XXXIV rassegna Muller Thurgau Vino di Montagna si potra ammirare i vigneti eroici da un elicottero
Meno di quarantott’ore all’avvio della XXXIV rassegna Müller Thurgau: Vino di Montagna. La kermesse, nata per valorizzare il Müller Thurgau e il territorio della Valle di Cembra, celebra la culla della viticoltura eroica trentina e gli oltre 700 km di muretti a secco.
In programma nel piccolo comune di Cembra, in provincia di Trento, degustazioni libere e guidate dentro e fuori Palazzo Maffei. Oltre 60 vini in rassegna, oltre a momenti di approfondimento, visite nelle cantine del territorio, trekking e biciclettate tra i vigneti.
Tra gli appuntamenti da non perdere, anche la cena sotto le stelle lungo il viale di Cembra e la possibilità di ammirare i terrazzamenti vitati della Valle di Cembra, a bordo di un elicottero. Il tutto partire dalle ore 18 del 29 luglio e fino al 1 agosto 2021.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Starbucks Roastery Milano e il caffe freddo Cold Brew Lemon Sour il drink rinfrescante dellestate 2021 1
Si chiama Cold Brew Lemon Sour ed è uno dei drink analcolici più rinfrescanti dell’estate 2021 di Milano. La bevanda, che vede protagonista il caffè e il succo di limone, è disponibile da Starbucks Reserve Roastery di Piazza Cordusio, 3.
In cosa consiste questo cocktail analcolico? L’ingrediente più importante è uno dei 20 caffè Starbucks Reserve, estratto a freddo per 24 ore. La macinatura utile al Cold Brew (letteralmente “infuso freddo“) è a grana grossa. Occorre un filtro molto resistente, metallico o a calza.
L’altra frazione (consigliato il 50-50) è, ovviamente, quella del Lemon Sour. Una sorta di “spremuta di limone”, con aggiunta (a piacere) di zucchero di canna. In Piazza Cordusio 3, gli esperti di Starbucks Roastery Milano aggiungono anche un ingrediente segreto: un goccio di sciroppo d’acero, utile a rendere cremosa (silky, “setosa”) la texture.
Il risultato è un drink dalla beva spasmodica, servito in un elegante bicchiere Old Fashioned (tumbler basso). Si tratta degli stessi bicchieri utilizzati generalmente per il whisky. Come decorazione, un colorato sorriso di scorzetta di limone e un bacio di marasca nera.
Per i più esigenti, sempre da Starbucks Milano, è disponibile il percorso Cold Craft Discovery Flight. Una degustazione di tre drink a base di caffè e agrumi: Nitro Cold Brew, Cold Brew Lemon Sour e Arancia Rossa. Un’esclusiva riservata ai clienti milanesi di Starbucks.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Ristoranti Fipe Apertura serale in zona gialla e arancione non piu rinviabile
Preoccupazione. È quanto emerge dall’analisi congiunturale condotta dal Centro Studi di Fipe-Confcommercio, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, sul sentimento delle imprese.
Nonostante la stagione estiva stia per entrare nel suo pieno, cresce la preoccupazione degli imprenditori a causa dell’incertezza generata dal dibattito sulla possibilità di introdurre nuove restrizioni alla mobilità dei cittadini.
Questo nonostante il generale aumento della fiducia, tornata ai livelli dello stesso periodo del 2019, e una buona capacità di ripresa dimostrata dalle performance economiche registrate nel II trimestre di quest’anno.
Un netto miglioramento, dunque, rispetto al periodo buio del lockdown, eppure le recenti discussioni, unite all’assenza di turismo internazionale, appaiono come una possibile doccia fredda agli occhi degli esercenti che solo da poche settimane hanno potuto riprendere a lavorare con un minimo di continuità.
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Peck apre a Forte dei Marmi il suo quarto club di sbafatori
È un incontro tra storie di qualità, quello tra Peck e Forte dei Marmi. Il fascino antico della costa Toscana, tra borghi di pietra, pinete secolari, il mare degli Etruschi e uno stile di vita che ha saputo affascinare generazioni di italiani celebri.
A partire da Gabriele d’Annunzio che per primo seppe unire tutti i piaceri della vita in un unico gesto estetico. Proprio D’Annunzio costituisce il trait d’union tra queste due storie di qualità.
Fu infatti protagonista ed esploratore della Versilia ante litteram e fondatore dello storico Sbaffing Club di Peck. Letteralmente, il “club di sbafatori“. Ovvero un gruppo di letterati che si incontravano da Peck, gustando le specialità che avrebbero reso celebre questo marchio nel mondo.
Oggi Peck sceglie Forte dei Marmi per inaugurare la sua nuova Gastronomia ed Enoteca, posta nel cuore del borgo antico, allo stesso tempo vicino al centro, alla piazza del famoso mercato e a pochi passi dal mare.
È il quarto negozio Peck in Italia, il primo fuori dalla città di Milano, dove è già presente con lo storico flagship store di via Spadari e i due punti vendita a CityLife e Porta Venezia.
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Champagne en liberte 2021 il catalogo di Alberto Massucco tra novita e glamour 4
Champagne a fiumi? Macché. Meglio lo Champagne en liberté. Specie se si tratta di un tributo a un amore incondizionato: quello del distributore Alberto Massucco per le “bollicine” più famose e apprezzate nel mondo.
Un momento di condivisione voluto dall’imprenditore sabaudo, unico italiano a possedere una vigna in Champagne, che lunedì 5 luglio ha chiamato a raccolta clienti e stampa specializzata a Villa Sassi, una delle maestose ville storiche di Torino.
Il ritorno alla libertà, anzi alla liberté, arriva al termine di un anno (e mezzo) in grande spolvero per gli Champagne importati in Italia da Alberto Massucco. Alla battuta d’arresto dell’Horeca, chiusa per decreto in risposta all’emergenza Covid-19, ha fatto eco «l’affetto dei clienti abituali, che non hanno smesso di acquistare e consumare a casa, al posto del ristorante».
«Tra i segnali più significativi – sottolinea Alberto Massucco – c’è stato quello di uno degli chef che per primo ha creduto nella selezione: il pluristellato Giancarlo Perbellini. Arrabbiato per l’ennesima chiusura imposta dalle autorità, si è fatto consegnare a casa una fornitura di 4 cartoni. Ci ha chiesto la consegna in 24 ore. Una “complicazione”, visto il periodo, a cui abbiamo risposto con grande piacere».
Del resto, la cerchia di sostenitori della squadra di Champagne targati Alberto Massucco conta dei fuoriclasse (e delle fuoriclasse, come LesFa’Bulleuses) di fama ormai acclamata.
Presenti a Champagne en liberté 2021 le ormai note etichette prodotte dai vigneronsJean Philippe Trousset (Absolu, Anna T, Rosé) Rochet-Bocart (Blanc de Blancs, Blanc de Noirs), Gallois Bouché (Cuvée fût de chêne 2014), a cui si affiancheranno presto altre chicche.
LE NOVITÀ DEL CATALOGO ALBERTO MASSUCCO CHAMPAGNE
Tre i progetti con cui la distribuzione si rilancia sul mercato, forte di un segno più (40%), sul fronte delle vendite ai privati, nei primi 6 mesi del 2021. In primis la Cuvée Privée del Cambio, voluta da Matteo Baronetto per il ristorante stellato Del Cambio di Torino, icona piemontese.
A inizio 2021 sono volati i primi bouchon della Cuvée Privée che celebra i 30 anni di attività del ristorante Ö magazin di Portofino. Un’etichetta voluta proprio dalle sorelle Mussini. Infine la Cuvée Privée pensata per Ugo Repetto, titolare del bar Morena di Portofino.
“Condirà” i cocktails – in particolare Rossini e Bellini – che scorrono a fiumi – anzi, en liberté – tra le mani del jet set internazionale. Le novità annunciate a Champagne en liberté 2021 non finiscono qui.
«C’è grande attesa anche per cuvée Mirede – annuncia Alberto Massucco – che sarà pronta nel 2022. L’anno successivo, il 2023, sarà l’anno del millesimato Alberto Massucco Grand Cru, un Blanc de Blancs. Visto che manca ancora un po’ di tempo, abbiamo pensato a qualcos’altro, per celebrare l’attesa. Ovvero a Mon idée de Cramant, una cuvée con tiratura limitata a solo 500 bottiglie, rigorosamente numerate».
A realizzarla è Erick de Sousa. Con l’idea – condivisa dal re italiano dello Champagne – di celebrare un millesimo speciale: il 2018. «È stata un’annata di grande qualità – sottolinea Massucco – e le vigne di Cramant, villaggio Grand Cru della Côte de Blanc, hanno prodotto uno Champagne eccezionale, che avremo il piacere di distribuire nella primavera 2022».
A condire annunci e novità del catalogo, sempre a Villa Sassi Torino, il menù pensato appositamente per Champagne en liberté 2021 dallo chef Giovanni Grasso de La Credenza di San Mauro Torinese, oltre alle ostriche di Red Oyster. Un format, unico ideato da Laura Gobbi, per unire bollicine d’elite, alta cucina e cornice glamour. Tre segnali della ripartenza dell’Italia che crede (ancora) nel futuro.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Davide Oldani due stelle Michelin e quel piatto da leccare 1
EDITORIALE – «Il piatto va preso con due mani e leccato, dal basso verso l’alto. Avete capito bene: leccato. Davide racconta che la sua bambina lo fa sempre, a casa. L’idea gli è venuta così». Inizia in modo inusuale l’esperienza al “nuovo” D’O di Davide Oldani, a Cornaredo.
Lo chef non smette di sorprendere, neppure dopo aver conquistato la seconda stella Michelin. Nel solco delle più nobili e rare doti dei tempi moderni (semplicità e umiltà) Oldani continua a portare l’aria di casa in un ambiente ricercato come quello del ristorante “stellato”.
Lo fa dentro e fuori dal piatto, girando più volte per i tavoli a caccia di pareri sinceri, come lui. Lo fa in un angolo semi sconosciuto di provincia, territorio snobbato da tanti grandi nomi che preferiscono agi e pubblico delle grandi città e delle metropoli italiane.
In una società dominata da fake e artifizi, ogni scelta semplice risulta straordinariamente “destabilizzante”. Perché ricorda il valore incommensurabile dei gesti veri e genuini, che vengono dal cuore. Come un piatto leccato da un bambino felice (nello specifico: aceto di mele ridotto, salsa verde alla rucola e orzo). Evviva.
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ViniVeri Ristoranti 2021 appuntamento con 70 vignaioli in tutta Italia
«Insieme», ma non in unico luogo e sotto lo stesso tetto. ViniVeri Ristoranti 2021 è il nuovo “evento diffuso” organizzato dal Consorzio ViniVeri per la ripartenza. Una risposta alla cancellazione delle ultime due edizioni di ViniVeri Cerea.
Due giorni, lunedì 28 e martedì 29 giugno, che vedranno protagonisti oltre 70 vignaioli e 18 ristoranti. Un abbraccio ideale che coinvolge tutt’Italia, dalla Sicilia all’Alto Adige. Per la prima volta l’evento sconfina anche in Europa, con due appuntamenti in Slovenia e Spagna.
«RIVIVE L’ATMOSFERA DI CEREA»
«Tanti appuntamenti regionali e oltreconfine – spiega Paolo Vodopivec, presidente del Consorzio ViniVeri – in cui far rivivere l’atmosfera e lo spirito di condivisione di storie ed esperienze che anima da 17 anni la nostra manifestazione annuale a Cerea».
Ma soprattutto un evento straordinariamente diverso – continua il numero uno del Consorzio – che è insieme un omaggio a chi ci è stato sempre vicino e il nostro modo di sostenere i tanti ristoratori che hanno lottato per tenere aperte le porte dei loro locali durante l’emergenza».
ViniVeri Ristoranti 2021 prevede cene e degustazioni delle nuove annate dei vini del Consorzio, in compagnia dei produttori. Il programma completo è disponibile sul sito web degli organizzatori.
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Fipe Confcommercio Zona bianca e ossigeno per 36mila lavoratori
Con l’ingresso in zona bianca, i Pubblici esercizi del Friuli Venezia Giulia, della Sardegna e del Molise ripartono a pieno regime. Da oggi nei 9 mila bar di queste tre regioni è possibile finalmente ricominciare a bere il caffè al bancone.
Una boccata d’ossigeno, in particolare per i 4 mila locali che fino ad oggi sono stati costretti a stare chiusi o a lavorare soltanto con l’asporto, non avendo spazio all’esterno.
Ossigeno anche per i 36 mila lavoratori dei Pubblici esercizi di queste regioni che potranno riprendere il loro posto dietro il bancone dei bar, in cucina o tra i tavoli dei 7.200 ristoranti pronti a riaprire al pubblico le loro sale interne.
«Senza la possibilità di somministrare il caffè al banco – spiega Luciano Sbraga, vicedirettore di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi – i locali italiani hanno perso, in media, il 40% dei loro fatturati. Ma al di là dei freddi numeri, è importante sottolineare come si tratti di un piccolo, importante passo verso un ritorno alla normalità».
«In questi 14 mesi – prosegue Sbraga – molti di quei gesti quotidiani cui eravamo abituati ci sono stati proibiti. Oggi, piano piano, i divieti stanno cadendo e ci stiamo riappropriando dei nostri spazi di socialità. Come Fipe abbiamo lanciato #ilsolito, una campagna digital destinata a chi ha voglia di riprendersi la propria vita e tornare a condividere. Perché dopo tante incertezze e difficoltà, abbiamo tutti voglia di un po’ di normalità».
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Sempre piu api e arnie in vigna ma come si comincia Lesempio di Fosso degli Angeli 1
Api e arnie conquistano sempre più spazio in vigna, almeno nelle cantine più attente al tema della biodiversità. Ma come si comincia? Cosa fare se uno sciame trova rifugio tra i filari? Se lo chiedono molti vignaioli, in un periodo in cui la diversificazione del business si è rivelata una chiave di sopravvivenza fondamentale, al cospetto della pandemia Covid-19. A dare l’esempio, in Campania, è la cantina Fosso degli Angeli.
Erano anni che pensavo alle api – commenta Marenza Pengue, che conduce la cantina con la sorella Dina e il cognato Pasquale Giordano – ma il progetto di installare delle arnie è sempre finito in secondo piano, per via di altre priorità e del fatto che siamo davvero una piccola realtà a conduzione famigliare.
Quanto capitato il 22 aprile è la ciliegina sulla torta dell’ecosistema che abbiamo costruito attorno alla cantina, in questi anni: noi facciamo tutto per natura e la natura fa tutto per noi. L’arrivo di questo sciame è un segno del destino. Un modo in cui madre natura vuole dirci che sì, andrà tutto bene».
L’ARRIVO DELLE API IN VIGNA
La vigna da cui nasce il Sannio Dop Greco “Morgia” di Fosso degli Angeli – 400 metri sul livello del mare nel Comune di Casalduni (BN) è stata infatti scelta da uno sciame in cerca di una nuova casa per l’ape regina.
Un’occasione che la famiglia beneventana non si è lasciata scappare. «Abbiamo chiamato diversi apicoltori della zona – spiega Marenza Pengue – che per un motivo o per l’altro si sono rifiutati di aiutarci a recuperare lo sciame. Così, abbiamo deciso di fare da soli».
«Abbiamo contattato un falegname della zona che produce arnie – continua la vignaiola Fivi Campania – e, grazie alle istruzioni telefoniche del nostro amico apicoltore calabrese Gregorio Assisi, abbiamo steso a terra un lenzuolo bianco e abbiamo iniziato a scuotere la pianta, riversando le api nell’arnia. Il tutto facendo attenzione a non far loro del male».
Nel video dell’evento, si nota Marenza Pengue catturare le piccole operaie una ad una, a mani nude. «Nel frattempo abbiamo preparato una miscela, chiamata in gergo “sciroppo”, utile a far trovare subito nutrimento alle api già finite nell’arnia. Qualcosa di molto semplice da preparare, portando ad ebollizione un litro di acqua in cui si fa sciogliere un Kg di zucchero, lasciandolo poi raffreddare. Così le api trovano da mangiare e non sciamano».
L’operazione è andata a buon fine, con circa 4 mila api recuperate sul totale di circa 5-6 mila che generalmente formano uno sciame. La nuova casa dei preziosi insetti è stata poi collocata tra l’orto e la vigna da cui nasce il Sannio Dop Fiano “Chiusa” di Fosso degli Angeli.
LA POSIZIONE DELL’ARNIA
«Non abbiamo scelto a caso questa posizione – spiega a WineMag.it Marenza Pengue – dal momento che la vigna è esposta a Sud. L’arnia è stata collocata a sud est, consentendole di prende sole sin da inizio mattina. Le api vogliono il caldo e, così facendo, in inverno saranno in pieno sole, per tutto il giorno».
Quale futuro per il progetto? «Per ora l’aspetto fondamentale sarà la loro sopravvivenza. Cercheranno di fare il miele per l’inverno, ovvero le loro scorte. In seguito ce ne sarà anche per noi, per autoconsumo. Successivamente potremmo iniziare a venderlo, in quantità limitate».
«Ma la cosa cosa che davvero ci sta a cuore – conclude la vignaiola beneventana – è che le api fanno bene ai frutti e agli ortaggi e sono il simbolo della biodiversità. Qui non usiamo insetticidi o diserbanti, siamo certificati biologici dal 2016 e attorno a noi è pieno di campi di erba medica, che le api amano. Non potete immaginare quanto sia bello, quasi commovente, vedere le api che guardano la vigna. Qualcosa di emozionante».
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Zou Zapap Officine Urbane vini naturali e birre artigianali sincontrano a Bologna mastro birraio christian govoni 5
L’hanno chiamato Fervér. Un vocabolo che evoca non solo il carducciano «ribollir dei tini», ma soprattutto un «ribollir degli animi». Fermenti alcolici, certo. Ma prima di tutto sociali. L’evento che a Bologna (re)inaugura Zou – Zapap Officine Urbane, locale giovane che, senza il Covid, avrebbe oggi compiuto un anno e mezzo di vita, in via Zago 16, sancisce l’incontro tra vini naturali e birre artigianali. A fargli da sfondo, non a caso, una delle città culturalmente più ribollenti d’Italia. Dentro o fuori dal calderone della pandemia.
“Fervér – Di Vite e di Vini” è molto più di un taglio del nastro, o di un segno di rivalsa nei confronti del Coronavirus. È la formula attorno alla quale si svilupperà, dal 4 giugno al 3 luglio 2021, «una serie di appuntamenti sul vino e sulle fermentazioni».
Nulla di nuovo. Se non fosse che il teatro dell’iniziativa è il locale aperto in zona stazione centrale da un birrificio artigianale della città dei portici. Rimasto aperto un mese, lo scorso anno. Subito vittima dei lockdown, per un anno abbondante. Oggi pronto alla riscossa. Con la pancia e col cuore. Ma anche con la testa.
Considerarla una banale decontestualizzazione o contaminazione in risposta alla pandemia, è riduttivo. Perché i due mondi – quello dei vini naturali e della birra artigianale – si parlano eccome. Da sempre. Zou – Zapap Officine Urbane va oltre.
È esso stesso il luogo (meta)fisico che sancisce l’incontro tra il mondo di Christian Govoni, proprietario e mastro birraio del Birrificio Zapap di Bologna (fondato nel 2013) e quello di Ivan Giglio, appassionato di vini naturali e artefice della contaminazione eno-brassicola da cui scaturisce “Fervér – Di Vite e di Vini”.
LA RIPARTENZA
«La storia che vogliamo raccontare – spiega Govoni (nella foto) – è una storia di vini, ma anche una storia di persone. Di vignaioli che vogliono “condividere”, attraverso tutti i loro prodotti e le loro idee sempre in fermento. Così come in fermento sono i loro vini, conosciuti dal grande pubblico come “vini naturali“».
Ecco dunque pronto a scendere in campo, in via Zago 16, l’esercito dei vigneron artigiani di distribuzioni vicine al mondo dei natural wines come Gusto Nudo Srl di Bologna (4-5 giugno), GluGlu Wine di Torino (11-12 giugno), Into the Wild (18-19 Giugno), PortoFranco Bologna (25-26 giugno) e Arkè di Gambellara (2-3 luglio).
«Zou – commenta il mastro birraio Christian Govoni – non è solo l’ultimo progetto nato in casa Zapap, ma la sintesi della storia dell’azienda. Un birrificio artigianale titolare del marchio “Birra Bologna” che ha sempre creduto nel territorio. Ed è da questa convinzione che è nato il locale in cui convivono birre, lievitati, prodotti del territorio e vini».
Il tutto è inserito in un giardino cittadino, un’architettura in stile industriale. Per non dimenticarci che il nostro quartiere è ancora un luogo popolare, in cui è possibile sognare in grande.
In questi mesi, infatti, abbiamo incontrato virtualmente delle persone stupende, con cui abbiamo sognato insieme. Sono le persone con cui abbiamo organizzato Fervér – Di Vite e di Vini».
Anche il nome dei singoli appuntamenti sarà simbolico. Sarà racchiuso in una sigla o nelle parole che i vignaioli hanno scelto per comunicare al meglio il loro approccio produttivo.
«Progetti – spiega Christian Govoni – fatti di esseri umani speciali che vivono di vigna e di terra. Che combattono per far conoscere i loro territori. Capire un territorio è un percorso che attraversa spazi e persone che in quei luoghi sudano, sorridono, soffrono, amano».
I PROTAGONISTI
«Capire un territorio – continua il mastro birraio nel dare appuntamento a Zou – Zapap Officine Urbane – è un percorso che parte dalla materia prima e da chi la lavora. Loro ci saranno, porteranno i loro vini. A voi non rimane che venirci a trovare e lasciarvi guidare dai loro vini e dalle loro storie».
Già resi noti i protagonisti dei primi due incontri da Zou – Zapap Officine Urbane. Gusto Nudo Bologna porterà in assaggio le cantine Valli Unite, Rocco Di Carpeneto, Terre dei Gaia, Gualdora, Vigna Cunial, Tre Rii, Podere Cervarola, Inula, L’upupa, Vigne di San Lorenzo, La Calcinara, La Marca di San Michele, Castelsimoni, Ausonia, Cantina del Malandrino, Rocco di Carpeneto, Poggio Bbaranello – Az. Agr. Le Poggere.
A GluGlu Wine il compito di raccontare Crocizia, Macea, Camiliano, Fabbrica di San Martino, Podere Ortica, Sequerciani, Weingut in der Eben, Divella e Meggiorano. Dress code? Come pare ad ognuno. Purché non si lasci a casa il cuore. Per ascoltare e assaggiare.
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Chef Franco Aliberti al fianco di Bartolini dopo la chiusura del Tre Cristi Milano
Chiusa l’esperienza al ristorante Tre Cristi Milano, è tempo di nuove sfide per lo chef Franco Aliberti. Il classe 1985, new entry del team di Enrico Bartolini, ha trovato casa a Milano Verticale | UNA Esperienze, hotel 4 stelle superior che si pone come «nuovo punto di riferimento dell’ospitalità meneghina».
L’hotel Milano Verticale (173 camere, 600 mq di spazi ristorativi e 1000 mq di giardino interno) apre al pubblico oggi tra via De Cristoforis e via Rosales. Siamo nel distretto di Porta Nuova, in zona Garibaldi – Corso Como.
Franco Aliberti entra nel team in triplice verste. Sarò lui a curare il ristorante fine dining, l’osteria contemporanea e il cocktail bar, in qualità di chef resident del team Bartolini.
Un progetto nel progetto, quello della tavola d’eccellenza, che vuole essere «il vero fiore all’occhiello di Milano Verticale». Una proposta gourmet non a caso declinata nei tre concept affidati allo chef Franco Aliberti.
I TRE CONCEPT GOURMET DI MILANO VERTICALE
A unificare i tre “luoghi pubblici” del food & beverage, aperti alla città così come agli ospiti dell’hotel, è il grande soffitto a tegole inclinate. Uno spazio che si contrae e si dilata rendendo i tre ambienti fluidi, collegati tra loro. Ma allo stesso tempo perfettamente identificabili.
Il primo spazio è quello di Vertigo, Osteria Contemporanea. un ambiente aperto, dall’atmosfera informale. vista sulla cucina e naturale propensione a proiettarsi verso l’esterno, nel dehors e nel giardino. Il Bar con urban garden offre una carta cocktail&drink creata con la consulenza di Mattia Pastori. Il food pairing è curato dalla stessa cucina.
Passando dal cocktail bar al ristorante fine dining Anima, l’atmosfera diviene più intima e serale. Dieci tavoli gourmet, circondati da un ambiente di grande eleganza e due salette private da sei e otto posti.
GIOCO D’ATMOSFERE
Alla continuità visiva esterno-interno si contrappone la discontinuità sonora. Fuori il rumore della città. Dentro solo il brusio dei clienti. In sottofondo, il suono rassicurante dello scorrere dell’acqua.
Proprio il canale d’acqua che attraversa il giardino definisce lo spazio. Qui sono ordinatamente disposti i tavoli del bar e del ristorante. Uno luogo informale, da déjeuner sur l’herbe, che lascia spazio all’espressione della natura.
Lo spazio outdoor attrezzato ad uso di bar e ristorante si tramuta inaspettatamente in un’area di carattere paesaggistico, fortemente informale. Tra le specie che lo popolano: aceri grigi, Liridendron tulipifera, Gleditia triacanthos, Cercydiphillum japonicus. Gruppi di arbusti, graminacee e specie erbacee.
Il giardino interno è annunciato già dalla piazzetta antistante l’ingresso dell’hotel Milano Verticale, dove spicca un grande esemplare di Magnolia grandiflora. Una pianata preservata come un tesoro, durante i lavori.
Lo spazio pubblico è stato riqualificato anche lungo tutto il prospetto di via Rosales. Un progetto in cui le superfici dure si alternano a macchie arbustive e alberi in vasca. Architettura di interni e degli spazi esterni, del resto, hanno lo stesso imprinting: quello dello studio Vudafieri-Saverino Partners.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Sequestrate 2 tonnellate di mitili in un centro ittico Sorrento
Oltre 2 tonnellate di mitili sono stati sequestrati in un importante centro ittico del Comune di Sorrento. Sanzioni per 26 mila euro ai titolari, per le irregolarità rinvenute tra le vasche di stabulazione. Le verifiche hanno interessato aspetti amministrativi e di tracciabilità e qualità dei prodotti ittici.
L’operazione è stata compiuta nelle ultime ore dal Centro Controllo Area Pesca della Direziona Marittima di Napoli e dalla Capitaneria di Porto Guardia Costiera di Castellammare di Stabia. Sul posto anche gli Ispettori pesca della Guardia Costiera stabbiese, i Carabinieri del Nucleo Ispettorato Nazionale del Lavoro di Napoli e il personale dell’Icqrf del Mipaaf.
CLIENTI IN TUTTA ITALIA
Il centro ittico finito nel mirino è specializzato nella fornitura a mezzo catering di diverse strutture alberghiere e ristoranti della penisola. Un punto di riferimento, in particolare, per i ristoranti e le attività Horeca operanti nelle isole della Campania.
Gli ispettori dell’Icqrf hanno proceduto al campionamento per analisi dei prodotti alimentari. Svolti anche accertamenti sulla tracciabilità e verifiche dell’etichettatura su tutti i prodotti dell’azienda. I dati raccolti sono stati poi incrociati in tutta Italia, con quelli dei fornitori.
L’operazione è volta ad assicurare la qualità dei prodotti agroalimentari e tutelare la salute di cittadini nella imminente ripartenza della stagione turistica. Un momento molto atteso, all’allentamento delle misure Covid-19.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
L’assemblea di Aigrim, l’Associazione delle Imprese di Grande Ristorazione e servizi Multilocalizzate, ha eletto come nuovo Presidente Cristian Biasoni. L’Associazione, in seno a Fipe-Confcommercio, rappresenta le grandi imprese della ristorazione a catena presenti anche nel segmento in concessione (autostrade, aeroporti e stazioni ferroviarie).
Fanno parte di Aigrim Mc Donald’s, Autogrill, Chef Express, MyChef, Burger King, Roadhouse, Sarni Ristorazione, Cigierre, KFC Kentucky Fried Chicken, Lagardere Travel Retail, Sirio.
Il nuovo presidente succede ad Enzo Andreis, che l’Assemblea ha voluto ringraziare per il prezioso lavoro svolto fin dalla fondazione dell’associazione.
«L’intero settore rappresentato da Aigrim – detto Biasoni – si è trovato durante la pandemia ad affrontare una crisi economica senza precedenti. Sicuramente, mai come in questi ultimi dodici mesi abbiamo compreso l’importanza dell’Associazione nel tutelare gli interessi di un settore così strategico per l’intero paese».
Cristian Biasoni, Ingegnere Meccanico milanese di adozione, ha completato gli studi con un Master in Business Administration presso la Sda Bocconi di Milano.
Ha iniziato la sua carriera professionale in contesti internazionali in Gruppi quali Danieli & C. e Techint, a partire dal 2006 ha operato in qualità di Amministratore Delegato nel Gruppo Dmail (ora Percassi).
Dal 2015 è Amministratore Delegato della Società di Ristorazione del Gruppo Cremonini, Chef Express Spa, e della joint-venture con il Gruppo Percassi, C&P Srl.
Ricopre ulteriori cariche all’interno del Gruppo nelle società controllate estere ed è Presidente di Time Vending, società che opera nel settore delle vending machine in partnership con il Gruppo Ivs. Cristian Biasoni è inoltre membro del Consiglio Direttivo di Confimprese.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
L’assemblea di Aigrim, l’Associazione delle Imprese di Grande Ristorazione e servizi Multilocalizzate, ha eletto come nuovo Presidente Cristian Biasoni. L’Associazione, in seno a Fipe-Confcommercio, rappresenta le grandi imprese della ristorazione a catena presenti anche nel segmento in concessione (autostrade, aeroporti e stazioni ferroviarie).
Fanno parte di Aigrim Mc Donald’s, Autogrill, Chef Express, MyChef, Burger King, Roadhouse, Sarni Ristorazione, Cigierre, KFC Kentucky Fried Chicken, Lagardere Travel Retail, Sirio.
Il nuovo presidente succede ad Enzo Andreis, che l’Assemblea ha voluto ringraziare per il prezioso lavoro svolto fin dalla fondazione dell’associazione.
«L’intero settore rappresentato da Aigrim – detto Biasoni – si è trovato durante la pandemia ad affrontare una crisi economica senza precedenti. Sicuramente, mai come in questi ultimi dodici mesi abbiamo compreso l’importanza dell’Associazione nel tutelare gli interessi di un settore così strategico per l’intero paese».
Cristian Biasoni, Ingegnere Meccanico milanese di adozione, ha completato gli studi con un Master in Business Administration presso la Sda Bocconi di Milano.
Ha iniziato la sua carriera professionale in contesti internazionali in Gruppi quali Danieli & C. e Techint, a partire dal 2006 ha operato in qualità di Amministratore Delegato nel Gruppo Dmail (ora Percassi).
Dal 2015 è Amministratore Delegato della Società di Ristorazione del Gruppo Cremonini, Chef Express Spa, e della joint-venture con il Gruppo Percassi, C&P Srl.
Ricopre ulteriori cariche all’interno del Gruppo nelle società controllate estere ed è Presidente di Time Vending, società che opera nel settore delle vending machine in partnership con il Gruppo Ivs. Cristian Biasoni è inoltre membro del Consiglio Direttivo di Confimprese.
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Franciacorta in Fiore 2021 prove di ripartenza in 18 comuni
Prove di ripartenza in provincia di Brescia con la conferma di Franciacorta in Fiore 2021. La 22esima edizione della kermesse, da sempre promossa dal Comune di Cazzago San Martino e dalla Pro Loco di Cazzago San Martino, quest’anno allarga la collaborazione all’Associazione Terra della Franciacorta e al Consorzio Franciacorta.
La kermesse si svolgerà dal 21 maggio al 6 giugno e per la prima volta coinvolgerà tutti i 18 comuni della Franciacorta. Saranno interessati anche i 4 comuni Buffer Area (quelli confinanti) che compongono l’Associazione Terra della Franciacorta. Per tre settimane saranno messe in vetrina la bellezza dei fiori, le fragranze e i sapori della Franciacorta.
Franciacorta in Fiore 2021 diventa così un evento diffuso sull’intero territorio. Lungo le strade e i centri storici saranno disposte installazioni floreali. Il meglio del florovivaismo locale e nazionale, nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza ancora in atto.
Franciacorta in Fiore 2021 – XXII edizione
21 maggio – 6 giugno 2021
Comuni della Franciacorta: Adro, Capriolo, Cazzago San Martino, Cellatica, Cologne, Coccaglio, Corte Franca, Erbusco, Gussago, Iseo, Monticelli Brusati, Ome, Paderno Franciacorta, Paratico, Passirano, Provaglio d’Iseo, Rodengo Saiano, Rovato.
Comuni Buffer Area (i comuni confinanti): Castegnato, Ospitaletto, Palazzolo sull’Oglio, Sulzano.
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Permettere alle api di godere dell’incontaminata fioritura delle acacie, attraverso scelte oculate in vigneto: è l’Accordo per il Montello. Solo il primo passo per valorizzare il potenziale apistico delle colline trevigiane. Un appello rivolto a tutti i produttori agricoli del Montello.
L’Accordo si basa sugli studi del Progetto APInVIGNA, una sperimentazione in campo coordinata da Confagricoltura Treviso e avviata nel 2019 nei vigneti della tenuta Rive degli Angeli. Terreni di proprietà dei 5 Comuni del Consorzio del Bosco Montello, gestiti da Giusti Wine, cantina di Nervesa della Battaglia (TV).
IL PROGETTO
Nelle arnie tra i filari di Rive degli Angeli, adiacenti alla tenuta Maria Vittoria, sono state monitorate le interazioni tra le api e l’ambiente circostante, con l’obiettivo di trovare soluzioni per migliorare la convivenza tra apicoltura e agricoltura – con particolare riguardo alla viticoltura – e garantire l’equilibrio.
L’area del Montello, infatti, richiama ogni anno miliardi di api, che bottinano il polline delle acacie in fiore. La potenzialità produttiva della zona è attorno ai 5 mila quintali di miele all’anno. Ma la gestione fitoiatrica delle colture specializzate rende la reale produzione molto inferiore.
I PRIMI FIRMATARI
«Come imprenditore – commenta Ermenegildo Giusti – ho sempre ritenuto importanti gli equilibri, anche quando la cultura del sostenibile non era così diffusa come oggi. La salvaguardia dei processi naturali è un impegno imprescindibile nella ricerca della qualità».
Oltre a Giusti, hanno firmato l’Accordo per il Montello Confagricoltura Treviso, Ulss 2 Marca Trevigiana, FAI – Federazione Apicoltori Italiani, UNA-API, Consorzio Asolo Prosecco, Consorzio Vini Montello, Consorzio del Bosco Montello, Cantina Montelliana, Apicoltura Francesco Bortot, ExtendaVitis e ProgettoNatura.
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Rapporto ristorazione Fipe Un bollettino di guerra Confcommercio
È stato presentato il “Rapporto Ristorazione 2020” di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, alla presenza del Ministro Giorgetti. Rapporto che Fipe non esita a definire «un bollettino di guerra», frutto di un anno di pandemia che ha ridotto in macerie il settore dei Pubblici esercizi.
In 14 mesi sono stati bruciati il doppio dei posti di lavoro creati tra il 2013 e il 2019, l’incertezza è diventata il sentimento prevalente e lo dimostra la riduzione del 50% del numero di nuove attività avviate nell’anno.
«Dal primo lockdown ad oggi – spiega Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe-Confcommercio – gli imprenditori dei Pubblici Esercizi hanno vissuto una vera e propria odissea, dovendo fare i conti con il crollo del loro fatturato, l’impossibilità a pianificare la loro attività e una diffusa sensazione di accanimento dei provvedimenti, non giustificato dai dati, nei loro confronti».
La crisi non travolge solo l’offerta, ma influenza profondamente anche la domanda. I consumi degli italiani si sono fatti meno sofisticati, con la spesa alimentare domestica che non è riuscita a coprire nemmeno il 20% di quanto perso con lo stop a bar e ristoranti.
I nuovi usi e consumi degli italiani hanno spinto gli imprenditori del settore a puntare su nuovi servizi digitali, sulla diversificazione dell’offerta e una migliorata qualità dei prodotti agroalimentari, oltre che su una cucina in grado di renderli riconoscibili e valorizzarli.
Per seguire questi cambiamenti da vicino, Fipe-Confcommercio ha deciso di affiancare il suo tradizionale rapporto annuale sulla ristorazione, con una indagine sui prossimi mesi e le prospettive di ripartenza, realizzata in collaborazione con Bain & Company e TradeLab.
«Nonostante la situazione l’85% degli imprenditori ha sostanzialmente fiducia di tornare in futuro ai livelli pre-pandemia – aggiunge Stoppani – senza tuttavia l’illusione di tornare quelli di prima: gli imprenditori del settore hanno già cominciato un profondo processo di ripensamento e innovazione».
«L’impatto del Covid sul settore della ristorazione è stato drammatico e la ripartenza degli operatori richiederà una trasformazione dell’offerta, delle esperienze, combinata alla capacità di cogliere le nuove abitudini di consumo e nuovi servizi come la presenza sulle piattaforme digitali», commentano i partner di Bain & Company Sergio Iardella e Duilio Matrullo e l’Associate Partner Aaron Gennara Zatelli.
«I driver che sottostanno alla crescita del fuori casa torneranno, a breve, a essere determinanti: struttura demografica, stili di vita, voglia di socialità e forte ripresa del turismo nazionale e internazionale – dice Bruna Boroni, Director Industry Afh Tradelab – La pandemia ha accelerato i processi di digitalizzazione ed efficientamento del settore, e valorizzato le relazioni di filiera, fattori che determineranno un’ulteriore spinta alla crescita del mercato e alla creazione di valore».
I DATI
Secondo i dati Istat, nel 2020 in Italia si sono persi 2,5 milioni di posti di lavoro misurati in unità standard di lavoro, di cui 1,9 milioni nei servizi. Il più colpito è il settore della ricettività e della ristorazione che ha visto bruciare in un solo anno 514 mila unità, più del doppio dei 245 mila creati tra il 2013 e il 2019. Un dato allarmante che dimostra però anche l’eccezionale dinamicità pre-Covid del fuoricasa italiano.
Il 2020 si è caratterizzato per un numero eccezionalmente basso di nuove imprese avviate: 9.190 a fronte delle oltre 18 mila aperte nel 2010. Per contro, i dati Infocamere certificano la chiusura nell’anno della pandemia di 22.250 attività.
Un dato che, tuttavia, sottostima la reale dimensione della crisi delle imprese della ristorazione, i cui effetti si vedranno soltanto nei prossimi mesi quando terminerà l’effetto anestetico dei provvedimenti di cassa integrazione, ristori, moratorie e via dicendo. A dicembre del 2020 negli archivi delle Camere di Commercio italiane risultavano attive 335.417 imprese della ristorazione.
Dopo aver raggiunto il suo massimo storico nel 2019, con oltre 46 miliardi di euro, il valore aggiunto generato dalle imprese della ristorazione è precipitato in un solo anno di 33 punti percentuali. Un dato che si traduce in un crollo della fiducia degli imprenditori in una pronta ripresa del mercato della ristorazione.
Nel primo trimestre del 2021, il saldo tra valutazioni positive e valutazioni negative sulla dinamica del fatturato dell’intero settore segna -68,3%, in peggioramento di 13 punti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nonostante l’intero Paese si trovasse in lockdown.
Un’indagine condotta da Fipe e Format Research certifica che il 97,5% degli imprenditori ha registrato, nel corso del 2020, un calo del fatturato della propria azienda. In particolare, 6 titolari di Pubblici esercizi su 10 ha lamentato un crollo di oltre il 50%, mentre il 35,2% ritiene che il fatturato si sia contratto tra il 10% e il 50%.
I motivi alla base della riduzione dei ricavi sono da ricercarsi principalmente nel calo della domanda a causa delle misure restrittive, sia sulle attività che sulla mobilità delle persone (88,8%), nella riduzione della capienza all’interno dei locali per l’attuazione dei protocolli di sicurezza (35,4%) e nel calo dei flussi turistici (31,1%), in particolare di quelli stranieri.
A fronte di tutto questo, i ristori previsti dal governo sono stati insufficienti. Per l’89,2% degli imprenditori i sostegni sono stati poco (47,9%) o per nulla (41,3%) efficaci.
Costretti a casa dai lockdown gli Italiani hanno aumentato i loro consumi domestici con la spesa alimentare cresciuta di 6 miliardi di euro in un anno. Tanto, ma non abbastanza per compensare quanto si è perso nei pubblici esercizi, dove i consumi sono crollati di 31 miliardi di euro.
Un dato che certifica come gli italiani abbiano speso meno soprattutto per prodotti agroalimentari di qualità superiore (vino, olio, piatti elaborati), comunemente consumati in maniera maggiore all’interno dei ristoranti. In termini si spesa pro-capite siamo tornati indietro di 26 anni, al 1994.
Pandemia e restrizioni hanno inoltre modificato il rapporto tra i consumatori e i pubblici esercizi. Se a luglio 2020, periodo nel quale i locali sono tornati a lavorare a buoni ritmi, la colazione rappresentava il 28% delle occasioni di consumo complessive, a febbraio 2021 la percentuale è salita al 33%.
L’esatto contrario di quanto accaduto con le cene, passate dal 19% a meno dell’11%. A conti fatti, a febbraio di quest’anno colazioni, pranzi e pause di metà mattina hanno costituito l’87% delle occasioni di consumo fuori casa. Mentre è completamente scomparsa l’attività serale.
L’85% dei titolari di bar e ristoranti si è detto sicuro che il settore riprenderà a marciare con decisione. L’incognita, tuttavia, è la data di fine dell’emergenza. Per meglio definire tempi e modalità della ripresa, Fipe-Confcommercio ha interpellato alcuni qualificati rappresentanti dell’industria, della distribuzione e della stessa ristorazione.
Per quanto riguarda il ritorno ai livelli di fatturato pre-Covid, il 72% degli intervistati si divide equamente tra chi lo ritiene possibile nel 2022 (36%) e chi invece prevede uno slittamento al 2023 (36%). Resta un 27% di pessimisti che ritiene plausibile un ritorno a pieno regime solo nel 2024.
In generale, la speranza è quella che l’effetto rimbalzo dei consumi fuoricasa nei prossimi 3-5 anni possa portare a un incremento dei consumi nei pubblici esercizi tale da superare i livelli del 2019.
Per cogliere questa opportunità, tuttavia, gli “addetti ai lavori” individuano due strade maestre. Per il 27% degli intervistati gli imprenditori dovranno puntare su un incremento dei servizi digitali, a cominciare dall’home delivery e da forme di take away sostenibili ed efficaci, attraverso menù appositamente studiati.
Un altro 27% suggerisce invece di puntare su un miglioramento della qualità, puntando su una specializzazione identitaria in grado di garantire riconoscibilità a un bar o a un ristorante. Sempre più decisiva, in quest’ottica, anche una puntuale attività di marketing e comunicazione.
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Tra le vigne del Custoza visite e degustazioni per i 50 anni della Doc
Il 6 giugno le cantine del Custoza apriranno le porte per festeggiare il cinquantesimo anniversario della Doc assieme ad appassionati, turisti, addetti ai lavori.
“Tra le vigne del Custoza” sarà un evento alla scoperta della ricchezza vitivinicola, paesaggistica e culturale dell’area di produzione della denominazione che si estende in 9 Comuni, ognuno con la propria identità e fascino.
Nella giornata dell’anniversario si potranno effettuare escursioni per scoprire i percorsi della storia, alla scoperta dei luoghi del Risorgimento, tra vigneti, antiche corti rurali ed eleganti cittadine incastonate in questi paesaggi.
«Siamo molto orgogliosi di questo anniversario – afferma Roberta Bricolo, presidente del Consorzio – crediamo molto nel potenziale del nostro territorio e vogliamo celebrarlo, finalmente in presenza, con un evento aperto a tutti ma, ovviamente, in sicurezza».
Visite guidate e degustazioni, bike tour tra le vigne, picnic tra i filari, lezioni di yoga, passeggiate a cavallo. Sono solo alcune delle proposte che animeranno le colline del Custoza, splendido territorio situato tra la città di Verona e il lago di Garda.
Il Custoza Doc nasce dal matrimonio delle uve autoctone Garganega, Trebbianello e Bianca Fernanda. Contraddistinto da freschezza, piacevolezza ma anche grande longevità, è un vino che può esprimersi in molte sfumature e interpretazioni.
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Carrefour Italia e Inalca insieme per promuovere la filiera 100% italiana e garantita della carne di vitello, offrendo ai consumatori di tutto il Paese la possibilità di assaporare un prodotto di qualità, buono, sano e prodotto in maniera sostenibile.
L’accordo, siglato alla presenza rispettivamente del Ceo di Carrefour Italia Christophe Rabatel e dell’Amministratore Delegato di Inalca Luigi Scordamaglia, prevede la valorizzazione della produzione italiana di vitello a carne bianca di alta qualità nella grande distribuzione, attraverso il marchio Filiera Qualità Carrefour.
Alla base dell’intesa, con spirito di collaborazione e fiducia reciproca, vi è infatti l’impegno comune per la difesa e promozione dei valori di Filiera Qualità, fondati sulla valorizzazione della produzione agroalimentare locale, le buone pratiche di allevamento, il benessere animale, il rispetto per l’ambiente e la biodiversità e l’attenzione verso la sicurezza e la salute del consumatore.
La filiera del Vitello Filiera Qualità Carrefour 100% italiana basa il proprio approvvigionamento sulla collaborazione dell’insegna con 5 capifila del settore dell’allevamento italiano, di cui Inalca rappresenta la principale realtà, che consorziano in totale circa 250 realtà locali.
Filiera Qualità Carrefour punta al progressivo miglioramento del livello qualitativo della carne di vitello distribuito nella grande distribuzione, assicurando la presenza di un prodotto di eccellenza e a provenienza italiana all’interno di oltre 300 punti vendita dell’insegna distribuiti su tutto il territorio nazionale.
«Carrefour Italia ha fatto una scelta precisa e responsabile nella gestione della propria catena di approvvigionamento della carne, rivolgendosi in via preferenziale ai propri fornitori italiani e valorizzando i piccoli allevatori del territorio, per offrire insieme un prodotto di qualità, 100% a provenienza garantita – sottolinea Christophe Rabatel – Con progetti come questo desideriamo collaborare con i nostri partner, promuovendo le produzioni locali e le buone pratiche di allevamento».
«Il consolidamento della partnership tra Carrefour ed Inalca – spiega Luigi Scordamaglia – in questo caso esteso alla filiera di qualità della carne di vitello, viene incontro alle esigenze del consumatore italiano che durante la crisi covid ha accentuato la sua preferenza di acquisto verso prodotti sempre più italiani e sempre più sostenibili».
Il progetto di valorizzazione della carne di vitello segue una intesa già siglata nel 2017 tra Carrefour Italia e Inalca per la promozione delle filiere di Vitelloni e Scottone e si inserisce nell’impegno più ampio dell’insegna per un’offerta locale e di eccellenza nel reparto macelleria, grazie anche alle competenze dei propri macellai che contribuiscono a diffondere una cultura del consumo di questo prodotto.
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Il Gruppo Lunelli acquisisce Cedral Tassoni S.p.A., leader in Italia nella produzione di bibite analcoliche a base di agrumi e conosciuta nel mondo per l’iconica cedrata Tassoni.
Nata da una spezieria che fu riconosciuta farmacia nel 1793, la Tassoni ha mantenuto per oltre due secoli la sede a Salò, sul Lago di Garda. La famosa cedrata, con la sua distintiva bottiglia “a buccia di agrume”, è stata lanciata nel 1956 ed è entrata a far parte dell’immaginario collettivo anche grazie all’indimenticabile collaborazione con Mina.
Dalla ricetta tuttora segreta che la rende unica, la cedrata Tassoni è prodotta totalmente all’interno dell’azienda con materie prime di qualità superiore, utilizzando i cedri “Diamante” provenienti dalla Calabria e mantiene una indiscussa leadership nel mercato italiano.
Il Gruppo Lunelli, che fa capo alla omonima famiglia e opera nel settore del beverage di alta gamma con i marchi Ferrari Trento, Bisol1542, Surgiva, Segnana e Tenute Lunelli, è stato selezionato al termine di un processo competitivo, anche in considerazione dei suoi valori di rispetto della tradizione, ricerca della qualità e cura del territorio.
Tassoni sarà inserita nel Gruppo come una realtà produttiva autonoma, preservandone la tradizione e il forte radicamento sul territorio ma con grandi ambizioni di crescita, grazie alle sinergie che si verranno a creare.
«Siamo orgogliosi che Tassoni entri nel Gruppo Lunelli perché è un marchio iconico, un simbolo della migliore tradizione italiana che rimane in questo modo patrimonio del nostro Paese – afferma Matteo Lunelli, Ceo del gruppo di famiglia – Abbiamo in programma di aumentare la presenza sui mercati internazionali e di sviluppare la gamma che già affianca alla cedrata bibite create con materie prime sostenibili e di altissima qualità».
L’operazione è stata gestita, per la parte acquirente, dal team di Lunelli Holding, coordinato da Matteo Lunelli e dal Direttore Finanziario Claudio Dimarco, con la consulenza legale di Alberto Calvi di Coenzo dello Studio Avvocatidiimpresa e con il supporto alla negoziazione di Cassiopea Partners.
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Torna Cantine aperte questanno affiancato a Vigneti aperti 2021
Torna nei weekend 29 e 30 maggio e 19 e 20 giugnoCantine Aperte con l’edizione 2021, appuntamento che quest’anno sarà accompagnato dal nuovo format Vigneti Aperti 2021, sempre su iniziativa del Movimento Turismo del Vino.
«Già lo scorso anno siamo stati obbligati a rivedere i nostri piani – dichiara Nicola D’Auria, Presidente Mtv – dovendo organizzare l’edizione 2020 online… soluzione non certo semplice per un evento che fa della convivialità il suo aspetto fondante».
«L’edizione 2021 – prosegue D’Auria – in presenza avrà luogo nel weekend del 29 e 30 maggio. Inoltre, per soddisfare gli enoappassionati di tutte le regioni, ci sarà la possibilità di raddoppiare nel weekend del 19 e 20 giugno in base al “colore” regionale. Ovviamente, in entrambe le occasioni, tutta la manifestazione si baserà sul rispetto delle norme di sicurezza necessarie a garantire la salute dei partecipanti».
Piccoli gruppi e assoluta necessità di prenotazione per garantire un’accoglienza di qualità e rispettosa delle normative previste. Sicurezza e salute saranno, infatti, tra le parole d’ordine di Cantine Aperte 2021, senza dimenticare rispetto per l’ambiente, riscoperta dei territori e delle tradizioni, empatia e coinvolgimento.
Al via anche Vigneti Aperti 2021, un’iniziativa fortemente voluta dagli associati e capace di molte opportunità di scoperta a chi ama il vino e gli spazi aperti. Dai picnic tra le vigne ai pranzi tra i filari, dal contatto diretto con la natura alla possibilità di vivere nuove esperienze.
«”Vigneti Aperti” non nasce come uno spin-off di “Cantine Aperte” – spiega D’Auria – ma piuttosto come una risposta al crescente bisogno di ritrovare il contatto con la natura e con i mille territori che fanno dell’Italia un Paese unico al mondo».
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Tavolo del Turismo enogastronomico e realta cos e e chi ne fa parte
Dopo il Patto di Spello, siglato sei mesi fa, si è costituito oggi ufficialmente il Tavolo del Turismo enogastronomico. Ne fanno parte le Associazioni Città del Vino e Città dell’Olio, il Movimento Turismo del Vino, il Movimento Turismo dell’Olio, la Federazione Italiana delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori e l’Unione Italiana Vini (Uiv).
Un accordo che ha visto per la prima volta le più importanti organizzazioni del settore del turismo enogastronomico mettere a punto un piano condiviso con l’obiettivo di «superare il terribile momento di crisi» e, soprattutto, «preparare nel migliore dei modi la ripartenza post pandemia».
Il comparto, drammaticamente segnato dagli effetti del Covid-19, ha mostrato anche oggi una forte voglia di ripresa. A seguito dell’invio di un documento congiunto, le sei organizzazioni hanno ottenuto un incontro con Gian Marco Centinaio, Sottosegretario di Stato per le Politiche Agricole e Forestali, nel corso del quale è stato costituito ufficialmente il Tavolo del Turismo Enogastronomico.
Siamo una realtà composita che ha superato gli interessi singoli a favore di un comune intento – spiegano i fondatori – derivante dalla consapevolezza del complesso universo che rappresentiamo.
Il nostro settore è strategico e chiediamo di essere considerati un interlocutore privilegiato che possa contribuire alla maggiore sintonia tra privato e pubblico.
Ci auguriamo di poter avviare una consultazione permanente con referenti istituzionale con cui poterci confrontare e ai quali fornire supporto es esperienza».
Dal canto suo, Centinaio ha sottolineato «l’assoluto bisogno di concretezza e necessità di accelerare, anche in vista dell’imminente stagione turistica estiva». Tra le prossime azioni, anche l’attuazione della legge sull’oleoturismo.
Ma sono tanti i temi sul tavolo. Dalla promozione alla digitalizzazione, dalle infrastrutture alla formazione professionale, dalla tutela ambientale alla comunicazione, passando per un portale nazionale dedicato e la creazione di un protocollo sulla cura e manutenzione del paesaggio, anche attraverso una segnaletica puntuale. Infine, la rivalutazione dei borghi.
«Il turismo e l’enogastronomia – commentano i sei promotori – soprattutto quando si uniscono in questo straordinario binomio, sono la spina dorsale del Paese, il motore che ci farà ripartire, il biglietto da visita che fa dell’Italia un unico assoluto».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Federvini sostiene in Italia la campagna WeStandReady ospitalita spa
WeStandReady è la campagna paneuropea lanciata da SpiritsEurope per chiedere azioni coordinate che aprano la strada a una riapertura sicura nonché a una ripresa sostenibile e a lungo termine dei settori dell’ospitalità e del turismo in Europa.
A sostegno della campagna anche Federvini, nella convinzione che la migliore risposta alla crisi generata dalla pandemia sia quella di una visione comune che orienti la ripresa e la crescita dell’intero comparto.
Per supportare questi obiettivi, SpiritsEurope ritiene fondamentale sviluppare una task force dell’Ue e un fondo per il recupero che riunisca rappresentanti intersettoriali, ministri nazionali e Commissione Europea.
Dopo l’avvio della campagna europea WeStandReady molti dei paesi aderenti hanno risposto al progetto rilasciando la propria versione nazionale, allo scopo di diffonderne i contenuti nei rispettivi stati.
BOSCAINI: ALLEANZE PER LA RIPARTENZA
In ambito nazionale – dichiara il Presidente di Federvini, Sandro Boscaini – puntiamo sulle alleanze con Federturismo convinti che sia nell’interesse del sistema Paese un impegno comune a ricominciare presto e bene in sicurezza».
«Federvini – prosegue Boscaini – è parte attiva per il rilancio dell’intero settore, facendo leva su alleanze per favorire la ripartenza. In questo senso, Federvini promuove la campagna europea volta a sensibilizzare la Commissione Ue a supportare al meglio quei settori che ruotano attorno all’universo Horeca e che sono stati tra i più penalizzati dalla pandemia».
«Per questo – conclude il Presidente – chiediamo al Governo il massimo sostegno nel rilanciare i settori legati all’ospitalità e di essere nelle condizioni di una definitiva riapertura e ripartire anche in virtù di un effettivo avanzamento della campagna vaccinale. Nel massimo rispetto delle regole di sicurezza, torniamo a godere della convivialità con serenità e senso di responsabilità».
IL GREEN PASS VACCINALE
Proprio in giornata, il premier Mario Draghi ha annunciato al G20 sul Turismo che «dalla seconda metà di giugno 2021 sarà pronto un Green pass europeo, mentre da metà maggio sarà in vigore il pass verde nazionale».
In questo scenario di difficoltà il passaporto vaccinale rappresenta una svolta per salvare un comparto strategico del Paese che conta 612mila imprese e rappresenta il 10,1% del sistema produttivo nazionale e il 12,6% dell’occupazione nazionale, secondo dati Unioncamere.
«Senza turismo – evidenzia la Coldiretti – sono a rischio anche i 5.266 i tesori alimentari tradizionali dei borghi d’Italia, custoditi da generazioni dagli agricoltori e salvati per sostenere la rinascita del Paese».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
«Le immagini della festa scudetto che i tifosi hanno messo in scena in Piazza Duomo a Milano ci lasciano senza parole! 30.000 persone, una sull’altra, senza alcun distanziamento e in molti casi senza mascherina». Questo il durissimo commento di Paolo Capurro, Presidente di Anbc-Fipe, Associazione Nazionale Banqueting e Catering sui fatti accaduti nella giornata di domenica a Milano.
«Non era forse un pericolo assolutamente prevedibile? E poi ci dicono che i nostri imprenditori – prosegue Capurro – fermi da 14 mesi, non potranno tornare a lavorare almeno fino ad agosto perché gli eventi creano il rischio di assembramenti. Con quale faccia le Istituzioni potranno addurre ancora questa motivazione dopo lo scempio a cui abbiamo assistito?».
«Mi auguro che questi comportamenti irresponsabili non provochino eventuali ulteriori restrizioni – aggiunge Capurro – Sarebbe veramente il colmo! La nostra Associazione promuove quotidianamente il rispetto della legalità, anche quando le norme imposte ci vedono in disaccordo, anche quando trovano nei nostri imprenditori il capro espiatorio da ben 14 mesi».
«Oggi, purtroppo, amarezza e rabbia sono i sentimenti che proviamo per una situazione che ci vede sull’orlo del collasso totale. Ogni qual volta crediamo di aver toccato il fondo accade qualcosa che ci fa ricredere. L’ennesima beffa – conclude il Presidente – che siamo costretti a digerire! Se le conseguenze di questa situazione saranno il fallimento delle nostre imprese e la disoccupazione di tutti i dipendenti, qualcuno dovrà assumersene la responsabilità».
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«Si apra il prima possibile anche al chiuso, solo per chi ha un vero servizio al tavolo, verificando il rigido rispetto di tutte le regole previste e per le quali le nostre imprese hanno investito ingenti risorse in distanziamento, registrazioni e sistemi di aerazione». A parlare è Cristian Biasoni, vicepresidente di Aigrim (Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzate) commentando il varo del nuovo DL Riaperture.
Aigrim registra la grande incongruenza tra le aperture dei ristoranti consentite solo all’aperto e il tollerare di assembramenti pericolosi accompagnati da vendite di bevande e alcolici, come hanno dimostrato le immagini giunte nel fine settimana da tutte le grandi città.
«Non è possibile assistere a questo spettacolo – spiega Biasoni – mentre i ristoratori e in particolare le grandi aziende della ristorazione a catena rappresentate dalla nostra associazione che rispettano pienamente le regole, sono costretti ad aprire solo all’esterno».
Per Aigrim il servizio al tavolo garantisce il rispetto delle regole sul distanziamento ed evita gli assembramenti. L’associazione registra con sorpresa anche la pesante discriminazione operata nei confronti dei centri commerciali, obbligati alla chiusura nel fine settimana.
«Questa decisione del tutto inattesa – spiega Biasoni – va a gravare ulteriormente su un settore fortemente compromesso da chiusure straordinarie che si protraggono da oltre un anno. Risulta del tutto incomprensibile come gli stessi protocolli di sicurezza che consentono ai centri commerciali di restare aperti da lunedì a venerdì, non risultino adeguati nel fine settimana, consentendo la stessa sicurezza nella gestione degli accessi e degli afflussi».
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L’Istituto Espresso Italiano (Iei), nella giornata della parziale riapertura di molte attività di pubblico esercizio, sottolinea la fondamentale importanza di riaprire anche il consumo al banco. Secondo Iei i bar hanno già dimostrato durante questo lungo periodo che il consumo, anche al banco, può essere fatto in totale sicurezza per i consumatori. Inoltre non tutti i bar dispongono di spazi esterni.
«Già nel primo lockdown siamo stati al tavolo nazionale della Prefettura di Brescia organizzando insieme le simulazioni delle prime riaperture, quindi siamo sicuramente a favore della ripartenza in sicurezza dei bar e ristoranti – dichiara Luigi Morello, presidente Iei – Gli esercenti nel 2020 hanno fatto investimenti per mettere in sicurezza i locali sia per i dipendenti sia per i clienti».
«Per questo – conclude Morello – riteniamo che il servizio al banco del caffè, per sua natura veloce, se impostato con i giusti distanziamenti e divisori possa essere svolto in totale sicurezza come d’altronde è stato sempre concesso in altri contesti persino durante i lockdown. Questo sia per non bloccare un punto di reddito fondamentale per i bar sia per permettere di lavorare a chi non ha spazi esterni».
Secondo un’indagine dell’agenzia YouGov, commissionata da Iei, la pandemia non ha intaccato l’immagine del bar degli italiani che rimane per il 25% del campione intervistato l’occasione per passare tempo con gli amici e i colleghi (prima della crisi erano il 33%) e per un altro 25% un momento di pace e relax (stessa percentuale di prima dell’emergenza).
Gli Italiani tra l’altro si dichiarano disposti a pagare un prezzo maggiore per il caffè al bar: a fronte di una maggiore sicurezza del luogo di consumo (72% del campione intervistato) e in presenza di una qualità migliore (68%). Al primo posto tra gli accorgimenti più apprezzati l’igienizzazione continua dei tavoli (42%) e la pulizia di stoviglie con prodotti particolari (29%).
IL RITO DEL CAFFÈ
Il 58% di chi beve caffè espresso lo fa per trovare la carica necessaria ad affrontare la giornata. Espresso non è tuttavia solo fonte di energia, chi lo beve lo fa anche per il gusto (51%) ed in parte per abitudine (30%). Il caffè espresso evoca nell’immaginario dei consumatori momenti di relax (53%), un piacere (47%), ma al contempo un rito, una tradizione (37%). Il consumo di caffè espresso non è relegabile in un solo luogo, prevale piuttosto una modalità di consumo “multi-luogo”, il bar resta comunque quello preferito, scelto dal 72% del target di riferimento.
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Gli scienziati di Nestlé, attraverso incroci di varie specie, hanno creato una nuova generazione di varietà di piante di caffè a bassa emissione di carbonio, che sfrutta la naturale biodiversità delle piante senza ricorrere ad alcun intervento di modificazione genetica (Ogm).
Rispetto allo standard, le due nuove varietà di Robusta offrono una resa fino al 50% in più per albero. Questo consente una maggiore produzione di caffè a parità di superficie agricola, fertilizzante ed energia utilizzata, contribuendo dunque a una riduzione fino al 30% dell’impronta di CO2e (biossido di carbonio equivalente) dei chicchi di caffè verde.
Dal momento che il 40-80% delle emissioni di CO2e per produrre una tazzina di caffè sono riconducibili alla filiera dei chicchi di caffè verde, queste varietà innovative potranno contribuire a ridurre in maniera significativa l’impronta di carbonio associata al consumo di caffè.
Con queste nuove varietà – dice Stefan Palzer, Chief Technology Officer (Cto) di Nestlé – contribuiremo in maniera significativa alla riduzione delle emissioni di CO2e legate al consumo di caffè. Inoltre, permetteremo agli agricoltori delle aree colpite dal cambiamento climatico di continuare a produrre un ottimo caffè».
Una di queste nuove varianti di Robusta è già stata sperimentata con successo ed è attualmente coltivata in America Centrale. Queste nuove varietà consentiranno agli agricoltori di aumentare il proprio reddito, permettendo loro di coltivare più caffè a parità di terra, in modo più sostenibile e con una minore impronta di carbonio.
Allo stesso modo, Nestlé sta sviluppando nuove varietà di Arabica ad alta resa, coltivate con l’obiettivo di resistere meglio alla “ruggine del caffè“, un parassita che ha devastato delle piantagioni in America. Anche in questo caso, la nuova gamma contribuisce a una resa più alta a parità di fertilizzante e di terreno utilizzati.
Inoltre gli scienziati di Nestlé hanno sviluppato anche una varietà di pianta di caffè resistente alla siccità attualmente in fase di sperimentazione nei campi dell’Africa Centrale, che garantirebbe una resa fino al 50% in più per pianta in condizioni di stress idrico da moderato a grave. Tutto ciò permetterà di continuare a coltivare il caffè anche nelle aree colpite dal cambiamento climatico.
Il lavoro sulle nuove varietà di piante è condotto dal Centro di Ricerca Nestlé per le scienze vegetali a Tours, in Francia. Attraverso la coltivazione classica, gli scienziati creano continuamente varietà di caffè di qualità superiore, che vengono poi testate nelle aziende agricole sperimentali dell’azienda in America Latina, Africa e Asia.
Infine, le nuove piantine vengono riprodotte e distribuite agli agricoltori di tutto il mondo attraverso i programmi di approvvigionamento sostenibile di Nestlé e le partnership con istituti e cooperative agricole locali. Dal 2011, Nestlé ha distribuito 235 milioni di piantine di caffè ad alte prestazioni attraverso il Nescafé Plan e le nuove varietà sono state incluse in questo programma di approvvigionamento sostenibile.
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Sciocola festival del cioccolato artigianale modena
“Sciocolà – Festival del Cioccolato” torna per la terza edizione nel centro storico di Modena dal 29 Ottobre al 1° Novembre. Piazza Grande, Via Emilia Centro e Corso Duomo saranno protagoniste di un grande evento per tutti gli appassionati del Cioccolato Artigianale che potranno degustare, acquistare e scoprirlo in tutte le sue sfumature, grazie alle maestrie degli artigiani cioccolatieri che accompagneranno i visitatori in un viaggio tra tradizione e innovazione.
Un ricco palinsesto di eventi gratuiti animerà il capoluogo estense: disfide, showcooking, degustazioni, incontri di carattere gastronomico-culturale, laboratori per bambini e spettacoli itineranti che coinvolgeranno tutti i visitatori.
Tantissime le iniziative che vedranno protagonisti il pubblico della kermesse, un viaggio sensoriale dove sarà possibile conoscere il mondo del cioccolato, dai classici ai cremini, dai tartufi ai macarons, dai dragèes al liquore ai cunesi al rhum e le immancabili tavolette aromatizzate, fontane di cioccolato e creme spalmabili.
Non mancheranno i grandi appuntamenti per il quale ormai il festival è conosciuto a livello nazionale come le maxi sculture di cioccolato e la Fabbrica del Cioccolato dove si potrà assistere alle fasi di lavorazione che portano alla creazione del Nettare degli Dei.
Confermati anche i momenti di premiazione: anche quest’anno verrà assegnato lo Sciocolà d’Oro, il riconoscimento ad una personalità del mondo dello spettacolo, della cultura e dello sport che abbia contribuito col suo lavoro a promuovere l’immagine della città a livello nazionale ed internazionale.
La manifestazione è ad ingresso gratuito, promossa da Cna Modena, organizzata da Sgp Grandi Eventi in partnership con Acai e patrocinato dal Comune di Modena.
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«Ci aspettavamo maggiore coraggio» così la Federazione Italiana dei Pubblici esercizi, Fipe-Confcommercio, commenta a caldo le prime indicazioni sul prossimo provvedimento del Governo per cui l’attività dei pubblici esercizi potrà riprendere dal 26 aprile prossimo, ma solo all’aperto.
«Avere una data per poter ripartire e poter lavorare la sera sono certamente segnali che vanno nella giusta direzione – sottolinea la Federazione – eppure si tratta solo di un primo punto di partenza, perché troppe imprese restano tagliate fuori dalla limitazione del servizio ai soli spazi esterni, subendo così una discriminazione. Per queste realtà il lockdown non finirà il 26 aprile».
«È fondamentale – aggiunge Fipe – avere già nei prossimi giorni una road map molto precisa che indichi come e quando le riaperture potranno coinvolgere, nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza, anche tutti quei locali che hanno a disposizione solo spazi interni. Parallelamente sarà importante invitare i comuni a fare tutto quanto in loro potere per favorire la concessione di suolo pubblico agli operatori sfavoriti da questa riapertura parziale».
«In virtù di queste prime riaperture – conclude la Federazione – sarà essenziale che tutti quanti, imprenditori e avventori, dimostrino il massimo senso di responsabilità, rispettando pedissequamente le norme di sicurezza sanitaria stabilite dal Comitato tecnico scientifico. Non possiamo permetterci passi falsi. L’obiettivo comune deve essere quello di tornare a lavorare, e dunque a vivere, a pieno ritmo».
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L’Associazione Nazionale Banqueting e Catering è scesa in piazza, insieme a Fipe-Confcommercio, Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, per far sentire la propria voce, in maniera pacata, civile ma ferma. Scopo della manifestazione è chiedere alle Istituzioni un piano ben definito per una ripartenza quanto mai necessaria e, soprattutto, una data certa a partire dalla quale si possa iniziare a pianificare il prossimo futuro.
«La nostra associazione ha partecipato con convinzione all’Assemblea straordinaria in piazza indetta ieri da Fipe-Confcommercio, e ha fatto parte della delegazione che a seguire ha incontrato il Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, che ringraziamo per averci dato ascolto», dichiara Paolo Capurro, Presidente di Anbc.
«Occorre un piano d’azione concreto e organizzato per una ripartenza il più veloce possibile – prosegue Capurro – così come occorre una data certa da cui farlo partire. Non è più possibile andare avanti nell’incertezza. Non mi stancherò mai di ripeterlo, le nostre aziende sono ferme da più di un anno e di ristori adeguati non si è vista nemmeno l’ombra».
Per Anbc è importante guardare al futuro e pianificare in modo certo le riaperture, «Siamo disposti – sottolinea il Presidente – a metterci ancora una volta intorno a un tavolo con gli organi competenti per ragionare insieme su come intensificare i controlli sui protocolli di sicurezza da rispettare, proprio per non colpire indiscriminatamente una intera categoria, ma solo chi sbaglia».
L’Associazione, inoltre, preme affinché vengano messe in campo importanti misure per alleviare il peso dei costi fissi, misure come «il prolungamento del credito d’imposta sugli affitti per tutto il 2021, la possibilità di estendere anche ai finanziamenti fino a 800 mila euro l’ammortamento a 15 anni e 48 mesi come già fatto per i finanziamenti fino a 30 mila euro, e in generale la necessità di prevedere indennizzi finalmente adeguati alle perdite», conclude Capurro.
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