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degustati da noi vini#1

Canavese Doc Nebbiolo 2021 Maura Nen, Luca Leggero


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Canavese Doc Nebbiolo 2021 Maura Nen, Luca Leggero (14%).

Fiore: 7
Frutto: 8.5
Spezie, erbe: 8.5
Freschezza: 8.5
Tannino: 7.5
Sapidità: 7.5
Percezione alcolica: 5.5
Armonia complessiva: 9
Facilità di beva: 8
A tavola: 9
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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degustati da noi vini#1

Vallée d’Aoste Dop Torrette Superiore 2018, La Source


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Vallée d’Aoste Dop Torrette Superiore 2018, La Source (13%).

Fiore: 8
Frutto: 8.5
Spezie, erbe: 8.5
Freschezza: 7.5
Tannino: 7
Sapidità: 8
Percezione alcolica: 5
Armonia complessiva: 9.5
Facilità di beva: 7.5
A tavola: 9.5
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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degustati da noi vini#1

Dolcetto d’Alba Doc 2022 Tunen, Azienda agricola Cogli l’Attimo di Serena Anselma


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Dolcetto d’Alba Doc 2022 Tunen, Azienda agricola Cogli l’Attimo di Serena Anselma (13%).

Fiore: 8
Frutto: 8.5
Spezie, erbe: 7.5
Freschezza: 8
Tannino: 7
Sapidità: 7.5
Percezione alcolica: 5.5
Armonia complessiva: 8.5
Facilità di beva: 8
A tavola: 9
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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degustati da noi vini#1

Vino Bianco U Veciu, Azienda agricola Possa


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Vino Bianco “U Veciu”, Azienda agricola Possa (13,5%).

Fiore: 9
Frutto: 9
Spezie, erbe: 9
Freschezza: 8
Tannino: 1
Sapidità: 8
Percezione alcolica: 5.5
Armonia complessiva: 8.5
Facilità di beva: 8
A tavola: 9
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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degustati da noi vini#02

Vigneti delle Dolomiti Igt 2018 Maso Franch, Cantina La-Vis e Valle di Cembra


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Vigneti delle Dolomiti Igt biologico 2018 Maso Franch, Cantina La-Vis e Valle di Cembra (14%).

Fiore: 8
Frutto: 9
Spezie, erbe: 8.5
Freschezza: 8
Tannino: 0
Sapidità: 8
Percezione alcolica: 5.5
Armonia complessiva: 9.5
Facilità di beva: 8.5
A tavola: 9.5
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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degustati da noi vini#02

Venezia Giulia Igt Bianco Arbis Blanc 2021, Borgo San Daniele


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Venezia Giulia Igt bianco 2021 Arbis Blanc, Borgo San Daniele (14,5%).

Fiore: 8
Frutto: 8.5
Spezie, erbe: 9
Freschezza: 8
Tannino: 0
Sapidità: 7.5
Percezione alcolica: 6
Armonia complessiva: 9.5
Facilità di beva: 8
A tavola: 9
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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degustati da noi vini#02

Friuli Colli Orientali Doc Bianco 2022 Pomédes, Roberto Scubla


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Friuli Colli Orientali Doc Bianco 2022 Pomédes, Roberto Scubla.

Fiore: 8.5
Frutto: 9
Spezie, erbe: 8
Freschezza: 8
Tannino: 0
Sapidità: 7
Percezione alcolica: 5.5
Armonia complessiva: 9.5
Facilità di beva: 8
A tavola: 9.5
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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Dr. Fischer Zero Riesling Sparkling: il miglior spumante senza alcol sarà a Vinitaly


Il miglior spumante senza alcol prodotto con una buona fetta di savoir-faire italiano sarà a Vinitaly 2025. Mentre il mondo del vino senza alcol è in fermento, l’Italia si prepara ad accogliere uno dei protagonisti assoluti della rivoluzione alcohol free: Dr. Fischer Zero Riesling Sparkling. In procinto di essere presentato ufficialmente a Vinitaly 2025 (6-9 aprile), questo spumante premium alcohol free promette di essere il miglior vino spumante dealcolato che parla anche un po’ italiano, pur nascendo in Germania. Si tratta infatti della “joint venture” del produttore altoatesino Martin
Hofstätter, in Mosella. Difficile pareggiare, al momento, il livello di qualità raggiunto da questa “bollicina”. https://www.hofstatter.com/it/vinitaly-2025/

Dr. Fischer Zero Riesling Sparkling: caratteristiche tecniche

  • Vitigno: 100% Riesling, base spumante in stile Kabinett
  • Gradazione originale: 9% vol
  • Zuccheri residui: 30 g/l
  • Temperatura di servizio: 8-10°C
  • Vinificazione: dealcolazione a bassa pressione (15 mbar), punto di ebollizione dell’alcol ridotto a 25-30°C
  • Metodo: estrazione delicata, per preservare aromi e struttura

Perché è il miglior spumante senza alcol

Grazie alla sua dolcezza naturale, alla mineralità tipica del Riesling e a un corpo sorprendentemente pieno, Dr. Fischer Zero Riesling Sparkling si avvicina ai suoi omologhi alcolici. È una proposta raffinata, per chi cerca un’esperienza gustativa completa, ma senza alcol. https://www.hofstatter.com/it/vini/dr-fischer/

A chi si rivolge questo vino analcolico premium

Dr. Fischer Zero Riesling Sparkling è pensato per:

  • chi non beve alcol per motivi di salute, religione o stile di vita
  • occasioni conviviali dove l’alcol non è il benvenuto
  • momenti di festa che prevedano brindisi in compagnia di amici o colleghi
  • abbinamenti moderni con cucina asiatica, pesce, antipasti. Perfetto a tutto pasto, su portate semplici

Dr. Fischer Zero Riesling Sparkling a Vinitaly

Lo spumante Dr. Fischer Zero Riesling Sparkling sarà in degustazione presso lo stand della cantina Dr. Fischer – Hofstätter durante Vinitaly 2025 (Hall 6 – D3). Un appuntamento imperdibile per chi vuole scoprire il miglior vino spumante dealcolato attualmente disponibile sul mercato italiano.

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Castellinaldo, la (super) Barbera d’Alba dei Vinaioli: i migliori assaggi in Roero

Migliori Castellinaldo Barbera d’Alba Doc
Castellinaldo Barbera d’Alba Doc. Si scrive così. Anzi: solo così. In quest’ordine. E sembra già di bersela tutta d’un fiato. È da (relativamente) giovane che la Barbera d’Alba prodotta nei 7 comuni della sottozona Castellinaldo d’Alba, nel cuore del Roero, tira fuori il meglio di sé. Nei primi 6, 7 anni di vita è unica ed autentica nel suo rivelarsi intensamente sapida. E nel concedersi, generosa, su un frutto carnoso, golosissimo, nel solco della freschezza (alias “acidità”) che distingue il vitigno in lungo e in largo. Legni quasi mai violenti sul varietale si misurano con alcolicità spesso integratissime; importanti, ma comunque inferiori, in media, a quelle del Nizza. Vini, i Castellinaldo Barbera d’Alba Doc, che maturano bene, nel tempo. Mostrando, così, di avere un altro tratto in comune con i grandi vini rossi del Piemonte: la longevità. https://vinaiolidelcastellinaldo.com/

I VINAIOLI DEL CASTELLINALDO: GIOVANI CHE FANNO TERRITORIO

A promuovere questa speciale espressione del Barbera è l’associazione Vinaioli del Castellinaldo. Ventuno cantine che, come poche altre in Italia, sono la rappresentazione perfetta del vino che producono. Tanti i giovani classe 2000, o giù di lì. Molte le aziende alle prese con un ricambio generazionale che si sente nel calice, dalla ricerca esasperata del frutto a un utilizzo dei legni magistrale, mai soverchiante i primari. Un tentativo (ben riuscito) di valorizzazione autentica delle specificità della zona, che si riversa anche nella vita quotidiana. Fuori dalle cantine, tra le piazze e nei vicoli degli spettacolari borghi arroccati sulle colline roerine, dai suoli bianchi e sabbiosi. Messe da parte le beghe di cortile delle precedenti generazioni, in quest’angolo d’Italia si fa squadra. Sul serio. Già a partire dai primi anni Novanta.

BARBERA CASTELLINALDO: VOCE DEL VERBO “TERRITORIO”

A dirlo è il nome stesso di questa sottozona della Barbera d’Alba. Che è quello di un Comune, Castellinaldo. Eletto nel 2021 a furor di popolo, con un referendum plebiscitario nei 54 comuni della Doc, capofila di un territorio che comprende anche Castagnito, Canale, Guarene, Magliano Alfieri, Priocca e Vezza d’Alba. Un passo indietro rispetto al proprio campanile. Per farne cento in avanti, tutti insieme. Nel nome dell’esaltazione di peculiarità comuni, che sono tratti distintivi evidentissimi, pur nel frastagliato – e per certi versi controverso – mondo della Barbera piemontese. Un percorso trentennale grazie al quale potrebbero germogliare nuove sinergie, nei prossimi mesi. La possibilità che la sottozona del Castellinaldo si allarghi ulteriormente, abbracciando altri Comuni peculiari, è tutt’altro che da escludere. Sarebbe un’altra lezione, di bon ton. All’Italia del vino intera. Migliori Castellinaldo Barbera d’Alba Doc.

LA PRIMAVERA DEL CASTELLINALDO 2025

L’evento clou dell’associazione Vinaioli del Castellinaldo è la Primavera del Castellinaldo. Un evento itinerante, la cui seconda edizione (2025) è andata in scena domenica 30 e lunedì 31 marzo al Palazzo Re Rebaudengo di Guarene (Cuneo), residenza settecentesca e sede della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Seicento gli ospiti accreditati, tra winelovers e operatori del settore. Un successo, i banchi d’assaggio con i 40 vini dei 21 produttori locali, culminato con la cena preparata per l’occasione dallo chef Davide Odore del ristorante-pasticceria Io e Luna.

Dai tortelli ripieni di gallina faraona e topinambur al cotechino alla Wellington e Salsa Reale, passando per il tiramisù rivisitato in chiave “vino rosso”, il Castellinaldo Barbera d’Alba Doc ha mostrato tutta la sua versatilità negli abbinamenti. «La nostra manifestazione sta crescendo – è il commento di Luca Morra, presidente dell’associazione Vinaioli del Castellinaldo – e per questo c’è molta soddisfazione tra i produttori. Guarene e Palazzo Re Rebaudengo hanno rappresentato la cornice perfetta per accogliere la seconda edizione della Primavera del Castellinaldo. Con questa iniziativa vogliamo affermare sempre più la nostra identità. E valorizzare appieno quella che è una “nicchia” del panorama vitivinicolo di Langhe e Roero».

CASTELLINALDO BARBERA D’ALBA DOC: I MIGLIORI ASSAGGI – TOP 10

  • Castellinaldo Barbera d’Alba Doc 2021, Allerino Giovanni (Castagnito) – BEST IN SHOW
  • Castellinaldo Barbera d’Alba Doc 2022, Bric Cenciurio (Barolo)
  • Castellinaldo Barbera d’Alba Doc 2022, Cerrato (Castellinaldo d’Alba)
  • Castellinaldo Barbera d’Alba Doc 2022, Az. Agricola Margherita (Castagnito)
  • Castellinaldo Barbera d’Alba Doc 2022, Tonino Marchisio – Brjnda (Castellinaldo d’Alba)
  • Castellinaldo Barbera d’Alba Doc 2021, Ferrero Michele (Castellinaldo d’Alba)
  • Castellinaldo Barbera d’Alba Doc 2021, Teo Costa (Castellinaldo d’Alba)
  • Castellinaldo Barbera d’Alba Doc 2021, Cascina Torniero (Castellinaldo d’Alba)
  • Castellinaldo Barbera d’Alba Doc 2020, Cascina del Pozzo – Flavio Marchisio (Castellinaldo d’Alba)
  • Castellinaldo Barbera d’Alba Doc 2020, Morra Stefanino (Castellinaldo d’Alba)
  • Castellinaldo Barbera d’Alba Doc 2019, Vielmin di Gili Ivan (Castellinaldo d’Alba)

LA SCOPERTA: FRANCESCO ALLERINO (GIOVANNI ALLERINO)

Ha preso in mano da poco l’azienda di famiglia che, oltre alle vigne, conserva la tradizione dell’allevamento dei bovini. Si chiama Francesco Allerino, ha 22 anni (è un classe 2003) ed è la seconda generazione della cantina Allerino Giovanni di Castagnito. Uno dei suoi primi vini, tra mille esperimenti ancora in corso (un macerato da uve Arneis e uno spumante da Nebbiolo vinificato in bianco) è un autentico capolavoro: il suo Castellinaldo Barbera d’Alba Doc 2021 è il miglior assaggio in assoluto, tra i banchi della Primavera del Castellinaldo 2025. Francesco è figlio d’arte. Come lui, anche il padre Giovanni non ha perso tempo. A soli 18 anni ha avviato l’azienda di famiglia, raggruppando alcuni vigneti e iniziando a metterne in bottiglia i frutti, al posto di continuare solo a vendere le uve. Migliori Castellinaldo Barbera d’Alba Doc.

«Il mio obiettivo è produrre vini che raccontino le specificità del territorio», racconta Francesco Allerino a Winemag. La sua Castellinaldo è puro succo: tanta freschezza, tannino dolce, speziatura che si tinge di mentuccia ed erbe officinali, sfiorando il balsamico. Il tutto su una spina dorsale sapida, che costituisce la vera ossatura del nettare. È il netto richiamo alle terre bianche che può vantare la cantina a Castagnito. Suoli tra cui non è difficile trovare veri e propri blocchi di cristalli di gesso (foto nella gallery, sopra). La vigna da cui proviene la Castellinaldo Barbera d’Alba Doc 2021 Giovanni Allerino ha 55 anni. Ma l’azienda – che in totale conduce circa 8 ettari – ha anche un altro vigneto più “giovane”, con piante di 39 anni. Di Francesco Allerino – è una promessa – si sentirà parlare. Benissimo.

CASTELLINALDO SOTTOZONA BARBERA D’ALBA: TRA CONFERME E NOVITÀ

Su tutti Teo Costa, vecchia conoscenza di Winemag. Ma ci sono anche i barolisti (e lo si percepisce forte, dal calice) di Bric Cenciurio, firmati da Gianfranco Cordero. E poi Tonino Marchisio, Cerrato, Cascina del PozzoMorra Stefanino. Sono le conferme del Castellinaldo Barbera d’Alba Doc, alla Primavera del Castellinaldo 2025. Stili leggermente diversi. Solo sfumature. Chi più goloso e tondeggiante, come Marchisio; chi più “croccante”, gli altri, tra loro più uniformi. Tutti vini che raccontano in maniera autentica suoli, clima e savoir-faire di questa porzione di Roero. Già godibilissimi, pur con decise prospettive di ulteriore maturazione (su tutti, da aspettare Teo Costa). Tra i vini più convincenti c’è anche quello dell’Azienda Agricola Margherita. Una Barbera “di una volta”, quella prodotta a Castagnito dai figli di Serafino Allerino. Ma con tutte le carte in regola per raccontare, in chiave moderna, le caratteristiche pure del Castellinaldo.

Ferrero Michele vira su un frutto rosso (più che nero) più maturo. Pura gioia la sapidità che ci danza sopra, al ritmo un tannino fine, in divenire. Evidente, la grandezza di questa sottozona della Barbera d’Alba, anche nella struttura del 2021 di Cascina Torniero, che non disdegna comunque di sfoggiare uno dei frutti rossi più apprezzabili del panel. Tra le “vecchie” annate spicca il 2019 di Vielmin: vino con le spalle larghe, ancora fresco, sapido e portentoso, su frutto e fiore, più che sui terziari. La ciliegina sulla torta? Da queste parti lavora bene anche la cooperativa. Provare per credere l’annata 2023, non ancora in vendita. Un balzo in avanti deciso, quello della Cantina del Nebbiolo di Vezza d’Alba, rispetto alle precedenti annate. Insomma non manca nulla, a questa “chicca” da 131 mila bottiglie prodotte su 18 ettari, per esplodere davvero. Migliori Castellinaldo Barbera d’Alba Doc.

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Migliori Derthona 2023, Piccolo Derthona 2024 e Riserva 2022 a Derthona Due.Zero


Migliori Derthona 2023 piccolo 2024 riserva 2022 Timorasso. Anteprima sui generis quella del Colli Tortonesi Doc Timorasso 2024, 2023 e 2022 andata in scena nel weekend, fra Carbonara Scrivia e Tortona, in occasione di Derthona Due.Zero 2025. Le lungaggini infinite del Ministero costringono i produttori a non poter ancora annunciare l’ufficialità assoluta della nuova piramide della qualità della sottozona Derthona, scelta per superare il nome del vitigno Timorasso e legarlo inscindibilmente al suo territorio d’origine, onorando l’antico nome della città di Tortona. Il via libera definitivo a Piccolo Derthona, Derthona e Derthona Riserva è ancora fermo tra la polvere di qualche cassetto di Roma.

Ma mentre il Ministero arranca, il Consorzio si mostra attivo come non mai, sulle ali del fermento che è alla base del successo del grande vino bianco dei Colli Tortonesi. Un “miracolo Doc” che punta ai 2 milioni di bottiglie, riscoperto negli anni Novanta da un pugno di vignaioli guidati da Walter Massa, premiato ieri mattina a Tortona con il Grosso d’Oro. https://www.winemag.it/derthona-due-zero-2025-timorasso-2023-anteprima/

COLLI TORTONESI: NON SOLO TIMORASSO

Mentre la denominazione «cresce con razionalità, mantenendo altissima la barra della qualità», come precisato più volte dal presidente del Consorzio Gian Paolo Repetto, i calici dell’anteprima raccontano un Derthona 2023 mai così uniforme nell’interpretazione generale dei produttori. L’oro liquido della provincia di Alessandria – zona ricca come poche di gemme enogastronomiche: dal Salame Nobile del Giarolo al formaggio Montébore, senza dimenticare le Pesche di Volpedo, per citarne solo alcune – ha ormai un profilo ben definito.

Quello di un vino bianco di carattere, in cui il ricco bouquet di frutta e la sapidità si incontrano, nel nome della longevità. Ecco il motivo della nascita del Piccolo Derthona: il biglietto da visita della denominazione. Sul quale – e l’anteprima Derthona Due.Zero 2025 lo dice bene – occorre ancora fare chiarezza tra le cantine. Per non rischiare di trasformare un’opportunità in un mezzo guaio. https://www.collitortonesi.com/

PICCOLO DERTHONA: UN’OPPORTUNITÀ DA INQUADRARE

Mattia Bellinzona di Terre di Sarizzola non gira attorno al concetto. «Nei Colli Tortonesi – spiega il titolare della cantina alessandrina, stuzzicato sull’argomento da Winemag – avevamo bisogno di un vino da classica mescita, il cosiddetto by the glass. Il Piccolo Derthona, che esce sul mercato prima del Derthona (marzo al posto di settembre dell’anno successivo alla vendemmia, ndr), sta lì per questo. Un vino d’entrata».

Un cavallo di Troia per il resto dei nostri vini, sui mercati come quello Americano che chiedono anche etichette non troppo costose, da servire al calice nei wine bar, anche senza necessità dell’abbinamento. Dobbiamo però essere bravi a comunicarlo come tale e non renderlo un’alternativa al Derthona che, per profilo gustativo e prezzo, deve rimanere ben distinto dal Piccolo Derthona. La fascia indicativa, ex cellar? Siamo sui 7 euro per il Piccolo. Saliamo a 10 per  il Derthona. E chiudiamo a 15 per la Riserva».

MIGLIORI PICCOLO DERTHONA 2024

Proprio in quest’ottica va la selezione di Winemag dei migliori Piccolo Derthona 2024 a Derthona Due.Zero 2025. Vini che, pur imbottigliati da poco, mostrano di avere un profilo diverso da quello del Derthona. Vini più leggeri nell’alcol e, organoletticamente, meno “ingombranti”. Capaci comunque di raccontare il vitigno Timorasso e le sue sfumature meno impegnative. Perché l’immediatezza non è, per definizione, un difetto. Anzi.

CANTINA VINO NOTE
La Stellara Piccolo Derthona 2024 Primo naso sulle erbe aromatiche. Agrumi, tocco di pompelmo. Bella rotondità in chiusura. Vino già sull’ottima strada, che gioverà di qualche settimana in più in vetro.
Claudio Mariotto Piccolo Derthona 2024 Ha un bel naso oleoso, profuma di erbe aromatiche e fieno. In bocca abbina una certa rotondità alla freschezza e alla sapidità. Vino equilibrato, in divenire più che positivo.

MIGLIORI DERTHONA 2023

È l’uniformità dei Derthona 2023, pur nella sacrosanta interpretazione aziendale, a costituire il vero punto di forza dell’anteprima Timorasso 2025. Mai come all’ultima edizione di Derthona Due.Zero si era vista un’asticella media così uniforme e una profilazione del vino principe della nuova sottozona dei Colli Tortonesi così efficace.

CANTINA VINO NOTE
Vignaioli Battegazzore Derthona Maggiora 2023 Già un bell’equilibrio – freschezza, sapidità, frutto – nel segno di un’ottima prospettiva. Migliori Derthona 2023 piccolo 2024 riserva 2022 Timorasso
La Colombera Derthona Montino 2023 Best in Show, senza se e senza ma. Frutto giallo, tocco di agrume e componente di erbe aromatiche ad arricchirne il profilo, già maestosamente stratificato, insieme alla verve minerale.
Sassaia – De Alessandrini Derthona 2023 In sintesi? Vino che “Borgognoneggia”. Primo naso su un legno usato divinamente. Non manca il frutto, maturo il giusto, che danza su una spina dorsale minerale, quasi “gessosa”. Vino in divenire: “di metodo”, più che “di territorio”. Oppure “di territorio”, figlio di “un metodo”. Come la si voglia interpretare, una delle espressioni funzionali a far conoscere Derthona nel mondo.
Terre di Sarizzola Derthona 2023 Albicocca, quasi sciroppata, certamente matura. Bella componente verde aromatica e minerale, a riequilibrare. In bocca più teso del previsto, asciutto, quasi sottile a prima vista: è eleganza sussurrata. Vino di grandissima stoffa, di cui aspettarsi millesimi finanche superiori: c’è da scommetterci.
Romanzo del Vino Derthona 2023 Svanita la riduzione iniziale, si apre sul frutto, pieno, giallo. Minerale. Si conferma tale anche al palato, in perfetta corrispondenza. Gran frutto, puro, giallo, tocco di agrumi e di erbe aromatiche. Allungo sul frutto, pieno. Chiusura sapida, asciutta, piacevolissima. Benvenuta a questa nuova realtà, Romanzo del Vino, che vede Walter Massa alla guida enologica di una nuova “collettiva” di produttori locali. Con uno sguardo alla sostenibilità e alle chiusure innovative: bottiglia da soli 410 grammi e – ça va sans dire, con il re de Gli Svitati di mezzo – tappo a vite.
Oltretorrente Az. Agr. Derthona 2023 Riecco quel profilo oleoso che sta diventando tratto comune della zona. Qui anche una bella componente agrumata, che ricorda il pompelmo rosa, oltre a quella minerale. In bocca si conferma più “sul suolo” che sul frutto. Tanto “sale”, mineralità. Freschezza da vendere per un vino in divenire che sarà grande.
Vietti Derthona 2023 Tra i più completi: frutto, freschezza, sapidità, alcol molto ben integrato. Prospettiva.
Bruno Maurizio Derthona Dai Sassi 2023 Tanto fiore giallo e sambuco, al naso. Un’albicocca appena matura. Agrumi. Mineralità da vendere al palato e frutto polposo, carnoso a controbilanciare, insieme a una bella vena glicerica.
Poggio Paolo Derthona 2023 Primo naso sul frutto e sulla classica, tipica, vena minerale. Altro vino più sul suolo che sul frutto, che tuttavia non manca e, anzi, uscirà meglio con l’ulteriore affinamento.
Vigneti Letizia Derthona Stappasogni 2023 Ottimo esordio per Vigneti Letizia sui Colli Tortonesi. La nuova cantina del patron di Finigeto (Oltrepò pavese) presenta un Derthona che convince per completezza e per la gran purezza del frutto. Il sorso abbina durezze e morbidezze: mineralità, freschezza e vena glicerica, su ritorni della frutta già avvertita al naso. Ottima prospettiva.
Fontanafredda Derthona 2023 Fresco ed aromatico, dalle componenti verdi al frutto giallo, di ottima concentrazione. Sapidità e polpa a disegnare un palato dalle spalle larghe, pur di gran beva.
Tenuta Garetto Derthona 2023 Vino che, come pochi – per stuzzicante citricità e sapidità – ricorda certi Riesling tedeschi. Solo uno dei volti di quel grande vitigno chiamato Timorasso.
Cantine Volpi Derthona La Zerba 2023 Cedro, fiori bianchi, gran purezza (e concentrazione) del frutto. Anche al palato si conferma preciso, cesellato, elegante e strutturato, senza rinunciare ad una certa agilità di beva. In definitiva, non gli manca nulla per portare alta la bandiera del Derthona.
Cas’Al’Mat Derthona Intro 2023 Vino che si discosta dal profilo medio dei vini di Tortona, ma che segnaliamo perché rientra nella casistica delle differenze che arricchiscono un territorio. Il naso, molto interessante, gioca più sui fiori bianchi, sulle note tioliche e sugli agrumi che sulle tinte mielate e sull’esuberanza della frutta bianca e gialla, qui in una veste appena matura, polposa, croccante. C’è addirittura un tocco di idrocarburo. Perfetta la corrispondenza gusto olfattiva, con un accenno di tannino in chiusura. Vino tutto tranne che banale, buono da solo o sul piatto: consigliato a chi vuole sondare nuovi orizzonti della denominazione.
Mariotto Derthona 2023 Parola d’ordine “tipicità” e “tradizione” per questo Timorasso insieme sapido e largo, che sfodera frutta fresca come albicocca e pesca, abbinandola a un’acidità piena e a una rinvigorente . Chiude su ricordi di mentuccia, timo, chiamando il sorso successivo senza mai stancare.
Oddero Derthona Monlia 2023 Gran bella sapidità a fare da bandiera. Frutto che non manca, anzi si rivela pieno, maturo, dal naso al palato, già ottimamente equilibrato. Componente verde rigogliosa, fresca, piacevolissima. Vino al momento giovanissimo, ma di gran prospettiva.

MIGLIORI DERTHONA “RISERVA” 2022

CANTINA VINO NOTE
Iandolo Francesco Derthona 2022 Quando peso estrattivo e leggerezza si incontrano. Convince per l’estrema schiettezza e tipicità questa etichetta di assoluta prospettiva. Vino da attendere, pur già in grado di parlare – in maniera forte e chiara – il linguaggio più nobile dei Colli Tortonesi.
Vigneti Boveri Giacomo Derthona Lacrima del Bricco 2022 Un nettare materico, quasi da masticare per ricchezza e stratificazione. Al naso dominano le note tioliche, ma in una veste ricca, densa, oleosa, che abbonda anche nel frutto (giallo) di pari opulenza. Vino già goloso, da attendere per goderne appieno.
Boveri Luigi Derthona Filari di Timorasso 2022 Dolcezza del frutto bilanciata dalla spiccata sapidità. Bel sottofondo di erbe aromatiche e allungo polposo, nel segno dell’ottima stratificazione preannunciata al naso.
Oltretorrente Derthona 2022 Un vino giocato sulla sapidità e sulla componente dura, che andrà man mano a “riassorbirsi”, lasciando più spazio al frutto e virando su un idrocarburo ancora più netto. Gran prospettiva.
Tenuta Garetto Derthona 2022 Gran bella purezza del frutto, su tutti l’albicocca, abbinata a tensione acida, sapidità e venature di erbe aromatiche. Vino di buona struttura e gran prospettiva. Migliori Derthona 2023 piccolo 2024 riserva 2022 Timorasso
Mariotto Claudio Derthona Pitasso 2022 Potente, per certi versi esuberante sul fronte dell’alcol: ma è, chiaramente, solo un peccato di gioventù. Vino che è solo da aspettare. Sarà grandissimo.
I Carpini Derthona Rugiada del Mattino 2022 Vino che colpisce per stratificazione e positivo peso estrattivo, da prolungato – e sapientemente compiuto – contatto sulle fecce fini. Minerale al punto da sembrare salato; fruttato e goloso al punto da sembrare aromatico; profondo e generoso, sulla nota verde di macchia mediterranea. Tra i campioni più food friendly dell’edizione di Derthona Due.Zero 2025
Cantine Volpi Derthona Zerba Antica 2022 Gran bell’equilibrio tra polpa e sapidità. Tra i palati più ricchi e armonici dell’anteprima.
Vigneti Massa Derthona 2022 Splendido sul frutto, pieno, polposo, goloso e sui fiori bianchi freschi. Ma l’espressione del frutto e del fiore sono solo “il dito”, ovvero l’aspetto più clamorosamente evidente di questo nettare. La Luna? È l’allungo materico, sapido, minerale. Il centro bocca denso, oleoso, ricchissimo. La stratificazione. La persistenza. Vino bandiera.
Vigneti Repetto Derthona Origo 2022 Eleganza da vendere per “l’omaggio alle origini” di Vigneti Repetto: Origo. Vino che non è mai stato opulento e si conferma tale anche nell'”edizione 2022″, tra l’espressione floreale e quella fruttata. Un Timorasso da lettura fedele del suolo, nel rispetto dell’espressione più autentica e originale della varietà regina dei Colli Tortonesi.
Broglia Derthona 2022 Segnalazione doverosa per un vino che, più d’altri, rivela già una spiccata attitudine al piatto, ovvero all’abbinamento. Nota di frutta matura (netta l’albicocca, quasi sciroppata) su un accenno di idrocarburo. In bocca è pieno, pur verticale, sapido, teso. Molto persistente. Vino di grande potenziale.

Migliori Derthona 2023 piccolo 2024 riserva 2022 Timorasso. Migliori Derthona 2023 piccolo 2024 riserva 2022 Timorasso.

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degustati da noi vini#02

Basilicata Igp Bianco 2019 Il Nibbio Bianco – edizione limitata, Agricola Strapellum


Dalla Guida Top 100 Migliori vini italiani 2025 di Winemag: Basilicata Igp Bianco 2019 Il Nibbio Bianco – edizione limitata, Agricola Strapellum (14,5%).

Fiore: 8.5
Frutto: 9
Spezie, erbe: 9
Freschezza: 8
Tannino: 0
Sapidità: 8.5
Percezione alcolica: 6
Armonia complessiva: 9.5
Facilità di beva: 8
A tavola: 9.5
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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degustati da noi vini#02

Toscana Igt 2022 Bianco Fedespina, Podere Fedespina


Dalla Guida Top 100 Migliori vini italiani 2025 di Winemag: Toscana Igt 2022 Bianco, Podere Fedespina (12%).

Fiore: 7.5
Frutto: 8
Spezie, erbe: 7.5
Freschezza: 8.5
Tannino: 0
Sapidità: 7
Percezione alcolica: 5
Armonia complessiva: 9
Facilità di beva: 9.5
A tavola: 8 Quando lo bevo: subito / entro 3 anni

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degustati da noi news news ed eventi vini#02

Zero tolleranza per il Silenzio: il Ruzzese (secco) di Cà du Ferrà


Zero tolleranza per il silenzio
. Questo il nome scelto da Cà du Ferrà per il primo Ruzzese secco, dopo gli esordi sul mercato – nel 2023 – con il passito Diciassettemaggio, vendemmia 2020. Il vitigno autoctono ligure, frutto di una rinascita commerciale dovuta proprio all’intraprendenza e alla tenacia dei due titolari di Cà du Ferrà, Davide Zoppi e il marito Giuseppe Aieta, mostra così il volto più puro e contemporaneo della Liguria di Levante. Un vino a Indicazione geografica protetta (Igp), vendemmia 2023, prodotto in sole 635 bottiglie, in parte già assegnate dal distributore esclusivo Proposta Vini (il costo è di 35 euro, più Iva).

Una chicca – firmata dall’enologa Graziana Grassini – con un messaggio forte dentro (e fuori) dalla bottiglia. L’etichetta è solo apparentemente monocromo, bianca. In realtà va strappata, da sinistra verso destra. Tirando una linguetta. Ecco così apparire la scritta “Zero tolleranza per il silenzio”, voluta da una cantina – Cà du Ferrà, per l’appunto – che non smette di sorprendere non solo attraverso i propri vini, ma anche lanciando messaggi chiari e assumendo prese di posizione nette. A sfondo socio-culturale. Perché il vino può essere anche manifesto. https://caduferra.wine/it/

IL RUZZESE: VITIGNO, VINO E ORA ANCHE “MANIFESTO”

«Tolleranza zero per il silenzio. Questa è la filosofia del vino. Un vino che non accetta omertà, non accetta silenzi. Che vuole parlare da solo. Un vino che invita a vivere la vita con grande impegno, con grande responsabilità. Impegno verso gli altri, verso la natura. Verso il territorio in cui viviamo. Il nostro Ruzzese secco è un invito: tolleranza zero per il silenzio, in tutte le sue accezioni negative». Le parole di Davide Zoppi fanno eco a quelle del marito Giuseppe Aieta.

«L’etichetta da strappare – spiega – vuol rappresentare una linea ben marcata nel nostro percorso di riscoperta del vitigno ed essere un modo per far riflettere sul mondo in cui viviamo. Non a caso abbiamo scelto il candore del bianco. Occorre iniziare, tutti insieme, a strappare vie le paure dalla nostra vita. Spingersi oltre i pregiudizi, per raggiungere i nostri obiettivi. Dobbiamo tornare ad avere il coraggio di esprimere il nostro pensiero e la nostra essenza. Senza timori».

IL RUZZESE TRA RISCOPERTA E CONFERME ALLA BIBLIOTECA LA VIGNA DI VICENZA

Teatro d’eccezione della presentazione del Ruzzese Liguria di Levante Bianco 2023 di Cà du Ferrà è stata la Biblioteca Internazionale “La Vigna” di Vicenza, luogo simbolo della ricerca e della tradizione vitivinicola italiana. Un luogo che custodisce 62 mila volumi tematici, dal quindicesimo secolo ai giorni nostri. Insieme ai produttori il prof Franco Mannini, ex ricercatore del Cnr di Torino che ha accompagnato – insieme al team guidato dalla professoressa Anna Schneider e a un finanziamento del Parco delle Cinque Terre – le prime ricerche sul vitigno Ruzzese. Studi che hanno portato alla sua iscrizione nel registro nazionale, nel 2009. https://www.lavigna.it/it/lavigna

«Eppure – ha spiegato Mannini – nessuno ha colto questa opportunità come invece ha fatto Cà du Ferrà, che è arrivata ad impiantare il suo primo vigneto di Ruzzese nel 2015». Poche barbatelle, a cui si affiancherà presto un ulteriore impianto per incrementare la produzione. «Una varietà incredibile – ha sottolineato l’agronomo Gabriele Cesolini, del team di Graziana Grassini – che all’inizio, essendo a me totalmente sconosciuta, avevo scambiato per Cabernet Franc. Si tratta di un vitigno resistente alle malattie, che germoglia prima e matura tardi, che produce uve dalla buccia spessa, col sole dentro».

LA PRIMA CITAZIONE DEL RUZZESE IN UN LIBRO DEL 1596: PIACEVA AL PAPA

Tutte condizioni che dipendono dal perfetto acclimatamento in Liguria del Ruzzese. Ed è proprio alla Biblioteca Internazionale “La Vigna” di Vicenza, oggi presieduta dall’imprenditore Remo Pedon, che il legame ha trovato senso compiuto. Di Ruzzese e di Liguria di Levante parla infatti lo scrittore Andrea Bacci, in un manoscritto del 1596 conservato proprio sugli scaffali del “museo” di Contrà Porta San Felice 3, nel cuore della Città del Palladio. Lo descrive, in latino, come un vino apprezzatissimo a Roma, tanto da essere gradito anche da Papa Paolo III Farnese, in carica dal 1534 al 1549. Il suo “bottigliere” Sante Lancerio, sommelier ante litteram, glielo aveva proposto come uno dei migliori vini bianchi che l’Italia enoica potesse offrire a quel tempo, grazie anche ad un finale tendente al dolce e non all’acido o all’amaro.

ZERO TOLLERANZA PER IL SILENZIO: L’ASSAGGIO DEL RUZZESE SECCO DI CÀ DU FERRÀ

Così, la decisione di Cà du Ferrà di vinificare “in secco” il Ruzzese non è solo riscoperta, ma anche evoluzione. Il vino matura e si arricchisce – grazie a ripetuti bâtonnage – in tonneau da 500 litri, nella piccola sala della cantina ligure, a Bonassola, in provincia della Spezia. Ma non “sa” di legno. Ricorda piuttosto il sole, il mare, la macchia mediterranea e la generosità della polpa dei frutti. Sa di mare e di montagna, di brezza marina e di frutta a polpa gialla matura, come l’albicocca.

Entra sornione in bocca, generoso. Poi si assottiglia sulla freschezza e sulla sapidità, che accompagnano sino al lungo finale. Alla cieca, il Ruzzese potrebbe ricordare vagamente il Fiano campano, di Avellino. Ma ha anche tratti da Chardonnay che affonda le radici su suoli vulcanici, basaltici. Suggestioni, anzi distrazioni giocose. Perché è uguale solo a se stesso. E lo grida a tutti. Forte e chiaro. Onorando il suo nome. Zero tolleranza per il silenzio.

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degustati da noi news news ed eventi vini#02

Ritratti Cantina La-Vis: nuove etichette e svolta Horeca per i 6 vini Trentino Doc


Ritratti cantina LavisEclettica e spensierata. Romantica e riflessiva. Generosa e dolce. O, ancora: elegante e raffinata. Riservata e misteriosa. Decisa e dinamica. Sono le “personalità” raffigurate sulle nuove etichette della gamma di vini Ritratti di Cantina La-Vis. Ognuna a sintetizzare l’animo, anzi l’anima, di altrettanti vitigni allevati sulle colline avisane, alle porte di Trento, tra i 250 e i 550 metri di altitudine. Rispettivamente: Sauvignon Blanc, Chardonnay, Gewürztraminer. Pinot Nero, Cabernet Sauvignon e Lagrein. Tutti vendemmia 2023 i bianchi; 2022 i rossi. Una gamma rigorosamente Trentino Doc.

DALLA GDO ALL’HORECA: IL SALTO DEI RITRATTI DI CANTINA LA-VIS

Un passo in avanti che, per la cooperativa trentina, significa evoluzione. In primis nel cambio di rotta commerciale. I 6 nuovi vini, prodotti in quantità limitate – 100 mila bottiglie potenziali – e solo su una porzione selezionata – circa 100 ettari – dei 400 ettari a disposizione degli (altrettanti) soci della cantina, saranno infatti destinati in esclusiva al canale Horeca (enoteche, wine bar, ristoranti, hotel). Le annate precedenti erano invece commercializzate (anche) in Gdo, ovvero al supermercato. Il “rebranding” della linea Ritratti parte dall’estetica, con la scelta di rinnovare le etichette. Non più i dipinti di fine Ottocento del pittore trentino Giovanni Segantini, tra i massimi esponenti della corrente divisionista italiana. Ma le opere di un’artista contemporanea, di origini marchigiane, che ha scelto di vivere a Trento ormai da 10 anni: Margherita Paoletti. https://www.margheritapaoletti.it/

MARGHERITA PAOLETTI E LE ETICHETTE DEI RITRATTI CANTINA LA-VIS

Sull’etichetta del Sauvignon Blanc ecco dunque “Salvia fredda“, opera caratterizzata da tinte verdi che simboleggiano i tratti organolettici del vitigno di origine francese. Il calore del giallo sullo Chardonnay, con “Dorata“. “Aria d’estate” è il titolo del quadro raffigurato sul Gewürztraminer. Il Pinot Nero vede protagonista “Nebbia sospesa”. Cabernet Sauvignon e Lagrein, infine, “Alba e rugiada” e “Viola umana“. L’artista Margherita Paoletti, selezionata da cantina La-vis fra oltre 300 potenziali candidati, è stata accompagnata nei vigneti dove nascono i vini della linea Ritratti. Ne ha toccato la terra. E si è lasciata coinvolgere da colori e profumi. Solo dopo questa «esperienza immersiva» ha dato vita alle 6 creazioni che oggi sono raffigurate sull’etichetta e che saranno esposte in una sala dedicata della cooperativa, nella sede di La-vis. https://www.mart.tn.it/

RITRATTI LA-VIS: VINI SINTESI DEL LORO ECOSISTEMA

«La linea Ritratti di Cantina La-vis – ricorda il direttore tecnico Ezio Dellagiacoma – è nata nel 1988 ed ha saputo distinguersi, sin dagli esordi, per la qualità dei vini e per le etichette che ritraevano i dipinti di Segantini. Con l’annata 2023 dei bianchi e 2022 dei rossi abbiamo voluto rendere il progetto più attuale, coinvolgendo il Mart di Rovereto e scegliendo un’artista contemporanea che condividesse i nostri valori. In questo senso, Ritratti ha compiuto un passo in avanti nel simboleggiare il forte legame di questi 6 vini con l’ecosistema in cui nascono, ovvero le colline avisane. Ed entro la fine del 2025 presenteremo un’altra novità: una cuvée dei vitigni a bacca bianca, già imbottigliata ma, a differenza dei monovarietali, bisognosa di sostare in vetro, prima di essere commercializzata». Già pronti per essere stappati i tre bianchi e i tre rossi. Tutti vini fedeli alla varietà. Con un denominatore comune assoluto: l’agilità di beva e la gastronomicità, che li rendono – trasversalmente – ottimi alleati del segmento Horeca. https://la-vis.com/

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degustati da noi vini#02

Costa d’Amalfi Doc Furore Bianco 2022 Fiorduva, Marisa Cuomo


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Costa d’Amalfi Doc Furore Bianco 2022 Fiorduva, Marisa Cuomo (14,5%).

Fiore: 8.5
Frutto: 9.5
Spezie, erbe: 8.5
Freschezza: 8.5
Tannino: 0
Sapidità: 8
Percezione alcolica: 6
Armonia complessiva: 9.5
Facilità di beva: 8.5
A tavola: 9
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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degustati da noi vini#1

Colline Teramane, elisir di lunga vita: i vini bianchi di Cerulli Spinozzi e Faraone

colline teramane vini bianchi. Vini che reggono la sfida del tempo, a volte in modo inaspettato. È ormai sdoganata l’idea che anche i vini bianchi possano invecchiare, ma gli esempi di “bianchi da invecchiamento” sono, bene o male, sempre gli stessi. Si è soliti pensare a determinati vitigni in determinate regioni. L’ultima edizione di Focus Colline Teramane è stata l’occasione per sperimentare come (anche) i bianchi di questa porzione d’Abruzzo sappiano “dare del tu” alle lancette dell’orologio. Due aziende storiche del territorio, Cerulli Spinozzi e Faraone. Due vitigni territoriali, Trebbiano di Teramo (nome locale della Passerina) e Pecorino. Dieci vini in tutto, per un arco temporale di 25 anni. Un quarto di secolo racchiuso nella scorrevolezza e nella semplicità.

PECORINO COLLI APRUTINI IGT CORTALTO, CERULLI SPINOZZI

Per Cerulli Spinozzi, già Miglior Cantina Sud-Italia per la Guida Winemag 2023, Pecorino 100% da singola vigna. La vinificazione avviene in acciaio, legno e fermentazione malolattica sono state abbandonate nel 2012 per preservare freschezza ed identità del vitigno. Affinamento sulle fecce fini per circa 8 mesi. colline teramane vini bianchi.

Pecorino Colli Aprutini Igt Cortalto 2022

Immediato e invitante. Naso intenso su note di fiori freschi e frutta bianca. Molto ricca la componente agrumata che spazia dal limone al cedro al bergamotto. In bocca è pieno ma scorrevole. Morbido e molto sapido con una spiccata vena acida, quasi citrica. https://www.cerullispinozzi.it/

Pecorino Colli Aprutini Igt Cortalto 2020

L’evoluzione rispetto al 2022 è leggera e già lascia presagire la longevità di questo vino. Le note di frutta si fanno più importanti. Pesca e albicocca che accompagnano le note agrumate già sentite nel 2022. In bocca l’acidità è più integrata mantenendo una viva freschezza.

Pecorino Colli Aprutini Igt Cortalto 2019

Un calice coinvolgente. Naso che si arricchisce di note tropicali con la fresca pungenza dell’ananas che in parte sostituisce la componente agrumata. Appaiono le prime note di evoluzione che strizzano l’occhio alla pietra focaia o al porfido bangato. In bocca non cede il passo con una freschezza sempre più integrata ma vibrante.

Pecorino Colli Aprutini Igt Cortalto 2018

Colore dorato, molto più carico dei precedenti. L’evoluzione si avverte anche al naso, forse agevolato in questo dall’andamento stagionale. Tanta frutta al naso, una vera e propria macedonia di frutta matura. Leggera nota di idrocarburo. In bocca resta fresco e “leggero” nella sua pienezza. Probabilmente il punto di svolta della batteria.

Pecorino Colli Aprutini Igt Cortalto 2015

Fresco! Fresco!! Fresco!!! Il naso e la bocca che non ti aspetti dopo il 2018. Sembra quasi di aver mandato indietro le lancette dell’orologio. Frutta tropicale fresca e macchia mediterranea. Sorso pieno, morbido e sapido.

Pecorino Colli Aprutini Igt Cortalto 2013

Colore scarico. L’età si sente ma il vino è tutt’altro che stanco. Al naso prevalgono le note evolute di frutta molto matura e idrocarburo ma il sorso resta agile e coinvolgente. colline teramane vini bianchi.

TREBBIANO D’ABRUZZO DOC, FARAONE

Ufficialmente etichettato “Trebbiano” questo vino è in realtà 100% da uve Passerina da vigneti registrati nel 1971, quando il disciplinare non divideva chiaramente il “Trebbiano” dalla “Passerina”. Motivo della sovrapposizione in nomenclatura. D’altro canto, la Passerina è nota in Abruzzo anche come Trebbiano di Teramo. https://www.faraonevini.it/

Colli Aprutini Trebbiano Igt Le Vigne di Faraone 2023

Solo 11%, motivo del declassamento ad Igt. Nonostante il basso tenore alcolico risulta ricco sia al naso, dove prevalgono le note floreali di sambuco e fruttate di pesca, che in bocca dove risulta fresco e molto sapido. La chiusura leggermente amaricante lo rende pericolosamente beverino.

Trebbiano d’Abruzzo Doc Le Vigne Di Faraone 2019

Più ricco del fratello minore. Al naso prevalgono note di frutta bianca ed un accenno di tropicale. Sorso pieno e soddisfacente.

Trebbiano d’Abruzzo Doc Santa Maria dell’Arco 2013

Colore molto più carico dei precedenti che strizza l’occhio al dorato. Al naso si fa evidente l’evoluzione con note di miele d’acacia, tocco di idrocarburi ed un sentore di zafferano. Altrettando complesso al palato dove regala un sorso pieno e coinvolgente

Trebbiano d’Abruzzo Doc Le Vigne Di Faraone 2000

Un quarto di secolo porato con la dignità di una Diva. Il naso gioca su note di macchia mediterranea ed un sentore balsamico-mentolato che dona freschezza e smorza i sentori di miele ed idrocarburo. Sorso è pieno e forse leggermente stanco, ma è un difettuccio che gli si perdona volentieri. colline teramane vini bianchi.

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degustati da noi news news ed eventi vini#02

Anteprima Colline Teramane 2025: non solo Montepulciano

Si è tenuta ad Atri (Teramo) l’Anteprima Colline Teramane 2025. Un evento che, per la prima volta dalla fusione del Consorzio Colline Teramane con il Consorzio Vini d’Abruzzo, ha abbracciato non solo il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Docg, ma anche gli altri vini del territorio: Cerasuolo, Trebbiano e Pecorino che, nella versione Superiore, portano la sottozona Colline Teramane in etichetta. Un format innovativo, che mette al centro i vini bianchi, rosati e rossi del territorio in occasione delle celebrazioni dei 30 anni dall’istituzione della sottozona Colline Teramane, riconosciuta nel 1995 e promossa Docg nel 2003. Una prima edizione – dopo le “prove generali” dell’Anteprima 2024 – a cura del Comitato di denominazione Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg. Un organismo che opera sotto l’egida del Consorzio Vini d’Abruzzo, nel nome di un’autonomia che esalta le peculiarità dei vini prodotti tra il massiccio del Gran Sasso e il mare Adriatico. In sinergia con la Camera di Commercio Gran Sasso, del Gal Terreverdi Teramane e con il patrocinio del Comune di Atri.

FOCUS COLLINE TERAMANE

Focus” il termine voluto dal Consorzio per descrivere l’Anteprima Colline Teramane 2025. Scelta che deriva dal desiderio di presentare il territorio non solo attraverso “la nuova annata”, ma come un mosaico di espressioni figlie di annate differenti, e vitigni differenti. Libertà, quindi, per i produttori di presentare vini dell’annata che intendono mettere in commercio, non necessariamente quella “da disciplinare”. Ecco in batteria etichette che coprono un arco temporale di ben 5 anni. Tanto per i “base” quanto per i “riserva”.

«Il valore sono la storia, le persone e l’ambiente di questa porzione d’Abruzzo. Punto centrale è l’identità, il nostro saper lavorare insieme». È lo stesso presidente del Comitato di denominazione Colline Teramane Enrico Cerulli Irelli a rimarcare come il futuro della sottozona sia «da ricercarsi nel territorio e non nel vitigno».

I MIGLIORI ASSAGGI

Sei le declinazioni della denominazione presentate: Colline Teramane Trebbiano d’Abruzzo Superiore Doc, Colline Teramane Pecorino d’Abruzzo Superiore Doc, Colline Teramane Cerasuolo d’Abruzzo Superiore Doc. E ancora: Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg, Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Riserva Docg, Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg “Archivio”.

“Sei personaggi in cerca d’autore” verrebbe da dire, scomodando Pirandello. Una denominazione che nella sua riscoperta territorialità sta, forse, ancora cercando la propria rotta. Sono solo 4, infatti, i Trebbiano presentati. Lo stesso vale per i Pecorino. Mentre il numero di campioni di Cerasuolo si ferma ad 8. Sintomo di come la nuova estensione “non rossista” non sia ancora così fortemente sentita e vissuta da chi, il vino, lo produce.

I restanti 41 campioni, i “Montepulciano”, raccontano storie differenti e, a tratti, discordanti tra loro. Fra chi marca un po’ più la botte e chi meno, chi punta più al frutto e chi più sui terziari. Fra concentrazioni e scorrevolezze, il panorama è a macchia di leopardo. Appare però evidente, rispetto alle edizioni precedenti, il desiderio e la ricerca di un’identità più moderna del Montepulciano. Identità fatta di meno “pesantezze” ed un approccio più vicino agli attuali trend del mercato enoico.

MIGLIORI COLLINE TERAMANE MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOCG

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg Apollo 2022, Ausonia

Naso pimpante che apre fresco ed invitante. Frutto rosso maturo e note floreali di geranio e ginestra. In bocca è croccante, agile, gioioso. Il tannino è ben presente e forse un po’ troppo astringente, ma è un errore di gioventù. Persistenza pulita.

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg Colle Sale 2022, Barone di Valforte

Naso su note di frutta rossa e spezie, con quel tocco di pepe che fa da contorno a prugna, ribes e mora. Fresco in bocca con un tannino vellutato che rende il sorso pieno ma scorrevole.

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg Gruè 2022, Cerulli Spinozzi

Campione da vasca che si presenta già particolarmente pronto. Forse ancora leggermente chiuso al naso lascia intuire belle note di frutta rossa e nera ed una piacevole presenza speziata. In bocca è già assolutamente godibile col suo tannino ben integrato e la freschezza che guida la bevuta.

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg Verso Sera 20222, Velenosi

Naso fresco di frutta matura e spezie morbide. In bocca è croccante e scorrevole. Forse più semplice dei precedenti ma è in questo che risiede la sua forza. Piacevole la persistenza.

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg Terra Bruna 2021 (cdv), Podere Colle San Massimo

Altro campione da vasca che dimostra grande agilità e prontezza. Freschezza e complessità da botte entrambi presenti e ben armonizzati. Un assaggio da ripetere post imbottigliamento.

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg La Regia Specula 2021, Orlandi Contucci Ponno

Naso “scuro” con note di frutta molto matura, ricchezza di spezie e cuoio. Sorso pieno, importante, asciutto. Tannino molto presente, quasi insistente, ma comunque non aggressivo.

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg Colle trà 2018, Strappelli

Apre immediatamente su note terziarie. Spezie, tabacco, cacao. Ciò nonostante il naso resta verticale e fresco grazie ad una componente di frutto rosso (ribes) non soffocata dal passaggio in legno. Sorso vellutato ed elegante.

MIGLIORI COLLINE TERAMANE MONTEPULCIANO D’ABRUZZO RISERVA DOCG

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Riserva Docg Neromoro 2020, Nicodemi

Agile, fresco. Belle note fruttate ed un piacevole terziario che non sovrasta gli altri sentori. In bocca si comporta bene con una bella nota di geranio nel retro olfattivo. Bel frutto maturo a centro bocca ed una leggera spezia a contornare il tutto. Tannino educato.

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Riserva Docg Luigi Lepore 2020, Lepore

Altrettanto ricco al naso rivela note maggiormente orientate al frutto. Tannino vellutato ed una freschezza agile a croccante accompagnano il sorso.

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Riserva Docg Fonte Cupa 2020, Montori

Al frutto fresco si accompagnano note di caffè e tabacco. Nonostante l’evidente uso di legno il sorso resa fresco e goloso.

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Riserva Docg Vizzarro 2019, Barone Cornacchia

Incuriosisce già dal naso. Si avverte la maggiore evoluzione e sono ben chiare le note date dal passaggio in legno. Legno però ben integrato nel quadro olfattivo. La componente fruttata vira verso note di marmellata di prugne e more. Composto ed equilibrato in bocca.

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Riserva Docg Castellum Vetus 2019, Centorame

Note di radice di rabarbaro che catturano subito il naso. Seguono note di susina, mirtillo, rosa passita. Elegante al sorso invita alla bevuta e all’abbinamento gastronomico.

MIGLIORI COLLINE TERAMANE MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DOCG – “ARCHIVIO”

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg Santa Maria dell’Arco 2005, Faraone

Vent’anni e non sentirli. Tanto al naso quanto al sorso rivela una freschezza inaspettata.

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Riserva Docg Castellum Vetus 2005, Centorame

Molto evoluto al naso. Paga il tempo pur mantenendo una bella bevibilità guidata dalla freschezza ancora ben presente.

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Riserva Docg Torre Migliori 2004, Cerulli Spinozzi

Insieme al seguente il campione più coinvolgente della batteria. Una “gioventù” ed uno slancio tanto al naso quanto in bocca che sorprendono

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Riserva Docg Escol 2003, San Lorenzo

Insieme al precedente il campione più coinvolgente della batteria. Ennesimo esempio della capacità di invecchiamento dei rossi della zona.

MIGLIORI COLLINE TERAMANE TREBBIANO D’ABRUZZO SUPERIORE DOC

Colline Teramane Trebbiano d’Abruzzo Superiore Doc Le Murate 2024, Nicodemi

Naso che gioca su note di fiori bianchi e gialli e frutta fresca. Molto sapido in bocca, pulito, invogliante al sorso successivo. Vino a suo modo semplice ma goloso.

Colline Teramane Trebbiano d’Abruzzo Superiore Doc Casanova 2023, Barone Cornacchia

Colore carico. Frutta matura al naso. In bocca è agile, sapido, saporito. Note di agrume ed un leggero tannino che accompagnano il sorso.

MIGLIORI COLLINE TERAMANE PECORINO D’ABRUZZO DOC

Colline Teramane Pecorino d’Abruzzo Superiore Doc Il Pecorino 2024, San Lorenzo

Fresco e Sapido. Fa quello che deve fare. Beverino senza eccedere. Note erbacee e fruttate a dominare il quadro olfattivo.

Colline Teramane Pecorino d’Abruzzo Superiore Doc Colle dell’Orso 2023, Podere Colle San Massimo

Naso ricco. Pienezza del frutto tanto a livello olfattivo quanto gustativo. Sapido quanto basta per renderlo goloso.

MIGLIORI COLLINE TERAMANE CERASUOLO D’ABRUZZO DOC

Colline Teramane Cerasuolo d’Abruzzo Superiore Doc Le Murate 2024, Nicodemi

Colore carico e luminoso. Naso ricco di frutti rossi. Lampone e melograno. Ricco e pieno nel centro bocca gioca più sulle morbidezze che sulle durezze.

Colline Teramane Cerasuolo d’Abruzzo Superiore Doc Chiamami quando piove 2024, Valori

Colore scarico e naso timido e asciutto. Verticale in bocca, allarga a fine sorso rislutando piacevole e beverino.

Colline Teramane Cerasuolo d’Abruzzo Doc Colle Trà 2023, Strappelli

Color melograno brillante. Molto intenso il naso su note di frutti e fiori. Sorso pieno e fresco.

30 ANNI COLLINE TERAMANE: 4 PEZZI DI STORIA DEL TERRITORIO

In occasione del trentennale la denominazione ha voluto presentare anche 4 vini di annate particolarmente datate.

Montepulciano d’Abruzzo Doc Riserva Colline Teramane Escol 2002, San Lorenzo

Vivo. Fresco. Scalpitante. Non dimostra affatto i lustri che ha ed anzi rivela ancora un tannino ben presente.

Montepulciano d’Abruzzo Doc Riserva Colline Teramane 2000, Illuminati

Note evolute di liquirizia, pepe, tabacco e cannella. Morbido ma fresco al sorso. Molto persistente.

Montepulciano d’Abruzzo Doc Riserva Colline Teramane 1998, Nicodemi

Naso coinvolgente su sentori terziari ed una particolare fragranza di brace. Leggermente torbido si dimostra di gran corpo in bocca.

Montepulciano d’Abruzzo Doc Riserva Colline Teramane Luigi Lepore 1998, Lepore

Frutta surmatura e marmellata al naso. Naso che trae in inganno, ci si aspetta un sorso piacione ed invece lui si rivela verticale al sorso nonostante l’età.

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degustati da noi news news ed eventi vini#02

Migliori Alta Langa 2021. «Il nostro segreto? Un disciplinare da Champions League»

Migliori Alta Langa 2021.Se l’Alta Langa fosse un treno, sarebbe un JR-Maglev MLX01. Modello che forse non dice nulla, in Italia. Ma che, in Giappone, si vede sfrecciare a 531 chilometri orari, lungo la tratta sperimentale della Yamanashi Maglev Test Line. Bollicine piemontesi ad “alta velocità”, sui mercati. Pronte ora a conquistare l’export, che ha raggiunto il 15% nel 2024 grazie all’aumento della produzione e alle prime mosse del Consorzio per far conoscere – anche fuori dai confini nazionali – le cuvée di Pinot Nero e Chardonnay. Il numero record di cantine presenti alla Prima dell’Alta Langa 2025 – 82 a La Centrale di Nuvola Lavazza, a Torino – dimostrano che la velocità è nulla senza convogli. Ben 180 le cuvée in degustazione all’anteprima di un millesimo, il 2021, che si rivela il più omogeneo di sempre. Per il livello della qualità, molto alta. Ma, ancor più, per l’uniformità tra le espressioni delle varie cantine. Pardon, maison. Gli Alta Langa 2021 da non perdere? Ecco la Top 15, in rigoroso elenco alfabetico.https://www.altalangadocg.com/wp-content/uploads/2025/03/Elenco-vini-La-Prima-dellAlta-Langa-2025-3.pdf

MIGLIORI ALTA LANGA 2021: top 15 ALLA PRIMA DELL’ALTA LANGA 2025

  • Anna Maria Abbona, Alta Langa Docg Clara Rose Extra Brut 2021
  • Cascina Fonda, Alta Langa DocgExtra Brut 2021
  • Cerrino, Alta Langa Docg Pas Dosé 2021
  • Colombo, Alta Langa Docg Blanc de Blancs Brut 2021
  • Coppo, Alta Langa Docg Luigi Coppo Pas Dosé 2021
  • Daffara & Grasso, Alta Langa Docg PN CH Brut 2021
  • Ettore Germano, Alta Langa Docg Extra Brut 2021 (Best of Show)
  • Gallo, Alta Langa Docg 1831 Brut 2021
  • Garesio, Alta Langa Docg Pas Dosé 2021
  • Marco Capra, Alta Langa Docg Seitremenda Extra Brut 2021
  • Mauro Sebaste, Alta Langa Docg Avremo Extra Brut 2021
  • Paolo Berutti, Alta Langa Docg Rosé Brut 2021 (Magnum)
  • Roberto Garbarino, Alta Langa Docg Le Radipe Extra Brut 2021
  • Sara Vezza, Alta Langa Docg Extra Brut 2021
  • Tenuta Carretta, Alta Langa Docg Airali Blanc de Blanc Extra Brut 2021

CASTELLETTA: «IL SEGRETO DELL’ALTA LANGA? IL RIGIDO DISCIPLINARE DELLA DOCG»

Ventimila i brindisi alla Prima dell’Alta Langa 2025, settima edizione della degustazione annuale organizzata dal Consorzio Alta Langa. La più grande di sempre per numero di produttori presenti, etichette di Alte Bollicine Piemontesi in assaggio (circa 200), e professionisti accreditati (circa 1700). Immancabile la presidente Mariacristina Castelletta di Tosti1820. La cantina, al pari dell’altro noto brand Gancia, ha portato in degustazione i vini del millesimo più vecchio presente alla Prima dell’Alta Langa 2025. Si tratta, rispettivamente, dell’Alta Langa Docg Riserva Giulio I Blanc de Noirs Pas Dosé 2010 e dell’Alta Langa Docg Riserva Cuvée 120 Mesi Brut 2010.migliori alta langa 2021

Presidente Mariacristina Castelletta: Alta Langa sempre più a gonfie vele?

Direi di sì. Siamo cresciuti con un’eredità molto preziosa. Siamo il primo Metodo classico che è nato in Piemonte, a metà del 1800. Ma la denominazione è ragionevolmente molto più giovane, perché è nata nel 2002. Questi 23 anni sono stati molto importanti per la denominazione. A dirlo sono i numeri. Se pensiamo che nel 2021 mettevamo insieme 600 mila bottiglie e nel 2024 abbiamo raggiunto i 2 milioni di bottiglie contrassegnate dalla Docg, capiamo la portata del fenomeno.

“Fenomeno Alta Langa”, appunto. Ogni anno nuovi produttori, nuove cuvée e nuove espressioni di una Docg che dimostra di avere una grandissima dinamicità interna.

La cosa sorprendente e che ci riempie di orgoglio è la crescita dei produttori. Nel 2018 eravamo 18 e ora, qui alla Prima dell’Alta Langa 2025, settima edizione, ci ritroviamo con 82 produttori e circa 200 etichette di Alta Langa. L’andamento della denominazione si potrebbe spiegare semplicemente con questo confronto. I nostri numeri, comunque, rimangono relativamente piccoli se li paragoniamo alla globalità del mondo degli spumanti italiani e, ancor più, internazionali, come per esempio alla Champagne.

Un mondo in cui l’Alta Langa si distingue in maniera chiara. Come state gestendo la crescita?

La nostra volontà è quella di crescere in valore a livello internazionale, restando saldi e fedeli alle caratteristiche che sono insite nel nostro DNA. Vogliamo fare un Metodo classico di altissima qualità e vogliamo che questo concetto sia scalfito nella pietra. Abbiamo intenzione di portarlo avanti crescendo insieme a un territorio che ha delle sorprendenti capacità ancora non completamente espresse. Un territorio piuttosto vasto, che include le “alte terre” delle tre province di Asti, Alessandria e Cuneo. Abbiamo la possibilità di diventare più grandi, sì. Ma vogliamo farlo da tutti i punti di vista. Soprattutto da quello del valore.

“Al di là della collina”, per usare un eufemismo utile a identificare l’Oltrepò pavese, il Consorzio sembra aver preso una piega completamente diversa rispetto al passato. Ora, per statuto, i “piccoli” contano. In Alta Langa non sembra esserci questa necessità, nonostante la presenza di colossi e grandi cantine in Consorzio come la sua Tosti1820, o Fratelli Gancia. La differenza è solo nel peso dei brand dei due territori?

L’Alta Langa, sin dagli esordi, punta a diventare riferimento assoluto del Metodo classico in Italia. In confronto ad altri territori, credo sia importante sottolineare una delle caratteristiche più peculiari: in Alta Langa non ci sono “grandi” e “piccoli” produttori, dal momento che tutti insieme produciamo circa 2 milioni di bottiglie annue. Qui da noi c’è sempre stata una grande unione, dettata dal fatto che iniziare a produrre Alta Langa è una scelta coraggiosa, alla base della quale serve convinzione e grandi investimenti. Il nostro segreto? Abbiamo scelto di dotarci di un disciplinare da Champions League e di percorrere, tutti insieme, una strada comunque per nulla banale. Le regole di produzione dell’Alta Langa Docg dicono chiaramente che vogliamo primeggiare nel panorama enologico del Metodo classico. migliori alta langa 2021

Terreni con altitudine non inferiore ai 250 metri sul livello del mare. Solo millesimati. Ma anche 30 mesi minimi di affinamento sui lieviti per l’Alta Langa, a differenza dei 18 della Franciacorta (che ammette i non millesimati) e dei 15 mesi del Trento Doc. È così che si vince la Champions League del Metodo classico, insomma?

Di certo, questo è un buon inizio ed è la nostra intenzione! I produttori di Alta Langa devono essere molto determinati nel volersi approcciare alla denominazione e nel voler proseguire il percorso intrapreso. Fare Alta Langa è una scelta, non una conseguenza dei trend di mercato. E il fatto che il numero di produttori di Alta Langa stia crescendo così tanto, dimostra che abbiamo fatto le scelte giuste sin dal principio, quando abbiamo scritto le “regole del gioco”. Senza usare altri giri di parole, vorrei davvero cogliere l’occasione di questa intervista per dire ciò che penso profondamente di questo nostro Metodo classico: ovvero che è veramente un’espressione dell’orgoglio piemontese, per le nostre origini. Il Metodo classico è nato da noi, in Piemonte, nell’Ottocento. E quindi dobbiamo per forza dare del nostro meglio. Affinché rimanga nella storia.

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La Valle d’Aosta si coccola Torrette e Syrah: «Crisi dei vini rossi? Non qui da noi»


Crisi dei vini rossi?
Fermi tutti e Rewind, per dirla con Vasco. Ad uscire dal seminato è la Valle d’Aosta, per bocca di uno dei suoi principali produttori. «Qui da noi si può parlare di un trend di bilanciamento tra vini rossi e vini bianchi, non certo di crisi dei vini rossi», riavvolge il nastro Stefano Celi di La Source, passeggiando nella sua vigna di Syrah. Tra i 700 e i 950 metri di altitudine c’è anche il Petit Rouge che dà vita al Vallée d’Aoste Doc Torrette: un altro rosso valdostano che non vede crisi, al pari di Cornalin, Fumin e dei meno noti Vien de Nus e Mayolet.
«La nostra regione viene erroneamente considerata “bianchista” da molti – continua Celi – ma in realtà è il Petit Rouge, vitigno principe del Torrette Doc, a dominare con oltre 50 ettari, su un totale regionale di circa 450 ettari».

Microclima e suoli consentono di produrre vini molto freschi, sapidi e senza eccessi di alcol. Proprio quelli che cercano oggi i consumatori. «Contrariamente a quanto sta avvenendo in molte altre regioni – evidenzia Celi, past president del Cervim, l’istituto aostano che promuove la viticoltura eroica – i vini rossi valdostani continuano ad essere apprezzati senza che i produttori siano dovuti intervenire sullo stile dei vini, alleggerendone il profilo come in altre denominazioni». Insomma, in Valle d’Aosta non solo i rossi tengono strette le briglie del mercato, ma sono rimasti fedeli al loro profilo originario. E i bianchi? Crescono nell’apprezzamento al pari della loro qualità, migliorata a livelli esponenziali negli ultimi decenni, soprattutto grazie a varietà simbolo come il Petite Arvine.

TORRETTE, LA SOTTOZONA DEI VINI ROSSI VALDOSTANI CHE SFIDANO IL MERCATO

Basta addentrarsi tra i calici di La Source per comprendere le ragioni di questo “contro-trend”, nella terra della fonduta, del caffè nella grolla, del Lardo d’Arnad o delle mele a caccia di una promozione a Igp. La cantina fondata da Stefano Celi a Saint-Pierre nel 2003, dopo l’iniziale avventura di Domaine Champagnole con altri due soci, produce circa 40 mila bottiglie annue ed è parte della Federazione italiana vignaioli indipendenti – Fivi.

Non solo cantina, ma anche ristorante-agriturismo con stanze disponibili per gli appassionati di sci che scelgono gli impianti di risalita di Courmayeur, Pila e La Thuile, o per i tanti turisti a caccia di relax alle QC Terme di Pré-Saint-Didier, convenzionate con La Source Wine Farm. Il cuore dell’attività vinicola è la sottozona Torrette, che dà vita ai vini rossi più interessanti prodotti da Stefano Celi. Non solo un Syrah di gran freschezza e sapidità, ma anche un Vallée d’Aoste Doc Torrette che, nella versione “base”, si rivela essere il classico “vino da merenda”. Perfetto per accompagnare salumi e antipasti.

NON SOLO SYRAH E TORRETTE: IL CORNALIN DA FAVOLA DI LA SOURCE

Si sale in complessità con il Torrette Superieur, come dimostra la verticale 2006-2018 sfoderata da Stefano Celi. A colpire, oltre alla perfetta evoluzione del 2006 – esempio di quanto la denominazione possa sfidare il tempo – è la grande freschezza e precisione del frutto della 2013. Benissimo anche l’annata in commercio, la 2020: la densità delle note di frutta rossa matura bilancia l’estrema sapidità e freschezza (di nuovo loro, sì), che sfocia in ricordi di arancia sanguinella.

Più sulla confettura la 2016, tanto da portare alla memoria, in maniera netta, la confettura di fragole. Al di là del Torrette, tra le annate più recenti dei vini rossi di La Source spicca uno straordinario Cornalin 2018 (polpa succosa, balsamicità da vendere e nota fumé sul finale). L’ennesima «espressione di godimento» dei vini rossi valdostani, che non vedono crisi. Roba alla Vasco. Da Rewind.https://www.vinivalledaosta.com/


LA SOURCE WINE FARM
Loc, Bussan Dessous, 1
11010 Saint-Pierre (Aosta)
Email info@lasource.itagriturismo@lasource.it
Tel. 0165904038

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degustati da noi vini#02

Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore 2022 Ergo, Mirizzi


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore 2022 Ergo, Mirizzi (14,5%).

Fiore: 8.5
Frutto: 8.5
Spezie, erbe: 8
Freschezza: 8.5
Tannino: 0
Sapidità: 8
Percezione alcolica: 6
Armonia complessiva: 9.5
Facilità di beva: 8
A tavola: 9.5
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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degustati da noi vini#02

Roero Arneis Docg 2016 Sette Anni, Angelo Negro


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Roero Arneis Docg 2016 Sette Anni, Angelo Negro (13,5%).

Fiore: 8
Frutto: 8.5
Spezie, erbe: 8
Freschezza: 9
Tannino: 0
Sapidità: 8
Percezione alcolica: 5.5
Armonia complessiva: 9.5
Facilità di beva: 9
A tavola: 8.5
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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degustati da noi vini#02

Ansonica Doc Costa dell’Argentario 2021 Eroica barrique, Santa Lucia


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Ansonica Doc Costa dell’Argentario 2021 Eroica barrique, Santa Lucia
(14%).

Fiore: 8.5
Frutto: 9
Spezie, erbe: 9.5
Freschezza: 8
Tannino: 3
Sapidità: 8
Percezione alcolica: 6
Armonia complessiva: 9
Facilità di beva: 7
A tavola: 9
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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degustati da noi vini#02

Aglianico del Vulture Docg Superiore 2020 Don Anselmo, Paternoster


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Aglianico del Vulture Docg Superiore 2020 Don Anselmo, Paternoster (14%).

Frutto: 8.5
Spezie, erbe: 8.5
Freschezza: 7.5
Tannino: 7.5
Sapidità: 8
Percezione alcolica: 5.5
Armonia complessiva: 9
Facilità di beva: 7.5
A tavola: 9.5
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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degustati da noi vini#02

Vittoria Doc Frappato 2023 Vigna Biddine Sottana 2023, Valle dell’Acate


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Vittoria Doc Frappato 2023 Vigna Biddine Sottana 2023 – Vino di Contrada, Valle dell’Acate (13,5%).

Fiore: 8.5
Frutto: 9.5
Spezie, erbe: 9
Freschezza: 7.5
Tannino: 6.5
Sapidità: 7.5
Percezione alcolica: 5.5
Armonia complessiva: 9.5
Facilità di beva: 9
A tavola: 9
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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degustati da noi vini#02

Taurasi Docg Riserva 2015 Duecape, De’ Gaeta – Az. Agr. Kumor Bozena


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Taurasi Docg Riserva 2015 Duecape, De’ Gaeta – Az. Agr. Kumor Bozena (14%).

Fiore: 8.5
Frutto: 9
Spezie, erbe: 9
Freschezza: 8
Tannino: 7.5
Sapidità: 8
Percezione alcolica: 6
Armonia complessiva: 8.5
Facilità di beva: 7
A tavola: 9.5
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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degustati da noi vini#02

Casavecchia di Pontelatone Dop Riserva 2021 Trebulanum, Cantine Alois


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Casavecchia di Pontelatone Dop Riserva 2021 Trebulanum, Cantine Alois (13%).

Fiore: 8.5
Frutto: 8.5
Spezie, erbe: 7
Freschezza: 7.5
Tannino: 7.5
Sapidità: 6.5
Percezione alcolica: 5.5
Armonia complessiva: 8
Facilità di beva: 7
A tavola: 8.5
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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degustati da noi vini#02

Colline di Levanto Dop Bianco 2023 Bonazolae, Cà du Ferrà

Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Colline di Levanto Dop Bianco 2023 Bonazolae, Cà du Ferrà (13%).

Fiore: 7.5
Frutto: 8.5
Spezie, erbe: 7.5
Freschezza: 8.5
Tannino: 1
Sapidità: 8
Percezione alcolica: 6
Armonia complessiva: 9
Facilità di beva: 7
A tavola: 9
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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degustati da noi vini#02

Barolo Docg Bricco Ambrogio 2020, Lodali


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Barolo Docg Bricco Ambrogio 2020, Lodali (15%).

Fiore: 8.5
Frutto: 8
Spezie, erbe: 9
Freschezza: 8.5
Tannino: 7.5
Sapidità: 7
Percezione alcolica: 6
Armonia complessiva: 9
Facilità di beva: 7.5
A tavola: 9.5
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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degustati da noi news news ed eventi vini#02

Sarzi Amadè prende Castello di Volpaia: profezia al sapore di Gran Selezione


Più che un sodalizio commerciale, una partnership scritta nelle stelle. A pochi giorni dall’ufficializzazione dell’accordo di distribuzione esclusiva tra Sarzi Amadè e Castello di Volpaia, emergono i dettagli di una collaborazione che sa di profezia. Era il 1966 quando Nicola Sarzi Amadè fondava a Milano l’omonima azienda di distribuzione. Nello stesso anno, Raffaello Mascheroni Stianti posava il primo mattone della rinascita di Castello di Volpaia, borgo medievale fortificato con una storia vitivinicola che affonda le radici nel 1172. Oggi, la seconda e terza generazione delle due famiglie raccoglie un’eredità preziosa, nel nome dell’eccellenza nei rispettivi settori. Degno simbolo di questo accordo è un vino, su tutti: il Chianti Classico Gran Selezione Radda Docg 2021 Coltassala (97/100). Esempio fulgido del perché, la Gran Selezione del Chianti Classico, sfidi ormai a testa altissima i mercati internazionali. Con un giro d’affari di circa 50 milioni di euro.

SARZI AMADÈ DISTRIBUTORE ESCLUSIVO DI CASTELLO DI VOLPAIA

«Seguiamo il magnifico lavoro di Federica e Nicolò fin dall’inizio – commenta Alessandro Sarzi Amadè – ovvero dal loro ingresso nell’azienda di famiglia. Castello di Volpaia è una delle cantine che, secondo noi, rappresenta al meglio l’eccellenza dell’Alto Chianti Classico, in una produzione autenticamente impegnata nella ricerca di pratiche sostenibili e all’avanguardia come espressione del proprio terroir. È questo che ricerchiamo nei produttori che selezioniamo per la nostra clientela».

La scelta di Sarzi Amadè come esclusivo distributore dei vini della cantina sul territorio nazionale non è stata casuale. E a confermalo sono Federica e Nicolò Mascheroni Stianti: «Abbiamo sempre guardato con ammirazione la capacità distributiva di Sarzi Amadè. Le nostre filosofie – spiegano – si completano perfettamente: la sua competenza e conoscenza del mercato con il nostro impegno a produrre un Chianti Classico che nasce dal rispetto della terra. La partnership si fonda sulla ricerca della qualità e sull’impegno comune verso un’evoluzione sostenibile del business. Valori che guidano anche la conservazione del borgo di Volpaia, luogo capace di ospitare un turismo culturale, profondamente consapevole».

CASTELLO DI VOLPAIA

Con 45 ettari di vigneti, situati tra i 400 e i 650 metri sul livello del mare, Castello di Volpaia rappresenta una delle massime espressioni del Chianti Classico. Il suolo di arenaria favorisce la produzione di vini eleganti e longevi, con un profilo aromatico raffinato e una struttura armonica. Il tratto distintivo della gamma è la purezza del frutto, sostenuto da una vibrante acidità e da una piacevole vena salina. Una realtà che ha visto crescere, nei decenni, il grado alcolico medio dei propri vini, oggi tutto sommato ancora contenuto – e certamente integrato nei vini, a livello tecnico – grazie all’altitudine dei vigneti, quasi al limite consentito per la produzione del Gallo Nero.

La cantina ha investito nella selezione clonale del Sangiovese e nella riscoperta di varietà autoctone come il Mammolo. Dando vita a Cru iconici come appunto Coltassala. Ma anche l’altra Gran Selezione Chianti Classico Il Puro Casanova (da Sangiovese in purezza) e il Balifico, Sangiovese-Cabernet Sauvignon prodotto dal 1985 e subito incasellato sui magici binari dei Supertuscan. L’impegno di Castello di Volpaia nella sostenibilità si traduce in una transizione biologica certificata dal 2000, seguita dall’abolizione totale delle sostanze chimiche di sintesi, da pionieri della zona.


Castello di Volpaia

Loc. Volpaia
53017 Radda in Chianti (SI)
Tel. +39 0577 738066
Email: info@volpaia.com

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