Sarà Roberto Lodovichi a guidare l’Unione Regionale dei Cuochi Toscani per il prossimo mandato. A deciderlo l’elezione avvenuta martedì 7 marzo nell’assemblea dell’Unione che ha eletto il cuoco aretino come successore di Franco Mariani. Roberto Lodovichi ha una lunga storia di militanza attiva nella Federazione Italiana Cuochi ed un passato come consigliere dell’Unione Regionale dei cuochi toscani dal 1998 al 2005 oltre a due mandati come Presidente dei Cuochi aretini dal 2006 al 2014.
Aggregato alla Federazione Italiana Cuochi dal 1989, Lodovichi, ha sempre sostenuto attivamente l’associazione durante il mandato del presidente uscente nel ruolo di vicario e da due anni come referente di diverse manifestazione prima tra tutte “Food and Wine in Progress” divenuta l’evento principe tra i tanti realizzati dai cuochi toscani.
“Sono onorato di poter ricoprire un ruolo così prestigioso e di trovare il sostegno di molte persone con le quali condivido ideali e passioni – ha commentato il neo presidente dei cuochi toscani – sento forte su di me la responsabilità di rappresentare una terra che mi ha dato i natali ed il mondo dell’enogastronomia nel quale opero da anni”.
“La figura del cuoco è cambiata come del resto le esigenze del pubblico sempre più competente ed attento – ha continuato Lodovichi – il cuoco è divenuto negli ultimi anni ‘personaggio’, grazie anche alle tante trasmissioni televisive, da imitare e seguire quasi fosse una moda ma io vorrei rimettere il cuoco al centro facendo leva su professionalità, passione e tecnica e in questa visione l’Unione Regionale dei Cuochi Toscani deve diventare perno e tratto d’unione tra le associazioni provinciali e la Federazione”.
“Ho presentato un programma semplice ma vero – conclude Lodovichi – che intendo perseguire con serietà e dedizione, grazie all’aiuto dei Presidenti Provinciali e di tutti coloro che intendono coinvolgersi in maniera attiva nell’Unione Regionale Cuochi Toscani dando spazio e risalto alle attività delle singole Associazioni e stimolando innovazione e crescita in ogni ambito”.
IL NUOVO CORSO
Già da alcuni anni si respira aria nuova nella Federazione Italiana Cuochi che in poco tempo ha aumentato il numero di iscritti e la propria rappresentatività forse grazie anche all’avvento alla Presidenza Nazionale di Rocco Pozzulo, che ha rivitalizzato la FIC portando una grande motivazione ed apertura nel settore. La Toscana, con l’elezione di Lodovichi, “si vuole allineare ai tempi e alle indicazioni nazionali proiettandosi in una dimensione nuova e dinamica della quale vuole essere protagonista”.
L’Unione Regionale Cuochi Toscani rappresenta la categoria con oltre 1.200 cuochi. Negli anni ha dato vita a un evento internazionale, il Premio Caterina de Medici, che ogni anno ha visto riuniti a Firenze i maggiori rappresentanti di un settore che ormai tutti riconoscono come tra i più sviluppati al mondo.
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E’ un po’ come pensare di gestire una cristalleria in mezzo alla savana. O un orto, al centro del deserto. Ci vuole coraggio. E un pizzico di sana follia. Ingredienti che non mancano a Le Grenier, il ristorante di piazza Monte Zerbion 1 a Saint Vincent, borgo della provincia di Aosta noto per il Casino e per le terme. Una perla, nel mare di una ristorazione che – tutto attorno – pare stuzzicare la curiosità dei turisti (italiani o stranieri che siano) appiattendo la qualità, verso il basso.
Materie di prima scelta e creatività si fondono in piatti che sanno parlare, nello stesso boccone, tanto di tradizione quanto di avanguardia. E il merito è tutto della padrona di casa, Sara Berti. Una ristoratrice che è riuscita a coniugare, col medesimo equilibrio riscontrabile in ogni piatto, l’amore per la propria terra all’intelligente curiosità verso il mondo che la circonda. Già. Pranzare o cenare a Le Grenier è come affacciarsi a una terrazza sulla Valle D’Aosta. Ma con in mano un binocolo, capace di toccarne l’orizzonte.
Tradizione e avanguardia. Nei profumi, nei sapori, nei colori. Nel gusto. Un trionfo. Totale. La cui misura sta tutta nel paradosso di quel “Punto Snai” che gli hanno aperto accanto, ormai da qualche anno. La cristalleria e la savana. L’orto rigoglioso e il deserto. Magie della politica delle liberalizzazioni, che hanno aperto le porte al non-senso di un’Italia che sa farsi male da sola. Peggior nemica di se stessa. Un killer spietato. Delle proprie eccellenze.
Basta varcare la soglia per assaporare il gusto di questo antico granaio (“grenier“, per l’appunto), prima ancora di veder servito l’invitante entrée di cinque porzioni, pura arte culinaria in miniatura. Un camino colora e profuma l’aria nella sala principale, assieme alla luce calda e romantica dei candelabri. Macarons accostati a una crema di acciughe e cestini di pasta fillo con crema di zucca e bottarga preparano il palato al viaggio. I primi punti, di un’infinita schiera, segnati sul tabellone dello chef.
La scelta, nei gradini successivi, è resa ardua dalla presenza di piatti che sanno davvero incuriosire. Ognuno a suo modo. Anche perché presentati magistralmente, al tavolo, da Sara Berti. Una dovizia di particolari che trasuda amore. E racconta, al contempo, quanto sia meditato ogni pizzico d’ingrediente che compone l’intero menu. Che sia di terra o di mare, l’antipasto conferma le attese. Non sfugge neppure un dettaglio, tanto all’occhio quanto al palato.
IL MENU “L’uovo nell’uovo”, con fonduta di Fontina (rigorosamente d’alpeggio) e, a piacere, del tartufo Bianco d’Alba, è un tripudio. Le lumache di Cherasco al Lard Pistà, battuta di Lardo, non è da meno e fa il paio con l’Astice profumato all’origano, impreziosito da “piccoli legumi e cappuccino di corallo”. Il tocco magico dello chef anche nei ravioli di patate con Toma fresca di capra, trota affumicata e asparagi: un piatto tanto delicato quanto esplosivo, per l’aromaticità che sa esprimere.
Tra i secondi, segnaliamo agnello e anatra. Per il primo il taglio corrisponde a un gustoso carré, impreziosito da hummus, datteri e zuccherini alla rosa, serviti a parte. La Purple Duck, anatra Mulard spesso riscontrabile in arrosto, viene invece proposta – così come l’agnello – appena scottata, rosso sangue, per l’appunto. “Un tratto distintivo del nostro ristorante – spiega Sara Berti – è infatti quello di condurre al tavolo carni poco cotte”. Anche in questo caso, a parte, due creme: cipolla e cavolo rosso.
Per dessert, eccezionale i contrasti sensoriali dello zabaione all’assenzio con gelato. Il tutto – dall’antipasto ai secondi – corroborato da uno straordinario Cervaro della Sala 2009, blend di Chardonnay e Grechetto di casa Marchesi Antinori che si dimostra più che all’altezza di ogni portata.
Completa l’esperienza un delizioso liquore di Pino Mugo, “bevanda spiritosa” prodotta e imbottigliata da Vertosan nella vicina Châtillon (AO). Soluzione idroalcolica (35% vol), zucchero, infuso di pigne verdi e aromi naturali il segreto di questa “pozione magica”, capace di catapultare olfatto e palato in un bosco, con i suoi intensi e persistenti sentori aromatici e balsamici. Una “chicca”, fortemente voluta sulla carta de Le Grenier da Sara Berti.
LA RISTORAZIONE IN VAL D’AOSTA “Abbiamo passato tempi bui – ammette sincera l’imprenditrice – ma alla fine ne siamo usciti a testa alta, perché la nostra filosofia, basata sulla qualità assoluta nella ricerca non solo della materia prima, ma anche del suo perfetto calibro ed equilibrio nel piatto, assieme agli altri ingredienti, ha finito per pagare, alla lunga. Oggi contiamo soprattutto sulla presenza di turisti stranieri, provenienti in gran parte dalla Svizzera. Si tratta di una clientela molto preparata, che vive il territorio dove soggiorna a 360 gradi”.
“Non è difficile creare in questo modo un’economia allargata -continua – che parte proprio dal ristorante, costituita da interazioni tra le varie realtà del territorio. Spesso, infatti, i turisti stranieri ci chiedono dove poter acquistare direttamente i prodotti degustati a Le Grenier. E da quel che ci risulta tornano a casa con le auto stracolme di prodotti tipici valdostani”. Quello di Sara Berti, insomma, è molto più di un ristorante Guida Michelin. E’ la casa di una filosofia. Imprenditoriale. E di vita.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Nel weekend che precede il Natale, i produttori agricoli di Coldiretti sbarcano nel cuore di Milano con “MiGusto”, il farmers’ market di Campagna Amica lungo le vie dello shopping. Domenica 18 dicembre, dalle ore 9 alle 19, corso Buenos Aires sarà in parte chiuso al traffico per lasciare spazio all’isola pedonale dei sapori a chilometro zero.
Tra i bastioni di Porta Venezia e viale Tunisia, 60 aziende agricole provenienti da tutta la Lombardia e dalle province di Alessandria e Piacenza metteranno a disposizione dei consumatori italiani e stranieri il meglio dei tesori enogastronomici Made in Italy, anche in confezioni e cesti regalo: dalla frutta alla verdura, dalla carne ai salumi, dal vino alla lavanda, fino alle nocciole del Piemonte, al miele, alla pasta fresca e ai prodotti da forno. Non mancheranno curiosità quali uova tartufate e lumache, oltre alle linee di agri-beauty per una cura del corpo al naturale.
“L’appuntamento di domenica 18 dicembre – afferma Tiziano Tenca, responsabile provinciale di Campagna Amica – è frutto della volontà del Comune di Milano di puntare sulla vendita diretta. Attraverso un bando pubblico, infatti, ha messo a disposizione nuove aree urbane per la realizzazione di mercati agricoli, tra queste anche lo spazio in corso Buenos Aires”.
L’INDAGINE COLDIRETTI
Secondo un’indagine Coldiretti, sulla base dei dati Deloitte, quest’anno lo shopping di Natale comporterà in media per gli italiani una spesa complessiva di 614 euro a famiglia destinata nell’ordine: per il 38% ai regali, per il 26% ai viaggi, per il 24% al cibo e per il 12% ai divertimenti al cinema, al teatro, nei concerti o nelle discoteche. Le spese per Natale – sottolinea la Coldiretti – sono sostanzialmente stabili rispetto allo scorso anno (-1%), ma superiori del 19% rispetto alla media dell’Europa dove risultano inferiori solo a quelle di danesi e spagnoli.
Si conferma una spinta verso spese utili e all’interno della famiglia, tra parenti e amici, si preferisce scegliere prodotti che non vadano sprecati oppure oggetti o servizi a cui non è stato possibile accedere durante l’anno. L’enogastronomia cresce anche per l’affermarsi di uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola che si esprime con la preparazione “fai da te” di ricette personali per serate speciali o con omaggi per gli amici che ricordano i sapori e i profumi della tradizione del territorio.
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Radici del Sud rilancia il tema dell’alimentazione sostenibile che prevenga le patologie ad essa collegate dimostrando un’attenzione che va ben al di là della mera promozione della buona tavola e del buon bere. L’evento di presentazione delle nuove guide enogastronomiche 2017 presto on line, costituirà infatti anche l’occasione per affrontare l’argomento del rapporto tra dieta e salute con qualificati specialisti oltre che, in conclusione, degustare i migliori vini autoctoni del Meridione d’Italia e apprezzare la salutare cucina proposta da alcuni tra i più accreditati chef e maestri pizzaioli pugliesi.
L’appuntamento è per lunedì 19 dicembre quando alle ore 19, presso le Scuderie del Castello di Sannicandro di Bari, avrà inizio la conferenza dal titolo “La buona tavola a garanzia del benessere e della salute”, guidata dal moderatore Gianluigi Cesari, alla quale interverranno Luciano Pignataro (giornalista), le istituzioni regionali, il direttore generale dell’A.Re.S. (Agenzia Regionale Sanitaria) Felice Ungaro, l’epidemiologo nutrizionista Giovanni Misciagna e l’oncologo di fama internazionale Antonio Mazzocca. Al termine si entrerà nel merito delle eccellenze enogastronomiche prese in considerazione nelle guide Radici Restaurants, Radici Pizzerias e Radici Wines per la prima volta quest’anno disponibili nella pratica e accattivante App scaricabile online gratuitamente e saranno ufficialmente premiate le migliori realtà ristorative della Puglia.
Intorno alle ore 20,30 si darà inizio alla degustazione delle 75 etichette (qui l’elenco completo) che hanno portato a casa il titolo di vincitore della categoria di appartenenza al concorso del festival di Radici 2016 pertanto guadagnandosi una posizione di rilievo nella relativa guida Radici Wines. Il finale di serata sarà affidato alla perizia di tre maestri pizzaioli: Giacomo Diamante (Pizzeria Da Zio Giacomo – Martina Franca), Vitantonio Maggi (Gran Caffè – Locorotondo) e Mauro Ripa (Pizzeria Mauro – Cutrofiano), che in collaborazione con altrettanti chef: Pasquale Fatalino (Antica Locanda – Noci), Riccardo Barbera (Masseria Barbera – Minervino Murge), Giacomo Racanelli (Aromi Bistrot – Sannicandro di Bari), tra i protagonisti delle guide di Radici, prepareranno pizze e altre portate, dal sapore autentico e fedele alle tradizioni ittiche e dell’entroterra pugliese, per dimostrare come sia non solo possibile ma anche facile rispettare le esigenze salutistiche senza mortificare il palato e senza sacrificare il piacere di stare a tavola.
IL MENU
Le Pizze
Impasto di farro integrale con seppie marinate, melanzane arrosto, pesto al basilico e olio extravergine
Vitantonio Maggi – Pizzeria Gran Caffè – Locorotondo
Impasto Tritordeum con capocollo di martina franca, datterino giallo e caciocavallo con olio extravergine
Giacomo Diamante – Pizzeria Zio Giacomo – Martina Franca
Impasto Farina tipo 2 con germe di grano, avena e orzo alla Salentina
Mauro Ripa – Pizzeria Mauro – Cutrofiano
I Piatti
Tartare di Ricciola con giardiniera di verdure di stagione
Giacomo Racanelli – Aromi Bistrot – Sannicandro di Bari
Farro e grano ai profumi di mare
Pasquale Fatalino – Antica Locanda – Noci
Zuppa di fagioli di Sarconi, cicorielle selvatatiche, salsiccia di Minervino Murge e peperone crusco
Riccardo Barbera – Masseria Barbera – Minervino Murge
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Cresce il business del panettone, 2,5 milioni in più rispetto allo scorso anno, +5%. Affari per 60 milioni legati al dolce tipico milanese, che vale circa un quarto delle vendite in pasticceria di questo periodo. E’ quanto emerge da un’indagine della Camera di commercio di Milano su oltre trenta pasticcerie milanesi contattate in questi giorni. Il cliente torna e ne acquista uno ogni dieci giorni. Per 9 su 10 va il liscio con uvetta e canditi. Per i pasticceri è il simbolo principale e naturale di Milano (55% moltissimo, 42% molto). Per il 61% supera la dieta mediterranea (32%) come simbolo del nostro territorio per gli stranieri. Stranieri che crescono tra la clientela, un cliente su venti, il 5%. Il 32% è favorevole a un panettone in versione estiva per avere un dolce tipico tutto l’anno.
LA GIORNATA DEL PANETTONE E per gli amanti del genere, il 15 dicembre è una data da segnare sul calendario. Si terrà infatti a Milano la “Giornata del Panettone: assaggi gratis in 80 pasticcerie”. I pasticceri aderenti esporranno in vetrina la vetrofania per invitare i clienti alla prova del panettone artigianale. Si tratta di un’iniziativa della Camera di commercio di Milano e Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza in collaborazione con l’associazione Panificatori, Assofood (dettaglio alimentare), EPAM (pubblici esercizi), Promo.Ter Unione, Unione Artigiani della Provincia di Milano e APA Confartigianato Milano, Monza e Brianza, insieme ai consumatori. Sono 150 i pasticceri e i panettieri che hanno aderito all’iniziativa a Milano e provincia e esporranno la vetrofania con il logo in vetrina. Il loro panettone è un prodotto fresco, senza conservanti e artigianale. Il marchio “panettone tipico della tradizione artigianale milanese” è depositato presso l’Ufficio Brevetti della Camera di commercio di Milano. Una iniziativa promossa dalla Camera di commercio di Milano, dal Comitato dei Maestri Pasticceri Milanesi, dalle Associazioni dei pasticceri, dei panificatori, degli artigiani e dei consumatori.
COME RICONOSCERE IL VERO PANETTONE DI MILANO Che cosa distingue il panettone artigianale milanese? Viene realizzato secondo un regolamento tecnico con determinati ingredienti, nelle proporzioni stabilite e seguendo le tecniche della lavorazione artigianale. “Il panettone, come emerge dall’indagine, è uno dei marchi più riconoscibili della nostra città – ha commentato Alfredo Zini, consigliere Camera di commercio di Milano -. Rappresenta un dolce di successo anche per gli stranieri che possono avvicinarsi a questa tradizione milanese all’insegna di buon gusto e qualità. Anche quest’anno il panettone non mancherà e sarà protagonista in tavola, per festeggiare il Natale”.
“Il panettone ancora oggi – ha dichiarato Marco Accornero, consigliere della Camera di commercio di Milano e segretario generale dell’Unione Artigiani della Provincia di Milano – è prodotto in modo artigianale con l’accuratezza, la sapienza, gli ingredienti nostrani e il buon gusto di una volta. Per questo valorizziamo, partecipando a questa iniziativa con esperti pasticceri, la qualità di un prodotto simbolo della nostra città”.
“Con questo marchio tuteliamo e promuoviamo un prodotto portatore dell’immagine e del gusto di Milano nel mondo – ha dichiarato Pietro Restelli, presidente Associazione Panificatori Milano, Monza Brianza e province (Confcommercio Milano) – grazie alle sapienti lavorazioni artigianali dei nostri laboratori dolciari”.
“Una iniziativa a cui aderiamo fin dagli inizi come associazione – ha dichiarato Carlo Freni, consigliere di Epam, Associazione pubblici esercizi di Confcommercio Milano -. Crediamo che oggi sia sempre più importante mettere in luce la capacità dei nostri pasticceri, che può essere sempre più apprezzata non solo a livello locale, ma anche internazionale”.
“Si tratta di una opportunità per le imprese del settore – ha affermato Sergio Monfrini, presidente di Assofood Confcommercio Milano – di essere percepite ad un alto livello qualitativo grazie al marchio in vetrina. Una opportunità per i milanesi che per Natale cercano un buon panettone”.
“Occorre riscoprire lavorazioni e sapori antichi come fattore di appartenenza alla realtà in cui viviamo e al nostro territorio, affidandoci alla qualità dei nostri prodotti artigianali – ha commentato Vincenzo Mamoli – membro di giunta della Camera di commercio e Segretario regionale di Confartigianato Lombardia”.
“Grazie al disciplinare di produzione del panettone tipico della tradizione artigiana milanese – ha dichiarato Liberata Dell’Arciprete, consigliere della Camera di commercio in rappresentanza dei consumatori – oltre che dare un marchio al panettone tipico prodotto nei vari forni della città, consentiamo al consumatore di poter scegliere un prodotto simbolo del Natale di cui conosce gli ingredienti utilizzati (e quelli per cui non è consentito l’uso) e anche l’intero processo di produzione nelle diverse fasi di lavorazione”.
IL SETTORE DOLCIARIO IN LOMBARDIA
Sono oltre 41 mila le imprese in Italia coinvolte nella produzione e nel commercio di prodotti di pasticceria e panetteria, di cui 5.100 in Lombardia. Milano è al terzo posto in Italia con 1.806 imprese, dopo Napoli (2.396) e Roma (1.863), seguita nella classifica regionale da Brescia (695) e Bergamo (573). In Lombardia sono oltre 23 mila gli addetti coinvolti nel settore e 159 mila in Italia. Milano è prima in Italia con 8.571 addetti, seguita da Roma (6.860) e Napoli (5.925). In Lombardia è seguita da Brescia (2.938), Bergamo (2.446) e Varese (2.102).
I dolci lombardi all’estero valgono 600 milioni all’anno, primi Europa e USA. L’import-export lombardo di prodotti da forno e dolci è di 458 milioni di euro nei primi sei mesi del 2016 su 2,1 miliardi di interscambio nazionale, il 21,5%, +1,9% in un anno. Solo l’export vale 600 milioni all’anno. Supera i 200 milioni di euro l’import-export milanese nel semestre, di cui 137 milioni solo di export che si dirige soprattutto verso l’Unione Europea (108 milioni), America del Nord e Estremo Oriente. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat al primo semestre 2016 e 2015.
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Ideati da Veronafiere nascono gli EVOO Days, forum per la formazione e il networking della filiera dell’olio extravergine di oliva di qualità. La prima edizione è in programma il 20 e 21 febbraio 2017 a Verona durante Sol d’Oro Emisfero Nord (www.solagrifood.com), il più autorevole concorso oleario internazionale. E il Movimento del Turismo del Vino allarga il proprio raggio d’azione all’olio. Lancerà infatti ufficialmente il Movimento Turismo dell’Olio, in occasione dell’iniziativa “ABC OLIO – Impariamo a conoscere gli extravergine di Puglia”, che si svolgerà in Puglia, alla Masseria Torre Coccaro (BR), il prossimo 11 dicembre.
Così l’olio italiano, si appresta a fare tendenza. “Gli Evoo Days sono il nostro contributo alla celebrazione in Italia della Giornata Mondiale dell’Olio di Oliva promossa dal Coi, Consiglio Oleicolo Internazionale – afferma Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – un’iniziativa che completa il progetto perseguito con Sol d’Oro, che è quello di premiare le migliori produzioni oleicole internazionali offrendo nel contempo ai produttori di tutto il mondo un momento di confronto per progredire nella qualità”.
Tre i focus degli EVOO Days, che vedranno la partecipazione anche di relatori esteri: il miglioramento dell’oliveto e della qualità dell’olio nazionale, con seminari per approfondire le tecniche che permettono di passare da un’olivicoltura tradizionale a una intensiva utilizzando gli impianti già esistenti; l’export, con workshop su Usa, Giappone e Taiwan; il marketing, per vendere e comunicare meglio il prodotto, partendo dall’ideazione del packaging fino all’utilizzo dei social, passando per una efficace partecipazione alle fiere.
IL NUOVO MOVIMENTO
Con l’esperienza maturata nel vino e nei suoi territori, ora il Movimento Turismo del Vino pensa all’olio. L’associazione che ha segnato la svolta introducendo il valore di enoturismo, culminato con lo straordinario successo di Cantine Aperte, lancerà infatti ufficialmente il Movimento Turismo dell’Olio. “Quelli della vite e dell’olivo sono i colori del nostro territorio – spiega la vicepresidente di MTV Italia, Serenella Moroder, che presenterà il progetto alla Masseria Torre Coccaro, il prossimo 11 dicembre – ed è innegabile il valore ambientale, di tutela del paesaggio e di risorsa turistica che rappresentano soprattutto in territori straordinari. Come Movimento, il nostro sguardo all’olio è un passo inevitabile nel progetto di sviluppo legato sia alla qualità delle produzioni che al concetto fondamentale di cultura dell’accoglienza. Partiamo dalla Puglia, basta osservare questa regione per capire il perché”.
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Saranno il presidente della Federazione italiana cuochi, Rocco Pozzulo, il presidente dell’Associazione italiana sommelier, Antonello Maietta e il vicepresidente nazionale vicario di Fipe, Aldo Cursano, ad aprire con un botta e risposta sul futuro delle due professioni la seconda edizione di Food and Wine in Progress, l’evento promosso da AIS Toscana ed Unione Regionale Cuochi Toscani, in collaborazione con Confcommercio Toscana e Coldiretti Toscana, che dal 27 al 28 novembre animerà gli spazi della Stazione Leopolda di Firenze. Due giorni in cui il settore dell’agroalimentare italiano e toscano sarà protagonista e rappresentato da una squadra di centinaia di cuochi, dei quali moltissimi stellati, e dalle 140 aziende vitivinicole toscane. Il programma ufficiale prenderà il via con il taglio del nastro, al quale parteciperanno le istituzioni, previsto per le 10.
ECCELLENZA DI TOSCANA E’ l’evento nell’evento promosso da Ais Toscana con oltre 140 Aziende Vinicole Toscane facenti parte della Guida 2017 di AIS Toscana, a cui si aggiunge un ricco programma di incontri, come l’Ais Wine School per avvicinarsi al mondo dei sommelier, o i tanti WINE TOUR promossi durante la due giorni e tanti momenti di approfondimento e di degustazione sul futuro del vino toscano.
Nel palco centrale, dopo i saluti e il talk show sul tema “Occupazione nella ristorazione”, seguiranno oltre dieci cooking show da vari territori della Toscana e non solo con ricette abbinate ai vini selezionati da Ais, alcune dimostrazioni dei barman di Mixology capitanati da Danny Del Monaco, dei panificatori di Assipan e dei macellai di Federcarni. Alle 12.50 saranno conferiti i premi di Ambasciatori del Food and Wine a Andrea Rinaldi, Franco Malenotti e Marco De Luca.
La sala convegni si aprirà domenica alle 12 con il primo evento di Ais Wine School “Imparare a degustare il vino” (i minicorsi di 30 minuti per dare le regole fondamentali per degustare il vino). Alle 15 una degustazione dei vini affinati in anfora. Alle 17.30 il Movimento Turismo del Vino Toscana promuove il dibattito “Incomunicazione del vino: la capacità di comunicare il vino a modo nostro” al quale parteciperà anche il presidente nazionale di Ais Antonello Maietta.
Nell’area Toscana d’Autunno dalle 16 alle 19 alcuni tra i più quotati chef della Toscana si alterneranno in cucina interpretando la cucina toscana di stagione in chiave contemporanea. L’evento, condotto dalla giornalista Anna Maria Tossani, è coordinato dallo chef Fabio Bianconi, capitano dell’Equipe di Alta cucina della Toscana. Parteciperanno gli chef Silvia Baracchi, Matia Barciulli, Lorenzo Barsotti, Peter Brunel, Sara Conforti, Deborah Corsi, Entiana Osmenzeza, Maria Probst, Beatrice Segoni, Marco Stabile, Cristiano Tomei, Edoardo Tilli e Luciano Zazzeri.
Nell’area Cocktail in the World Mixology alle 10.30 l’Alberghiero Mixology Contest con i migliori studenti degli istituti alberghieri che si affronteranno per raggiungere il traguardo di miglior studente barman dell’anno. Alle 14 una Master Class sul tema di Bitter e Amari mentre alle 15.30 l’esibizione della star russa Nikita Khlo Pilanov dello Space Bar di Mosca. Alle 16.30 i cocktail saranno abbinati ai finger food dei cuochi toscani.
Nell’area Confcommercio alle 10 il convegno “L’evoluzione della macelleria negli ultimi trent’anni e dalle 14 alle 19 diversi cooking show e approfondimenti sui temi dei tagli della carne e della panificazione con la collaborazione di Federcarni e Assipan.
Food and Wine in Progress, dal 27 al 28 novembre, dalle 10 alle 19, presso la Stazione Leopolda di Firenze, è un evento promosso da AIS Toscana ed Unione Regionale Cuochi Toscani, in collaborazione con Confcommercio Toscana e Coldiretti Toscana. Il costo giornaliero di ingresso è di 20 euro, ridotto 10 euro per soci Ais, 5 euro per gli studenti e gratis per i bambini sotto ai 12 anni
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Arriva alla sua seconda edizione Food and Wine in Progress, il grande evento promosso dall’Unione regionale cuochi toscani (Urct), dall’Associazione italiana sommelier Toscana e da Cocktail in the world, che questo anno si svolgerà ancora alla Stazione Leopolda di Firenze domenica 27 e lunedì 28 novembre con tante novità.
A partire dagli organizzatori. Andranno infatti ad affiancare le tre associazioni appena citate, anche la Confcommercio e la Coldiretti Toscana, due realtà che raccolgono il resto delle eccellenze toscane dell’enogastronomia, della ristorazione e della produzione agroalimentare.
Un progetto, quello presentato ieri a Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio Regionale della Toscana, che nasce con l’intento di promuovere le produzioni enologiche e agroalimentari, stimolare la cultura, la conoscenza e la professionalità e far sì che i suddetti soggetti, in un contesto storico e socioeconomico in continua progressione, possano essere protagonisti nel cambiamento e nelle evoluzioni del settore. Hanno preso parte alla conferenza stampa di ieri mattina il Presidente del Consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani e il vicepresidente Lucia De Robertis, il presidente nazionale dell’Ais, Antonello Maietta, il presidente della Federazione italiana cuochi, Rocco Pozzulo, il vicepresidente vicari di Fipe Confcommercio e Presidente Fipe-Confcommercio Toscana, Aldo Cursano, il vicepresidente di Coldiretti Firenze/Prato Andrea Landini.
Food & Wine in Progress si candida ad essere un progetto di promozione ed aggregazione delle eccellenze toscane tout court, in cui i produttori attraverso momenti di presentazioni, parlano di produzioni agricole, di vino, di alimenti, di qualità e di innovazioni, come denota l’utilizzo del termine “in progress” nel titolo dell’evento a testimoniare una volontà reciproca di aprirsi all’innovazione e allo sviluppo di nuove idee. In due giorni sono attesi 5 mila visitatori che potranno incontrare oltre centinaia di cuochi, tra i quali anche chef rinomati, oltre 140 aziende vitivinicole in esposizione e altrettante legate ai settori del beverage e del food. Inoltre dibattiti, convegni e approfondimenti per avvicinare il consumatore al mondo dell’agroalimentare italiano con una formula mai sperimentata prima.
GLI INTERVENTI “Sosteniamo con convinzione questa iniziativa perché mette al centro la parola chiave delle nostre produzioni agroalimentari e enologiche: la qualità, e permette di valorizzarla grazie alla presenza sinergica degli ambasciatori nel mondo dei nostri prodotti: i grandi chef – afferma l’assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, Marco Remaschi – è una manifestazione nata da poco ma che ha avuto un esordio brillante: quest’anno, ci auguriamo possa consolidarsi offrendo una vetrina prestigiosa alle nostre eccellenze e, con loro, all’insieme della nostra produzione. Nel mondo, ne abbiamo costanti riscontri, c’è tanta voglia di Toscana, di ‘assaggiare’ la Toscana: a Food and wine in progress, per due giorni, sarà possibile farlo ai massimi livelli”.
“La capacità attrattiva della nostra regione nel mondo è senza dubbio data anche dalla sua cucina e dai suoi prodotti. L’immagine del ‘buon vivere toscano’ è strettamente correlata al nostro cibo e al nostro vino quindi una manifestazione che metta al centro le produzioni enologiche ed agroalimentari di eccellenza della nostra regione è sicuro richiamo e ulteriore vetrina di ciò che possiamo offrire al turista che decidesse di trascorrere qui le sue vacanze”, dice Stefano Ciuoffo, assessore attività produttive, commercio e turismo regione toscana.
“Il progetto che sta alla base di questo importante evento – afferma Osvaldo Baroncelli, Presidente AIS Toscana – nasce dall’intento di promuovere le eccellenze delle produzioni enologiche ed agroalimentari, far conoscere la cultura, la conoscenza e la professionalità del food e wine e le evoluzioni che questi due settori hanno saputo esprimere in questi anni sia a livello nazionale che internazionale. Questa sinergia fra sommelier e chef si traduce nella somma delle reciproche conoscenze per offrire un costante e proficuo dialogo fra associati, istituzioni, produttori e scuole alberghiere con l’obiettivo di contribuire alla crescita della cultura enogastronomica”.
CUOCHI DI TOSCANA La Toscana con oltre 1.200 cuochi è una delle regioni più importanti per questa professione che negli ultimi anni è cresciuta, spiega Franco Mariani, Presidente Urct. “Nel 2015 – continua – abbiamo quindi voluto ospitare il congresso della Federazione italiana cuochi creando un contenitore che avevamo chiamato il numero zero di Food and Wine in Progress: ecco, oggi possiamo contare sul successo dell’anno scorso per rilanciare un grande evento che ha come obiettivo quello di promuovere il grande patrimonio delle eccellenze enogastronomiche della nostra regione, ma non soltanto, creando un confronto interprofessionale aperto al pubblico, che poi è il consumatore finale”.
“Pensare globale e mangiare locale è un’ottima strategia per promuovere economia e salute – aggiunge Franco Marinoni, Direttore di Confcommercio Toscana – con Food and Wine in Progress presentiamo ai consumatori finali la filiera completa dell’agroalimentare, dal campo alla tavola, attraverso tutti gli operatori che ne fanno parte. Una rete di professionisti che comprende anche ristoratori, macellai, panificatori che ogni giorno, restando in equilibrio fra tradizione e innovazione, contribuiscono a guidarci nelle nostre scelte alimentari, in nome del benessere e della qualità. Il cibo è salute, è turismo, è cultura, è motore importante della nostra economia. Per un turista gustare una bistecca o un bicchiere di vino è parte di un’esperienza culturale. Tutelando la qualità dell’enogastronomia noi salviamo la nostra storia e ci diamo un futuro”.
All’evento prenderanno parte anche i rappresentanti di Mixology, la Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi)-Confcommercio e i produttori attraverso le associazioni regionali dei macellai e dei panificatori, Federcarni e Assipan Confcommercio.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Dal 18 al 27 novembre si svolgerà ad Abbiategrasso, Cittaslow, la diciassettesima edizione di Abbiategusto, la nota kermesse dedicata alle eccellenze enogastronomiche. Il tema di quest’anno, già introdotto con la Fiera Agricola tenutasi in ottobre, è “Il Ticino, la grande via d’Acqua, dalla Svizzera, al Piemonte alla Lombardia”. Come da tradizione Abbiategusto apre le porte della città a chiunque voglia scoprire il gusto e la storia legata ai sapori del territorio locale, e non solo. “Con Abbiategusto 2016 – afferma Pierluigi Arrara, Sindaco di Abbiategrasso – si capitalizza l’esperienza acquisita in questi anni relativa alla celebrazione del “gusto” declinato in diversi ambiti enogastronomici e contestualmente si dà avvio a un nuovo tema culturale che ha come riferimento il fiume Ticino e i relativi territori: Svizzera, Piemonte, Lombardia”.
Abbiategrasso, secondo il primo cittadino, “può ricoprire un ruolo strategico in questo contesto”. “È posizionata geograficamente a 20 Km da Milano – evidenzia Arrara – e contestualmente nel Parco del Ticino adiacente al Parco Agricolo Sud e rappresenta storicamente il punto d’ingresso dell’idrovia a Milano, collegando la Svizzera, passando per il Piemonte fino alla Lombardia. Un contesto geografico, paesaggistico e culturale unico in ambito internazionale, che coinvolge territori di montagna, valli, pianure, laghi e corsi d’acqua. Il fiume Ticino collega da secoli Milano, Abbiategrasso e la Svizzera: un collegamento logistico ed economico attraverso la navigazione del Ticino, ma anche culturale e paesaggistico. Si pensi ad esempio – conclude il sindaco di Abbiategrasso – al trasporto del marmo di Candoglia su concessione di Gian Galeazzo Visconti del 1387 che è servito alla realizzazione del duomo di Milano. Un immenso territorio con una produzione agricola e culturale d’incredibile qualità e appeal”.
IL PROGRAMMA L’evento è organizzato in collaborazione con il Parco del Ticino, gli agricoltori e i produttori locali, gli esercenti della zona e l’Associazione Maestro Martino ed è declinato in funzione di alcune prestigiose location della città: il Castello Visconteo, l’ex Convento dell’Annunciata, alcuni locali commerciali della città e lo Spazio Fiera.
I sotterranei del Castello Visconteo ospitano, dalla sera del 18 novembre in occasione del weekend del tradizionale appuntamento di “Aspettando Abbiategusto”, l’Osteria del Grotto, il luogo dove si svolgono degustazioni, incontri con produttori delle valli tra la Svizzera e il Piemonte presentati dal Parco del Ticino e dai suoi protagonisti. È stato scelto il concept del “Grotto” per ricreare un locale tipico delle regioni montuose delle Alpi, in particolare delle zone del lago di Como, della Valchiavenna e del Canton Ticino. L’offerta gastronomica dell’Osteria del Grotto è curata dallo Chef Alessandro Manzetti. Il menù è incentrato sulla produzione agroalimentare di qualità e su antiche ricette della tradizione ticinese, ossolana e lombarda proposte con semplicità e rigore.
L’Osteria del Grotto resta aperta nelle date di Aspettando Abbiategusto (18-20 Novembre) e durante Abbiategusto (25-27 Novembre) a ciclo continuo con una formula pranzo, cena e aperitivo. Ad animare l’atmosfera sono previsti alcuni cori degli Alpini delle valli, un momento d’intrattenimento della tradizione ossolana con canti popolari di montagna e la degustazione dei Runditt o Stinchett, tipici della cucina piemontese della val Vigezzo, che vengono proposti dalle donne dell’Accademia Runditt vestite in abiti tradizionali, nella versione originale con burro e sale o accompagnati ai salumi. L’Osteria del Grotto sarà anche un luogo d’incontri aperti al pubblico con i produttori di salumi, di formaggi, di vino e dei prodotti delle valli tra la Svizzera e il Piemonte presentati dal Parco del Ticino e dai suoi protagonisti che racconteranno le lavorazioni e i loro prodotti in un confronto tra due territori.
LA MOSTRA Ad arricchire la bellezza dei sotterranei del Castllo Visconteo una mostra d’arte di Gabriele Cantadore, che inaugurerà il 18 novembre, artista che ha saputo celebrare le valli, gli animali e le montagne del Ticino. “L’opera di Gabriele conferma una mia arcana convinzione – dichiara la nota critica e storica dell’arte Elda Cerchiari Necchi -. I materiali che l’uomo usa per costruire e per “fare” una casa assorbono e restituiscono le sue energie creative, energie assai più complesse ed articolate di quanto in genere si pensi. Le sue opere seguono uno straordinario percorso attraverso valori tanto remoti quanto attuali: è un cammino che affratella l’uomo al creato”.
La città si animerà il 25-26-27 novembre con Abbiate Experience un’offerta gastronomica e sensoriale curata da una serie di esercizi commerciali della città, sviluppata sia in base al tema territoriale del Ticino, a cui l’evento è ispirato, ma anche ad altri ambiti geografici a livello nazionale e internazionale purché rappresentativi di un’eccellenza (tè, cioccolato, bollicine, distillati, salumi, etc.). Il programma dettagliato sul sito www.abbiategusto.it.
SPAZIO FIERA
Lo Spazio Fiera, dal 25 al 27 novembre, ospita la mostra mercato di prodotti enogastronomici d’eccellenza con più di sessanta espositori provenienti da tutta Italia e una rappresentanza di 15 Cittaslow. Per offrire un concreto aiuto alle zone colpite dal recente terremoto la Fiera è lieta di ospitare alcune aziende agricole della zona dei Monti Sibillini ed Antonello Egizi di Forme d’Autore con una esposizione di formaggi e guanciale dell’area di Amatrice.
All’ingresso dello Spazio Fiera, nella piazza dedicata ad un illustre abbiatense, lo stilista Franco Moschino, vengono esposte le eccellenze della città dedicate alla moda, all’industria, all’economia, alla cultura e ai sapori in un percorso storico dalla seconda metà degli anni ’50 sino ad oggi.
Sempre dal 25 al 27 novembre in Piazza Castello ci sarà la tipica Cucina Popolare a cura del Gruppo Alpini Abbiatense e del Gruppo La Cappelletta. Ad arricchire il programma gastronomico domenica 27, durante tutta la giornata, ci sarà il “Mercato del gusto” in piazza Marconi, per le vie adiacenti e nel cortile interno del castello Visconteo.
Evento conclusivo di Abbiategusto la grande Festa Gourmet dalle 18 alle 23 presso l’ex Convento dell’Annunciata con l’apertura straordinaria dell’Ambasciata del Gusto promossa dall’Associazione Maestro Martino. Una serata dedicata all’esperienza Gourmet con l’Ambasciata del Gusto e i prodotti del Parco del Ticino con gli chef Sabrina Tuzi, Lucia Tellone, Sara Preceruti, Matteo Monfrinotti, Antonio Colombo e Andrea Besuschio. All’interno del convento anche musica e appuntamenti legati ad esperienze sensoriali con degustazioni legate a prodotti d’eccellenza: caviale, tè, cioccolato distillati e sigari.
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Per la prima volta nell’area archeologica di Pompei arriva il cibo degli antichi romani per far conoscere ai visitatori da tutto il mondo il legame che unisce la storia dell’Italia al proprio patrimonio enogastronomico. L’inaugurazione dell’iniziativa è fissata per sabato 5 novembre dalle ore 9.30 presso il Quadriportico Teatro Pompei con la presenza di Luigi Curatoli, Direttore Generale grande progetto Pompei, di Massimo Osanna, Soprintendente della Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia, di Dario Franceschini, Ministro Beni Culturali Roberto Moncalvo, Presidente Coldiretti. E’ prevista la degustazione del menu Pompeiano (gustum, primae mensae e secundae mensae) preparato secondo le ricette e consumato secondo le modalità del passato nel contesto storico originale.
Una opportunità unica al mondo per l’Italia dove cultura e cibo sono le principali leve di attrazione turistica strategiche per il rilancio dell’economia e dell’occupazione nel mezzogiorno ed in tutta Italia, come dimostra il dossier Coldiretti presentato nell’occasione. “Eatstory – da noi il cibo ha una storia” è il titolo del progetto realizzato dalla Coldiretti nell’area archeologica di Pompei che consentirà di fare rivivere ai visitatori degli scavi atmosfere e sensazioni del passato, ma anche l’opportunità di apprendere e partecipare direttamente ad attività di coltivazione, trasformazione e conservazione dei prodotti locali. A conclusione di tale percorso è prevista la degustazione di pietanze o l’acquisto di prodotti preparati secondo le tecniche in uso all’epoca dell’eruzione.
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Partita la raccolta per l’olio più a nord d’Italia, quello che nasce in Valtellina, oltre il 46esimo parallelo, sui costoni delle Alpi. In questi giorni, spiega la Coldiretti Lombardia, in provincia di Sondrio saranno “vendemmiati” 400 quintali di olive. “Il cambiamento climatico ha alzato la cosiddetta linea della palma e gli uliveti sono arrivati in montagna, dove eravamo più abituati a vedere mucche e pascoli – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – ma la capacità degli agricoltori lombardi li porta a sapersi adattare a nuove situazioni, anche in ambienti non facili come la montagna”. E delle nuove frontiere dell’agricoltura in vetta si parlerà nella tre giorni organizzata dall’Università degli Studi di Milano in via Festa del Perdono con l’apertura ufficiale giovedì 3 novembre alle ore 16 presso l’aula magna dell’ateneo e una serie di eventi fino a sabato 5 novembre. “La montagna – spiega Prandini – è una risorsa per la Lombardia sia dal punto di vista produttivo, con circa il 17% della superficie agricola regionale, che di quello ambientale. In questo contesto gli agricoltori ricoprono un ruolo strategico nella conservazione del territorio e dei pascoli”.
E in Valtellina – spiega la Coldiretti – sono stati proprio gli agricoltori ad avviare, negli ultimi dieci anni, il recupero di costoni e terrazzamenti per una produzione di olio sempre più consistente. “Quando ho iniziato, gli altri mi davano del pazzo, adesso mi chiedono consigli” racconta Carlo Baruffi, 71 anni, pioniere degli uliveti valtellinesi che una dozzina di anni nel comune di Poggiridenti, a 564 metri sul livello del mare, su una parte di vigneto, decise di provare la pianta simbolo del Mediterraneo. “Ho iniziato con una cinquantina di esemplari arrivati dal Garda – racconta – mentre adesso ne ho 360 da tutta l’Italia, comprese le taggiasche della Liguria e spremo un olio di alta qualità che poi regalo agli amici”.
Secondo le ultime analisi di Coldiretti, elaborate sulla base dei dati Ismea/Unaprol, la produzione 2016 in Lombardia, con oltre 627 tonnellate, dovrebbe restare stabile rispetto allo scorso anno, Mentre a livello nazionale le scorte di extravergine Made in Italy saranno esaurite entro i primi sei mesi del 2017, per effetto del crollo del 38% della nuova produzione che scende ad appena 298 milioni di chili, un valore vicino ai minimo storici di sempre. Complessivamente – precisa Coldiretti – nel Mezzogiorno si stima un calo produttivo del 39%, al nord di appena il 10% mentre al centro del 29%. Con 700 mila alberi e 2.000 ettari a uliveto – spiega la Coldiretti regionale – la Lombardia può contare su oltre 1.900 aziende olivicole e su una trentina di frantoi distribuiti fra le province di Brescia, Bergamo, Como, Lecco, Varese, Sondrio e Mantova. Le DOP sono 2 (Laghi Lombardi e Garda), mentre ci sono 7 varietà autoctone. L’olio d’oliva lombardo viene esportato in Germania, Francia, Stati Uniti, Giappone ed Emirati Arabi.
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Riscoperta delle antiche colture locali, un tuffo nei saperi e nei sapori di una volta e il benessere quotidiano legato a un’alimentazione che ancora oggi può e deve essere sempre più varia, sana e rispettosa della terra in cui si vive: sono questi gli ingredienti della terza edizione di “Grani e Melograni”, che sabato 5 e domenica 6 novembre tornerà ad animare la Torre di Oriolo di Faenza (RA). L’evento, giunto alla terza edizione e organizzato dall’Associazione per la Torre di Oriolo e dall’Unione della Romagna Faentina, con il patrocinio del Comune di Faenza e la collaborazione della Strada della Romagna e Chef Service, richiamerà ai piedi della bellissima torre medievale migliaia di amanti del buon gusto e dei prodotti di un’agricoltura sostenibile per una due giorni all’insegna del mangiare e produrre consapevole. Protagoniste della giornata di sabato saranno le antiche varietà di grano diffuse in Romagna – Senatore Cappelli, Gentil Rosso e Ardito – il farro e i pani della tradizione. Dopo il saluto delle autorità, alle ore 10 nella tensostruttura del parco della Torre si terrà il laboratorio giornaliero “Panificazione con grani antichi” a cura del maestro panificatore Claudio Pozzi, che guiderà i partecipanti alla scoperta della lievitazione naturale, dei pregi e difetti di cereali, lieviti e farine e dell’origine di allergie e intolleranze. Nel pomeriggio, dalle 15.30 alle 17.30 grazie all’associazione Le Mariette di Forlimpopoli sarà possibile imparare come si preparano gli impasti per fare la piadina con diverse farine, partecipare alla loro cottura sul “testo” e degustarle in compagnia. Ad allietare la giornata sarà l’intrattenimento musicale dei Banana Boat, che dal primo pomeriggio fino alle 22 alterneranno brani soul, reggae e blues. La giornata di domenica si aprirà con una ricca colazione preparata con i prodotti del territorio, mentre alle 9.30 inizierà il seminario “Oriolo: un territorio e le sue tipicità”: nella Sala del Castellano il focus sarà su come caratterizzare il suolo per caratterizzarne i suoi prodotti. Il lungo percorso evolutivo del territorio sarà illustrato dall’enologa Marisa Fontana, mentre Carla Scotti richiamerà l’attenzione sul progetto PROVI TERRE e sulla diversità dei terreni di un unico territorio: i partecipanti faranno esperienza di un laboratorio pedologico con effetti speciale per riconoscere i diversi terreni. Alle ore 12.15 per tutti scatterà l’ora dell’aperitivo a base di melograni del territorio. E sempre il prelibato frutto rosso, la cui varietà locale “Grossa di Faenza” è stata iscritta a fine 2014 nel Repertorio della Biodiversità della Regione Emilia Romagna, sarà protagonista alle ore 14, quando si terrà la premiazione con opere della ceramista Mirta Morigi del concorso nazionale “Io ce l’ho più grossa” aperto a tutti coloro che possiedono un melograno (regolamento sul sito www.torredioriolo.it). Dalle 14.30 inizierà l’esibizione musicale degli Swingari, vincitori di Musica nelle Aie 2015, mentre alle ore 15 andrà in scena un appassionante show cooking “Il Melograno in cucina”, durante il quale Ambra Mambelli mostrerà al pubblico vecchie e nuove abitudini per esaltare le proprietà del frutto. Per adulti e bambini alle 16.30 si terranno le letture di Zirudele (componimenti umoristici dialettali) a cura del professor Mario Gurioli e Roberto Amadio. In entrambe le giornate sarà attivo all’ora di pranzo un punto ristoro con le creazioni culinarie dello chef Igor Morini (ristorante San Biagio Vecchio), che proporrà piatti speciali utilizzando grani antichi e melograni. Nel parco della torre sarà inoltre allestito un ricchissimo mercatino con melograni, frutta di stagione, succhi, vino, grani, farine, miele, olio, marmellate, formaggi, funghi, tartufi, salumi, piante, dolci e prodotti artistici e dell’artigianato locale. Per i più piccoli, dalle ore 15, a cura di GiocaFaenza si terrà una caccia al tesoro insieme a una golosa merenda a base di caldarroste. La Torre di Oriolo sarà aperta per visite gratuite.
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Da qualche anno il Merano WineFestival volge uno sguardo sempre più attento al mondo del food e quest’anno lo fa in particolare modo con una serie di iniziative. Il 2016 è il primo anno dei premi Merano Culinaria, assegnati dalle commissioni The WineHunter ai prodotti degustati e selezionati per la manifestazione. Anche ai prodotti gastronomici, quindi, come ai i vini degustati, è stato riservato lo stretto trattamento per accedere alla manifestazione: commissioni d’assaggio e 3 fasce di punteggio corrispondenti a famosi bollini da applicare sull’etichetta – rosso, oro e platino -.
GourmetArena for Professional only, è l’iniziativa rivolta ai professionisti del settore food e alla stampa. Per la prima volta, la GourmetArena, che ospita la selezione di oltre 100 aziende, tra artigiani del gusto Culinaria, birrifici, distillati e liquori, vini dei terroir rappresentati dai Consorzi di Tutela, e servizi alla ristorazione, anticipa l’apertura a venerdì pomeriggio 4 novembre per professionisti del settore e stampa. Non solo ai professionisti, ma a tutti i foodies, è rivolta la proposta di showcooking da venerdì 4 a lunedì 7 novembre con una serie di percorsi a tema. Lady Chef: venerdì 4 novembre andranno in scena i piatti delle donne della Federazione Italiana Cuochi.
I visitatori del Festival potranno degustare la costosissima carne di Wagyu preparata da rinomati chef nazionali e internazionali durante le performances Merano Chef’s Challenge (5-7 novembre) organizzate in collaborazione con FIC ( Federazione Italiana Cuochi), Regione Campania e Fermopromuove. Cammeo georgiano della chef Tekuna Gachechiladze , considerata la regina della cucina fusion. Cooking Farm è il progetto di Merano WineFestival e Le Tenute di Genagricola nato l’anno scorso: si tratta della sfida culinaria tra giovani chef stellati e le rappresentanti dell’Associazione Contadine dell’Alto Adige. Una sfida ai fornelli all’ultimo sapore. A vincere? I visitatori, che potranno degustare i piatti abbinati ai vini de Le Tenute di Genagricola.
Un aperitivo prima di andare a casa? Ginissimo è il corner dedicato all’esibizione di bartender di fama internazionale, che presenteranno i loro cocktail preparati a base di Gin selezionati. L’assegnazione del tradizionale premio Godio chiuderà il programma della GourmetArena lunedì 7 novembre. Gli showcooking e la degustazione dei menù presentati è inclusa nel biglietto d’ingresso alla manifestazione. Il programma completo si trova sul sito www.meranowinefestival.com.
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È la paninoteca Panini Durini di Milano, con il panino “Settembre”, ad aggiudicarsi il contest Panino, passione italiana nella giornata conclusiva di Milano Golosa, la manifestazione ideata e organizzata dal gastronauta Davide Paolini. La competizione ha visto in gara cinque delle più importanti paninoteche italiane (insieme a Panini Durini, anche Panini di Mare di Vieste, Peschici, Milano, Torino e Firenze, All’Antico Vinaio di Firenze, Quinto Quarto di Cesenatico e La Prosciutteria di Milano) fronteggiarsi con tre panini ciascuna abbinati a tre bibite vintage di Spumador Passione Italiana: tonica, spuma e chinotto. Settembre, preparato con Prosciutto di Parma, Pecorino sardo, fichi neri e miele d’acacia si è abbinato alle note amare e agrumate del Chinotto.
Insieme al premio per la migliore pizzeria votata dagli utenti del sito del Gastronauta, andato a S.paccio di San Patrignano, il contest ha concluso la terza e ultima giornata di Milano Golosa.
Un’edizione da record, con oltre 13.000 presenze, composte per il 16% da buyer e operatori del settore. Inaugurata all’indomani dell’uscita dell’ultimo libro di Davide Paolini Il crepuscolo degli chef. Gli italiani e il cibo tra bolla mediatica e crisi dei consumi da cui è partito un accorato appello a riportare al centro dell’attenzione la materia prima e gli artigiani che la producono nel rispetto della qualità e delle tradizioni.
Artigiani che sono stati protagonisti di una serie di incontri e dibattiti, dai quali è emerso il ruolo sociale che deve essere loro riconosciuto. Questo il caso, ad esempio degli apicoltori, che faticosamente riescono a mantenere in vita un mestiere preziosissimo per l’ambiente, come ha sottolienato Andrea Paternoster, produttore di miele trentino.
LA QUALITA’ DELL’ALIMENTAZIONE “In Italia manca la consapevolezza dell’importanza che riveste l’alimentazione degli animali sulla qualità dei formaggi”: questa la denuncia di Roberto Rubino, presidente dell’Associazione Nazionale Formaggi Sotto il Cielo che ha dimostrato come animali alimentati con erba e fieno portino a formaggi nemmeno paragonabili a quelli prodotti con latte da animali nutriti con mangimi.
Scarsa conoscenza anche verso la materia prima da cui si ricava il cioccolato. Claudio Corallo, toscano che vive in Africa dal 1974 è considerato uno dei più importanti produttori al mondo di fave di cacao. “Siamo abituati a pensare al cacao come a qualcosa di amaro – spiega – ma questo è solo un difetto. Ho applicato lo stesso rigore che si riserva a vino e olio e ho eliminato tutti i difetti dal cacao”.
Materia prima che potrebbe essere anche selvatica, come quella raccolta da Valeria Mosca, sostenitrice del foraging. “Qualcosa di molto normale fino alla fine dell’800, quando la gente povera si nutriva di cibi spontanei non coltivati”. O materia coltivata direttamente nell’orto sinergico di Pietro Leemann per gli ingredienti da utilizzare nel suo ristorante Joia, unico stellato in Europa a proporre cucina vegetariana.
A Milano Golosa si è parlato anche di vino, nell’incontro Pietra, vetro, porcellana: nuove vie per il vino? Benjamin Zidarich, vignaiolo del Carso, ha portato la tradizione millenaria dei vasi di pietra ricavata dalle cave della zona; Stefano Amerighi l’esperienza maturata sui Monti Sibillini con il Pecorino affinato in damigiane di vetro; Fabio Gea il percorso di sperimentazione di innovativi contenitori vinari realizzati in particolari ceramiche cotte ad alte temperature.
LA TRE GIORNI DEL GUSTO “Sono stati tre giorni intensi – commenta Davide Paolini – con un pubblico molto qualificato, composto sia di operatori del settore che di appassionati. Sono soddisfatti gli artigiani del gusto che hanno partecipato e tornano a casa con relazioni e contatti importanti”. Quasi 200 infatti gli espositori che hanno portato a Milano i loro prodotti da tutta la penisola. A raccontare l’Italia del cibo tanti prodotti caseari, salumi, prodotti ittici, vini e liquori. Uno spazio importante è andato alla pasticceria con panettoni realizzati con pasta madre provenienti da tutto lo stivale.
Ma Milano Golosa non si è dimenticata di chi questi prodotti li seleziona e propone al pubblico: alle 13 migliori botteghe artigiane d’Italia è andato la prima edizione del Premio Kia alle Botteghe Golose d’Eccellenza, un’iniziativa nata in collaborazione con Kia Motors Italia che ha premiato: Erbavoglio di Aosta, Gastronomia Gallo di Torino, Parla come mangi di Rapallo (Genova), Damini – Macelleria e Affini di Arzignano (Vicenza), Latte e… di Treviso, Baita del Formaggio di Milano, Enogastronomia Giusti di Modena, Gastronomia Galanti di Firenze, Il Merlo di Camaiore di Camaiore (Lucca), Roscioli di Roma, La Tradizione di Roma, La Tradizione di Vico Equense (Napoli), Campania Mia di Napoli. L’appuntamento ora è con la seconda edizione di Gourmandia a Santa Lucia di Piave (Treviso), dal 6 all’8 maggio 2017.
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Dal 16 al 18 settembre, presso il Prato di Arezzo, l’acropoli della città toscana, torna la settima edizione dello Streetfood Village. Dopo il successo del progetto “4wheels” dedicato ai foodtruck a primavera, al Parco Pertini, i cibi di strada targati “Streetfood” tornano ad animare la storica sede che da qualche mese si è riappropriata anche della splendida Fortezza. Oltre cinquanta cibi di strada presenti, non solo da tutta Italia, ma ormai anche dal mondo, poi anche musica, spettacoli e non mancheranno gli eventi culturali. Attesi in questa occasione oltre 50 mila “streetfoodies” aretini e non solo, perché il cibo di strada promosso dall’Associazione Streetfood crea interesse, porta gente in città e ormai da tutta Italia viene considerato un vero e proprio qualificatore territoriale. Nella tre giorni di Arezzo si potranno degustare sapori unici dell’unico cibo di strada certificato in Italia. “Prima di questo abbiamo già segnato oltre 30 appuntamenti in tutta Italia con quasi un milione di partecipanti – spiega Massimliliano Ricciarini, presidente e fondatore di Streetfood – ma Arezzo rappresenta per il tour la vera festa nazionale del cibo di strada, questo grazie a una sempre più stretta e convinta collaborazione con l’Amministrazione Comunale che ringrazio ancora, e con le principali associazioni e realtà del territorio, come Coldiretti, Lilt e Mengo Music Fest. Completeranno il programma le fiabe animate con attori vestiti da personaggi Disney e Pixar”.
“Streetfood – ha sottolineato l’assessore al turismo, attività produttive e commercio Marcello Comanducci – è diventato un evento fisso nel calendario delle manifestazioni cittadine, sempre con molto successo di pubblico. Per questa edizione abbiamo pensato, d’accordo con gli organizzatori, a una nuova disposizione dei banchi al Prato per garantire una migliore fruizione da parte dei numerosi visitatori”.
I cibi di strada. Tra i prodotti in degustazione si parte rigorosamente da quelli tipici aretini promossi in questi anni dall’Associazione come i tortelli e le spianate casentinesi. Poi il giro d’Italia del cibo di strada comincia con le piade della Romagna, le bombette e la puccia pugliesi, gli arancini e il pane ca’ meusa siciliani. Dal nord la Farinata piemontese. Dalle Marche i fritti misti, con le olive in testa e il pesce di San Benedetto del Tronto (Ap), poi ancora gli arrosticini dall’Abruzzo senza dimenticare la parte internazionale: novità di questa edizione la cucina britannica con le mitiche Jack Potatoes e l’America con la carne cotta a bassa temperatura in stile Barbecue (BBQ) e il grande ritorno del dolce rumeno-ungherese Il Kurtos Kalacs. Particolare enfasi va data al notevole spazio che l’Associazione riserva alle attività aretine ambulanti e in sede fissa. Il tutto è accompagnato dalla Birra ufficiale, quella col marchio Streetfood.
IL PROGRAMMA Si parte il venerdì pomeriggio alle ore 17 con l’apertura degli operatori e alle 18,30 con il taglio del nastro alla presenza delle autorità. Dalle 21 sul palco centrale si esibiranno gli Umagroso. Il sabato si riprende con l’apertura degli stand dalle 11. Alle 15.30 Alex Revelli animerà una storica sfida: “Griglia VS Barbeque, due stili di cottura a confronto”. Alle 17.30 il momento per i più piccoli con “Le Fiabe Animate” in collaborazione con Ferrara in Fiaba e dalle 21 i concerti selezionati dal Mengo Music Fest. La domenica sarà ancora il giorno della famiglia e dei bambini a partire dalle ore 11 con il panino di Campagna Amica e un programma di educazione alimentare per i più piccoli grazie alla collaborazione con Lilt Arezzo, Banda dei Piccoli chef e Coldiretti. Alle 21 musica live con la Ballantine Band e String Food Project.
Già superata quota 160 iscritti per l’appuntamento culturale promosso da Streetfood per conoscere il centro storico. Le visite guidate organizzate dalla guida turistica aretina Silvia Ruberto, responsabile del settore turismo dell’Associazione aretina Streetfood. Le visite sono previste nei giorni sabato 17 e domenica 18 settembre con partenza dal punto informazioni di Streetfood al Prato (furgoncino Birra Artigianale) alle ore 15 e alle 17 e la domenica anche alle 10 (Per info chiamare il numero 328 1198704).
Streetfood non è solo una carovana di attività di somministrazione cibi e bevande ma un’associazione culturale che nella propria città, Arezzo, prima ancora che in altre città del tour dal 2010 ad oggi, tiene a promuovere il cibo di strada come cultura e patrimonio storico e con esso le bellezze artistiche e architettoniche. Da citare le passate visite guidate al Museo Archeologico “Mecenate”, alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie e al Duomo. Non meno importante la sinergia nel 2014 con Fraternita dei Laici e soprintendenza ai Beni Museali. In quell’anno fu ricostruito il Thermopolium presso l’anfiteatro romano di Arezzo, luogo di somministrazione alimentare di epoca romana. Tale evento collaterale fu di interesse del rotocalco Eat Parade del Tg2.
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Il mondo del’enogastronomia si incontra a Vicenza dal 12 al 15 novembre 2016 per Cosmofood. La quarta edizione della manifestazione ospitata nei padiglioni della Fiera di Vicenza cresce ulteriormente rispetto alle edizioni precedenti con 450 espositori previsti e 42 mila visitatori attesi. Si conferma così come il principale evento fieristico del Nordest dedicato a food, beverage e professional equipment nella ristorazione. Cosmofood si rivolge sia agli appassionati di cucina, desiderosi di trovare nuove idee per le loro ricette, sia al pubblico dei professionisti della ristorazione. Da quest’anno inoltre si apre ai mercati internazionali con una nutrita presenza di espositori esteri. Cento gli eventi in programma nei quattro giorni tra degustazioni guidate, showcooking con grandi chef, workshop e corsi, molti dei quali rivolti agli operatori del settore per aggiornarsi e scoprire nuove tendenze.
Tre i padiglioni su cui si svilupperà l’evento quest’anno, uno in più rispetto alla passata edizione. Un’area sarà interamente dedicata ai prodotti alimentari: al suo interno troveranno posto le aree Cosmowine, con il meglio del settore enologico da tutto il mondo; Cosmobeer, dedicata alla birra artigianale; Food, per la ristorazione e i prodotti di qualità e l’area dedicata al mondo delle intolleranze alimentari, Gluten Free, Bio &Vegan. Un intero settore sarà quindi dedicato all’enogastronomia internazionale per scoprire prodotti e tradizioni di altri paesi. Due i padiglioni occupati da Cosmotech, l’area dedicata alle attrezzature professionali, raddoppiata rispetto alla scorsa edizione. Qui sarà possibile incontrare direttamente le aziende e scoprire le ultime novità tecnologiche nel campo della ristorazione.
Info in breve: Cosmofood Expo Food Beverage Technology
Data: dal 12 al 15 novembre 2016
Orari di apertura: pad 7 sabato, domenica e lunedi dalle 9 alle 22 e martedì dalle 9 alle 19. Pad.1 e 6 tutti i giorni dalle 9 alle 19
Luogo: Fiera di Vicenza (uscita A4 Vicenza ovest)
Ingresso: € 7. Ingresso gratuito per disabili e bambini fino ai 10 anni, biglietto ridotto ad € 5 per le scolaresche
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Un storia di vera amicizia, un progetto enogastronomico esclusivo, un luogo per sognare ad occhi aperti. Sono questi gli ingredienti che Roberto Lechiancole, patron di Prime Alture Wine Resort, e Tano Simonato, patron del ristorante stellato milanese Tano Passami l’Olio, hanno messo in tavola per inaugurare, domenica 18 settembre, “La Cantina degli Chef”. “Quando Roberto mi ha chiesto se me la sentivo di aprire io questa iniziativa a casa sua, non ho esitato a dare subito la mia disponibilità – spiega Tano Simonato – per tre motivi molto semplici: conosco da tempo Roberto e come lavora con il suo unitissimo team, apprezzo i suoi vini che non mancano mai in carta da me al ristorante, lo stimo come uomo e come imprenditore. Domenica ci divertiremo, è sicuro”.
La Cantina degli Chef” è il nome di un progetto ambizioso ed elegante: un lungo ciclo di incontri, degustazioni ed eventi che avranno come ospiti chef di rilievo sul panorama nazionale ed internazionale, invitati a creare un menu in armonia con le referenze vinicole di Prime Alture (nella foto il patron e la famiglia). E non a caso è stata scelta la Domenica a pranzo: lo scopo è aprire le porte del Wine Resort a tutti coloro desiderino rilassarsi in una location senza tempo, coccolandoli con prelibatezze frutto dell’eccellenza culinaria italiana, condividendo storie, aneddoti, segreti di cucina e di cantina, patrimonio della cultura italiana. Tano Simonato aprirà dunque domenica 18 settembre alle 13 “La Cantina degli Chef”, cucinando a quattro mani con Mariglent Plaku, chef del Resort, un menu inedito creato per l’occasione.
“Menu al Volo” di Tano Simonato
Aperitivo di benvenuto dello chef Mari
Spuma d’oca, il suo foie gras, mela confit e ribes,
abbinato al Metodo Classico ‘Io per Te’
Ravioli con formaggio di capra in ristretto d’anatra tiepido, la sua mousse e insalata di tuberi,
abbinato al ‘CentoperCento’ Pinot Noir
Piccione laccato nel suo fondo e Pinot Nero Prime Alture, uva e Prugna,
abbinato al Merlot ‘L’Altra Metà del Cuore’
Pre dessert mousse di yogurt, mirtilli e crumble alle mandorle
Semifreddo di fichi e meringa con croccante di zucchero sabbiato alla nocciola e limone
abbinato a… reminiscenze di Tano barman
Per info e prenotazioni:
tel. 0383 83214 – info@primealture.it
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Sagrantino ed erbe campagnole spontanee. E’ l’inedito abbinamento gourmand proposto da Lungarotti per Enologica, l’evento del Consorzio di Tutela Vini di Montefalco in programma dal 16 al 18 settembre nel borgo medievale umbro, che quest’anno ha ottenuto la ‘Spiga Verde’, il riconoscimento di eccellenza rurale sostenibile.
E proprio i temi della sostenibilità e della biodiversità saranno al centro delle iniziative in programma nella cantina Lungarotti a Turrita di Montefalco, circondata da 20 ettari di vigneto a regime biologico. Si parte il 16 settembre con l’apertura della mostra di erbe campagnole spontanee di stagione che, nelle due giornate successive (sabato 17 e domenica 18, alle 11.00 e alle 16.00), saranno il fulcro di due focus condotti da Luciano Loschi dell’Accademia umbra erbe campagnole spontanee, per conoscerne le proprietà salutari e l’uso in cucina.
Dalla teoria alla pratica, con un menù a base di erbe abbinato al Sagrantino o in alternativa al Montefalco Rosso della cantina umbra. In degustazione crostini con pesto di erbe campagnole spontanee, insalatina di farro con Portulaca (una pianta erbacea ricca di omega 3), pomodorini e verdure bio e Fojata ripiena di amaranto e pimpinella (17 e 18 settembre, su prenotazione euro 8,00).
Per info e prenotazioni: Lungarotti – Cantina Turrita di Montefalco montefalco@lungarotti.it – Tel. 0742.378868 o 349.8689562 Loc. Turrita, via del Boschetto 1, 06036 Montefalco (Pg) www.lungarotti.it
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In una ciotola trasferisci la tartare e unisci tutti gli ingredienti. Qui le quantità sono molto soggettive, ti consiglio di iniziare con poco condimento e se ti sembra poco saporito aggiungine altro. Mescola tutto e lascia riposare mezzora nel frigo.
Con un coppapasta a forma di cuore (per i più romantici come me!), o uno classico rotondo dai la forma alla tua tartare e porta in tavola.
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Una torta di stagione, con le more a farla da padrona. E’ la mimosa alle more. Nel cuore del classico pan di Spagna, prende corpo una farcitura di crema pasticcera, panna montata e more. Ecco tutto quello che vi occorre per preparare questo dolce elegante e delicato.
Quantità per: 10 persone Realizzazione: difficile
TI SERVE
Per il pan di Spagna
150 gr di farina
250 gr di zucchero
6 uova
25 gr di burro
Mezzo limone bio
5 gr di lievito per dolci
Per la crema pasticcera
3 rossi d’uovo
4 cucchiai di zucchero
30 g di farina
500 ml di latte fresco
Per la bagna
100 ml di acqua
50 g di zucchero
Per ricoprire
250 ml di Panna fresca
100 g di zucchero a velo
250 g di more
PREPARAZIONE
1. Prepara il pan di spagna: monta con una frusta (o con la planetaria) i rossi d’uovo con 150 g di zucchero finché non saranno spumosi. In un’altra ciotola monta i bianchi d’uovo coi i 100 g di zucchero rimanenti. Amalgama i due composti con una spatola dall’alto verso il basso; incorpora la scorza del limone, la farina e il burro sciolto ma a temperatura ambiente. I movimenti con la spatola devono essere delicati per non smontare il composto. Versa tutto in uno stampo di silicone (non serve infarinare) o in una teglia di alluminio diametro 26, ma dovrai imburrarla e infarinarla e cuoci in forno già caldo a 180° per 30 minuti circa (o comunque finché non si dora in superficie).
2. Prepara la crema pasticcera: separa i rossi dai bianchi (questi ultimi li puoi utilizzare per altre preparazioni o per alleggerire la crema pasticcera). Versa in un pentolino a freddo i rossi, il latte, lo zucchero e la farina e accendi a fuoco lentissimo. Continua a mescolare senza fermarti finché la crema comincia a bollire e rassodarsi. La crema è pronta, mettici sopra la pellicola per evitare che si crei la pellicina e fai raffreddare a temperatura ambiente. Puoi preparare il giorno prima sia il pan di Spagna sia la crema pasticcera.
3: Prepara la bagna: metti a bollire l’acqua con lo zucchero in un pentolino finché non bolle e lascia raffreddare.
4: Taglia la torta in maniera orizzontale con un coltello lungo in modo da togliere la calotta. Dovrai svuotare la torta per fare spazio alla farcia, aiutati con un coltellino e un cucchiaio lasciando 2 cm dal fondo e dai lati. Taglia la mollica estratta a cubetti piccoli che ti serviranno come decorazione alla fine.
5: Cospargi la torta ormai svuotata con la bagna e fallo anche per la calotta.
6: Monta la panna con lo zucchero. Con una spatola uniscila alla crema pasticcera ormai fredda e aggiungi metà delle more.
7: Assembla il dolce: vai a farcire l’incavo del pan di spagna con metà della crema. Chiudi la torta con la calotta e con l’altra metà della crema ricopri la torta. Infine fai aderire i cubetti di pan di spagna tenuti da parte e decora con la metà delle more.
8: Tieni il dolce in frigo almeno 2 ore prima di servirlo.
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Sono Leontyna dell’australiana Paringa Ridge, Alonso Obsession della cilena Agricola Pobena e Trilogia dell’azienda argentina Trilogia i vincitori del Sol d’Oro Emisfero Sud 2016, svoltosi a Melbourne in Australia, rispettivamente nelle categorie fruttato leggero, fruttato medio e fruttato intenso. La giuria del concorso di Veronafiere dedicato agli oli extravergine di oliva prodotti a sud dell’equatore, ha assegnato anche i Sol d’Argento e di Bronzo nelle tre categorie in competizione. L’Australia vince tutto nella categoria fruttato delicato, nei fruttati medi vincono Cile, Australia e Sudafrica mentre è tutto sudamericano il podio dei fruttati intensi, con Argentina e Cile in evidenza. “Sol d’Oro – ha affermato Maurizio Danese, presidente di Veronafiere – è un concorso che premia l’eccellenza, ma che vuole anche essere uno sprone al miglioramento qualitativo, attraverso il confronto con i produttori di tutti i Paesi in concorso. Un esempio virtuoso di come una competizione possa creare valore aggiunto per tutti i partecipanti, non solo per i vincitori, con l’obiettivo di continuare a far progredire un comparto con un mercato di nicchia ma in espansione in tutto il mondo”. Nella giornata della proclamazione dei vincitori, in programma anche tre seminari per approfondire le opportunità commerciali dell’olio australiano sui mercati internazionali. Tra questi, un focus sul Giappone, considerato uno dei più interessanti mercati per l’export di alta qualità, e uno sulla partecipazione a Sol&Agrifood, il Salone internazionale dell’agroalimentare di qualità di Veronafiere (9 al 12 aprile 2017 – www.solagrifood.com), visitato nel 2016 da 56.000 visitatori professionali provenienti da 82 Paesi.
Gli oli vincitori di Sol d’Oro Emisfero Sud potranno fregiarsi del “bollino di qualità” Sol d’Oro, Sol d’Argento e Sol di Bronzo, riconosciuto a livello internazionale; inoltre insieme a quelli di Sol d’Oro Emisfero Nord in programma a febbraio 2017, saranno presentati ai buyer internazionali all’interno dell’Oil Bar durante la prossima edizione di Sol&Agrifood e inseriti nella guida «Le stelle del Sol d’Oro» edita annualmente da Veronafiere e distribuita ai buyer e giornalisti provenienti da nel 2016 da 80 Paesi.
Tra le attività promozionali in chiave commerciale a favore degli oli premiati anche la presenza in uno spazio dedicato all’Olive Oil Kansai 2016 International Exhibition di Osaka dal 18 al 20 ottobre prossimi, grazie a un accordo tra la fiera giapponese e Veronafiere. Il Paese del Sol Levante ospiterà anche l’edizione 2017 di Sol d’Oro Emisfero Sud. A Melbourne il concorso si è svolto con la sponsorship del Governo del Victoria (Vic Gov), il patrocinio del Consolato Italiano e la collaborazione della Camera di Commercio Italiana a Melbourne.
I vincitori di Sol d’Oro Emisfero Sud 2016
FRUTTATO LEGGERO GOLDEN SOL D’ORO – Paringa Ridge – Australia – Leontyna
SILVER SOL D’ORO – Bylands Estate – Australia – Family selection
BRONZE SOL D’ORO – Nullamunjie – Australia – Nullamunjie
MENZIONE SPECIALE
Lentara Grove – Australia – Frantoio Premium Reserve
Yellingbo Gold – Australia – Yellingbo Gold
La Reserva de Llancay Ltda – Cile – Baga’
Morgenster Estate – Sud Africa – Morgenster
Agroland s.a. – Uruguay – Corte Italiano
Gabriëlskloof – Sud Africa – Gabriëlskloof
Comercial e Industrial Soho s.a. – Cile – Olave organico
FRUTTATO MEDIO GOLDEN SOL D’ORO – Agricola Pobena s.a. – Cile – Alonso Obsession
SILVER SOL D’ORO – Taralinga Estate Olive Grove – Australia – Blend (Koroneiki, Hojiblanca ecc.)
BRONZE SOL DI D’ORO – Rio Largo Olive Estate – Sud Africa – Premium Blend
MENZIONE SPECIALE
Terramater S.A. – Cile – Petralia
Agroland s.a. – Uruguay – Olio Novo 2016 Willow Creek – Sud Africa – Director’ Reserve Camilo Enterprises – Australia – Classic Ligurian
Empresas Carozzi s.a. – Cile – Intenso
Comercial e Industrial Soho s.a. – Cile – Sol de Aculeo blend Snowy Mountain Extra Virgin Olive Oil – Australia – Smevoo
FRUTTATO INTENSO GOLDEN SOL D’ORO – Trilogia – Argentina – Trilogia
SILVER SOL D’ORO – Agricola Pobena s.a. – Cile – Alonso Coratina
BRONZE SOL D’ORO -Olivos Ruta del Sol S.A. – Cile – Deleyda Premium
MENZIONE SPECIALE Cobram Estate – Australia – Hojiblanca Taralinga Estate Olive Grove – Australia – Picual Rio Largo Olive Estate – Sud Africa – Extra Virgin
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Conto alla rovescia per Sol d’Oro Emisfero Sud, la sfida tra i migliori gli oli extravergine prodotti in primavera al di sotto dell’equatore in programma per la prima volta in Australia a Melbourne dal 5 al 9 settembre. La competizione itinerante organizzata da Veronafiere vede la partecipazione delle produzioni oleicole di Argentina, Cile, Perù, Brasile, Uruguay, Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica. Ancora aperte le iscrizioni, massimo due campioni per azienda, fino al 31 agosto su www.solagrifood.com/en/exhibitors-area/sol-doro-competition. “Con questa iniziativa – spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – ampliamo e consolidiamo la rete di eventi all’estero che copre oggi tutti i continenti. Dopo il successo delle prime due edizioni di Sol d’Oro Emisfero Sud in Cile e Sudafrica, quest’anno in Australia abbiamo trovato la collaborazione e la sponsorship del Governo di Victoria, che ha visto nel concorso, considerato il più importante al mondo, uno strumento per incentivare la crescita qualitativa della produzione locale di olio extravergine e per la sua promozione commerciale sui mercati internazionali”. LE SEDI Due le prestigiose sedi di questa edizione di Sol d’Oro, che ha il patrocinio del Consolato Italiano ed è organizzato con la collaborazione della Camera di Commercio Italiana a Melbourne: nella Sala conferenze del Coasit (Comitato Assistenza Italiani), dove vengono ospitati tutti i più importanti appuntamenti italiani nella città, si svolgeranno i lavori della commissione giudicante, mentre la conferenza stampa di proclamazione dei vincitori del Sol d’oro, d’argento, di bronzo delle tre categorie di olio extravergine in gara – fruttato leggero, medio e intenso – e il cocktail con la consegna dei premi si terranno all’Investment Centre Victoria, sede degli eventi ufficiali del Vic Gov. Proprio qui sono in programma anche la degustazione guidata degli oli vincitori, dedicata a giornalisti di settore e operatori specializzati del canale ho.re.ca., e tre seminari rivolti ai rappresentanti dell’industria oleicola australiana per approfondire le opportunità commerciali dell’olio australiano sui mercati internazionali. Tra questi, un focus sul Giappone, considerato uno dei più interessanti mercati per l’export di alta qualità, e uno sulla partecipazione a Sol&Agrifood, il Salone internazionale dell’agroalimentare di qualità di Veronafiere (9 al 12 aprile 2017 – www.solagrifood.com), visitato nel 2016 da 56.000 visitatori professionali provenienti da 82 Paesi.
MARKETING PREMIANTE
Premio alla qualità, il Sol d’Oro diventa anche un importante strumento di marketing per le aziende premiate, grazie alle iniziative di promozione organizzate da Veronafiere sia durante Sol&Agrifood che nel mondo. Riservata agli oli vincitori di questa edizione di Sol d’Oro Emisfero Sud la partecipazione con uno stand dedicato all’Olive Oil Kansai 2016 International Exhibition di Osaka dal 18 al 20 ottobre prossimi, in virtù di un accordo tra Veronafiere e la Fiera di Osaka, che si è candidata ad ospitare il concorso nel 2017 in veste di Paese consumatore. Nato nel 2014 dallo sdoppiamento di Sol d’Oro, il più importante concorso mondiale dedicato agli oli extravergine di qualità, in una edizione per le produzioni dell’emisfero nord a febbraio a Verona e una itinerante per l’emisfero australe, Sol d’Oro Emisfero Sud si avvale quest’anno di una giuria composta dal capo panelist Marino Giorgetti e da otto panelist internazionali. Tra questi, tre del Paese ospitante: Richard Gawel, Claudia Guillaume e Glen Green.
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Se pensate che sia settembre “il vero” inizio d’anno, fa per voi lo speciale calendario ideato da Strada del vino Soave per trascorrere momenti di svago all’insegna del gusto. A settembre, infatti, debutta a Verona “Le cucine del Soave”, rassegna enogastronomica che, di mese in mese, fino a luglio 2017, farà conoscere territorio, prodotti e pietanze tipici di questo giardino vitato di oltre 6 mila ettari, che si estende nelle vallate collinari d’Illasi, Tramigna e d’Alpone, a breve distanza dalla città d’arte scaligera. Per una sera al mese, 11 ristoratori del territorio della Strada si cimenteranno in cucina per dare risalto alla stagionalità e alla varietà dei prodotti dell’Est Veronese. Co-protagonisti delle undici serate, saranno il vino Soave ed i viticoltori che lo producono, che avranno una ribalta speciale in occasione dell’inaugurazione della rassegna, prevista il 2 settembre a Verona alle ore 20 nel Palazzo della Gran Guardianel corso di una speciale anteprima di Soave Versus, l’evento cult del Consorzio del Soave, con un menù dedicato a “Garganega, Soave e torta Reciotina”, quest’ultima un dolce secco friabile a base di Recioto di Soave.
I PROTAGONISTI
A “Le cucine del Soave” saranno protagonisti di volta in volta i formaggi di malga ed il formaggio Monte Veronese (7 ottobre 2016, ristorante e albergo Tregnago 1908 a Montecchia di Crosara, vini Corte Moschina), l’olio extra vergine d’oliva (4 novembre 2016, ristorante Al Gambero a Soave, vini Cantina del Castello), il melo decio di Belfiore, presidio Slow Food (2 dicembre 2016, ristorante Soave Relais Castelcerino a Soave, vini Ca’ Rugate), le grappe e i distillati (5 gennaio 2017, ristorante hotel Sporting San Felice, liquori Distilleria Pietro Maschio, vini T.E.S.S.A.R.I.), i piatti della tradizione invernale a base di maiale (3 febbraio 2017, agriturismo Antica Corte Cason a Ronco all’Adige, vini Corte Mainente) e baccalà (3 marzo 2017, Antica Trattoria Fattori a Roncà, vini Antonio Franchetto) a quelli primaverili preparati con gli asparagi di Arcole (7 aprile 2017, Locanda del Borgo a Soave, vini Cantina di Soave) e il pisello Verdone Nano di Colognola ai Colli (5 maggio 2017, agriturismo Al Bosco a Colognola ai Colli, vini Agostino Vicentini) fino ad arrivare alle ciliegie(1 giugno 2017, agriturismo Corte Verzè a Cazzano di Tramigna, vini Casa Vinicola Bennati) e al prosciutto di Soave (7 luglio 2017, ristorante Bacco d’Oro a Mezzane di Sotto, vini Monte Tondo). Maggiori info: www.stradadelvinosoave.com, tel. 045.7681407.
SOAVE VERSUS
Inoltre, dal 3 al 5 e il 9 settembre torna a Verona Soave Versus. L’evento, organizzato dal Consorzio Tutela del Vino Soave in collaborazione con la Strada del Vino Soave, si tiene a Verona nel Palazzo della Gran Guardia. Dedicata alle migliori interpretazioni del vino Soave, allo stile e ai valori del territorio, la manifestazione vedrà la partecipazione di oltre 50 cantine selezionate con più di 200 referenze. Tema principale dell’edizione 2016 sarà il paesaggio, in omaggio al recente riconoscimento da parte del Ministero della politiche agricole delle “Colline Vitate del Soave” quale paesaggio rurale d’interesse storico d’Italia. Nelle tre serate, si avvicenderanno numerosi eventi, tra cui cooking show con chef di livello internazionale che faranno scoprire curiosità, prodotti, ricette e abbinamenti con i vini Soave, e cucina casalinga nel “Soave Desco”, vero e proprio ristorante all’interno della manifestazione che proporrà varie interpretazione di Soave in abbinamento ai piatti delle tradizione.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Un classico della tradizione culinaria italiana rivisitato ‘In Cucina con Fede’. Ecco come preparare le orecchiette con pesto di zucchine e gamberi in poche, semplici, mosse. Segui le mie istruzioni: sarà un gioco da ragazzi!
Quantità per: 4 persone Realizzazione: facile Vino in abbinamento: Pigato Riviera Ligure di Ponente Doc
TI SERVE
500 gr di orecchiette
3 zucchine
24 gamberi freschi
Olio evo
Sale rosa dell’Himalaya
Pepe bianco
PREPARAZIONE
Fai bollire l’acqua per la pasta e nel frattempo, con un robot da cucina, trita le zucchine con olio, sale e pepe; deve avere una consistenza densa. Tieni da parte.
In una padella fai scaldare un po’ d’olio e aggiungi i gamberi. Se sono freschi ci vorranno pochi minuti x la cottura. Ti rendi conto che sono pronti perché si “arricciano” e si scuriscono.
Scola le orecchiette e falle saltare nella padella dei gamberi.
A fuoco spento versa il pesto di zucchine e amalgama il tutto.
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Una ricetta fresca e di facile preparazione quella del risotto alle fragole “In cucina con Fede”. In tavola porterete un piatto colorato e spettacolare, che saprà stupire i vostri ospiti. Importante, come sempre, scegliere al supermercato o nei vostri negozi di fiducia gli ingredienti più freschi, che contribuiranno a rendere speciale la ricetta. Per quanto riguarda il vino in abbinamento, potete optare per qualsiasi Prosecco. Quello indicato dalla nostra redazione è uno dei migliori presenti nella grande distribuzione organizzata, soprattutto nel rapporto qualità prezzo. A voi la scelta, winelovers in Cucina con Fede!
Glassa al balsamico e una foglia di menta per guarnire
PREPARAZIONE
1. Soffriggi la cipolla con un po’ d’olio in una casseruola e tosta il riso. Fai sfumare con il prosecco e aggiungi il brodo poco alla volta.
2. Metti le fragole tagliate a pezzetti piccoli (tranne 4), il sale e il pepe.
3. A fine cottura (ci vorranno almeno 15/20 minuti) spegni il fuoco, manteca con una manciata di parmigiano grattugiato e un cucchiaio di prosecco. Guarnisci con la glassa al balsamico, la foglia di menta e le fragole.
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Un ingrediente ‘grasso’ come la panna, con la leggerezza delle magiche e fresche foglie di menta. E’ questo il segreto delle tagliatelle limone, burro e menta ‘In cucina con Fede’. Ecco come prepararle.
1. Fai bollire l’acqua per la pasta in una casseruola e mettici sopra una padella. In questo modo si scalda senza essere a contatto con la fiamma. Un po’ come se cuocessimo a bagnomaria.
2. Metti il burro nella padella. Una volta sciolto, aromatizzalo grattugiando la scorza dei limoni, spezzettando le foglie di menta (tranne una che userai per guarnire il piatto) e aggiungendo a piacere il pepe bianco degli uccelli (è considerato il più pregiato dei pepi). Puoi togliere la padella da sopra la casseruola.
3. Elimina le foglie di menta dalla padella: ormai hanno svolto la loro funzione!
4. Fai cuocere la pasta, scolala e buttala nella padella con il burro. Aggiungi la panna e mescola. Spegni il fuoco e ultima il piatto con la foglia di menta.
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Ecco i Pancake con purea di fragole “In Cucina con Fede”, per una colazione fresca e golosa. Ma anche per una merenda diversa dal solito, da gustare in compagnia dei vostri ospiti!
Quantità per: circa 20 pancake in base a quanto li farai grossi Realizzazione: facile In abbinamento: perché non un centrifugato di fragole e lamponi?
TI SERVE
1 uovo
450 ml di latte fresco
50 gr di burro
2 cucchiai di zucchero
Il succo di mezzo limone
260 gr di farina (00 o di riso)
1 bustina di lievito
1 cucchiaino di bicarbonato
250 gr di fragole
Qualche lampone per guarnire
Zucchero a velo
PREPARAZIONE
In una ciotola rompi l’uovo, aggiungi il latte, il burro fuso (ma lascialo raffreddare) e il succo del limone. Con una frusta o una planetaria mescola il tutto.
Ora unisci gli ingredienti secchi: lo zucchero, la farina, il lievito e il bicarbonato e continua a mescolare.
Fai scaldare una padella per crepes (è larga almeno 20 cm e piatta) a fuoco medio/basso. Io uso una padella antiaderente così non necessita di essere unta con il burro.
Comincia a cuocere i pancake: con un mestolo (o un dosatore) prendi un po’ d’impasto e mettilo al centro della padella. Quando cominceranno a formarsi delle bolle significa che il lievito sta facendo il suo dovere e il pancake si sta gonfiando quindi lo può girare dall’altra parte.
Continua così finché non termini l’impasto. A me piacciono i contorni irregolari, ma se vuoi dare una forma perfettamente tonda al pancake o una forma di cuore etc. puoi acquistare le formine in silicone.
Mentre i pancake raffreddano con un frullatore a immersione riduci in purea le fragole. A piacere puoi aggiungere dello zucchero e filtrare i semini.
Puoi comporre il dolce: un pancake, purea di fragole, lamponi e sopra lo zucchero a velo.
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Si intitola WardaGarda il nuovo evento dedicato all’olio Garda DOP in programma a Cavaion Veronese da venerdì 2 a domenica 4 settembre 2016. Tre giorni dedicati all’Olio Extravergine nelle sue declinazioni e nei suoi abbinamenti gastronomici organizzati proprio nel cuore della produzione del Garda DOP tra gli uliveti dell’entroterra gardesano. Nella centralissima Corte Torcolo, sede anche del Consorzio di Tutela, un ricco programma di eventi con laboratori per imparare a degustare e abbinare l’olio, showcooking, escursioni, mostra d’arte, mercatino dei prodotti DOP, cucina del territorio e musica dal vivo. Nella mattinata di sabato 3 settembre è prevista la tavola rotonda “Olioturismo, forme e percorsi dei nuovi turisti” con esperti di marketing e turismo, a margine della quale è prevista la consegna dei premi del concorso per l’Olio Garda DOP L’Oro del Garda e del concorso di potatura Giorgio Bargioni. Warda è l’antico nome longobardo da cui deriva il toponimo Garda. Deve la sua origine alle fortificazioni di avvistamento con funzioni difensive sulle colline che circondano il lago, gli stessi rilievi su cui da secoli si coltiva l’olivo.
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“Bisogna avere il massimo rispetto per la materia. È lei il punto di partenza. È lei che detta l’opera, lei che la impone”. Sono perfette le parole di Mirò per descrivere la prossima edizione di Milano Golosa, dove il concetto di purezza in cucina sarà uno dei temi principali. La quinta edizione della manifestazione gastronomica creata da Davide Paolini è in programma dal 15 al 17 ottobre a Palazzo del Ghiaccio di Milano, con un ricco calendario di eventi, che sarà definito con esattezza nelle prossime settimane. Degustazioni, dibattiti e approfondimenti che avranno un occhio di riguardo verso la cucina vegetariana e vegana e alla scoperta della cucina selvatica. “Andremo oltre il piatto – spiega Davide Paolini – alla ricerca dell’origine di ciò che vi si trova dentro. Sempre più in cucina si ricerca l’integrità della materia prima, un’idea di purezza da preservare”. Tra gli ospiti presenti per confrontarsi sulla loro idea di purezza in cucina ci saranno Valeria Mosca, nota forager, anima del centro ricerche Wood-ing sui cibi selvatici e Claudio Corallo, italiano agricoltore a Principe- São Tome, considerato il produttore numero uno al mondo di cacao.
Centottanta gli espositori artigiani presenti per proporre un tour enogastronomico della penisola alla ricerca di materie prime di qualità. Tra panettieri, casari, pasticceri il pubblico sarà invitato a “il nuovo che avanza” con prodotti della cucina, lezioni, laboratori e degustazioni. Appuntamenti che coinvolgeranno anche luoghi al di fuori del Palazzo del Ghiaccio in occasione di Fuori Milano Golosa: cene, incontri enogastronomici e degustazioni tra ristoranti e enoteche milanesi che hanno aderito alla manifestazione. Milano Golosa arriva dopo la prima edizione di Gourmandia, altro evento ideato da Davide Paolini a Treviso di cui è già in programma la seconda edizione dal 6 all’8 maggio 2017. L’evento sarà aperto al pubblico sabato 15 ottobre (dalle 14.30 alle 22), domenica 16 ottobre (dalle 10 alle 20) e lunedì 17 ottobre (dalle 10 alle 17.30). Il biglietto d’ingresso, come nelle passate edizioni, sarà di 10 euro a persona, 5 euro per i bambini dai 6 ai 12, bambini minori di 6 anni gratuito. Il programma sarà presto disponibile sul sito della manifestazione.
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Un altro classico rivisitato “In cucina con Fede”. Questa volta si tratta del riso con le cozze, cucinato tradizionalmente con le patate. Al loro posto, ecco un altro ingrediente delizioso della nostra splendida Italia: la stracciatella fresca. Una ricetta abbastanza facile da realizzare, che è possibile rendere ancora più appetitosa con il giusto vino in abbinamento.
Metti le cozze in una casseruola alta. Lascia cuocere lentamente i mitili, a fuoco bassissimo e con il coperchio, finché non si aprono. Una volta pronte le cozze, conserva l’acqua fuoriuscita naturalmente. Conserva anche qualcuno dei gusci, i più belli: li userai come decorazione del piatto.
Tosta il riso in una casseruola con lo scalogno tritato, l’olio e l’alloro. Sfuma con il liquido delle cozze, aggiungi il brodo, il sale e il pepe e lascia cuocere.
Nel frattempo spadella le foglie della lattuga tagliate a strisce con olio e sale, per 3 minuti. Aggiungile al risotto e continua la cottura.
Una volta pronto il riso spegni il fuoco, manteca con la stracciatella, versa le cozze e guarnisci con i gusci.
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