo aver dimostrato che anche grande è bello e può produrre qualità, nel 2011 aveva fatto quello che definiva un “passo di lato”.
“Proprio come un buon padre di famiglia, che ad un certo punto lascia il proprio figlio camminare da solo e viaggiare per il mondo. I risultati oggi raggiunti sono frutto di due elementi: la coesione della compagine sociale, la solidità dell’impostazione gestionale che guarda sempre più alla qualità ed all’internazionalizzazione, la consapevolezza che bisogna lavorare duro per costruire e garantire reddito ai viticoltori”, conclude il presidente di Cantine Settesoli.
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“Libro dell’anno in materia di diritto vitivinicolo“. Con questa motivazione l’Oiv, l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, ha premiato lo scorso 8 settembre l’italiano “La Nuova Normativa Vitivinicola“, presentato a novembre al Mipaaf alla presenza della Ministra Bellanova.
Il testo, pensato per aiutare i protagonisti del settore a comprendere e utilizzare al meglio il Testo Unico sul vino e i decreti attuativi correlati, è stato riconosciuto dagli addetti ai lavori come strumento strategico fondamentale per migliorare e semplificare la vita delle aziende, utile anche agli studenti degli istituti agrari e professionali.
Inoltre, con “La Nuova Normativa Vitivinicola”, scritto da Stefano Sequino, funzionario del Dipartimento Icqrf del Mipaaf, Luigi Bonifazi, agronomo e responsabile dello schema di certificazione dei vini per 3A-Pta, e Massimiliano Apollonio, imprenditore ed enologo, si evidenzia in modo tangibile l’importanza dell’essere giunti ad un corpus giuridico poderoso nel campo del vino.
Il Premio Oiv, la massima espressione mondiale del settore, previsto dal Regolamento interno dell’Organizzazione per evidenziare le opere di riferimento in ciascuna delle 11 categorie in gara, è assegnato ogni anno da una Giuria internazionale composta da personalità eminenti del mondo vitivinicolo che rappresentano i paesi membri aderenti all’organismo.
Nella stessa Cerimonia l’Oiv ha assegnato altri 18 premi e 10 menzioni speciali tra 30 opere segnalate, suddivise in 27 pubblicazioni editoriali e 3 siti web.
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Kingdoms Bagherawines Domaine de la Romanee Conti Pinchiorri
Baghera/wines chiuderà il 6 dicembre prossimo la sua stagione di aste per il 2020 con un evento sintesi di storia e di passione per il vino. Avrà luogo a Ginevra “Kingdoms” by Baghera/wines, un’asta eccezionale che racchiuderà una collezione di soli grandi formati di bottiglie provenienti dalla famosissima collezione di Giorgio Pinchiorri, patron assieme alla sua compagna Annie Féolde, del notissimo ristorante fiorentino con Tre Stelle Michelin.
A “Kingdoms” sarà presentata per la prima volta al pubblico una collezione rarissima, costituita dai grandi formati del Domaine de la Romanée-Conti. Unica al mondo, questa collezione di grandi formati (6 e 3 litri), Crus du Domaine de la Romanée-Conti esibisce con orgoglio etichette numerate n° 1, n°2 e n°3.
Totalmente inedite sul “Millesime 1985“, universalmente riconosciuto come uno dei più grandi millesime del ventesimo secolo, saranno presentate in asta 24 bottiglie di grande formato, di cui 12 Jeroboam (3 litri) e 12 Mathusalem (6 litri), per un valore stimato di 2 milioni di franchi svizzeri
Le bottiglie non sono mai state mosse dalla cantina dell’Enoteca Pinchiorri, con la sola eccezione del anno 2011, in cui sono state riportate al Domaine, a Vosne-Romanée in Francia, per essere sigillate con cera nuova e per rinnovarne la loro “giovinezza”.
L’asta “Kingdoms” presenterà, oltre ai gioielli della collezione Pinchiorri, una spettacolare e storica collezione di liquori Chartreuse ed altri grandi vini di Bourgogne (Domaines Prieuré-Roch, Georges de Vogüé, Lefaive, Bizot, e molti altri).
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Italian Wine Brands compra Raphael Dal Bo ed entra a Valdobbiadene con Provinco 2
Il Consiglio di Amministrazione di Italian Wine Brands S.p.A. ha esaminato e approvato la Relazione Finanziaria Semestrale consolidata al 30 giugno 2020, redatta ai sensi del Regolamento Emittenti Aim Italia/Mercato Alternativo del Capitale, ed in conformità ai principi contabili internazionali Ifrs.
Dalla relazione emerge come stia proseguendo il trend di positivo sviluppo del Gruppo, che accresce l’affermazione dei suoi prodotti a marchi proprietari sui mercati internazionali e nazionali incrementando i volumi di vendita su tutti i canali presidiati: grande distribuzione e diretto.
Abbiamo ottenuto in questo semestre i numeri migliori nella storia del gruppo Iwb – dichiara Alessandro Mutinelli, Presidende ed Ad del Gruppo – Tutti i nostri canali commerciali sono cresciuti ed abbiamo realizzato la prima acquisizione di rilievo, con la società svizzera Raphael Dal Bo Ag. La pandemia globale di Covid-19 è una sfida che le nostre persone hanno affrontano con consapevolezza dei rischi e delle opportunità, con la passione di chi crede nel valore del proprio lavoro e del servizio al cliente”.
“Non abbiamo mai smesso di investire sulle persone, nell’innovazione di prodotto e di processo, nella creazione di valore attraverso i nostri marchi e nell’adattarci alle mutate condizioni di mercato. I risultati ottenuti, i tanti progetti di sviluppo aperti, la coesione e la forza della nostra squadra sono ben auguranti anche per i mesi a venire”.
RICAVI DELLE VENDITE
Nel corso del primo semestre del 2020 il fatturato consolidato di gruppo ha raggiunto Euro 92,2 milioni, valore in sensibile e consistente crescita rispetto agli Euro 70,1 milioni del primo semestre 2019 (+Euro 22,1 milioni, +31,5% sul 2019, tasso composto di crescita 2018-2020 pari a +14,8%). Tale risultato è stato ottenuto in larga misura grazie allo sviluppo organico delle attività del gruppo (+Euro 16,9 milioni) e in parte grazie all’acquisizione di Raphael Dal Bo Ag perfezionata a inizio 2020 (+Euro 5,2 milioni).
La dinamica delle vendite è stata caratterizzata da un ulteriore, da sempre costante, rafforzamento del Gruppo sui mercati internazionali dove sono stati realizzati Euro 72,6 milioni (+33,4% sul 2019, tasso composto di crescita 2018-2020 pari a +16,1%) e da uno sviluppo positivo del mercato domestico, dove sono stati realizzati Euro 19,3 milioni (+25,6% sul 2019, tasso composto di crescita 2018-2020 pari a +10,8%).
Il canale distributivo wholesale si conferma il principale contributore di ricavi del gruppo anche nel corso del primo semestre del 2020 arrivando a rappresentare il 54,9% dei ricavi di vendita complessivi (53,3% nel 2019, 50,3% nel 2018). La crescita è stata costante e solida nel corso del periodo 2018-2020 con un Cagr del 19,9%. Nello specifico il Cagr riferito alla crescita organica delle attività del gruppo è stato pari al 13,6% mentre l’acquisizione di Raphael Del Bo ha contribuito per il rimanente 6,3%.
Tali importanti risultati di crescita sono stati ottenuti principalmente grazie all’ampliamento ed estensione della gamma del portafoglio prodotti a marchio proprio, che rappresentano oggi oltre il 90% delle vendite del canale e che rendono l’offerta commerciale del Gruppo Iwb appetibile, riconosciuta sul mercato e sinonimo di qualità, all’acquisizione di nuovi accounts, effettuata sostanzialmente su ogni singolo paese in cui opera il Gruppo, all’aumento della quota di mercato delle vendite su accounts esistenti grazie a ottimi parametri di rotazione dello shelf dei propri clienti ed alla crescita per linee esterne (acquisizione di Raphael Dal Bo Ag e Raphael Dal Bo S.r.l.).
Nel corso del primo semestre 2020, le vendite del canale distance selling sono significativamente cresciute (+27,3%) grazie in particolare alle vendite on-line pari a circa Euro 11,9 milioni (+113,6% rispetto al primo semestre 2019, Cagr 18/20 del 61,4%).
MARGINALITÀ
La marginalità operativa del Gruppo è aumentata significativamente rispetto agli anni passati. L’Ebitda Restated del primo semestre 2020 ha raggiunto in particolare Euro 10,7 milioni (11,5% sui ricavi delle vendite e altri ricavi) e si confronta con un Ebitda Restated 2019 di Euro 7,3 milioni (10,3% sui ricavi delle vendite e altri ricavi).
Tale risultato è stato in particolare raggiunto grazie al mantenimento di una buona redditività a livello di primo margine dettata da una stabilità dei prezzi di vendita e dei costi di acquisto di uve, mosti e vini sfusi, al crescente appeal dei prodotti a marchio proprio che hanno espresso marginalità sensibilmente superiori rispetto ai prodotti entry level ed all’ulteriore contenimento dei costi commerciali variabili e dei costi fissi di struttura delle società operative del Gruppo, realizzato anche a fronte di una sensibile crescita del volume di attività.
Il risultato netto di Gruppo del primo semestre 2020 è pari a Euro 5,3 milioni, sensibilmente superiore agli Euro 2,7 milioni del 2019.
POSIZIONE FINANZIARIA NETTA
L’indebitamento finanziario di gruppo al 30 giugno 2020 è pari a Euro 20,1 milioni di cui Euro 10,7 milioni relativi alle passività per i diritti d’uso derivanti dall’applicazione dello Ifrs 16, ed Euro 9,4 milioni relativi a indebitamento finanziario netto verso terzi.
Tale ultimo importo è in ulteriore riduzione rispetto agli Euro 9,9 milioni del 30 giugno 2019, nonostante il completamento dell’acquisizione di Raphael Dal Bo Ag e controllate che ha generato un esborso complessivo pari a Chf 9,5 milioni.
SITUAZIONE INDIVIDUALE DELLA CAPOGRUPPO IWB S.p.A.
La capogruppo Iwb S.p.A. evidenzia un risultato netto positivo pari a Euro 9,1 milioni (di cui Euro 9,2 milioni derivanti dal dividendo 2019 deliberato dalla controllata Provinco Italia S.p.A.) e una liquidità netta pari a Euro 30,2 milioni.
La relazione finanziaria consolidata al 30 giugno 2020 sarà messa a disposizione del pubblico nei termini e con le modalità previste nel Regolamento Emittenti Aim Italia.
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Presidente Consorzio Vini Alto Adige Maximilian Niedermayr
Il Consorzio Vini Alto Adige ha elaborato l’Agenda Vini Alto Adige 2030 in un’azione congiunta con il Centro di consulenza per la fruttiviticoltura, il Centro sperimentale agricolo di Laimburg, l’Accademia Europea di Bolzano, la Libera Università di Bolzano e Alfred Strigl, esperto di sostenibilità. L’Agenda è una base sulla quale costruire il futuro della produzione vitivinicola altoatesina che sancisce l’impegno a realizzare una serie di misure concrete entro il 2030.
Aver stilato un programma di intenti è adesso più importante che mai considerando le grandi difficoltà che hanno coinvolto il settore vitivinicolo in quello che è stato fino ad ora l’anno più difficile della storia recente a causa del Covid e del lockdown”, ha dichiarato oggi Maximilian Niedermayr, Presidente del Consorzio Vini Alto Adige.
L’Agenda presentata si articola in cinque livelli operativi che corrispondono ad altrettanti pilastri su cui poggia il settore vinicolo, ossia suolo, vigneti, vino, territorio e persone e delinea un percorso di cambiamento da intraprendersi in ognuno di questi comparti.
Per salvaguardare il suolo, l’agenda prevede di passare a una concimazione esclusivamente organica, sostituendo i materiali sintetici monouso con materiali biodegradabili e intende anche rilevare, documentare e ottimizzare, il consumo delle risorse idriche. Nella gestione dei vigneti sono previste nuove regole unificate per i trattamenti fitosanitari con interventi molto incisivi e già dal 2023 non si potranno più impiegare erbicidi sintetici.
Un’attenzione particolare sarà rivolta anche alla biodiversità nei vigneti stessi, che sarà promossa con un apposito vademecum destinato ai viticoltori e istituendo un premio da assegnare annualmente al vigneto più ecologico dell’Alto Adige. Con l’Agenda 2030, inoltre, balza in primo piano la lotta alle emissioni di anidride carbonica prodotte dal settore vitivinicolo.
“Faremo un rilevamento completo e accurato delle emissioni di Co2 per individuare misure efficaci con cui ridurre la nostra impronta e ci impegneremo a redigere un programma specifico di salvaguardia del clima, elaborando al contempo anche una strategia che aiuti le imprese del settore a prepararsi alle sfide presentate dal cambiamento climatico”, conclude Niedermayr.
Gli ultimi livelli operativi dell’Agenda 2030, che riguardano il territorio e le persone, si pongono come obiettivo da un lato quello di conservare intatto il paesaggio rurale creato nei secoli dalla produzione vinicola in Alto Adige e tutta la sua filiera produttiva e, dall’altro, quello di coinvolgere tutte le figure che ruotano intorno al settore per poter così agire su larga scala e far crescere il progetto dal basso adeguandolo, strada facendo, alle mutate condizioni economiche, ecologiche e legislative.
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Cantina Produttori di Valdobbiadene – Val d’Oca ha presentato il primo Bilancio di Sostenibilità alla presenza del Sindaco di Valdobbiadene Luciano Fregonese, il Sindaco di Farra di Soligo Mattia Perencin, il Sindaco di Vidor Albino Cordiali, il Sindaco di Miane Danny Buso e dell’Onorevole Angela Colmellere, originaria di Valdobbiadene.
Prima cooperativa veneta a dotarsi di un tale strumento il Bilancio è stato redatto applicando la metodologia internazionale Gri Standard – Global Reporting Initiative dal management della Cantina in collaborazione con Trentino Green Network ed ha lo scopo di misurare in modo preciso le numerose azioni concrete intraprese nei confronti del territorio, dell’ambiente, dei soci e di tutti gli stakeholder, dai clienti ai fornitori passando per la collettività.
Questo documento rappresenta la volontà di raccontare quanto fatto per il territorio e le comunità locali e allo stesso tempo di misurare con criteri scientifici, universalmente riconosciuti, l’efficienza e l’efficacia di fare impresa con lo spirito della cooperazione”, ha dichiarato il Presidente della Cantina Franco Varaschin.
A condurre la cooperativa verso una sostenibilità “organica” è stata Trentino Green Network, società che si occupa di fornire servizi per lo sviluppo sostenibile a imprese e istituzioni, che ha sviluppato un sistema di 60 indicatori basato sulla metodologia Gri Standard – Global Reporting Initiative e che ha visto come periodo d’analisi l’ultima annata agraria (dal 1 luglio 2018 al 30 giugno 2019).
L’operato della cantina è stato analizzato esaminando il contributo dato all’attuazione di nove Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals), su diciassette, sanciti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Azioni come la valorizzazione dei sottoprodotti, recupero e riciclo dei rifiuti e dell’acqua o l’utilizzo di energia rinnovabile dai due impianti fotovoltaici della cantina hanno così trovato una loro precisa collocazione e misurazione all’interno del Bilancio.
Il Bilancio di Sostenibilità è lo strumento che ci permetterà di immaginare come sarà il futuro e di prepararci per ottenere risultati e traguardi ambiziosi per la Cantina, per la comunità in cui vive e per l’ambiente. In un modo scientifico, misurabile, aperto e verificabile”, ha sottolineato Alessandro Vella, direttore della Cantina .
“Avremmo dovuto presentarlo al Vinitaly 2020 – ha aggiungo Vella – Sono stati mesi non facili, ma abbiamo avuto pazienza, abbiamo continuato a lavorare e oggi raggiungiamo il traguardo di un lavoro iniziato un anno e mezzo fa circa, con il mio predecessore Aldo Franchi, che lo ha fortemente voluto assieme al Presidente e al Cda”.
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A circa dieci giorni dall’inizio della vendemmia del Sangiovese, tra i viticoltori del Montecucco si respira grande ottimismo. Un’uva scalpitante quella che attende di essere raccolta nei vigneti di produzione della Doc e Docg amiatina, nell’anno della peggiore emergenza sanitaria ed economica dell’ultimo secolo, che avrà sì messo in ginocchio il mercato, ma che non ha scalfito il ciclo della vite.
Sul fronte quantitativo però – a causa soprattutto delle scarse piogge estive – questa stagione produttiva osserva una flessione del 10-15% circa rispetto al 2019, che è stata a tutti gli effetti un’annata da record per la Denominazione che portò nelle vasche oltre 22 mila quintali di uva. L’andamento stagionale nel territorio del Montecucco è stato comunque abbastanza equilibrato.
“Abbiamo iniziato la campagna produttiva con una primavera regolare, senza siccità né piogge eccessive o gelate che abbiano potuto compromettere il germogliamento – commenta il Presidente del Consorzio di Tutela Claudio Tipa – seguita poi da un’estate con poca pioggia, aspetto che nel Sangiovese ha certamente tirato fuori tannini e profumi importanti, garantendo anche perfetta sanità del frutto, ma che ha penalizzato il profilo quantitativo”.
“Dopo le piogge di inizio settembre – prosegue – anche i parametri di vendemmia si stanno riequilibrando, contribuendo ad allungare il ciclo vegetativo e ad aumentare leggermente il volume del grappolo. Il calo delle temperature conseguente a queste piogge ha permesso la completa maturazione delle bucce e quindi ci permetterà di dilatare un po’ i tempi di vendemmia”.
Al via in questi giorni invece la raccolta del Vermentino che, grazie alle alte temperature di luglio e agosto, presenta una perfetta maturazione aromatica della buccia. Anche in questo caso la pioggia di inizio settembre ha ritardato il ciclo vegetativo e allungato lievemente i tempi di vendemmia, per permettere ai profumi di tornare a livello ottimale.
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Attivare Artea per erogare risorse alle imprese, semplificare le procedure amministrative, mettere risorse proprie per avviare misure più specifiche per il territorio, aumentare il livello contributivo sugli interventi Psr e Ocm promozione e/o ristrutturazione vigneti: sono alcune delle richieste che il Consorzio Vino Chianti ha sottoposto ai candidati alla presidenza della Regione Toscana Eugenio Giani (centrosinistra), Susanna Ceccardi (centrodestra) e Irene Galletti (M5s).
“È necessario un forte intervento collegiale – ha affermato Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti – a partire proprio dalla Regione Toscana, affinché spinga sul Governo per ottenere misure concrete che vadano nella direzione di permettere alle imprese di superare questa fase, di cui al momento non vediamo né la fine né la sua portata complessiva”.
Nel quadro attuale condizionato dall’emergenza Covid, il Consorzio chiede il rinvio di scadenze previste dalle misure del Psr e dall’Ocm ristrutturazione vigneti e altri adempimenti connessi alle scadenze dei diritti di reimpianto, l’aumento del plafond misura Ocm investimenti, una revisione dei parametri di priorità dei finanziamenti del Psr. “In questa tornata – si legge nel documento – pochissimi dei fondi del Psr sono stati spesi nella zona della Toscana centrale, dove abbiamo le colture con il maggior fabbisogno di manodopera, a fronte di criteri di valutazione che hanno privilegiato interventi, verso le aree costiere regionali”.
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“Abbiamo concesso con piacere il patrocinio all’innovativo corso ‘Agribusiness manager per la salvaguardia dell’ambiente‘, promosso dall’Its Academy Agroalimentare Veneto- dichiara Marina Montedoro, presidente dell’Associazione per il patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene – perché sposa perfettamente la mission della nostra Associazione, ossia la valorizzazione e la tutela del territorio. Il futuro di un patrimonio come quello delle nostre Colline sarà nelle mani delle nuove generazioni”.
Incoraggiare ed educare i giovani a prendersene cura in modo professionale è la direzione giusta – prosegue – perché garantisce al nostro Paese futuri professionisti e tecnici in grado di valorizzare alcuni tra i beni comuni più importanti che abbiamo: l’ambiente, il territorio ed i prodotti agroalimentari con particolare attenzione alla sostenibilità. Ci rende, inoltre, orgogliosi che tra i docenti dei corsi vi siano alcuni illustri rappresentanti del Comitato Scientifico che coadiuva la nostra Associazione”.
L’Its Academy Agroalimentare Veneto è un Istituto dedicato alla formazione di tecnici per la gestione e salvaguardia dell’ambiente e orientato alla valorizzazione delle produzioni agroalimentari che vanta risultati occupazionali al termine del percorso di studi intorno all’80%, a cui l’Associazione ha deciso di dare il patrocinio.
“L’Its Academy Agroalimentare Veneto – commenta la Direttrice dei corsi Damiana Tervilli – sta lavorando per fornire al settore professionisti di assoluta qualità, attraverso l’impiego di docenti esperti, esperienze di stage in azienda, tour guidati in realtà di elevato standard. Il progetto, sostenuto dalle risorse nazionali e da Regione Veneto attraverso il Fondo Sociale Europeo, nel 2020 vuole offrire a Conegliano un percorso innovativo che abbiamo potuto attivare con il patrocinio dell’Associazione per il patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, che ringraziamo per il sostegno. Un percorso che siamo certi sarà una grande opportunità per i giovani”.
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Marchese Ferdinando Frescobaldi Giovanni Geddes Karol Vail
È stato consegnato personalmente dal Marchese Ferdinando Frescobaldi, Presidente di Ornellaia, e da Giovanni Geddes, AD dell’omonima azienda, un assegno di $315 mila (pari a circa 267 mila euro) a Karole Vail, Direttrice della Collezione Peggy Guggenheim, museo parte della Fondazione Solomon R. Guggenheim.
La donazione è stata possibile grazie al progetto Ornellaia Vendemmia d’Artista 2017 “Solare” e alla vendita delle preziose bottiglie disegnate in edizione limitata dall’artista Tomás Saraceno.
Da ormai dodici anni, Ornellaia porta avanti questo progetto di beneficenza volto a sostenere fondazioni e musei nel mondo attraverso l’unione di vino e arte. Dalla scorsa edizione, grazie alla collaborazione con il Guggenheim, il progetto ha raccolto fondi a supporto di un’iniziativa altrettanto innovativa e generosa: il programma Mind’s Eye del Solomon R. Guggenheim Museum.
Il grande successo che sta avendo il programma Mind’s Eye grazie anche alle nostre donazioni – ha dichiarato Giovanni Geddes da Filicaja – oltre a riempirci di orgoglio, ci offre la possibilità di estendere lo stesso modello non solo in altri musei della fondazione Guggenheim, ma anche in altre istituzioni d’arte nel resto del mondo, facendo sì che questa eccellenza continui a guidare la programmazione museale a favore delle persone non vedenti e ipovedenti. E non solo, il nostro desiderio è di rendere accessibile l’arte a tutte le persone in giro per il mondo”.
Mind’s Eye è stato creato dal dipartimento di educazione del Guggenheim proprio per regalare la gioia dell’arte anche a persone non vedenti o ipovedenti. L’arte, esattamente come la degustazione di un vino, coinvolge tutti i sensi, ed è questo filo rosso comune che ha spinto la maison bolgherese a donare il ricavato dell’annuale asta di Vendemmia d’Artista a questo programma.
Al termine dell’asta, che si è svolta online dal 1 al 9 settembre ed è stata battuta da Sotheby’s, Richard Armstrong, Direttore del Solomon R. Guggenheim Museum and Foundation ha dichiarato: “Grazie al continuo supporto di Ornellaia, il Guggenheim è stato in grado di offrire un maggiore accesso alla nostra programmazione e di ottenere un coinvolgimento del pubblico ancor più profondo. Esprimiamo la nostra gratitudine a Ornellaia per la loro generosità e per aver riconosciuto l’importanza di programmi come Mind’s Eye”.
ORNELLAIA VENDEMMIA D’ARTISTA “SOLARE”
Il progetto Ornellaia Vendemmia d’Artista celebra e descrive il carattere di ogni nuova annata di Ornellaia. Ogni anno, a partire dall’uscita di Ornellaia 2006, un artista contemporaneo firma un’opera d’arte creata per la tenuta e una serie di etichette in edizione limitata, traendo ispirazione da una parola scelta dal Direttore della tenuta Axel Heinz per descrivere l’annata, in questo caso “Solare”.
è stata un’annata di estremi, in cui sole e caldo hanno avuto un ruolo determinante. Adattandoci alle condizioni climatiche con pratiche più morbide e precise, abbiamo potuto dar voce a questa forte e decisa personalità dell’annata”.
Sul filo rosso di queste parole, Tomás Saraceno ha dato la sua interpretazione di Ornellaia 2017 Solare. L’artista ha tratto ispirazione dall’alleanza tra il sole e i sistemi viventi abitati, in un invito a una pratica di cura e rinnovata attenzione per la più importante fonte di energia del nostro pianeta: il sole, appunto, rappresentato nell’evoluzione di un’eclissi.
Il tema della sostenibilità è esplorato attraverso sfere fluttuanti come quelle di “Pneuma 4.21×105“, la scultura sospesa della Salmanazar, e le speciali etichette termocromiche, che come gli ecosistemi in cui viviamo, sono sensibili al calore.
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Inizia la vendemmia della Vernaccia di San Gimignano in buona parte del territorio, solo alcuni produttori preferiscono aspettare ancora una settimana per esposizione o scelta produttiva. Se il tempo si manterrà buono, in tre settimane si chiuderà la raccolta.
L’andamento stagionale è stato ottimale e tutte le fasi vegetative sono iniziate nella norma, molto buona la cacciata dei germogli e la fioritura così come allegagione e invaiatura, nessuno stress idrico, nessun evento meteorologico traumatico. Vigne bellissime e uve perfette figlie anche di un’anno in cui, a causa del lockdown, i produttori non hanno potuto dedicarsi ai soliti impegni commerciali, dalle fiere e agli eventi promozionali, ma solo alla cura della campagna.
La vendemmia della Vernaccia di San Gimignano parte con circa una settimana di anticipo rispetto al 2019. Ottimo lo stato sanitario delle uve, buona la quantità solo leggermente inferiore a quella dello scorso anno, il clima caldo, asciutto e ventilato di luglio e agosto ha permesso una perfetta maturazione, aiutata anche dalle piogge di fine agosto, mentre le notti fresche hanno preservato l’acidità.
Le premesse quindi ci sono tutte perché quella del 2020 si prospetti come un’ottima annata. Anche dal punto di vista meteorologico la raccolta è baciata dal sole, ma restano le preoccupazioni che poco hanno a che fare con la vendemmia e molto con la situazione creatasi con la pandemia, il conseguente lockdown e il crollo delle vendite, anche se continua la lenta ripresa degli imbottigliamenti, che nei primi otto mesi dell’anno registrano un calo tutto sommato contenuto, dell’8% rispetto al 2019.
Terminata la raccolta della Vernaccia sarà la volta delle uve rosse: anche il Sangiovese promette molto bene, ma è ancora presto per sbilanciarsi, il mese di settembre sarà decisivo per la qualità e quantità del vino che verrà.
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“Colli Berici – Le terre, le vigne, le ville” è il nuovo libro realizzato dal Consorzio Tutela Vini Colli Berici e Vicenza per celebrare il suo territorio. Il volume, redatto in italiano e inglese, racchiude la storia delle colline beriche, con un ampio spazio dedicato alla trasformazione della produzione vitivinicola della zona.
Il nostro territorio è forse meno noto di altri, ma non meno interessante – commenta Giovanni Ponchia, Direttore del Consorzio Tutela Vini Colli Berici e Vicenza – Siamo certi che questa pubblicazione potrà essere un aiuto per tutti coloro che vorranno avventurarsi per la prima volta alla scoperta dell’area berica, ma anche per far riscoprire questa zona a conoscitori e appassionati, con occhi diversi e nuove informazioni”.
Colli Berici – Le terre, le vigne, le ville dedica i primi capitoli alla nascita delle colline che circondano la città di Vicenza e la loro trasformazione fino ad oggi, concentrandosi sulla natura incontaminata, gli scorci più suggestivi e le ville neoclassiche che ne punteggiano il paesaggio. La storia vitivinicola e i vigneti simbolo dei Colli Berici sono i protagonisti della seconda sezione, che raccoglie anche l’andamento delle annate dal 2000 al 2019.
Per la realizzazione del progetto, il Consorzio Tutela Vini Colli Berici e Vicenza ha coinvolto, accanto alla penna del suo Direttore Giovanni Ponchia, anche lo scrittore Gianluca Sgreva, la geologa Alessandra Giorgianni, il Prof. Gianni Moriani, coordinatore del Master in Filosofia del cibo e del vino dell’Università San Raffaele di Milano, il ricercatore Crea-Ve Conegliano Diego Tomasi e il tecnico Arap Veneto Silvia Obber, con le foto di Claudio Portinari e Mauro Fermariello.
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Vendemmia eroica nelle colline del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore photo credits Beatrice Pilotto 3
Tempo di vendemmia per la denominazione Conegliano Valdobbiadene, dove le indagini svolte in campo dai tecnici incaricati dal Consorzio fanno intendere che nonostante le difficoltà di questo 2020 la natura ha seguito il suo corso e la qualità nel calice sarà assicurata.
“Il lavoro in vigneto – commenta Innocente Nardi, Presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg – si è svolto in questi mesi in modo regolare, compatibilmente con le restrizioni e con le nuove norme emanate per la gestione dell’emergenza Covid 19. In un anno come questo l’impegno dei viticoltori è stato ancora più intenso per garantire la consueta cura dei vigneti e poi la qualità finale del prodotto”.
Nei primi otto mesi del 2020 le vendite del nostro prodotto registrano un -3,8% che nel panorama generale si può definire un buon risultato, basti pensare al -40% del comparto della ristorazione. Le scelte del Consorzio per difendere il valore e il posizionamento del Conegliano Valdobbiadene hanno portato finora i risultati sperati, il valore dell’uva e quello del vino sono rimasti gli stessi dello scorso anno nonostante la speculazione dei mesi primaverili. La viticoltura eroica si difende costruendo valore e non con la quantità”.
Il 2020 da un punto di vista climatico si è distinto per un inverno che ha registrato temperature in linea con il periodo, seguito da una primavera soleggiata e asciutta e poi da un’estate mite e dalla piovosità diffusa. Le fasi fenologiche della vite hanno quindi seguito un andamento regolare. Proprio grazie a una primavera poco piovosa e soleggiata e a un’estate mite con precipitazioni distribuite lungo il periodo, le vigne oggi vantano grappoli sani, che non hanno subito scottature o momenti di disidratazione.
L’escursione termica che ha caratterizzato le settimane estive ha portato a un buon livello di acidità, fondamentale per ottenere spumanti con le giuste note di freschezza. La caratteristica di questo 2020 probabilmente sarà un’accentuazione delle peculiarità gustative tra i due estremi, nord ovest e sud est della denominazione, situazione che si verifica tipicamente nelle annate meno calde.
Le operazioni di raccolta inizieranno dalla zona di sud est, sui versanti maggiormente esposti al sole, spostandosi poi nel corso del mese di settembre man mano verso nord ovest. L’augurio è che le temperature si mantengano miti così da consentire ai viticoltori di portare in cantina uve più fresche.
Date le caratteristiche del territorio, contraddistinto da pendii molto ripidi e da saliscendi difficilmente accessibili ai macchinari, nel Conegliano Valdobbiadene sono richieste 6/700 ore per ettaro l’anno di lavoro manuale, rispetto alle medie di 150/200 ore lavoro per ettaro delle zone pianeggianti, dove la meccanizzazione è avanzata. Per questo, la vendemmia eroica rappresenta il momento di massima ingegnosità dei viticoltori del territorio.
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Ornellaia Vendemmia dArtista 2017 domani lasta Solare da Sothebys 1
L’inizio dell’asta online di Sotheby’s è previsto per domani, 1 settembre: i 12 lotti di bottiglie di Ornellaia Vendemmia d’Artista 2017 “Solare” sono pronti per essere aggiudicati ai migliori offerenti.
L’artista con cui Ornellaia ha scelto di collaborare quest’anno è l’argentino Tomás Saraceno, noto a livello internazionale per le sue installazioni interattive che propongono, in un’epoca di tumulto ecologico, nuovi modi sostenibili di vivere il nostro pianeta.
Il tema della sostenibilità ambientale è anche il filo rosso che unisce l’artista ad Ornellaia, realtà che da tempo grazie ad un’agricoltura di precisione, punta su ecosistemi capaci di autoregolarsi di fronte a condizioni climatiche diverse.
È infatti l’alleanza tra il sole e i sistemi viventi abitati il punto da cui è partito Tomás Saraceno per creare sia le etichette dei grandi formati che saranno oggetto dell’asta, sia l’opera site-specific dedicata alla tenuta.
Il lotto più prestigioso dell’asta è la scultura-Salmanazar, intitolata “Pneuma 4.21×105”, un’imponente 9 litri Ornellaia 2017 sormontata da una sfera flottante e sottili linee nere che si ancorano al collo.
Oltre a questa, altri 11 lotti verranno battuti da Sotheby’s: 9 contengono altrettante imperiali (6 L), che raffigurano le diverse fasi dell’eclissi solare, vendute singolarmente o in coppia con una seconda imperiale di Ornellaia etichetta classica.
Un altro gioiello dell’asta è una verticale unica delle ultime 6 annate di Ornellaia, in 12 bottiglie da 750ml con etichetta di Vendemmia d’Artista e in cassetta di legno celebrativa. Infine, chiude l’asta il lotto di 6 magnum di Ornellaia Bianco, declinato nelle ultime tre annate.
Anche l’etichetta celebrativa “Solare” per le bottiglie da 750 ml di Ornellaia 2017 racchiude una peculiarità: realizzata con carta termo-cromica, cambia colore al tocco della mano, invitando a riflettere sull’ impatto che le nostre azioni hanno sul pianeta. Sarà presente in un unico esemplare in ogni cassa di Ornellaia da 6.
Queste opere enologiche ed artistiche sono messe all’asta online dal 1 al 9 settembre 2020. Chiunque si registri sul sito web di Sothebys potrà visionare i lotti, lasciare un’offerta e partecipare all’asta internazionale. Collezionisti di tutto il mondo potranno aggiudicarsi un lotto di questa collezione, compiendo contestualmente anche un gesto di grande generosità.
Il profitto dell’asta verrà infatti devoluto, come anche già l’anno scorso, alla Fondazione Solomon R. Guggenheim a sostegno del programma “Mind’s Eye”, creato dal dipartimento di educazione del Guggenheim per aiutare le persone non vedenti o ipovedenti a sperimentare l’arte attraverso l’utilizzo degli altri sensi.
ORNELLAIA VENDEMMIA D’ARTISTA
Il progetto Ornellaia Vendemmia d’Artista celebra e descrive il carattere di ogni nuova annata di Ornellaia. Ogni anno, a partire dall’uscita di Ornellaia 2006, avvenuta a maggio 2009, un artista contemporaneo firma un’opera d’arte site specific e una serie di etichette in edizione limitata, traendo ispirazione da una parola scelta dal Direttore dell’azienda, Axel Heinz.
Il progetto prevede inoltre che in ogni cassa di Ornellaia una delle 6 bottiglie (da 750 ml) abbia un’etichetta creata dall’artista. Esattamente come negli anni precedenti, il progetto include un’edizione limitata di 111 bottiglie grande formato (100 Jeroboams (3 litri), 10 Imperiali (6 litri) e 1 Salmanazar (9 litri)) numerate e firmate personalmente dall’artista.
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Lessini Durello Spumante verso il record di produzione 15 milioni di bottiglie 1
Bene gli spumanti italiani nel primo semestre 2020, senza variazioni sostantive su base annua, in particolare per il Prosecco Doc e Docg e gli Charmat. Subiscono i maggiori cali (anche del 40-45%) i vini italiani riservati al settore Horeca, come vini rossi importanti, bollicine esclusive metodo tradizionale e lo Champagne (calo del 75% in Italia).
Crescono gli acquisti in Gdo (+16%), mentre l’e-commerce raddoppia i volumi ma non il fatturato. La miglior performance è quella dei vini a costo medio-basso. È quanto emerge dall’analisi Ovse-Ceves.
“Il calo di vendite-consumi di vini spumanti italiani sul mercato interno ed estero – spiega il fondatore Giampietro Comolli (nella foto) – è molto più contenuta e più differenziata rispetto alle dichiarazioni altisonanti lette tempo fa”.
Discorso totalmente diverso per vini tranquilli, seppur fortemente diversi tipologia per tipologia. Gli stessi dati della Gdp (canale nazionale che copre l’acquisto di 6 bottiglie su 10) confermano un incremento di acquisti e di atti di acquisto a livello nazionale in confronto con lo stesso periodo 2019, seppur con cali evidenti per certe tipologie, etichette, denominazioni”.
Sempre secondo i dati Ovse-Ceves, “fino al 10 marzo tutte le spedizioni programmate dalle cantine sono arrivate a destinazione, in pieno lockdown è scattata la corsa all’acquisto online e con il delivery conseguente, poi si sono riaperte le cantini per gli acquisti diretti diventando una fuga o scusa di riscatto dalle chiusure domestiche”.
Un altro dato interessante valutato da Ovse sono i metodi produttivi e i rispettivi volumi delle bollicine italiane pronte per il consumo durante i 100 giorni delle limitazioni degli spostamenti e della gestione d’impresa.
“Nei primi mesi dell’anno i vini spumanti ottenuti con il metodo italiano (Prosecco, Valdobbiadene, Lambrusco, Durello, Malvasia, Ortrugo, Muller, Pinot) sono già in spedizione – evidenzia Comolli – e per questo non hanno risentito del calo dei consumi, anzi”.
Viceversa i vini ottenuti con il metodo tradizionale classico (Franciacorta, Alta Langa, Trento, Monti Lessini, ecc..), fatto eccezione per i millesimi riserva e selezioni disponibili in cantina oppure già presso i distributori o clienti, solitamente vengono imbottigliati a primavera e le massicce spedizioni iniziano da maggio-giugno (bolle e dogana)”.
Un segnale positivo arriva dai primi Paesi importatori di vini spumanti: Usa, Uk e Giappone segnano una crescita in volumi (+2,5% sul 2019), a valori stabili. Un segnale reale e allarmante arriva dalla Francia per lo Champagne, che registra, sempre nei primi 100 giorni di emergenza Coronavirus, un calo dei consumi sul mercato interno pari a circa l’55% rispetto allo stesso semestre del 2019 e un calo del 45% per le spedizioni all’estero.
Su base annua le Case di Champagne stimano una perdita del 27-28% dei volumi e un danno economico di circa 1,7 mld/euro
In sintesi la ricerca di Ovse-Ceves (luglio 2020) sul comportamento degli italiani in generale rispetto all’acquisto e consumo di vino in periodo Covid (100 giorni, dal 9 marzo al 30 giugno) evidenzia:
Meno consumo di vini sostenibili e quelli più cari in senso generale
Più consumo di vini locali facili da trovare, più pubblicizzati e anche autoctoni
Più bottiglie a prezzo contenuto (limite sono i 10-11 euro a bottiglia su scaffale o in cantina)
Più vini di cantine grandi, note, diffuse che danno garanzie
Più acquisti online e eno-commerce
Meno acquisti diretti in cantina soprattutto nei territori e grandi DO dove avvenivano eventi, fiere, degustazioni, primeur
Più delivery
Meno acquisto di Champagne
Più acquisto di Prosecco Superiore Docg e Prosecco Doc (molti in abbinamento con Aperol o Campari)
Più vini bianchi tranquilli noti e di annata recente
Meno vini rossi tranquilli top selezionati riserve e più noti dell’alta gamma
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Il Presidente del Consorzio Tutela Vini Collio, David Buzzinelli, esprime la sua soddisfazione per una vendemmia che si preannuncia positiva: “Ci attendiamo un’annata 2020 molto buona sotto il profilo della qualità”.
La stagione è stata ottima dal punto di vista climatico e della salute delle viti. Troviamo delle uve in grande equilibrio e, complice la poca quantità, possiamo dire di trovarci dinnanzi ad una vendemmia di qualità superiore”.
La vendemmia dei vini della Doc Collio, già iniziata con la raccolta di qualche partita di varietà precoci e particolarmente esposte, entrerà nel vivo la prima settimana di settembre partendo dalle zone più calde come Cormons e Capriva del Friuli per poi allargarsi alle altre aree disciplinate dalla Doc Collio.
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Malghe in Fermento e siamovignaioli i formaggi incontrano i vignaioli del Trentino 1
L’Institute of Masters of Wine ha annunciato 16 nuovi Masters of Wine, portando così il numero ad un totale di totale di 409 nel mondo, basati in 30 paesi.
I nuovi MW, da nove diversi paesi, sono Mike Best MW (Regno Unito), Nick Bielak MW (Regno Unito), Beans Boughton MW (Emirati Arabi Uniti), Duane Coates MW (Australia), Jacqueline Cole Blisson MW (Canada), Róisín Curley MW ( Irlanda), Tracey Dobbin MW (Francia), Heidi Hansen MW (Norvegia), Christophe Heynen MW (Belgio), Annette Lacey MW (Australia), Ido Lewinsohn MW (Israele), William Lowe MW (Regno Unito), Geoffrey Moss MW (Canada ), Ray O’Connor MW (Regno Unito), Adam Porter MW (Regno Unito) e Louise Wilson MW (Canada).
I nuovi membri dell’Imw hanno dimostrato la loro comprensione di tutti gli aspetti del vino superando l’esame Master of Wine, riconosciuto in tutto il mondo per il suo rigore e gli standard elevati.
L’esame MW si compone di tre fasi; esami di teoria, esami di degustazione e un elaborato finale (Research Paper – Rp). L’Rp è uno studio approfondito su un argomento legato al vino in una qualsiasi area delle scienze, delle arti, delle scienze umane o delle scienze sociali.
Oltre a superare l’esame, e prima che i nuovi membri abbiano il diritto di utilizzare il titolo Master of Wine o le iniziali MW, sono tenuti a firmare il codice di condotta dell’Imw. Firmando il codice di condotta accettano di agire con onestà, integrità e di utilizzare ogni opportunità per condividere la loro comprensione del vino con gli altri.
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Sartori accoglie il nuovo direttore generale Francesco De Alessi
Francesco De Alessi è il nuovo direttore commerciale generale e marketing di Sartori, noto marchio del vino veronese. “Siamo entusiasti che Francesco si sia unito al nostro team dove, grazie alla sua esperienza, passione e le sue competenze di vendite e marketing darà sicuramente un grandissimo valore aggiunto per perseguire obiettivi ancora più ambiziosi per il nostro brand”, afferma Andrea Sartori, Presidente della Casa Vinicola Sartori.
De Alessi arriva da un’esperienza lunga 14 anni nel gruppo Santa Margherita dove, dopo aver viaggiato tra Europa, Asia e Nord America, ha ricoperto con successo il ruolo di direttore export globale negli ultimi 4 anni.
Casa Vinicola Sartori, fondata nel 1898, è oggi un’azienda dalla vocazione internazionale, situata in Valpolicella. La cantina produce una gamma ampia di vini come Amarone, Ripasso, Valpolicella, oltre a Doc veronesi come Soave e Bardolino.
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Vendemmia 2020 Confagricoltura Toscana Bene in vigna male in banca colpizzi
“Un’altra annata buona, possiamo anche azzardare a dire ottima, ma la situazione economica delle aziende è invece preoccupante”. Questo il commento Francesco Colpizzi, presidente della Federazione Vitivinicola di Confagricoltura Toscana, in merito alla vendemmia 2020 in Toscana.
La qualità delle uve dipenderà dall’andamento climatico dei prossimi 40 giorni, con una produzione – secondo le prime proiezioni – inferiore del 10% rispetto allo scorso anno.
La raccolta è già iniziata per alcune varietà precoci e i primi segnali sono positivi. La temperatura e le piogge sono state regolari e hanno favorito la buona maturazione delle uve. Non abbiamo riscontrato stress fisiologici, direi che le premesse sono più che positive”.
In ogni caso, non mancano le preoccupazioni. “Il problema principale è la liquidità delle aziende – spiega Colpizzi – Nel decreto Cura Italia è prevista una forma di finanziamento che mette a garanzia i vini presenti in cantina”.
Lo strumento ci sembrava finalmente snello e intelligente, ma fa rabbia che gli uffici ministeriali non abbiano emanato i decreti attuativi a distanza di mesi, rendendo di fatto la misura inutile. Una beffa che sta danneggiando tantissime aziende”.
A subire i colpi del lockdown sono soprattutto le attività che non lavorano con la Grande distribuzione, ma con ristoranti e locali che hanno azzerato le vendite nei periodi da marzo a maggio e che tuttora sono in difficoltà nelle città d’arte.
Da giugno però si registrano segnali di ripresa, con aumenti delle vendite vicine al 30% che non compensano le perdite sofferte, ma lasciano sperare positivamente.
Ma è un anno particolare, il cui andamento sarà valutabile solo alla fine considerato il clima di incertezza. Di certo – aggiunge Colpizzi – la decisione degli Usa di non introdurre i dazi per i vini italiani è stata più che positiva, considerando che la Toscana esporta circa il 30% dei suoi vini negli Stati Uniti”.
Ciò che non cambia mai, sono i danni da ungulati. “Ormai non parliamo più di emergenza, ma di danno strutturale con cui gli agricoltori devono fare i conti ogni anno. Manca la volontà politica di risolvere il problema e questo vuoto colpevole costa ogni anno anche un decimo della produzione. È necessario intervenire, non sappiamo più come dirlo all’amministrazione regionale”.
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Ottima l’annata 2020 per il Soave. Preceduta da un inverno mite e siccitoso, il germogliamento è partito con sostanziale anticipo rispetto alla stagione precedente. I mesi di aprile e maggio sono stati perturbati e piovosi, e le basse temperature registrate hanno rallentato la corsa delle viti per arrivare alla fioritura in giugno in perfetto stato.
I mesi estivi hanno registrato temperature senza estremi, ventilazione e un perfetto apporto idrico che hanno portato le vigne a essere rigogliose e sane, senza attacchi di peronospora o altre malattie. Un po’ più preoccupante è l’aumento di mal dell’esca e flavescenza dorata che è però costantemente monitorata dai tecnici delle “Sentinelle del Soave” che stanno effettuando interventi puntuali ed efficaci.
Ci stiamo preparando a una vendemmia da un lato estremamente promettente, dall’altro con qualche nuvola all’orizzonte – dice Sandro Gini, presidente del Consorzio – il nostro Consorzio si è dimostrato reattivo e in grado di rispondere alle problematiche che ci si sono poste davanti e siamo sicuri che saprà reagire con prontezza anche in futuro”.
Le vigne di Garganega e Trebbiano di Soave sono quindi in ottimo stato e con un produzione nella media. La scelta del Consiglio di avere prudentemente abbassato le rese per la vendemmia 2020 arriva quindi a sottolineare una grande attenzione in vigneto, selezionando quelli migliori per la produzione del vino Soave che anche quest’anno raggiungerà i 450.000 ettolitri, in linea con le richieste del mercato.
Dati incoraggianti inoltre sono quelli che vengono dagli imbottigliamenti, che stanno recuperando rispetto ai primi mesi dell’anno, segno di una maggiore fiducia e richiesta di prodotto sui mercati di elezione del Soave, in particolar modo la Germania.
La vendemmia per le terre del Soave dunque è prevista per il 20 di settembre, solo qualche giorno di anticipo rispetto agli scorsi anni, con una garganega allungata e spargola e con le acidità che sono aiutate dalle importanti escursioni termiche che si stanno registrando e che sono ottimali per la freschezza ma anche per i profumi floreali di fiori d’acacia e camomilla del Soave.
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Un 2020 che in Ornellaia a Bolgheri, ha regalato un andamento delle stagioni molto bilanciato e regolare, lasciando prevedere un’ottima vendemmia. Un’annata anomala solo dal punto di vista sociale con l’emergenza Covid che ho costretto ad una riorganizzazione del lavoro.
Già da aprile – spiega Axel Heinz, direttore di tenuta – abbiamo riorganizzato la cantina dove operano circa 20 persone, mentre nei vigneti il distanziamento è naturale. Abbiamo cambiato le modalità di lavoro senza modificare l’operatività e soprattutto senza rinunciare ai nostri standard qualitativi. È stata una sfida”.
“La parola d’ordine della prima vendemmia post Covid‐19 è ‘resilienza con fiducia‘ – continua il Direttore – Il nostro impegno è lavorare come di consueto interpretando al meglio l’annata e preservando lo stile e l’identità di Ornellaia”.
Fatta eccezione di qualche notte particolarmente fredda a marzo la primavera è stata soleggiata e con qualche pioggia al momento opportuno ed ha garantito uno sviluppo vegetativo corretto ed omogeneo, portando ad una fioritura anticipata solo di una settimana.
L’allegagione è stata molto buona ed ha assicurato le basi per un ottimo livello produttivo che oggi, ad agosto, è pienamente confermato. L’estate è iniziata con un mese di giugno più piovoso della norma, costringendo il team di Ornellaia ad un periodo di intenso lavoro in vigna per contenere e proteggere la vegetazione in piena crescita.
Luglio, in compenso, si è svolto quasi senza precipitazioni, facendo rallentare lo sviluppo delle viti giusto in tempo per l’invaiatura, arrivata nell’ultima decade del mese.
La vendemmia è iniziata con circa una settimana di anticipo, il 13 agosto, con i primi grappoli di Sauvignon Blanc e di Viogner e si prevede di iniziare la raccolta per le varietà rosse tra gli ultimi giorni di agosto e la prima settimana di settembre. Le premesse per la vendemmia del 2020 sono ottime ma, come ogni anno, saranno le condizioni di settembre a decidere della qualità finale dell’annata.
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A partire dall’imminente vendemmia 2020 Riccardo Cotarella e nel suo Team saranno a capo della gamma vini di Villa Crespia, guidando tutte le fasi della produzione, in campagna e in cantina. In un anno difficile in cui il lockdown a messo a dura prova molte aziende, Villa Crespia punta sulla figura del noto enologo per la produzione di vini di qualità che siano in grado di valorizzare al massimo il territorio di Franciacorta.
A valle del completo ingresso in Azienda della seconda generazione della Famiglia, la cantina si pone come obiettivo il perfezionamento di tutta la selezione dei vini alla ricerca dell’eccellenza. Investire quindi sulla qualità del prodotto per provare a cogliere i segnali di un mercato sempre più competitivo ed una clientela sempre più esigente.
Villa Crespia ha riconosciuto nella figura di Cotarella il miglior timoniere possibile per competenze, professionalità, passione per poter guidare questo processo di crescita.
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A nemmeno un mese dall’iscrizione della Dop nel registro eAmbrosia da parte della Commissione Europea, il Consorzio Pinot Grigio Delle Venezie Doc ottiene finalmente dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (Mipaaf) il riconoscimento ufficiale e l’attribuzione dell’incarico a svolgere le legittime funzioni di promozione, valorizzazione, tutela, vigilanza, informazione (di cui all’articolo 41, comma 1 e 4 della legge 12 dicembre 2016, n. 238 per la Doc “delle Venezie”).
Ora diventiamo ufficialmente soggetto attivo anche nell’ambito dei finanziamenti per la promozione e valorizzazione del Pinot Grigio Delle Venezie Doc e potremo ripartire nel 2021 con un’offensiva decisa sui mercati mondiali”, dichiara il Presidente Albino Armani.
“Questo ultimo traguardo, conseguito grazie all’impegno illuminato, la dedizione e la grande competenza di Bepi Catarin, premia il lavoro svolto in modo sinergico e coordinato dalle regioni Veneto e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e dalla Provincia Autonoma di Trento, al fine di tutelare e accrescere il valore della nostra filiera vitivinicola, che rappresenta il primo vino bianco fermo delle nostre esportazioni e una grande ricchezza del nostro sistema vitivinicolo nazionale”.
Con il Decreto Ministeriale dell’11 agosto 2020 si è concluso rapidamente l’iter di richiesta del riconoscimento avviato lo scorso 23 luglio, arrivato, come auspicato dal Consorzio, in tempo per questa vendemmia che tra pochi giorni inizierà in alcune aree di produzione del Pinot Grigio delle Venezie.
È solo nell’aprile del 2017 che viene formalizzata la nascita del Consorzio di Tutela, con la conseguente sostituzione della preesistente Igt e l’obbligo, dal 1° agosto 2018, di imbottigliare solo Pinot Grigio Delle Venezie Doc.
Ora questa Denominazione interregionale entra a pieno titolo nel ruolo di tutela, promozione e informazione di un’unica grande identità condivisa e radicata nel territorio delle Venezie, il Pinot grigio, allo scopo di affrontare in maniera coordinata i mercati internazionali, definendone uno stile e tutelandone l’immagine nel mondo.
Per l’anno prossimo il Consorzio punta non solo a rafforzare ulteriormente le posizioni acquisite sulle principali piazze di riferimento, tra cui Uk e Usa, animati da turbolenze legate ai temi Brexit e dazi che preoccupano la filiera, ma intende aprire una strada anche verso Paesi nuovi, dove il Pinot grigio delle Venezie è assente o marginalmente presente.
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