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Enoturismo Italia: il report di Ceseo e Movimento Turismo del Vino


Enoturismo Italia. Si è tenuta a Roma, presso Palazzo Giustiniani, la presentazione della prima indagine del Movimento Turismo del Vino (MTV) e del CESEO – Centro Studi Enoturismo e Oleoturismo dell’Università LUMSA. L’evento ha segnato l’avvio ufficiale del nuovo osservatorio sul settore, con un panel di esperti tra cui Donatella Cinelli Colombini (direttore CESEO), Violante Gardini Cinelli Colombini (presidente MTV) e Antonello Maruotti (ordinario di Statistica presso LUMSA).Movimento Turismo del Vino (MTV) CESEO – Centro Studi Enoturismo e Oleoturismo

enoturismo italiaUn settore in espansione, ma con criticità

Secondo il rapporto “Turismo del vino: tra nuove sfide e opportunità”, l’enoturismo registra una crescita del 13% annuo a livello globale (fonte FMI). Il 53% delle cantine analizzate ha registrato un aumento del fatturato nel 2023, con un incremento a doppia cifra per 1 azienda su 4. Tuttavia, l’81% delle cantine segnala un aumento dei costi di gestione, con incrementi tra il 5% e il 25% che riducono i margini, colpendo soprattutto le micro-imprese (64% del campione) e le piccole imprese (31%). Solo il 9% delle cantine supera i 2 milioni di euro di fatturato annuo.

Competenze e formazione: un gap da colmare

Uno degli aspetti più critici emersi riguarda la professionalizzazione dell’accoglienza: solo il 38% delle cantine dispone di personale specializzato in Wine Hospitality, mentre nel 63% dei casi è il titolare stesso a occuparsi dei visitatori. La mancanza di figure dedicate è dovuta alla difficoltà di sostenere costi aggiuntivi, nonostante la crescente richiesta di esperienze di alta qualità.https://www.winemag.it/valpolicella-7-aziende-su-10-intendono-investire-in-enoturismo/

Hospitality e diversificazione dell’offerta

Il Movimento Turismo del Vino, da oltre trent’anni, ha contribuito a trasformare l’esperienza in cantina, rendendola più inclusiva e accessibile.

  • Il 43% delle aziende è certificato BIO e il 38% adotta pratiche di agricoltura sostenibile, dati ben superiori alla media italiana del 19,8% (Fonte Metes).
  • Il 33% delle cantine organizza pic-nic in vigna, il 30% passeggiate tra i filari, il 25% cene con il produttore e il 20% corsi di cucina.
  • Il 38% delle aziende ha spazi dedicati ai bambini, con fattorie didattiche e aree gioco.
  • Il 26% delle cantine offre stazioni di ricarica per auto elettriche, segnale di attenzione alla mobilità sostenibile.
  • Le wine experience hanno un costo medio di 25 euro, con un range che va dai 15 ai 150 euro.
  • Il 68% delle cantine accetta visitatori senza appuntamento, mentre l’85% è aperto tutto l’anno. enoturismo italia

Enoturismo Italiano tra digitale e intelligenza artificiale: il futuro è qui

La ricerca evidenzia una forte presenza delle cantine sui social media:

  • Facebook (97%) e Instagram (96%) sono i canali più usati.
  • LinkedIn (37%) è ancora marginale, mentre TikTok è adottato solo dal 7%.
  • Il 42% delle aziende registra meno di 1.000 visite al mese sul sito web, segnale di un potenziale di digitalizzazione ancora inespresso.
  • Solo il 21% utilizza un CRM (Customer Relationship Management) per fidelizzare la clientela.

L’Intelligenza Artificiale (AI) è impiegata solo dal 20% delle aziende, principalmente per marketing (63%), comunicazione digitale (70%) e gestione delle prenotazioni (35%). Solo l’8% la utilizza nei processi produttivi. L’adozione dell’AI è ancora frenata dalla percezione di costi elevati e dalla tradizionale gestione familiare di molte cantine. enoturismo italia

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Uomini à la carte. Come trovare il partner ideale sapendo cosa mangia (e cosa beve)

Chi è il tuo uomo ideale? Uno Champagne raffinato o un Barolo strutturato? Un passionale Uomo Carbonara o un intrigante Uomo Tiramisù? Da oggi, per scoprirlo, basterà dare un’occhiata alla sua scelta a tavola e nel calice. Arriva Uomini à la carte (Leonardo J. Edizioni), il nuovo libro firmato da Francesca Negri e Anna Mazzotti, una guida semiseria che incrocia il mondo del food & wine con quello delle relazioni sentimentali. Una bussola enogastronomica per aiutare le lettrici (e perché no, anche i lettori) a decifrare il partner ideale attraverso il suo gusto in fatto di cibo e vino.

CIBO E VINO DICONO CHI SEI

Secondo le autrici, le scelte alimentari non sono solo una questione di gusto o salute, ma rivelano tratti della personalità e persino predisposizioni emotive e comportamentali. Il libro inizia proprio analizzando questa connessione, spiegando come un uomo che ama la bistecca possa essere intrepido e sicuro di sé, mentre chi opta per un’insalata leggera tenda a essere più attento al benessere. Allo stesso modo, le preferenze enologiche possono rivelare molto di una persona: il tipo da Gewürztraminer è modaiolo e riluttante ai vini troppo “machi”, mentre chi predilige il frizzante è un affascinante bon vivant, difficile da catturare.

50 PROFILI ENOGASTRONOMICI PER INDIVIDUARE IL PARTNER PERFETTO

La seconda parte del libro propone un vero e proprio menu di personalità maschili, legate ai piatti più iconici e ai vini più rappresentativi. Tra i più curiosi troviamo:

  • L’Uomo Pizza, che si svela attraverso la sua ordinazione (Margherita? Tranquillo e senza pretese. Capricciosa? Equilibrato ma imprevedibile. Würstel e patatine? Meglio scappare!).
  • L’Uomo BBQ, verace e coriaceo, per cui il barbecue è un vero e proprio rito.
  • L’Uomo Canederlo, concreto ma dal cuore morbido.
  • L’Uomo Tiramisù, dolce e avvolgente, ma amante delle attenzioni.
  • L’Uomo Pinot Nero, elegante e complesso, ma con sfaccettature tutte da scoprire.

Non manca poi la figura mitologica dell’Uomo Wine Lover, colui che sovverte ogni regola della tavola, scegliendo prima il vino e poi il cibo da abbinarci. In base alla sua etichetta preferita, si possono trarre indizi sul suo carattere: il tipo da Champagne è raffinato e amante del lusso, il Barolo è un uomo solido e sicuro di sé, mentre il Prosecco è il classico spirito libero.

COME CONQUISTARLO (O FUGGIRE A GAMBE LEVATE)

Una volta individuato il proprio uomo ideale, il libro offre consigli pratici per conquistarlo attraverso cibo, vino, atmosfera e persino abbigliamento. Ma attenzione: non tutti gli appuntamenti riescono col buco della ciambella. Il capitolo Incipriata e Fuga elenca dieci validi motivi per lasciar perdere, dal Contabile che divide il conto al centesimo, al Finto bevitore che dopo un bicchiere di vino pensa di avere a che fare con un’alcolista.

Chiude il volume una divertente scheda di degustazione, pensata per annotare e valutare i tipi di uomini incontrati, con una precisazione ironica delle autrici: “Nessun uomo è stato maltrattato per scrivere questo libro. Nemmeno quelli astemi”.

DOVE ACQUISTARE UOMINI À LA CARTE

Uomini à la carte (Leonardo J. Edizioni, 140 pagine, 19,90 euro) è disponibile esclusivamente su Amazon a questo link: https://amzn.eu/d/dpEBISM. Un libro perfetto per chi ama il buon cibo, il buon vino e, soprattutto, vuole divertirsi esplorando il mondo delle relazioni sentimentali attraverso un’insolita chiave di lettura gastronomica.

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Etichette allarmistiche vino: Coldiretti e Filiera Italia pronte alla mobilitazione


Coldiretti
e Filiera Italia si preparano alla mobilitazione contro la proposta della Commissione Europea di introdurre etichette allarmistiche sulle bottiglie di vino e nuove tassazioni sul settore. Una misura che rischia di penalizzare un comparto strategico del Made in Italy, che conta 240 mila viticoltori e garantisce lavoro a 1,3 milioni di persone lungo la filiera.
Le due organizzazioni hanno inviato una lettera al presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen e ai commissari Raffaele Fitto (Coesione e Riforme), Cristophe Hansen (Agricoltura) e Olivér Várhelyi (Salute). La richiesta è di respingere la proposta contenuta nello Staff Working Document pubblicato il 4 febbraio dalla Direzione Generale per la Salute e la Sicurezza Alimentare (Dg Sante). Questo documento, finalizzato alla revisione del Piano europeo di lotta contro il cancro, prevede l’introduzione di messaggi dissuasivi sui prodotti vitivinicoli e un possibile aumento della tassazione.

«NO AD ETICHETTE ALLARMISTICHE SUL VINO»

«Non accetteremo mai una forma di etichettatura che penalizzi un settore che l’Unione Europea dovrebbe invece valorizzare” afferma Ettore Prandini, presidente di Coldiretti (nella foto di copertina). «È impensabile – dichiara – che la stessa UE che da anni rinvia provvedimenti fondamentali per la trasparenza e la salute, come l’obbligo di etichettatura d’origine su tutti gli alimenti, ora promuova misure di stampo ideologico». Dello stesso avviso Vincenzo Gesmundo, segretario generale di Coldiretti: «Questa non è l’Europa che vogliamo né quella che vogliono le imprese agricole e i consumatori italiani. Decisioni prive di basi scientifiche, come le etichette allarmistiche o il Nutriscore, finiscono per favorire alimenti ultraprocessati realmente dannosi per la salute».

ETICHETTE ALLARMISTICHE SUL VINO: LETTERA ALLA COMMISSIONE EUROPEA

Nella lettera inviata alla Commissione Europea, Coldiretti e Filiera Italia ribadiscono l’importanza della prevenzione e della promozione di stili di vita sani, ma contestano con fermezza misure che colpirebbero ingiustamente un settore che vale quasi 14 miliardi di euro. «Il vino – dichiara Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia – non è solo una bevanda alcolica, ma un prodotto agricolo che nasce dalla terra e dal lavoro di milioni di agricoltori».

«È cultura, tradizione, identità – continua – parte della nostra storia e del nostro territorio. L’atteggiamento della Commissione lascia dubbi sulla reale volontà di tutelare il settore agricolo europeo». Coldiretti e Filiera Italia chiedono quindi alla Commissione Europea di eliminare dal proprio documento di lavoro ogni riferimento all’introduzione di etichette sanitarie allarmistiche e di nuove tasse ingiustificate sul vino, scongiurando un colpo durissimo a un pilastro dell’economia e della cultura enogastronomica italiana.

Angeli e demoni: vino vs energy drink

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Codice della strada, in Liguria: “Wine is pleasure: bevi giusto, bevi ligure”


Sensibilizzare i consumatori a un consumo consapevole e responsabile del vino, valorizzando al tempo stesso le eccellenze enologiche liguri. Anche, anzi soprattutto, a fronte dell’inasprimento delle multe per l’alcol alla guida. Con questo obiettivo nasce Wine is Pleasure: bevi giusto, bevi ligure, iniziativa promossa da Fipe Confcommercio delle province di Imperia e Savona e dalla rete di imprese Vite in Riviera. Il progetto, presentato ufficialmente a inizio settimana con due conferenze stampa a Ortovero e Imperia, prevede azioni concrete per la diffusione di una cultura enogastronomica responsabile e di qualità.

INASPRIMENTO MULTE ALCOL: PORTA A CASA LA BOTTIGLIA DAL RISTORANTE

Una delle proposte più innovative del progetto riguarda la possibilità, per i clienti di bar, ristoranti e vinerie aderenti, di portare a casa la bottiglia di vino non completamente consumata. Il servizio, reso possibile grazie alla collaborazione con un’azienda specializzata in imballaggi alimentari, mira a garantire maggiore serenità ai clienti e a promuovere la degustazione consapevole dei vini locali. L’idea nasce in risposta alle sempre più stringenti normative del Codice della Strada e alla crescente attenzione dei consumatori verso la sicurezza. In questo modo, il piacere della convivialità non si interrompe al ristorante, ma può proseguire anche a casa, evitando sprechi e promuovendo il consumo equilibrato.

CORSI DI FORMAZIONE PER GLI OPERATORI DEL SETTORE WINE

L’iniziativa Wine is Pleasure non si limita alla sensibilizzazione dei consumatori, ma punta anche alla crescita professionale degli operatori del settore. A breve saranno attivati corsi di formazione gratuiti rivolti a ristoratori, enotecari e addetti ai lavori del settore Wine. Le tematiche trattate spazieranno dalla conoscenza dei prodotti tipici liguri alle tecniche di servizio in sala, fino agli abbinamenti cibo-vino.

Il presidente di Fipe Confcommercio Savona, Carlo Maria Balzola, ha sottolineato l’importanza della formazione per valorizzare il settore enogastronomico: «Non si tratta solo di promuovere un consumo responsabile, ma anche di formare i professionisti affinché possano proporre un’offerta di qualità. La nostra stretta collaborazione con Vite in Riviera porterà benefici concreti al territorio. E contribuirà a incentivare un turismo enogastronomico sempre più attento alla qualità».

Dello stesso parere Enrico Calvi, presidente provinciale di Fipe Confcommercio Imperia: «Il vino è convivialità, cultura e tradizione. Dobbiamo trovare un equilibrio tra piacere e sicurezza, e la nostra iniziativa si muove proprio in questa direzione. Inoltre, grazie ai corsi di formazione, vogliamo aiutare gli operatori a migliorare la conoscenza dei vini locali e a rendere ancora più competitiva la nostra ristorazione».

FIPE E VITE IN RIVIERA INSIEME VERSO VINITALY 2025

Soddisfazione anche da parte di Vite in Riviera, rete che riunisce una ventina di aziende vinicole delle province di Imperia e Savona. «L’enogastronomia – dichiara Massimo Enrico, presidente della rete – è un pilastro della nostra cultura e del Made in Italy. Il nostro obiettivo è tutelare e promuovere il consumo consapevole del vino, senza dimenticare il valore economico e identitario che questo settore rappresenta per la Liguria. Con Fipe Confcommercio condividiamo la volontà di valorizzare il nostro territorio, le sue cantine e le sue tradizioni». La sinergia tra Fipe Confcommercio e Vite in Riviera proseguirà nel corso dell’anno con una serie di eventi, tra cui “Le Prime di Vite in Riviera”, in programma ad Albenga il 23 e 24 marzo. Si tratta di un’anteprima esclusiva delle novità che saranno presentate al Vinitaly 2025. https://www.viteinriviera.it/

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Effetti consumo vino e alcol sulla salute: una ricerca americana cambia tutto

Il dibattito negli Stati Uniti sul legame tra consumo di alcol e salute si arricchisce di nuovi elementi grazie al rapporto “Review of Evidence on Alcohol and Health” della National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine (NASEM), uno dei più autorevoli organi scientifici statunitensi. Il risultato è una revisione completa delle evidenze scientifiche sugli effetti del consumo di alcol sulla salute. Questo studio, tra i più importanti nel panorama scientifico internazionale, fornisce una revisione approfondita delle evidenze disponibili sugli effetti del consumo di alcol, distinguendo in modo chiaro tra consumo moderato e abuso.

Il rapporto evidenzia come un consumo moderato di alcol possa essere associato a benefici cardiovascolari e a una riduzione del rischio di mortalità generale. Tuttavia, conferma anche un aumento del rischio di tumore al seno e sottolinea la necessità di ulteriori ricerche per approfondire il legame con altre patologie oncologiche. Il rapporto completo è disponibile al seguente link.

«BEN OLTRE L’ALLARMISMO DELL’OMS»

Questa revisione introduce una prospettiva più articolata rispetto alle posizioni più allarmistiche adottate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dal Surgeon General USA, evidenziando con maggiore chiarezza la distinzione tra consumo moderato e abuso di alcol. Il rapporto NASEM ribadisce, inoltre, l’importanza di condurre ulteriori studi per approfondire il legame tra consumo moderato di alcol e il rischio di specifiche patologie, al fine di colmare le attuali lacune conoscitive. Le evidenze emergenti potranno contribuire a definire raccomandazioni più dettagliate e mirate nelle future Dietary Guidelines for Americans, supportando lo sviluppo di politiche di salute pubblica fondate su dati scientifici aggiornati e rigorosi.

GIACOSA (IRVAS): «ANALISI SCIENTIFICA EQUILIBRATA»

A commentare il rapporto è il professor Attilio Giacosa, presidente di IRVAS, l’Istituto per la Ricerca su Vino, Alimentazione e Salute, nato per promuovere e facilitare la diffusione della conoscenza e dell’informazione di temi riguardanti la dieta mediterranea e il consumo moderato e consapevole di vino, in rapporto ad una corretta alimentazione, alla salute e al benessere della popolazione, salvaguardando e valorizzando la cultura del territorio. «Il rapporto della National Academies of Sciences – sottolinea Giacosa – propone un’analisi scientifica più equilibrata sul consumo di alcol, distinguendo in modo chiaro tra consumo moderato e abuso. I principali rischi per la salute emergono infatti in relazione a un consumo eccessivo e prolungato.

Allo stesso tempo, il rapporto evidenzia la necessità di approfondire ulteriormente i potenziali rischi associati al consumo moderato, in particolare per alcune patologie oncologiche. «Le politiche di salute pubblica – aggiunge Attilio Giacosa – devono riflettere questa complessità, promuovendo un’informazione chiara e completa che consenta ai cittadini di compiere scelte consapevoli e responsabili. Se da un lato la ricerca scientifica deve continuare a indagare i possibili rischi legati al consumo moderato di alcol, dall’altro è essenziale evitare di demonizzare comportamenti che, se inseriti in uno stile di vita sano ed equilibrato, possono non comportare effetti negativi. Serve equilibrio e responsabilità, tanto nella comunicazione quanto nell’elaborazione delle politiche di salute pubblica». IRVAS NASEM

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Elena Salviucci nuova presidente della Strada del Vino Orcia


Elena Salviucci
è la nuova presidente della Strada del Vino Orcia. La giovane produttrice, titolare della cantina Campotondo, guiderà per i prossimi tre anni l’associazione che raggruppa i 12 comuni della denominazione Orcia Doc. Insieme agli enti, cantine e realtà produttive locali. La nomina della 29enne è avvenuta il 9 gennaio durante il primo Consiglio del nuovo corso dell’associazione. Ad affiancarla saranno i vicepresidenti Andrea Francini, sindaco di Trequanda, e Marco Bartoli, sindaco di San Quirico d’Orcia.

Nel Consiglio di amministrazione della Strada del Vino Orcia siedono figure come Giulitta Zamperini, presidente del Consorzio del Vino Orcia. Presenti inoltre personalità locali impegnate nella valorizzazione del territorio. «La mia missione – ha dichiarato Elena Salviucci – sarà consolidare un sistema turistico integrato che unisca Val d’Orcia, Amiata e Valdichiana Senese. Promuovendo un’immagine unitaria per il marketing territoriale, con un focus sull’agroalimentare e sull’integrazione delle offerte turistiche locali».

TURISMO RIGENERATIVO E SOSTENIBILE LUNGO LA STRADA DEL VINO ORCIA

Tra le priorità della nuova presidente della Strada del Vino Orcia c’è lo sviluppo di un turismo rigenerativo. Un modello che mira a creare benefici duraturi per i territori, le comunità e i visitatori. Questo approccio punta a promuovere un’offerta turistica di qualità, sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale, e a rafforzare la rete locale di imprese, migliorando l’accoglienza e incentivando una permanenza più lunga dei turisti.

Fondata nel 2003, la Strada del Vino Orcia comprende località di straordinaria bellezza, tra cui Pienza, Montalcino, Radicofani e San Quirico d’Orcia, e celebra la Val d’Orcia, riconosciuta nel 2004 Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. Questo territorio iconico rappresenta la quintessenza della campagna toscana, con paesaggi da cartolina e un invito a immergersi in un luogo dove natura, cultura e tradizioni si fondono armoniosamente. Elena Salviucci cantina Campotondo

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Promozione settore vinicolo: come accedere ai finanziamenti in Ue?

La promozione del settore vinicolo nell’Unione Europea è sostenuta attraverso finanziamenti che provengono principalmente da fondi comunitari e, in parte, da fondi nazionali. Ecco una panoramica delle principali fonti di finanziamento.

1. Fondi dell’Organizzazione Comune del Mercato (OCM) Vino

  • La Politica Agricola Comune (PAC) dell’UE prevede uno specifico programma per il settore vitivinicolo, gestito attraverso l’OCM Vino.
  • Ogni stato membro riceve una dotazione finanziaria annuale per il proprio “Programma Nazionale di Sostegno” (PNS), che include misure per la promozione del vino, sia all’interno dell’UE che nei mercati extra-UE.
  • Obiettivi principali dei fondi OCM per la promozione:
    • Incrementare le esportazioni.
    • Aumentare la competitività dei vini europei nei mercati internazionali.
    • Sostenere la qualità e l’immagine dei vini europei.

2. Cofinanziamento da parte degli Stati Membri

  • Gli stati membri dell’UE partecipano con una quota di cofinanziamento per le misure di promozione del vino, integrando i fondi europei.
  • La percentuale di cofinanziamento varia in base alla misura e al paese, ma in generale i produttori devono contribuire con una parte dei costi.

3. Contributi dei produttori e delle organizzazioni del settore del vino

  • I beneficiari dei fondi per la promozione, come le aziende vinicole o i consorzi, spesso devono coprire una parte dei costi dei progetti di promozione (cofinanziamento).
  • Questa modalità garantisce un uso più mirato e responsabile dei fondi.

4. Fondi strutturali e di sviluppo rurale

  • Alcuni programmi di sviluppo rurale nell’ambito della PAC possono includere misure di promozione del settore vinicolo, soprattutto legate al turismo enologico e alla valorizzazione del territorio.
  • In questo caso, i fondi provengono dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR).

5. Programmi nazionali e regionali

  • Oltre ai fondi europei, molti paesi e regioni vinicole attivano programmi propri di sostegno alla promozione.
  • Questi programmi sono spesso finanziati da risorse pubbliche nazionali, da fondi regionali o da consorzi di produttori.

Esempio pratico: promozione nei mercati extra-UE

  • L’OCM Vino sostiene campagne di marketing, degustazioni, partecipazioni a fiere e altre attività promozionali in paesi come gli Stati Uniti, la Cina o il Giappone.
  • La copertura finanziaria può arrivare fino al 50% dei costi totali dell’azione promozionale.
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Champagne Boizel entra nel portfolio di Allegrini Wine Distribution


FOTONOTOZIA – Champagne Boizel entra nel portfolio di Allegrini Wine Distribution, il ramo d’azienda di AW Allegrini Wines dedicato alla distribuzione in Italia «di realtà vitivinicole affini per filosofia e rispetto della tradizione, sia italiane che straniere». «Questa partnership commerciale, spiega l’azienda simbolo della Valpolicella e dell’Amarone, non solo arricchisce l’offerta di Allegrini, ma rappresenta anche un chiaro segnale di intenti: portare in Italia un simbolo dell’arte dello Champagne attraverso una strategia focalizzata su qualità e prestigio». (nella foto Matteo Allegrini e Florent Boizel)

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Federdoc ed Efow contro campagna vino UE: «Comunicazione fuorviante»


«Comunicazione fuorviante sul vino». Federdoc ed Efow – Federazione Europea dei Vini ad Indicazione Geografica – ha espresso preoccupazione per la campagna di sensibilizzazione sull’alcol promossa in occasione della Settimana Europea di sensibilizzazione sull’alcol 2024, inaugurata lo scorso 3 dicembre presso il Parlamento Europeo.
I cartelloni esposti nell’ambito dell’iniziativa, visibili fino alla conclusione dell’evento, raffigurano una bottiglia di vino con un’etichetta che riporta ingredienti non conformi alla disciplina europea, come l’etanolo, non utilizzato nei prodotti vitivinicoli. A destare ulteriore scalpore è l’uso, sulla stessa etichetta, dell’immagine del celebre “Bacco” di Caravaggio, già impiegata dal Ministero della Sovranità Alimentare in occasione del Vinitaly 2023 per sottolineare il legame tra vino e cultura italiana.

LE CRITICHE DI FEDERDOC

«Non è accettabile che una campagna di comunicazione, finanziata dall’Unione Europea e dall’OMS, offra ai consumatori una comunicazione così fuorviante sul prodotto vino rappresentandolo come il frutto di ingredienti non ammessi dalla disciplina europea», ha dichiarato il presidente di Federdoc, Gallarati Scotti Bonaldi. Il presidente ha inoltre sottolineato come il settore vitivinicolo sia l’unico, tra le bevande alcoliche, ad aver adottato norme rigorose a livello europeo per l’etichettatura di ingredienti, calorie e valori nutrizionali. Questo, ha evidenziato Gallarati Scotti Bonaldi, dimostra l’impegno del settore per una trasparenza totale e per una corretta informazione ai consumatori, sostenuta dalla qualità e salubrità dei prodotti vinicoli.

IL VINO SOTTO ATTACCO

Federdoc ed Efow denunciano quella che definiscono una campagna di stigmatizzazione senza precedenti. L’iniziativa, secondo le due associazioni, rischia di compromettere l’immagine del vino, un prodotto che non è solo simbolo di qualità, ma anche patrimonio culturale e identitario di molti Paesi europei. Questo nuovo episodio accende i riflettori sul tema della percezione del vino e delle politiche di comunicazione adottate dall’Unione Europea nei confronti delle bevande alcoliche. Federdoc ed Efow chiedono una maggiore attenzione per evitare messaggi fuorvianti e dannosi, non solo per i produttori, ma anche per i consumatori che meritano informazioni corrette e coerenti.

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Grandi formati Tua Rita all’asta di beneficienza in Canada


La cantina Tua Rita di Suvereto (Livorno) ha ottenuto complessivamente 23 mila dollari per i grandi formati di Giusto di Notri 2021 e Redigaffi 2021 all’asta di beneficienza organizzata dalla Fondazione Ataxia Charlevoix-Saguenay. Le bottiglie sono state battute il 28 novembre a Montreal, in Canada. All’asta hanno partecipato anche diverse maison di Champagne. L’Ataxia Charlevoix-Saguenay Foundation punta a sviluppare un trattamento per l’atassia spastica autosomica recessiva di Charlevoix-Saguenay (Arsacs). Si tratta di una patologia genetica neurodegenerativa rara. La Fondazione, nata nel 2006, è un ente di beneficenza registrato a livello federale. Non ha dipendenti ed è sostenuta interamente da donazioni private e volontari per finanziare la ricerca scientifica sull’Arsacs.

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Martinotti o Charmat? Onav ripercorre le tappe del “Metodo italiano”


Onav
celebra uno dei personaggi che più ha contribuito a scrivere l’enologia moderna: Federico Martinotti, inventore del metodo di rifermentazione in autoclave con il quale sono prodotti spumanti come il Prosecco, l’Asti, il Lambrusco e il Brachetto, oggi apprezzati in tutto il mondo.
“Martinotti: cento anni di spumantistica italiana” è il convegno che si terrà sabato 21 dicembre presso la sede Onav in Piazza Santa Maria Nuova 5 ad Asti, a partire dalle ore 9.15.

«L’incontro – anticipa Vito Intini, presidente di Onav Nazionale – sarà un momento importante per l’intero comparto spumantistico italiano perché andrà alle radici della storia del Metodo Martinotti. Sarà anche una interessante occasione per capire gli scenari futuri grazie all’intervento di due delle più importanti denominazioni spumantistiche italiane, Asti e Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore». La partecipazione all’evento in presenza è gratuita fino ad esaurimento posti. L’evento sarà trasmesso in diretta tramite webinar. Per partecipare online, è necessario iscriversi anticipatamente al link: https://shorturl.at/5cvk2.

MARTINOTTI O CHARMAT?

Federico Martinotti, originario di Villanova Monferrato, è lo scienziato visionario che, nel 1895, ha rivoluzionato la produzione di spumanti con la sua innovativa scoperta del metodo di rifermentazione in autoclave. Questo processo, brevettato successivamente da Charmat nel 1907, ha consentito di ottenere spumanti preservando le note varietali dell’uva e riducendo significativamente i tempi di produzione, passando da anni a soli pochi mesi, rispetto al Metodo Classico, che è stato l’unico utilizzato fino a quel momento.

L’incontro del 21 dicembre sarà un’occasione per conoscere meglio l’uomo, lo scienziato ma anche l’evoluzione dell’enologia italiana dall’inizio del Novecento ad oggi. Tra i relatori del convegno figurano Antonella Bosso, dirigente tecnologo del Crea-ve; Diego Tomasi, direttore del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg; Stefano Ricagno, presidente del Consorzio per la Tutela dell’Asti Docg. La moderazione è affidata al professor Vincenzo Gerbi, vicepresidente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino e presidente del Consiglio Scientifico Onav.

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Alessandro Mutinelli nel Cda di Unione italiana vini


FOTONOTIZIA – Alessandro Mutinelli è stato nominato consigliere dell’Unione Italiana Vini (Uiv), la principale associazione delle imprese del vino in Italia. «Sono onorato di questo nuovo incarico – commenta il presidente e amministratore delegato di Italian Wine Brands (IWB), gruppo leader nell’export di vini italiani e prima azienda del settore vinicolo, quotata alla Borsa Italiana – e ringrazio l’Unione Italiana Vini per la fiducia riposta in me. Il settore vitivinicolo si trova ad affrontare sfide complesse, sia dal punto di vista della domanda, con l’evoluzione delle abitudini di consumo, sia da quello della produzione, della competitività e della sostenibilità. Sono entusiasta di poter condividere l’esperienza di Italian Wine Brands con gli altri consiglieri di UIV, e di contribuire allo sviluppo del settore».

MUTINELLI NUOVO CONSIGLIERE UNIONE ITALIANA VINI UIV

Italian Wine Brands S.p.A (“IWB” o la “Società”), gruppo leader nell’export di vini italiani e prima azienda italiana quotata del settore, annuncia che Alessandro Mutinelli, Presidente e Ad del Gruppo, è stato nominato Consigliere dell’Unione Italiana Vini, l’Associazione italiana delle imprese del vino.

Questa nomina rappresenta un importante traguardo sia per Alessandro Mutinelli, che vede riconosciuti il suo impegno e la sua visione imprenditoriale nel promuovere il vino italiano a livello nazionale e internazionale, sia per IWB, che ora acquisisce un ruolo di rilievo all’interno dell’Associazione di rappresentanza più importante per le imprese del settore enologico, che conta 770 aziende associate e rappresenta più di 150.000 viticoltori, più del 50% del fatturato italiano di vino e oltre l’85% del fatturato export di vino italiano.

CHI È ALESSANDRO MUTINELLI

In aggiunta alla nomina di Alessandro Mutinelli nel consiglio di Unione Italiana Vini, IWB è attivamente coinvolta in altre importanti istituzioni del settore, quali il Consorzio del Prosecco DOC, il Consorzio del Pinot Grigio delle Venezie, il Consorzio del Primitivo di Manduria DOC e la Commissione prezzi della Borsa Merci di Verona, che testimoniano l’influenza crescente di IWB sia in Italia, che sullo scenario vitivinicolo globale.

Laureato in Economia e Commercio a Trento nel 1991, Alessandro Mutinelli ha iniziato la propria carriera in Deloitte, proseguita nella start up Provinco Italia SpA che è confluita nel 2015 in Italian Wine Brands SpA, il più grande gruppo vinicolo privato italiano quotato alla Borsa di Milano. Con un fatturato di 430 M (2023) e 160 milioni di bottiglie prodotte e vendute è tra i primi tre operatori italiani del settore, con forte vocazione all’export.

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Osservatorio Uiv-Ismea: primo semestre 2024 positivo per il vino italiano

Con quasi 3,9 miliardi di euro e 10,6 milioni di ettolitri esportati il vino italiano chiude il primo semestre 2024 con un consuntivo in positivo sia sul fronte dei volumi (+2,4% la performance a/a) che dei valori (+3,2%). Un risultato, quello fotografato dai dati Istat elaborati dall’Osservatorio Uiv-Ismea a pochi giorni dalla presentazione – assieme ad Assoenologi – delle stime vendemmiali il prossimo 24 settembre a Ortigia (SR) nei giorni che precedono il G7 Agricoltura, che registra però un rallentamento dei mercati internazionali rispetto al primo quadrimestre.

Il primo semestre 2024 si chiude, infatti, con risultati meno brillanti di quanto ci si aspettasse. Vero che il confronto con lo stesso periodo del 2023 è positivo, ma è altrettanto vero che la primavera ha sicuramente smorzato gli entusiasmi perché con i dati del quadrimestre si avevano ancora crescite del 6-7%. Gli spumanti sono tornati a fare da traino all’export nazionale con +11% in volume (Prosecco in testa a +13%) e +7% negli incassi. Al netto dell’incremento delle bollicine, il trend delle quantità esportate sarebbe piatto (+0,1%). Sfusi e bag in box hanno visto scendere le consegne all’estero del 6% e 5%. Reggono i vini in bottiglia grazie soprattutto alle Igt. I Dop fermi chiudono stazionari (+0,2% volume e +0,7% valore), mentre i vini comuni riscontrano un -2,9% volume e +3,9% nel valore.

Tra i Paesi clienti, rispetto ad aprile peggiorano le performance a volume in tutta la top 10, con Usa (+2%) e del Regno Unito (+2,3%) che mantengono comunque lievi segni positivi, mentre la Germania scende a -1,2%. Segni rossi più consistenti per Svizzera (-3,8%), Canada (-1,4%) e Francia (-10,8%). Sul fronte del valore, tra le regioni allunga il Veneto a +5,7% (a 1,4 miliardi di euro), mentre la Toscana (+3,5%) supera il Piemonte (-2,2%).

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Analisi e Tendenze Vino

Gemin firma la Bottiglia della Confraternita di Valdobbiadene 2024


FOTONOTIZIA – Luigi Stramare Bortolomiol della cantina Gemin firma la Bottiglia della Confraternita 2024. È il vino, disponibile in cinquemila etichette numerate – che per un intero anno rappresenterà la Confraternita di Valdobbiadene, «esprimendo i caratteri di un territorio unico e irripetibile, e che fornirà al consumatore un punto di riferimento per la valutazione e la conoscenza del Valdobbiadene DOCG».

Sin dal 1969, i cavalieri di Valdobbiadene scelgono – con apposita degustazione alla cieca – la bottiglia della Confraternita di Valdobbiadene, destinata a diventa ambasciatrice di uno stile e ad identificarsi con la Confraternita stessa. «Le caratteristiche della Bottiglia della Selezione 2024 – riferiscono i cavalieri – sono profumo intenso e armonico con sentori di frutta matura e fiori bianchi».

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Analisi e Tendenze Vino

Riparbella, vendemmia 2024 positiva per il nuovo “brand” della Toscana del vino


Quantità superiore allo scorso anno e qualità eccellente. Ha ottime prerogative la vendemmia 2024 dei viticoltori dell’Associazione Vignaioli Colline di Riparbella, la “prima” della realtà che valorizza la produzione di otto cantine vinicole del territorio. Un’indagine interna
rivela come il 75% delle aziende attenda una raccolta maggiore per quantità rispetto al 2023. Per il restante 25%, come lo scorso anno. In termini di qualità, il 50% la valuta eccellente e il 37,5% buona. Per quanto riguarda i tempi di raccolta, c’è chi ha iniziato dopo Ferragosto con i bianchi per le basi spumante e in generale la vendemmia inizierà attorno alla metà di settembre con tempi in linea con l’andamento degli ultimi anni (50%).

VIGNAIOLI COLLINE DI RIPARBELLA: L’IMPATTO DELLA VENDEMMIA 2024

La vendemmia 2024 delle otto aziende dell’Associazione Vignaioli Colline di Riparbella mobiliterà circa 200 lavoratori, tra fissi e stagionali, rappresentando il 13,5% dell’intera popolazione comunale (circa 1500 abitanti). Quella che si appresta ad entrare in cantina sarà un’ottima annata, con una giusta maturazione che ha favorito le uve bianche. Grazie alle recenti piogge, inoltre, si è attenuata per le uve rosse che devono ancora raggiungere la giusta maturazione fenolica. Tuttavia, le stime sono per una qualità eccezionale per complessità e finezza, tensione e verticalità oltre che profumata, struttura ed equilibrata.

RIPARBELLA, UN NUOVO BRAND PER LA TOSCANA DEL VINO

«Al di là dell’importanza del dato qualitativo – spiega il presidente dell’associazione Vignaioli Colline di Riparbella, Flavio Nuti – vogliamo evidenziare quanto l’attività vitivinicola del nostro piccolo distretto sia importante a livello sociale, dal momento che impieghiamo, soprattutto in questo periodo, oltre il 13% della popolazione, senza contare l’importanza delle attività delle nostre aziende nel portare in tutto il mondo il “brand” Riparbella”». Sono otto le aziende (Podere La Regola, Duemani, Tenuta Pakravan Papi, Colline Albelle, Tenuta Prima Pietra, Urlari, Caiarossa e La Cava) dell’associazione che insieme rappresentano oltre 150 ettari di vigneti, con una produzione complessiva di vini di eccellenza riconosciuta a livello nazionale e internazionale che sfiora le 500mila bottiglie.

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Analisi e Tendenze Vino

Valpolicella Superiore: un vino rosso sempre più trendy


Una produzione di oltre 61 milioni di bottiglie nel 2023 tra Valpolicella, Valpolicella Ripasso, Amarone e Recioto destinate per il 60% all’export in 87 Paesi del mondo. È l’istantanea del Consorzio vini Valpolicella – 8.617 ettari su 19 comuni che, dalle colline, si estendono fino a Verona; 2.200 viticoltori, 316 imbottigliatori e 6 cantine sociali – che oggi, nell’ambito di “Venezia Superiore”, che oggi ha presentato il focus socioeconomico della principale denominazione Rossa del Veneto. Il dossier di 40 pagine fotografa l’evoluzione del vigneto in Valpolicella, con un fatturato di 600 milioni di euro l’anno.

Servito fresco in abbinamento al pesce: red carpet a Venezia per il Valpolicella Superiore

«In un momento sfidante come quello attuale, soprattutto per i vini Rossi – ha commentato in conferenza stampa il presidente dell’ente di tutela vini Valpolicella, Christian Marchesini – è importante infatti monitorare non solo i mercati ma anche la capacità di risposta e di adattamento del territorio e dei produttori. In questo contesto, il dossier è uno strumento strategico di analisi e di lettura delle tendenze, a partire da quella che coinvolge proprio il vino di territorio per antonomasia, il Valpolicella Superiore, che grazie alla sua versatilità sta scalando nuove quote di mercato».

Protagonista dell’evento “Venezia Superiore”, il Valpolicella si sta rivelando il vino ‘trendy’ della denominazione veronese anche sui mercati internazionali che valgono il 61% delle vendite, con Canada (39%) e Usa (15%) in testa alla classifica dell’export. Nel primo semestre di quest’anno il Valpolicella, che si candida a conquistare i giovani winelover della generazione meno incline al consumo di vino di sempre, ha raggiunto una produzione di quasi 9,5milioni di bottiglie (+0,4% rispetto allo stesso periodo del 2023), un dato sostanzialmente in linea con quello pre-pandemico del 2019.

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Analisi e Tendenze Vino Normative e Politiche

Allarme Coldiretti: «Commissione europea dimezza promozione cibo italiano»

«La scelta della Commissione Europea di dimezzare i fondi per la promozione dei prodotti agricoli minaccia la crescita dell’export del made in Italy a tavola, salito nel 2023 alla cifra record di oltre 64 miliardi di euro. E rischia di vanificare il lavoro portato avanti in questi anni dalla filiera in termini di internazionalizzazione». A lanciare l’allarme sono Coldiretti, Filiera Italia, Cia e Legacoop Agroalimentare in una lettera aperta al ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida dopo la presentazione della proposta dell’esecutivo Ue di ridurre del 51% il budget rispetto al 2024, passando da 185,9 milioni di euro a 92 milioni e l’assegnazione di risorse solo per i programmi semplici, con l’azzeramento per i programmi multipli e per le iniziative proprie della Commissione.

«Una scelta che penalizza soprattutto l’Italia – scrivono Coldiretti, Filiera Italia, Cia e Legacoop Agroalimentare –  che è tra gli stati che utilizza maggiormente le risorse disponibili per la politica di promozione: nel 2023 circa il 40% delle risorse nell’ambito dei programmi semplici è stato assorbito dal nostro Paese e circa il 38% nei programmi multipli, per un totale di circa 54 milioni di euro».

L’EXPORT MADE IN ITALY AGROALIMENTARE

Anche nel 2024 l’Italia si è confermata come il Paese con il maggior numero di programmi di promozione presentati (40 semplici e 8 multipli), ma le attività di promozione sono importanti anche per gli altri Stati membri, tanto che le domande arrivate per il 2024 hanno raggiunto la cifra di oltre 290,9 milioni di euro (ben oltre il budget disponibile) e un numero complessivo di candidature ricevute – sempre a livello Ue – in aumento del 36% rispetto al 2023 (+52% per i programmi multipli e +32% per quelli semplici).

La proposta di revisione del budget presentata dalla Commissione risulta dunque inaccettabile – sottolineano Coldiretti, Filiera Italia, Cia e Legacoop Agroalimentare – trattandosi di una politica europea a sostegno della competitività delle imprese, dell’internazionalizzazione e di valorizzazione delle eccellenze dell’agroalimentare italiano ed europeo. In un contesto globale in cui la distintività e riconoscibilità dei prodotti di qualità italiani ed europei dovrebbe essere centrale, indebolire uno strumento chiave in questo senso «darebbe un segnale fortemente negativo».

Da qui la richiesta di Coldiretti, Filiera Italia, Cia e Legacoop Agroalimentare al ministro Lollobrigida e al Governo italiano di promuovere in tutte le sedi opportune, a partire dal Consiglio del prossimo 15 luglio, la discussione su tale proposta creando un’alleanza tra i diversi Stati membri che porti al ripristino – anche per gli anni a venire – di un bilancio adeguato per la promozione del modello agroalimentare italiano ed europeo.

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Analisi e Tendenze Vino Normative e Politiche

Origin Italia dà il via al piano strategico 2024-2027 con il primo Consiglio direttivo

Un piano strategico intenso e ambizioso per il futuro del Sistema DOP IGP italiano nel triennio 2024-2027. È quanto delineato in occasione dell’insediamento del primo Consiglio Direttivo e del Comitato Strategico di Origin Italia, l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche che rappresenta 81 Consorzi di tutela, una Associazione di settore e oltre il 95% delle Indicazioni Geografiche italiane. Un momento che ha sottolineato l’importanza di agire uniti e compatti a livello nazionale, europeo e internazionale per rafforzare il settore delle Indicazioni Geografiche.

L’organo interno dell’Associazione ha evidenziato la necessità di potenziare lo sviluppo del Sistema IG a livello mondiale e di operare congiuntamente con Origin Mondo e Origin Europa per contrastare la contraffazione e arginare il pericolo dei dazi. In ambito europeo, l’Associazione mira inoltre a consolidare il suo ruolo nell’applicazione del nuovo Regolamento 1143/2024 e delle altre riforme legislative in atto, tra cui quella dell’etichettatura e il Nutriscore, garantendo una maggiore presenza del tema Indicazioni Geografiche negli accordi bilaterali.

BALDRIGHI: «SISTEMA DOP E IGP HA RAGGIUNTO CENTRALITÀ»

A livello nazionale, oltre a una collaborazione costruttiva con le Istituzioni per l’attuazione del Regolamento 1143/2024, sono state ribadite le sfide per il comparto: tra queste, l’attenzione alla proliferazione dei marchi locali, quindi controllo a 360° sulla promozione delle DOP IGP da parte di soggetti esterni ai Consorzi di tutela e sull’utilizzo di richiami geografici sui prodotti del Sistema di Qualità Nazionale. Nei prossimi tre anni, si punterà molto sull’implementazione della formazione specifica del settore e del progetto di sostenibilità FAO che mira all’adozione di un modello condiviso per le IG italiane entro il 2030.

In occasione del Consiglio, Cesare Baldrighi è stato riconfermato alla presidenza di Origin Italia, affiancato dai vicepresidenti Stefano Fanti, direttore del Consorzio del Prosciutto di Parma, e Riccardo Deserti, direttore del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano DOP e presidente internazionale di Origin. «In questo momento in cui il settore DOP IGP ha raggiunto una centralità politica ed economica significativa – ha sottolineato il Presidente di Origin Italia, Cesare Baldrighi – è fondamentale assumersi una grande responsabilità e lavorare in sinergia con le Istituzioni e con tutti i Presidenti dei Consorzi di Tutela nei territori per rafforzare il sistema».

ORIGIN ITALIA: IL COMITATO STRATEGICO

Il Consiglio Direttivo ha inoltre nominato i nuovi membri aggiuntivi del Comitato Strategico per il periodo 2024-2026, ribadendo l’importanza del ruolo dei Presidenti dei Consorzi all’interno dell’Associazione. I nuovi membri sono:

  • Antonio Auricchio per Afidop
  • Nicola Bertinelli, Gianni Maoddi, Paolo Zanetti per la filiera formaggi;
  • Nicola Martelli, Alessandro Utini, Attilio Fontana per la filiera prodotti a base di carne;
  • Mariangela Grosoli per la filiera aceti;
  • Carlo Siffredi, Mario Terrasi, Gionni Pruneti per la filiera oli e grassi;
  • Georg Kössler, Angelo Amato, Salvatore Fortunato, Gerardo Diana per la filiera ortofrutticoli e cereali;
  • Battista Cualbu, Stefano Mengoli per la filiera carne fresca;
  • Cesare Mazzetti per Fondazione Qualivita.

I MEMBRI DEI COMITATI INTERNI DI ORIGIN ITALIA

Tra gli altri adempimenti, il Consiglio ha nominato inoltre i membri che prenderanno parte ai comitati interni dell’Associazione, ovvero il Comitato Legale coordinato da Federico Desimoni, il Comitato Oli coordinato da Giorgio Lazzaretti e il Comitato Prodotti a base di Carne coordinato da Mario Cichetti. Infine, due nuovi Consorzi entrano a far parte dell’Associazione: il Consorzio per la Tutela dei Formaggi Valtellina Casera e Bitto e il Consorzio di Tutela Olio DOP Brisighella.

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Analisi e Tendenze Vino

Peronospora, altri 30 milioni di euro all’Abruzzo dal Fondo di Solidarietà Nazionale


Il Consorzio Vini d’Abruzzo accoglie come la manna dal cielo l’aumento di ulteriori 30 milioni di euro del Fondo di Solidarietà Nazionale. La cifra va ad aggiungere ai 17 milioni già previsti nel testo iniziale del decreto. «Uno stanziamento che va ad assicurare un sostegno finanziario per le nostre imprese, ma ancor più importante l’inserimento anche del calo di produzione primaria come requisito per accedere alla moratoria dei mutui, forse il provvedimento più atteso» commenta Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio Tutela Vini d0Abruzzo.

«Vogliamo ringraziare il Ministro Francesco Lollobrigida ed il presidente della commissione Agricoltura Luca De Carlo per gli ultimi emendamenti inseriti nel DL Agricoltura volti integralmente a sostegno del nostro settore che, negli ultimi mesi, ha lavorato di squadra ed in maniera sinergica con Sindacati, Organizzazioni di produttori, Associazioni e Istituzioni del territorio per cercare di ottenere risposte concrete e aiuti per i viticoltori messi in ginocchio dalla peronospora».

«Non credo che con questo DL avemmo potuto ottenere di più – sottolinea Nicodemi – tutti noi sappiamo che la coperta è corta, ma per la prima volta abbiamo agito compatti con tutta la filiera per vincere questa battaglia volta a dare una prima boccata d’ossigeno alle aziende vitivinicole regionali».

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Analisi e Tendenze Vino

“Donne Smart nel Wine&Food”: in Sicilia corsi formativi gratuiti per 90 candidate


Donne, residenti in Sicilia, disoccupate o inoccupate, di età compresa tra i 34 e i 50 anni. È l’identikit delle novanta candidate che saranno selezionate per i cinque corsi formativi gratuiti del progetto “Donne Smart nel Wine&Food”.
L’obiettivo è quello di formare gratuitamente professionalità specializzate nel settore enogastronomico, fornendo le hard e soft skills necessarie per la realizzazione professionale e creando nuove possibilità di inserimento e reinserimento nel mondo del lavoro.

Un’opportunità di alta formazione per le donne siciliane attraverso cinque corsi online gratuiti offerti dal progetto, che ha arruolato docenti del settore da tutta Italia: Food Digital Marketing, User Experience Design, Big Data Analyst, E-commerce nel Wine&Food, Wine Digital Marketing. La modalità online vuole essere un valore aggiunto alla formazione di “Donne Smart nel Wine&Food” perché favorisce la conciliazione tra famiglia e formazione.

DONNE NEL WINE&FOOD: IN SICILIA CORSI DI FORMAZIONE GRATUITI

Un percorso che punta alle competenze digitali applicate al settore enogastronomico, vuole promuovere l’empowerment femminile e ridurre il gender gap nel mondo del lavoro, favorendo l’incontro con diverse realtà aziendali siciliane attraverso visite didattiche, role modelling, coaching, colloqui con aziende finalizzati al placement.

La formazione offrirà alle candidate nuove possibilità di inserimento e reinserimento nel mondo del lavoro e gli strumenti professionali per affiancare le aziende del settore enogastronomico nel processo di transizione digitale. Donne Smart nel Wine&Food” è un’idea tutta siciliana promossa da Cru Vision, brand della società cooperativa Aproca di Palermo, selezionata e sostenuta dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa Sociale.

EMPOWERMENT FEMMINILE NEL MONDO DELL’ENOGASTRONOMIA

«Il progetto – commenta Veronica Laguardia, presidente di Aproca – mette al centro di un processo di crescita, personale e professionale, le donne e l’empowerment femminile. Quello dell’enogastronomia è un settore che ha subito un’evoluzione importante e una rivoluzione digitale, facendo emergere nuove figure sempre più specializzate che richiedono competenze e professionalità specifiche nel campo digitale per essere sempre più competitivi nel mercato. Il nostro obiettivo è arginare il gap tra le competenze richieste dalle aziende e quelle reali, favorendo l’occupabilità delle candidate».

I corsi di formazione nascono dall’esigenza di colmare il forte divario di genere nell’occupazione: 29,3% per l’occupazione femminile contro il 52% di quella maschile. «Un divario – conclude Veronica Laguardia – accentuato dalla difficoltà di trovare lavoro o reinserirsi per i troppi ostacoli che le donne devono affrontare nel conciliare famiglia e carriera. In questo scenario, il settore enogastronomico è tra uno dei pochi settori che traina l’economia siciliana e che offre delle opportunità per affermarsi nel mercato del lavoro».

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Cesarini Sforza compie 50 anni e presenta un Trento Doc affinato 19 anni sui lieviti

Cinquant’anni e non sentirli. Cesarini Sforza, rinomata cantina trentina fra i pionieri del Trentodoc, festeggia i suoi primi 50 anni di attività. Una realtà fondata nel 1974 per volontà del Conte Lamberto Cesarini Sforza, che diede il nome all’azienda, e di Giuseppe Andreaus, personaggio di rilievo nella produzione di spumante metodo classico. L’azienda dedica il suo marchio, l’Aquila, al simbolo della casata di cui porta il nome, anche stemma della città di Trento.

La selezione delle migliori zone del Trentino per la produzione di uve Chardonnay base spumante, unita alla ricerca enologica e a una forte passion,e danno vita nel 1976 al primo spumante Cesarini Sforza elaborato secondo il Metodo Classico, lo stesso dello Champagne. Nel 1985 viene lanciato sul mercato un Rosé metodo classico prodotto unicamente con uve Pinot Nero, coltivate sulle colline della Valle di Cembra.

CESARINI SFORZA: NEL 1986 LA PRIMA RISERVA AQUILA REALE

La continua ricerca viticola ed enologica e il desiderio di dar vita a un Metodo Classico di altissimo livello, prodotto in poche bottiglie, ma in grado di condensare in sé tutta l’energia e il potenziale del territorio trentino, porta alla nascita, nel 1986, della prima Riserva Aquila Reale, da sole uve Chardonnay coltivate sopra i 500 metri di altitudine.

Nel 2001 la casa spumantistica viene acquisita da parte di Cantina di La-Vis. Nello stesso anno, l’Aquila Reale diviene un “cru”, creato con le sole uve del vigneto “Maso Sette Fontane” in Valle di Cembra. Nel 2019 Cesarini Sforza entra a far parte del Gruppo Cavit, che dà inizio a una fase di grandi investimenti sia nella struttura produttiva sia nella valorizzazione del brand.

«In questi ultimi anni – racconta Andrea Buccella, enologo e responsabile di produzione (nella foto, sopra) – ci si è focalizzati sul potenziamento tecnologico in cantina, al fine di garantire costanza e qualità del prodotto. Sono stati numerosi gli acquisti di macchine di ultima generazione. Il tutto a garanzia di una perfetta preparazione dello spumante. Inoltre, quest’anno, installeremo anche un impianto fotovoltaico, simbolo della nostra attenzione all’efficientamento energetico e alla sostenibilità ambientale».

AQUILA REALE 2004: EDIZIONE LIMITATA PER I 50 ANNI DI CESARINI SFORZA

Per suggellare l’importante traguardo Cesarini Sforza ha presentato un’edizione limitata di sole 1.200 bottiglie di Trento Doc Aquila Reale Riserva 2004. Uve Chardonnay del Cru del Maso Sette Fontane, in Valle di Cembra, a una quota di circa 500 metri sul livello del mare, con affinamento sui lieviti di 228 mesi (19 anni).

Figlia di un’annata segnata da un inverno piovoso a cui è seguito un clima, Aquila Reale 2004 si presenta come uno Spumante di grande complessità ed evoluzione olfattiva. Affianca a note agrumate e di frutta candita la piacevolezza di sentori evoluti di pasticceria e panificazione. Ancora timido al naso, il tempo post sboccatura non potrà che giovare a questo Trento Doc già ora estremamente godibile.

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Analisi e Tendenze Vino

Meloni ad Asti: 800 milioni al Piemonte e brindisi con l’Alta Langa


FOTONOTIZIA –
«All’eccellenza che Coldiretti rappresenta e all’orgoglio che Coldiretti sa difendere. Mai sottovalutare Coldiretti. Evviva Coldiretti!». Con queste parole, la premier Giorgia Meloni, giovedì 7 dicembre ad Asti, ha levato al cielo un calice di Alta Langa astigiana, in un prosit di elogio e apprezzamento al primo sindacato degli agricoltori italiani, nella Casa Coldiretti di piazza Alfieri. Il tutto dopo la firma dell’accordo di programma, condiviso col governatore Alberto Cirio, che porterà alla Regione Piemonte 800 milioni di euro per lo sviluppo e la coesione.

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Normativa europea etichettatura vini posticipata dal governo italiano


FOTONOTIZIA – Il governo italiano ha posticipato l’applicazione delle nuove norme europee sull’etichettatura dei vini. Una risposta al pericolo di dover distruggere milioni di etichette già stampate, sulla base del regolamento che sarebbe dovuto entrare in vigore l’8 dicembre. Il provvedimento, comunicato dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, raccoglie il plauso di Federvini, Unione italiana vini – UIV e Coldiretti.

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Nuova etichettatura vini Ue e ingredienti, non solo critiche: esultano FederMosti e MUST


Non solo critiche al nuovo sistema di etichettatura vini dell’Ue che entrerà in vigore l’8 dicembre 2023, in seguito alla c
omunicazione pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 24 Novembre. «Eravamo già molto soddisfatti  per aver contribuito alla definizione dell’obbligo di indicare nell’etichetta elettronica il mosto d’uva concentrato e il saccarosio tra gli ingredienti per l’arricchimento dei vini – afferma Marco Bertagni, presidente delle associazioni di settore dei mosti FederMosti e MUST – ma lo siamo ancora di più adesso che la dizione “ingredienti” è stata oggetto di un upgrading. Andrà posta nell’etichetta cartacea e da lì, attraverso il QR Code, il consumatore acquisirà in maniera diretta un’informazione fondamentale, ovvero se il vino è stato arricchito con un derivato dell’uva, o con uno zucchero esogeno a questa filiera».

Le sostanze utilizzate per l’arricchimento sono considerate ingredienti «nella misura in cui sono aggiunte durante la produzione e presenti nel prodotto finito», anche se sotto forma modificata, e devono pertanto essere indicate nell’elenco degli ingredienti. I termini «mosto di uve concentrato» e «mosto di uve concentrato rettificato» possono essere sostituiti ciascuno dall’indicazione «mosto di uve concentrato» oppure possono essere raggruppati e figurare nell’elenco degli ingredienti soltanto come «mosto di uve concentrato». Il saccarosio, l’altra sostanza ammessa per l’arricchimento, deve essere indicato separatamente.

«Siamo dispiaciuti per i produttori di vino per la tempistica, inadeguata, con cui l’Unione Europea ha diramato le disposizioni operative – conclude Bertagni – che costringerà a modificare molte etichette già stampate. Tuttavia, per quanto riguarda l’esplicita indicazione dello zucchero in etichetta cartacea tramite QR Code, si tratta di un successo pieno, che all’inizio del processo di revisione dell’etichettatura dei vini sembrava una chimera».

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Nasce Fondazione Vino Patrimonio Comune: soci Federvini e Alleanza Cooperative italiane


Fondazione Vino Patrimonio Comune
è realtà. Soci fondatori Federvini e Alleanza delle Cooperative Italiane -Agroalimentare, che si pongono così l’obiettivo di «consolidare il valore del vino italiano e a contribuire alla difesa e al sostegno del patrimonio delle imprese vitivinicole del Paese», sotto la guida del primo presidente, Marcello Lunelli (Cantine Ferrari Trento).
In particolare, la Fondazione opererà per «studiare i profili di autenticità e sostenibilità di prodotti, imprese e territori, qualità alla base dell’apprezzamento del Made in Italy nel mondo».

«Quello della Fondazione Vino Patrimonio Comune – spiegano i promotori – è un percorso avviato nel 2020, con uno studio preliminare sulla variabilità dei rapporti degli isotopi stabili dell’ossigeno e dell’idrogeno dell’acqua del mosto/vino, in relazione alle principali variabili naturali e di processo agronomico ed enologico. Dal progetto pilota è derivata la definizione del profilo isotopico dell’acqua dei mosti e dei vini, grazie al quale iniziò a prendere forma la prima Banca Dati Sperimentale Vino Patrimonio Comune 2020-2023».

Uno studio che, a partire dalla vendemmia del prossimo anno, si amplierà ancora coinvolgendo un maggior numero di attori delle istituzioni, della ricerca, delle imprese, degli enti di certificazione e degli stakeholder commerciali del mondo del vino. Come spiegano i promotori di Fondazione Vino Patrimonio Comune, accanto al primo presidente Marcello Lunelli ci sono il vicepresidente Luca Rigotti (Gruppo Mezzacorona e Coordinatore del settore vitivinicolo di Alleanza delle Cooperative) e un Consiglio di Amministrazione paritetico in rappresentanza delle due associazioni fondatrici, di un Comitato Esecutivo e di un Comitato Scientifico composto da «autorevoli esponenti del mondo della ricerca con una comprovata esperienza nel settore agroalimentare e in quello vitivinicolo».

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«Più soci, bottiglie e mercati»: la Cantina Negrar del nuovo presidente Brunelli


Giampaolo Brunelli
 è il nuovo presidente di Cantina Valpolicella Negrar, il numero 14 nella storia della cooperativa veneta. Ad affiancarlo nel suo mandato triennale in qualità di vice presidente sarà Alessia Ceschi, 33 anni, avvocato a Verona. Entrambi sono nati a Negrar di Valpolicella, sono figli di viticoltori soci pluridecennali della cantina e hanno già avuto esperienza direzionale nei trascorsi direttivi. Brunelli è dal 2014 all’interno del collegio sindacale e Ceschi dal 2020, in qualità di consigliere.
Tra i progetti del nuovo corso, la realizzazione di una trentina di vasche dalla capacità di 53 mila ettolitri, entro il 2025.

L’obiettivo è «aumentare la capacità di stoccaggio di vini che necessitano un lungo affinamento». Sarà inoltre concluso l’ampliamento della cantina per altri 2.700 metri quadrati, da destinare a magazzino e all’impianto di imbottigliamento da 12 mila bottiglie all’ora. Altra mission del nuovo presidente è l’allargamento della base sociale – oggi i soci sono 230, per oltre 700 ettari di vigneto – in modo da «rafforzare la capacità produttiva e allargare i mercati». Ultimo progetto è quello di «gettare le basi per realizzare un bilancio di sostenibilità».

«Abbiamo di fronte situazioni molto complesse sia dal punto di vista economico che sociale – commenta il nuovo presidente di Cantina Valpolicella Negrar, Giampaolo Brunelli – a cui però intendiamo rispondere non chiudendoci a riccio, ma con lo slancio e l’energia propri a una compagine “giovane”, che guarda a un futuro migliore, desiderosa di portare la cantina a bissare i primi 90 anni». «Nel mio mandato, in linea con il presidente e il consiglio – aggiunge Alessia Ceschi, prima donna a ricoprire la carica di vice presidente della cantina – porterò la mia professionalità e la mia sensibilità verso il cambiamento, a beneficio dei soci e del territorio».

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Cala l’export di vino italiano nei top 12 mercati internazionali


Gli effetti della crisi si fanno sentire anche nel mondo del vino. Nei primi otto mesi di quest’anno, le quantità di vino fermo e frizzante italiano acquistati nei top 12 mercati internazionali risultano in calo dell’8%. Stessa sorte tocca agli spumanti, la categoria che nell’ultimo decennio era invece cresciuta senza soluzione di continuità, che fanno segnare uno speculare -9%. Dati preoccupanti, perché riguardano i mercati che pesano per oltre il 60% sulle importazioni mondiali di vino.

Si tratta di variazioni in linea con la media del mercato, con un trend negativo che risparmia pochi paesi esportatori e che vede anche il nostro primo mercato di sbocco a valore, gli Stati Uniti, ridurre le importazioni dall’Italia del 13%. Gli Stati Uniti e i mercati internazionali hanno rappresentato il primo focus di approfondimento del X Forum Wine Monitor, organizzato da Nomisma e arricchito dai contributi di Federico Zanella, presidente & Ceo di Vias Imports, e di Lamberto Frescobaldi, presidente della Marchesi Frescobaldi.

NEGLI USA CRESCE SOLO IL SAUVIGNON BLANC NEOZELANDESE

«Nel mercato statunitense – evidenzia Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma – tutti i principali esportatori di vino soffrono a causa di una riduzione nella capacità media di spesa dei consumatori. Solo la Nuova Zelanda, con il suo Sauvignon Blanc, non sembra conoscere crisi, mettendo a segno una crescita delle esportazioni di oltre il 20% nei primi otto mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente».

Non va meglio sul mercato nazionale. Le vendite di vino nel canale retail flettono – nel cumulato fino a settembre – di un calo superiore al -2% a volumi, con riduzioni più elevate in Gdo nel caso dei vini fermi (-3,8%). Crescono solamente gli acquisti di spumante (+2,3%) ma il dato nasconde un effetto “sostituzione” che vede aumentare gli spumanti generici (più economici) a scapito di quelli a denominazione, Doc e Docg.

PREVISIONI AL RIBASSO PER IL CONSUMO DI VINO DEGLI ITALIANI

Anche le previsioni sui comportamenti di consumo degli italiani per i prossimi 6 mesi – dedotte da una specifica Consumer Survey condotta da Nomisma – non sono positive: al netto di chi non modificherà gli acquisti di vino rispetto alla situazione attuale (almeno 6 italiani su 10, ma nel contesto di una generalizzata riduzione dei consumi), c’è un 16% di consumatori che prevede di ridurli, nell’obiettivo di risparmiare sulla spesa in generale.

In questo scenario così complesso e incerto, sono soprattutto le piccole imprese vinicole a soffrire di più. Anche a causa di una situazione finanziaria interna sovente minata da pesanti indebitamenti che rischiano di esplodere in conseguenza della stretta in atto sui tassi di interesse applicati. Basti pensare, infatti, che per le società di capitale con fatturato fino a 10 milioni di euro, gli oneri finanziari sull’Ebitda vanno dall’11% per le imprese tra 2 e 10 milioni di euro, al 37% per quelle con fatturato inferiore.

Per quanto piccole, stiamo parlando di realtà che rappresentano l’85% del tessuto imprenditoriale del settore vinicolo, a cui sono riconducibili quasi il 50% degli addetti occupati. E non è solo una questione di struttura finanziaria. Da un’indagine svolta da Wine Monitor sulle imprese vinicole italiane è infatti emerso come tra le esigenze ritenute prioritarie per affrontare le sfide dell’attuale scenario congiunturale figurino la pianificazione strategica, l’ottimizzazione dei processi produttivi e l’internazionalizzazione.

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Analisi e Tendenze Vino

30 anni di Movimento Turismo del Vino: un comparto da 2,65 miliardi di fatturato


FOTONOTIZIA –
Si sono svolte a Roma le celebrazioni dei 30 anni del Movimento Turismo del Vino. Una giornata interamente dedicata al traguardo raggiunto dall’Associazione che aggrega un settore da circa 2,65 miliardi di euro di fatturato, secondo il Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano. «
Un anniversario importante – ha sottolineato Nicola D’Auria, presidente nazionale del Movimento Turismo del Vino – che ci rende davvero orgogliosi del percorso intrapreso e ci stimola a migliorare sempre di più l’offerta enoturistica nazionale».

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Analisi e Tendenze Vino

Aumenta il costo della vita ma gli italiani non rinunciano al vino fuori casa

Nonostante l’aumento del costo della vita, per il 60% degli amanti del vino uscire per mangiare e bere fuori casa rimane una priorità. Il vino fermo traina la categoria: lo scelgono infatti 3 consumatori su 4 (75%). Seguono vino frizzante (44%) e vino da dessert (28%). In Italia il consumatore di vino è alto-spendente, paga mensilmente una cifra media di 103€ per mangiare e bere fuori casa e appartiene alla fascia d’età degli over 55 (44%).

Tra i cultori del vino, più di un terzo (37%) indica la qualità del prodotto come caratteristica imprescindibile per la scelta del proprio drink. Gli italiani (88%) sono i primi consumatori a livello mondiale a prediligere vini del proprio Paese, seguiti da Nuova Zelanda (85%) e Francia (78%).

È quanto emerge dall’ultima ricerca di CGA by NielsenIQ relativa allo scenario italiano del consumo di vino nel fuori casa. Un prodotto di gran successo nel nostro Paese, con il 40% degli italiani che dichiara di preferirlo ad altre categorie di bevande. L‘identikit dei “winelovers” italiani arriva in un momento difficile per il vino italiano, con l’export che rallenta e le vendite di vino al supermercato che stanno subendo pesanti battute d’arresto, anche per le denominazioni più note.

Prosecco, Chianti Classico e Nero d’Avola, profondo rosso in Gdo: volano spumanti generici e Igt

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Analisi e Tendenze Vino

Carlo Miravalle nuovo presidente di Med.&A.


Miravalle
è il nuovo presidente di Med.&A. – Associazione Nazionale Agenti d’Affari in Mediazione e Agenti di Commercio, fondata nel 2000 per volontà del primo presidente, Stefano Graziani, e di un gruppo di agenti e intermediari del settore vinicolo con lo scopo di tutelare la categoria nell’ambito sindacale, tecnico, economico e sociale del commercio dei vini sfusi. Oggi Med.&A. è affiliata a Unione italiana vini che, durante l’ultima assemblea elettiva a Roma lo scorso 11 luglio, ha riconfermato il Consiglio direttivo e ha poi eletto all’unanimità il nuovo presidente e i due vicepresidenti, Andrea Braconi e Patric Lorenzon.

Il direttivo della compagine sarà in carica fino al 2025: Carlo Miravalle (Miravalle 1926 Sas di Carlo Miravalle), presidente; Andrea Braconi (Braconi Mediazioni Sas) vicepresidente; Patric Lorenzon (Patric Lorenzon & Partners Srl), vicepresidente; Federico Repetto (L’Agenzia Vini Repetto S.R.L.), consigliere; Andrea Verlicchi (Impex srl, presidente uscente dell’associazione), consigliere. La categoria rappresentata da Med.&A. nel commercio dei vini sfusi vale circa 15 milioni di ettolitri di venduto tra mosti, vini ed alcol per un controvalore che sfiora il miliardo di euro. L’Associazione Nazionale Agenti d’Affari in Mediazione e Agenti di Commercio conta oggi 24 società affiliate in rappresentanza di un centinaio di operatori del settore.

«È un grande onore questo incarico da parte del nuovo consiglio – sono le prime parole del nuovo presidente Carlo Miravalle -. Stiamo attraversando un periodo storico complicato, con dei repentini cambiamenti a livello globale che interessano anche il mondo del vino. In questo contesto, l’associazione deve rappresentare un punto di riferimento per il settore non solo nella veste di intermediari, ma anche come consulenti propositivi, formati ai massimi livelli professionali. L’obiettivo è quello di continuare a valorizzare e realizzare il potenziale, talvolta ancora inespresso, del comparto, insistendo anche sul posizionamento estero di centinaia di vitigni autoctoni».

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