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Malghe in Fermento e #siamovignaioli: i formaggi incontrano i vignaioli del Trentino

TRENTO – Dal 7 al 9 novembre, Palazzo Roccabruna darà spazio a due eccellenze locali: il formaggio garantito dal marchio “Trentino di Malga”, protagonista di Malghe in fermento, e i vini dei vignaioli del Trentino, al centro dell’evento di degustazione #SiamoVignaioli.

Oltre a mantener vivo un patrimonio di saperi e sapori, le malghe contribuiscono alla tutela dell’ambiente ed integrano l’economia montana in aree a rischio di marginalizzazione. I formaggi d’alpeggio in degustazione da domani a Trento sono l’espressione più diretta di questo impegno.

La montagna è il leitmotiv che collega “Malghe in fermento” all’altro tema della manifestazione, quello enologico, che sarà declinato sabato 9 novembre, dalle 16.00 alle 22.00, sempre a Palazzo Roccabruna.

In degustazione i vini dei vignaioli del Trentino, frutto di un rapporto intenso fra l’uomo e la montagna che dura da generazioni. In molti casi sono una sfida ai pendii, l’espressione di una viticoltura coraggiosa chiamata a fare i conti con la complessità di un territorio impervio.

Oltre alla possibilità di accostarsi alle etichette di oltre trenta vignaioli trentini, l’iniziativa consentirà di scoprire anche sedici aziende del Collio friulano e sloveno (Brda), splendido territorio a cavallo dei confini tra l’Italia e la Slovenia.

Ad un banco di degustazione dedicato ai vini autoctoni del Collio (Friulano, Malvasia Istriana, Ribolla Gialla), saranno affiancati spazi tematici con i vini dei Vignaioli del Trentino. Largo quindi agli spumanti metodo classico e metodo ancestrale, ai bianchi e ai rossi autoctoni, ai vini da varietà internazionali, alle varietà Piwi. Oltre cento etichette, per soddisfare la curiosità di tutti gli appassionati e per conoscere a fondo due territori d’eccellenza. Sempre il 9 novembre al piano nobile di Palazzo Roccabruna si rinsalderà il legame fra malghe e vini. In abbinamento alle specialità casearie d’alpeggio a marchio “Trentino di malga” sarà possibile degustare in via esclusiva il Trentino Doc Vino Santo. Alle ore 17.30, presso la Sala Conte di Luna il regista Michele Trentini presenterà il documentario “Latte Nostro” (Italia, 2018, 80′), che racconta l’esperienza dei caseifici turnari, una delle più antiche forme di cooperazione agro-alimentare in Italia. Il film – presentato alla 68^ edizione del Trento Film Festival – mette in primo piano animali, allevatori, pastori e casari che contribuiscono alla realizzazione di straordinari formaggi a latte crudo: dal formaggio di Turnaria di Campolessi (Friuli) al Casolét di Peio.

Sarà presente Daniele Caserotti, casaro del Caseificio turnario di Pejo, premiato a Cheese – Slow Food con il “premio internazionale di resistenza casearia”. Sempre il 9 novembre, dalle 20, Palazzo Roccabruna offrirà la possibilità di partecipare al laboratorio del gusto “Trentino di malga e Trentino Doc Vino Santo.

Un matrimonio che sfida il tempo”, in cui saranno proposti 5 formaggi stagionati da 2 a 5 anni e 5 vini santi invecchiati da 13 a 24 anni. Appuntamenti, questi, che inseriscono in un percorso avviato dal 2005 da Palazzo Roccabruna, volto alla tutela e valorizzazione delle specialità di malga.

Un cammino che ha visto la collaborazione fra casari e tecnici della Fondazione Mach con l’introduzione nel processo di caseificazione di fermenti lattici autoctoni (Progetto Fermalga).

La consacrazione del progetto è arrivata con la realizzazione di un disciplinare di produzione e di un marchio, “Trentino di malga”, voluti dalla Camera di Commercio di Trento, per garantire l’origine d’alpeggio dei formaggi.


ELENCO DEI PRODUTTORI DI MALGA
Tassulla (Valli del Noce); Senage Bolentina (Valli del Noce); Mondent (Valli del Noce); Pellizzano (Valli del Noce); Preghena (Valli del Noce); Villar (Valli del Noce); Fratte (Valli del Noce); Cercen (Valli del Noce); Cloz (Valli del Noce); Fondo (Valli del Noce); Strino (Valli del Noce)

E ancora: Tovre (Valli del Noce); Cavallara (Valsugana); Setteselle (Valsugana); Montagna Granda (Valsugana); Zochi (Valsugana); Trenca (Valsugana); Valfontane (Valsugana); Stramaiolo (Valsugana); Colo (Valsugana); Casa Pinello (Valsugana); Cenone di Sopra (Valsugana); Palù (Valsugana).

ELENCO DELLE CANTINE DI #SIAMOVIGNAIOLI
De Tarczal, Balter, Bellaveder, Bongiovanni, Casimiro Poli, Castel Noarna, Cavic, Cesconi, Cobelli, Comai, Devigili, Donati, El Zeremia, F. Poli, Fontana, Foradori, Furletti, G. Poli, Grigolli, Klinger, La Cadalora, Le Fontanelle, Martinelli, Maso Furli, Maxentia, Moser, Pisoni, Pojer e Sandri, Pravis, Resom, Villa Persani, Zanotelli, Zeni.

CANTINE DEL COLLIO E DEL BRDA
Il Carpino, Terre Del Faet, Raccaro, Vosca, Bolzicco Fausta, Keber Edi, Blazic, Korsic, mentre quella del Brda saranno Medot, Ferdinand, Edi Simčič, Marjan Simčič, Zanut, Dolfo, Ščurek, Erzetič.

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Sciocolà 2019, 25 quintali di cioccolato per la Ferrari F2004 di Michael Schumacher

MODENA – Era stata annunciata tra le attrazioni clou di Sciocolà 2019 ed è stata svelata oggi. Si tratta della Ferrari monoposto realizzata in cioccolato. Non una vettura qualsiasi, ma la F2004, l’auto con la quale Michael Schumacher conseguì il maggior numero di vittorie. A realizzare la scultura, per cui sono stati utilizzati 25 quintali di cioccolato, è stato Mirco Della Vecchia con la preziosa collaborazione dell’artista aretino Alessandro Marrone.

Il maestro cioccolatiere, presidente di Cna Alimentare, volto televisivo di Detto e Fatto e La Prova del Cuoco e detentore del maggior numero di guinness, è una vecchia conoscenza del pubblico di Sciocolà. Fu sempre lui, l’anno scorso, a realizzare il Monte Rushmore di cioccolato con i volti di Vasco Rossi, Enzo Ferrari, Luciano Pavarotti e Massimo Bottura.

A Sciocolà 2019 l’omaggio a Michael Schumacher, uno dei piloti più vincenti e più amati di tutto il circuito della Formula 1, oltre che dai tifosi della Ferrari. Una scelta che cade nell’anno in cui il campione tedesco compie 50 anni.

“Siamo orgogliosi di aver creato questa scultura della monoposto F2004 in grandezza reale – spiega il maestro cioccolatiere Mirco Della Vecchia – in onore di Michael Schumacher nel suo 50° compleanno ma soprattutto della Ferrari. Una maxi scultura realizzata con oltre 2,5 tonnellate di cioccolato fondente”.

“Un omaggio al passato e speriamo che sia un auspicio per il futuro di questa grande squadra che è Ferrari riconosciuta a livello internazionale come il brand più importante al mondo”, conclude Della Vecchia.

“Una vera e propria opera d’arte – spiega Stefano Pelliciardi, Ceo di Sgp Events, che organizza Sciocolà – realizzata in onore del grande pilota, nella speranza che il museo Ferrari la possa accogliere”.

E l’omaggio a Michael Schumacher prosegue nella giornata di oggi, a Modena Sciocolà 2019. La giornata sarà un’occasione per ricordare le vittorie e il ricco palmares del pilota tedesco. Il giornalista Leo Turrini racconterà infatti ai presenti aneddoti ed episodi poco conosciuti della vita del grande campione.

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Excellence 2019: alta ristorazione, creatività e sperimentazione

Una nuova location, tra le più scenografiche della città; una sorta di ‘fuori salone’ che anticipa la kermesse; un futuro progetto che farà di Roma la Capitale del gusto. Torna ampliato, e con importanti novità, l’appuntamento capitolino di Excellence, organizzato dai fratelli editori Pietro e Claudio Ciccotti e in programma dal 9 all’11 novembre.

Una tre giorni, quella della settima edizione, che come da tradizione accenderà i riflettori sui grandi temi del made in Italy enogastronomico e sui suoi protagonisti, ma questa volta dal ‘palco’ di un teatro d’eccezione, il Roma Convention Center La Nuvola.

Il capolavoro firmato dall’archistar Massimiliano Fuksas (viale Asia, 40) che si prepara a ospitare cooking show, tavole rotonde, degustazioni, talk show, incontri B2B e B2C, ma anche cuochi e realtà aziendali tra i più importanti del settore a livello nazionale e non solo. Senza dimenticare enti istituzionali, scuole di formazione professionale di sala o di cucina, associazioni d’impresa, buyer, opinion leader, giornalisti, imprenditori F&B, sommelier e ristoratori.

Cento, in particolare, gli chef – molti dei quali stellati – protagonisti degli spettacoli di cucina che si svolgeranno in tre aree diverse: Next Cooking Lazio (cooking show a 4 mani con cuochi e prodotti del Lazio), Food Innovation (cooking show con chef stellati moderati da un personaggio ‘fuori dagli schemi’) ed Excellence Academy (cooking show con chef docenti di Coquis e di altre scuole di cucina di Roma).

Cento anche le aziende espositrici, tra artigiani del gusto e industriali di alta qualità, schierati nell’avveniristica struttura congressuale che accoglierà anche diverse cantine vitivinicole italiane, alcune delle quali saranno protagoniste dello spazio We Love Tasting, mentre a fare da punto di ritrovo per l’olio extravergine di oliva sarà l’area Evo School, gestita da Coldiretti.

“Con un approccio analitico, propositivo e orientato all’avanguardia – spiega Pietro Ciccotti, ideatore dell’evento ed editore di Excellence Magazine – vogliamo offrire a professionisti e appassionati una visione d’insieme dell’enogastronomia tricolore d’eccellenza, cercando di raccontarne la qualità indiscussa, le storie che stanno dietro, le tendenze, le ultime novità e soprattutto il valore culturale, che rappresenta l’obiettivo principale.”

“E per farlo, oltre a sfruttare una nuova location dal forte appeal, proponiamo da una parte esperienze improntate sulla food innovation e sulla food experience e dall’altra una full immersion nell’affascinante mondo degli chef con veri e propri spettacoli ai fornelli. Nel mezzo, le opportunità di business e il matching tra mondo produttivo, stakeholder e grande pubblico attraverso incontri B2B e B2C, ma anche presentazioni, talk show e dibattiti” conclucde Ciccotti.

Creatività, sperimentazione e affari sono dunque i tratti distintivi del ricco calendario di attività di Excellence 2019, che per il secondo anno consecutivo vede come main sponsor PwC (network internazionale leader nei servizi professionali alle imprese).

Ma, attraverso un ventaglio di incontri ad hoc che quest’anno si susseguiranno all’interno di tre teatri e nell’area Excellence Cloud, ci sarà spazio anche per l’approfondimento, il racconto e la condivisione di progetti e idee. Si va dal Congresso Nazionale Apci (Associazione Professionale Cuochi Italiani) all’evento Falsi d’Autore curato da Luigi Cremona con gli chef stellati chiamati a riprodurre piatti che hanno fatto la storia della cucina.

Dalla presentazione della guida ‘Roma nel Piatto’ (edita da Pecora Nera) e quella dell’anteprima della guida ‘Roma Doc’ de La Repubblica. Dal talk show dedicato ai 100 anni dell’azienda vinicola La Scolca alla presentazione del progetto M’Ama.Seeds ‘Recupero delle antiche colture e delle antiche culture per la salute dell’Uomo e del Pianeta’ (a cura di M’Ama.Art).

E se, parlando di conferme, vale la pena ricordare che torna per il secondo anno il contest Race to The Stars in memoria dello chef Alessandro Narducci (una competizione riservata a giovani chef under 30 nati o residenti nel Lazio e organizzata in collaborazione con la Regione Lazio e Arsial che, dopo le fasi eliminatorie presso la scuola Coquis, si concluderà proprio lunedì 11 novembre in chiusura di Excellence).

Sul fronte delle novità 2019 c’è ancora da annoverare il ‘fuori salone’ Excellence Off: quattro cene all’insegna dell’alta cucina e dei grandi vini italiani, in programma dal 5 all’8 novembre (a pagamento e su prenotazione fino a esaurimento posti) che permetteranno di vivere in anteprima una vera e propria food experience in pieno stile Excellence, in compagnia di quattro grandi chef e dei loro piatti abbinati a quattro importanti cantine d’Italia (Francesco Apreda – Velenosi Vini; Roy Caceres – Cantine Briziarelli; Cristina Bowerman – Famiglia Cotarella; Daniele Usai – La Scolca).

Guardando ancora al nuovo ma in un’ottica di progetti sinergici, infine, la 7^ edizione di Excellence in tandem con la 3^ edizione di Mercato Mediterraneo (9-12 novembre, Fiera Roma) saranno i ‘trampolini’ ideali per Roma Food Exhibition, il maxi calendario di eventi diffusi legati al Food Business italiano e mediterraneo che punta a coinvolgere tutta la città, con l’obiettivo di mettere a sistema manifestazioni di riferimento e fiere di settore per celebrare sotto un unico ombrello l’alta ristorazione e lo straordinario paniere agroalimentare del Mare Nostrum.

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Friuli, Ein Prosit 2019: in programma 100 eventi enogastronomici in 6 giorni


UDINE –
Oltre 100 eventi enogastronomici in 6 giorni in Friuli Venezia Giulia: scalda i “motori” Ein Prosit 2019. A Udine, dal 24 al 28 ottobre, andranno in scena cene che vedranno protagonisti i grandi chef, degustazioni, incontri, laboratori e masterclass. Momento clou? La mostra assaggio, nell’ampio spazio espositivo dedicato ai produttori.

Organizzata dal Consorzio di Promozione Turistica del Tarvisiano in collaborazione con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, PromoTurismo FVG, il sostegno del Comune di Udine e della Fondazione Friuli,  la ventunesima edizione di Ein Prosit prevede un’anteprima a Tarvisio, il 23 ottobre.

Ma è il titolo dell’evento a raccontarne davvero l’essenza, “Nemo Propheta in Patria“. “Perché la gloria parla sempre un’altra lingua – spiegano gli organizzatori – e il mondo a volte accoglie più della propria casa. Vero nella vita come in cucina, capolavoro d’intreccio fra le culture e i confini ormai sfumati che colorano il nostro pianeta per tenerlo vivo”.

Ein Prosit veste Tarvisio e Udine per sei giorni con i rossi vivi del Sudamerica, i toni insondabili dell’Asia estrema, il fascino educato della Vecchia Europa, i profumi arcobaleno dell’Anatolia mescolandoli all’Italia e al Friuli-Venezia Giulia perché ognuno tiri fuori dall’altro uno spirito mai immaginato prima.

Ein Prosit porta il Friuli-Venezia Giulia a ballare sulle melodie di regioni e terre lontane perché impari nuove danze e insegni quelle che già conosce, in uno scambio dove può vincere solo l’ospitalità di chi si muove con la musica e le persone. Magari nessuno sarà profeta in patria, però è perfino più bello se lo diventa in mezzo a noi.

Ad inaugurare la XXI edizione della manifestazione, alcune cene che ospiteranno grandi chef riconosciuti a livello nazionale ed internazionale che si terranno in ristoranti e case private del territorio. Ad occuparsi del servizio gli allievi di “Intrecci”, una delle più prestigiose scuole di alta formazione di sala.

Il successo di Ein Prosit si ritrova in molteplici fattori: dal fitto calendario di appuntamenti alla scoperta dei prodotti della tradizione enogastronomica, con una particolare attenzione alla valorizzazione delle eccellenze regionali, in percorsi guidati alla ricerca di sapori elaborati e inusuali, all’atmosfera conviviale.

Passando per la privilegiata posizione geografica di una regione facilmente raggiungibile sia dall’Italia che dall’Austria e dalla Slovenia per un pubblico di appassionati e gourmand sempre più in crescita e che per quattro giorni riempirà e colorerà l’intera Valcanale.

GLI EVENTI IN PROGRAMMA

DEGUSTAZIONI GUIDATE – sabato 26 e domenica 27 ottobre
Un’occasione per conoscere e confrontarsi con prodotti di grande spessore qualitativo. L’obiettivo è quello di proporre un approccio corretto al vino, conducendo gli appassionati passo dopo passo nell’assaggio per meglio apprezzare la storia, le caratteristiche e le peculiarità dei vini presentati e dei loro produttori.

MOSTRA ASSAGGIO – da sabato 26 a lunedì 28 ottobre
Una selezionata schiera di produttori enogastronomici darà la possibilità di assaggiare e degustare il meglio della loro produzione. Oltre 200 le aziende enogastronomiche presenti, suddivise tra “Vigneto” e “Culinaria”. Novità di questa edizione, presso il Castello di Udine, la possibilità di assaggiare i migliori 25 vini dell’edizione 2019 del Biwa – Best Italian Wine Award e la sezione dedicata alle più di 60 aziende della Borgogna (in collaborazione con Club Excellence).

LABORATORI DEI SAPORI – sabato 26 e domenica 27 ottobre
Un viaggio fra i profumi ed i sapori del nostro Paese, in cui verranno proposti abbinamenti cibo-vino durante i laboratori e le masterclass, con vere e proprie escursioni tra i prodotti del patrimonio enogastronomico regionale e nazionale, organizzati in collaborazione con Illy, Grana Padano, Prosciutto di San Daniele e Despar.

ITINERARI DEL GUSTO – WELCOME HOME – da giovedì 24 a domenica 27 ottobre
Gli “Itinerari del Gusto” sono l’incontro della grande cucina con regionali del Friuli-Venezia Giulia. Grandi Chef italiani ed internazionali animeranno gli eventi con le loro proposte, nelle quali la ricerca del dettaglio si fonde con la tecnica delle preparazioni di straordinario livello, permettendo ai molti appassionati di familiarizzare con la cucina ai suoi massimi livelli.

SPECIAL EVENTS – da venerdì 25 a domenica 27 ottobre
Un susseguirsi di “eventi nell’evento” in occasione della XXI edizione di Ein Prosit. Durante il week-end ci saranno appuntamenti ed incontri con il mondo gourmet. Nell’ambito degli special events il premio che verrà consegnato alla chef friulana Fabrizia Meroi.

Food Trucks – Sabato 26 e domenica 27 ottobre
Specialità gastronomiche e chicche enologiche sui Food Truck di Tannico, Despar e quello targato Ein Prosit, che vedrà la partecipazione di Renato Bosco, Paolo Parisi, Errico Recanati, Eugenio Roncoron e Federico Sisti.

Sound, Food & Wine – Da venerdi 25 a domenica 27 ottobre
Live dj set di Andy Smith durante la cena che vede protagonisti Diego Rossi e Federico Sisti presso l’Enoteca da Fred. Novità della XXI edizione la sezione dedicata a Mixology & Bartender, “Twist on classic” che vedrà protagonisti, sabato 26 e domenica 27, alcuni dei più importanti Mixologist italiani riconosciuti a livello internazionale.

L’attività è promossa da Asahi Super Dry nell’ambito della campagna #discoverkarakuchi. Grande entusiasmo in città per le lezioni di Patrick Pistolesi (Drink Kong – Roma), Alessandro Procoli (Jerry Thomas – Roma), Oscar Quagliarini e Mattia Pastori.

Teatro San Giorgio – Sabato 26 ore 15:00
Talk “Nemo Propheta in Patria” con la partecipazione di: Trilok Gurtu, Corrado Assenza, Josko Gravner, Frank Cornelissen, Jean Pierre Robinot, Enzo e Paolo Vizzari, Mauro Uliassi, e Lorenza Fumelli, Antonia Klugmann, Ana Roš, Martina Caruso, Fernanda Roggero e Manoella Buffara e dj set di Daddy G (Massive Atacck).

Galleria Tina Modotti – Sabato 26 e domenica 27 ottobre
Laboratori a tema gastronomico per i più piccoli in collaborazione con Slow Food del Friuli. I docenti, i cuochi dell’alleanza e i produttori dei presidi Slow Food guideranno dei laboratori di educazione alimentare per i bambini di un’età compresa tra i 6 e i 12 anni. Il pubblico di Ein Prosit avrà inoltre la possibilità di visitare, contestualmente alla mostra-assaggio, le sale dei musei che ospitano l’evento.

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La Lombardia di “GranGusto”: “Carta dei Formaggi” nei ristoranti dell’Unione Cuochi


Regione Lombardia
e Associazione Unione Cuochi Regione Lombardia insieme per il progetto “GranGusto”, che prevede la realizzazione di una “Carta dei Formaggi” consultabile online. Un viaggio tra i sapori delle Dop lombarde, con immagini e video coinvolgenti per il pubblico. Protagonisti anche i ristoratori della Lombardia, al fine di promuovere un’offerta gastronomica capace di valorizzare i formaggi lombardi.

La presentazione della “Carta dei Formaggi” della Lombardia è avvenuta ieri sera nell’ambito di Forme 2019, la rassegna internazionale dedicata all’arte casearia. L’obiettivo è raggiungere nei prossimi mesi un numero significativo di 500 imprese di settore che aderiranno al progetto.

GranGusto di Lombardia promuove la diffusione nei ristoranti di un carrello o di una proposta di degustazione guidata di formaggi lombardi, dai prodotti a marchio Dop fino ai prodotti di nicchia dei piccoli produttori.

Per supportare i clienti nella conoscenza dei formaggi, l’Unione cuochi ha predisposto una piattaforma web che propone contenuti multimediali disponibili su smartphone e tablet. Basterà inquadrare un qr-code presente nel menu o sulla carta delle vivande.

Durante gli assaggi sarà così possibile scoprire le caratteristiche organolettiche, i territori di produzione e le unicità del formaggio che si sta per degustare. Riconoscendo al meglio il prodotto e potendolo così riacquistare per un consumo domestico sempre più attento a tipicità e qualità.

La Lombardia – ha dichiarato Fabio Rolfi (nella foto sopra) assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia – vanta 14 formaggi Dop su 50 nazionali. Produciamo il 44% del latte italiano. Siamo la regione regina in ambito caseario a livello mondiale. Vogliamo promuovere le nostre eccellenze anche grazie ai nostri chef, dei veri e propri ambasciatori della cucina lombarda”.

“Nel mercato della ristorazione emerge la necessità di nuovi modi per valorizzazione, dal punto di vista culturale e gastronomico, i formaggi della nostra regione. Per questo – ha concluso Rolfi nel suo intervento a Forma 2019 – ringrazio l’Unione cuochi Regione Lombardia per aver avuto la sensibilità di credere in questo progetto e nei prodotti del nostro territorio. Abbinare la qualità dei prodotti all’innovazione tecnologica sarà una scelta vincente”.

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Captain Piave: il Supereroe che difende il formaggio Piave Dop

In occasione dell’ultima edizione di Anuga, la fiera internazionale leader di settore che da 100 anni detta i trend del food&wine a livello mondiale, il Consorzio per la Tutela Formaggio Piave DOP, al fianco di Agriform, ha lanciato in anteprima mondiale il suo nuovo e rivoluzionario progetto dedicato ai bambini: Captain Piave.

Il Supereroe – nell’ambito della campagna Nice to Eat-EU co-finanziata dell’Unione Europea – è protagonista di un’animazione 3D Full HD che difende il formaggio delle Dolomiti bellunesi e tutte le produzioni a marchio di tutela DOP da abusi e contraffazioni.

La presentazione ad Anuga precede una massiccia campagna di comunicazione che vedrà Captain Piave protagonista a novembre in 50 sale del circuito UCI Cinema.

Quale modo migliore per parlare ai bambini in età scolastica – uno dei più importanti target di progetto Nice to Eat-EU – se non quello di utilizzare un linguaggio divertente e a loro comprensibile, nel tentativo di infondere nei giovani consumatori di domani la consapevolezza e il riconoscimento dei marchi di qualità europei sul piano della sicurezza degli alimenti, della tracciabilità, dell’autenticità e degli aspetti nutrizionali e sanitari.

Una missione avvincente quella di Captain Piave, impegnato a contrastare il perfido piano di Dr Fake, scienziato che tenta senza sosta di riprodurre squallide copie del Piave DOP, tenendo in ostaggio la povera Mucca Bruna per carpirne i segreti, imprigionata in un freddo e cupo laboratorio di città e lontana dai suoi amati pascoli delle Dolomiti bellunesi.

Inutile ogni tentativo di Dr Fake di nutrirla con “le farine più raffinate e le migliori tisane rilassanti”. Sì perché il Piave DOP deve il suo prestigio a un insieme di fattori non riproducibili al di fuori dell’area delle Dolomiti bellunesi, un mix che ha permesso al Piave DOP di ottenere i più prestigiosi riconoscimenti del comparto a livello mondiale.

Premi come i “TOP 50 foods” dei Great Taste Awards 2016, il Crystal Award 2018 per essere l’unico formaggio italiano ad ottenere la massima valutazione per tre anni consecutivi ai Superior Taste Awards, o, ancora, la Medaglia d’oro come “Miglior formaggio Europeo a pasta dura” ai Global Cheese Awards 2018.

Un prodotto unico e inimitabile, dunque, per quanto si sforzi Dr Fake: per ottenere questi strabilianti risultati, il formaggio Piave si arma di tradizione ed esperienza unite al territorio e all’antico “saper fare” dei casari locali, oggi raccolto in un Disciplinare di produzione.

Regole fondamentali, che prevedono l’utilizzo di latte vaccino prodotto per almeno l’80% da capi selezionati delle razze Bruna Italiana (che dà appunto il nome allo sfortunato personaggio del trio animato), Pezzata Rossa Italiana e Frisona Italiana, allevati esclusivamente nella Provincia di Belluno e nutriti con tipico foraggio di prato polifita che è proprio responsabile della struttura aromatica al formaggio.

Riuscirà quindi Captain Piave a riportare Bruna ai suoi verdi pascoli e a tutelare il formaggio Piave e i consumatori dai continui tentativi di contraffazione di Dr Fake?

Lo scopriremo nel 2020! Un “to be continued” che verrà ideato proprio dai bambini a cui il progetto è destinato, attraverso un concorso organizzato da Nice to Eat-EU e rivolto agli studenti delle scuole primarie che saranno chiamati a proporre uno storyboard del seguito delle avventure del supereroe.

Il video integrale delle avventure di Captain Piave è da oggi disponibile nel sito ufficiale del progetto www.nicetoeat.eu, in italiano ed inglese, oltre che sul canale Youtube della campagna. in difesa dei regimi di qualità dell’UE.

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Inaugurato N10 experience Milano, il ristorante di Alex Del Piero


MILANO –
Non ha scelto Torino, dove di certo ha lasciato il cuore. Alessandro “Alex” Del Piero, con un gruppo di soci, ha inaugurato oggi N10 experience Milano. Più che un ristorante o un locale, un vero e proprio viaggio nella qualità e nell’eccellenza. L’indirizzo? Via Monte Grappa, in prossimità di via Melchiorre Gioia e della stazione ferroviaria Milano-Monza.

Il progetto nasce da un gruppo di amici e imprenditori, uniti dalla voglia di creare qualcosa di nuovo e funzionale che possa fare la differenza. N10 richiama prima di tutto l’eccellenza, che prende vita a partire dai piatti dello Chef Corrado Michelazzo, prosegue con le pizze del Maestro pizzaiolo Marcello Costanzo, passa per gli originali cocktail dei bartender e si chiude nella sala privée al piano superiore, firmata dalla casa spumantistica trentina Ferrari Trento, partner del progetto.

La location è del tutto unica: dal design contemporaneo, accogliente, conviviale, in cui ci si può fermare un attimo, assaggiare uno dei “bocconi”, o farsi travolgere per un’intera serata, dalla N10 experience Milano.

Proprio sul concetto di “boccone” si sviluppa l’intero format gastronomico di N10, partendo dall’offerta di cucina che è agile, raffinata e studiata per dare l’opportunità di degustare più piatti dello Chef, nonché più tipologie di pizza. In una parola: condivisione.

È possibile vivere l’esperienza dello show cooking: lo Chef Corrado Michelazzo propone dei “bocconi” in stile italiano con qualche tocco asiatico, bagaglio dei suoi anni in Asia.

Il viaggio continua con l’esperienza della pizza preparata con farine superiori ad alta digeribilità e con materie prime ricercate dal Maestro pizzaiolo Marcello Costanzo. Lo Chef Michelazzo, crea, attorno alla realizzazione dei “bocconi”, un percorso interattivo, dove gli ospiti, seduti attorno al bancone, possono vivere a pieno le sue creazioni.

N10 offre inoltre una sala per eventi, meeting aziendali, lanci di nuovi prodotti e mostre, caratterizzata dai sistemi ottici Coelux che portano la luce naturale anche in un piano interrato, oltre a un format che prevede live show e un calendario di appuntamenti ad hoc per ogni 10 del mese.

A guidare la struttura è Francesco Tafuro, già titolare della Fabbrica di Via Pasubio, nata nel 1996. Tafuro è stato uno dei primi ristoratori in Italia a scommettere sulla qualità delle materie prime, a sperimentare farine ad alta digeribilità e a coinvolgere fornitori di eccellenza del Made in Italy.

N10 Milano, di cui è co-fondatore, è l’evoluzione di tutti questi elementi, che si vanno a intrecciare perfettamente con quello che oggi rappresenta Milano: patria dell’innovazione nel settore food e punto d’incontro e di scambio mondiale.

LO CHEF

La cucina di N10 è firmata dall’executive Chef Corrado Michelazzo, che inizia a farsi “un nome” negli anni Novanta nel suo ristorante, e in seguito con alcuni stage in Francia, con grandi Chef come George Blanc, Mark Veyrat e Trois Gros.

Consolida la sua esperienza in Italia, al Bellevue di Cogne dove ottiene una stella Michelin e con il proprio ristorante La Meridiana a Saint Pierre dove entra in diverse guide.

Da quel 2008 la decisione di puntare la bussola sulla Cina, a Shanghai, dove resta per 12 anni. La cucina di Michelazzo colpisce perché è molto creativa, ma con pochi e semplici ingredienti.

Da N10, Michelazzo arriva con la sua grande esperienza e il suo amore per la cucina: Un format “bite all day”, dal pranzo alla cena, con la possibilità di vivere l’esperienza dell’aperitivo, dalle 15 alle 19, gustando i “bite”, i “morsi” o “bocconi”.

In cucina, a supporto dello chef, oltre al sous chef Giorgio Bresciani, otto elementi di brigata, tutti giovanissimi, ragazzi che N10 ha intenzione di formare, stimolare e far crescere al suo interno.

È previsto, inoltre, un menù degustazione per la sala privée da 10 posti, che verrà studiato e creato su misura per il cliente. Al N10 l’ospite sarà coccolato e accompagnato in questo viaggio culinario ricco di sapori stimolanti.

I PIATTI

Il menu di N10 è un viaggio nell’esperienza e nella cucina di Corrado Michelazzo, che ha saputo evolvere ricette classiche e adattarle a una cucina attuale, non priva di influenze asiatiche.

Come il piccione marinato con spezie orientali con una base di sbrisolona al parmigiano e nocciole, che richiama l’origine piemontese di Michelazzo. Mentre le lumache cotte in umido vanno in seguito in tempura con una spuma di aglio dolce accompagnato da una salsa al prezzemolo.

Ma non c’è solo Oriente e Occidente nei piatti di Corrado Michelazzo, perché è la personalità dello chef che regala un tocco in più alle sue creazioni, come nel caso del raviolo ripieno di salsa alla carbonara, con una crema di broccoli e colatura di alici accompagnato da del guanciale croccante e polvere di broccoli disidratati.

Gli spaghetti con i pomodori Flagella, di Castel di Sangro, richiamano l’antica ricetta napoletana della pasta “allo scarpariello”, qui lo chef aggiunge un po’ di nduja e spolvera di ricotta secca.

Il risotto alla parmigiana di melanzane accompagnato da una mousse di melanzana affumicata al Josper, mozzarella, olio al basilico e polvere di pomodoro. Tra le spezie e le erbe predilette dallo chef, quelle classiche mediterranee, come timo e rosmarino, ma anche shiso, sakura e qualche pepe orientale, come quello di Sichuan, o il tè affumicato.

Si torna in Piemonte, ma si guarda alla Sicilia, invece, con il tonno rosso, impanato alle nocciole, per un viaggio da nord a sud. La proposta vegetariana offre almeno tre scelte, tra cui l’Insalata russa calda, con gli stessi sapori di quella classica ma con un tocco di leggerezza in più.

La selezione continua con una panna cotta ai funghi porcini con barbabietole, un tiramisù leggerissimo, con gli stessi ingredienti del classico, ma rivisti: una crema leggera, un crumble di cioccolato e un gelato al caffè.

LA PIZZA

La pizza di N10 Milano è firmata dal Maestro pizzaiolo Marcello Costanzo che porta con sé un’esperienza trentennale nel settore pizza. Sin da subito la passione è sfociata nella consapevolezza di voler migliorare tutti gli elementi compositivi con studi dettagliati.

Ha collaborato con le pizzerie più rinomate e ha conseguito l’abilitazione a “Istruttore Pizzaiolo” da parte dell’Accademia Pizzaioli Italiani. Dal 2010 è docente pizzaioli presso istituto Afol Metropolitana.

Anche per la pizza vale il concetto di stagionalità degli ingredienti, a cui si accosta la scelta del pomodoro Flagella, nelle versioni passata, filetto, pelato, datterino giallo e rosso.

Flagella è un piccolo e bravissimo produttore abruzzese di Castel di Sangro, così come del resto sono piccole le aziende scelte per le materie prime, puntando così su produttori artigianali.

IL LOCALE

Il viaggio all’interno di N10 experience è interamente illuminato da luci iGuzzini. La vera protagonista è la cucina a vista targata Moltenì, prodotta a Lione totalmente a mano, dall’iconico colore rosso corsa.

Il Bar è caratterizzato da una parete dorata a inserti, che ospita una decina di posti. Tra la cucina e il bar, in uno spazio luminosissimo, dove i raggi del sole penetrano dalle ampie vetrate, possiamo ammirare le pareti di ceppo lombardo Marazzi, come tutti i rivestimenti del locale.

Al piano terra si possono vivere due esperienze: quella del bar, aperto dalle 12 all’1 di notte dove i nostri bartender esprimono le loro esperienze nella mixology con la possibilità di poter gustare un aperitivo attraverso l’esperienza dei “bite ” e quella dello show cooking aperta dalle 12 alle 3 di notte e dalle 19 alle 23, dove lo chef Corrado Michelazzo propone dei “bocconi” in stile italiano con qualche tocco asiatico.

Entrambe le esperienze possono essere vissute nel dehor con uno stile lounge con tavoli, divanetti e zone verdi. Continuando il viaggio, al piano superiore, aperto dalle 12 alle 3 e dalle 7 a mezzanotte, si può gustare la pizza preparata con farine superiori ad alta digeribilità e con materie prime ricercate dal Maestro pizzaiolo Marcello Costanzo. In coda al vagone c’è il “N10 priveé” firmato Cantine Ferrari.

Il piano interrato è caratterizzato da una sala multifunzionale che sarà utilizzata per eventi aziendali, musicali, lanci di nuovi prodotti, mostre e spettacoli in genere. Ogni 10 del mese si potrà vivere un’esperienza con serate a tema.

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Abbinamento panettone vino: la guida “al femminile” de Le Donne del Vino


MILANO –
Non poteva che nascere qualcosa di “dolce” dal progetto di collaborazione tra Le Donne del Vino e l’Antica Pasticceria Muzzi. Per esempio una guida all’abbinamento perfetto tra panettone e vino.

L’opuscolo, stampato in 20 mila copie e inserito nei dolci da ricorrenza della casa umbra, è stato presentato in mattinata a Milano, nella sala congressi di Eataly Smeraldo.

“Un’operazione – ha spiegato Donatella Cinelli Colombini, presidente dell’associazione nazionale Donne del Vino – che fa bene non solo al panettone ma anche a tutto il mondo del vino italiano, perché invita a prendere sul serio il vino e a gustarlo appieno. Libri come questo sono parte di un’educazione al bere consapevole”.

“Ci confermiamo un’azienda in costante crescita nel segmento premium – ha commentato Andrea Muzzi, Ceo di IdB Group, che detiene il marchio Antica Pasticceria Muzzi – con una visione votata alle aspettative del cliente. La collaborazione con Le Donne del Vino guarda infatti ai gourmand, che intendono gustare le nostre specialità in abbinamento alle etichette della migliore tradizione enologica italiana”.

“Da questa partnership – ha aggiunto Martino Beggio, responsabile Marketing e Comunicazione di IdB Group – impareremo molto sul fronte dell’approccio al prodotto: anche i dolci lievitati da ricorrenza possono essere degustati sulla base di una ragionata analisi sensoriale. Una prassi ormai consolidata nel mondo del vino, che ben si addice all’artigianalità della nostra produzionei”.

A curare gli abbinamenti Cinzia Mattioli, Camilla Giuggi e Antonietta Mazzeo, sommelier Ais e “Donne del Vino”. In tutto una sessantina di abbinamenti panettone e pandoro vino, che vanno dal Fiori d’Arancio Colli Euganei Spumante, ottimo con il pandoro classico, al Gewurztraminer Passito Doc, perfetto con il Panettone albicocche e cioccolato.

E ancora dal Moscato d’Asti abbinato al panettone curcuma e zenzero, all’Erbaluce di Caluso Passito per il panettone glassato alle nocciole Igp. Fino a chicche come i Campi Flegrei Falanghina Passito Doc e l’Aglianico Passito. Presente anche una Altbier, tipologia “scura” ad alta fermentazione perfetta per il panettone alla birra dell’Antica Pasticceria Muzzi.

Una linea, quella dei panettoni “spiritosi”, che occupa la fascia top di gamma di IdB – Industria dolciaria Borsari, leader nel segmento dei lievitati da ricorrenza premium.

L’incremento a doppia cifra del fatturato a cavallo delle campagne Natale 2018 e Pasqua 2019 (+ 11,43%, con un aggregato di 47,2 milioni di euro) è dovuto anche ai panettoni “aromatizzati”, che assieme racchiudono il 7-8% della produzione complessiva.

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Agroalimentare. Dazi USA: a ciascuno il suo

BOLOGNA – Dopo il verdetto WTO che autorizza gli Stati Uniti ad applicare dazi su un ammontare di circa 7,5 miliardi di dollari sull’import Ue, si tratta di capire nel dettaglio quali paesi e prodotti rischiano maggiormente di essere colpiti.

Attraverso la ricostruzione dei valori di import al 2018 di tutti i singoli prodotti agroalimentari elencati (113) nella lista emanata dall’amministrazione americana (USTR) suddivisi tra Paesi interessati – l’applicazione dei dazi viene infatti determinata sia per tipo di prodotto che per paese importatore – Nomisma Agroalimentare ha individuato per i principali paesi Ue i settori che potrebbero (il condizionale è quantomeno auspicabile, nella speranza che la diplomazia intervenga prima del 18 ottobre) essere maggiormente colpiti da questa nuova imposizione tariffaria.

Innanzitutto va detto che su un totale di import agroalimentare negli USA di origine italiana che nel 2018 è stato di 5,48 miliardi di dollari, l’ammontare che viene interessato dai nuovi dazi è di circa 482 milioni di dollari, vale a dire il 9%.

Se questo può sembrare una buona notizia, il brutto è che la gran parte di tale montante (quasi il 50%) riguarda i formaggi in particolare Dop, come Parmigiano Reggiano, Grana Padano e Pecorino Romano.

Vino, olio d’oliva e pasta non sono stati inseriti nella “black list” mentre il secondo prodotto più colpito sono i liquori, per i quali il dazio del 25% andrebbe ad interessare un valore di quasi 167 milioni di dollari.

I dazi Usa sui nostri formaggi Dop potrebbero avere impatti molto significativi su tutta la filiera lattiero-casearia collegata, alla luce dei forti legami che queste produzioni certificate hanno con il sistema degli allevamenti, sia a livello nazionale che territoriale: basti pensare al Pecorino Romano, prodotto per oltre il 90% in Sardegna che sostanzialmente dipende dal mercato degli Stati Uniti dove esporta oltre il 60% della propria produzione o al Grana Padano e al Parmigiano Reggiano che congiuntamente valorizzano il 40% di tutto il latte vaccino prodotto in Italia” evidenzia Denis Pantini, Direttore dell’Area Agroalimentare di Nomisma.

Nel caso della Francia, il dazio andrebbe a colpire principalmente il settore dei vini fermi su un valore di 1,3 miliardi di dollari (vale a dire il 20% dell’import agroalimentare di origine francese).

In questo caso, Trump ha risparmiato sia lo Champagne che i formaggi transalpini mentre ha “bastonato”, al di fuori dell’agroalimentare, le esportazioni dei grandi aerei commerciali (10% di dazio su 3,5 miliardi di dollari di import), “casus belli” della disputa in corso tra le due sponde dell’Atlantico.

Per la Spagna, il valore dei propri prodotti inseriti nella lista incide per ben il 35% sul totale delle importazioni agroalimentari spagnole negli USA, con olio d’oliva e vino più penalizzati.

In merito al Regno Unito, la quasi totalità dei propri prodotti esportati negli Usa soggetti a nuovi dazi attiene agli spirit e, in particolare al whisky anche se nella lista viene specificato che l’import di questo prodotto sarà “tassato” solo in quota parte e non su tutto l’ammontare.

Va comunque segnalato che, nel 2018, l’import americano di Scotch Whisky è stato di ben 1,6 miliardi di dollari che, unito agli altri prodotti di origine britannica inseriti nella lista, conducono ad una potenziale incidenza delle esportazioni soggette a nuovi dazi di oltre il 60% sul totale degli scambi agroalimentari.

Infine la Germania. Per questo paese, il valore dell’import soggetto a dazio è il più basso dei cinque top exporter considerati, vale a dire 424 milioni di dollari, il 19% del totale degli scambi agroalimentari verso gli Usa. Anche in questo caso, gli spirit rappresentano i prodotti più colpiti.

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Dazi. Prandini (Coldiretti) “Bene l’ok del Governo agli aiuti proposti”

“E’ positivo l’accoglimento da parte del Governo della richiesta della Coldiretti di attivare aiuti compensativi per azzerare l’effetto dei dazi americani su alcuni prodotti agroalimentari Made in Italy“.

E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in riferimento alla nuova black list del Dipartimento del Commercio statunitense (USTR) in pubblicazione sul Registro Federale che entrerà in vigore il 18 ottobre, che colpisce con dazi del 25% il Made in Italy sulle tavole statunitensi, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano ma anche altri prodotti lattiero caseari, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori.

E’ importante intervenire subito con risorse adeguate per sostenere le imprese colpite dai dazi ed evitare la perdita di competitività sul mercato americano a vantaggio dei Paesi concorrenti” – ha concluso Prandini

sottolineando che “ora è anche necessario aprire subito la trattativa a livello comunitario e nazionale dove una buona premessa al confronto sono le importanti relazioni con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha saputo costruire il premier Giuseppe Conte”.

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Dazi USA. UIV: pericolo per ora scampato m occorre tenere alta l’attenzione

ROMA– “L’esclusione del vino italiano dalla lista dei prodotti che saranno colpiti dai dazi, ci fa tirare un primo sospiro di sollievo e per questo il nostro ringraziamento va al Premier Giuseppe Conte e alla Diplomazia italiana, oltre agli sforzi della Commissione UE. Gli USA sono infatti un mercato fondamentale: si posizionano al primo posto nella graduatoria dei Paesi consumatori di vino con una domanda complessiva che è cresciuta negli ultimi 5 anni in valore di oltre il 30%, così come il quantitativo di vino esportato dal nostro Paese”

“Anche se per ora il pericolo è scampato, è però necessario mantenere alta l’attenzione e continuare un dialogo con gli USA, per evitare che la lista venga rivista e ampliata, considerato che secondo quanto comunicato dall’amministrazione americana, gli USA hanno l’autorità per aumentare le tariffe in qualsiasi momento o modificare i prodotti interessati”.

Con queste parole Ernesto Abbona, Presidente di Unione Italiana Vini, commenta l’esclusione dei vini italiani dalla lista dei prodotti pubblicata dalle autorità americane dopo il via libera del WTO che ha ritenuto l’Europa colpevole di aver concesso aiuti illegali ad Airbus per un importo pari a 7,5 miliardi di dollari consentendo così a Washington di aumentare le tariffe all’importazione del 10% e del 25% su una lista di prodotti indicata dal Dipartimento del Commercio statunitense.

Benché il vino sia stato escluso, i dazi, che dovrebbero scattare dal 18 ottobre, andranno a colpire molti altri prodotti italiani dell’agroalimentare come il pecorino romano, il parmigiano reggiano, il prosciutto e loro derivati.

“Non è mai una buona notizia quando vengono approvate restrizioni al commercio – aggiunge il Presidente di UIV – In questo caso, anche se non toccano direttamente noi, colpiscono il vino di altri Paesi e altri prodotti agricoli, alcuni made in Italy, che nulla hanno a che fare con la causa.”

“Per questo invitiamo UE e USA a continuare a lavorare per una soluzione negoziale sul caso Airbus-Boeing che eviti l’escalation di una guerra commerciale che rischia di impoverire tutti. Unione Italiana Vini – conclude – continuerà a monitorare la situazione e a sensibilizzare le istituzioni, anche perché il mercato USA costituisce uno sbocco strategico irrinunciabile per le nostre produzioni e la salvaguardia delle nostre imprese vinicole”.

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Istituto Espresso Italiano lancia il nuovo marchio internazionale per riconoscere l’”espresso italiano”

Nel mondo si consumano 3 miliardi di caffè al giorno. L’espresso è riconosciuto da tutti come una grande eccellenza del Made in Italy. In Italia il caffè occupa oltre 7 mila addetti solo per la lavorazione, senza contare l’indotto, con un fatturato che va verso i 4 miliardi di euro annui.

ESPRESSO ITALIANO: UN MARCHIO PER RICONOSCERLO NEL MONDO
Per rafforzare la propria azione l’Istituto Espresso Italiano (IEI) ha iniziato a ridefinire le proprie attività di marketing, a partire dal marchio, la cui progettazione è stata affidata a Robilant Associati, brand advisory leader in Italia.

La nuova identità racconta tratti d’italianità strettamente legati al caffè: la passione e la gestualità, iconograficamente sintetizzate dal bacio, elemento che dà concretezza al concetto di amore trasformandolo in un gesto tangibile, semplice, quotidiano e italiano quanto un caffè espresso. Questo stile conferisce al nuovo IEI una cifra espressiva più impattante, empatica e universale, come universale è il piacere del caffè” – ha affermato Roger Botti, direttore generale e creativo di Robilant Associati.

E il marchio sarà ovviamente riconoscibile anche per i consumatori italiani, nei 700 esercizi pubblici, soprattutto bar, certificati da IEI e negli oltre 20 mila bar d’Italia che servono miscele certificate con il marchio.

INTERNATIONAL COFFEE DAY
Ogni anno, il 1° ottobre, il mondo si riunisce per celebrare il caffè e riconoscere a milioni di persone in tutto il mondo – dagli agricoltori, ai torrefattori, ai baristi, ai proprietari di bar e altro ancora – il duro lavoro per creare e servire la bevanda che amiamo tutti.

L’iniziativa, che con il 2019 raggiunge il quinto anno, è promossa dall’International Coffee Organization. Ogni anno viene scelto un tema specifico. Quest’anno il pensiero va verso i milioni di contadini impiegati nella coltivazione delle piante da caffè nel mondo. Il caffè infatti non è mai stato così popolare, con circa 3 miliardi di tazze consumate ogni giorno, un numero che continua a salire, eppure chi lo coltiva guadagna sempre meno.

SOSTENIBILITA’ FA RIMA CON FORMAZIONE
La Giornata Mondiale del Caffè del 1° ottobre è dedicata quest’anno, come detto, alla sostenibilità, che per l’Istituto Espresso Italiano significa innanzitutto formazione degli operatori e dei consumatori.

Chi impara a valutare e a riconoscere la qualità del caffè è disposto a pagarlo un prezzo maggiore favorendo, si spera, l’acquisto di materia prima che garantisce anche ai coltivatori un profitto miglioreOggi chi coltiva caffè si trova a fronteggiare una drammatica caduta dei prezzi che mette a rischio la qualità della vita della propria famiglia e il futuro dei propri figli” – ha affermato Luigi Morello, presidente IEI.

“Essendo una Società Benefit investiamo annualmente una cifra rilevante in formazione tramite le aziende aderenti al nostro programma, coinvolgendo centinaia di baristi, sia a livello di corsi che di eventi – ha proseguito Morello – è nei nostri piani estendere la portata di queste azioni coinvolgendo sempre di più i consumatori, per i quali immaginiamo iniziative specifiche e gratuite già nel 2020”.

LA “FABBRICA” DEL CAFFÈ IN ITALIA
L’industria italiana del caffè è uno dei settori industriali più brillanti del food & beverage del nostro Paese. In Italia, nel Settore Caffè, operano oltre 800 torrefazioni con circa 7.000 addetti e un fatturato vendite 2017 di 3,9 miliardi di euro di cui 1,35 derivanti dall’esportazione.

L’Italia rappresenta il terzo Paese al mondo (dopo la Germania e Belgio) per i volumi di esportazione di caffè in tutte le sue forme. Nel 2017 l’export di caffè torrefatto è arrivato, secondo i dati del Comitato Italiano Caffè, a 249 Mln kg di caffè verde equivalente, con un aumento del 5% rispetto al 2016.

Analizzando i dati storici del Comitato Italiano del Caffè negli ultimi 10 anni le esportazioni di caffè torrefatto si sono più che raddoppiate. L’export italiano di caffè torrefatto ha superato nel 2017 i 1.350 Mln €.

L’ISTITUTO ESPRESSO ITALIANO
L’Istituto Espresso Italiano, di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 34 aziende aderenti con un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro.

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Italian Taste Experience: a Grosseto l’evento per raccontare l’eccellenza italiana a tavola

GROSSETO – Decine di aziende provenienti da tutta Italia, eccellenze di nicchia locali e nazionali e buyer e operatori provenienti dall’Europa, dalla Russia, Usa e dalla Cina. Un evento unico che porta la Maremma al centro della promozione turistica e enogastronomica di eccellenza della Toscana.

È “Italian Taste Experience“, l’evento pensato e promosso da Artex-Centro per l’artigianato artistico e tradizionale della Toscana, con il patrocinio della Regione Toscana, in collaborazione Agenzia ICE e con CNA Toscana, Confartigianato Imprese Toscana, in programma dal 25 al 27 ottobre 2019 nel centro fieristico di Grosseto, nella strada comunale del Madonnino.

Tre giorni per promuovere le eccellenze enogastronomiche maremmane, toscane e italiane e per far conoscere e apprezzare la cultura, l’arte e le tradizioni di un territorio amato e affermato nel mondo

“Sarà una grande occasione per tutti – ha detto Giovanni Lamioni, presidente Artex – per la Toscana e per la Maremma. Una opportunitàà di rilancio e di promozione delle nostre eccellenze da valorizzare al meglio, perché siamo convinti che il futuro della regione passi anche dal turismo e dall’agroalimentare”

Italian Taste Experience sarà un evento dedicato alle produzioni di nicchia e di altissima qualità del settore agroalimentare, toscano e nazionale, per proiettare le eccellenze enogastronomiche verso i mercati internazionali e nazionali. Verrà dato spazio a quelle attività piccole che tramandano di generazione in generazione produzioni di altissimo livello e che hanno bisogno di una vetrina prestigiosa.

Il valore aggiunto è la ruralità, valorizzando quel legame inscindibile tra impresa e territorio, fondamentale per strategie di sviluppo moderne e sostenibili. Grazie al supporto di ICE Agenzia, verranno selezionati operatori esteri provenienti da Europa, USA, Cina, Giappone.

“La Regione Toscana ha individuato questo evento come fiera regionale dell’agroalimentare – continua Lamioni – Se saremo bravi a valorizzarla come merita, la Regione investirà ogni anno sul polo fieristico grossetano, diventando così centro di attrazione nazionale e internazionale per le aziende. Un beneficio enorme per il brand Maremma, affermato più all’estero che a livello locale. Questo evento è la conferma che il cuore dell’agroalimentare regionale è nella provincia di Grosseto, una decisione peraltro coerente con la scelta del distretto rurale e delle risorse significative che la Regione Toscana ha messo a disposizione dell’area sud della regione”

La partecipazione e le adesioni registrate sono già alte. “C’è grande attenzione intorno a questa manifestazione e dobbiamo lavorare in sinergia affinché la presenza delle realtà locali sia massiccia. E’ un’occasione – conclude il presidente di Artex – che non possiamo permetterci di sciupare perché il presente, ma soprattutto il futuro del territorio, è nel turismo e nell’agroalimentare”.

“Una manifestazione – afferma l’assessore regionale alle Attività Produttive Stefano Ciuoffo – che qualifica la nostra regione e la Maremma come luogo di business e di incontro tra l’industria e i piccoli imprenditori del settore agroalimentare che con le loro produzioni fanno l’eccellenza enogastronomica nel mondo. Che sempre di più diventano attrattiva e motivazione di viaggio per visitare la Toscana. La vocazione economica della provincia di Grosseto in questo ambito trova così una ribalta alla sua altezza che speriamo possa continuare nel tempo in modo proficuo”.

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Al Mart di Rovereto apre “Alfio Ghezzi”

 

Rovereto (TN) – Dal 22 ottobre e per i prossimi 6 anni la Caffetteria del Mart si chiamerà “Alfio Ghezzi” e sarà gestita dall’omonimo chef.

Allievo di Gualtiero Marchesi e di Andrea Berton, per quasi un decennio chef della Locanda Margon di Ravina, premiata da due stelle Michelin, Ghezzi è risultato aggiudicatario della gara pubblica indetta dal Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto per la gestione della sua caffetteria.

Recentemente rinnovata negli arredi da Mario Botta insieme allo studio Baldessari e Baldessari, in dialogo con la Collezione del museo che annovera alcuni tra i maggiori capolavori italiani del Novecento, la Caffetteria del Mart è un percorso attraverso il design del XX secolo, rigorosamente made in Italy.

Un progetto che rispecchia l’evoluzione del percorso sia interiore che professionale di Ghezzi per dare vita a un vero e proprio spazio culturale nel quale si incontrano i grandi linguaggi della tradizione italiana: cucina, arte e design.

Sono davvero felice di essere in un luogo così profondamente legato al bello e a ciò che faccio perché solo il respiro di qualche istante in questo spazio basta per farmi sentire in sintonia con il Mart.” – afferma Alfio Ghezzi.

Il concept sarà semplice, così come la proposta, ma non banale poiché frutto di scelte ragionate, responsabili, unite a una significativa esperienza all’estero che ha cambiato sin dal profondo la visione dello Chef. I tavoli non avranno la tovaglia, i piatti serviti saranno semplici sia nella composizione che nell’impiattamento, non mancherà mai un piatto conviviale da mettere in centrotavola e lo chef vivrà non sola la cucina, ma anche la sala, dove farà la sua apparizione per sporzionare alcuni piatti davanti agli ospiti.

I prodotti proverranno dalla filiera corta e celebreranno quella che lo chef ha definito “nuova italianità”: sapori nostrani, il tutto ad esplicare l’impostazione di informalità e rispetto delle tradizioni che Ghezzi vuole dare al suo locale.

Alla base l’idea di creare una profonda interazione con gli ospiti e la possibilità, attraverso un percorso itinerante, di assaporare le varie portate, ognuna servita secondo precise modalità, in specifiche zone del ristorante: dalla lounge, dove sarà servito l’aperitivo, alla zona bistrot, dove si potranno gustare la prima colazione e il pranzo, fino alla zona gourmet, riservata all’esperienza serale.

Per il Mart Alfio Ghezzi ha elaborato una proposta articolata che, dalle colazioni alle cene, si inserisce e completa l’offerta culturale del distretto museale e che si dimostra profondamente legata alla tradizione culinaria italiana, soprattutto a quella trentina e alla produzione del territorio.

Nella scelta degli ingredienti, infatti, lo chef prediligerà quelli locali e punterà a valorizzare la tradizione realizzando conserve, confetture, marmellate e altri prodotti artigianali che verranno elaborati sia all’interno del ristorante che in collaborazione con la cooperativa Mas del Gnac. Grande importanza avranno inoltre la “charcuterie”, i formaggi e i sottaceti, che saranno esposti in apposite vetrine.

La presenza di questi prodotti, che secondo la concezione ristorativa italiana sono da collegarsi a un livello piuttosto lontano da quello dell’alta cucina, considerati per lo più cibo “da osteria”, rispecchia invece un trend che lo chef ha fatto proprio a seguito della sua esperienza a Copenaghen e che si basa su un atteggiamento rispettoso e responsabile che, oltre a seguire i cicli della terra, permette di prolungare la vita dei prodotti, a riprova dell’ impegno di responsabilità ambientale che all’interno del ristorante del Mart si coniuga con il rispetto per la tradizione.

Il menù includerà una proposta “all day”, chiamata “Veloce con Gusto”, che prevedrà: la pizza sia alla pala che nel ruoto, una selezione di panini realizzati con prodotti tipici della realtà trentina, dei lievitati, tra cui pane dolce al cioccolato, veneziana e bombolone alla confettura, e torte da “credenza”, come quella di mele o la sacher.

Per il pranzo l’idea è quella di offrire dei lunch veloci con 4 piatti ispirati alla tradizione gastronomica trentina, denominata appunto “Viaggio in Trentino”, oppure, in alternativa, una scelta di otto piatti denominata “Classici Italiani” tra i quali si troveranno come antipasti Vitello tonnato e verdure alla griglia e burrata, come primi Pachè monograno Matt all’Amatriciana, ovvero paccheri prodotti con un’accurata selezione di materie prime, e Riso alla milanese, tra i secondi Saltimbocca alla romana e Baccalà mantecato e sul finire il dessert con Bunet, dolce a cucchiaio tipico del Piemonte, e Meringa semifredda.

La sera invece un Menù Degustazione di alta cucina per un numero selezionatissimo di clienti, massimo 25, che prevedrà sei portate fisse più una scelta (tra i secondi) o, in alternativa, la possibilità di optare per una versione più “light” con 4 portate. La ricerca di Ghezzi si estenderà anche alle bibite: cantine scelte, birre artigianali, ma anche miscelati, estratti e centrifughe, che lo chef proporrà in abbinamento alle portate del menù.

Altro aspetto degno di nota sarà la proposta legata al caffè. Oltre alle bevande classiche, sarà possibile degustare il personal blend realizzato in collaborazione con Illy estratto seguendo i metodi più svariati: dalla Kemex alla V60 alla French Press. La sera invece il caffè assumerà importanza quasi teatrale con la sua realizzazione al tavolo grazie alla caffettiera a leva manuale, ispirata alla prima macchina da caffè di Achille Gaggia.

Un progetto culturale nel quale si incontrano i grandi linguaggi della tradizione italiana: cucina, arte e design.

Credo che l’arte e la cucina siano in connessione per dare entrambe la possibilità al visitatore o all’ospite di emozionarsi e di portarsi a casa un ricordo indelebile. Se tu ti ricordi un piatto, significa che ti ha emozionato” – conclude Ghezzi.

LO CHEF
Alfio Ghezzi nasce alla fine di dicembre del 1970 a Breguzzo (TN), piccolo paese di montagna nella valle che sale verso Madonna di Campiglio. I genitori sono emigrati in Svizzera, così lui cresce con la nonna, grazie alla quale fin da piccolo si avvicina a una cucina autentica.

Gli anni dell’infanzia, si sa, sono quelli che più segnano la personalità nell’età adulta e difatti questa traccia si ritroverà forte nella sua esigenza di fare una cucina senza ridondanze, a ricordare come la semplicità sia in grado di trascurare l’apparenza fine a se stessa per concentrarsi invece su gusto e verità.

Dopo la formazione professionale fa esperienza come commis di cucina e chef de partie in diversi grandi alberghi quali il Miramonti & Majestic di Cortina, il St.Hubertus a Madonna di Campiglio, il Regina a Salsomaggiore Terme, il Villa Cortine Palace di Sirmione ed il Due Torri Di Verona.

Nel 1993 un cambio di rotta: si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia di Trento senza portare a termine gli studi perché di lì a qualche anno si dedicherà all’attività accademica come docente di cucina e pasticceria al Cfp Alberghiero ENAIP di Tione di Trento fino al 2003.

Esperienza che lo porta a conoscere lo Chef Ettore Bocchia del Grand Hotel Villa Serbelloni che lo affascina per la sua indagine scrupolosa sul prodotto. Dopo una breve esperienza a Londra, al Monti’s Club, del Jumeirah in Sloan Square, affianca lo chef Ettore Bocchia a Villa Serbelloni di Bellagio. È proprio qui, sul lago di Como, che conosce il Maestro Gualtiero Marchesi, con il quale passa tre anni lavorando prima a Erbusco poi al Casinò Les Princes di Cannes e all’Hosteria dell’Orso di Roma, dove fa suoi i concetti di semplicità, essenza ed equilibrio.

Conclusosi il triennio “Marchesiano”, si trasferisce a Milano dove inizia la sua esperienza al Trussardi alla Scala, come allievo di Andrea Berton, che affianca per 4 anni e da cui assorbe la mania del dettaglio.

Nel marzo del 2010 la famiglia Lunelli delle Cantine Ferrari lo chiama “a casa” per dare un nuovo assetto alla Locanda Margon, a Ravina (TN), dove rimarrà come chef per nove anni, nei quali il ristorante verrà insignito di 2 stelle Michelin.

Sul finire dell’esperienza alla Locanda Margon, complice anche una parentesi professionale in Danimarca, lo Chef inizia a percepire nuovi stimoli e prende coraggio: decide così di aprire un ristorante tutto suo dando vita all’interno del Mart di Rovereto a un locale che porta appunto il suo nome.

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Progetto Red Gold: zafferano greco Krokos Kozanis per la “fame gialla” dell’Italia


MILANO –
Parte da Milano la campagna di promozione dello zafferano più pregiato al mondo, il rosso greco Krokos Kozanis Dop. Un modo per rispondere alla “fame gialla” dell’Italia, che arriva a produrre un massimo di 600 chili di zafferano all’anno, su circa 55 ettari di superficie dislocati per lo più in Sardegna e Abruzzo.

Scopo del progetto “Red Gold“, presentato alla stampa mercoledì 25 settembre al Ristorante Daniel dello chef Daniel Canzian, è proprio quello di fornire un’alternativa all’invasione di surrogati simil-zafferano. Miscele extra europee, in particolare provenienti dal Nord Africa, sul mercato a prezzi competitivi e raramente accompagnate da certificazioni del processo produttivo.

Il Krokos Kozanis è invece uno zafferano controllato e sicuro. E non è casuale che la campagna parta proprio dal capoluogo lombardo, culla della più celebre ricetta a base di zafferano: il risotto alla milanese.

Servono circa 50 mila stimmi per ricavare 100 grammi di zafferano – spiega Konstantinos Katsiakronis, export manager della Cooperativa Obbligatoria di Produttori di Krokos Kozanis – e sia la raccolta sia la sfioritura sono effettuate rigorosamente a mano: per questo motivo si parla di ‘oro rosso’ della Grecia”.

La spezia più costosa al mondo, ottenuta dagli stimmi del caratteristico fiore di colore viola, si raccoglie una sola volta l’anno, in autunno. Lo sanno bene i produttori di Krokos Kozanis. Oggi la cooperativa, fondata nel 1971, conta mille associati che vantano il diritto esclusivo di raccolta, confezionamento e distribuzione del Krokos, secondo severi parametri qualitativi disciplinati dalla Dop, riconosciuta nel 1999.

LE PROPRIETÀ DELLO ZAFFERANO

“Le virtù dello zafferano erano già note agli Antichi Greci – sottolinea Alessandro Misotti, responsabile Lombardia dell’Associazione Nazionale Dietisti – e oggi, grazie a numerosi studi portati avanti, tra le altre, anche dall’Università dell’Aquila, sappiamo che lo zafferano è ricco di carotenoidi, vitamina B12 e vitamina C, ha proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antitrombotiche”.

“Inoltre – continua Misotti – influisce positivamente sul tono dell’umore, sulla pressione arteriosa e persino sulla libido. Sulla base di un consumo contenuto che se ne può fare, pari a pochi grammi, non sono state invece trovate controindicazioni nell’utilizzo”.

Ovviamente, per godere di questi benefici, è indispensabile scegliere un prodotto lavorato secondo parametri qualitativi: “Bisogna diffidare delle polveri a basso prezzo, che spesso vengono tagliate con altre spezie, e optare sempre per prodotti certificati”, ammonisce il dietista.

Necessari anche alcuni accorgimenti in cucina. “Bisogna saper dosare la quantità – suggerisce lo chef greco Konstantinos Mouzakis – e per i provetti cuochi che a casa vogliono arricchire i loro piatti con lo zafferano Krokos Kozanis Dop, raccomando di rispettare le indicazioni della ricetta per evitare di alterare il sapore delle pietanze”.

“Lo zafferano deve essere sempre inserito nelle preparazioni a fine cottura – aggiunge Misotti – per non compromettere le proprietà con le alte temperature. Per aumentare la biodisponibilità delle sue funzioni nutraceutiche è necessario accompagnarlo con un elemento grasso, come ad esempio l’olio, dal momento che i carotenoidi di cui è ricco sono liposolubili”.

GLI UTILIZZI IN CUCINA

Spazio anche per la creatività dello chef Daniel Canzian, in occasione della presentazione del progetto “Red Gold”. Giocando sull’affinità cromatica, oltre che sulla grassezza richiesta per esaltare l’aromaticità e le proprietà salutari del Krokos Kozanis Dop, lo chef ha proposto un antipasto a base di uovo montato e cotto a bassa temperatura con lo zafferano, servito nel guscio e accompagnato da una finanziera di pollo.

A seguire, non poteva mancare una rivisitazione del risotto alla milanese, proposto con julienne di zucchine croccanti e cozze. Infine, il dolce: un gelato allo zafferano ricoperto da una gremolada “dolce” a base di menta, limone e mandorle.

Ad accompagnarlo, una marmellata di agrumi, crumble e salsa al cioccolato. Tre piatti pensati “per ampliare l’orizzonte delle preparazioni che possano includere lo zafferano e dimostrare la versatilità di questa nobile spezia”.

Un’iniziativa, “Red Gold”, che si svilupperà in una serie di eventi nei prossimi tre anni, nel più ampio programma europeo Enjoy! It’s form Europe, finalizzato a diffondere a livello internazionale la conoscenza dei prodotti agricoli europei di alta qualità e a Denominazione di origine protetta.

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Gelart: l’arte del gelato presentata al Chocolate Show

Come da tradizione, sabato 5 e domenica 6 ottobre Gelart sarà protagonista del Chocolate Show, la gustosa manifestazione giunta quest’anno alla sua quinta edizione. La gelateria d’autore di via Marconi 9 a Sesto San Giovanni ospiterà l’evento interamente dedicato al gelato al cioccolato: 24 i gusti da assaggiare, 3 i percorsi degustazione suggeriti.

Novità di questa edizione è la formula “Scegli il tuo cioccolato”, la possibilità di creare il proprio percorso degustativo: 3 o 5 gusti, rispettivamente a 5 e 7 euro, serviti in mini porzioni insieme a panna montata e frolle. Immancabile sarà anche la granita al cioccolato.

Tra i percorsi, “Cioccolato in purezza” propone il classico fondente Amedei con cacao in diverse percentuali. “I contrasti del cioccolato” si rivolge a chi vuole sperimentare, con un cioccolato bianco al basilico o un fondente al Porto. “Cioccolato&Spezie” accosta alla base di cioccolato curry, habanero fresco, cannella di Ceylon e molti altri sapori.

Queste sono solo alcune anticipazioni delle ricette che verranno realizzate da Andrea e Marco Riva, i giovani fratelli titolari di Gelart, che ogni giorno lavorano con una attenzione alla qualità delle materie prime e ai cicli stagionali, con un occhio di riguardo per il biologico e per gli ambiti del veg, del senza glutine e del senza lattosio.

Da dove nasce l’idea del Chocolate show? L’ispirazione ci è stata fornita dall’esempio di Maurizio Poloni di Artico e dalla collaborazione con Amedei, azienda cioccolatiera considerata un’eccellenza nazionale nel settore, che ci ha svelato quante possibilità siano contenute nel cioccolato.”

“Normalmente abbiamo circa 5 gusti a base di cioccolato, ma tutte le sue molteplici sfumature meriterebbero un ruolo da protagoniste nell’arte del gelato e questo primo fine settimana di ottobre sarà l’occasione per assaggiarle tutte!”.

Situata a Sesto San Giovanni in un palazzo di fine Ottocento, con i mattoni rossi che fanno capolino dall’intonaco bianco, Gelart ha un nome emblematico: per Andrea e Marco, fare un buon gelato è un’arte.

I gusti
FONDENTI PURI:
Cioccolato Fondente Amedei “CHUAO” 70% del Venezuela
Cioccolato Fondente Amedei “T9” 75% del Venezuela
Cioccolato Fondente Amedei “Madagascar” 70%
Cioccolato Fondente Amedei “Toscano Black” 90%
Cioccolato Fondente Amedei “Acero 95%”

AL LATTE:
Cioccolato al Latte Amedei “Toscano Brown” 35%
Cioccolato al Latte e Caramello Salato
Stragianduia con Nocciole delle Langhe IGP e Ganache al cioccolato fondente
Gianduia con Noci e scorzette d’ Arancio
Stracciatella Invertita con Ganache di cioccolato bianco

BIANCHI:
Cioccolato Bianco Amedei “Toscano White” 29%
Cioccolato Bianco con Liquirizia & semi di Finocchio
Cioccolato Bianco e Basilico
Cioccolato Bianco al “ The Matcha” con Scorzette di Lime & croccante di Arachidi
Cioccolato Bianco al Limoncino di Sorrento IGP
Cioccolato Bianco al Caffè 100% Arabica

FONDENTI AROMATIZZATI:
Cioccolato Fondente al Sale Dolce di Cervia
Cioccolato Fondente al Lime e Zenzero
Cioccolato Fondente alla Cannella di Ceylon & scorzette di Limone
Cioccolato Fondente al Rhum e Tabacco
Cioccolato Fondente al Curry
Cioccolato Fondente al “Porto”
Cioccolato Fondente all’Habanero Fresco
Cioccolato Fondente alla Guinness

I percorsi degustazione
CIOCCOLATO IN PUREZZA:
Cioccolato Fondente Amedei “CHUAO” 70% del Venezuela
Cioccolato Fondente Amedei “T9” 75% del Venezuela
Cioccolato Fondente Amedei “Madagascar” 70%
Cioccolato Fondente Amedei “Toscano Black” 90%
Cioccolato Fondente Amedei “Acero 95%”

I CONTRASTI DEL CIOCCOLATO:
Cioccolato Fondente al “Porto”
Cioccolato Fondente al Sale Dolce di Cervia
Cioccolato Fondente al Lime e Zenzero
Cioccolato Bianco al Basilico
Gianduia con Noci e scorzette d’ Arancio

CIOCCOLATO & SPEZIE:
Cioccolato Fondente al Curry
Cioccolato Fondente al Sale Dolce di Cervia
Cioccolato Fondente alla Cannella di Ceylon & scorzette di Limone
Cioccolato Fondente all’Habanero Fresco
Cioccolato Bianco con Liquirizia & semi di Finocchio

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Pecorino Romano, Sardo o Fiore? I tre Consorzi uniti in Germania, ad Anuga 2019


Pecorino Romano
, Pecorino Sardo o Fiore Sardo? Quale Pecorino scegliere? Qual è la differenza? Di certo, i Consorzi che tutelano i tre noti formaggi italiani, hanno deciso deciso di unirsi per la comunicazione e promozione all’estero.

Dal 5 al 9 ottobre il Consorzio per la Tutela del formaggio Pecorino Romano Dop, il Consorzio per la Tutela del formaggio Pecorino Sardo Dop e il Consorzio per la Tutela del formaggio Fiore Sardo Dop si presentano ad “Anuga“, il salone biennale leader del food & beverage che rappresenta da anni un appuntamento irrinunciabile per gli operatori del settore agroalimentare in Germania. L’edizione 2019 di Colonia è quella del centesimo anniversario.

Riuniti in un unico stand, C/068 nel padiglione 10.1, i tre Consorzi dei pecorini avranno l’opportunità di interfacciarsi con gli operatori di settore presenti in questa importante manifestazione.

Un’occasione unica per valorizzare il progetto di comunicazione “3 Pecorini”, nato grazie all’unione delle tre realtà consortili volto a promuovere le caratteristiche e le virtù delle tre denominazioni sul mercato europeo e negli Stati Uniti. Diversi paesi, un unico messaggio: “Non le solite pecore, non i soliti formaggi”.

Lo chef Matteo Barbarossa animerà lo stand collettivo, creando delle stuzzicanti ricette a base di questi tre formaggi, capisaldi indispensabili nella buona riuscita dei principali piatti della cucina italiana. I visitatori potranno anche scoprire la qualità e il gusto unico dei tre prodotti al naturale.

Con questo evento si dà il via alla terza annualità della campagna voluta dai tre consorzi Pecorino Romano, Pecorino Sardo e Fiore Sardo. Italia, Germania, Francia, Regno Unito e Stati Uniti sono i mercati target. In ciascuno di questi paesi e fino a giugno 2020 continueranno le attività di valorizzazione volte a diffondere la conoscenza e le caratteristiche dei 3 Pecorini attraverso eventi, giornate di degustazione, attivazione digitale per citarne alcune.

LE DIFFERENZE TRA IL PECORINO ROMANO, SARDO E IL FIORE SARDO

Con oltre tre milioni di capi, la Sardegna è la principale regione di allevamento ovino. I tre tipi di formaggio sardo Pecorino Romano DOP, Pecorino Sardo DOP e Fiore Sardo DOP sono prodotti con latte di pecora al 100% e sono contraddistinti dal marchio di qualità europeo DOP – Denominazione di Origine Protetta. Questi formaggi a pasta dura uniscono tradizione antica, alta qualità e un forte radicamento nella loro regione d’origine.

Pecorino Romano Aop: questo formaggio di peso compreso tra i 20 e i 35 chili viene prodotto in Sardegna, nel Lazio o nella provincia toscana di Grosseto. Rappresenta l’80% della produzione italiana e il 50% della produzione europea di formaggio di pecora. Nel periodo compreso tra ottobre 2017 e luglio 2018 sono state prodotte più di un milione di forme.

Il 95% del latte da cui si ottiene il Pecorino Romano DOP proviene da pecore di razza sarda, note per la loro robustezza e adattabilità. Già nell’antica Roma il Pecorino Romano DOP è stato elogiato per il suo metodo di produzione tradizionale, rispettato scrupolosamente da secoli. Il Pecorino Romano è riconoscibile per il suo tipico sapore aromatico e speziato, e per la crosta marchiata su tutta la superficie, che identifica il nome e la DOP.

Pecorino Sardo Dop è uno dei più antichi formaggi italiani. Il latte utilizzato per la sua produzione proviene esclusivamente da pecore sarde, che pascolano sulle abbondanti praterie della regione. Questo formaggio delizia i suoi amanti con due varianti, differenziate per metodo di produzione, dimensioni, grado di maturazione e qualità organolettiche.

Mentre il “Dolce” pesa circa due chili ed è aromatico e delicato, il “Maturo” pesa tra i tre e i quattro chili ed è più speziato e piccante. Tutte le forme al momento dell’immissione al consumo sono identificate con un contrassegno alfa-numerico posto sull’etichetta che le identifica una ad una.

Il contrassegno verde viene utilizzato per il Pecorino Sardo Dolce, il contrassegno blu per il Pecorino Sardo Maturo. Nel 2018 sono state prodotte 651.951 forme, con un incremento di oltre il 12% rispetto all’anno precedente. Circa il 60% è rappresentato dal Pecorino Sardo Maturo, mentre il 40% dal Pecorino Sardo Dolce.

 Fiore Sardo Aop: è sempre stato il formaggio dei pastori sardi. Le sue forme da 3,5 chili sono prodotte con latte di pecora Sarda al 100%.  Questa razza locale è ancora oggi allevata all’aria aperta in determinate zone d’Italia. Il formaggio, che può essere consumato anche grattugiato, è una delizia per gli amanti dei formaggi dai forti aromi.

Il nome Fiore pare derivi dall’uso del cardo per favorire la fermentazione, oppure dall’uso di stampi in legno sul cui piatto veniva intagliato un fiore per ornamento e distinguo del formaggio. Tra gennaio e settembre 2018 sono state prodotte 166.350 forme, la maggior parte delle quali sono state consumate nel mercato interno italiano.

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Bardolino, castagne San Zeno e Monte Veronese protagonisti dell’autunno veronese


Il vino Bardolino, assieme ai marroni di San Zeno Dop, alle castagne del Monte Baldo e al formaggio Monte Veronese, sarà il protagonista di quattro appuntamenti dedicati ai sapori autunnali del Monte Baldo, in programma a San Zeno di Montagna (Verona) a partire dal mese di ottobre.

Di un luminoso colore rubino e con i suoi profumi di ciliegia, fragola, lampone, cannella, pepe e chiodo di garofano caratteristici dei vini rossi ottenuti prevalentemente dalle uve di Corvina Veronese, il Bardolino si sposa perfettamente con i piatti autunnali, a maggior ragione con quelli della tradizione del suo territorio d’origine, il lago di Garda e il monte Baldo.

Ad aprire la stagione sarà la 22esima edizione della rassegna San Zeno Castagne, Bardolino e Monte Veronese, in programma dal 10 ottobre al 10 novembre: per tutto il mese cinque ristoranti proporranno dei menù a base di castagne in abbinamento con il Bardolino.

Tra i piatti della rassegna, il minestrone con verdure e marroni Dop, gli gnocchi di farina di castagne e ricotta su pesto di ortiche con dadolata di zucca e salvia fritta, le tagliatelle di zucca e castagne con ragout di carni bianche e scaglie di Monte Veronese, il capriolo con castagne e polenta e la pancetta di maialino croccante con salsa ai marroni, purè di pastinaca e pere caramellate.

Il secondo appuntamento in calendario è la 47esima Festa delle Castagne e 16esima Festa del Marrone di San Zeno Dop, che si terrà sempre a San Zeno il 19, il 20, il 26 e il 27 ottobre, l’1, il 2 e il 3 novembre.

Negli stand di piazza Schena le associazioni locali cucineranno le caldarroste e altri piatti tradizionali insieme con il Bardolino, mentre nel ristorante allestito nella tensostruttura il vino rosso bardolinese accompagnerà i piatti preparati con i marroni di San Zeno Dop.

Venerdì 25 ottobre, alle ore 17.00, nello storico palazzo Cà Montagna ci sarà invece un convegno dedicato ai prodotti tipici del territorio. Alla conferenza interverrà Franco Cristoforetti (nella foto sopra) presidente del Consorzio del Bardolino, che parlerà della sottozona Montebaldo, di prossima istituzione all’interno della Doc Bardolino.

Sempre il 25 ottobre, alle ore 20.00, nel ristorante all’interno della tensostruttura di piazza Schena verrà servito il Bardolino della futura sottozona Montebaldo di tre diverse annate (2015, 2016 e 2017) abbinato ai piatti preparati con il marrone di San Zeno Dop.

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Rivincita del gianduja: la nocciola Relanghe sposa il cioccolato di Gabriele Maiolani


Chiamatela sfortuna, ma solo per tagliare corto. Fatto sta che il primo cioccolatino incartato al mondo, il gianduiotto, ha una storia amara. Parla torinese dal 1806, ma non ha una Dop. Nessuno, tra i big del dolciario piemontese, s’è mai sognato di valorizzare a dovere il cioccolato gianduja. Relanghe lancia così la rivincita. Mettendo a disposizione del maître chocolatier Gabriele Maiolani la propria Nocciola Tonda Trilobata Igp.

“Artigianalità” e “manualità” le parole d’ordine del progetto presentato ieri dalla famiglia Ceretto, tra lo stabilimento di Relanghe, a Castellinaldo d’Alba, e la “Casa dell’artista” di Alba (CN), il loft realizzato recuperando un antico casolare per ospitare “geni” di caratura internazionale, tra i vigneti della Tenuta Monsordo Bernardina.

Tutto inizia con vero e proprio colpo di karma. Il primo ed unico, nella storia sfortunata del gianduiotto. Nel 1993, assieme ad alcuni vigneti, Bruno e Marcello Ceretto acquisiscono 10 ettari di noccioleti.

Nasce così Relanghe, ormai affermato “laboratorio” artigianale per la lavorazione della pregiata “Nocciola Piemonte”. Il tutto nell’ex stabilimento del “Blangé“, nota etichetta di vino bianco da uve Arneis targato “Ceretto”.

Alla produzione di torrone, la bottega dolciaria Relanghe – nome scelto in tributo a una collina – affianca presto quella dell’olio di nocciola, in quantità risicatissime (tra i 200 e i 300 litri l’anno) in parte destinate al “Piazza Duomo” di Enrico Crippa.

L’approdo nel mondo del cioccolato sembra quasi scontato. “Abbiamo applicato la nostra esperienza di vignaioli alla lavorazione delle nocciole – spiega Roberta Ceretto, figlia di Bruno – infatti tutte le nocciole Igp che lavoriamo a Relanghe arrivano dagli 80 ettari di proprietà della famiglia e da altri conferitori tra Langhe e Roero”.

Tutte cresciute in Piemonte, tutte della varietà Tonda Gentile, tutte certificate bio. “La gianduja è realizzata con l’intenzione di avere un prodotto composto al 100% da nocciole Igp, sapientemente lavorate e calibrate per sprigionare un sapore inimitabile, una volta combinate con il cacao”, spiega ancora Roberta Ceretto.

Volevamo creare un gianduiotto straordinario risultato del matrimonio tra il miglior cioccolato e la migliore nocciola. Per questo ci siamo rivolti a un professionista assoluto come il maître chocolatier torinese Gabriele Maiolani, noto per le sue creazioni da bottega Odilla Chocolat, a Torino”.

ORO E BLU: “CON” E “SENZA LATTE”
È così che i frutti di Relanghe, raccolti tra Alba, Albaretto Torre, Sinio e Somano, si combinano con il cioccolato mono origine (Ecuador) di Maiolani. Un gianduiotto “da disciplinare originale“, prodotto proprio nel laboratorio privato del maître chocolatier torinese. Originale persino nella forma, ottenuta a mano e non grazie a degli stampi.

“Abbiamo recuperato e modificato un macchinario originale del 1919 – spiega il maître chocolatier Maiolani – installandoci un motore, una cinghia e un volano. Anche per questo la grammatura del nostro gianduiotto è particolare: 7 grammi, al posto dei 10 di quelli industriali, poi ridotti a 5, già da 20 anni”.

Il gianduja Relanghe, inoltre, è l’unico sul mercato ad avere la nocciola come primo ingrediente in etichetta, al posto dello zucchero. Due anni di lavoro per trovare la giusta “quadra”, in due versioni.

L’incarto oro-rosa indica il gianduiotto dal gusto più “comune”. Quello blu, omaggio a Torino, è il vero tributo alla tradizione: “senza latte”, esalta texture e intensità del cacao mono origine. Presto in commercio, annuncia la famiglia Ceretto, nelle migliori enoteche e drogherie nazionali.

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a tutto volume Food Lifestyle & Travel

Risotto & Drink

Già da tempo il Food Pairing si sta aprendo a nuove frontiere. Sentieri solo parzialmente esplorati in cui il cibo viene accostato a Spirit in purezza o a Drink. Una strada che provano a percorrere insieme Congusto Gourmet Institute di Milano e Planet One, Ateneo del Bartending.

L’idea, messa in pratica lo scorso 20 settembre, suona semplice e gustosa: Risotto & Drink. Dietro, tutte le difficoltà tecniche che il food pairing porta con se. Quello del Bartening è un mondo complesso che come la cucina è fatto di precisione, competenza ed equilibrio fra semplicità e ricercatezza.

FOOD PAIRING WITH RISOTTO
A far convivere due tecniche di preparazione così distanti eppur simili ci hanno provato lo Chef Sergio Mei che, assistito dallo Chef Roberto Prezioso, ha proposto tre risotti differenti ed il Bartender Giovanni Liuzzi che ha ideato i tre drink in abbinamento.

Risotto Zafferano e Timo
Un risotto “classico ma non classico” dice lo Chef Mei. Ad una base neutra in cui il riso viene da prima asciugato e scaldato lentamente seguono l’aggiunta dello zafferano e la mantecatura finale.

Uso di zafferano sia in pistilli che in polvere per raggiungere il colore esatto di un risotto alla milanese il cui riferimento è rigorosamente “il giallo della Madonnina“. Il profumo di timo è aggiunto in impiattamento: timo essiccato spolverato in piatto.

La proposta di pairing è per coerenza. Vodka per una alcolicità neutra, sciroppo pepe-zafferano-timo, liquore al sambuco e succo di limone per dare acidità.

Shakerato e servito straight up in coppa è un cocktail fresco e profumato in cui le note speziate si sposano ad una piacevole dolcezza. Accostato al risotto l’acidità del limone e l’alcolicità della vodka svolgono bene il loro lavoro pulendo il palato fra un boccone e l’altro.

È però la nota speziata-erbacea del riso che si lega alla nota simile del drink lasciando una persistenza amara in fondo al palato che mal compensa la nota zuccherina dello sciroppo che si aggrappa in bocca e non se ne va.

Risotto alla crema di Taleggio
Un risotto semplice con mantecatura neutra in cui, in fase di impiattamento, viene aggiunto Taleggio in crema, polvere di pomodoro, capperi e liquirizia. Un piatto saporito giocato sul contrasto della morbida dolcezza del formaggio e della speziata aromaticità degli altri aromi.

Abbinamento per contrasto. Un twist sul Negroni, cocktail che proprio quest’anno compie 100 anni di storia. Campari, liquore di vino rosso rabarbaro e genziana, e Mixturae (un Botanical Spirit a base di pesca bianca, rosa damascena, verbena e pepe garofanato) gli ingredienti di questo cocktail.

Servito stright up, on the rocks o in bicchiere “cieco” offre un sorso equilibrato e piacevole come un Negroni deve essere. Floreale al primo impatto sopraggiungono note erbacee e e speziate durante la bevuta.

L’abbinamento col risotto funziona molto bene. Piatto e bicchiere si compensano a vicenda. Stessa persistenza per entrambi ed una leggera sensazione amaricante che permane in bocca invogliando al boccone-sorso successivo; quasi un “effetto aperitivo”

Risotto con Crema di Zucca
Stessa preparazione del precedente, qui però il dressing è ottenuto con crema di zucca, polvere di pistacchi ed erba cipollina. In abbinamento con un drink analcolico.

Timo, estratto di zenzero, olio saccarum di agrumi il tutto sodato alcune ore prima del servizio in modo da avere una leggera frizzantezza. Una sorta di variante del ginger beer poco gasata.

Pairing che gioca sulla freschezza. Freschezza che pulisce immediatamente il palato azzerando immediatamente le due persistenze e lasciando solo un ricordo della piccantezza dello zenzero. abbinamento riuscito.

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Dao Restaurant tutto nuovo a Roma. All’insegna del lieto stare nel Dim Sum Bar


ROMA –
Prendi l’eleganza cinese e la sua cucina millenaria, uniscile a un design orientale moderno e a una nuova formula di consumo, quella del Dim Sum Bar. Ecco la ricetta del “nuovo” Dao Restaurant, un locale capace di rappresentare la vera cultura orientale in modo fedele e ricercato, ma accessibile a tutti.

Aperto da maggio 2011 in viale Jonio, in zona Montesacro (Roma nord), Dao si è imposto sin da subito come uno dei ristoranti più rappresentativi della cucina cinese di qualità, nella capitale.

Al termine di un restyling pressoché completo, si propone come meta del “lieto stare”, grazie a un mix di ingredienti ben assortiti. Merito della determinazione del proprietario, Jianguo Shu, la cui parola d’ordine è “autenticità“.

Quando sono arrivato in Italia ho trovato solo cucine orientali di basso livello – ha raccontato Shu nel corso della serata di presentazione dedicata alla stampa, lo scorso 16 settembre – con Dao ho quindi voluto dare risalto all’autentica cucina cinese tradizionale, focalizzandomi sulla ricerca della materia prima e delle ricette tradizionali del Sud di Shangai”.

Ma dopo otto anni era giunto il momento di un rinnovamento. A partire dagli ambienti: oltre 200 metri quadrati, che sono stati ristrutturati per ospitare fino a 120 confortevoli sedute e arredati secondo la nuova veste studiata dall’interior designer Cristina Campanini.

Sua la firma sull’accurata selezione di tappezzerie, colori e componenti decorative ispirate alla cultura tradizionale cinese, al “nuovo” Dao Restaurant. A coordinare il restyling è stata la società di consulenza Ginevra Consulting che, per la cucina, si è invece avvalsa della preziosa supervisione di Francesca Riganati.

IL CONCEPT

“Appena sono entrata in questo locale ho avvertito subito una sensazione di benessere – ha spiegato l’ex direttrice delle scuole di cucina del Gambero Rosso – per questo ho cercato di riproporla nel pay off del ‘lieto stare’, ispirato alla poesia romantica di Li Bai, poeta taoista cinese dell’Ottavo secolo”.

Come? “Creando un mood coerente su tutta la proposta e gli arredi –  ha continuato Francesca Riganati – mentre non sono stati necessari interventi sulla cucina. Il livello era già pazzesco, ma abbiamo voluto inserire qualcosa di più contemporaneo che non stravolgesse l’idea del locale”.

“La base di partenza su cui lavorare era già ottima e consolidata – ha aggiunto Roberto Tomei, fondatore della Ginevra Consulting – il nostro lavoro si è quindi focalizzato sull’alleggerire le proposte della cucina, migliorare l’estetica del menu e della mise en place e dare maggiore profondità alla proposta”.

Ecco dunque la selezione di miscele di tè, dolcetti della tradizione, cocktail con ingredienti cinesi. Una carta dei vini più ampia. E, soprattutto, il nuovo Dim Sum Bar. “Un modo per focalizzarsi sul tema della condivisione”, per dirla con Tomei. L’area, operativa già dal 16 luglio scorso, è la vera novità della ‘nuova era’ del Dao.

IL DIM SUM BAR

Una zona arredata ad hoc, con tavolini bassi e poltroncine, separata dal resto del locale, dove mettere in atto la tipica condivisione cinese del cibo, secondo un format vicino alla cultura nostrana dell’aperitivo.

Nel menu – disegnato e rilegato con grande cura – non solo i tipici ravioli (ben 35 tipologie, fritti o al vapore, di carne, di verdure o di pesce), ovvero Jiaozi, Wonton e Xiao Mai fatti a mano ogni giorno dall’esperta Wang Pingjiao (nella foto) che ha stupito il pubblico con la sua manualità, esibendosi in uno showcooking durante la serata.

Ma anche Involtini, Baozi e la pizza cinese alla griglia (da non perdere) ripiena di verdure fermentate e/o carne. Il tutto da accompagnarsi a una lista di tè, vini al calice e cocktail oriental style come il Lychee Lime Fizz (vodka, zucchero, succo di lime, soda, foglie di menta e lychee) o il Sunset Mule (Moutai, succo di lime, succo di fragola e ginger beer). Un happy hour dal gusto tutto asiatico, in un contesto di totale ‘lieto stare’.

A pranzo e a cena il ristorante conferma invece la classica offerta à la carte, con le tante proposte realizzate dallo chef Lan Haijie, a partire da una materia prima ricercata e di qualità, garantita da fornitori dell’alta ristorazione e da piccoli produttori selezionati direttamente dal proprietario Jianguo Shu.

Qualche idea del menu: tra i primi troviamo il Riso di Yang Zou con piselli, carote, uova, funghi cinesi, prosciutto e gamberi e gli Spaghetti di farina di soia con i gamberi, con le verdure o con il manzo. Passando ai secondi di carne, si può scegliere tra il Gu Iao Rou, l’arista di suino con fagioli rossi, pachino e cipolla.

E ancora: la Pancetta di Maiale piccante con fughi cinesi, peperoni, cipolle e cipolline o la tradizionale anatra alla pechinese in salsa di frutti di mare con carote, cipolle e cetrioli. Non mancano opzioni a tema pesce, con il Branzino croccante con pinoli in salsa agrodolce e il Nido di Gamberi con verdure, anacardi, carote, peperoni, cipolla e bambù.

Dolce chiusura con i Bonbon di riso, palline di riso tradizionali al sesamo o con frutta secca e il Dolce di soia, tipico dessert cinese con marmellata di fagioli rossi e sesamo. E si beve anche bene, grazie all’ampia proposta selezionata dalla sommelier Hiromi Nakayama.

La carta dei vini conta numerose eccellenze enologiche del territorio italiano, ma anche Champagne, birre artigianali, cocktail e i tipici distillati cinesi. Come il Moutai, un’antica e molto profumata ‘grappa’ di sorgo, noto anche come saggina.


Orario
Ristorante: aperto tutti i giorni dalle 12.00 alle 15.00 e dalle 18.00 alle 23.00
Dim Sum Bar: aperto tutti i giorni a partire dalle ore 18.00

Contatti
Dao Restaurant
Viale Jonio, 328/330 – 00141 Roma
tel. 06 8719 7573
www.daorestaurant.it
Facebook: daochineserestaurant
Instragram: daoroma

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Tuber Primae Noctis: al via la “cerca” dei “trifulau” in Langa


ALBA –
A pochi giorni all’avvio della 89a Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, ecco “Tuber Primae Noctis“, un vero e proprio “Capodanno del Tartufo”. Organizzata quest’anno al Pavaglione di San Bovo di Castino (CN), nel cuore dell’Alta Langa, sarà l’occasione per brindare alla prima notte dell’anno in cui si dà l’avvio alla “cerca” dei “trifulau“. Un momento molto atteso da tutti gli appassionati di Tartufo Bianco d’Alba in Italia e nel mondo.

Per la prima volta i più importanti attori della filiera di valorizzazione del territorio, l’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, l’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, Il Centro Nazionale Studi Tartufo, in collaborazione con il Consorzio Alta Langa Docg e l’Unione delle Associazioni Trifulau Piemontesi, celebrano l’inizio della stagione con una vera e propria festa.

Da sabato 21 settembre sino al 31 gennaio in Piemonte sarà infatti possibile procedere alla ricerca del Tuber magnatum Pico: in questo periodo, sulla base della legge regionale, il Tartufo Bianco d’Alba farà il suo ingresso in ristoranti, mercati e negozi.

Il primo giorno di “cerca” è dunque un momento solenne perché segna l’inizio della stagione autunnale, annuncia la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco e prepara l’intero territorio all’accoglienza di visitatori e turisti da tutto il mondo, generando una fondamentale ricaduta economica e di interesse per Langhe Monferrato e Roero.

Il “capodanno del tartufo” è importante anche perché informa tutti gli estimatori del prezioso fungo sul calendario ufficiale di consumo e di acquisto. Il Centro Nazionale Studi Tartufo e l’Unione delle Associazioni Trifulau Piemontesi colgono l’occasione per ribadire quanto sia necessario un periodo di “fermo biologico”, dal 1 al 20 settembre di ogni anno, per evitare un eccessivo sfruttamento dell’ambiente durante un momento fondamentale per la maturazione tartufi che si potranno gustare dal 21 settembre in poi.

Tuber Primae Noctis è, per la prima volta, l’occasione per festeggiare – come annunciato dal tema della 89a Fiera Internazionale di Alba – l’equilibrio perfetto fra ambiente naturale e consumatore.

“È una grande emozione celebrare la Tuber Primae Noctis – dichiara Liliana Allena, Presidente dell’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba – e sono orgogliosa di farlo insieme agli attori di un territorio così speciale. Ringrazio i trifulau per il loro lavoro, ricercatori instancabili nelle notti di luna, in perfetta sintonia con i propri cani”.

“Tra pochi giorni il frutto delle loro ricerche sarà accolto nel nostro Mercato Mondiale del “Bianco d’Alba”, un luogo unico ed inebriato dai 120 profumi del Tuber magnatum Pico in cui acquistare tartufi certificati sotto l’occhio vigile dei giudici del Centro Nazionale Studi Tartufo. Con un calice d’Alta Langa alzato – conclude Allena – brindiamo insieme ad una nuova ed entusiasmante stagione del Tartufo Bianco d’Alba”.

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Modena Sciocola’ 2019: torna il Festival del cioccolato, dal 31 ottobre al 3 novembre


MODENA –
Dopo il grande successo della prima edizione, torna a Modena, dal 31 ottobre al 3 novembre, Sciocola’, il Festival del cioccolato. Tante le iniziative che animeranno il centro storico di Modena che per la seconda edizione ha scelto il tema dello sport.

Tra gli eventi più importanti la realizzazione in scala 1:1 della Ferrari (20 quintali di cioccolato) in omaggio a Michael Schumacher nel suo cinquantesimo compleanno ad opera del cioccolatiere Mirco Della Vecchia e del suo team di maestri cioccolatieri.

Verrà inoltre realizzato un Louvre del Cioccolato dove sarà possibile ammirare delle sculture realizzate interamente in cioccolato dal cioccolatiere Stefano Comelli. Il Premio Sciocolà d’oro, il riconoscimento conferito in ogni edizione ad una personalità che si è particolarmente distinta nel proprio campo, sarà assegnato al pallavolista Ivan Zaytsev, conosciuto come “lo Zar”.

Verrà inoltre realizzato un casco in onore di Marco Simoncelli e donato alla fondazione che porta il suo nome.  Lungo è, poi, l’elenco delle degustazioni, dei laboratori, degli show cooking e degli incontri che anche quest’anno verranno realizzati durante ‘Sciocola’ che non è solo ghiottoneria, ma anche cultura e spettacolo nella celebrazione dell’intreccio fra cucina, arte e intrattenimento.

Cinquanta maestri cioccolatieri e pasticceri da tutta Italia faranno apprezzare e conoscere il cioccolato in tutte le sue dolcissime declinazioni, più di 100 stand espositivi: sono i numeri che fanno di Sciocola’ una delle manifestazioni più importanti d’Italia in questo settore. Grande novità di quest’anno sarà l’apertura serale fino alle 23.00, dal giovedì al sabato e domenica fino alle 20.00.

Gli artigiani cioccolatieri e pasticceri, proporranno una ricca varietà di prodotti, dai più tradizionali a quelli più ricercati ed innovativi. Dai classici cremini ai tartufi alla nocciola tonda gentile delle Langhe, ai macarons al croccante.

E non mancheranno anche proposte decisamente curiose, come le praline al parmigiano reggiano o li marrons ricoperti. Ci saranno delizie inaspettate come i dolci in vaso cottura a base di cioccolato ma anche largo spazio ai classici con i dragèes al liquore, i cuneesi al rhum, i liquori al cioccolato e la torta al Sangiovese.

Per gli amanti dell’healty non mancherà il cioccolato bio e senza zuccheri, senza dimenticarsi il cioccolato artigianale senza glutine. I prodotti del territorio saranno i colori della tavolozza con i quali Il Maestro Cioccolatiere Marisa Tognarelli realizzerà e presenterà l’esclusivo cioccolatino creato per Sciocola’ 2019 e delizierà il palato dei presenti con degustazioni basate su esclusivi connubi enogastronomici tra prodotti modenesi ed il cioccolato.

A cura di CNA Modena, in collaborazione con il Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena Dop, il concorso della Miglior Pralina, a base di una delle eccellenze indiscusse del nostro territorio: l’aceto balsamico di Modena Dop.

Stimolante e sorprendente sarà anche il viaggio nel gusto che potrete fare con il “CioccoYoga”. Grazie al maestro cioccolatiere Franco Pasquale, testerete la capacità delle vostre papille con pregiati tipologie di cioccolato…ad occhi chiusi.

I più curiosi potranno entrare in una vera e propria “Fabbrica di cioccolato BeanToCiok” artigiano del cioccolato torinese che con l’ausilio degli specifici macchinari, vi accompagnerà nel processo artigianale di creazione del nettare degli dei, dalla selezione delle fave di cacao, alla realizzazione a mano delle tavolette di cioccolato.

Infine Gigi e Clara Padovani condurranno in un viaggio nel mondo del cioccolato con una presentazione del loro libro “La ricetta della felicita’” tra aneddoti, personaggi, curiosità, regole di degustazione e citazioni letterarie. Diversi saranno gli appuntamenti educativi e ludici anche per i più piccoli in diversi momenti della manifestazione.

La scuola di inglese per bambini Pingu’s English Modena, organizzerà divertenti momenti di animazione sul tema del cioccolato. Il maestro cioccolatiere Marcantognini unirà arte e cioccolato in esclusivi momenti di gioco e disegno ed infine, per tutte le giornate di venerdì, sabato e domenica, saranno presenti gli esclusivi WoodGames, particolari giochi artigianali in legno per addestrare astuzia ed ingegno.

Il tutto sotto lo sguardo goloso di Sciocolino, simpatica mascotte dell’evento. Per le vie del centro storico ci si potrà poi emozionare con il romantico Carillon Vivente, ballare con i coinvolgenti Tamarros, stupire con il Pianista Teotronico: questi alcuni degli spettacolari appuntamenti itineranti che animeranno il Festival.

Non mancheranno serate danzanti con alcune delle più rinomate scuole di ballo modenesi che coinvolgeranno i partecipanti e li stupiranno con spettacolari esibizioni: dal boogie ai latini, dall’hip-hop ai caraibici.

La manifestazione è stata presentata questa mattina in conferenza stampa presso la Sala di Rappresentanza del Comune di Modena, alla quale hanno preso parte il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, l’assessore Città Smart, Politiche economiche, Turismo e promozione della città, Servizi demografici Ludovica Carla Ferrari.

E ancora il  presidente CNA Modena Claudio Medici, il direttore territoriale dell’Emilia Centro di BPER Banca Gianluca Trabucco, il presidente Rete Qualicasa Alessandro Amati, il rappresentante ACAI Marisa Tognarelli, il  Ceo SGP Events Stefano Pelliciardi.

La manifestazione ad ingresso libero è promossa da CNA Modena, organizzata da SGP Events in partnership con Acai, patrocinata dal Comune di Modena e dalla Regione Emilia Romagna, con il Contributo della Camera di Commercio di Modena, main sponsor Bper Banca, QualiCasa e Sinergas e sponsor tecnico Callebaut.

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Roadhouse Restaurant raddoppia in Trentino

Roadhouse Restaurant prosegue nel festeggiamento dei suoi primi 18 anni di vita con il piano importante di nuove aperture annunciato a inizio 2019. Il 18 settembre ha aperto il locale di Rovereto, il 2° in Trentino Alto Adige, e il 144° della catena.

Nei primi otto mesi dell’anno sono stati 14 i nuovi ristoranti aperti: i più recenti, prima di Rovereto, sono stati inaugurati a San Martino Buon Albergo (VR), Milazzo (ME), San Rocco al Porto (LO), Monza, Noventa di Piave (VE) e Roma Salario Center.

Il locale di Rovereto si trova negli spazi di un precedente distributore Agip, oggi demolito, e si va ad inserire nel tessuto urbano della città e a fianco del nuovo piano di intervento di riqualificazione dell’ex area Marangoni Meccanica. Si tratta di una struttura di nuova costruzione interamente occupata da Roadhouse, con 170 posti a sedere e un ampio parcheggio per oltre 60 posti auto.

In occasione dell’apertura di Rovereto, Roadhouse ha lanciato una nuova promo giornaliera, sempre all’insegna del value for money: tutti i mercoledì sarà Beef Day, e per i soci con carta fedeltà, la tagliata Roadhouse, 250 g di manzo italiano, sarà offerta al prezzo speciale di euro 9,90 con contorno incluso. Un’ulteriore occasione per gustare ottima carne a un prezzo accessibile.

Nel nuovo ristorante di Rovereto lavorano 30 giovani neoassunti tutti del territorio. Il locale ha il WIFI gratuito e offre la possibilità, tramite l’APP Roadhouse, di utilizzare la fidelity card per ottenere sconti e promozioni esclusive, oltre a pagare tramite smartphone evitando la fila in cassa. Inoltre per tutti i bambini sono a disposizione le innovative aree kids, con giochi interattivi dove divertirsi in tutta sicurezza.

I ristoranti Roadhouse sono aperti al pubblico 7 giorni su 7, indicativamente a pranzo dalle 12.00 alle 14.30 ed a cena dalle 19.00 alle 23.30. Il menu prevede un vasto assortimento di piatti unici a base di carne alla griglia (Ribeye, New York Strip, Filet Mignon, T-Bone Steak, hamburger, ecc.), accompagnati da un’ampia scelta di contorni e seguiti da una ricca varietà di dessert.

Nel 2018 Roadhouse, con oltre 3.600 dipendenti, ha realizzato un fatturato di 175 milioni di Euro.

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Ciclismo nel Chianti Classico con la Granfondo del Gallo Nero

Una giornata dedicata agli amanti del ciclismo e del buon vino. Domenica 22 settembre migliaia di appassionati correranno la Granfondo del Gallo Nero, gara organizzata dal Consorzio Vino Chianti Classico e dalla Ciclistica Grevigiana.

Un turismo sostenibile, quello sui pedali. Per definizione un’attività a bassissimo impatto ambientale, ideale per assaporare ogni metro di strada e ogni scorcio di paesaggio incontaminato, come le colline del Gallo Nero, dove le vigne coprono solo il 10% della superficie totale e oltre il 40% dei vigneti è in regime biologico.

CICLISMO A IMPATTO ZERO
Per questa VII edizione della Granfondo del Gallo Nero, l’organizzazione ha deciso per una svolta plastic-free, proponendo esclusivamente materiali compostabili a tutti i ristori e al pranzo di fine gara, dalle stoviglie alle bottiglie di plastica. Unica eccezione il calice in vetro in cui sarà servito il vino Chianti Classico a tutti i partecipanti, che potranno portarlo a casa come ricordo di una giornata all’insegna della bellezza naturale.

SOSTEGNO AL TERRITORIO
La Gallo Nero si può dire espressione di territorio, coinvolgendo i viticoltori, con le iniziative in cantina e le premiazioni finali, le molte associazioni dei borghi sul percorso, le amministrazioni. Da questo spirito di comunità che unisce gli otto comuni del Gallo Nero, è nata l’idea di sostenere il progetto “Bar sociale” della ONLUS La Stadera di Greve in Chianti, per l’inserimento lavorativo di giovani del luogo affetti da disabilità, che condurranno la gestione del circolo del paese, l’antico punto di ritrovo.

L’iniziativa sarà finanziata con donazioni liberali dei partecipanti e devolvendo il 50% del ricavato dei pettorali “di beneficenza”, acquistabili fino a pochi momenti prima della gara al costo di 100 euro.

Chi pedala, e a maggior ragione chi lo fa indossando una maglia del Gallo Nero, sposa l’eco-sostenibilità come filosofia di vita, connaturata tanto allo sport del ciclismo quanto alla viticoltura biologica e responsabile che noi viticoltori del Chianti Classico portiamo avanti da anni” – dichiara il Presidente del Consorzio Giovanni Manetti

“Se c’è una sfida da vincere domenica prossima, è proprio questa: divertirsi in uno dei luoghi più belli del mondo, dando il proprio contributo a mantenerlo tale per le generazioni future e sostenendo l’integrazione di tutti in una società equa e aperta”.

Prima di essere una gara, questa è un’occasione per vivere la bellezza di questo territorio , un modo per prendersi cura di se stessi rispettando l’ambiente, ammirando paesaggi da preservare e da consegnare alle generazioni future. Anzi, c’è uno spirito comune tra ciclismo a impatto zero e viticoltura sostenibile: entrambi dell’immenso patrimonio naturale che abbiamo. Questa novità vuole essere anche un invito a tutti coloro che a migliaia ogni anno pedalano tra i nostri vigneti, innamorati di queste colline: aiutateci a preservarle.

LA GRANFONDO DEL GALLO NERO
Due percorsi, la Granfondo (135 km, dislivello 2621 m) e la Mediofondo (83 km, dislivello 1526 m), che offrono scorci di paesaggi che sono diventati icona della bellezza italiana. Partiranno entrambi alle ore 9 da Radda in Chianti, borgo medioevale, dalla cui cinta muraria si darà il via, fino a Greve in Chianti, città d’origine del navigatore Giovanni da Verrazzano.

Passeranno attraverso i vigneti della Conca d’Oro di Panzano in Chianti, per poi attraversare San Casciano e scendere verso Castellina in Chianti, eletta da Michelangelo Buonarroti a buon retiro. Il percorso lungo si addentrerà anche nella parte sud del territorio, tra distese di vigneti e salite mozzafiato come quelle di San Regolo e di Castagnoli.

Entrambi i percorsi sono caratterizzati da un susseguirsi di saliscendi, senza vere e proprie scalate tecniche, permettendo di godere del paesaggio unico nel suo momento di massima espressione, la fine dell’estate. Quattro i ristori che cadenzano il percorso: San Casciano in Val di Pesa km 42, San Donato in Poggio Km 60, Radda in Chianti km 86, Castagnoli km 116, in collaborazione con le associazioni locali.

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Pietro Giordano è il miglior pizzaiolo professionista d’Italia

MILANOPietro Giordano, 42 anni, originario di Napoli, si aggiudica il titolo di miglior pizzaiolo professionista d’Italia. Il volto della pizzeria Papilla Milano, inaugurata lo scorso agosto, ha conquistato il primo posto nella quarta edizione del contest di Elementi – I volti della pizza, tenutosi domenica 15 settembre a Milano, negli spazi di Mare Culturale Urbano.

Insieme a Giordano, nella competizione ideata da Molino Vigevano 1936, altri 11 pizzaioli professionisti provenienti da tutta Italia. Anche quest’anno i concorrenti sono stati chiamati a dare il meglio di sé in una prima sessione composta da due prove uguali per tutti: riconoscere l’impasto (forza della farina, percentuale di idratazione, ore di lievitazione, impasto diretto o indiretto) e blind tasting (assaggio dell’impasto cotto alla cieca, per individuare la farina utilizzata, seguito da degustazione di tre differenti tipologie di pomodori e latticini).

Da queste due prove sono stati selezionati gli 8 finalisti, che si sono affrontati in una ultima sessione decisiva: la prova creativa di farcitura e cottura, eseguita utilizzando gli ingredienti appositamente scelti dallo chef stellato Eugenio Boer (Ristorante Bu:r), tra i giurati della competizione.

Insieme a Boer, in giuria tecnica, anche Paolo De Simone della Pizzeria Da Zero; Margo Shatcher, giornalista di Food Genius Academy, Vanity Fair e Italia a tavola e Chiara Patrizia De Francisci, giornalista di Agrodolce.

Il vincitore ha risposto alla sfida di Boer mettendo insieme la scuola della tradizione napoletana, da cui proviene, con la sperimentazione.

Ho trovato concorrenti molto preparati sia tecnicamente sia professionalmente – ha commentato Giordano, dopo la premiazione – Con una scelta così complessa di ingredienti messi a disposizione per la prova finale ho voluto giocare sulla sorpresa, puntando a sbalordire la giuria e presentando una rivisitazione della Margherita, con bordo ripieno di tonno e gorgonzola, equilibrati in acidità con un pizzico di maionese. Alla fine sono rimasto sorpreso io, che non mi sarei aspettato questo traguardo.”

A Giordano andrà in premio una fornitura di farine Molino Vigevano, di prodotti Finagricola e una consulenza gratuita del valore complessivo di 1.250€. Sul podio, rispettivamente al secondo e terzo posto, anche Stefano Rossi (Pizzeria Le Aie di Ovada – Alessandria), finalista con il suo impasto multicereali più aneto, burro, ananas, mortadella e noci, e Leonard Lala (Ristorante Pizzeria da Leo, Verona), che ha gareggiato presentando anche lui ai giurati un impasto multicereali più aneto, gorgonzola, noci e ananas.

Il contest chiude una due giorni – 14 e 15 settembre – che ha visto protagonisti i migliori maestri pizzaioli d’Italia e, per la prima volta, anche il pubblico: oltre 3.000 tra appassionati e pizza lovers, infatti, hanno preso parte alla manifestazione che fino a quest’anno era stata organizzata in forma di tour itinerante aperto solo agli addetti ai lavori.

Una formula inedita, che mantiene la missione di diffondere una cultura dell’eccellenza della pizza, ma si arricchisce di ulteriori ingredienti come socialità, condivisione, formazione e intrattenimento, per un esordio promosso a pieni voti sia dai visitatori sia dagli stessi organizzatori dell’evento, l’agenzia We Look Around, che fornisce i numeri di questa prima edizione aperta al pubblico: 2.800 pizze sfornate e oltre 1.000 tra fritti e pane & condimenti, più 1.000 litri di birra spillata in due giorni.

Dai kids lab per i più piccoli ai numerosi workshop e talk per scoprire i trucchi del mestiere, chiudendo con dj set e live performance, cinema all’aperto e un contest fotografico a tema, Elementi – I volti della pizza si candida ufficialmente a diventare l’appuntamento fisso del pubblico milanese con i guru dell’impasto perfetto.

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Nestlé sceglie Marco Travaglia come nuovo Presidente e Amministratore Delegato Italia e Malta

MILANO – A partire dal 1° ottobre 2019, sarà Marco Travaglia il nuovo Presidente e Amministratore Delegato Italia e Malta per il Gruppo Nestlé.

Marco, attualmente Business Executive Officer Nestlé Purina PetCare Southern Region, è entrato nel Gruppo Nestlé nel 1990 e ha ricoperto ruoli manageriali di crescente responsabilità in diversi Paesi e all’interno di svariate funzioni dell’azienda, dal marketing alle vendite.

Forte di una carriera internazionale che lo ha portato in Svizzera, USA, Francia e Regno Unito, Travaglia è rientrato in Italia nel 2003 per guidare la divisione Alimentari e Bevande di Nestlé Italiana nel ruolo di Direttore Generale, contribuendo significativamente alla crescita del business.

Successivamente, dal 2010 al 2013 ha potuto svolgere, con base a Zagabria, il ruolo di CEO Nestlé per i paesi della ex-Jugoslavia, dove ha avviato un importante processo di trasformazione del Gruppo con notevoli successi che lo hanno portato a ricoprire il ruolo attuale all’interno della categoria PetCare, ampliando la sua responsabilità a tutti i mercati del Sud Europa, Middle East e Nord Africa.

La sua importante esperienza di manager, abbinata ad una profonda conoscenza delle dinamiche del mercato italiano e dei vari segmenti in cui Nestlé è presente con i suoi prodotti, porterà il Gruppo a fare nuovi passi per valorizzare sempre più i propri marchi e prodotti.

Inoltre, permetterà di cogliere tutte le opportunità del settore proseguendo il percorso di crescita sostenibile e innovazione che contraddistinguono Nestlé, nonché la valorizzazione di tutti i suoi marchi italiani nel mondo.

Classe 1964, laureato in Giurisprudenza, Marco è sposato e padre di due figlie. Ama la musica (suona bene la chitarra), il golf e gli animali.

Leo Wencel, Presidente e Amministratore Delegato Italia e Malta dal 2009, ha condotto Nestlé in un significativo potenziamento dell’efficacia commerciale e della profittabilità, resterà nel board aziendale di Nestlé Italiana e potrà così consolidare a livello internazionale quanto raggiunto in questi anni.

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Ferruccio Ferragamo investe nell’enoturismo con Le Aie del Borro: 20 nuove suite


AREZZO –
Il Borro, azienda vitivinicola toscana nel bacino del Valdarno Superiore di proprietà di Ferruccio Ferragamo, annuncia l’acquisizione della proprietà confinante Vitereta e l’apertura de Le Aie del Borro, 20 nuove suite all’interno della Tenuta.

Situata nel Comune di Laterina, Vitereta è una delle tenute storiche del Valdarno aretino, appartenuta alla famiglia Del Tongo dal 1973 con una superficie totale di 346 ettari. Comprende una superficie vitata pari a 40 ettari, una cantina di proprietà, oltre a 150 ettari di terreni seminativi.

Tra gli edifici presenti Villa Clerici Bernetti, costruita nella seconda metà dell’Ottocento e ristrutturata poi a fine degli anni 70, una meravigliosa Tabaccaia (chiamata così perché qui un tempo avveniva la lavorazione del tabacco) e alcuni poderi.

A seguito di questa acquisizione, Il Borro di Ferruccio Ferragamo – azienda certificata biologica dal 2015 – raddoppia la propria superficie vitata raggiungendo circa 85 ettari caratterizzati da condizioni pedoclimatiche uniche che permettono di dar vita a vini di qualità.

Vitigni autoctoni come il Sangiovese, ma anche vitigni della “tradizione toscana”, come il Merlot ed il Cabernet Sauvignon, oggi convivono insieme, adattandosi al meglio alla variabilità dei terreni.

IL PROGETTO

Il Borro: AIE relais & chateaux in Toscana, proprietà Ferragamo

Il Borro fa parte dell’Associazione Relais & Châteaux e comprende un borgo medievale interamente restaurato che ospita al suo interno 38 eleganti e raffinate suite; due lussuose ville – Dimora Storica e Villa Casetta – e le 20 suite de Le Aie del Borro ideali per famiglie e gruppi di amici e disponibili da giugno 2019.

Alle soluzioni Relais & Châteaux si aggiungono “I Borrigiani”, cinque casali gestiti con la formula dell’agriturismo. E ancora, due ristoranti: l’Osteria del Borro e Il Borro Tuscan Bistro, sotto la guida dell’executive chef Andrea Campani; la Spa e la Galleria Vino & Arte.

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Ottombrata Zafferanese: torna la storica manifestazione enogastronimica del Sud Italia

CATANIA – Una cassaforte di sapori con un patrimonio culturale per valorizzare la più grande e storica delle manifestazioni enogastronomiche del Sud Italia, con lo sguardo rivolto verso un mondo più green. Sarà questa la 41esima edizione dell’Ottobrata Zafferanese, che aprirà ufficialmente i battenti domenica 6 ottobre.

Un evento incredibilmente atteso, che ogni anno vede la presenza di oltre 150 mila visitatori e che, mai come oggi, rappresenta per l’amministrazione comunale la rinascita del territorio, dopo il terremoto dello scorso dicembre.

Sarebbe stato più semplice rinunciare a questa manifestazione, a causa di tutti i disagi che sono derivati dal sisma del 2018, ma in questi mesi ci siamo impegnati duramente, risolvendo i problemi di sicurezza e di viabilità, in modo da essere pronti ad accogliere i tanti turisti non come visitatori occasionali, bensì come ‘ospiti’, ai quali far conoscere i prodotti e le caratteristiche della nostra città.” – dichiara il sindaco Salvatore Russo

“Inoltre, per la prima volta, – conclude il sindaco Russo – nella nuova Area Gastronomica – Ottobrata 2019, verranno utilizzati stoviglie monouso biodegradabile 100%, nel totale rispetto dell’ambiente. Per noi rappresenta un valore aggiunto nel nuovo percorso di rilancio economico, sociale e culturale di Zafferana che guarda, soprattutto alla sostenibilità ambientale”.

Non si tratta solo di un’iniziativa ecologica, ma anche di un’azione che abbia un impatto sociale. La grande area food ospiterà, infatti, anche produttori del territorio che presenteranno diversi tipi di formaggi e prodotti tipici. Un vero e proprio trionfo di sapori e maestranze artigianali.

La vasta scelta sarà arricchita da un intenso programma di intrattenimento adatto a tutte le generazioni: chef d’eccezione delizieranno i visitatori con pietanze creative e degustazioni con spettacolari cooking show. Ma non è finita qui, sarà allestita anche un’area Family friendly dedicata ai più piccoli, il tutto accompagnato dalle sonorità delle tradizioni popolari meridionali.

Al centro del menù, oltre al tradizionale panino, che da quest’anno diventerà gourmet, i prodotti tipici zafferanesi come miele, funghi, pere, mele, nelle svariate qualità di “cola”, “gelato cola”, “delizioso bianco rosso”; la valorizzazione dei prodotti tipici e a marchio di tutela (Doc, Dop, o inseriti nelle banche dati dei prodotti agroalimentari tradizionali regionali) e alla promozione del cibo e dei piatti tipici della cucina tradizionale.

Uno spazio sarà, ovviamente, riservato alla preparazione e somministrazione di pasti per celiaci. Per tutte le domeniche del mese, la manifestazione si snoderà da Piazza della Regione Siciliana, fino a via Roma, per poi raggiungere il trionfo dei sapori in Piazza Umberto.

Una manifestazione a misura di visitatore, con ampie aree parcheggio e bus navetta per raggiungere senza stress l’evento.

Dalle ore 18.00 l’ottobrata cambierà ritmo e… let’s party. Migliaia di giovani potranno divertirsi in modo sano con spettacoli di intrattenimento e di musica live.

L’organizzazione dell’area gastronomica ha anche ottenuto il patrocinio, a garanzia dei consumatori, da parte di Grandi eventi Codacons.

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Cucine Aperte 2019: le cucine di Puglia aprono al pubblico

Si terrà il prossimo 28 settembre l’edizione 2019 di Cucine Aperte, la giornata simbolo della ristorazione di qualità che per il terzo anno coinvolge i soci del Consorzio La Puglia è Servita.

Giunta alla terza edizione, Cucine Aperte già si prepara a riconfermare il suo successo, come format che incentiva i consumatori ad approfondire, valutare e riconoscere cosa mangiano attraverso i soci del Consorzio, tutti professionisti dell’ospitalità e della ristorazione accomunati dall’equilibrio tra territorio, ricerca e tradizione. Ricchezza e la varietà della cultura enogastronomica di Puglia.

Per tutta la giornata, le strutture socie apriranno le porte delle proprie cucine ai partecipanti, che potranno visitare le cucine, approfondire la conoscenza delle materie prime, seguire laboratori, degustazioni tematiche, e naturalmente assaggiare le preparazioni a cura dei ristoratori soci, tra i migliori di tutta la Puglia.

La particolarità della manifestazione è proprio nell’incontro diretto con i cuochi, che diventano ambasciatori in prima persona della gastronomia pugliese, accompagnando i clienti nel cuore della propria cucina e del proprio personale rapporto con le materie prime del territorio attraverso l’esperienza diretta sul campo.

Anche per questa edizione, ogni struttura sceglierà il proprio “Prodotto nel piatto”, su cui incentrare la degustazione. I visitatori potranno quindi spostarsi da una struttura all’altra, assaggiando le diverse tipicità di ogni territorio. In degustazione anche i vini del Movimento Turismo del Vino Puglia, gli extravergine di Buonaterra – Movimento Turismo dell’Olio Puglia e i prodotti tipici raccontati direttamente dai produttori e dagli artigiani del gusto del territorio.

In più, un ricco programma di attività animerà le strutture nel corso della giornata: showcooking, laboratori per grandi e piccini, abbinamenti cibo/vino e molto altro ancora.

Una vera e propria festa, per celebrare la ricchezza della gastronomia pugliese: uno scrigno di tesori agroalimentari rinomati in tutto il mondo, che abbinati a un’antichissima tradizione culinaria regionale rappresentano una delle migliori motivazioni per un viaggio attraverso questa terra affascinante.

Organizzare al meglio il proprio itinerario di visita sarà più semplice, grazie alla speciale mappa delle aziende partecipanti realizzata su Google Maps.

Per usarla, basta connettersi da tablet o smartphone al sito www.lapugliaeservita.com, cliccare sulla mappa in homepage e scegliere di aprirla con l’app di Google Maps. Selezionando la singola struttura si potranno conoscere orari di apertura e programma delle attività, oltre a ricevere le indicazioni esatte su come raggiungere l’azienda e creare il proprio percorso.

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