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Fundador Sherry Cask e Fundador Supremo 12 y.o.

Fundador Brandy De Jerez si affaccia al 2022 rinnovato sia nel prodotto che nella confezione. Due i prodotti sotto la lente di ingrandimento che si rivolgono a consumatori curiosi ed esigenti: Fundador Sherry Cask Solera e Fundador Supremo 12 y.o..

Entrambi appartenenti alla denominazione Brandy De Jerez sono distillati di vino da uve Palomino e Airén nell’impianto di Tomelloso, nella Mancia. L’invecchiamento avviene invece nelle cantine di Jerez de La Frontera, le più estese di Spagna, seguendo la Denominacion de Origen Brandy de Jerez.

LA DEGUSTAZIONE

Fundador Sherry Cask

Invecchiato in botti di ben 3 varietà di Sherry (Fino, Amontillado e Oloroso) Fundador Sherry Cask si presenta di un bel colore ambra, limpido e luminoso. Al naso giungono immediatamente sentori di frutta secca. Mandorle, nocciole, arachidi. La nota vinosa, tipica del brandy, è arricchita da una vena di frutti rossi freschi e croccanti che donano freschezza.

L’ingresso in bocca è morbido e caldo. L’imbottigliamento a 36% abv accentua le sensazioni morbide lasciando spazio ad un retro olfattivo in perfetta corrispondenza naso-bocca. Finale asciutto, intenso ma non troppo persistente. Un prodotto versatile e dalla facile beva. Ottimo tanto come fine pasto che come base per una mixology semplice ma di sicuro effetto.

Fundador Supremo 12 y.o.

Affinato per 12 anni in botti ex Sherry Pedro Ximenex, Fundador Supremo 12 y.o. accoglie lo sguardo col suo colore ambra brillante, luminoso e dai riflessi rossastri. Profumo complesso. Note di spezie, frutta secca a guscio, vaniglia e miele che si alternano ad un frutto rosso ancora vivo. Cacao, caramello ed un tocco boisé contornati da una leggera balsamicità.

Morbido ed untuoso al palato. Ricco e rotondo. Morbidezza che ben veste i 40% abv dando modo agli aromi di liberarsi via via in modo stratificato. Ne deriva un sorso che regala sensazioni sempre nuove. Finale lungo che alterna le note fruttate a quelle tipiche dei legni in cui è invecchiato.

IL “FONDATORE” DEL BRANDY SPAGNOLO

La storia di Fundador brandy inizia nel 1874, quando Pedro Domecq Loustau crea il primo Spanish Brandy di Jerez, in Andalusia. La stessa scelta del nome, da rendere in italiano con “Il Fondatore”, ricorda lo spirito pionieristico della distilleria che definì gli standard produttivi per questo distillato.

Il Brandy spagnolo è un distillato di vino prodotto a partire da uve nazionali, mentre per la Do Brandy de Jerez si possono usare esclusivamente le varietà Palomino e Airén. La distillazione avviene in alambicchi a colonna e nei tradizionali Alquitar.

L’INVECCHIAMENTO CRIADERAS Y SOLERAS

Fundador per prima capì l’enorme potenziale dell’invecchiamento dinamico e lo applicò ai suoi Brandy. Questa scelta segna una differenza fondamentale rispetto ad altri spirits, dove i distillati sono sottoposti a un invecchiamento statico.

Nel metodo Criaderas parti di distillato vengono periodicamente travasate dalle botti collocate più in alto nella bodega a quelle più vicine al suolo, fino a raggiungere appunto la solera. Questa tecnica attiva processi di ossidazione e armonizzazione tra spiriti con differenti età, permettendo di raggiungere alla fine del processo una notevole complessità.

L’invecchiamento avviene in botti sherry. Il legno di rovere europeo, ricco di tannini e imbevuto del vino fortificato prodotto nella Provincia di Cadice, dona una profondità e una ricchezza inaspettata al distillato. Tuttavia non tutti gli Sherry sono uguali, anzi ne esistono molte varietà. Varietà che collaborano a creare gli aromi del Brandy.

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Distillo rinviata al 17 e 18 maggio 2022

L’aumento dei casi Covid ha portato gli organizzatori di “Distillo“, la prima fiera italiana dedicata alla micro distillazione, a posticipare le date della manifestazione. Distillo si terrà quindi martedì 17 e mercoledì 18 maggio 2022 sempre presso le Officine del Volo di Milano.

«In oltre un anno di attività, a partire dalla Conferenza sulla distillazione artigianale di ottobre 2020 – spiegano gli organizzatori, Claudio Riva e Davide Terziotti di Craft Distilling – siamo riusciti a confezionare una manifestazione mai fatta prima in Italia, con la partecipazione di tanti espositori e un numero record di produttori di alambicchi».

«L’organizzazione di Distillo – proseguono Riva e Terziotti – sino al 20 dicembre era in linea con i piani. Ma l’arrivo della nuova variante ci ha spinto a una profonda riflessione. Riteniamo che la sicurezza e la tranquillità degli espositori, dei visitatori e del personale sia la cosa più importante, al di là delle normative che permetterebbero lo svolgimento di Distillo».

A maggio, la fiera potrà contare sulla presenza di oltre 40 espositori fra cui ben 8 produttori di alambicchi. Un numero mai registrato prima a livello europeo. La varietà e la qualità dei produttori di alambicchi presenti porterà a Milano appassionati e curiosi da diversi Paesi dell’Europa meridionale.

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Low e no alcol, un trend in continua crescita: il caso Lyre’s

La categoria dei prodotti Low e no alcol, ovvero a basso o nullo contenuto di alcol, è cresciuta nell’ultimo anno e sembra destinata a continuare la propria crescita nel 2022. Secondo una ricerca condotta da Global Data le vendite nell’Europa occidentale aumenteranno a un tasso di crescita annuale del 2,6%. Perlomeno fino al 2024.

Il centro studi ha infatti soprannominato gli anni 2020 come «the decade of nolo spirits», ovvero «il decennio degli spirits “nolo”». Definizione che sottolinea come il decennio 2020-2030 sarà dominato dai prodotti a basso tenore alcolico. Un percorso analogo a quello delle birre artigianali, nel periodo precedente.

«Dopo un 2020 tumultuoso, i consumatori sono ancor più determinati a mantenere uno stile di vita sano e moderato che promuova l’equilibrio, sia fisico che emotivo», sottolinea Holly Inglis, Beverage Analyst di Global Data.

L’ESEMPIO DI LYRE’S

Un chiaro esempio della crescita, anche finanziaria, del settore “low and no” è Lyre’s, giovane azienda australiana specializzata in “spirits” analcolici. A febbraio 2021 Lyre’s era valutata 100 mln di sterline (circa 120 mln di euro).

A novembre la valutazione è salita a 270 mln di sterline (circa 320 mln di euro). Nel frattempo i suoi prodotti hanno iniziato ad essere distribuiti in oltre 60 paesi per un ricavato di oltre 50 milioni di sterline anno.

Millennial e Generazione Z – afferma Mark Livings, co-fondatore e Ceo di Lyre’s – bevono meno alcol di qualsiasi generazione che li ha preceduti. Ma il movimento del bere consapevole trascende generazioni e confini culturali».

«Non stiamo solo facendo crescere la nostra attività – continua Livings – ma stiamo espandendo l’intera categoria. Entrando in territori come il Medio Oriente e l’Estremo Oriente, praticamente incontrastati».

Una crescita, quella dei prodotti Low e no alcol, che fa certo sorridere BecaThe Special Committee on Beating Cancer del Parlamento europeo che a inizio dicembre 2021 ha approvato la Relazione sul Piano europeo di lotta al cancro. Netta la contrarietà dei produttori e stakeholder del settore del vino internazionale, compresi quelli italiani.

Lotta al cancro, Beca: approvata tra polemiche relazione che equipara vino a sigarette

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Lecce, scoperta fabbrica clandestina di liquori (VIDEO)

A seguito di una attenta attività di presidio del territorio, i funzionari Adm di Lecce, unitamente ai Carabinieri Nas di Lecce, hanno scoperto una fabbrica clandestina di liquori. Le operazioni di infusione e miscelazione di alcol per la produzione di liquori venivano svolte in un garage di pertinenza di una abitazione privata. Il tutto senza alcun tipo di autorizzazione fiscale e sanitaria.

I funzionari Adm e i Militari del Nas hanno sequestrato tutte le attrezzature presenti. Contenitori metallici, filtri, etichettatrici e ogni altro materiale utilizzato per la fabbricazione clandestina. Sequestrati inoltre prodotto semilavorato e 200 bottiglie di liquore già etichettate e imballate pronte per essere immesse in commercio avente diverse denominazioni (limoncello, arancello, cafè, alloro, ecc).

Il responsabile della frode è stato denunciato alla competente Procura della Repubblica per fabbricazione e commercializzazione di liquori senza le prescritte autorizzazioni. Le ipotesi di reato, in corso di accertamento attraverso il vaglio dell’A.G. ed eventualmente degli Organi giudicanti, riguardano la sottrazione all’accertamento e al pagamento dell’accisa sull’alcol e le bevande alcoliche.

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Glenfarclas Single Malt Scotch Whisky 15 y.o.

Glenfarclas Single Malt Scotch Whisky 15 y.o. è un vero e proprio punto di riferimento per gli amanti dei single malt invecchiati in botti ex sherry. Imbottigliato tradizionalmente da 46% abv è uno scotch whisky ricco, potente e complesso.

LA DEGUSTAZIONE

Colore dorato pieno che strizza l’occhio all’ambra. Naso complesso, ricco e variegato. Apre morbido e largo su note di burro, e biscotti secchi per poi spostarsi su sensazioni di frutta gialla sia fresca che disidratata. Frutto rosso, soprattutto ciliegie, cui seguono note calde e speziate. Noce moscata, pepe e cacao.

In bocca è caldo ed avvolgente. Mai arrogante. Aromi compatti nel retro olfattivo che ripercorrono quanto percepito al naso. Finale lungo e pulito che gioca tanto sulla frutta quanto sulle spezie.

GLENFARCLAS SINGLE MALT SCOTCH WHISKY 15 Y.O.

Una delle poche distillerie scozzesi ancora a gestione famigliare e l’unica nello Speyside ad utilizzare ancora il sistema a riscaldamento diretto degli alambicchi. Nonostante il suo carattere artigianale Glenfarclas possiede gli alambicchi più grandi della regione ed è in grado di produrre oltre 3 milioni di litri l’anno.

Il Glenfarclas 15 y.o. è forse il whisky più identitario della distilleria. Riposa per 15 anni in botti ex sherry, soprattutto oloroso, che gli conferiscono il suo tradizionale profilo aromatico.

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Cerri Merry e Cerri Merry Dry, gli aperitivi all’Aglianico di Tenuta Cavalier Pepe

Non solo vino a Tenuta Cavalier Pepe, a dimostrare la versatilità ancora poco raccontata dell’Irpinia. La cantina di Sant’Angelo all’Esca (Avellino) produce anche L’Aperitivo del Cavaliere, linea che comprende Cerri Merry e Cerri Dry. L’idea è quella di offrire un’alternativa alla consueta idea di food pairing, attraverso due etichette che raccontano il volto più innovativo di Tenuta Cavalier Pepe.

CERRI MERRY, TENUTA CAVALIER PEPE

Cerri Merry è un aperitivo che prende vita da uve Aglianico, raccolte al momento della loro completa maturazione. Una volta diraspate, vengono macerate a freddo, ottimizzando l’estrazione di aromi fruttati e colore.

Anche la fermentazione avviene a bassa temperatura, per preservare gli aromi primari dell’Aglianico. Dopo un periodo di maturazione del vino base per almeno un anno, inizia la preparazione del Cerri Merry. La ricetta è un segreto di Tenuta Cavalier Pepe, ma il calice chiarisce – sin dal naso – l’utilizzo di succo e infuso di amarena, alcol e zucchero.

La forza di questa etichetta risiede nella versatilità deli abbinamenti. Come suggerisce la stessa cantina Cavalier Pepe, accompagna bene secondi con carne d’anatra. Ma Cerri Merry può essere utilizzato anche per brasare altri tipi di carne.

Può anche chiudere un pranzo o una cena, accompagnando il dessert. Le note di amarena si sposano con la torta al cioccolato, con una piadina grondante di Nutella, oppure con preparazioni ricche di crema e frutta fresca. D’estate, può essere versato sul gelato.

Non ultimo: è perfetto anche da solo, in abbinamento a un buon libro. O a fine pasto, lontano dalla tavola, servito fresco o a temperatura ambiente, per esempio con dei croccanti biscotti.

CERRI MERRY DRY, TENUTA CAVALIER PEPE

È un segreto custodito nelle segrete di Tenuta Cavalier Pepe anche la ricetta di famiglia del Cerri Merry Dry. Un preparato a base di uve Aglianico dell’Irpinia, da gustare liscio o ghiacciato, come aperitivo. In miscela è un ottimo ingrediente per creare cocktail.

La cantina propone così il “Cerri Royal“, che si ottiene aggiungendo in una coppa di spumante o Champagne 15 ml di Cerri Merry Dry. In alternativa ecco “Cerri Breeze“: mescolare 1 parte di Cerri Merry Dry con 3 parti di spumante e 3 di tonica.

Infine “Cerri Max“: nello shaker agitare 1 parte di Cerri Merry Dry, una di passito, 2 di tonica e 3 di spumante. Versare infine nel bicchiere il ghiaccio e decorare con amarene, per gustare sorsi di un’Irpinia decisamente inconsueta.

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Gruppo Branca presenta il Bilancio di Sostenibilità e Consapevolezza 2020

Branca International, gruppo del settore delle bevande alcoliche con 12 brand principali ed esportazioni in 160 Paesi, ha pubblicato il Bilancio di Sostenibilità e Consapevolezza 2020. Bilancio che vede, pur nel contesto critico del primo anno della pandemia, il miglioramento di tutti i principali indicatori.

«I valori guida attorno ai quali il Gruppo Branca International si è sviluppato sono l’attenzione alle persone, considerate sempre come un fine e mai come un mezzo e l’impegno ad uno sviluppo inclusivo delle istanze sociali ed ambientali», commenta Niccolò Branca, Presidente di Branca International.

«L’emergenza sanitaria – prosegue Branca – che ha caratterizzato il 2020 e che ancora oggi viviamo, ha portato con sé crisi economiche e sociali. Ciò ha reso ancora più evidente quanto i diversi attori produttivi e sociali, e con loro ogni persona, siano interconnessi e interdipendenti».

«Non bisogna perdere questa occasione per dare un senso al periodo difficile che stiamo vivendo. Se vogliamo cambiare, la prima cosa è una ri-evoluzione della coscienza, riscoprire la centralità della consapevolezza, anche nel fare impresa. Noi guardiamo all’utile generativo. Un utile perseguito nel rispetto delle persone e dell’ambiente», conclude il Presidente.

I RISULTATI

Nell’anno, i volumi di produzione hanno raggiunto le 55 mila tonnellate registrando un incremento di 30 tonnellate rispetto al 2019. Le vendite si sono attestate a quasi 50 milioni litri, in lieve flessione (-3,5%), nonostante il calo della domanda globale degli spiriti.

Calo che solo in Italia ha registrato nel 2020 una flessione del 21,43% dovuta soprattutto alle restrizioni al consumo fuori casa. I ricavi del Gruppo sono stati pari a 228,4 milioni di euro. A fronte di un aumento della produzione, il Gruppo ha registrato importanti progressi in tutti gli indicatori di sostenibilità ambientale e sociale.

Nel dettaglio i consumi energetici registrano un -6% con un’intensità energetica (consumi energetici/volumi di produzione) in calo del 7%. I rifiuti si sono ridotti di 268 tonnellate e le emissioni totali registrano un calo di 8 tonnellate di Co2 equivalenti. Gli investimenti per le comunità locali crescono del 97%.

Nel rispetto della gestione consapevole del business, il Gruppo ha proseguito nella strategia di approvvigionamento di prodotti e servizi green e sostenibili. Il tutto secondo i principi del “Green Procurement“.

LE POLITICHE PER IL PERSONALE

Al 31 dicembre 2020 i dipendenti del Gruppo Branca International sono 327, dei quali il 99,7% con contratto a tempo indeterminato. Dato in flessione marginale per l’effetto del turnover rispetto al 2019 e in crescita del 10% rispetto al 2018.

A favore dei dipendenti, nel 2020, sono state introdotti nuovi programmi tesi a rafforzare il welfare aziendale nel contesto dell’emergenza pandemica. Per tutelarne il benessere fisico e mentale sono stati attivati colloqui di sostegno psicologico per i collaboratori in smart working.

Sono inoltre stati introdotti rimborsi spese per favorire l’utilizzo dei mezzi di trasporto individuale. Inoltre sono stati aggiunti servizi medici in outsourcing e coperture mediche, corsi di yoga on line e un club virtuale di cucina e pasticceria.

Sempre a tutela dei dipendenti, e prescindendo da valutazioni legate ai costi, sono stati modificati i turni di produzione al fine di ottimizzare il distanziamento tra le persone.

Nel 2020 il Gruppo ha raddoppiato (+97%) i contributi erogati a favore delle comunità dove si collocano gli stabilimenti produttivi, in Italia e in Argentina. Investimenti che forniscono sostegno economico a istituzioni e fondazioni locali, quali, in Italia, il Fondo di Mutuo Soccorso del Comune di Milano.

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Mauricia Heritage Pure Cane Rum Reserve

Mauricia Heritage Pure Cane Rum Reserve è un rum proveniente dall’isola di Mauritius, nell’oceano indiano. Si tratta di un rum da puro succo di canna da zucchero. Un rum agricole “Single Estate”, poiché la canna da zucchero è coltivata direttamente dalla distilleria.

LA DEGUSTAZIONE

Color ambra luminoso. Naso rotondo, caldo ed avvolgente. Apre su note di miele millefiori e scorza d’agrume, soprattutto arancia, che donano freschezza. Seguono frutta esotica, vaniglia e cacao a dare complessità e profondità allo spettro olfattivo. Chiude una leggera nota tostata accompagnata da un tocco di albicocca disidratata.

In bocca è morbido, vellutato. Nasconde sapientemente i 45% abv donando un sorso piacevole e fresco. Retro olfattivo perfettamente corrispondente al naso, accompagna la bevuta con leggeri sentori legnosi. Finale lungo e speziato.

MAURICIA HERITAGE PURE CANE RUM RESERVE

Prodotto con 100% puro succo di canna da zucchero coltivata nel Domain della distilleria, che vanta circa 6.000 ettari coltivati a canna da zucchero. Il succo viene fermentato per oltre 30 ore e quindi distillato a colonna. Segue un affinamento di 30 mesi in botti di rovere americano di primo passaggio con tre differenti gradi di tostatura. Ne risulta un rum complesso, ricco e morbido.

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Waterford Arcadian Biodynamic Luna 1.1

L’irlandese Waterford Distillery aggiunge un nuovo tassello alla sua ricerca sul terroir nel whiskey. Waterford Arcadian Biodynamic Luna 1.1 è il primo whiskey al mondo prodotto da orzo coltivato in modo rigorosamente biodinamico.

LA DEGUSTAZIONE

Oro brillante, invitante già allo sguardo. Al naso arrivano immediati i sentori dell’orzo. Un misto di fieno ed erba tagliata, non coperti dal legno, che rimanda immediatamente alla materia prima. Seguono numerose note fruttate che spaziano dall’albicocca alla prugna, dalla pesca ai piccoli frutti rossi, finanche alla banana e ad una leggera vena agrumata.

Al palato è caldo e pieno. Il corpo leggermente oleoso mitiga la piccantezza speziata. Pepe bianco, zenzero e cacao che bilanciano le note dolci e fruttate già sentite al naso. Leggero tocco di vaniglia e pastafrolla. Finale lungo dove tornano le note erbacee di fieno accompagnate da un sentore di foglie di te.

ARCADIAN BIODYNAMIC LUNA 1.1

L’orzo, rigorosamente organico e della sola cultivar “Olympus”, utilizzato per produrre Arcadian Biodynamic Luna 1.1 è stato coltivato in 3 diverse fattorie irlandesi, quelle di Trevor Harris, John Mcdonnell e Alan Mooney. La filosofia produttiva segue i dettami dell’agricoltura biodinamica e segue la tradizione arcaica dei cicli lunari.  La fermentazione è lenta, ben 194 ore, con l’utilizzo di lieviti indigeni.

La doppia distillazione è avvenuta fra il 7 e il 12 marzo 2018. Arcadian Biodynamic Luna 1.1ha riposato per 3 anni, 2 mesi e 1 giorno per il 35% in botti di rovere americano first fill ex-bourbon, per il 26% in rovere francese, per il 22% in ex-vino francese Vin Doux Naturel e per il 17% in botti di rovere americano vergini. Le 21.000 bottiglie, a 50% abv, sono state confezionate nel 2021 senza filtrazione a freddo e senza aggiunta di coloranti.

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Fercullen 14 y.o. Single Malt Irish Whiskey

Prodotto alla Cooley Distillery ma imbottigliato dalla giovane Powescourt Distillery a partire da botti selezionate dal Master Distiller Noel Sweeney, Fercullen 14 y.o. Single Malt Irish Whiskey è un whiskey irlandese fresco eppur profondo.

LA DEGUSTAZIONE

Color oro carico. Naso morbido e dolce. Miele, frutta gialla, vaniglia, pastafrolla. Seguono note leggermente speziate di pepe bianco ed una leggera vena di nocciole tostate. In bocca è pieno ed al contempo fresco e scorrevole. Buona corrispondenza delle note morbido-dolci al palato si evidenziano le note speziate e tostate. Leggero tannino ed una tenue sensazione di pizzicore, quasi una piccantezza, accompagnano il sorso.

FERCULLEN 14 Y.O. SINGLE MALT IRISH WHISKEY

Nata nel 2019, Powerscourt Distillery è diretta dall’ex Master Distiller di Cooley Distilley Noel Sweeney. Proprio Sweeney ha selezionato alcune botti che egli stesso a distillato a Cooley per imbottigliare le prime release di Powerscourt in attesa che maturino gli spirits della nuova distilleria.

Fercullen 14 y.o. Single Malt Irish Whiskey è un whiskey irlandese da solo orzo maltato invecchiato per 14 anni in botti ex bouboun.

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Isle of Raasay Single Malt R-01

Dopo le prime bottiglie inaugurali rilasciate l’anno scorso, ecco finalmente il primo batch della Isle of Raasay Distillery. Isle of Raasay Single Malt R-01 è un single malt scotch whisky leggermente torbato che porta in sé tutto il carattere dell’isola di Raasay, nelle Ebridi interne.

LA DEGUSTAZIONE

Apre immediatamente sulle note della torba. Note fumose e medicinali ben definite ma non invasive che lasciano spazio a sentori fruttati. Frutti di bosco, pesca, albicocca. Chiara la presenza del cerale ben contornato dalle note speziate date dal legno. Un leggero sentore mentolato dona freschezza. L’ingresso in bocca è leggermente aggressivo. Al palato si percepisce subito la componente torbata che gioca sulle note marine.

Durante il sorso tornano le note di frutta e spezie già sentite al naso, mentre la componente “fresca” vira su note agrumate. Grande sapidità in equilibrio con la parte morbido-dolce. Di media persistenza è un whisky che paga il pegno della propria gioventù ma che traccia una bella prospettiva per la distilleria.

ISLE OF RAASAY SINGLE MALT R-01

Il primo batch dell’unica distilleria dell’isola di Raasay, nelle Ebridi interne, è realizzato a partire da materie prime locali. L’acqua è attinta dal pozzo che si trova presso la distilleria mentre l’orzo è coltivato direttamente sull’isola da un coltivatore locale.

Isle of Raasay Single Malt R-01 è realizzato con una combinazione di malto torbato e non torbato. I due whisky base sono invecchiati per minimo tre anni in tre tipi di legno diversi. Botti di primo utilizzo ex-rye whiskey, ex-barriques di vino rosso Bordeaux e botti vergini di rovere Chinkapin.

Al termine del periodo di maturazione i single malt, torbati e non, vengono assemblati insieme. R-01 è stato imbottigliato a 46,4% abv senza filtraggio a freddo ed a colore naturale in 26.000 bottiglie di vetro lavorato con stampi dei fossili dell’isola.

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Apogee XII Pure Malt Whisky

Rilasciato lo scorso novembre dalla londinese Bimber Distillery, Apogee XII Pure Malt Whisky è un blend di whisky di malto scozzesi invecchiati minimo 12 anni. Un sapiente lavoro di miscelazione per un whisky equilibrato e dalla grande personalità.

LA DEGUSTAZIONE

Color ambra, apre al naso su note fruttate di pera ed albicocca cui segue una vena di spezie morbide. Pepe bianco e vaniglia supportate da un chiaro sentore di cera d’api. Un leggero tocco tostato ed una freschezza mentolata lo rendono ulteriormente piacevole.

Di buon corpo ma scorrevole. È la freschezza a guidare la bevuta e ad invogliare al sorso successivo. Sorso agile che lo rende quasi adatto ad un aperitivo nonostante la complessità ed i 46,3% abv.

APOGEE XII PURE MALT

«Apogee è stato creato come risposta alla crescente domanda dei nostri prodotti e come estensione della nostra passione per l’arte della miscelazione», dichiara Matt McKay, portavoce della Bimber Distillery.

Ottenuto miscelando whisky single malt sia dalle Highlands che dallo Speyside maturati per un minimo di 12 anni, dopo la miscelazione segue un’ulteriore maturazione in botti ex-bourbon precedentemente utilizzate per invecchiare whisky single malt di Bimber.

Imbottigliato al 46,3% di ABV senza colorazione o filtrazione a freddo Apogee XII Pure Malt Whisky è stato rilasciato con una produzione iniziale di 25.000 bottiglie per il mercato mondiale.

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AssoDistil: «No alla penalizzazione del settore secondo logiche afflittive»

Esprimiamo preoccupazione rispetto ad alcune misure contenute nel Piano anticancro elaborato dalla Commissione Beca (Beating cancer) del Parlamento europeo. In particolare, ci preoccupa la generalizzazione sugli effetti del consumo di alcol quale strategia a lungo termine per la prevenzione delle patologie croniche e di quelle oncologiche».

Inizia così la nota di Assodistil  (Associazione nazionale industriali distillatori di alcol ed acquavite) in seguito all’approvazione dello schema definitivo del Report stilato dalla Commissione Beca. Report che sarà poi votato dell’assemblea plenaria del Parlamento europeo, tra gennaio e febbraio del 2022.

«La nostra associazione – continua la nota – è da sempre al fianco delle istituzioni europee e italiane nelle battaglie per la salute dei consumatori. È da sottolineare però che alcuni degli interventi proposti dalla Commissione Beca, nella loro attuale formulazione, potrebbero non essere correttamente indirizzati. Interventi che rischiano di rivelarsi controproducenti sia rispetto ad altri interessi tutelati dall’Unione Europea che agli stessi obiettivi del Piano».

ABUSO DI ALCOL O CONSUMO RESPONSABILE?

«Nonostante sia indubbio – afferma AssoDistil – che l’abuso di alcol sia tra i principali fattori di rischio di alcune patologie, appare palesemente oltre misura condannare il consumo di alcol. Condanna fatta a prescindere da un quantitativo minimo metabolizzabile ed in ragione delle condizioni soggettive del consumatore».

Nella relazione approvata dalla Commissione Beca, si legge che “non esiste un livello sicuro di consumo di alcol”. Si interpretano quindi i dati scientifici nel senso che, in mancanza dell’individuabilità di un limite oggettivo, il prodotto debba essere bandito nella sua interezza».

AssoDistil sottolinea come da diversi anni sono attivi in Italia piani strategici che vedono il Ministero della Salute svolgere un ruolo primario nella direzione e monitoraggio nella lotta agli abusi. Piani che al contempo coinvolgono in modo attivo  i portatori di interesse. Il tutto in attuazione della legge quadro in materia di consumo di bevande alcoliche e problemi correlati.

“Coerentemente con i dati scientifici a disposizione – prosegue AssoDistil – nel nostro Paese la lotta agli abusi viene condotta in congiunzione ad altri aspetti della vita individuale e sociale. Primo fra tutti le abitudini alimentari equilibrate e l’assistenza in condizioni socioeducative di svantaggio”.

NO ALLA PENALIZZAZIONE DEL SETTORE DISTILLATORIO

Secondo AssoDistil la mancata contestualizzazione del problema da parte delle istituzioni europee rischia di pregiudicare ingiustificabilmente un intero settore. Inoltre AssoDistil sottolinea come tra le “bevande spiritose” vi sono Indicazioni Geografiche, le cui qualità sono il risultato di fattori naturali e umani unici. IG che rappresentano un bene collettivo, legato al patrimonio dei territori di cui sono espressione. IG non adatte a un consumo finalizzato al benessere generale, e che svolgono un ruolo fondamentale nel tutelare e promuovere le risorse locali.

In questo contesto, solo se opportunamente sostenute, queste Indicazioni Geografiche possono continuare a prevenire la delocalizzazione della produzione. Creare posti di lavoro, stimolare sviluppo locale e la conservazione dei prodotti alimentari tradizionali, dell’ambiente e della biodiversità», evidenzia AssoDistil.

«AssoDistil – conclude la nota – conferma il pieno impegno dei suoi associati a promuovere una corretta informazione verso il consumo consapevole e moderato delle bevande spiritose, nell’ottica degli obiettivi del Piano di Lotta al Cancro ed agli altri disturbi alcol-correlati, ma chiediamo alle istituzioni di impegnarsi affinché il settore non venga ingiustificatamente penalizzato con misure illogicamente afflittive».

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Clydeside Stobcross Single Malt Scotch Whisky

Inaugurata nel 2017, la Clydeside Distillery di Glasgow è la prima distilleria ad aprire i battenti nella cittadina delle Lowlands in oltre 40 anni. Clydeside Stobcross Single Malt Scotch Whisky, rilasciato ad ottobre 2021 dopo 4 anni di invecchiamento, è ora disponibile anche in Italia.

LA DEGUSTAZIONE

Color oro scarico al naso di dimostra immediatamente più complesso di quanto ci potrebbe aspettare da un whisky così giovane. Apre su forti sentori floreali di grande freschezza. Segue frutta fresca. Albicocca, pesca, pera. Leggera vena agrumata. Note agrumate ed un tocco di miele in chiusura.

In bocca è scorrevole ma non “vuoto”. Il buon corpo sostiene bene l’imbottigliamento a 46% abv. Sorso fresco e pulito che aggiunge note di pepe bianco ad un retro olfattivo in perfetta corrispondenza naso-bocca. Un whisky giovane ma non immaturo e con un buon equilibrio fra spirito e botte.

CLYDESIDE STOBCROSS SINGLE MALT SCOTCH WHISKY

Clydeside Stobcross Single Malt Scotch Whisky è un single malt delle Lowlands maturato in un mix di botti di rovere americano ed europeo. Prima distilleria ad aprire a Glasgow, sulle rive del fiume Clyde, in oltre 40 anni la Clydeside Disiellery ha atteso quasi 4 anni prima di presentare il suo primo “whisky”.

«Stobcross rende omaggio al patrimonio industriale di Glasgow e allo spirito di innovazione che ha forgiato la sua posizione sulla scena globale», dichiara Andrew Morrison, direttore commerciale della distilleria.

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Amaro Lucano e Mancino Vermouth: la fusione è realtà

«Cosa vuoi di più dalla vita? Un Amaro Lucano Mancino». Potrebbe suonare così la nuova pubblicità del noto drink della famiglia Vena, che ha rilevato la maggioranza di Mancino Vermouth. «Una data che non dimenticheremo mai», commentava ieri sui social l’imprenditore lucano Giancarlo Mancino, che ricoprirà il ruolo di consigliere con delega allo sviluppo del business.

Inizia un nuovo capitolo e non potremmo essere più felici di condividere finalmente questa notizia con il mondo intero. Mancino Vermouth e Amaro Lucano sono ora una famiglia. Stessa eredità lucana, stessa passione per la qualità, stessi ideali e stessa visione del futuro. Il viaggio è appena iniziato, e siamo già più che entusiasti di abbracciare tutte le avventure che il futuro ci riserva. Ci vediamo tutti, come sempre, al bar».

La fusione di Mancino con lo storico marchio guidato da Leonardo Vena era un sogno condiviso dalle due imprese. L’operazione consentirà a Gruppo Lucano di arricchire la sua offerta con una selezione di sette etichette di Vermouth piemontese.

La volontà di creare un progetto comune ha preso avvio nel 2013, durante un incontro a Chicago. Negli anni i rapporti si sono susseguiti e consolidati, grazie anche alle innumerevoli fiere in cui Mancino e Lucano sono presenti. Nel 2021 si è così «concretizzata l’opportunità di lavorare insieme».

L’influenza nel mercato on trade luxury di Mancino Vermouth e la sua presenza ben distribuita nel territorio asiatico, spiegano le due aziende, hanno rappresentato un plus molto importante per Lucano e per i suoi obiettivi di crescita e di sviluppo in altri mercati.

Contestualmente l’azienda Mancino, il cui fatturato è per il 90% sviluppato nel mercato estero (più del 50% tra Far East e Usa), entra a far parte di una delle più importanti realtà italiane nella produzione e commercializzazione di Spirits. L’obiettivo è «una crescita significativa, confermando il suo posizionamento nel mercato on trade luxury».

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A Santa Massenza la magica notte degli alambicchi accesi

Nei giorni dell’Immacolata il comune di Santa Massenza di Vallelaghi, in provincia di Trento, si animerà con La notte degli alambicchi accesi. Una festa che in poco più di un decennio è diventata un “must” ben oltre i confini trentini. Il piccolo borgo, sito lungo la strada che collega la bellissima Valle dei Laghi al Garda, ospita infatti la più grande concentrazione di distillerie, ben 5, di tutta la provincia.

La tradizionale iniziativa è organizzata dall’Associazione culturale “Santa Massenza piccola Nizza de Trent” con il coordinamento della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino. Il supporto di Trentino Marketing.La collaborazione di APT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi e Istituto Tutela Grappa del Trentino.

LA NOTTE DEGLI ALAMBICCHI ACCESI

Quello che quest’anno si svolgerà dal 4 all’8 dicembre è dunque un appuntamento fisso per una fitta schiera di intenditori, appassionati e turisti che arrivano in Valle dei Laghi da tutta Italia. Accomunati dalla passione per un distillato intramontabile e dal desiderio di imparare a conoscerlo meglio in un contesto di assoluta spensieratezza.

Ancora una volta, l’anima della kermesse è rappresentata dallo spettacolo itinerante degli attori della compagnia teatrale Koinè. Gli attori racconteranno la grappa artigianale trentina. Un prezioso distillato prodotto solo con vinacce fresche locali, seguendo la tradizionale distillazione con il metodo “a bagnomaria” in alambicchi discontinui.

IL PROGRAMMA

Nell’arco di cinque giorni, la compagnia metterà in scena 8 spettacoli (tre in più rispetto alle scorse edizioni) per consentire a tutti di partecipare nel rispetto delle normative anti assembramento. Quest’anno, infatti, gli spettatori saranno divisi in 5 gruppi di massimo 25 persone.

Ogni partecipante, dotato di radiocuffie, sarà guidato dall’inconfondibile voce narrante del conduttore tv Patrizio Roversi, all’interno delle cinque distillerie del paese. Distilleria Casimiro, Distilleria Francesco, Distilleria Giovanni Poli, Distilleria Giulio & Mauro e Maxentia.

Non mancheranno le degustazioni. Ogni tappa sarà per gli adulti l’occasione di assaggiare una delle grappe proposte. Tra queste, la grappa di Nosiola, vitigno rappresentativo della Valle dei Laghi e unica varietà a bacca bianca autoctona della provincia, e quella di Vino Santo, vera chicca ottenuta dalle vinacce degli acini di Nosiola lasciati appassire fino a primavera.

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Al via le premiazioni online per il 38° Premio Alambicco d’Oro Anag

Sette dirette live sulla pagina Facebook di ANAG Italia per conoscere da vicino i vincitori del 38° Premio Alambicco d’Oro ANAG. Saranno premiate le distillerie e le aziende vitivinicole che hanno conquistato le 83 medaglie assegnate dal concorso ANAG a grappe, acquaviti e brandy prodotti in tutta Italia. Gli appuntamenti prenderanno il via da sabato 6 novembre e andranno avanti fino a sabato 4 dicembre. Le presentazioni saranno, suddivise per regioni.

Le premiazioni online riprendono la positiva esperienza dello scorso anno e saranno moderate da Paolo Bini, giornalista, relatore e responsabile della comunicazione per ANAG. Ogni appuntamento vedrà la presenza della presidente nazionale Paola Soldi, dei referenti territoriali ANAG e di ospiti istituzionali legati al mondo della distillazione italiana.

IL PROGRAMMA

La prima diretta online è fissata per sabato 6 novembre, alle ore 10, con vincitori e ospiti collegati da Veneto e Lombardia. Lo stesso giorno, alle ore 11.30, sarà la volta di Toscana, Lazio e Sardegna. Gli appuntamenti online in compagnia dei vincitori del 38° Premio Alambicco d’Oro ANAG riprenderanno sabato 13 novembre, alle ore 10, con collegamenti da Puglia, Sicilia e Basilicata.

Sabato 27 novembre, alle ore 10, saranno protagonisti prodotti e ospiti liguri insieme a una prima parte di quelli piemontesi. Alle ore 11.30 sarà la volta di altri ospiti piemontesi in compagnia di collegamenti dalla Valle d’Aosta.

Le premiazioni online del concorso ANAG si chiuderanno sabato 4 dicembre. Alle ore 10 la prima tranche di ospiti collegati dall’Alto Adige e dal Trentino, provincia autonoma che tornerà protagonista anche dalle 11.30 con il Friuli Venezia Giulia.

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Grappa: l’identikit del consumatore medio traccia il futuro del settore

Maschio, over 40, con capacità di spesa medio-alta, amante della compagnia e attento alle qualità. È questo l’identikit del consumatore italiano medio di grappa, secondo la ricerca svolta da Nomisma per conto di AssoDistil. Lo studio, presentato durante la conferenza “Il settore distillatorio italiano tra modello di sostenibilità e nuove sfide”, ha acceso i riflettori sullo status e le prospettive di sviluppo del mercato della grappa in Italia.

IL PROFILO DEL CONSUMATORE DI GRAPPA

L’indagine di Nomisma ha coinvolto un campione di mille consumatori. Ne risulta che il 29% degli italiani ha consumato grappa negli ultimi 12 mesi in almeno un’occasione in casa o al ristorante/bar. Emergono differenze sia in funzione del genere che con riferimento all’età.

La quota di consumatori aumenta difatti fra gli uomini dove raggiunge il 43%, a fronte di un 21% fra le donne, così come cresce all’aumentare dell’età. Il tasso di diffusione della grappa è minore tra generation Z (under 25) e millennials (fascia 26-40) dove è pari rispettivamente al 19% e 25%. Aumenta invece al 30% nella fascia di età 41-55 (la cosiddetta generation X) e al 32% tra gli over 55 (i baby boomers).

IL GUSTO PER LA COMPAGNIA

9 consumatori su 10 dichiarano di bere grappa in compagnia, soprattutto con gli amici. Non a caso tra i principali motivi che spingono al consumo di questo prodotto vi sono proprio la piacevolezza del gusto (51%) e la convivialità (43%).

Resta ancora una nicchia la voglia di sperimentare la grappa nel mondo della mixology, dove solo il 3% si è avventurato in questa esperienza. La curiosità è però alta, con il 35% dei consumatori che vorrebbe provare un cocktail a base di grappa nei prossimi mesi.

LA GRAPPA ON-LINE

«Al pari di quanto avvenuto per altre bevande alcoliche, anche nel caso della grappa l’e-commerce inizia a ritagliarsi un proprio spazio di mercato. Il 9% dei consumatori ha acquistato grappa online. Si riscontrano valori superiori tra le generazioni più giovani e i consumatori che hanno una capacità di spesa alta», dichiara Emanuele Di Faustino, Project Manager di Nomisma.

“Tale profilo – conclude Di Faustino – è in linea con la tipologia di grappa venduta online che si caratterizza per un prezzo medio che è più del doppio rispetto a quello della grappa acquistata negli scaffali dei negozi fisici”.

L’e-commerce è una scelta giudicata vantaggiosa per confrontare più prodotti (26%), per consultare recensioni (20%) o per leggere caratteristiche, storia e info sul prodotto e i produttori (17%). A tal proposito si noti come 3 consumatori su 10 utilizzano il web per cercare informazioni sulla grappa.

LE TENDENZE DEL MERCATO

Il Covid ha colpito i consumi di alimenti e bevande degli italiani, impattando anche sul mercato delle bevande alcoliche e degli spirits. Per questi ultimi, tra il 2019 e il 2020 si è registrato un -20% con un rimbalzo, nel 2021, del +9%.

Rimbalzo contestuale al graduale ritorno alla normalità e alla riapertura di bar e ristoranti, canale fondamentale per i consumi di spirits in Italia. Tali dinamiche hanno caratterizzato anche il mercato della grappa. Nei primi 9 mesi del 2021 gli acquisti di grappa nel Cash&Carry hanno messo a segno un +8% rispetto allo stesso periodo del 2020.

Prosegue invece la corsa dell’e-commerce (+30% a gen-set 2021 vs gen-set 2020). Corsa più lenta rispetto a quanto registrato in piena emergenza pandemica quando le vendite di grappa online hanno segnato un +198% raggiungendo i 2,3 milioni di euro nel 2020 (dati NielsenIQ).

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Luxardo Spa inaugura la sua nuova distilleria

Luxardo Spa, che celebra quest’anno il suo Bicentenario, inaugura la sua nuova distilleria. Tre nuovi alambicchi, prodotti dalla Barison Industry di Trento, sono stati aggiunti ai due storici preesistenti. Un innovativo impianto 4.0, in linea con le recenti esigenze di mercato.

Ora tutte le fasi di lavorazione sono automatizzate e tracciate. Non è più richiesta la presenza costante del mastro distillatore ed è possibile controllare, sia da remoto che a posteriori, ogni fase della trasformazione a caldo delle infusioni.

Gli alambicchi appena inaugurati ricalcano nell’impostazione quello storico del 1977. Luxardo è inoltre in attesa di inaugurare, verso la metà del 2022, il Museo Luxardo dedicato ai 200 anni di storia dell’azienda.

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Eugin: piccoli artigiani crescono

Un nuovo spazio a Milano, chiamato semplicemente Eugin, dedicato alla vendita e alla degustazione dei propri gin. Eugin Distilleria Indipendente cresce molto più di quanto i 30 km che separano la distilleria di Meda (MB) dal nuovo shop di via Casoretto a Milano facciano pensare.

Nata nel 2017 dall’amore dei fratelli Eugenio e Niccolò Belli per questo distillato, Eugin da subito si è contraddistinta per i propri prodotti. Gin buoni da bere lisci ed al contempo in grado di valorizzare un cocktail. Distillati che esulano dalla “moda del gin” vivendo di una propria identità organolettica.

«L’idea di aprire uno spazio a Milano – spiega Eugenio Belli – era nell’aria da tempo ma, inevitabilmente, gli ultimi due anni hanno bloccato e rallentato qualsiasi iniziativa. Abbiamo scelto di non avvalerci di un distributore. Scelta che può sembrare suicida, ma anche l’unica che ci permette di raccontare il prodotto».

In Italia il rapporto fra etichette di gin e produttori che posseggono davvero un alambicco è di circa 1 a 100. Noi distilliamo i nostri prodotti, curiamo ogni fase, la scelta di ogni botanica e la creazione di ogni ricetta. Un punto “di presenza” a Milano ci aiuta a raccontare e far capire al consumatore il valore di ciò che facciamo a Meda».

LA CRESCITA

Il punto vendita Eugin è solo la parte più evidente della crescita. Alle spalle c’è un importante incremento dei volumi e delle etichette. La distilleria è in attesa di ricevere un nuovo alambicco, più grande e con due piatti in più ma con la stessa configurazione dell’attuale, per poter aumentare la produzione mantenendo inalterata la qualità.

Eugin, alla luce degli ordini già ricevuti, prevede infatti di più che raddoppiare le attuali 30 mila bottiglie annue entro il 2022. Per farlo è indispensabile ampliare la capacità produttiva in modo omogeneo e conforme alle attuali produzioni. «Diciamo che se dovessimo chiudere l’anno prossimo a meno di 50 mila bottiglie sarei molto scontento», dice Eugenio con malcelata ironia.

UN NUOVO PROGETTO: COLTIVARE IL GINEPRO

Puntare sull’artigianalità e ricerca della territorialità hanno spinto i ragazzi di Eugin al di fuori della distilleria. Sul campo. A coltivare il ginepro, ingrediente fondamentale del gin. Eugenio e Niccolò hanno infatti recentemente acquisito un appezzamento in Val Trebbia ideale proprio per il ginepro selvatico.

L’idea è quella di lavorare sulla botanica portante del gin fin dal principio. Lavorare non solo “a kilometro zero” ma anche sulla stagionalità e sulle caratteristiche proprie della bacca. Forse anche arrivando ad introdurre il concetto di “annata” nel gin, a seconda del raccolto, analogamente a quanto accade nel mondo vitivinicolo.

FORESTA

In occasione dell’inaugurazione del nuovo punto vendita, Eugin ha presentato il suo nuovo “Foresta“. Un gin che nasce «dalla mia passione per le passeggiate fra i boschi ed i loro profumi», dice Eugenio Belli. Un London Dry Gin a gradazione Navy Strenght (57,6% abv) ottenuto con ginepro, semi di coriandolo, radice di angelica, gemme di betulla, corteccia di quercia, nocciole crude e semi di abete.

Degustato in purezza Foresta è potente eppur elegante al naso. Apre su note agrumate che donano grande freschezza, freschezza che poi evolve su sentori balsamici e mentolati. Seguono fragranze legnose e speziate che portano alla mente ricordi autunnali. In bocca è caldo e morbido. Nasconde molto bene la propria forza alcolica regalando un finale lungo e complesso, quasi da meditazione.

All’interno di un gin tonic cambia sensibilmente il proprio profilo. Se le note di base restano le medesime la sua grande morbidezza smorza l’amaro delle tonica regalando una bevuta piena ma al contempo agile. Pericolosamente beverino lascia al palato un piacevolissimo ricordo fresco e balsamico.

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Strada Ferrata presenta “New Make”

Presentati ufficialmente i primi prodotti di Strada Ferrata, la distilleria artigianale nata dalla sinergia di Railroad Brewing e Birrificio Italiano. Spirits figli delle distillazioni iniziate ufficialmente lo scorso 11 febbraio e della neonata esperienza di Benedetto “Benny” Cannatelli (Railroad), Agostino Arioli (Birrificio Italiano) e Marco “Draco” Giannasso (il Master Distiller).

Distillati giovani ma di carattere. “Spiriti Italiani” che cercano di tracciare una strada nuova. «Siamo italiani, quindi maestri del gusto – dice Agostino Arioli – e nel fare distillati ci mettiamo quello che è il nostro DNA».

LA “NUOVA VIA” DEL WHSIKY ITALIANO

«Vogliamo fare qualcosa di nuovo, di ricco e piacevole – prosegue Agostino -. Però dobbiamo essere consapevoli che se ci mettiamo a fare lo “scotch whisky” commettiamo l’errore di fare qualcosa che è tipico di qualcun altro. A noi il compito di fare ricerca, sempre, per definire nuovi standard».

Un “via italiana” del distillato di cereali che, a differenza delle tradizioni scozzese ed americana, non si focalizza sul processo di distillazione ed invecchiamento. Punta invece sulle caratteristiche del fermentato da distillare sfruttando la grande competenza sviluppata da mastri birrai.

Il processo di produzione – spiega Benny – è composto da diverse fasi. Storicamente le varie scuole tradizionali si sono concentrate su alcune di esse e cioè su distillazione e invecchiamento. C’è una sorta di gap per quel che riguarda l’attenzione alle variabili che portano al fermentato da distillare. Fermentato considerato alla stregua di una “materia prima” scelta solo in base a criteri di efficienza».

«A noi – prosegue – interessa mettere in primo piano le caratteristiche organolettiche a costo di perdere un po’ di resa. Queste sono anche le variabili che costituiscono il nostro background, la nostra storia. È un matrimonio perfetto fra gap di mercato e quello che noi sappiamo fare. Ci sentiamo al posto giusto nel momento giusto».

IL “WHISKY ITALIANO” ED IL “NEW MAKE”

Evolvere il concetto di birrificio artigianale verso quello di distillazione artigianale, analogamente a quanto già successo negli Stati Uniti col fenomeno del Craft Distilling. È da questa consapevolezza che nasce il desiderio di creare il primo “Whisky all’italiana“.

Le prime botti di Strada Ferrata stanno già riposando, in attesa di poter diventare Whisky nel 2024 (dopo i 3 anni minimo di invecchiamento). Botti di ciliegio selvatico e acacia fabbricate artigianalmente in Irpinia. Botti italiane come italiani sono i malti utilizzati e come italiano è “Tony“, l’alambicco di Strada Ferrata.

A fianco del Whisky, che è già possibile acquistare aderendo la progetto “21 Founders” (la possibilità di riservare in via esclusiva la propria botte o una quota della stessa), Strada Ferrata propone “New Make“. Il distillato bianco, declinato in 6 diverse versioni.

LA DEGUSTAZIONE

New Make Originale

La versione “pura” del New Make. Bianco e senza alcuna aromatizzazione. 45% abv, ottenuto da malti Monaco e lieviti Saison. Al naso l’alcol è leggermente pungente ma non copre le piacevoli note di malto, pera, frutta gialla e frutta tropicale. Un tocco di spezie morbide.

In bocca l’elevata alcolicità è ben vestita dalla grande morbidezza. Sorso caldo ed avvolgente, mediamente persistente che lascia il palato pulito.

New Male Cascadian

Arricchito con luppoli Tettnanger e Citra attraverso una particolare tecnica di sospensione degli stessi in alcol risulta molto diverso da Originale. Al naso prevalgono i sentori di luppolo. Note fresche ed agrumate che strizzano l’occhio alla frutta gialla matura.

Al palato nasconde meno bene i suoi 40% abv risultando più pungente eppur beverino. Poco persistente tende ad essere un po’ sfuggente in bocca.

New Make Capparis

Aromatizzato con concentrato di capperi di Pantelleria ed imbottigliato a 35% abv. Al naso, oltre all’inconfondibile nota salmastra del cappero, rivela un bouquet che parla di Mediterraneo. Fresco, erbaceo. Timo e maggiorana. Profondo e balsamico. Bocca sapida e persistente. Pensato per l’aperitivo dimostra anche grandi capacità di abbinamento gastronomico.

New Make Levante

Aromatizzato con 4 spezie (cardamomo, coriandolo, zagare e achillea) messe separatamente in infusione in vasi di terracotta. 40% abv. Naso fresco dove si alternano note floreali, di orzo, spezie, zafferano e agrumi. Più diretto e di facile beva rispetto ai precedenti è dotato di buona persistenza. Un prodotto che può essere di grande ispirazione per la mixology.

New Make Torbato

Come dice il nome stesso è ottenuto con il 100% di malti torbati scozzesi. Secondo genito di Tony dopo Originale risulta pulito e preciso tanto al naso quanto in bocca. Note aromatiche di torba che non ci si aspetterebbe da un “bianco”. 45% abv perfettamente nascosti al naso e ben integrati nel sorso. Lunga la persistenza.

New Make Füm

Realizzato con malti affumicati delle regione di Bamberga e con l’uso di chips di ciliegio e acero. 40% abv. Lo si potrebbe definire un distillato “da dessert”. Morbido tanto al naso quanto in bocca. Crema pasticcera, ciliegia sotto spirito, marmellata di fragole, leggero tocco di miele. Leggera nota legnosa in persistenza.

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AssoDistil: sostenibilità e packaging 100% green

Il settore distillatorio italiano tra modello di sostenibilità e nuove sfide“. È questo il titolo scelto da AssoDistil per la due giorni in programma il 28 e 29 ottobre a Nogaredo (Trento) nell’auditorium di Distilleria Marzadro.

L’iniziativa – organizzata in collaborazione con Bernadet, Labrenta e Gruppo Saida – sarà l’occasione per approfondire il lavoro portato avanti dalle distillerie italiane sui temi della sostenibilità e dell’economia circolare. Verranno inoltre presentati i primi prototipo di bottiglia, tappo ed etichetta 100% green.

«Finalmente dopo 2 anni – commenta Antonio Emaldi, presidente AssoDistil – torniamo a incontrare in presenza le distillerie associate. Ripercorreremo insieme gli eventi che hanno caratterizzato l’operatività delle nostre imprese in questi ultimi due anni, dal periodo emergenziale alle prospettive per il futuro».

«Questo grazie ai dati presentati da Nomisma e alle tendenze illustrate da Format Research – prosegue Emaldi -. Una delle parole cha abbiamo sentito pronunciare negli ultimi tempi è “resilienza” e ritengo che il nostro settore ne rappresenti un esempio perfetto».

«Sostenibilità ed economica circolare – aggiunge Sandro Cobror, direttore generale AssoDistil – sono da sempre valori fondamentali per le distillerie italiane. Il Report sulla sostenibilità pubblicato lo scorso anno ha evidenziato che il settore distillatorio produce non solo Grappe, distillati e acquaviti di grande qualità ma lo fa mettendo in pratica modelli sostenibili, rispettando e migliorando l’ambiente».

IL PROGRAMMA

I lavori si apriranno giovedì 28 ottobre alle ore 15.30 con l’intervento di Antonio Emaldi che illustrerà il bilancio del settore distillatorio per l’anno 2020 – 2021. Il pomeriggio seguirà con un focus sui dati economici, il clima di fiducia, l’internazionalizzazione e gli effetti dell’epidemia covid-19 sul comparto.

La presentazione sarà supportata dai dati dell’Osservatorio sui distillati a cura di Format Research. Alle ore 16.30 sarà la volta dello studio sullo status e le prospettive di sviluppo della Grappa in Italia a cura di Nomisma.

Venerdì 29 ottobre sarà la giornata dedicata alle best practice sul packaging sostenibile, nuova frontiera per un settore che punta ad essere sempre più green. Si inizierà alle 10.30 con i saluti di Filippo Gallinella, presidente della Commissione Agricoltura Camera dei Deputati e con l’introduzione di Sandro Cobror, direttore AssoDistil.

A seguire sarà l’intervento di Giuseppe Morelli, direttore commerciale Gruppo Saida che presenterà “Il packaging sostenibile: il vetro”. Alle ore 11 sarà Amerigo Tagliapietra, sales director di Labrenta, a parlare del tappo sostenibile.

Alle ore 11.15 sarà la volta di Chiara Bettini, business developer Bernadet Italia, che parlerà delle soluzioni sostenibili per le decorazioni dei distillati. l soci sostenitori AssoDistil – Bernadet, Labrenta e Gruppo Saida – presenteranno inoltre la prima bottiglia con tappo ed etichetta 100 per cento green.

«Questa due giorni rappresenta una nuova tappa di questo percorso che intende sottolineare come la sostenibilità del settore distillatorio si arricchisca del contributo di imballaggi sempre più moderni e sostenibili che riutilizzano materie prime, senza rinunciare al design e all’eleganza necessaria per confezionare prodotti di eccellenza».– conclude Sandro Cobror.

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La Grappa del Trentino trionfa al 38° Premio Alambicco d’Oro

Il Trentino sale sul gradino più alto del 38° Premio Alambicco d’Oro promosso da Anag, Associazione nazionale assaggiatori grappa e acquaviti. Ben 19 le medaglie medaglie, di cui 2 Best Gold (su 3 in totale), 12 Gold e 5 Silver.

«Un successo che premia il lavoro quotidiano dei nostri mastri distillatori che da anni sono impegnati nella ricerca della qualità del prodotto premiata anche da iniziative come questa – spiega il presidente dell’Istituto Tutela Grappa del Trentino, Bruno Pilzer -. Devo ringraziare l’Anag, con la presidente Paola Soldi in particolare, per il lavoro che sta svolgendo nella promozione e nella comunicazione della grappa italiana e trentina».

Il concorso nazionale Anag ha visto, complessivamente, l’assegnazione di 83 medaglie a grappe, acquaviti e Brandy in arrivo da tutta Italia. Assegnate 3 Best Gold, 50 Gold, 30 Silver e 2 premi speciali. I prodotti sono stati selezionati dalla giuria di assaggiatori Anag provenienti da tutte le regioni e riuniti nei giorni scorsi a Vicenza nel rispetto delle norme anti Covid-19.

LE MEDAGLIE

Le medaglie del Trentino sono andate a prodotti in gara per categorie diverse. È la categoria grappa invecchiata ad essersi aggiudicata le 2 Best Gold. Le medaglie Gold e Silver sono andate nelle categorie grappa giovane, grappa aromatizzata, grappa giovane aromatica, grappa invecchiata e grappa invecchiata aromatica.

Da segnalare anche l’aggiunta di una medaglia Silver conquistata nella categoria Brandy. La Grappa è stata riconosciuta in ambito CEE nel 1989 come «acquavite di vinaccia prodotta in Italia esclusivamente da vinacce nazionali» e dal 2008 è tutelata dalla “Indicazione Geografica”.

L’ISTITUTO DI TUTELA DELLA GRAPPA DEL TRENTINO

Fondato nel 1960, l‘Istituto di Tutela della Grappa del Trentino ha l’obiettivo di tutelare e promuovere il prodotto. Oggi conta 26 soci dei quali 22 sono distillatori e rappresentano la quasi totalità della produzione trentina. L’Istituto ha il compito di valorizzare la produzione tipica della Grappa ottenuta esclusivamente da vinacce prodotte in Trentino e di qualificarla con un apposito marchio d’origine: il tridente con la scritta “Trentino Grappa”.

Quello della grappa in Trentino è un settore di non piccolo conto, soprattutto se calato nell’economia locale. Ogni anno vengono prodotti in Trentino circa 7.500 ettanidri di grappa (il 10% del totale nazionale in bottiglie da 70 cl). Vale a dire circa 2,5 milioni di bottiglie equivalenti, distillando 13 mila tonnellate di vinaccia.

Tre le tipologie principali di grappa prodotta: quella da uve bianche e aromatiche (60% del totale) e il restante 40% uve a bacca rossa.

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UE: arriva il registro ufficiale degli spirits a Indicazione Geografica

l’Unione Europea ha finalmente istituito il registro ufficiale delle bevande spiritose a Indicazione Geografica. I due regolamenti attuativi (Regolamento delegato 2021/1235 e Regolamento di esecuzione 2021/1236) pubblicati a fine luglio, infatti, modificano le regole in materia di domande di registrazione per le IG, modifiche del disciplinare, cancellazione della registrazione all’utilizzo del simbolo dell’Ue e controllo del rispetto dei disciplinari.

LA SODDISFAZIONE DI ASSODISTIL

«Siamo soddisfatti. Finalmente al mondo degli spirits è stata riconosciuta pari dignità rispetto alle categorie di prodotti agricoli che negli anni sono state valorizzate e protette, come i vini e prodotti agroalimentari», dice Cesare Mazzetti, presidente del Comitato Nazionale Acquaviti di AssoDistil.

«Il registro ufficiale istituito dall’Unione Europea – prosegue Mazzetti – fornirà uno strumento molto utile per la tutela e la promozione delle bevande spiritose a Indicazione Geografica. Parliamo di un settore, quello degli spirits a IG, che con oltre 13 miliardi di euro rappresenta una fetta di circa il 14% del mercato globale spirits in Europa».

UN SETTORE IN CRESCITA

Un grande passo in avanti per un settore che, sempre più, sta ricomprendo un ruolo importante all’interno del mercato internazionale. La filiera delle bevande spiritose a Indicazione Geografica, infatti, ricopre il 14% del mercato agroalimentare, che in Europa produce un patrimonio di 77 miliardi di euro.

«Occorre ora – conclude Mazzetti – che il Governo Nazionale si muova velocemente nella stessa direzione dell’Unione Europea, per esempio varando il regolamento per riconoscimento dei Consorzi di Tutela, tanto atteso da tutto il settore. Solo attraverso il riconoscimento, infatti, anche i Consorzi delle bevande spiritose a IG potranno operare efficacemente per la difesa, la promozione e la valorizzazione dei prodotti certificati».

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Istat: bene la Grappa sui mercati internazionali nel 2020

Secondo i dati Istat nel 2020, nonostante l’emergenza sanitaria, la Grappa ha registrato un aumento del 13% per quanto riguarda l’esportazione. Nonostante la pandemia, l’impossibilità degli spostamenti e le frontiere chiuse, l’Europa dice sì alla Grappa, confermandosi ancora una volta il maggior importatore con la Germania capofila.

Oltre l’83% delle distillerie italiane produce Grappa, una Indicazione Geografica che nel 2020 ha rappresentato 69 mila ettanidri, con un lieve calo del 4% rispetto al 2019.

CRESCE LA DISTILLAZIONE CEREALICOLA. LIEVE FELSSIONE DELLE MATERIE VINOSE

Anche nel 2020 il cereale si conferma quale principale materia prima utilizzata per la produzione di alcole etilico, con quasi 700 mila ettanidri prodotti.

La produzione di acquevite di vino e grappa, ovvero i distillati prodotti con le materie prime derivanti dalla filiera vitivinicola, segna invece una flessione del 2%. Nel complesso, la produzione totale di alcol etilico ed acqueviti registra un aumento del 3% rispetto al 2019.

IMPORT ED EXPORT DI ALCOL

Le importazioni di alcol etilico si sono attestate intorno ai 3.100.000 ettanidri, in aumento del 65% rispetto al 2019. Conseguenza diretta della forte domanda nel primo periodo di emergenza epidemiologica Covid-19.

Stabile invece l’export che conferma, in linea di massima, i volumi dell’anno precedente: oltre 470mila ettanidri di alcol etilico esportati, di cui circa l’83% destinato a Paesi dell’UE.

LA PRODUZIONE DI ALCOL NEL MONDO

Il 2020 registra 1 miliardo e 179 milioni di ettanidri di alcoli di origine agricola prodotti nel mondo, una lieve riduzione del 9% rispetto al 2019. Gli Stati Uniti si confermano leader indiscussi con oltre 544 mln di ettanidri, costituendo il 46% della produzione mondiale.

L’Europa costituisce il 7% della produzione mondiale con Francia, Germania e Ungheria, tra i paesi capofila. Infine, l’Italia rappresenta l’1,4% circa della produzione europea con oltre un milione di ettanidri prodotti annualmente.

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Sostenibilità: arrivano i camion ecologici che vanno a whisky

La famosa distilleria scozzese Glenfiddich sta lanciando una flotta di camion appositamente convertiti per essere alimentati con biogas verde prodotto dagli scarti di lavorazione del proprio whisky. La nuova tecnologia è stata sviluppata internamente da William Grant & Sons, la società proprietaria di Glenfiddich.

LA NUOVA TECONOLOGIA DI GLENFIDDICH

Il biogas prodotto dalla distilleria e usato come carburante riduce le emissioni di C02 di oltre il 95% rispetto a diesel e Gpl e deriva dai resti dei chicchi di malto. Chicchi esausti che normalmente vengono smaltiti e solo in parte riciclati come alimentazione per il bestiame.

L’innovativo sistema abbatterà la produzione di gas serra e particelle nocive fino al 99% rispetto agli altri combustibili fossili. Secondo Glenfiddich, ogni camion contribuirà a risparmiare fino a 250 tonnellate di Co2e all’anno, lo stesso vantaggio ambientale che si avrebbe piantando 4.000 alberi ogni anno.

LA FLOTTA DI GLENFIDDICH

L’iniziativa “Fuelled by Glenfiddich” fa parte degli sforzi del marchio per ridurre l’impatto ambientale del processo di produzione di Single Malt con l’obiettivo di raggiungere lo zero termico entro il 2040. La distilleria ha una flotta di 20 camion, tre dei quali sono già operativi con la nuova tecnologia. Gli altri verranno convertiti a breve.

I nuovi veicoli sono progettati per gestire il trasporto in ogni fase del processo produttivo, dell’imbottigliamento, del confezionamento e della spedizione. L’azienda ha costruito speciali stazioni di rifornimento presso la distilleria, a Dufftown, nel nord della Scozia.

«La nostra flotta di trasporto a biogas verde è assolutamente in linea con la nostra etica “Where Next“. Vogliamo sfidarci a cercare sempre “ciò che verrà”, senza riposare sui nostri risultati passati», dichiara Claudia Falcone, Global Brand Director di Glenfiddich.

IL WHISKY: UN’ECONOMIA CIRCOLARE

Glenfiddich, inoltre, punta a rendere disponibile il nuovo carburante e la sua tecnologia anche alla concorrenza nei prossimi mesi. Se il “whiskygas” diverrà lo standard per tutte le distillerie, non solo si avrà un grande beneficio per l’ambiente, ma si abbatteranno anche i costi di smaltimento degli scarti di lavorazione. Un esempio virtuoso di “economia circolare“.

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Icqrf e Guardia di Finanza: maxi sequestro di alcol denaturato

«Ringraziamo l’Icqrf e la Guardia di Finanza per l’ottimo lavoro svolto. La vigilanza è fondamentale per assicurare al consumatore la qualità e la sicurezza dei prodotti dell’agroalimentare italiano».

Con queste parole Sandro Cobror, Direttore generale AssoDistil, commenta i risultati dell’operazione “Bad Drink“, condotta dall’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi del Mipaaf insieme alla Guardia di Finanza di Napoli. Operazione conclusasi con il sequestro di oltre 2.800 litri di alcol, 9 mila bottiglie di liquori e una grande quantità di confezioni di champagne e vini.

«Il settore distillatorio – prosegue Cobror – prende le distanze da pratiche scorrette che creano sconcerto nel consumatore e minano l’immagine dello stesso settore che invece rappresenta un’eccellenza italiana. Settore popolato da tantissime piccole e medie imprese che lavorano seriamente e con scrupolo ogni giorno per produrre distillati di alta qualità garantita da severi controlli e secondo rigidi protocolli».

«Ogni goccia di acquavite è tracciata, ogni minuto di invecchiamento è certificato, ogni etichetta è controllata dagli appositi organismi. Il nostro settore – conclude Cobror – lavora nel pieno rispetto delle normative».

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Lo sfogo di Francesca Bardelli Nonino: «Ho 31 anni e sono abbastanza adulta per parlare di grappa»

Francesca Bardelli Nonino, un cognome “pesante” sulle spalle. Ma un’età che, almeno per qualcuno, sarebbe troppo “leggera” «per poter parlare di grappa». La giovane rappresentante della sesta generazione della nota famiglia friulana ha così deciso di pubblicare su LinkedIn una foto che la ritrae davanti a una sontuosa torta di compleanno. Quella del trentunesimo.

Il messaggio? Parla forte e chiaro – senza piagnistei e senza le ormai consuete, boriose strumentalizzazioni – al mondo della grappa italiana, che pare proprio non rispettarla e accettarla per quello che è: una seria professionista.

LO SFOGO SU LINKEDIN

«Non è oggi il mio compleanno – scrive Francesca Bardelli Nonino sulla piattaforma web di carattere professionale – ma pubblico questa foto perché voglio rendere chiara a tutti la mia età: ho 31 anni».

Ho 31 anni e continuo a ricevere commenti che mettono in dubbio il mio essere abbastanza adulta per parlare di grappa. Lo trovo umiliante. Il mio profilo è aperto e chiunque può vedere il mio curriculum da cui si evince che non sono una “ragazzina”».

«Ho studiato per diventare Sommelier di Associazione Italiana Sommelier – continua la rappresentante della sesta generazione di Nonino – per superare il terzo livello del Wset – Wine & Spirit Education Trust. E sto continuando a studiare, perché voglio essere una professionista aggiornata del mio settore».

«IO, PORTAVOCE DEL DISTILLATO ITALIANO PER ECCELLENZA»

«Sono una donna di 31 anni che ama i distillati che la sua famiglia fa da oltre 120 anni e che continua a formarsi per poter essere degna portavoce della storia, la cultura del distillato italiano per eccellenza: la grappa», si chiude il messaggio social di Francesca Bardelli Nonino.

Per i più curiosi, per i suoi 31 anni, l’ormai certificata “classe 90” di Udine ha scelto una torta di fragole su un letto di crema. Ancor più importante, il sorriso di sempre. Senza sapere che un giorno, proprio quella foto, sarebbe tornata utile per dire “basta”. Prosit.

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Spirits

Spedire una distilleria scozzese in Cina ed assemblarla a Ordos: ci pensa Mengtai Group

Spedire un’intera distilleria scozzese in Cina ed assemblarla ad Ordos, nella regione della Mongolia Interna. È quanto sta realizzando la cinese Mengtai Group grazie ad un “accordo di progettazione e costruzione” firmato con la scozzese Valentine International del valore di 3 milioni di Sterline, secondo quanto riportato dalla Bbc.

Il progetto nasce da un’idea di Ao Fengting, presidente di Mengtai, e dal suo desiderio di creare un «whisky in grado di vincere premi internazionali».

«La Scozia è la patria del whisky e ha la più lunga esperienza e tradizione della produzione di attrezzature per la distillazione – dichiara David Valentine, presidente e amministratore delegato di Valentine International – motivo per cui Mr. Fengting crede che gli forniremo un progetto di prim’ordine a Ordos».

IL PROGETTO

Proprio in questi giorni oltre 35 tonnellate di attrezzature come alambicchi, pavimenti di maltaggio, tubature, valvole e sistemi di controllo, stanno lasciando la cittadina di Buckie, nel Moray (Scozia), alla vota del porto di Tianjin (Cina).

Una volta giunte ad Ordos ed assemblate le attrezzatture daranno vita alla prima distilleria di whisky della Mongolia Interna. Si prevede che l’impianto sarò operativo entro la fine dell’anno. I lavori di realizzazione sono stati eseguiti dalla Forsyths, nota azienda di Rothes specializzata in impiantistica per Scotch Whisky.

La Forsyths ha inoltre inviato cinque ingegneri per supervisionare l’assemblaggio in Cina, e grazie al proprio team di Hong Kong fornirà i servizi post-vendita.

L’ACCORDO

L’accordo segna la prima avventura nel settore del whisky per Mengtai Group. L’Azienda è una delle più grandi società private della Mongolia Interna ed è specializzata nella produzione di carbone e nella generazione di elettricità.

Valentine International è specializzata nella creazione di iniziative commerciali in Cina. Parallelamente all’accordo di “progettazione e costruzione”, Valentine International ha stipulato un “contratto strategico” con Mengtai per la fornitura di whisky sfusi per i mercati cinesi.

Valentine International non ha voluto far sapere chi sia la distilleria coinvolta nell’affare, ma specifica che si tratta di un produttore «di lunga tradizione».

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Mercato degli Spirits: -20% nel 2020

Secondo le stime dell’Osservatorio Spirits di Nomisma il consumo di distillati, liquori e amari nel 2020 registra un calo del 20%. Un dato poco incoraggiante legato all’emergenza sanitaria Covid-19 e alla chiusura dei canali Horeca che, nel 2019, costituivano il 54% del consumo di queste bevande.

Un trend che si ripercuote anche sul piano internazionale, dove si registra un calo significativo dell’export dei distillati. L’Italia chiude a -14%, ma anche Germania, Inghilterra e Stati Uniti, accusano il corpo con una diminuzione rispettivamente del 30%, 22% e 68%.

Se da un lato si riduce l’export, dall’altro si riduce anche il gap economico tra l’Italia e la Germania. Una differenza che nel 2019 si aggirava intorno ai 100 milioni di euro e che ora si è di soli 4 milioni di euro.

COME CAMBIANO MODE E CONSUMI DEGLI SPIRITS

Se tradizionalmente sono bar e ristoranti a guidare mode e consumi del settore liquoristico, il lockdown ha costretto ad un cambio di tendenza verso un maggiore consumo domestico. Le persone, infatti, non hanno rinunciato all’abitudine di consumare distillati e amari nelle proprie abitazioni.

Vino e birra rimangono i re incontrastati delle preferenze degli italiani attestando un consumo introno all’81% per il vino e 80% per la birra. Ma anche il settore dei superalcolici resiste con un positivo 59%. Ma se per il vino e la birra è il prezzo a scegliere l’orientamento e la preferenza, per quanto riguarda i distillati è il brand a fare da padrone.

Ben il 22% dei consumatori sceglie il prodotto in base alla fama del brand che produce quel determinato distillato. Segue il potere digestivo, con un 15% per gli amari e 10% per i distillati. Solo il 13% delle persone sceglie il prodotto in base ai consigli di amici e parenti.

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