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Le 30 migliori Barbera d’Asti, Alba, Monferrato e Nizza a Rosso Barbera 2023

30 migliori Barbera d'Asti, Alba, Monferrato e Nizza a Rosso Barbera 2023Tutti la conoscono, tantissimi la amano, pochi lo dicono. La Barbera del Piemonte è quel vino tra le cui sicure sfumature rifugiarsi, nel bene o nel male della sua acidità appuntita e dei suoi eccessi d’alcol e legno. Un vino che ha poco di veramente “nuovo” da raccontare al grande pubblico, se non qualche coraggiosa e ben riuscita vinificazione alternativa, per esempio in anfora. Ed è forse proprio per questo che piace (a tutti, o quasi) ed è un vino di successo, ambasciatore del Made in Italy enologico (soprattutto piemontese) nel mondo. La Barbera è una certezza. Uguale a se stessa, ormai da tempo. Ecco le 30 migliori Barbera d’Asti, d’Alba, Monferrato e Nizza a Rosso Barbera 2023.

  1. Barbera d’Asti Docg 2022 Cascina Vigna, Az. Agr. Gozzelino Stefano
  2. Barbera d’Asti Docg 2018 Ricordi, Sant’Anna dei Bricchetti
  3. Barbera d’Asti Docg 2020 Romea, Az. Agr. Gozzelino Emiliano
  4. Barbera d’Asti Docg 2019 Bruna, Costa dei Tigli
  5. Barbera d’Asti Docg Pianoalto 2021 Libera, Bava
  6. Barbera d’Asti Docg 2022 San Bastian, Poderi Rosso Giovanni
  7. Barbera d’Asti Docg 2022 Pian Scorrone, Tenuta Il Falchetto
  8. Barbera d’Asti Docg 2022 La Maestra, Dacasto Duilio
  9. Barbera d’Asti Docg 2020 Margà, Vini Domanda
  10. Barbera d’Asti Docg 2021 Robiross, Prediomagno
  11. Barbera d’Asti Docg 2021 Desolina, Vinicola Arno
  12. Barbera d’Asti Docg 2022 Robiano, Az. Agr. Gatto Pierfrancesco
  13. Barbera d’Asti Docg 2022 P-Cit, La Montagnetta di Capello Domenico
  14. Barbera d’Asti Docg 2020 Rebarba, Cantine Post dal Vin
  15. Barbera d’Asti Docg 2020 Tanguera, Vada Azienda agricola di Guido Vada
  16. Barbera del Monferrato Docg Superiore 2019 Le Cave, Castello di Uviglie
  17. Barbera d’Alba Doc 2021 San Cristoforo, Marsaglia
  18. Barbera d’Alba Doc 2021 Anna, Pasquale Pelissero
  19. Barbera d’Alba Doc Superiore 2021 I Patriarchi, Francone
  20. Barbera d’Alba Doc Superiore 202o Bricco Capre, Mario Rivetti – Cascina Serre
  21. Barbera d’Alba Doc 2021 Castellinaldo, Marchisio Tonino
  22. Barbera d’Asti Docg Superiore 2019 Beneficio, Az. Vitivinicola Cascina Sciorio
  23. Barbera d’Asti Docg Superiore 2020 Litina, Cascina Castlet
  24. Nizza Docg 2020 Le Nicchie, La Gironda
  25. Nizza Docg 2020 Vialta, Az. Agr. Serra Domenico
  26. Nizza Docg 2017 Augusta, Isolabella della Croce
  27. Nizza Docg 2020 Viti Vecchie, Gianni Doglia
  28. Nizza Docg 2021 Moncucco, Dacasto Duilio
  29. Nizza Docg Riserva 2019 Quattrofilari, Beppe Marino
  30. Nizza Docg Riserva 2016, Garesio
LE MIGLIORI BARBERA DEL PIEMONTE A ROSSO BARBERA 2023

L’occasione per l’assaggio di circa 160 vini sugli oltre 300 in degustazione è stata appunto Rosso Barbera 2023, la più importante rassegna sul vitigno organizzata dal Comune di Costigliole d’Asti in collaborazione con il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, l’Associazione Produttori “Noi di Costigliole” e i sommelier Ais Asti, in scena dal 3 al 6 novembre al Castello di Costigliole d’Asti. Location per nulla casuale: si tratta del Comune più vitato del Piemonte a livello di denominazione e con più di 220 aziende dedite alla vinificazione del Barbera.

Tra i migliori assaggi figurano vini molto diversi tra loro, a conferma della grande versatilità del vitigno sulla base del microclima e delle caratteristiche del suolo. Colpisce l’uniformità dei vini proprio sulla base del territorio di provenienza, ancor più che per la tecnica di vinificazione. Il Barbera ama acciaio e cemento, regalando nettari dal frutto croccante, solo in apparenza semplici e degustabili anche col pesce. La musica cambia nelle versioni vinificate in legno, più corpose e strutturate ma sempre in grado di mostrare un ottimo equilibrio tra eleganza e potenza, almeno tra le etichette che figurano tra i migliori assaggi a Rosso Barbera 2023.

L’ALCOL DEL BARBERA NEL 2023: OCCHIO ALLA TEMPERATURA DI SERVIZIO

Un capitolo a parte è quello dell’alcol del Barbera, che merita un approfondimento. Nell’epoca in cui il consumo di vini rossi strutturati ha subito una battuta d’arresto a beneficio di spumanti, vini bianchi e vini rossi freschi, connotati dall’agilità di beva, il ruolo del marketing territoriale diventa sempre più centrale in territori contraddistinti dalla produzione di vini dall’alta percentuale alcolica. Su tutti, in Italia, la Valpolicella sta facendo di questo tema una bandiera della propria comunicazione nazionale e internazionale, sia nel confronto con la stampa sia sul fronte dei consumatori.

Ottima, dunque, la scelta di suddividere i 300 (e più) vini Barbera in degustazione sulla base della tecnica di vinificazione, oltre che della provenienza geografica e della denominazione. Ottimo anche il servizio dei sommelier Ais Asti, partner preziosissimi e fondamentali dell’evento più importante dedicato al vitigno principe del Piemonte. Ottima, infine, la presenza di vini da diversi territori del mondo, oltre che dalla vicina Lombardia (Oltrepò pavese). Ma nel 2023 si può (e si deve) fare di più, almeno a Rosso Barbera, per evitare di assaggiare vini da 15, 16 o 17 gradi a “temperatura ambiente”, incidendo sul loro profilo ancor più di quanto stiano facendo i cambiamenti climatici.

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Miglior vino vegan italiano 2024: Franciacorta Docg Brut Vegan di Quadra Franciacorta


Il Miglior vino vegan italiano dell’anno è uno spumante della Lombardia: il Franciacorta Docg Brut Vegan di Quadra Franciacorta, cantina con sede a Cologne, in provincia di Brescia.
Il punteggio assegnato in occasione delle degustazioni alla cieca della Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 di winemag.it è di 91/100. Si tratta di un vino vegano prodotto in prevalenza con uve Chardonnay (70%) e un saldo di Pinot Bianco e Pinot Nero. Una rarità nel panorama della spumantistica italiana ed internazionale, grazie alla certificazione DTP 107 – “Qualità Vegetariana®” di CSQA Certificazioni Srl di Thiene (VI), per «assenza di ingredienti, coadiuvanti tecnologici, ausiliari di fabbricazione derivati da animali».

IL MIGLIOR VINO VEGAN ITALIANO È IL FRANCIACORTA DI QUADRA

Alla vista, il Franciacorta Docg Brut Vegan di Quadra Franciacorta presenta un perlage finissimo, persistente. Naso dominato da ricordi floreali freschi e frutta a polpa bianca, come la mela e pera. Più in sottofondo, ricordi di erbe aromatiche della macchia mediterranea. Palato corrispondente, fresco, sapido e setoso, su ritorni fruttati che si arricchiscono di una nota ammandorlata, tipica dello Chardonnay.

Il Pinot nero conferisce invece alla cuvée muscolo e una certa struttura, specie in centro bocca. Chiusura fresca e suadente, leggermente sapida, ancora una volta su ricordi di mandorla. Un Franciacorta che affina oltre 30 mesi sui lieviti, abbinando agilità di beva e carattere. Tratti distintivi della cantina Quadra, che in questo caso aggiunge il “plus” della certificazione vegana, capace di accogliere le richieste di una fetta crescente di consumatori.


Quadra Franciacorta
Via Sant’Eusebio, 1 – 25033 Cologne (BS)
Email: info@quadrafranciacorta.it
Telefono +39 030 71 57 314
www.quadrafranciacorta.it

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Rottensteiner principe di abbinamenti d’alta cucina al Sissi di Andrea Fenoglio

Se ogni principessa ha il suo principe, Sissi ha trovato Rottensteiner. Almeno per un pranzo, d’alta cucina. Lo scorso weekend, al noto ristorante di Merano è andato in scena l’abbinamento gourmet tra i vini della Tenuta di Bolzano, fondata nel 1950 da Hans Rottensteiner, e i piatti dello chef Andrea Fenoglio. Un matrimonio andato ben oltre i canoni classici del riuscitissimo wine pairing. A “sfidarsi”, tra il calice e le forchette, ecco diverse annate di Pinot Bianco, Schiava, Lagrein, Santa Maddalena e Gewürztraminer. Tutti vini con un comune denominatore: il porfido. La roccia rossa di origine vulcanica che caratterizza gran parte del suolo dei vigneti di Rottensteiner si tramuta in vini dal netto profilo sapido-minerale, tesi e al contempo profondi. Certamente longevi.

Il porfido è una caratteristica intrinseca allo stesso cognome che identifica la Tenuta: dal tedesco “Rot” significa “Rosso” e “Steine” vuol dire “Pietre”. Ma l’occasione è di quelle che spostano l’attenzione dal particolare al generale. Il pranzo dimostra l’estrema versatilità dei vini dell’Alto Adige nell’abbinamento con ingredienti e piatti della tradizione italiana – come trota salmonata, vitello tonnato, guancia di vitello, pollo e Strudel di mele – rivisitati con richiami orientaleggianti (wasabi, Dashi, Katsuobushi) e intriganti connotazioni fumé (tuberi e radici affumicate). Non certo una prova semplice quella a cui si sono sottoposti i vini di Rottensteiner. Un po’ come studenti volontari per l’interrogazione del lunedì, che risultano promossi a pieni voti. Sia da soli che nel pairing.

I VINI DI ROTTENSTEINER ALLA PROVA DELL’ALTA CUCINA

Ad aprire le danze ecco un classico del ristorante Sissi: la “Pizza liquida“, abbinata a una bollicina. Manca uno spumante nella gamma di Toni, Hannes, Judith ed Evi Rottensteiner, dunque la scelta ricade su una certezza assoluta per il Metodo classico dell’Alto Adige: Arunda. Un messaggio chiaro, quello della famiglia di produttori altoatesini, in accordo con lo chef Andrea Fenoglio: la produzione vinicola dell’Alto Adige è giunta a punte di qualità tali da poter consentire l’esordio a tavola con uno Champenoise locale, al posto uno Champagne o di qualsiasi altro Metodo classico italiano; proseguendo poi con bianchi e rossi, per finire con un passito. Tutto “Made in Bolzano“.

Con l’antipasto del Sissi “Avanti con il Vitello Tonnato” la sfida inizia a entrare nel vivo. Nel calice ci sono due annate del Pinot Bianco “Carnol”, la 2022 e la 2012. Neppure a dirlo, è la vendemmia con qualche anno sulle spalle a convincere di più nell’abbinamento. Il colore è ancora splendido, d’un giallo paglierino intenso con riflessi dorati. Rintocchi leggeri di idrocarburo aprono il naso insieme a note mentolate e di erbe come timo e verbena.

Ma è al palato che si gioca la partita perfetta per il piatto, grazie a una componente glicerica che ne sostiene il sapore deciso e sapido, legandosi alla consistenza cremosa data dalla parziale lavorazione del vino in barrique. Carnol 2022 è giovane e di gran prospettiva. Freschezza, agrumi, balsamicità e una gran sapidità lo rendono già bevibilissimo, consigliando però di tenere da parte qualche bottiglia in attesa di una sicura, positiva terziarizzazione degli aromi.

ROTTENSTEINER DAL PRIMO AL DOLCE: GLI ABBINAMENTI GOURMET DEL SISSI

Il primo del Sissi, Trota salmonata con Dashi e Katsoubushi, è il piatto della svolta. L’abbinamento Rottensteiner-Fenoglio giunge a livelli di piacevolezza estremi, grazie all’Alto Adige Schiava Doc Vigna Kristplonerhof 2022. Tendenza umami e wasabi si legano alla spezia dosata della Schiava, con i suoi tannini sottili e la sua slanciata sapidità. Ma quel che sorprende è la perfetta concordanza tra la croccantezza e la pulizia estrema delle note fruttate del vitigno e i sapori delicati del pesce, ben diffuso in fiumi, torrenti e laghi altoatesini. Fondamentale nella buona riuscita del pairing è la temperatura di servizio della Schiava, leggermente fresca.

Fascino assoluto anche con i “Tuberi e Radici affumicate” dello chef del ristorante Sissi, a sposarsi con due annate (2022 e 2016) dell’Alto Adige Santa Maddalena Classico Doc Vigna Premstallerhof. Il pairing funziona alla perfezione con entrambi i vini, ma sono la maggiore densità e peso specifico della straordinaria annata 2016 ad avere la meglio al traguardo, al fulmicotone, controbilanciando divinamente il carattere sapido e fumé del piatto.

Più didattici, ma comunque ottimamente riusciti, gli abbinamenti dell’Alto Adige Santa Maddalena Classico Doc Vigna Premstallerhof Select 2022 con il “Pollo di Vigna, Maionese allo zafferano, Salsa alla liquirizia e peperone crusco” (qui il Paradiso è assicurato anche dal contrasto tattile tra le consistenze cremose e croccanti con quella “liquida” del nettare targato Rottensteiner) e dell’Alto Adige Lagrein Gries Riserva Doc Select 2021 e 2010 con la Guancetta di Vitello al Lagrein proposta da Andrea Fenoglio (ottimo il pairing con entrambe le vendemmie). Indiscutibili, infine, lo Strudel di Mele moderno e i “Dolci a caso” accostati a uno dei vini simbolo di Rottensteiner, l’Alto Adige Gewürztraminer Passito Doc Cresta 2020. E vissero tutti, felici e contenti.

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L’orange wine italiano dell’anno è il Custoza Doc 2020 “Crea Macerato” di Albino Piona


L’orange wine italiano dell’anno è il Custoza Doc 2020 “Crea Macerato” di Albino Piona. Il punteggio assegnato in occasione delle degustazioni alla cieca della Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 di winemag.it è di 94/100. Si tratta di un vino macerato prodotto con uve Garganega (40%), Trebbiano (30%), Trebbianello – Tai (15%) e Incrocio Manzoni (15%) dall’azienda agricola di Villafranca di Verona che si è aggiudicata anche il titolo di “Cantina dell’anno Nord Italia” 2024. Una realtà da conoscere, soprattutto per le molteplici interpretazioni di una delle denominazioni italiane meno conosciute ma meritevoli di essere scoperte, per le qualità uniche dei propri vini: la Doc Custoza.

Alla vista, il il Custoza Doc 2020 “Crea Macerato” di Albino Piona si presenta di un color “orange” leggero: un aranciato appena pronunciato. Al naso risulta molto elegante, su netti ricordi di pesca e sottofondo che richiama la frutta secca, oltre a presentare accenni di calde spezie orientali. Palato che, sulla scorta del naso, si conferma estremamente raffinato, nel bel gioco tra sapidità e frutto maturo stuzzicato da una leggera percezione tannica, che rende onore alla tipologia.

Crea Macerato 2020 conquista il titolo di orange wine italiano dell’anno nell’ambito della Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 di winemag.it per la grazia che è in grado di conferire a una tipologia, quella dei vini macerati, troppo spesso alla mercé di standardizzanti ossidazioni e deviazioni organolettiche, nel nome del “terroir” e del “vino naturale”: nulla di più lontano dal varietale e dal territorio che, invece, questo vino incarna appieno. Meravigliosamente.

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Tenuta Casenuove nel Chianti Classico: la (penultima) sfida di Philippe Austruy

Dev’essere uno a cui piacciono le sfide, Philippe Austruy. Quando nel 2012 ha comprato Chateau Malescasse, nell’Haut Médoc, sapeva di dover riposizionare sul mercato un brand fatto a pezzi dai négociant di Bordeaux, in un gioco al ribasso che ne aveva seppellito gli antichi fasti, fin dentro le radici. Si racconta che, forte dell’esperienza sul campo maturata dal 2001 con l’acquisto de La Commanderie de Peyrassol, in Provenza, il magnate francese dell’Healthcare abbia riacquistato tutti i lotti, indietro sino all’annata 2000. Riaccendendo il motore inceppato di uno degli Chateau di maggiore tradizione nella zona.

Quinta do Corte, nel Douro, arricchisce il prestigioso portafoglio di aziende vinicole nel 2013: viticoltura eroica, terrazze da vertigini e un microclima che scoraggia, in tempi di cambiamenti climatici. In quest’ottica, Tenuta Casenuove, poteva sembrare la location perfetta per il più che meritato buen retiro di un’uomo d’affari che, nel 2015, iniziava a intravedere le 70 candeline. Ma neppure per idea. Austruy, figlio di medici e patron di brand come Medifutur, Medipep e Générale de Santé nel campo della Salute, ha ribaltato come un calzino la sua nuova creatura, nel cuore del Chianti Classico.

DAL CHIANTI CLASSICO DI TENUTA CASENUOVE ALL’ANSONICA DELL’ISOLA DEL GIGLIO

Oggi, Tenuta Casenuove è a sua immagine e somiglianza: una cantina con spazi per ristorazione e ospitalità votata al bello, all’arte, al benessere e – come di conseguenza – al vino d’eccellenza. L’etichetta da non perdere è la Gran Selezione 2018. Ma la crescita qualitativa e il cambio di mano riscontrato tra le annate 2019 e 2020 del Chianti Classico e 2018 e 2019 del Chianti Classico Riserva 2018 e 2019 consigliano di inserire Casenuove tra i “crack” della Toscana da bere. Senza dimenticare i meriti di un team giovane e dinamico che vede ai “violini” gli enologi Cosimo Casini e Maria Sole Zoli, e alla direzione l’esperto e appassionato Alessandro Fonseca.

Il prossimo capitolo? È già in parte scritto, sull’Isola del Giglio. Da lì provengono le uve dell’Igt Toscana Bianco Ansonica 2019 “Scoglio Nero”. Ottocentotrentadue bottiglie numerate che segnano l’ingresso di Philippe Austruy nella dimensione dei grandi vini bianchi italiani da suolo vulcanico – anche se in realtà si tratta di un elegantissimo macerato – con quella che ha voluto rinominare Tenuta Isola nel Giglio. Uve che, per ora, vengono vinificate a Panzano, all’ombra del Gallo Nero, in “Galatea” Clayver da 4 ettolitri. Domani, non si sa (sull’isola stessa?). Ogni nuova sfida, in fondo, è già una mezza promessa.

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Top 100 winemag 2024: “Arconi Bianco” 2022 di Terre di Ger è il miglior Piwi italiano


Il Miglior Piwi italiano è “Arconi Bianco” 2022 di Terre di Ger. A premiare l’annata 2022 del vino Venezia Giulia Igp ottenuto da “uve resistenti” è la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 di winemag.it. Il punteggio assegnato in occasione delle degustazioni alla cieca è di 93/100. L’etichetta, per scelta della redazione, è stata inserita nel blind tasting regionale del FVG, così come gli altri Piwi iscritti alle selezioni (ognuno secondo l’origine geografica). Una scelta dettata dal desiderio di “equiparare” i vini ottenuti da “varietà di vite resistente” a quelli “tradizionali”, liberando il campo da qualsiasi preconcetto sulla tipologia al momento della degustazione e della valutazione in centesimi.

ARCONI BIANCO 2022 TERRE DI GER MIGLIOR PIWI ITALIANO 2024

Nel calice, il miglior Piwi italiano 2024 per la Guida Top 100 Migliori vini italiani di winemag.it si presenta di un giallo paglierino luminoso. Al naso Arconi Bianco 2022 di Terre di Ger è generoso, su tinte mielate, che accompagnano la frutta a polpa gialla, e note balsamiche, di mentuccia e timo. Un profilo molto goloso, che invoglia all’assaggio. Palato altrettanto generoso, in perfetta corrispondenza con le note avvertite al naso.

Bella freschezza e sapidità a controbilanciare mentuccia e miele, per un bianco di struttura, che chiama abbinamenti con portate importanti. Piwi ottenuto dalla varietà Sauvignon Kretos che innalza la categoria a molteplici occasioni di abbinamento a tavola. Un aspetto tutt’altro che scontato in un segmento in evoluzione a livello internazionale – quello dei vitigni resistenti – ma ancora in fase sperimentale.

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Miglior vino biologico italiano 2024: Bianchello del Metauro Doc Superiore 2020 Andy’20, Valentino Fiorini


Il Miglior Vino biologico italiano per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 è il Bianchello del Metauro Doc Superiore 2020 Andy’20 di Valentino Fiorini. Il riconoscimento arriva grazie ai 95/100 assegnati in occasione delle degustazioni alla cieca di categoria della redazione di winemag.it. A guidare la cantina di Terre Roveresche, in provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche, è l’enologa Carla Fiorini, figlia del fondatore Valentino e nipote di Luigi Fiorini, capostipite della generazione di vignaioli con l’acquisto della tenuta di Barchi, nel 1930.

TOP 100 WINEMAG.IT: IL VINO BIO DELL’ANNO È UN FARO SUL BIANCHELLO DEL METAURO

Il Vino biologico dell’anno per nostra Guida 2024 è una selezione delle migliori uve Bianchello a disposizione dell’Azienda Agraria Fiorini nei 45 ettari aziendali. Fermentazione in tonneau nuovi di rovere di allier, sei mesi sulle fecce, imbottigliato senza filtrazione. Un vino che – come suggerisce a buona ragione la stessa cantina – dà il meglio di sé fresco, non freddo, in ampi calici.

Alla vista, il Bianchello del Metauro Doc Superiore 2020 Andy’20 si presenta di un giallo paglierino intenso, con riflessi dorati. Al naso un bel profilo oleoso, con la componente di erbe della macchia mediterranea che ricopre un ruolo centrale, quasi avvolgendo la frutta (timo, rosmarino, ma anche mentuccia): pesca gialla, frutta esotica come l’ananas, un bel profilo floreale fresco. Terziari da legno molto composti, su note burrose e speziate calde che ricordano il curry.

Più il nettare si scalda nel calice, più la componente balsamica prende spazio sul palco. Al palato una gran conferma del profilo oleoso avvertito al naso. Si ripercorrono, una ad una, le percezioni fruttate e di erbe aromatiche. Freschezza e sapidità giocano un ruolo fondamentale nell’equilibrio di un sorso molto bilanciato tra morbidezze e durezze. Vino ancora giovane, con ampie chance di dare il meglio di sé negli anni a venire, mostrando la straordinarietà di un’uva e di una denominazione ancora poco conosciuta, ma tutta da scoprire.


Azienda Agraria Fiorini
Via Campioli 5, 61038 Terre Roveresche (Pu)
Email: info@fioriniwines.it
Tel. +39 072197151
www.fioriniwines.it

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Miglior spumante dolce italiano 2024: Fior d’Arancio Colli Euganei Docg 2022 di Vigne al Colle


Il Miglior Spumante dolce italiano 2024 è il Fior d’Arancio Colli Euganei Docg 2022 di Vigne al Colle. Il riconoscimento della Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 di winemag.it arriva grazie ai 94/100 assegnati in occasione delle degustazioni alla cieca di categoria. A produrlo è la cantina guidata dal vignaiolo Fivi Martino Benato a Rovolon, la “sottozona” al momento più interessante e di prospettiva nel variegato panorama dei vini vulcanici dei Colli Eugani, soprattutto per la produzione di vini rossi da varietà del taglio bordolese.

IL FIOR D’ARANCIO DI VIGNE AL COLLE MIGLIOR VINO SPUMANTE DOLCE ITALIANO 2024

Il Fior d’Arancio Docg 2022 di Vigne al Colle è assoluto emblema dei Colli Euganei e della loro Denominazione di origine controllata e garantita, ancora poco conosciuta dal grande pubblico ma meritevole di essere scoperta e di ritagliarsi un ruolo di prim’ordine in un segmento come quello dei vini spumanti dolci italiani. Alla vista, il miglior spumante dolce italiano per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 di winemag.it presenta una spuma persistente, che si eleva su un calice giallo paglierino tenue.

Perlage fine, molto persistente. Convince, in un quadro di perfetta corrispondenza gusto-olfattiva, per il bel gioco tra le note fresche ed agrumate e quelle morbide ed aromatiche del Moscato Giallo, cui fanno eco ricordi di mentuccia selvatica e salvia. Sorso di assoluto equilibrio, piacevolmente sapido e ammandorlato nel finale, di gran persistenza. La sfida che può risultare vincente? Abbinarlo a tutto pasto, a partire dagli antipasti. E scoprire, così, il risvolto più aromatico del Moscato Giallo cresciuto sui terreni argilloso-calcarei di origine vulcanica del territorio di Rovolon.


Vigne al Colle di Martino Benato
Via Palazzina, 100 35030 Rovolon (PD)
info@vignealcolle.com
 Mob. 348 0139109
 Tel. 049 5227009

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Miglior vino dolce italiano 2024: il Colli Piacentini Passito 2016 “Le Virtù della Pioggia – Sensazioni d’Inverno” de La Conchiglia – Claudio Terzoni Vini


Il Miglior vino dolce italiano 2024 è il Colli Piacentini Doc Malvasia Passito 2016Le Virtù della Pioggia – Sensazioni d’Inverno” della cantina La Conchiglia – Claudio Terzoni Vini. Il punteggio assegnato in occasione delle degustazioni alla cieca della Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 (acquistabile a questo link) è di 96/100. Un passito che conferma le grandissime potenzialità del territorio dei Colli piacentini, chiaramente in provincia di Piacenza, in Emilia Romagna, nella produzione di grandissimi vini dolci da uve Malvasia.

LE VIRTÙ DELLA PIOGGIA – SENSAZIONI D’INVERNO MIGLIOR PASSITO ITALIANO 2024

Alla vista, il Passito 2016 “Le Virtù della Pioggia – Sensazioni d’Inverno” della cantina La Conchiglia – Claudio Terzoni Vini si presenta di uno splendido colore ambrato carico, luminoso. Conquista sin dal primo naso con i suoi ricordi di frutta fresca, dall’albicocca sotto sciroppo alla pesca, passando per note più esotiche di ananas, papaia. A fare da sfondo, elegantissime erbe mediterranee come mentuccia, salvia e timo, con accenni di verbena. Concerto di spezie come cardamomo e coriandolo, che poi virano su memorie di liquirizia fusa e rintocchi di rabarbaro, cola e zenzero.

Il miglior vino dolce italiano 2024 per la Guida Top 100 Migliori vini italiani di winemag.it è in continuo mutamento nel calice. Sfodera un ingresso di bocca e uno svolgimento di equilibrio magistrale. Densità da vendere, srotola una dopo l’altra le note già avvertite al naso, sul filo di una decisa freschezza e di una marcata  e corroborante vena sapida. La beva del passito Le Virtù della Pioggia – Sensazioni d’Inverno della cantina La Conchiglia – Claudio Terzoni è tattile, carezzevole e decisa, morbida come cotone e al contempo verticale. Persistenza infinita.


Terzoni Claudio – La Conchiglia
Località Paolini, 5
29010 Bacedasco Alto (PC)
Tel. +39 0523 895476
Mob. +39 3338212979
Email: info@terzonivini.it
www.terzonivini.it

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Il Miglior spumante Metodo italiano 2024 è il Valdobbiadene Mas De Fer di Andreola


Il Miglior spumante Metodo italiano 2024 è il Valdobbiadene Docg Extra Dry Rive di Soligo 2022 Mas De Fer di Andreola. Il punteggio assegnato in occasione delle degustazioni alla cieca della Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 (acquistabile a questo link) è di 96/100. Ci piace definire Mas de Fer è “IL” Prosecco, utilizzando il maiuscolo. Un Extra Dry, ovvero la versione più nota al mondo delle bollicine veneto-friulane, che nobilita territorio e dosaggio, suolo e savoir-faire dei produttori delle colline eroiche di Valdobbiadene. Uno spumante coraggioso, che Andreola propone sul mercato a un invidiabilissimo rapporto qualità prezzo: il migliore dell’intera gamma (piuttosto ampia e variegata, ma tutta validissima e credibile nelle specificità di ogni etichetta).

MAS DE FER DI ANDREAOLA, IL MIGLIOR PROSECCO ITALIANO

Il naso è una coccola, su ricordi di frutta matura come albicocca, mela gialla, pera Williams. Sottofondo leggero di erbe officiali e aromatiche, con reminiscenze di salvia, timo e maggiorana. Il sorso del Valdobbiadene Docg Extra Dry Rive Di Soligo 2022 Mas De Fer di Andreola è un inno all’equilibrio tra “dolcezza” del frutto e freschezza. Tutta la frutta avvertita al naso si ripresenta in cravatta all’appuntamento col gusto, mentre freschezza e mineralità giocano a regolare il volume del microfono, sul palco. Immagine forte, lontana dal mondo del vino e assimilabile a quello dello spettacolo. Perché questo Prosecco Superiore di Valdobbiadene è spettacolo. Puro. Scopritelo da voi. In vendita a poco meno di 15 euro sul sito aziendale di Andreola, il Miglior spumante Metodo italiano per la Guida Top 100 Migliori vini italiani di winemag.it è ottenuto da sole uve Glera.

IL VIGNETO DI MAS DE FER E LA TECNICA DI VINIFICAZIONE

Le vigne si trova fra i 300 e i 500 metri di altitudine ed è allevato con il sistema Cappuccina modificato, con un densità di impianto di 3.500 ceppi per ettaro e una resa di 130 quintali per ettaro. La vinificazione avviene in maniera tradizionale, secondo il Metodo italiano (Charmat) che contraddistingue il Prosecco Superiore di Valdobbiadene Docg. Pressatura soffice, dunque, fermentazione primaria con flottazione e fermentazione a temperatura controllata. L’affinamento di Mas De Fer di Andreola si protrae in vasche di acciaio per almeno 6 mesi, con presa si spuma per 30-40 giorni e successiva bottiglia per 1-3 mesi, prima della commercializzazione. Grado alcolico molto contenuto (11,5% vol.) e residuo zuccherino di 14 grammi per litro.


Andreola di Stefano Pola
Via Cavre, 19 – Col San Martino (TV)
Tel. 0438 989379 – 0438 989635
info@andreola.eu
www.andreola.eu
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degustati da noi Gli Editoriali news news ed eventi vini#02

Gipsy Red, il camaleonte di Colle del Bricco per lo sprint dell’Oltrepò pavese


EDITORIALE –
Sai da cosa si capisce che un territorio del vino è vecchio, polveroso, senza idee, senza guizzi e, per certi versi, senza una vera anima? Dal fatto che la stampa – quella che ti racconta sempre che è tutto bello, buono e futuribile – continui di anno in anno a riproportelo come il territorio in cui è in atto una “rinascita”, un “revival”, una “rivoluzione” che ne cambierà le sorti.
Ogni anno la stessa minestra. E non importa se rinascite, revival e rivoluzioni vengano puntualmente tradite e sconfessate dai fatti. Dalla cronaca, dentro e fuori dai calici.

Loro continueranno a provare a farti credere che è arrivato il momento dell’Oltrepò pavese. Senza che in Oltrepò pavese sia effettivamente cambiato qualcosa. Tantomeno gli ingredienti della minestra. Ci voleva il camaleonte funky di Colle del Bricco per farmi ricredere sul pessimismo cosmico che, pressoché quotidianamente, fa a botte nel mio intimo con la voglia di vedere questa terra del vino italiano dove merita. Ovvero tra i grandi. Questo editoriale conta già troppe parole ma l’unica che conta deve ancora venire, ed è: “Grazie“.

Grazie a Matteo Maggi, classe 1990 e patron di Colle del Bricco a Stradella che con il suo Gipsy Red – blend di 6 uve di cui Barbera, Croatina e Pinot nero pigiadiraspati; Vespolina, Uva Rara e Cabernet Sauvignon a grappolo intero, vinificate in semicarbonicami ha fatto tornare a credere che si possa assistere, da lui in avanti, a un vero e proprio sprint dell’Oltrepò. Ci voleva il camaleonte di Colle del Bricco per un salto nel futuro che sa di consapevolezza di dove stia andando il mondo del vino internazionale. Un vino buono, tanto da essere tra i “Consigliati” della nostra Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024. Ma soprattutto un vino che sa di speranza. Grazie, Matteo.

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Il Miglior Metodo Classico italiano 2024 è Giulio F.56 Underwater dell’Az. Agr. Federici


Il Miglior Metodo classico italiano 2024 è il Vsq Extra Brut Giulio F.56 Underwater dell’Azienda Agricola Federici – La Baia del Sole. Il punteggio assegnato in occasione delle degustazioni alla cieca della Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 (acquistabile a questo link) è di 96/100. Si tratta di uno spumante tra i più unici in Italia e al mondo, ottenuto in Liguria da uve Vermentino. Il vino base dell’edizione UWW 2022 del Vsq Extra Brut Giulio F.56 affina in botti grandi di rovere. La vera particolarità è però il successivo “cantinamento subacqueo” delle bottiglie.
L’operazione avviene a 52 metri di profondità, a Cala degli Inglesi, nell’area marina protetta di Portofino. Qui, la differenza di pressione, le correnti armoniche, la temperatura costante e la scarsa presenza di luce consentono allo spumante di sviluppare un perlage finissimo e un’evoluzione dei caratteri terziari dell’uva.

F.56 UNDERWATER DI FEDERICI: IL MIGLIOR METODO CLASSICO ITALIANO È “SUBACQUEO”

Alla vista, Giulio F.56 Underwater dell’Azienda Agricola Federici – La Baia del Sole si presenta di un color paglierino carico, con riflessi dorati. Il perlage si conferma molto fine e molto persistente. Naso sul fiore tipico del Vermentino, oltre che su una frutta di grandissima precisione e purezza, sull’esotico a polpa gialla. L’idrocarburo, netto, sottolinea l’avvenuta terziarizzazione degli aromi. Ma il quadro, tra naso e palato, è ancora più ricco e stratificato.

Si avvertono note di erbe della macchia mediterranea come rosmarino e alloro; agrumi, tra la scorza e la polpa, al limite del candito: cedro ancor più del bergamotto, pompelmo rosa, mandarino. Giulio F.56 Underwater è sapido in allungo, con ritorni di frutta e idrocarburo. Lo spumante Metodo classico dell’anno per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 di winemag.it è il punto di incontro tra il presente e le tecniche di affinamento subacqueo più innovative.

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Miglior vino rosato italiano 2024 è il Nerello Mascalese Rosa di Adele di Feudo Montoni


Il Miglior vino rosato italiano 2024 è il Terre Siciliane Igt Nerello Mascalese Rosato Biologico 2022 Rosa di Adele di Feudo Montoni. Il punteggio assegnato in occasione delle degustazioni alla cieca della Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 di winemag.it (acquistabile a questo link) è di 95/100. La boutique winery guidata da Fabio Sireci in Contrada Montoni Vecchi a Cammarata, in provincia di Agrigento, si è aggiudicata anche il titolo di Cantina Bio dell’anno 2024, per l’impegno sincero nella viticoltura biologica e sostenibile che la contraddistingue sin dalla fondazione.

ROSA DI ADELE DI FEUDO MONTONI È IL MIGLIOR ROSATO ITALIANO 2024

Arriva dunque dalla Sicilia il Miglior vino rosato italiano dell’anno. Si tratta, in particolare, di un Nerello Mascalese vinificato in rosa. Alla vista, Rosa di Adele 2022 di Feudo Montoni si presenta di un rosa antico tenue, luminoso. Naso piuttosto ricco e intenso, che si apre su preziosi ricordi floreali di zagara e di viola. La frutta spazia da agrumi come il cedro al fico d’India maturo, sino ai piccoli frutti rossi e neri di bosco: ribes, lampone, mora.

Ingresso di bocca morbido, quasi setoso, su ritorni di frutta matura, di gran precisione. Centro bocca dominato da una buona freschezza e da un’acidità d’agrume, senza che questa prevarichi la setosità del sorso. Il miglior vino rosato italiano 2024 per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 di winemag.it nobilita il Nerello Mascalese, la Sicilia tutta, nonché l’Italia dei rosati, sempre più popolari nelle scelte dei consumatori.


Feudo Montoni
Contrada Montoni Vecchi, Cammarata (AG)
info@feudomontoni.it
Tel. +39 091 513106
www.feudomontoni.it

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Il Miglior vino rosso italiano 2024 è il Marche Rosso Igt Fatjà di Terra Argillosa


Il Marche Rosso Igt Fatjà di Terra Argillosa è Miglior vino rosso italiano 2024 per la Guida Top 100 Migliori vini italiani di winemag.it (acquistabile a questo link). Il punteggio assegnato in occasione delle degustazioni alla cieca è di 96/100. Uvaggio di Cabernet Franc e Merlot dallo strettissimo legame col territorio in cui prende vita, nelle Marche, Fatjà di Terra Argillosa è un faro sulla produzione, sempre meticolosa, ricercata e mai banale, della cantina di Offida aderente alla Federazione italiana vignaioli indipendenti (Fivi) e presente al prossimo Mercato Fivi (25-27 novembre 2023, Bologna).

IL MIGLIOR VINO ROSSO ITALIANO 2024 È FATJÀ DI TERRA ARGILLOSA

Alla vista il nettare si presenta di un rubino carico, luminoso. Al naso, lo splendore. Le due varietà si esprimono su una densità e – al contempo – su una verticalità unica, sul fronte del frutto. La spezia sembra messa lì apposta, tanto al naso quanto al palato – dal profilo oleoso – per controbilanciare, “raddrizzare” un quadro che così risulta perfetto, sulla parete; la “leva” che “solleva” il sorso, rendendolo al contempo ricco e pieno e verticale, slanciato. Sapidità, poi; da vendere.

L’integrità delle note di peperone verde, garbate ed elegantissime, che richiamano la precisione delle terre elette del taglio bordolese, superata la linea Maginot del fenolico. I terziari, infine, di cioccolato e fondo di caffè, a rendere la beva golosa e ancora più irresistibile, oltre a sottolineare il perfetto utilizzo dei legni da parte di Raffaele Paolini e della moglie Sara Tirabassi. Non un vino, Fatjà di Terra Argillosa, ma un “sapore”: quello delle cose autentiche, fatte col cuore. Quelle che spesso si tramutano in capolavori, guadagnandosi il riconoscimento di Miglior vino rosso italiano 2o24 per la nostra Guida Top 100 Migliori vini italiani.


Terra Argillosa
Contrada Ciafone 79, Offida 63073 (AP)
Email: info@terrargillosa.com
Tel. (+39) 0736 099976
www.terrargillosa.com

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Il miglior vino bianco italiano 2024 è Costa d’Amalfi Doc Furore Bianco 2022 di Marisa Cuomo


Il Miglior Vino bianco italiano 2024 è Costa d’Amalfi Doc Furore Bianco 2022 di Marisa Cuomo. Il riconoscimento di miglior vino bianco dell’anno per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 di winemag.it arriva grazie ai 96/100 assegnati in occasione delle degustazioni alla cieca. La Guida è acquistabile ancora per pochi giorni in prevendita, a questo link. Furore Bianco 2022 convince non solo dal punto di vista organolettico, ma rappresenta negli anni una garanzia assoluta nell’ambito della produzione enoica italiana. Non ultimo è da sottolineare il rapporto qualità prezzo, letteralmente imbattibile.

Alla vista, Costa d’Amalfi Doc Furore Bianco 2022 di Marisa Cuomo si presenta di un giallo paglierino. Gran mineralità al naso, oltre a floreale, agrumi e frutta tropicale. Teso e al contempo largo al palato, su note di erbe della macchia mediterranea e ritorni di frutta esotica. Goloso in chiusura, a sottolineare una beva eccezionale, leggera e al contempo stratificata. La cantina Marisa Cuomo e il suo deus ex machina Andrea Ferraioli producono circa 50 mila bottiglie complessive all’anno nella boutique winery di via G.B. Lama 16/18, a Furore, in provincia di Salerno.

FURORE BIANCO 2020 È VINO BIANCO DELL’ANNO PER LA GUIDA TOP 100 2024

Furore Bianco è uno dei fiori all’occhiello di una gamma che è garanzia assoluta di qualità e tipicità. L’uvaggio è composto per il 60% da Falanghina e per il 40% da Biancolella, raccolte accuratamente a Furore e nei comuni limitrofi, su terrazzamenti costieri posti tra i 200 e i 550 metri sul livello del mare. A rendere ancora più eroica la viticoltura della zona sono le rocce dolomitiche e calcaree in cui affondano le radici le viti, allevate a pergola, raggiera e spalliera.

Ogni ceppo è in grado di produrre 1,5 chilogrammi, per una resa di 80 quintali per ettaro. Falanghina e Biancolella vengono vendemmiate a mano nella prima decade di ottobre e condotte in cantina con grande attenzione, ancora integre. Dopo diraspatura e pigiatura, vengono sottoposte a pressatura soffice. Il mosto fiore del Miglior vino bianco italiano 2024 Costa d’Amalfi Doc Furore Bianco 2022 di Marisa Cuomo, previo illimpidimento statico a freddo e inoculo di lieviti selezionati, fermenta alla temperatura di circa 15 gradi per circa 20-30 giorni. Prima della commercializzazione, staziona per 4 mesi in serbatoi di acciaio inox.


Cantine Marisa Cuomo
via G.B. Lama, 16/18, Furore (SA)
Mail: info@marisacuomo.com
Visite: reservation@marisacuomo.com
Tel. +39 333 4313667
www.marisacuomo.com

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Il Barbaresco Docg Ovello 2020 di Carlo Giacosa è Miglior vino italiano 2024


Il
Barbaresco Docg Ovello 2020 di Carlo Giacosa è il miglior vino italiano 2024 per la Guida Top 100 Migliori vini italiani di winemag.it (acquistabile ancora per pochi giorni in prevendita a questo link). Il punteggio assegnato in occasione delle degustazioni alla cieca è di 97/100. Le caratteristiche organolettiche dell’annata, a nostro avviso, certificano l’inizio di una nuova storia per questo cru, su cui incidono anche i cambiamenti climatici. Quello del Barbaresco Ovello, di fatto, è il naso più profondo, balsamico e – al contempo – esplosivo, sul fronte della spezia e del frutto, della ricercatissima gamma di “Barbareschi” targati Carlo Giacosa.

Un Ovello che si conferma splendido anche al palato, sulla ficcante morbidezza dei tannini – consentiteci l’ossimoro – che regala una beva elegantissima, già suadente. L’alcol, perfettamente integrato, ne arrotonda ulteriormente il profilo, rendendo questo 2020 già godibile, pur di immensa prospettiva in termini di possibilità di affinamento. Chiusura di ottima persistenza, sul frutto, che si conferma croccante e di pura eleganza.

BARBARESCO DOCG 2020 OVELLO, CARLO GIACOSA: 97/100 WINEMAG.IT

Le uve Nebbiolo di questo Barbaresco vengono raccolte nel cru Ovello, ad un’altitudine compresa tra i 220 e i 240 metri sul livello del mare. Siamo nella parte Nord della denominazione piemontese. Le viti, allevate a Guyot modificato ad archetto, sono esposte a Sud, Sud Ovest ed Est. Affondano le radici in un suolo compatto, con prevalenza di calcare e argilla. Una volta in cantina, il Nebbiolo atto a divenire Barbaresco Ovello viene diraspato e pigiato.

La fermentazione del mosto del Miglior vino italiano 2024 per la Guida Top 100 Migliori vini italiani di winemag.it si sviluppa a contatto con le bucce in vasche di acciaio, a temperatura controllata. Dopo la svinatura e il parziale illimpidimento, il vino matura in botti grandi di rovere francese. Viene quindi affinato in bottiglia, coricata nel silenzio e nel buio della cantina Carlo Giacosa, che si trova proprio al civico 9 di Strada Ovello 9, a Barbaresco.


Azienda Agricola Carlo Giacosa
Strada Ovello 9, Barbaresco (CN)
Mail: info@carlogiacosa.it
Tel. +39 0173635116
www.carlogiacosa.it

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“Verduno è uno”: il Pelaverga di Commendator Burlotto premiato dai giornalisti


Vini dalla linea comune, ossia la freschezza, la scarsa tannicità, i profumi di frutti rossi. Relativamente basso l’alcol in volume (13%) e piuttosto ampio il ventaglio degli abbinamenti, dagli antipasti ai primi, passando per i secondi del territorio. Servito fresco, sposa i piatti a base di pesce e persino col sushi, tanto amato dai giovani. È l’identikit del Verduno Pelaverga, protagonista nelle scorse settimane di un focus organizzato dai produttori dell’Associazione Verduno è uno, presieduta da Diego Morra.

Un nome che richiama l’unicità della denominazione delle Langhe e del Roero, tanto quanto l’assonanza tra le interpretazioni stilistiche: un aspetto da non sottovalutare, in termini di chiarezza nei confronti dei consumatori. Al di là dei chiari tratti comuni, al Verduno Pelaverga non mancano le particolarità, tutte convincenti. Alcuni hanno per esempio evidenziato sfumature di caramello, agrumi, ciliegie sotto spirito e una spezia più pronunciata.

  • Verduno Pelaverga doc 2022 – I Brè
  • Verduno Pelaverga Doc 2022 Speziale – Fratelli Alessandria
  • Verduno Pelaverga Doc 2022 Basadone – Castello di Verduno
  • Verduno Pelaverga Doc 2022 – San Biagio
  • Verduno Pelaverga Doc 2022 – Gian Luca Colombo (Segni di Langa)
  • Verduno Pelaverga Doc 2022 – Antica Casa Vinicola Scarpa
  • Verduno Pelaverga Doc 2022 Sui Cristalli – Arnaldo Rivera
  • Verduno Pelaverga Doc 2022 – Diego Morra
  • Verduno Pelaverga Doc 2022 – Cadia
  • Verduno Pelaverga Doc 2022 – Massara
  • Verduno Pelaverga Doc 2022 – Commendator G.B. Burlotto
  • Verduno Pelaverga Doc 2022 – Bel Colle
  • Verduno Pelaverga Doc 2022 – Reverdito
  • Verduno Pelaverga Doc 2022 – Poderi Luigi Einaudi
  • Verduno Pelaverga Doc 2022 Il Gusto della solidarietà – Ascheri Matteo
  • Verduno Pelaverga Doc 2021 – Poderi Roset
  • Verduno Pelaverga Doc 2021 Daje Mach – La Biòca
VERDUNO PELAVERGA: LA PANORAMICA

Nel solco dei vini connotati da una spezia più pronunciata si collocano i vini de I Brè, Massara, Bel Colle e Reverdito. Grande intensità ed eleganza per Diego Morra, Fratelli Alessandria e Castello di Verduno. Alcune note del Verduno Perlaverga di Poderi Roset ricordavano il Vermuth. Quello di Scarpa è agrumato, mentre Gian Luca Colombo – Segni di Langa presenta un vino dai netti sentori di fragola e frutti di bosco. Molto interessante il Pelaverga di Arnaldo Rivera, meno potente e meno speziato, indubbiamente piacevole. Eleganti e di gran persistenza aromatica il San Biagio, il Cadia e La Biòca, che rappresentano la classicità del prodotto.

Profumato e classico l’Ascheri. Ottimo l’esordio del Verduno Pelaverga di Poderi Einaudi: 4 mila bottiglie per la prima annata 2022. Ma a convincere più di tutti è stato il Pelaverga del Commendator Burlotto, il più iconico produttore di Verduno, dagli anni Quaranta. Frutta matura ma ancora croccante, ampiezza dei profumi e gran piacevolezza al palato. Tanto che la giuria dei giornalisti presenti gli ha assegnato (all’unanimità) la vittoria nell’amichevole “competizione” a voti. Secondo posto per Diego Morra e “medaglia di bronzo” per Fratelli Alessandria.

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Cabernet Franc per l’estate: 9 vini rossi “leggeri” da provare freschi


Tutto è iniziato a febbraio, da una mezza provocazione lanciata dalle “colonne” di winemag.it ai produttori italiani: qui da noi, il Cabernet Franc, viene concepito troppo spesso solo ed esclusivamente come vino da invecchiamento, corposo, strutturato. All’estero, invece, il Franc viene interpretato il più delle volte anche all’opposto (eclatante il caso della Loira), come uno straordinario “vino leggero” da consumare fresco da frigo, con spensieratezza. All’editoriale (puoi rileggerlo qui) hanno risposto diversi vignaioli e cantine del Bel Paese, che hanno voluto sottoporre all’assaggio i loro Cabernet Franc per l’estate: ecco 9 vini rossi “leggeri” da 3 regioni, da provare freschi.

VINO CANTINA DESCRIZIONE PUNTEGGIO
Toscana Igt Cabernet Lenzini Franco 2022 Tenuta Lenzini

(Capannori, Lucca)

Alcol: 12,5% vol. Colore rubino con chiari riflessi violacei. Tutto sul frutto al naso, in particolare sulla ciliegia e sulla mela rossa, su un bel sottofondo di spezie che richiama il pepe verde. Al palato non è solo teso, fresco e sapido. Rivela anche una certa morbidezza glicerica, che contribuisce a regalare un sorso pieno e appagante, pur nell’estrema agilità di fondo. Vino manifesto del Cabernet Franc italiano “glou-glou”. 92/100
Colli Euganei DOC Cabernet Franc 2021 Az. Agr. Veronese

(Cinto Euganeo, Padova)

Alcol: 12,5% vol. Color violaceo, poco penetrabile alla vista. Al naso un concerto di frutta di sottobosco a bacca rossa e nera, matura. Sul fondo una moderata speziatura. In bocca è la sapidità a fare da spina dorsale e riequilibrare : un Franc di una certa struttura, “alleggerita” però dalle caratteristiche dei suoli del Monte Versa, di matrice vulcanica. Eccezionale il risultato, nel bilanciamento tra polpa e mineralità. 91/100
Colli Euganei Cabernet Doc 2020 Il Pianzio – Famiglia Selmin

(Galzignano Terme, Padova)

Alcol: 12,5% vol. Rubino pieno, riflessi granati. Tutto sul frutto il naso (più ciliegia e fragola che mora e mirtillo), con chiare reminiscenze di pepe e foglie di tè nero. Il palato di medio corpo, fresco, teso sulla sapidità e la spalla acida. Un vino elegante e dinamico, specchio fedele del Franc, pur con una piccola aggiunta di Cabernet Sauvignon. Chiude asciutto, senza eccellere in persistenza, su ricordi di mallo di noce. 88/100
Veneto Igt Cabernet Franc 2020 “Godimondo” Conte Emo Capodilista – La Montecchia

(Vo’, Padova)

Alcol: 12,5% vol. Splendido colore rubino, con riflessi granati. Al naso è golosità pura, per la precisione delle note fruttate di ciliegia, lampone, mora e mirtillo avvolte in un setoso manto mentolato e speziato, in grado di conferire balsamicità. Tutto lascerebbe pensare a un sorso piuttosto grasso; invece il palato è pura tensione acido-sapida, sui ritorni dei frutti perfettamente maturi già avvertiti al naso e su una trama tannica elegantissima. Gran interpretazione del vitigno. 93/100
Colli Berici Doc Cabernet Franc 2020 Cantina Mattiello

(Costozza di Longare, Vicenza)

Alcol: 12,5% vol. Bel colore rubino, penetrabile alla vista. Al naso non particolarmente esuberante in principio, ma ha bisogno di ossigeno e di qualche grado in più nel calice per esprimersi appieno. Lo fa ben presto su note fruttate precise di ciliegia, di fragola e di lampone, lasciando in sottofondo una speziatura che richiama il pepe nero e lo stecco di liquirizia.  Palato essenziale, fresco e sapido, tutto giocato sulla frutta rossa. Finale asciutto, più che mai appagante. 89/100
Friuli Colli Orientali Doc Cabernet Franc 2019 Vigna Petrussa

(Prepotto, Udine)

Alcol: 12,5% vol. Bellissimo colore rubino dai riflessi granati, penetrabile alla vista. Al naso note elegantissime di frutta a polpa scura più che rossa: mirtilli in gran vista insieme alle more, ancor più di ciliegia, fragolina e lampone. Bel floreale di violetta e speziatura che conferisce un certo nerbo e vivacità. Vaghe note tostate, di biscotto orzo e miele. Il palato è un “concentrato di Friuli”, per la capacità di richiamare non solo i grandissimi rossi della regione, ma il terroir di Prepotto e i suoli di ponca. Una sapidità perfettamente avvolta dalla generosa espressione della frutta, in un quadro di perfetta corrispondenza gusto olfattiva. Come abbinare, in maniera eccelsa, agilità di beva e carattere tipici di quella grande varietà che è il Cabernet Franc. 93/100
Colli Euganei Cabernet Franc 2021 Vigne al Colle di Benato Martino

(Rovolon, Padova)

Alcol: 13% vol. Bel colore violaceo, che dimostra la gioventù del nettare. Profilo decisamente fruttato per questo Franc che proviene dallo splendido terroir di Rovolon, vera chicca dei Colli Euganei padovani. Una speziatura elegantissima abbraccia le note di susina, lampone e ciliegia matura, insieme a note balsamiche. In bocca è tensione pura, capace di controbilanciare l’opulenza del frutto e un certo calore. Chiude sapido, asciutto, fresco e fruttato (netta la ciliegia nel retro olfattivo). Vino importante, all’inizio della sua lunga vita, già estremamente gustoso. 92/100
Montescudaio Doc Cabernet Franc 2019 “Atteone” Gianni Moscardini

(Pomaia di Santa Luce, Pisa)

Alcol: 14,5% vol. Solo 2.700 bottiglie prodotte per questo Cabernet Franc toscano che si presenta di un rosso rubino intenso con riflessi granati luminosi. Al naso una gran tipicità. Presente tutto il bouquet di fiori, frutti e spezie della varietà. Piacevole l’apporto erbaceo che ricorda la foglia di pomodoro e la “piccantezza” dosata del peperone verde. In bocca è teso e fresco, con ricordi umami e terziari che ne definiscono l’affinamento in legno (fava di cioccolato, burro salato). Vino decisamente ben congeniato anche in termini di beva, anche se l’apporto di alcol, nel quadro generale del sorso (e soprattutto del retro olfattivo) è al momento un po’ ingombrante. 91/100
Igt Trevenezie Cabernet Franc 2020 “Eros” Marco Sambin

(Cinto Euganeo, Padova)

Alcol: 14% vol. Granato luminoso, alla vista. Naso timido, si apre lentamente con l’ossigenazione e qualche grado in più nel calice. Al naso è un concentrato di ciliegia, perfettamente matura, con sottofondo di spezie come il pepe verde. Ricordi di polvere di liquirizia salata completano il quadro olfattivo. Ingresso di bocca morbido per questo Franc, che poi si accende su freschezza e speziatura, prima di una chiusura sapida e balsamica. Vino interessante anche in prospettiva. 89/100
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Migliori Sangiovese di Romagna Sottozona: tutti i punteggi a Vini ad Arte 2023


Ricerca del frutto, della freschezza, di una beva slanciata ma non banale, che premi la tipicità della varietà, dei suoli e l’espressione dell’annata. È questa l’ottima direzione che sembra aver preso il Sangiovese di Romagna delle Sottozone: qui tutti i punteggi e i migliori a Vini ad Arte 2023. Grazie all’annuale rassegna organizzata dal Consorzio Vini di Romagna il 20 luglio, è stato possibile degustare decine di campioni dell’annata 2022. Protagonisti assoluti, oltre all’Albana (qui i migliori assaggi) i 16 areali in cui è stato suddiviso il Romagna Sangiovese Doc, a partire dal 2011:
Serra, Brisighella, Modigliana, Marzeno, Oriolo, Castrocaro, Predappio, Meldola, Bertinoro, Cesena, Mercato Saraceno, Longiano, Imola, Coriano, San Clemente e Verucchio.

Si tratta di una produzione di nicchia, grazie alla quale i produttori romagnoli possono raccontare le specificità dei singoli terroir, che spaziano dalla fascia più vicina al mare Adriatico ai pendii eroici prossimi agli Appennini. Fasce longitudinali in cui cambia la composizione dei terreni, l’esposizione e l’altimetria, dando risultati spesso molto diversi nel calice. Su una superficie totale di 6.235 ettari, nel 2020 sono state prodotte 11,5 milioni di bottiglie di Romagna Sangiovese Doc. Numeri ben più risicati quelli delle Sottozone, ma in decisa crescita: si è passati dalle 363.467 bottiglie del 2019 alle 517.067 bottiglie del 2022.

IL SANGIOVESE DI ROMAGNA DELLE 16 SOTTOZONE: SGUARDO AL FUTURO

La vera sfida per il futuro della denominazione è dunque la massa critica sulle 16 Sottozone, capaci di raccontare – in prospettiva anche sul fronte del turismo e dell’enoturismo – una Romagna lontana dallo stereotipo delle infinite spiagge di sabbia e delle lunghe file di ombrelloni. La Romagna dell’entroterra. Della gastronomia lenta, da contrapporre al mordi e fuggi di una piadineria della Riviera. La Romagna degli scorci mozzafiato sugli Appennini e dei suoli di matrice vulcanica, tanto inaspettati in una regione che fa della sabbia uno dei suoi simboli internazionali. Lo scoglio è quello rappresentato dall’Igt, che in Romagna pesa ancora come un macigno sull’evoluzione () della Doc. A dirlo sono i numeri, che riguardano ovviamente anche il Sangiovese.

La Rubicone Igt è in testa con 87.621.067 milioni di bottiglie. A seguire Ravenna Igt con 600.533, Forlì Igt con 484.933 e Sillaro Igt con 165.867. Vini con prezzi spesso modesti, collocabili alla base della piramide qualitativa romagnola e destinati al mondo della grande distribuzione organizzata e alle promozioni “aggressive” dei discounter. Volumi movimentati in gran parte da imbottigliatori e cooperative che, nel tempo, si stanno avvicinando con curiosità alle espressioni del Sangiovese di Romagna delle Sottozone. Il futuro dirà chi ha ragione. All’orizzonte, una potenziale crescita del valore medio, a cascata, di tutte le tipologie, grazie ad attività di marketing e comunicazione finalizzate a un posizionamento prezzo sempre più elevato delle Sottozone. La qualità? C’è tutta.

LA VENDEMMIA 2022 IN ROMAGNA E I MIGLIORI SANGIOVESE SOTTOZONA A VINI AD ARTE 2023


Tornando ai calici, passando prima dalla vigna, come è stata la vendemmia 2022 in Romagna? In sintesi, secondo quanto riferisce il Consorzio, «una vendemmia concentrata in pochi giorni, non abbondante (- 1% rispetto alla media degli ultimi 5
anni e +3% rispetto al 2021), ma di buona qualità, con vini bianchi spumanti di buona struttura e longevità, se
ben posizionati nella raccolta delle uve, e vini rossi che potrebbero uscire con punte di eccellenza per equilibrio ed eleganza». Vediamo dunque i migliori Sangiovese Sottozona a Vini ad Arte 2023.

 

NOME ANNO DENOMINAZIONE AZIENDA MENZIONE/ZONA DESCRIZIONE SCORE
Moro di Dozza 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc ASSIRELLI IMOLA Colore piuttosto carico, ma luminoso. Bel fiore, bel frutto denso, che si conferma anche al palato. Molto tipico, fruttato e con una leggera vena sapida ad accompagnare il sorso. Vino che abbina peso e agilità di beva. 87
Contragrande 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc BRANCHINI IMOLA Vino giocato sull’eleganza e una certa austerità, giovane e si sicura prospettiva. Rinuncia alla potenza e alle concentrazioni per esaltare una freschezza e vena sapida. 88
Barone Bartolomeo 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc CANTINA DI CESENA – TENUTA AMALIA CESENA Bel colore, tinte violacee. Versione di Sangiovense agile e beverina, semplice. 84
Benedictus 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc CANTINA FIAMMETTA SAN CLEMENTE Tanta macchia mediterranea e spezia, un bel frutto, ciliegia appena matura. In bocca corrispondente. Versione easy, beverina, piacevole. 85
Tratti d’Autore 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc CANTINA FORLÌ
PREDAPPIO
PREDAPPIO Altro bel frutto goloso, tannini vivi ed eleganti, leggera sapidità. Vino che premia beva e agilità, in maniera molto ben congegnata. 87
S zero solfiti aggiunti 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc FATTORIA DEL MONTICINO ROSSO IMOLA Vino di beva molto agile. Fiore, frutto croccante e vena glicerica ad arrotondare, senza squilibri. 85
Tre Rocche 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc FATTORIA NICOLUCCI PREDAPPIO Bel colore, rubino con unghia violacea, luminosa. Naso-bocca tra spezia e frutto golosissimo, ciliegia ma anche mora, una leggera percezione di mirtillo. Allungo sapido-minerale, tannini elegantissimi e prospettiva. 88
Petali di Viola 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc MERLOTTA IMOLA Primo naso su fiore e frutto molto ben espresso. In bocca mostra di aver bisogno di tempo, con moderata fiducia. 85
NOELIA RICCI – Il Sangiovese 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc PANDOLFA – NOELIA RICCI PREDAPPIO Bellissimo colore, luminoso. Naso golosissimo, denso e al contempo slanciato. In bocca un’ottima corrispondenza, tannini vivi ad asciugare tanta materia, succosissimo. Finale persistente. 90
PANDOLFA – Federico 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc PANDOLFA – NOELIA RICCI PREDAPPIO Naso dominato dalla macchia mediterranea (netto il rosmarino) nonché dalla grande precisione del frutto croccante, di bosco. In bocca eleganza da vendere, tannini finissimi che esaltano ulteriormente la perfetta corrispondenza gusto olfattiva. Vino all’inizio di una vita molto promettente. 91
Mazapegul 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc PODERE DELLA GROTTA CESENA Note speziate e marine, sin dal naso, sul frutto croccante, elegante. Gran bei tannini al palato, ad asciugare un frutto goloso, denso e al contempo slanciato. 91
Prugneto 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc PODERI DAL NESPOLI PREDAPPIO Naso sulla frutta matura e su note di terziari di cioccolato, toffee, leggera mou. In bocca goloso, ciliegia e ancor più fragola, al limite della confettura. Vino giovane, buona prospettiva. 89
Gualdo 2022 Romagna Sangiovese Predappio Doc PODERI DAL NESPOLI PREDAPPIO Naso tutto sul frutto, con grande eleganza e precisione. Molta eleganza anche al palato, grazie a tannini lavorati divinamente e di prospettiva. Golosissimo dall’ingresso alla chiusura. 91
Le More 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc RONCHI DI CASTELLUCCIO MODIGLIANA Bella progressione naso bocca, su ciliegia e spezie, in chiusura. Beva e prospettiva, anche grazie a tannini vivi. 88
Vigna Palazzina 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc TENUTA CASALI MERCATO SARACENO Netta speziatura al naso, oltre a note mentolate al limite del balsamico. Palato che segue a ruota. Vino sull’eleganza, con ritorni di timo e mentuccia sul frutto, preciso, croccante. Al sorso un po’ meno di concentrazione del frutto rispetto al naso. 89
Oddone 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc TENUTA LA VIOLA BERTINORO Bel rubino luminoso, invitante. Ciliegia croccante, matura il giusto, lampone, un tocco di mora di rovo. Vino molto semplice, sulla beva, tra i migliori in questo senso. 88
Beato Enrico 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc TENUTA SANTINI CORIANO Non degustato per questioni tempistiche X
Samore 2022 Romagna Sangiovese Superiore DOC TENUTA UCCELLINA RAVENNATE Non degustato per questioni tempistiche X
Campo di Mezzo 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc TRE MONTI SERRA Non degustato per questioni tempistiche X
2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc ZAVALLONI CESENA Frutto denso naso-bocca. Vino apprezzabile per la bella vena morbida del frutto e il lavoro sui tannini. Buona eleganza e beva. 87
Sigismondo 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc ROCCHE MALATESTIANE CORIANO Non degustato per questioni tempistiche X
I diavoli 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc ROCCHE MALATESTIANE SAN CLEMENTE Frutto goloso e ancora quella bella nota speziata e di macchia mediterranea, avvertita in altri campioni. Gran bell’espressione del frutto, tannini elegantissimi. Chiusura sul frutto e su leggera vena sapida. 90
Tre Miracoli 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc ROCCHE MALATESTIANE VERRUCCHIO Non degustato per questioni tempistiche X
Crepe 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc CA’ DI SOPRA MARZENO Non degustato per questioni tempistiche X
PANDOLFA – Pandolfo 2022 Romagna Sangiovese Superiore Doc PANDOLFA – NOELIA RICCI PREDAPPIO Naso pieno, classico “ciliegione”, molto goloso. In bocca agile, beverino, goloso. 89
Cadisopra 2021 Romagna Sangiovese Marzeno Doc CA’ DI SOPRA MARZENO Non degustato per questioni tempistiche X
Il Costone 2021 Romagna Sangiovese Bertinoro Doc CANTINA BRASCHI BERTINORO Vino goloso naso-bocca, sul frutto, manca anche qui un po’ di concentrazione del frutto, sapido in chiusura, sin dal centro bocca, ma con ritorni di frutta e di macchia mediterranea (timo) in retro olfattivo, molto precisi. Versione che abbina carattere e gran agilità di beva. 90
Le Case Rosse 2021 Romagna Sangiovese Superiore Doc CANTINA DI CESENA – TENUTA AMALIA CESENA Rubino granato luminoso, molto penetrabile alla vista. Gran bella ciliegia naso bocca, bella vena sapida, bei tannini eleganti. Con un po’ più di polpa in chiusura sarebbe stato perfetto. Molto bello 89
Al Caleri 2021 Romagna Sangiovese Superiore Doc CONDE’ PREDAPPIO Naso sul tamarindo, granatina, ciliegia. Un po’ di selvatico al palato, insieme a spezie della macchia e a una cileigia e lampone molto maturi, quasi densi. 89
Chiara Condello 2021 Romagna Sangiovese Predappio Doc CONDE’ PREDAPPIO Bellissimo colore, rubino. Naso su ciliegia matura, ricordi di fragola, frutti di bosco, nota zolfata leggera, minerale. Gran bel frutto e tannino al palato. Beva, elegantissima. 91
Notturno 2021 Romagna Sangiovese Predappio Doc DREI DONA’ PREDAPPIO Colore piuttosto carico. Espressione di Sangiovese molto tipica sul frutto naso-bocca, con ricordi di liquirizia e menta in chiusura, oltre a burro salato e di arachidi. Vino di prospettiva. 91
Caciara 2021 Romagna Sangiovese SuperioreDoc ENIO OTTAVIANI SAN CLEMENTE Bel colore, granato luminoso. Tanta spezia e macchia mediterranea (alloro, timo) sul frutto croccante, che ricorda la ciliegia. Frutto e tannini molto ben espressi. Gran bel vino anche in prospettiva. 90
Poggio Vicchio 2021 Romagna Sangiovese Marzeno Doc FATTORIA ZERBINA MARZENO Non degustato per questioni tempistiche X
Rosso della Torre 2021 Romagna Sangiovese Superiore Doc LA SABBIONA ORIOLO Non degustato per questioni tempistiche X
NOELIA RICCI – Godenza 2021 Romagna Sangiovese Predappio Doc PANDOLFA – NOELIA RICCI PREDAPPIO Bel colore, naso goloso, ciliegione. Tannini sottili, ben integrati, beva agile, leggiadra, certamente golosa. 88
Il Bosco 2021 Romagna Sangiovese Superiore Doc PERTINELLO PREDAPPIO Vino connotato da leggere note selvatiche, d’un Sangiovese ruspante e fruttato, classico nettare romagnolo da tutto pasto. 85
Pietro 1904 2021 Romagna Sangiovese Predappio Doc PICCOLO BRUNELLI PREDAPPIO Splendido frutto, ciliegia, lampone, fragola, ricordi di agrume rosso, tamarindo leggero in retro olfattivo. Spezia, sapidità, tannini elegantissimi. 91
Cesco 1938 2021 Romagna Sangiovese Predappio Doc PICCOLO BRUNELLI PREDAPPIO Naso golosissimo sul frutto, che sfiora la confettura di lamponi e ciliegie. Pregevole speziatura e note di erbe aromatiche più in sottofondo, sin dal naso: timo, rosmarino. Vino che al palato abbina concentrazione e slancio, golosissimo e dai tannini di prospettiva. 93
Canovaio 2021 Romagna Sangiovese Superiore Doc PODERI DELLE ROCCHE IMOLA Naso molto elegante, va su note goudron. Tannini eleganti, bella ciliegia e chiusura agrumata, rossa (sangionella). Elegante e di prospettiva. 89
Arlesiana 2021 Romagna Sangiovese Brisighella Doc POGGIO DELLA DOGANA BRISIGHELLA Naso dominato da ricordi di ciliegia, o meglio di visciola. Sorso teso, sapido, anche sul frutto. Vino snello e leggiadro, dai tannini rotondi, tutto sulla beva, senza disdegnare un certo carattere. 88
I 4 Bastioni 2021 Romagna Sangiovese Superiore Doc POGGIO DELLA DOGANA CASTROCARO Non degustato per questioni tempistiche X
Vigna Baruccia 2021 Romagna Sangiovese Mercato Saraceno Doc TENUTA CASALI MERCATO SARACENO Bel colore. Naso profondo su goudron e spezia, oltre al frutto come la ciliegia, perfettamente matura. In bocca una gran bella vena dolce sui tannini. Frutto maturo, beva ed eleganza.  Splendido in retro olfattivo su ritorni goudron e fruttati. 91
Rondo’ 2021 Romagna Sangiovese Superiore Doc TENUTA DE STEFENELLI BERTINORO Bel colore luminoso, giovanile, violaceo. Naso tra spezia e frutto rosso maturo (fragola, lampone, la classica ciliegia) Qualche ricordo di frutta secca. 85
Colombarone 2021 Romagna Sangiovese Bertinoro Doc TENUTA LA VIOLA BERTINORO Bel colore, luminoso, vivo. Molto profumato, di violetta, frutta rossa. Balsamico più in sottofondo. In bocca è elegante: classico “ciliegione”, ma su vena sapida e su tannini vivi e di prospettiva. Vino che può decisamente migliorare nel tempo. 90
InTerra Rosso 2021 Romagna Sangiovese Bertinoro Doc TENUTA LA VIOLA BERTINORO Frutto goloso, naso bocca, tanta ciliegia, lampone, fragola. Tannini eleganti che contribuiscono alla bella beva. Vena sapida che domina il palato e accompagna fino al croccantissimo retro olfattivo, su ritorni della frutta avvertita al naso. Vino di assoluta prospettiva. 93
Bacana 2021 Romagna Sangiovese Superiore DOC TENUTE BACANA BRISIGHELLA Bel colore, frutto tendente al maturo, mora più che ciliegia. Bella speziatura di fondo, macchia mediterranea. Tannini eleganti, beva agile 88
Classe 33 2021 Romagna Sangiovese Serra Doc TRE MONTI SERRA Non degustato per questioni tempistiche X
Papesse 2021 Romagna Sangiovese Modigliana Doc VILLA PAPIANO MODIGLIANA Naso sul frutto croccante (ciliegia) con leggero risvolto rustico-selvatico e una nota minerale e di erbe aromatiche, balsamiche. Buona eleganza e carattere al palato. Vino che privilegia la beva, senza rinunciare a tannini vivi, di prospettiva. Una prova stilistica da incoraggiare. 88
Vigna Beccaccia 2021 Romagna Sangiovese Modigliana Doc VILLA PAPIANO MODIGLIANA Naso splendido, sul frutto, goloso, perfettamente maturo. Prugna, susina, anguria, mora, amarena. Macchia mediterranea in sottofondo. Esemplare anche al palato, lungo, slanciato, sapido. Tannini che giocano meravigliosamente sul frutto e sulla vena glicerica. Ottima persistenza. Sangiovese “vero”, puro. 93
Primo Segno 2021 Romagna Sangiovese Superiore Doc VILLA VENTI LONGIANO Non degustato per questioni tempistiche X
Solaris 2021 Romagna Sangiovese Superiore Doc ZAVALLONI CESENA Esordisce al naso su un bel frutto rosso e su note goudron, che si ripresentano anche in un palato denso, in confettura. Tannini eleganti a riequilibrare. Chiusura ricca, polposa. Vino a cui dare tempo. 88
138 2021 Romagna Sangiovese Superiore Doc TENUTA MASSELINA SERRA Non degustato per questioni tempistiche X
Manano 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc BIONI CASTROCARO Non degustato per questioni tempistiche X
Bissoni Riserva 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc BISSONI RAFFAELLA BERTINORO Colore piuttosto carico, pur luminoso. Gran naso di tamarindo, ciliegia, legno molto integrato. Splendido palato, nell’ottimo bilanciamento di primari e terziari di vaniglia e caramella mou. Gran persistenza e struttura. Vino golosissimo, ancora molto giovane. 91
Vigna Ca’ del Rosso 2020 Romagna Sangiovese Marzeno Riserva Doc CA’ DI SOPRA MARZENO Non degustato per questioni tempistiche X
Vigna Montale 2020 Romagna Sangiovese Marzeno Riserva Doc CA’ DI SOPRA MARZENO Non degustato per questioni tempistiche X
Pergami 2020 Romagna Sangiovese Riserva Doc CANTINA DI CESENA – TENUTA AMALIA CESENA Naso goloso, sulla ciliegia. Profilo vinoso al palato, con il frutto pur presente da centro a chiusura. Tannino al momento un po’ pungente, di prospettiva. 87
Nero Eron 2020 Romagna Sangiovese San Clemente Riserva Doc CANTINA FIAMMETTA SAN CLEMENTE Bel granato luminoso, mediamente penetrabile. Nota di moro di rovo, molto centrata e riconoscibile, oltre a ciliegia, fragola, lampone e lampone in un quadro piuttosto denso, stratificato tra frutto e spezie. Palato su frutta che si conferma molto golosa e tannini ben svolti. Allungo su arancia rossa, ciliegia e mora, leggermente sapido. Vino di prospettiva. 91
Volo d’Aquila 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc CANTINA FORLÌ
PREDAPPIO
PREDAPPIO Vino dal colore piuttosto carico. Intensa speziatura al naso, su ricordi di cannella e vaniglia. Il frutto è maturo, tra la ciliegia e la mora Palato in perfetta corrispondenza. 87
Bron & Ruseval 2020 Romagna Sangiovese Bertinoro Riserva Doc CELLI BERTINORO Naso netto sulla ciliegia e sulla viola mammola. Sapidità e trama tannica a fare da spina dorsale a una bella progressione sul frutto (ciliegia, lampone e fragola). Vino molto elegante, soprattutto sui primari, a denotare una perfetta epoca di raccolta delle uve e un’ottimale valorizzazione in cantina. Bella mano. 90
Predappio 2020 Romagna Sangiovese Predappio Doc CONDE’ PREDAPPIO Colore luminoso, giovanile. Leggere note selvatiche perfettamente integrate e gran carattere per questo Sangiovese. Tamarindo, agrume rosso, spezie. In bocca un concerto, in perfetta corrispondenza, su tannini elegantissimi. Chiude sapido, su ritorni golosissimi di frutta fresca. Vino all’inizio di una lunga vita. 93
Le Lucciole 2020 Romagna Sangiovese Predappio Riserva Doc CONDE’ PREDAPPIO Tra i migliori “nasi” dell’ampia batteria, polposo, sul frutto croccante, sulle spezie, sulle aromatiche della macchia mediterranea. Al palato più austero di quello che farebbe presagire, ma è solo un peccato di gioventù (da vendere). Un vino giocato sull’eleganza estrema, sulla raffinatezza e sul terroir. Un filo di polpa in più, anche al palato, e rasenterebbe la perfezione. 92
Raggio Brusa 2020 Romagna Sangiovese Predappio Riserva Doc CONDE’ PREDAPPIO Colore piuttosto carico ma luminoso, frutto molto maturo. Bel palato teso, su vena minerale zolfata, a fare da spina dorsale all’espressione piena del frutto, sferzata da tannini in cravatta. Lunga chiusura. Vino molto elegante, ancora giovane. 94
Vigna del Pruno 2020 Romagna Sangiovese Predappio Riserva Doc DREI DONA’ PREDAPPIO Frutto e importante presenza di terziari al naso. Al palato più equilibrio tra le due componenti, su uno splendido frutto croccante ben controbilanciato dal legno (fondo di caffè e leggera vaniglia bourbon). Gran prospettiva. 91
Sole Rosso 2020 Romagna Sangiovese Superiore Doc ENIO OTTAVIANI SAN CLEMENTE Ciliegia, spezia, erbe aromatiche come l’alloro e il timo, mineralità salina. Un vino che ha tutto, elegante e beverino, oltre a una sicura prospettiva. 92
Frutti Rossi 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc FATTORIA DEL MONTICINO ROSSO IMOLA Frutto molto compiuto al naso, così come al palato. Bello anche il fiore, violetta più che rosa. Vino muscolare al palato, tra tannino e acidità viva. D conservare in cantina. 89
Predappio di Predappio Vigna del Generale 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc FATTORIA NICOLUCCI PREDAPPIO Colore splendido. Naso goloso, su ciliegia, lampone. Bel sottofondo speziato, macchia mediterranea in gran vista. Palato straordinariamente aperto, golosissimo, su frutto pieno e tannini di estrema eleganza. Allungo fresco-sapido-fruttato e prospettiva da vendere. Come usare il legno: istruzioni per l’uso. 95
Legio 2020 Romagna Sangiovese Serra Doc FERRUCCI SERRA Non degustato per questioni tempistiche X
Domus Caia 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc FERRUCCI SERRA Non degustato per questioni tempistiche X
Fiorone 2020 Romagna Sangiovese Castrocaro Doc FIORENTINI CASTROCARO Non degustato per questioni tempistiche X
Fermavento 2020 Romagna Sangiovese Superiore Doc GIOVANNA MADONIA BERTINORO Leggermente selvatico al primo naso, poi frutto come mora di rovo, ancor più che ciliegia, ed erbe aromatiche mediterranee e spezie. In bocca molto tipico, tannino lavorato molto bene, bella croccantezza e decisamente ottima la beva. Prova da incorraggiare. 90
Ombroso 2020 Romagna Sangiovese Bertinoro Riserva Doc GIOVANNA MADONIA BERTINORO Stesso primo naso sulla spezia e su un leggero risvolto selvatico. Ciliegia più matura del precedente e più concentrazione al palato. Cantina sulla strada giusta, verso il bilanciamento tra freschezza e frutto. Per molti versi, la rivelazione di Vini ad Arte 2023. 91
Mammutus Oriolo 2020 Romagna Sangiovese Oriolo Doc LA SABBIONA ORIOLO Non degustato per questioni tempistiche X
Fondatori PG 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc MERLOTTA IMOLA Colore piuttosto impenetrabile, naso e bocca condizionate al momento dal legno. Frutto polposo, ricco sulle note di goudron, biscotto, mou e fondo di caffè. Un vino di struttura, giovane, all’inizio della sua vita. 91
Il Pertinello 2020 Romagna Sangiovese Superiore Doc PERTINELLO PREDAPPIO Tanta macchia mediterranea al naso, oltre alla classica ciliegia e al lampone maturo. Bella progressione al palato, a cui manca però un po’ concentrazione. Beva comunque premiata. 87
Il Sasso 2020 Romagna Sangiovese Superiore Doc PERTINELLO PREDAPPIO Colore leggermente più carico del precedente. Bel naso su ciliegia e tamarindo. Bocca molto ben espressa su un frutto golosissimo e su tannini molto ben lavorati, ad “asciugare” e dare prospettiva. Bella vena sapida che accompagna da apertura a chiusura. Lunghissima la persistenza. 93
Dante 1972 2020 Romagna Sangiovese Predappio Riserva Doc PICCOLO BRUNELLI PREDAPPIO Bel naso su ciliegia e lampone. Frutto che conferisce morbidezza in un palato in cui, tuttavia, ruggisce al momento il tannino. L’ossigenazione apre a leggeri a risvolti selvatici. Vino molto giovane, da attendere con fiducia. 89
Il Nespoli 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc PODERI DAL NESPOLI PREDAPPIO Legno e frutto stramaturo, mora di rovo più che ciliegia. Tanta sapidità unita a ritorni di legno che. al momento, condizionano il sorso. Retro olfattivo sul burro salato. 88
Castellano 2020 Romagna Sangiovese Superiore Doc PODERI DELLE ROCCHE IMOLA Vino su note fruttate dolci, dall’ingresso alla chiusura. 86
Ora 2020 Romagna Sangiovese Superiore Doc SAN PATRIGNANO CORIANO Non degustato per questioni tempistiche X
Avi 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc SAN PATRIGNANO CORIANO Non degustato per questioni tempistiche X
Vigna Quartosole 2020 Romagna Sangiovese Mercato Saraceno Riserva Doc TENUTA CASALI MERCATO SARACENO Spezia e macchia mediterranea al naso, oltre al frutto rosso. Particolarmente salino al palato, dall’ingresso alla chiusura. Bel frutto, croccante. Buona espressione di Sangiovese, in fase di amalgama. 87
Cerbiano 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc TENUTA DEL GELSO BERTINORO Colore rubino-granato carico, pur penetrabile alla vista. Al naso frutta matura, precisa e senza sbavature: ciliegia, lampone, fragola, mora, prugna. In bocca una gran bella tensione acida e sapida – quasi inattesa – cui fa seguito un allungo elegante, su toni balsamici, mentolati. 90
2020 Romagna Sangiovese Superiore Doc TENUTA FRANZONA IMOLA Colore piuttosto carico per questo Sangiovese 2020. Naso sulla liquirizia, oltre che su un bel frutto. Al palato tannini che asciugano elegantemente l’abbondante materia. Vino piacevole, all’inizio del suo percorso di vita. 89
Orione 2020 Romagna Sangiovese Coriano Doc TENUTA SANTINI CORIANO Non degustato per questioni tempistiche X
Iko 2020 Romagna Sangiovese Superiore DOC TENUTE TOZZI BRISIGHELLA Granato luminoso alla vista. Leggera nota selvatica al primo naso, che si ritroverà poi al sorso, in maniera meno accentuata. Palato teso, soprattutto sulla sapidità, ma il frutto non manca affatto. Un Sangiovese di Romagna caratteriale, tipico e dalla gran personalità. 91
Thea 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc TRE MONTI SERRA Non degustato per questioni tempistiche X
Petrignone 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc TRE MONTI SERRA Non degustato per questioni tempistiche X
Amarcord d’un Ross 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc TRERE’ BRISIGHELLA Naso molto intrigante, su mora, ciliegia e potpourri. A convincere ancor più è il palato da Sangiovese di razza, con la sola “pecca” d’essere al momento ancora troppo giovane. Gran carattere e struttura, solo da attendere per una maggiore armonia, soprattutto sul fronte della componente alcolica. 91
Laurento 2020 Romagna Sangiovese Riserva Doc UMBERTO CESARI IMOLA Naso su ciliegia e violetta. Palato al momento un po’ condizionato dai terziari, che comunque non avviliscono il varietale, accompagnandolo. 89
Pre’ 2020 Romagna Sangiovese Predappio Doc VILLA PAPIANO PREDAPPIO Colore mediamente carico, luminoso. Vino molto condizionato da sentori selvatici, sotto ai quali si cela un bel frutto di bosco. Necessita tempo per aprirsi e dare il meglio di sé. 87
Longiano particella 10 2020 Romagna Sangiovese Longiano Doc VILLA VENTI LONGIANO Non degustato per questioni tempistiche
Amedeo 2020 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc ZAVALLONI CESENA Colore molto carico ma luminoso. Frutta molto matura, amarena. In bocca ottima corrispondenza, tannini molto eleganti. Ottimale utilizzo del legno, integrato ma percettibile su note di vaniglia e toffee. Goloso. 90
Masselina Riserva 2020 Romagna Sangiovese Serra Riserva Doc TENUTA MASSELINA SERRA Non degustato per questioni tempistiche X
2020 Romagna Sangiovese Riserva Doc BRANCHINI IMOLA Naso e bocca su agilità e verticalità, nel segno di una delle versioni più “cruncy” del frutto. Gran beva, senza perdere un millimetro di tipicità. Al corredo dei primari fa eco un agrume rosso (sanguinella) che accompagna dal naso al retro olfattivo. 87
Monte de Re 2019 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc ASSIRELLI IMOLA Naso su radice di liquirizia, rintocchi di rabarbaro e frutto rosso maturo, preciso, goloso. Vino in una buona fase evolutiva, molto godibile. 88
Vigna Colecchio 2019 Romagna Sangiovese Bertinoro Riserva Doc BISSONI RAFFAELLA BERTINORO Frutto tra i più precisi di Vini ad Arte 2023, su gelso, mora di rovo, ciliegia matura, croccante. Tannini lavorati divinamente, ancora una volta a segnare la strada della tipologia. Legno appena percettibile in retro olfattivo. Vino che può certamente dare ancora molto, nei prossimi anni. 94
1502 Da Vinci in Romagna – Rocca di Cesena 2019 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc CAVIRO FAENZA Non degustato per questioni tempistiche X
Le Morine 2019 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc FATTORIA DEL MONTICINO ROSSO IMOLA Bel rubino luminoso, penetrabile alla vista. Gran eleganza naso bocca, frutto golosissimo, tannini splendidi, acidità viva. Giovane e di prospettiva. 91
Mammutus 2019 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc LA SABBIONA ORIOLO Non degustato per questioni tempistiche X
Le Armi 2019 Romagna Sangiovese Imola Riserva Doc PALAZZONA DI MAGGIO IMOLA Al naso note di confettura di ciliegia e mora, risvolti mielati. Corrispondente al palato, in un centro bocca che si arricchisce di ricordi di rabarbaro sui tannini dolci. Chiusura morbida, nel buon bilanciamento tra primari e terziari. Vino corpulento, ancora molto giovane. 90
Luis 2019 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc PODERE DELL’ANGELO VERUCCHIO Non degustato per questioni tempistiche X
Cleto 2019 Romagna Sangiovese Cesena Riserva Doc PODERE DELLA GROTTA CESENA Primo naso timido, che presto si apre su un  frutto rosso croccante, molto preciso. Al palato una buona corrispondenza gusto olfattiva. Tannini eleganti, ancora una volta sulla ciliegia golosa. Vino molto giovane e di prospettiva. 90
Augustus 2019 Romagna Sangiovese Riserva Doc PODERE PALAZZO CESENA Legno e frutto ben amalgamati al naso. In particolare, frutto golosissimo al naso, molto maturo, senza cedere un filo di eleganza. Bei tannini fitti e sottili. Vino di beva. 88
Signorello 2019 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc PODERI DELLE ROCCHE IMOLA Frutto surmaturo almeno parzialmente, un po’ pastoso. In bocca tannini vivi e conferma delle note surmature. Chiusura tendente all’amaricante e sbilanciata sui terziari. Fase complicata, quella attuale, per questo vino che ha comunque tutto per migliorare e armonizzarsi. 86
P.Honorii 2019 Romagna Sangiovese Bertinoro Riserva Doc TENUTA LA VIOLA BERTINORO Rubino mediamente penetrabile. Bellissimo frutto, balsamicità, allungo, tensione. Sangiovese ruggente, vero, caratteriale e di gran prospettiva. 92
Il Mastino 2019 Romagna Sangiovese Riserva Doc ROCCHE MALATESTIANE CORIANO Non degustato per questioni tempistiche X
Michelangiolo 2018 Romagna Sangiovese Oriolo Riserva Doc CALONGA ORIOLO Non degustato per questioni tempistiche X
Torre di Ceparano 2018 Romagna Sangiovese Superiore Riserva Doc FATTORIA ZERBINA MARZENO Non degustato per questioni tempistiche X
Armonia 2018 Romagna Sangiovese Bertinoro Riserva Doc TENUTA DE STEFENELLI BERTINORO Note di fiori secchi al naso, piuttosto invadenti sul frutto. Al palato risulta corrispondente, su un fruttato timido e su note macerative-erbacee. Tannino ruggente. Giusto aspettarsi più equilibrio, anche se l’annata 2018, in Romagna, non è stata delle più semplici. 84
Caesena 2018 Romagna Sangiovese Cesena Doc PODERE PALAZZO CESENA Colore molto carico, ma luminoso. Leggero verde-fenolico al naso, ancora una volta a sottolineare un’annata complicata. Nota che si ritrova anche al palato, a discapito di un frutto rosso piacevolmente croccante. Chiusura tendenzialmente equilibrata, pur leggermente amaricante. 85
Cuvéè La Collinaccia 2017 Romagna Sangiovese Riserva Doc FIORENTINI CASTROCARO Non degustato per questioni tempistiche X
Nonno Rico 2017 Romagna Sangiovese Oriolo Riserva Doc PODERI MORINI ORIOLO Non degustato per questioni tempistiche X
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Migliori Albana di Romagna: tutti i punteggi all’Anteprima Vini ad Arte 2023


Produzione in crescita al pari della reputazione, anche a livello internazionale, per l’Albana di Romagna. Di seguito tutti i punteggi all’Anteprima Vini ad Arte 2023, andata in scena nella seconda metà di luglio, a Faenza (seguirà nei prossimi giorni il focus sul Sangiovese di Romagna delle Sottozone). Un modo per scoprire le migliori dell’annata 2022 e 2021, pur considerando la visione parziale rispetto al numero di etichette sul mercato. La varietà romagnola a bacca bianca si conferma una delle più versatili presenti in Italia.

Ormai “riadattata” alla perfezione nella versione secca – in passato era nota come passito – copre una superficie di 818 ettari, per una produzione annuale di poco inferiore al milione di bottiglie. L’imbottigliato ha subìto una frenata solo nel 2020, passando a 756.400 rispetto agli 872.533 “pezzi” del 2019. Nuovo exploit nel 2021, con 915.600 bottiglie, sino a giungere al record di 956.133, nel 2022. Ecco dunque le migliori Albana di Romagna, con i relativi punteggi in centesimi.

NOME ANNO DENOMINAZIONE AZIENDA ZONA DESCRIZIONE SCORE
Albena 2022 Romagna Albana Secco Docg ASSIRELLI IMOLA Vena balsamica tra naso e bocca, sapidità e piacevole espressione del frutto. 87
Dutia 2022 Romagna Albana Secco Docg BRANCHINI IMOLA Naso e bocca su frutta perfettamente matura, leggere note mielate, tanto fiore fresco, mandorlo. Beva agile, su una buona concentrazione aromatica. 88
Campo Mamante 2022 Romagna Albana Secco Docg CANTINA BRASCHI MERCATO SARACENO Fresca, agrumata, verde di erbe della macchia mediterranea e dal frutto croccante. Beva agile, al momento afferita ai soli agrumi. 86
Alba Nuova 2022 Romagna Albana Secco Docg CANTINA DI CESENA – TENUTA AMALIA CESENA Vino agile, beverino, corretto. 84
Volo d’Aquila 2022 Romagna Albana Secco Docg CANTINA FORLÌ
PREDAPPIO
PREDAPPIO Molto profumata. In bocca tanta mandorla, leggera percezione tannica. Distensione e persistenza sufficiente: vino spensierato. 85
Tratti d’Autore 2022 Romagna Albana Secco Docg CANTINA FORLÌ
PREDAPPIO
PREDAPPIO Convince nel finale, per la buona concentrazione aromatica che riequilibra la leggera percezione tannica. 86
I Croppi 2022 Romagna Albana Secco Docg CELLI BERTINORO X X
A 2022 Romagna Albana Secco Docg FATTORIA DEL MONTICINO ROSSO IMOLA Tra le più tipiche, dall’espressione del frutto, alla tensione acida, passando per la sapidità. Vino di buona personalità, frutto di un’azzeccata interpretazione stilistica. 89
Bianco di Ceparano 2022 Romagna Albana Secco Docg FATTORIA ZERBINA MARZENO Vino di buona concentrazione sul frutto, con note aromatiche che regalano un sorso pieno, pur slanciato e verticale. 89
Cleonice 2022 Romagna Albana Secco Docg FIORENTINI CASTROCARO La gran aromaticità al naso è confermata al palato, su tinte tropicaleggianti. Parola d’ordine “piacevolezza”. 88
Neblina 2022 Romagna Albana Secco Docg GIOVANNA MADONIA BERTINORO X X
GioJa 2022 Romagna Albana Secco Docg GIOVANNINI IMOLA Morbidezza assoluta e calore alcolico per un vino piuttosto potente, ma equilibrato. 85
8000 2022 Romagna Albana Secco Docg GIOVANNINI IMOLA Albana macerata in anfore georgiane. Necessita di tempo e pazienza nel calice per regalare le note migliori, di frutta a polpa gialla matura. Buona corrispondenza gusto-olfattiva. 87
Fondatori GP 2022 Romagna Albana Secco Docg MERLOTTA IMOLA Si cambia passo con questa Albana che coniuga aromaticità, frutto goloso, allungo sapido e gran freschezza. Vino di prospettiva. 90
Damadora 2022 Romagna Albana Secco Docg PODERE DELLA GROTTA CESENA Bel naso su erbe aromatiche, frutto bianco (mela) e giallo (pesca, ancor più albicocca). Vino che ha già trovato uno splendido equilibrio tra polpa e verticalità, sale e frutto. 91
Sette Note 2022 Romagna Albana Secco Docg PODERI MORINI ORIOLO Note mielate al naso, oltre al tipico frutto giallo e biancospino. Alcol un po’ invadente, ma si uniformerà rendendo ancora più piacevole il sorso. 87
Valleripa 2022 Romagna Albana Secco Docg TENUTA CASALI MERCATO SARACENO Mineralità “vulcanica”, polpa, croccantezza. Ottima espressione in termini di tipicità, eleganza e persistenza. Gran profilo gastronomico. 90
Frangipane 2022 Romagna Albana Secco Docg TENUTA LA VIOLA BERTINORO Vino teso, lungo, concreto, sapido, che non disdegna di mostrare una certa struttura, anche tannica. Vino molto, molto promettente, da aspettare. 90
Amorosa 2022 Romagna Albana Secco Docg TENUTA UCCELLINA RAVENNATE Buon compromesso tra polpa e sapidità, connotato poi da una dolcezza piuttosto marcata del frutto in retro olfattivo. Vino goloso. 89
Bacana 2022 Romagna Albana Secco Docg TENUTE BACANA BRISIGHELLA Naso molto bello, pieno, maturo, tipico, di ottima concentrazione. Al momento pecca di corrispondenza col palato. 84
Vitalba 2022 Romagna Albana Secco Docg TRE MONTI SERRA Note da passito, di frutta stramartura, al naso. Si fa spesso e profondo con l’ossigenazione, virando su ginger e agrumi maturi. In bocca conferma l’espressione varietale e la gran versatilità del vitigno, anche a fronte di interpretazioni stilistiche. 90
Vigna Rocca 2022 Romagna Albana Secco Docg TRE MONTI SERRA Tanta polpa, agrume, pesca e albicocca matura. Bella concretezza e buona struttura al palato. 88
Arlus 2022 Romagna Albana Secco Docg TRERE’ BRISIGHELLA Vino che non si trova nella sua curva evolutiva migliore, ma che sembra avere tutto per poter convincere. 85
Colle del Re 2022 Romagna Albana Secco Docg UMBERTO CESARI IMOLA Naso tutto sul frutto esotico. Gran beva oltre a una certa profondità e stratificazione, capaci di chiamare agilmente l’abbinamento gastronomico. 88
2022 Romagna Albana Secco Docg ZAVALLONI CESENA Frutta molto matura al naso, così come al palato. Vino equilibrato e giocato su una equilibrata piacevolezza. 87
Masselina Albana 2022 Romagna Albana Secco Docg TENUTA MASSELINA SERRA Mineralità salina, frutta a polpa bianca e gialla, e poi – di nuovo – un gran allungo sapido, unito a una marcata tensione acida e a una corretta percezione tannica. Vino emblema della varietà e delle sue prospettive sui mercati nazionali e internazionali. 92
Albana di Ca’ di Sopra 2022 Romagna Albana Secco Docg CA’ DI SOPRA MARZENO X X
Codronchio 2021 Romagna Albana Secco Docg FATTORIA DEL MONTICINO ROSSO IMOLA Tanto tropicale al naso. Superlativo al palato, dove sfodera l’abbraccio tra sapidità e frutto esotico. Lunga persistenza per un altro vino da non perdere. 92
Alba della Torre 2021 Romagna Albana Secco Docg LA SABBIONA ORIOLO Vino all’insegna dell’equilibrio e di una beva piuttosto agile, su freschezza e frutto. 85
Drusiana 2021 Romagna Albana Secco Docg PODERI DELLE ROCCHE IMOLA X X
2021 Romagna Albana Secco Docg TENUTA DEL GELSO BERTINORO Il finale piuttosto tannico è ben congeniato: conferisce carattere e invita al sorso successivo. 87
2021 Romagna Albana Secco Docg TENUTA FRANZONA IMOLA Naso che conquista per aromaticità e palato concreto, giocato tra l’espressione del frutto giallo maturo (corrispondente all’olfatto) e una tannicità leggera. Vino giovane, di ottima prospettiva. 91
InTerra Bianco 2021 Romagna Albana Secco Docg TENUTA LA VIOLA BERTINORO Giallo dorato. Vino macerato in anfore georgiane che mostra toni cupi di brace, oltre ad agrume e ginger. Percezione tannica equilibrata, al palato. 85
Amedeo Bianco 2021 Romagna Albana Secco Docg ZAVALLONI CESENA Piacevole nota aromatica al naso, che poi si conferma al palato. Vino sul frutto maturo, esotico, dotato di una struttura corpulenta, come gli abbinamenti gastronomici che certamente riuscirà a sostenere. 90
G.G.G. 2021 Romagna Albana Secco Docg GIOVANNINI IMOLA Vino al momento sbilanciato sulle dolcezze, che al naso intrigano e al palato chiedono una maggiore integrazione. 85
Tantalilli 2020 Romagna Albana Secco Docg TENUTE TOZZI BRISIGHELLA X X
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Servito fresco in abbinamento al pesce: red carpet a Venezia per il Valpolicella Superiore


Valpolicella Superiore
: liberi di degustarlo così, senza dover attendere il suo invecchiamento, servito fresco, in abbinamento al pesce e a piatti di mare come tartare di ricciola, capesante, bigoli allo scoglio, risotto con le vongole e filetto di branzino alla griglia, con erbe aromatiche. Una proposta innovativa che è stata al centro di “Venezia Superiore“, la due giorni organizzata in Laguna dal Consorzio Tutela Vini Valpolicella, interamente dedicata (e intitolata) al rosso del territorio veronese.
«Vogliamo valorizzare e ampliare il consumo di Valpolicella Superiore – sintetizza il presidente Christian Marchesini – aprendo frontiere e rompendo schemi ancora presenti, per cambiare lo stile di intendere gli abbinamenti col pesce e con gli aperitivi di un vino che rappresenta poco più del 7 % della produzione».

Un percorso che l’ente di Verona ha avviato in primis con l’Amarone, dedicando una (riuscitissima) masterclass all’abbinamento con la cucina marittima internazionale, in occasione di Amarone Opera prima 2022. Ora tocca al Superiore. Un vino decantato anche da Ernest Hemingway, che si rifugiava a Locanda Cipriani, sull’Isola di Torcello, sorseggiando un calice di Valpolicella Superiore. A distanza di svariati decenni, il Consorzio ha pensato di ambientare in questo luogo magico, incastonato nell’azzurro della Laguna di Venezia, ad un’ora di motoscafo da Piazza San Marco, il nuovo capitolo del vino più rappresentativo del territorio, con una produzione di 4,8 milioni di bottiglie (sui 18,1 milioni complessivi di Valpolicella Doc, dato ufficiale riferito agli imbottigliamenti 2022) a partire dai tre vitigni principali della denominazione: Corvina, Corvinone e Rondinella.

VALPOLICELLA SUPERIORE E PESCE: L’ABBINAMENTO FUNZIONA

Ecco dunque servite capesante scottate alla griglia, bigoli di grano tenero allo scoglio, filetto di branzino alla griglia alle erbe aromatiche con verdure ai ferri e torta “Casanova” allo zabaione. In accompagnamento una wine list che includeva vini giovanissimi (vendemmia 2021) e altri di annate meno recenti, per concludere con un 2013 ancora in forma smagliante. Tutti i Valpolicella Superiore in passerella sul red carpet veneziano sono stati serviti a temperatura di 13-16 gradi, freschi e conservati in glacette refrigeranti. Pairing che hanno soddisfatto tutti, ma proprio tutti. Tanto da chiedersi se, effettivamente, gli abbinamenti classici del Valpolicella Superiore siano diventati ormai desueti.

La due giorni del Consorzio Vini Valpolicella a Venezia è proseguita a Hostaria in Certosa – Alajmo, sull’isola di Certosa. Qui è andato in scena un altro abbinamento da favola: tartare di ricciola con salsa tartara e insalata di gallinelle con Valpolicella Superiore 2021 e 2020. La finezza e la piacevolezza dei vini proposti è stata pari alla delicatezza del piatto presentato dallo chef Silvio Giavedoni e servito dal giovane team coordinato da Michele Pozzani. Che dire poi del risotto alle vongole con pomodoro, basilico e limone, a cui sono stati abbinati altri Valpolicella Superiore in grado di regalare sensazioni magiche al meglio in bocca. Il gusto tipico dello scartosso de pesse, con fiori di zucchina e salsa romesco sembrava disegnato per l’uvaggio veronese, declinato in una ricchissima wine list in cui il vino più datato risaliva al 2016.

TUTTI I PERCHÈ DEL VALPOLICELLA SUPERIORE

Spazio anche a momenti specificatamente tecnici in Laguna, nel corso di Venezia Superiore. Come sottolineato nel corso della masterclass condotta da J.C. Viens, la Valpolicella si estende in provincia di Verona, su un territorio collinare che supera i 450-500 metri  di altitudine. Da un punto di vista climatico, la zona risulta condizionata da diversi elementi, come la vicinanza al mare, al Lago di Garda e alla montagna. I vigneti sono costantemente baciati dal sole e accarezzati da correnti di aria fresca, con le escursioni termiche che giocano un altro ruolo fondamentale. Le uve allevate in Valpolicella e utilizzate per Valpolicella, Ripasso, Amarone e Recioto sono Corvina, Corvinone e Rondinella e in misura minore Molinara, Oseleta e Croatina.

Il Valpolicella Superiore viene prodotto con uve scelte nei vigneti migliori, talvolta con leggeri appassimenti che portano il vino ad alcolicità e strutture più sostenute. Vini che devono invecchiare almeno un anno. Alla vista, il vino si presenta generalmente di un colore rosso rubino, anche intenso. Al naso ha sentori di ciliegia, mandorla amara, rosa canina e spezie. Al palato sprigiona tutta la sua armonicità. È vellutato, elegante, equilibrato, fresco e piacevolmente tannico, senza eccessi. Il Valpolicella Superiore è un vino identitario, che sa esprimere la peculiarità del territorio, che rappresenta con la sua intensità e i suoi profumi in calice. Non manca una certa poliedricità delle interpretazioni.

Al di là dei tratti comuni, spostandosi da una cantina all’altra possono variare freschezza e corpo, con la presenza o meno di Oseleta o Molinara a fianco di Corvina e Corvinone, modificando gusto e profumi. Un ruolo determinante è anche quello dell’epoca della vendemmia, che qualcuno posticipa alla seconda metà di ottobre, nonché la scelta dell’affinamento – in tonneau o in botti grandi – e la sua durata. Ma la grande sfida del futuro del Valpolicella Superiore sono i cambiamenti climatici, con le temperature in costante aumento in Veneto, dal 1971. Una problematica che non sfugge al Consorzio, costantemente in osservazione insieme ai suoi viticoltori.

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Terre di Cosenza Dop: la “nuova” Calabria del vino a caccia di identità


È scattata la “Fase 2” per
Terre di Cosenza Dop. Dopo aver riunito sotto un unico cappello provinciale le 7 minuscole Doc Condoleo, Donnici, Esaro, Pollino, San Vito di Luzzi, Colline del Crati e Verbicaro – era il 2011 – il Consorzio di Tutela nato nel 2014 punta a farsi conoscere dal grande pubblico italiano. Due gli incontri con la stampa di settore nelle ultime settimane, a Roma e Milano. Ventotto i vini in degustazione (solo 16 Dop, spiegheremo più avanti perché). Principalmente bianchi e rossi, ma anche rosati e uno spumante. Qualità media buona, soprattutto sul fronte dei vini bianchi ottenuti dalle varietà locali Greco bianco, Mantonico, Guarnaccia e Pecorello, spesso in uvaggio con Chardonnay e Malvasia. Un segnale positivo per il Consorzio presieduto da Demetrio Stancati, che punta molto sulla crescita dei bianchi locali.

Al netto della differente base ampelografica, quel che emerge dall’assaggio a Milano è però il gap stilistico tra i vini bianchi e i vini rossi cosentini. Se i bianchi si presentano piuttosto tesi e verticali, sostenuti da una vena fresco-sapida-minerale che li rende molto piacevoli e beverini, alcuni rossi risultano incompiutamente tannici; altri condizionati da un utilizzo ingombrante dei legni. Più in generale, al di là del fatto che si tratti di vini da medio-lungo affinamento, a pesare su diverse etichette è una “mano” definibile old-style. Il ricambio generazionale – se non una vera e propria Revolution enologica, come quella avvenuta nella confinante Cirò – aiuterà questa fetta di Calabria a proporre sul mercato nuove interpretazioni del Magliocco, varietà alla base dei vini rossi locali con Greco Nero, Gaglioppo, Calabrese e Aglianico , oltre a internazionali come il Cabernet Sauvignon. Ne gioveranno anche i rosati, prodotti con alcune di queste varietà.

TERRE DI COSENZA VS CALABRIA IGT

Alla trasferta milanese balza all’occhio un altro grande tema: quello della mancata rivendicazione della Doc Terre di Cosenza. Molti produttori, soprattutto per i vini bianchi e rosati (ma anche per i rossi, soprattutto nella sottozona dell’Esaro), preferiscono ricorrere alla denominazione di ricaduta, ovvero l’Igt Calabria. Perché? Maglie più “larghe” sul fronte delle rese e, forse ancor più fondamentale, un nome molto più accattivante (“Calabria”) da spendere sull’etichetta di un prodotto agroalimentare come il vino, tanto in Italia quanto all’estero. Una problematica nota al Consorzio Terre di Cosenza, che proprio grazie alle attività di promozione avviate punta a ingolosire i produttori, spingendoli a rivendicare la Dop al posto dell’Igt.

Non solo. Tra le modifiche in vista al disciplinare – la revisione avverrà entro fine anno – ci sarà l’introduzione della possibilità di menzionare la parola “Calabria” sulle etichette dei vini Dop Terre di Cosenza (scelta facoltativa di ogni singolo produttore). Un elemento di attrattività che potrebbe portare a un aumento delle certificazioni della Dop. Del resto, la storia non mente. Il Consorzio cosentino, che oggi raggruppa 32 aziende sulle circa 60 del territorio, nasce proprio dalle ceneri di 7 minuscole (e poco rivendicate) Denominazioni di origine controllata, che oggi costituiscono le sottozone della Dop Terre di Cosenza.

IL MAGLIOCCO AL CENTRO DEL PROGETTO

Secondo i dati forniti dal Consorzio, sono circa 350 gli ettari rivendicati ad oggi a Dop, con un trend di crescita che ha portato il numero totale di bottiglie a circa 2 milioni, per il 60% appannaggio dei vini rossi. Tengono i prezzi delle uve, anche se il mercato non sarebbe poi così florido a livello locale, proprio per il crescente fenomeno dell’imbottigliamento da parte delle singole aziende agricole e cantine.

Tra le novità a cui sta lavorando il Consorzio ce n’è una che riguarda il Magliocco, la varietà a bacca rossa principe della zona: la Riserva prevederà il suo utilizzo in purezza. L’ultimo aggiornamento riguarderà però la vicina Doc Savuto, la cui area “Classica” dovrebbe rientrare sotto l’egida del Consorzio Tutela Vini Terre di Cosenza, ricadendo proprio nel cosentino a differenza della “zona allargata”, che comprende comuni della provincia di Catanzaro.

TRE VINI TERRE DI COSENZA DOP DA ASSAGGIARE

BIANCO
Terre di Cosenza Dop bianco Pecorello 2021, Colacino Wines

ROSATO
Terre di Cosenza Dop rosato Magliocco 2022, Serracavallo 

ROSSO
Terre di Cosenza Dop Pollino rosso 2021, Tenuta Celimarro

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Graspo Alto di Contrada Palui: il Valpolicella Doc che cambia le regole del gioco

EDITORIALE – Se avesse scelto il calcio al posto della viticoltura, Hans Karl “Hannes” Pichler sarebbe stato il classico regista alla Demetrio Albertini, o un trequartista alla Roberto Baggio. Testa, visione di gioco, tempismo, azione. Graspo Alto, il Valpolicella Doc di Contrada Palui, pare più un assist illuminante che un vino. Un filtrante in area di rigore per la denominazione che, più di tutte in Italia, si sta interrogando e trasformando. Confermando quell’innata capacità di incontrare il gusto dei consumatori. Senza rinunciare alla tipicità. O, peggio, scadere nella “moda”. Un vino da pensare, oltre che da bere. Il game-changer buttato nella mischia – con l’aplomb – dal viticoltore di origini altoatesine innamorato della «Valpolicella estrema». Quella Val Squaranto che, dall’alto dei suoi 500-550 metri di altitudine, costituisce l’ultima frontiera “eroica” della terra dell’Amarone. La “sottozona” (virgolette d’obbligo) dalla quale stanno arrivando i messaggi più belli.

Con i suoi 11,5% di alcol in volume e la sua estrema freschezza e verticalità, Graspo Alto è il vino che introduce nella gamma della giovanissima cantina Contrada Palui. Lo fa con lo stesso frastuono, secco e deciso, della mano sbattuta sulla cattedra dal professore che vuole richiamare gli alunni distratti, seduti sul fondo della classe. Uno schiaffo alle sovraconcentrazioni, al residuo zuccherino ingombrante e piacione. Ai colori impenetrabili che poco, nulla hanno a che fare col Valpolicella Doc che guarda al futuro. Graspo Alto 2021 (91/100) cattura sin dal colore, quasi rubino fluorescente. La componente tannico-fenolica, perfettamente matura ed integrata, danza al ritmo scandito da floreale, fruttato e spezie.

I suoli calcarei argillosi, ricchi di selce e blocchi di basalto, danno al vino quella spina dorsale che si tramuta, nel calice, in un inno alla gioia della beva. «Potrei chiamarlo il mio “concetto di Schiava” in Valpolicella», ammette Hannes Pichler tirando in ballo la sua terra d’origine e centrando in pieno il punto. Allargando ancor più il cerchio ai “rossi leggeri” internazionali, il paragone con la Kadarka, altra varietà a bacca rossa in grado di dare vini simili, specie in Ungheria, è d’obbligo. Del resto, di fronte ai vini di Contrada Palui, seduti nella sala degustazione con vista su Verona e alle spalle i Monti Lessini, la mente non può che viaggiare. Ben saldi a terra, i piedi. Nella Valpolicella che verrà. Prosit.

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Campi Taurasini: il volto funky dell’Aglianico d’Irpinia esce dall’ombra del Taurasi


L’Aglianico dei Campi Taurasini è quel ragazzetto che si presenta in tuta al matrimonio di un parente. Un po’ inadatto, forse. Ma tutto sommato perdonabile. In primis per l’età. E poi per la consapevolezza di non essere lui il festeggiato. All’ombra di un colosso muscoloso e strutturato come il Taurasi (lui sì, sempre, il re della festa), l’Aglianico dei Campi Taurasini sembra vivere un momento d’oro, sull’onda di una presa di coscienza dei propri mezzi al cospetto dei gusti dei consumatori moderni. Merito dei produttori dell’Irpinia, che a Campania Stories 2023 hanno sfoggiato amabili profili fruttati e sorsi sapidi e tesi per quelli che, fino a ieri, potevano essere considerati i “vini base” di una gamma aziendale al cui vertice – inamovibile – figura per l’appunto il Taurasi.

Un primato che non è in discussione. Tuttavia, la nuova profilazione del Campi Taurasini come vino rosso un po’ funky, nel suo essere splendidamente territoriale ed elegantemente rustico, può portare questa tipologia a entrare di diritto nella scia ormai segnata in Campania dal Piedirosso: quella del “cavallo di Troia”, in grado di trainare con sé anche le vendite del Taurasi, sui mercati internazionali più evoluti. Certo ci vorrà costanza qualitativa, nei prossimi anni. Le premesse fanno ben sperare. Ecco dunque i migliori assaggi di quella che, lo ricordiamo, è una sottozona della Doc Irpinia che condivide con la Docg Taurasi l’intero territorio di produzione.

Ai comuni di Taurasi, Bonito, Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Fontanarosa, Lapio, Luogosano, Mirabella Eclano, Montefalcione, Montemarano, Montemileto, Paternopoli, Pietradefusi, Sant’Angelo all’Esca, San Mango sul Calore, Torre le Nocelle e Venticano si aggiungono quelli di Gesualdo, Villamaina, Torella dei Lombardi, Grottaminarda, Melito Irpino, Nusco e Chiusano San Domenico. Vini e areale da monitorare con grande attenzione, ma non per la possibilità di trovarsi di fronte a “Piccoli Taurasi“, bensì per l’opportunità di assaporare grandi rossi, capaci di raccontare – con classe assoluta – le peculiarità del vitigno Aglianico.

I MIGLIORI IRPINIA CAMPI TAURASINI DOC
Irpinia Campi Taurasini Dop 2019 “Ion”, Stefania Barbot

Bel frutto e bella freschezza per questo Aglianico che si lascia ricordare per le note di ciliegia e di arancia sanguinella e per un tannino di prospettiva, che non oscura il sorso fruttato. Vino già godibile e ancor più apprezzabile col giusto accompagnamento gastronomico, con ottime prospettive di ulteriore, positivo affinamento. 91/100

Irpinia Campi Taurasini Doc 2019, De’ Gaeta

Difficile trovare un Aglianico che abbini tanto frutto e, al contempo, tanta profondità. Il gioco è fatto col Campi Taurasini di De Gaeta, cantina che si è affacciata tutto sommato da pochi anni nel settore, con i fratelli Salvatore e Bruno (la prima vendemmia è la 2015). Un vino che è sfoggio assoluto dei primari e del frutto del vitigno, ma anche spezia e balsamicità, prima di un finale leggermente sapido, che rende la beva instancabile. Un nettare che è essenza della varietà. 92/100

Irpinia Campi Taurasini Dop 2020 “Case Arse”, Giovanni Carlo Vesce

Frutto rosso (ciliegia) e mora di rovo perfettamente matura al naso, ricordi preziosi di erbe della macchia mediterranea. In bocca un tannino splendidamente lavorato, che gioca con la polpa. Vena minerale-salina a fare da spina dorsale a un sorso più che mai goloso, giocato sul frutto. Allungo e chiusura rosso croccante. Vino di prospettiva. Nella foto di copertina lo splendido vecchio vigneto da cui nasce questo vino. 93/100

Irpinia Campi Taurasini Dop 2019 “Costa Baiano”, Villa Raiano

Altro vino di gran carattere, che pur conserva in grande evidenza il profilo fruttato. È questo, di fatto, il profilo vincente del Campi Taurasini, nel segno di un equilibrio tra le componenti che non necessita, forzatamente, lunghissimi affinamenti. Eppure ecco un’impronta tannica importante, così come decise sono la spalla acida e il profilo vagamente balsamico. Vino che darà (ancor più) il meglio di sé col passare del tempo. 93/100

Irpinia Campi Taurasini Dop 2019, Di Prisco

Grandissima purezza e concentrazione del frutto, tra il rosso e il nero, tra la ciliegia perfettamente matura e la mora. Non manca un bel corredo di erbe della macchia mediterranea, cui fa eco un bouquet di viole e fiori di lavanda. Si conferma un grande vino anche al palato, su ritorni di agrumi rossi (sanguinella) e frutta a polpa rossa. Allungo fresco, leggermente sapido, per un vino che brilla in tipicità e ha tanta vita davanti. 94/100

LE “VECCHIE” ANNATE A CAMPANIA STORIES 2023

Si tratta di annate recenti, dunque delle vendemmie di Campi Taurasini da poco sul commercio. Ma a dimostrare che l’ottimo lavoro su questa sottozona della Doc Irpinia non sia cominciato oggi – pur con canoni stilistici non esattamente paritetici – vengono in aiuto gli assaggi alla cieca di annate più vecchie, presenti a Campania Stories 2023.

L’Irpinia Doc Campi Taurasini 2017 de Il Cortiglio (91/100), tutt’altro che arreso allo scorrere del tempo, convince per la splendida dolcezza dei tannini e per il profilo balsamico, fresco, speziato. Benissimo anche l’Irpinia Campi Taurasini Dop 2016Cretarossa” de I Favati (93/100), altro vino dai tannini dolci che rivela ancora prospettiva, stabile al vertice della propria curva evolutiva.

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Cinque vini rosati 2022 della Campania da non perdere


Inizia a prendere quota il movimento del vino rosato in Campania. Mai come nell’edizione 2023 di Campania Stories i rosé hanno convinto così in massa durante la consueta degustazione alla cieca in anteprima delle nuove annate. Sempre più interessanti, in particolare, le vinificazioni in rosa dei vitigni Aglianico e Casavecchia, nelle aree del Casertano, dell’Avellinese e del Beneventano. Ecco cinque vini rosati 2022 della Campania da non perdere.

Terre del Volturno Rosato Igp Campanus 2022, Caputo 1890

60% Casavecchia, 40% Aglianico. Rosa salmone. Naso ricco, frutto rosso, bel floreale fresco, tocco minerale e ricordi di erbe della macchia mediterranea. In bocca una bella morbidezza bilanciata con la spalla fresco-acida. Sorso che si conferma ricco e goloso. 90/100

Irpinia Rosato Dop Vela Vento Vulcano 2022, Tenuta Cavalier Pepe

Aglianico in purezza. Naso su piccoli frutti rossi di maturità croccante (ribes, lampone), oltre ad arancia sanguinella e più morbidi ricordi di frutta a polpa gialla (pesca, accenni di ananas). Leggerissimi accenni di erbe della macchia mediterranea. In bocca si conferma sul profilo fruttato avvertito al naso, in ottima corrispondenza. Buon equilibrio tra frutto, freschezza e un accenno minerale. Vino che darà il meglio di sé a partire dai prossimi mesi. 90/100

Irpinia Rosato Dop biologico 2021, Il Cortiglio

Aglianico in purezza. Al naso ricordi agrumati, minerali e un tocco di amarena e prugna. Corrispondente al palato, nel gioco tra morbidezza e freschezza. Ritorni di frutta perfettamente matura ed erbe della macchia mediterranea. Chiude sapido, lungo, fresco. Altro rosato campano di prospettiva. 90/100

Aglianico del Taburno Rosato Dop Lady Pink 2022, Cantine Tora

Aglianico in purezza. Rosa cipria, luminoso. Naso e palato generoso, sul frutto rosso e a polpa gialla, ben riequilibrato da freschezza e mineralità. Bell’allungo fresco, speziato. Un sorso chiama l’altro: gran beva e agilità, senza scadere nel banale. 90/100.

Terre del Volturno Rosato Igp Sciròcco 2022, Sclavia

Casavecchia in purezza. Rosa salmone. Naso-bocca seriose, per un rosato che può assolutamente puntare a uscire dai canoni della “beva d’annata”. Pregevole la vena speziata in chiusura, che invita a riassaggiare e ad abbinare questo rosato al food. Una bella sorpresa a Campania Stories 2023. 91/100

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Cinque vini bianchi 2022 della Campania da non perdere

Sono le province di Salerno e Avellino a regalare i migliori vini bianchi dell’annata 2022 a Campania Stories 2023. Dalla degustazione alla cieca emergono in particolare due vini della cantina Colli di Lapio, oltre a Ettore Sammarco, San Salvatore 1988 e Borgodangelo. Questi i cinque vini degustati alla cieca che superano la valutazione di 90/100.

Costa d’Amalfi Ravello Bianco Dop Vigna Grotta Piana 2022, Ettore Sammarco

Leggere note vanigliate sul frutto e sui ricordi di erbe della macchia mediterranea. Un utilizzo ben bilanciato del legno, che esalta il varietale. Ottima persistenza. 95/100

Paestum Fiano Igp Pian di Stio Bio 2022, San Salvatore 1988

Vino molto godibile, pronto e di prospettiva, nonché gastronomico. 92/100

Fiano di Avellino Dop 2022 Borgodangelo

Vino all’inizio di una vita che si preannuncia promettente. 90/100

Fiano di Avellino Dop 2022, Colli di Lapio

Un gran lavoro sui primari. Ottima la persistenza. 93/100

Greco di Tufo Dop Alexandros 2022, Colli di Lapio

Vino che interpreta stilisticamente in maniera moderna il vitigno. 91/100

I BIANCHI DELLA CAMPANIA VENDEMMIA 2022

Brillano in maniera particolare i cinque campioni elencati, ma gli assaggi alla cieca effettuati a Campania Stories 2023 consentono di tirare le somme sull’intera vendemmia 2022 dei vini bianchi campani. Un’annata in cui i viticoltori hanno dovuto fronteggiare la siccità, col rischio di ottenere vini agli antipodi: troppo alcolici, oppure troppo magri; sbilanciati sull’opulenza del frutto, oppure connotati da caratteri verdi, fenolici. In generale, l’obiettivo dell’equilibrio è stato centrato da gran parte dei produttori, a riprova del buon momento del vino campano sulla scena nazionale.

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La Sicilia del vino, sempre più matura e di qualità: radiografia di Sicilia en Primeur 2023


È una crescita qualitativa generalizzata quella dei vini siciliani. A dimostrarlo, con una certa evidenza, sono gli assaggi alla cieca compiuti a Sicilia en Primeur 2023, annuale rassegna organizzata da Assovini Sicilia che raccoglie la quasi totalità delle eccellenze isolane. L’edizione andata in scena dal 9 al 13 maggio tra Taormina e Radicepura ha saputo rendere onore al claim voluto quest’anno dall’entourage del presidente Laurent Bernard de la Gatinais, “Ambasciatori e Custodi di Cultura e Territorio”. Chi più, chi meno, tutte le denominazioni siciliane rivelano l’ottimo lavoro dei produttori al cospetto di un’annata sfidante, dal punto di vista delle insidie climatiche. Oltre alla qualità in netta ascesa, quel che emerge è l’impulso dato dall’istituzione della Doc Sicilia a diversi territori.

Sull’isola, in maniera capillare, da Est a Ovest, da Nord a Sud, sono rinate denominazioni dimenticate (emblematico il caso del Mamertino) e altre stanno man, mano (ri)prendendo forma (su tutte, le maggiori attese si concentrano sull’eterna promessa Marsala). È una sorta di moto d’orgoglio “localista” quello scaturito dalla formalizzazione della Doc regionale, avvenuta il 22 novembre 2011. Undici anni in cui la viticoltura siciliana è cambiata radicalmente. Perdendo ettari (e non pochi: 40 mila, solo dal 2008 al 2018). Puntando su comunicazione e biologico (42 mila ettari “sostenibili” su 110 mila non sono pochi, anche se il “bio” è un dovere in regioni baciate da Dio come la Sicilia).

Riposizionandosi sui mercati, ben al di là degli sforzi compiuti “privatamente” dalle tante cantine-brand presenti sull’isola (Planeta, Donnafugata, Tasca d’Almerita, Florio e Pellegrino per citarne solo alcune). Partendo dai territori e dai terroir (il sempre più trainante Etna, su tutti). E, non ultimo, proponendosi con rinnovato orgoglio come meta per gli enoturisti nazionali e internazionali, senza il timore reverenziale di dichiarare – apertamente, come ha fatto il presidente Assovini Laurent Bernard de la Gatinais – che «il modello è la California», per le vincenti strategie di marketing dell’accoglienza adottate dallo stato Usa», da coniugare e rimodellare «sull’unicità e sulla ricchezza del patrimonio storico, culturale, archeologico e produttivo siciliano».

SICILIA EN PRIMEUR 2023: BENE GRILLO, NERO D’AVOLA, ZIBIBBO E INSOLIA

Quanto ai calici, con la vendemmia 2022, la Sicilia si conferma isola-continente del vino per tutte le stagioni. Grillo e Nero d’Avola risultano in grande spolvero in tutti gli angoli della regione. Stessa sorte per Carricante, Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, i vitigni principali dell’Etna Doc. Sempre più chiara – ed è un’altra gran bella notizia – la profilazione dell’Insolia / Inzolia che perde – nella maggior parte dei casi – i tratti verdi e duri che ne caratterizzavano il profilo, nelle annate precedenti.

Una varietà che ha ottime chance di potersi ritagliare spazi di mercato in qualità di “Sauvignon siciliano“, per i suoi tratti aromatici ed erbacei. Nuova vita anche per lo Zibibbo. Nella sua terra d’origine, l’isola di Pantelleria, si registra una crescita esponenziale degli spumanti e dei vini fermi, rispettivamente del 68 e del 25% rispetto al 2018. Il tutto, senza che il Passito di Pantelleria ne risenta più di tanto. Cresce, anzi, anche lui, del 10% rispetto a 5 anni fa, secondo i dati forniti a winemag.it dal presidente del Consorzio, Benedetto Renda.

ANTEPRIMA VINI SICILIANI: LA SCOMMESSA PERRICONE

La vera sorpresa è però il Perricone, vitigno autoctono che, dagli assaggi in anteprima a Sicilia en Primeur 2023, risulta quello maggiormente cresciuto dal punto di vista qualitativo. La riscoperta del vitigno da parte di diverse cantine sta dando nuovo lustro alla varietà originaria della Sicilia occidentale, tanto da aprirgli nuove strade e opportunità anche sui mercati internazionali. Ottima e poliedrica l’interpretazione di Assuli, anche se il suo perfetto compimento è nell’interpretazione magistrale della cantina Feudo Montoni, capace di dare del tu a un vitigno burbero, ribelle, spigoloso, per certi versi selvatico, solo apparentemente da addomesticare, in vigna.

Grappolo grosso, buccia spessa. Il Perricone non ha paura delle malattie fungine e sembra voler quasi sfidare la grandine, con la sua attitudine alla maturazione tardiva. Nel calice ha tutte le carte in regola per diventare la “storia nuova” della viticoltura siciliana, capace di farsi amare per i tratti giovanili, fruttati; tanto quanto per il fascino nell’invecchiamento, al pari dei grandi vini rossi. Certo, aiutano vigneti come quello di Fabio Sireci (nella foto con Melissa Muller), a 800 metri sul livello del mare, vero orgoglio del titolare di Feudo Montoni, che è tra i viticoltori siciliani più disposti a scommettere sulle potenzialità ancora nascoste (ai più) del Perricone.

L’ETNA SI RIPOSIZIONA SUI BIANCHI DEL VERSANTE EST


Per una novità, una certezza in trasformazione, senza perdere identità: l’Etna. Sul vulcano siciliano stanno tuttavia cambiando i rapporti di forza tra i versanti. Se fino a ieri era il versante Nord quello più in vista e blasonato, i nuovi trend di consumo – che privilegiano vini bianchi e spumanti rispetto ai vini rossi – stanno dando grande visibilità al versante Est, in cui si trova in particolare il piccolo comune di Milo. I vigneti, che si estendono dai 700 metri sul livello del mare, svettano tutto attorno a piazza Belvedere, punto panoramico del paese di 1.072 abitanti da cui è possibile ammirare Taormina e, addirittura, scorgere il golfo di Catania e la Calabria.

La crescita dell’Etna Bianco Superiore di Milo sta assorbendo, per certi versi, il calo dell’Etna Rosso Riserva (-26,30% nel 2022, rispetto al 2021). Un exploit che ha il volto di Carla Maugeri (nella foto), vignaiola che insieme alle sorelle Paola e Michela ha ridato nuova vita all’azienda di famiglia, proprio a Milo. Al loro fianco, sin dagli esordi nel 2015, l’enologo Emiliano Falsini e l’agronomo Stefano Dini. Due le interpretazioni di “Contrada Volpare” 2021 degustate in anteprima durante il programma di Sicilia en Primeur 2023. Entrambe risultano capaci di abbinare note di erbe montane a una sapidità iodica, marina, unite a ricordi di agrumi come il bergamotto e di frutta a polpa bianca croccante (mela, susina bianca).

“Contrada Volpare Frontebosco” 2021 affina più a lungo in legno grande ed è un vino che esalata il grande potenziale dell’Etna nella produzione di vini bianchi tesi ed elettrici che, con il giusto apporto di terziari, possono diventare ancora più gastronomici e golosi, di gran persistenza aromatica. Vini che nascono da un vero e proprio museo a cielo aperto, frutto di un lavoro che Carla Maugeri definisce di «ristrutturazione conservativa». Il riferimento è al colpo d’occhio offerto dagli 83 terrazzamenti che circondano il caseggiato, a Milo, donando colore ai 2,8 chilometri di muretti a secco in pietra lavica nera che si snodano nei 7 ettari di proprietà.

ETNA DOC: LA CRESCITA DEGLI SPUMANTI E LA SCELTA DI BENANTI


Una terra, l’Etna, che invita oggi a investire (e a scommettere) sulla crescita internazionale di bianchi e spumanti da uve autoctone. Lo dimostra anche l’ultimo progetto di Mario Piccini, patron della «famiglia del vino toscano» che sul vulcano detiene la tenuta Torre Mora. È da poco sul mercato lo Spumante Metodo Classico Rosé 2018 “Chiuse”, prime 3 mila bottiglie di Nerello Mascalese in purezza vinificato in rosa, dosaggio zero. Quarantotto mesi sui lieviti e sboccatura a febbraio 2023 per una bollicina destinata a raccontare il vulcano siciliano in giro per il mondo, accanto ad altri fulgidi esempi.

Il riferimento è al “Sosta Tre Santi” di Cantine Nicosia, o a “Noblesse” e “Lamorémio” di Benanti, cantina che tuttavia ha scelto di non rivendicare la Denominazione di origine controllata (Doc) per i suoi spumanti, riservata invece ai suoi grandi bianchi e rossi. «L’Etna Doc è piccola – spiega Salvino Benanti (nella foto) a winemag.it – contando solo 1.200 ettari. Il mio timore è che la crescita della categoria “spumanti” finisca per mangiarsi “quote uva” utili alla produzione di vini fermi di qualità. Peraltro, l’Etna non ha storicità o reputazione nella produzione di sparkling. Fosse stato per me, avrei lasciato fuori gli spumanti dalla Denominazione, sperimentando su vigneti di quota non inclusi nel territorio della Doc».

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Igt Colli di Salerno Fiano 2021 “Vale”, Viticoltori Lenza

L’Igt Colli di Salerno Fiano 2021Vale” di Viticoltori Lenza è uno dei vini bianchi presenti nella Guida Top 100 Migliori vini italiani 2023 di winemag.it. Se tra i Colli di Salerno c’è una certezza, quella è appunto la cantina Viticoltori Lenza, che col suo Fiano (ma non solo) convince sempre più, di vendemmia in vendemmia.

“Vale” si presenta nel calice di un giallo paglierino intenso. Al naso agrumi, dalla buccia al succo, oltre a un tropicale intenso, di grande precisione e succulenza. Erbe della macchia mediterranea a fare da contorno e a rendere ancora più intrigante il bouquet.

Al palato il Fiano “Vale” rivela una bella tensione d’agrume, con ritorni di frutta esotica ed erbe aromatiche, sul filo conduttore della sapidità. Vino che sancisce, anzi consacra, la crescita assoluta della cantina guidata dall’appassionato vignaiolo Guido Lenza.

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