Categorie
Approfondimenti

OCM vino Paesi terzi, pubblicato il decreto: «Ora le modalità attuative»

OCM vino Paesi terzi, pubblicato il decreto «Ora le modalità attuative» confagricoltura
Il MASAF ha pubblicato l’atteso decreto ministeriale sulla misura relativa alla promozione sui mercati dei Paesi terzi con modifiche importanti per la partecipazione al programma OCM vino. Grazie all’azione delle organizzazioni sindacali sono stati confermati nel decreto i progetti multiregionali e tutti i criteri di valutazione. «A questo punto – evidenzia Confagricoltura – vista la tempistica di emanazione del decreto ministeriale, diventa urgente la pubblicazione dell’avviso nazionale per la presentazione dei progetti che definisce annualmente le modalità attuative del decreto, senza il quale non è possibile avviare la procedura di presentazione dei progetti».

«Auspichiamo un coinvolgimento dei rappresentanti delle imprese in questa fase per un confronto diretto sugli aspetti operativi e procedurali della misura», aggiunge Confagricoltura. Emergono nel frattempo anche i dettagli sul decreto. Dalla prossima annualità sarà possibile presentare un solo progetto per tipologia nazionale, multiregionale o regionale. Le aziende inserite nei soggetti collettivi dovranno partecipare ad almeno una delle azioni previste per ciascun Paese terzo.

«Sono vincoli con impatto molto forte sulla capacità progettuale – afferma Confagricoltura – e occorrerà  trovare un equilibrio per agevolare la partecipazione di aziende di minore dimensione, senza limitare la progettualità di quelle più strutturate». Fra le novità invece è positiva la possibilità, per i progetti che sono stati inseriti nella graduatoria definitiva, di ritenere ammissibili le spese effettuate dopo il 16 ottobre, anche prima della stipula del contratto con AGEA, per consentire di avviare subito le attività.

Categorie
Approfondimenti

Caviro saluta l’ad SimonPietro Felice: via a fine agosto


Il Direttore Generale del Gruppo Caviro, SimonPietro Felice, comunica che, per motivi personali, il proprio rapporto professionale con l’azienda terminerà il 31 agosto 2023, data di chiusura dell’anno fiscale. «Nell’assicurare stabilità e continuità della gestione aziendale – si legge in una nota del gruppo – Caviro ringrazia l’Ing. Felice per la professionalità e l’impegno dimostrati alla guida di tutte le società del Gruppo nel corso degli ultimi 6 anni».

Categorie
Approfondimenti

Masi Agricola, sale ancora la partecipazione di Fondazione Enpaia

FOTONOTIZIA – Masi Agricola, società quotata su Euronext Growth Milan e tra i leader italiani nella produzione di vini premium, rende noto di aver ricevuto da Fondazione Enpaia comunicazione di un aumento della propria partecipazione in Masi Agricola, che annovera n° 2.430.720 azioni in capo alla Gestione Principale e alle Gestioni Separate, raggiungendo la soglia del 7,56% del capitale sociale rappresentativo di azioni che conferiscono diritto di voto. Già lo scorso aprile 2023 la Fondazione Enpaia era salita al 6,2% del capitale sociale di Masi. L’ingresso era avvenuto a febbraio 2022, con il 4%.

Categorie
Approfondimenti

I vini del territorio di Montefalco


Montefalco Green non è solo un’iniziativa volta alla sostenibilità. È anche un’opportunità per degustare tutte le tipologie che vengono realizzate in questo angolo dell’Umbria.

Vini Bianchi: Montefalco Bianco Doc, Montefalco Grechetto Doc, Spoleto Doc Trebbiano Spoletino, Spoleto Doc Trebbiano Spoletino Superiore, Trebbiano spoletino passito.

Vini Rossi: Montefalco Rosso Doc, Montefalco Rosso Riserva Doc, Montefalco Sagrantino Docg, Montefalco Sagrantino Docg passito.

IL TREBBIANO SPOLETINO

Tra i bianchi particolare importanza viene data al Trebbiano Spoletino, che si differenzia molto dai Trebbiani toscani e dalle altre famiglie dei Trebbiani, declinato in varie tipologie e tecniche di affinamento. Si va dal bianco affinato in acciaio per pochi mesi, profumato, piacevole, accattivante, molto indicato per aperitivi o per antipasti poco corposi a quelli che passano diversi mesi in barrique o in anfora. Vini che risultano molto diversi per colore, profumi e gusto (qui una cantina da non perdere). Ci sono poi i Trebbiano spoletino passito, che nulla hanno da invidiare ai passiti più blasonati. Non mancano i Trebbiano spoletino spumante, vinificati con Metodo classico.

IL SAGRANTINO DI MONTEFALCO DOCG

Nei rossi dominano Sagrantino e Sangiovese. Il Sagrantino di Montefalco Docg è realizzato con Sagrantino in purezza. Si tratta di un vino che ha come caratteristica tannicità, muscolarità e note speziate. È sincero e molto apprezzato per i profumi e per i gusti intensi, per i tannini forti e impetuosi, attenuati solo da un robusto piatto di abbinamento. Negli ultimi anni è di tendenza la produzione di vini più immediati, che nelle migliori interpretazioni non lasciano a desiderare in termini di tipicità.

La bravura dei produttori sta proprio nella capacità di rendere il vino il più equilibrato possibile, elegante al naso e in bocca. Un aspetto molto importante è la rimodulazione delle produzioni nei cru, sulla falsariga di quanto si fa da anni nelle Langhe. In molte cantine, le varie etichette sono frutto di un progetto interno di zonazione del vigneto. L’obiettivo è rendere il Sagrantino di Montefalco Docg un vino più identitario possibile, aggiungendo così tasselli all’indubbia qualità (qui una cantina da non perdere). Anche il Sagrantino è prodotto in versione passito.

IL SANGIOVESE A MONTEFALCO

Il Sangiovese è il vitigno presente in percentuale sostanziosa nei Montefalco Rosso e nei Montefalco Rosso Riserva. Si tratta di vini intensi per colore, al naso risultano immediati con note molto evidenti di frutta rossa e ciliegie sotto spirito. Molto versatili e molto comuni sul territorio, rappresentano una fetta consistente del cosiddetto “vino quotidiano”, nella tradizione umbra. Il Sangiovese conferisce all’uvaggio note profumate e fruttate, mentre il Sagrantino il corpo, il tannino e le note speziate.

Categorie
Approfondimenti eventi news ed eventi

Record di visitatori a Enovitis in Campo 2023. Il testimone passa a Enovitis Extrême


Record
di espositori e visitatori a Enovitis in campo 2023, 17^ edizione dell’evento itinerante di Unione italiana vini dedicato alle tecnologie per la viticoltura che si è tenuto gli scorsi 7 e 8 giugno a Polpenazze del Garda (BS). Oltre quota 5.500 le presenze, nonostante il maltempo. Per il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti: «Enovitis in campo si conferma la manifestazione di riferimento in Italia per le macchine e attrezzature da vigneto, un appuntamento unico per rappresentatività, vivacità delle proposte e attualità del dibattito tecnico. La pioggia non ha compromesso la buona riuscita di un’edizione ancora una volta capace di mettere al centro le più moderne tecnologie per le operazioni agronomiche».

Sono 172 le aziende che hanno portato le proprie proposte tra i filari bresciani di Enovitis in Campo 2023, attirando l’attenzione di visitatori anche esteri, quest’anno in particolare dalla Germania, dalla Slovenia e dal Kazakistan. Sotto la lente, le soluzioni più innovative nel campo della robotica, dell’elettrificazione, della riduzione della chimica, dal biologico agli agrofarmaci fino ai biostimolanti.

E il testimone passa ora a Enovitis Extrême, il “clone” di Enovitis in campo dedicato ai vigneti di montagna e in elevata pendenza, che il 13 luglio andrà live nei vigneti della Cantina Valle Isarco – Eisacktal (Chiusa, BZ) per la seconda edizione della rassegna dinamica riservata alla viticoltura eroica. Si tratta di un approfondimento specifico sull’utilizzo di macchine operatrici e attrezzature destinate all’impiego in condizioni orografiche impervie a fronte di elevatissimi costi di produzione.

Categorie
Approfondimenti

Premio “Vivi la Valpolicella” intitolato alla memoria di Marco Accordini


La XXI edizione del Premio “Vivi la Valpolicella” sarà intitolata alla memoria di Marco Accordini, figlio di Daniele Accordini, dg ed enologo di Cantina Valpolicella Negrar morto nel giugno del 2022 a causa di un incidente sul trattore. «Era doveroso dedicare questo importante riconoscimento territoriale al ricordo di un giovane valpolicellese che ha applicato la sua formazione universitaria nel suo territorio d’origine, la Valpolicella, per promuoverla e valorizzarla, come tanti imprenditori hanno fatto nella storia e stanno ora facendo. La sua prematura scomparsa nel 2022 a 26 anni ha interrotto il suo operato, ma con questo intitolazione vogliamo ricordare Marco Accordini ancora tra noi».

Queste le parole degli organizzatori del Premio “Vivi la Valpolicella”, promosso dall’omonima associazione in collaborazione con la presidenza di Cantina Valpolicella Negrar e Valpolicella Benaco Banca. Dopo una pausa forzata a causa pandemia, giovedì 8 giugno, a partire dalle ore 17.30, nella sala convegni della cantina a Negrar di Valpolicella (via Ca’ Salgari 2), si svolgerà la XXI edizione della manifestazione, aperta al pubblico, con la premiazione delle migliore tesi di laurea nazionali sul fronte della ricerca scientifica.

Categorie
Approfondimenti

Ais rinnova la partnership con i Ministeri: «Vino e olio sono cultura»


«Siamo sempre più coinvolti e impegnati nel progetto con i tre Ministeri che hanno firmato il protocollo d’intesa e abbiamo constatato con soddisfazione il rinnovato entusiasmo da parte delle istituzioni». Così il Presidente nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier, Sandro Camilli, ha inaugurato la XIII edizione della Giornata Nazionale della Cultura del Vino e dell’Olio, promossa dalla stessa AIS in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, il Ministero della Cultura e il Ministero dell’Istruzione e del Merito. «Divulgare il patrimonio del vino e dell’olio, investire sulla cultura e valorizzare la qualità delle eccellenze italiane – ha aggiunto Camilli – sono i nostri obiettivi».

La giornata ha preso il via con un convegno a Roma (sala Cavour, ministero dell’Agricoltura) dal titolo “Tratti rurali e identità enogastronomiche del patrimonio paesaggistico e culturale italiano” al quale ha partecipato il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida. «La sicurezza alimentare – ha sottolineato – vede due scenari possibili: ‘cibo per tutti e ‘buon cibo per tutti’. Diventa fondamentale difendere la qualità e promuoverla. Continuare a garantire prodotti di qualità significa aumentare il nostro export, creare ricchezza, rendere più solido il nostro sistema Paese e accrescere opportunità occupazionali».

LA BORSA DI STUDIO PER GLI ISTITUTI ALBERGHIERI

Presentata anche una nuova iniziativa, che ha come obiettivo il coinvolgimento dei più giovani sul valore culturale del paesaggio: una borsa di studio aperta agli studenti delle scuole del secondo ciclo, con particolare riguardo agli allievi del 4° e 5° anno di Istituti Tecnici Agrari, di Istituti Tecnico Economici con indirizzo Turistico e di Istituti Professionali del settore Enogastronomia e Ospitalità alberghiera.

I concorrenti, guidati da un docente interno alla scuola e/o con l’ausilio di un docente AIS, saranno chiamati a elaborare un itinerario sul territorio nazionale prendendo spunto da uno dei paesaggi rurali storici iscritti al Registro nazionale o censiti da Rete Rurale Nazionale. Alle classi autrici dei 5 migliori itinerari selezionati su scala nazionale sarà assegnato un premio nel corso di una cerimonia finale, che si terrà durante l’edizione 2024 della Giornata Nazionale della Cultura del Vino e dell’Olio.

Categorie
Approfondimenti

Dante Bonacina è il nuovo amministratore delegato di Baglio di Pianetto


FOTONOTIZIA – È Dante Bonacina, 55 anni, di cui oltre 25 trascorsi nel settore vinicolo, il nuovo amministratore delegato di Baglio di Pianetto, la cantina siciliana della famiglia Marzotto fondata nel 1997 a Santa Cristina Gela.
Da oltre 25 anni alla guida di Ca’ del Bosco e dopo averla resa una delle aziende più virtuose della Franciacorta, Dante Bonacina approda al timone di Baglio di Pianetto succedendo a Francesco Tiralongo, improvvisamente scomparso lo scorso marzo.

Categorie
Approfondimenti

«Eleganza, maturità e fragranza»: l’annata 2022 in Sicilia


Riflettori puntati sulla qualità dell’annata 2022 a Sicilia en primeur 2023, l’anteprima vini siciliani organizzata da Assovini. In attesa di pubblicare i migliori assaggi di winemag.it effettuati alla cieca, ecco il focus sulle caratteristiche dei vini ottenuti dall’ultima vendemmia. «L’annata 2022 – ha spiegato Mattia Filippi, enologo e fondatore della società di consulenza agronomica ed enologica Uva Sapiens – è stata una delle più eterogenee degli ultimi anni, qualitativamente molto ricca e diversificata, come si può riscontrare dall’eleganza, dalla maturità fenolica e fragranza dei vini prodotti».

I territori viticoli siciliani, estremamente diversi per peculiarità orografiche, ampelografiche e microclimatiche – ha aggiunto Filippi – hanno vissuto una buona annata produttiva, nella media degli ultimi anni, con un incremento nella ricchezza delle diverse espressioni qualitative per le diverse varietà».

Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, ha poi ripercorso la storia del Consorzio Doc Sicilia sin dal 2012, anno della sua fondazione. «La ricchezza dell’isola è data da un clima invidiabile ma anche da un territorio che presenta più di 70 varietà autoctone e 42 mila ettari di viticoltura sostenibile. Tra i nostri impegni prioritari c’è quello di dedicarci alla conservazione della biodiversità generata da 3 mila anni di viticoltura nell’isola».

LA VENDEMMIA 2022 IN SICILIA

La vendemmia 2022 ha avuto una produzione inferiore dell’8,9% rispetto alla media degli ultimi 13 anni. La minore produzione è in parte legata alla diminuzione degli ettari vitati. Secondo le informazioni fornite da Assovini, l’isola ha perso tra il 2008 e il 2018 circa 40 mila ettari vitati, arrivando oggi a un’estensione totale del vigneto di circa 110 mila ettari. La Sicilia si è comunque confermata nel 2022 tra le regioni vitivinicole più produttive in Italia, in linea con i livelli degli ultimi 10 anni, con una resa media di 67 q.li/ha. Fa eccezione la zona Sud Est, in cui si è registrato un calo della produzione del 29,2% rispetto alla media.

Sul fronte delle temperature e della somma termica, la primavera è stata leggermente più fredda in Sicilia e ha determinato un ritardo medio di 2 giorni sul germogliamento. L’inizio dell’estate si è rivelato più caldo della media, ma con una fase di fioritura e maturazione ottimale. Nel 2022, sempre secondo il report presentato da Mattia Filippi durante il convegno conclusivo di Sicilia en Primeur 2023, le piogge del periodo vegetativo hanno rappresentato il 37% delle piogge annuali. Buone notizie dall’indice SPI riferito al rischio siccità, che evidenzia «una situazione stabile». Le ottime piogge autunno/primaverili hanno anzi garantito «una situazione idrica molto buona, grazie alle risorse di acqua accumulate nei suoli».

BASI SPUMANTI SICILIA: 5 GIORNI DI ANTICIPO NELLA RACCOLTA

La stagione primaverile leggermente più fredda ha generato un ritardo nella ripresa vegetativa di 3-7 giorni nelle diverse zone del trapanese. Maggio, giugno e luglio sono stati caratterizzati da temperature massime più alte della media, ma anche da una fase vegetativa contenuta che ha permesso di affrontare le anomali climatiche, soprattutto l’assenza di precipitazioni a giugno, luglio e agosto.

La vendemmia è iniziata i primi di agosto, con lo Chardonnay per le basi spumante, in media 5 giorni in anticipo rispetto al 2021. La vendemmia del Grillo è stata nella media storica, mentre il Catarratto è stato raccolto in ritardo di 6 giorni. La vendemmia delle uve rosse è iniziata a fine agosto con il Nero d’Avola e si è conclusa con il Perricone, a fine Settembre nelle aree collinari del palermitano.

«Le uve nere precoci, così come quelle derivanti da viti giovani – ha sottolineato Filippi – hanno avuto leggeri sintomi di blocco della maturità fenolica, con estrazione degli antociani più limitata durante le fasi di macerazione fermentativa. Le uve nere e bianche raccolte dalla prima decade di settembre in poi hanno goduto, al contrario, di condizioni ideali, con escursioni termiche nettamente sopra la media e precipitazioni che hanno permesso alle viti di produrre uve toniche, con grande maturità fenolica e spiccata aromaticità».

SICILIA OCCIDENTALE: TRAPANI E PALERMO

Il Lucido – nome adottato nel 2018 per il Catarratto – è la varietà che ha resistito meglio alle anomalie climatiche, segnando una settimana di ritardo alla raccolta. Un’ottima annata, con una buona acidità e un’impronta varietale elegante e di tono internazionale.

Il periodo vegetativo del Grillo è stato regolare e ha portato ad un’ottima maturazione, con produzioni medie inferiori anche del 15%, un buon equilibrio acido e un ottimo profilo aromatico molto interessante. Tempestività di raccolta fondamentale.

Capitolo Perricone. Il lungo periodo vegetativo ha permesso di avere una perfetta evoluzione aromatica e fenolica. L’enologo Mattia Filippi lo ha definito «Slow vine». Syrah incasellato invece tra le «garanzie» della viticoltura siciliana. La varietà ha «un’ottima capacità di adattabilità all’annata» e ha raggiunto in occasione dell’annata 2022 «un’ottima complessità fenolica ed aromatica, con più frutta che spezia».

SICILIA CENTRO-SUD: AGRIGENTO E CALTANISSETTA

L’area della Sicilia centro-meridionale è stata caratterizzata da una stagione primaverile mite, con pochi fenomeni piovosi e sotto la media. Andamento vegetativo regolare e contenuto durante tutta la stagione: estate con temperature più alte della media, ma le buone escursioni termiche e l’ottima umidità notturna ha favorito la maturazione delle uve. La vendemmia è iniziata i primi di agosto, con la raccolta dello Chardonnay. La vendemmia delle uve nere è iniziata a inizio settembre con il Nero d’Avola e il Syrah.

Chardonnay «sempre molto performante e plastico», in questa macro zona. L’equilibrio vegetativo durante la stagione ha contribuito a produrre vini molto equilibrati con ottime espressioni varietali. Fondamentale, anche in questo caso, la tempestività alla raccolta. Il Viognier, raccolto da inizio settembre, ha avuto una maturazione ottimale, con profili aromatici tipici della varietà: «Didattico».

Ecco poi il Nero d’Avola: nei territori più vocati grande maturazione delle uve, con un buon risultato di struttura e di profilo aromatico nei vini: «Identitario», lo ha definito Filippi. Infine il Syrah: maturità fenolica e buona espressione varietale raggiunta soprattutto nelle zone con raccolta più tardiva. Le leggere piogge di agosto hanno salvato l’annata. «Una riconferma».

SICILIA SUD ORIENTALE: RAGUSA E SIRACUSA

L’annata 2022 è stata caratterizzata da precipitazioni sotto la media della zona. Una primavera mite ed un’estate con buone escursioni termiche, sono state le condizioni ottimali per un buon sviluppo vegetativo. Maggio, giugno e luglio sono stati caratterizzati da temperature massime più alte della media, limitando la crescita vegetativa. Ma le forme di allevamento tipiche della zona sono state un ottimo alleato.

La vendemmia è iniziata ad sgosto con le varietà bianche a partire dal Moscato bianco, ed è proseguita a Settembre con la vendemmia delle uve Frappato e Nero d’Avola. Quanto al profilo delle singole varietà, il Moscato Bianco nel 2022 ha avuto «una buona produzione e ottima qualità, caratterizzata da una buona maturità aromatica». Ma questa fetta di Sicilia è uno dei territorio più vocati per il Nero d’Avola.

La buona stagione vegetativa ha permesso di avere una buona maturazione fenolica ed aromatica, mantenendo un buon corredo acidulo, con colori leggermente meno intensi. Per il Frappato «caratteristiche varietali tipiche», sempre nella descrizione di Uva Sapiens, grazie al lungo periodo vegetativo che ha garantito un’«aromaticità fragrante» ai vini. La maturazione delle uve è stata ottimale con tannini setosi.

SICILIA NORD ORIENTALE: CATANIA, MESSINA ED ENNA

La stagione vegetativa nell’area nord orientale è stata caratterizzata da una primavera mite e poco piovosa, con un’estate più secca della media, condizioni ottimali per la maturazione delle uve sull’Etna. La vendemmia è iniziata a metà agosto con l’internazionale varietà vicino al mare, è proseguita a metà settembre sull’Etna con l’inizio della vendemmia di Carricante e Nerello Mascalese per i vini rosati.

Il periodo vendemmiale delle uve rosse è stato probabilmente uno dei più lunghi, partito in anticipo e conclusosi nell’ultima decade di ottobre con il Nerello Mascalese dell’Etna, grazie a -75% di pioggia a settembre e ottobre rispetto alla media. Il focus sulla vendemmia 2022 in quest’angolo di Sicilia vede un Carricante raccolto con qualche giorno di anticipo rispetto alla media. L’annata leggermente più secca ha influito su un anticipo di maturazione, rallentata da qualche precipitazione ad agosto, che ha favorito «un’ottima dotazione aromatica e un grande equilibrio acidico delle uve», capace di dare «vini di spessore».

Grande annata per il Nerello Mascalese sull’Etna. Le poche piogge durante la fase di maturazione hanno permesso una maturazione lunga e regolare, come nelle migliori annate. Il Nerello Mascalese ha raggiunto la maturazione fenologica ottimale. Vini, in sostanza, da acquistare en primeur. Per il Nocera, varietà siciliana tipica del messinese, una stagione vegetativa lunga, con una perfetta evoluzione aromatica e grande struttura e complessità. Chi ha saputo attendere ha ottenuto vini di grande spessore.

LA VENDEMMIA SULLE ISOLE DELLA SICILIA: PANTELLERIA ED EOLIE

Focus anche sulle caratteristiche della vendemmia 2022 sulle isole siciliane in occasione del convegno finale di Sicilia en Primeur 2023. La stagione primaverile leggermente più fredda ha generato un ritardo nella ripresa vegetativa di 4 giorni rispetto alla media a Pantelleria. Tutto il periodo vegetativo ad esclusione di marzo e aprile è stato caratterizzato da temperature massime più alte della media, ma con una fase vegetativa equilibrata e non sofferente.

Nel periodo di sviluppo e accumulo della componente aromatica ci sono state escursioni termiche ben oltre la media che ne hanno favorito una ricca dotazione di aromi, soprattutto per lo Zibibbo. La vendemmia dello Zibibbo, varietà ormai divenuta sinonimo di Pantelleria senza neppure la necessità di nominarla, è iniziata nella terza decade di agosto per la produzione di vini secchi. Si è atteso inizio settembre per lo Zibibbo destinato all’appassimento e alla produzione del passito di Pantelleria. Dotazione acida nella norma e un ottimo profilo aromatico, tipico del varietale.

Le Eolie hanno avuto una stagione vegetativa caratterizzata da una primavera mite e tendenzialmente più secca della media stagionale e con gran parte dell’estate senza pioggia. Il vero marker dell’annata è stato il mese di agosto. Precipitazioni triplicate, sommatorie termiche del 22% sotto la media ed escursioni tra notte e giorno da record. Tutte condizioni perfette per ottenere grandi uve. Le varie fasi vegetative sono state regolari, ma con un leggero anticipo rispetto alla media degli anni scorsi.

Regina delle Eolie (Lipari e Salina) è la Malvasia, raccolta in occasione della vendemmia 2022 a partire dall’inizio di settembre. La varietà ha avuto una maturazione ottimale, con profili qualitativi tipici della varietà. Estremamente fine nella sua delicata aromaticità. Il Corinto, altra varietà tipica delle Eolie, ha avuto una stagione vegetativa regolare, con una perfetta evoluzione aromatica e fenolica. Ha goduto appieno delle condizioni di agosto e settembre.

Categorie
Approfondimenti

Enoturismo, Sicilia tra le top destination italiane: «Modello California»


I soci di Assovini Sicilia scommettono sempre di più sull’enoturismo e contribuiscono con successo a trainare il brand Sicilia valorizzando il proprio territorio. È il dato che emerso durante il convegno Sicilia: Top Wine, Film, Tourism Destination a chiusura di Sicilia en Primeur 2023, la vetrina internazionale del vino siciliano ideata da Assovini Sicilia.
Secondo il sondaggio rivolto agli associati, il 90% delle aziende ha una struttura destinata all’enoturismo per la degustazione in cantina. Il 32% di queste possiede una struttura ricettiva con posti letto e il 30% offre una proposta di ristorazione. I servizi offerti dalle cantine Assovini sono sempre più curati e diversificati, trasformandosi in wine experience: oltre il 51% offre dai corsi di cucina ai percorsi benessere, dal wine trekking ai tour che interagiscono sempre più con il paesaggio e la cultura dei luoghi.

L’associazione vitivinicola ha sottolineato la vocazione e il ruolo di Ambasciatori e custodi di cultura e territorio delle aziende associate e ha tracciato la strada del futuro vitivinicolo siciliano, sempre più nel segno dell’enoturismo come wine experience. L’intervento di Laurent de la Gatinais ha aperto il convegno di Sicilia en Primeur nello splendido scenario del parco botanico Radicepura, ai piedi dell’Etna, dove nei giorni scorsi è stata inaugurata la Biennale del Paesaggio Mediterraneo, si è focalizzato proprio sul futuro.

«Unendo le strategie vincenti di marketing dell’accoglienza adottate in California, con l’unicità, la ricchezza del patrimonio storico, culturale, archeologico della Sicilia e l’autenticità dei luoghi e dei produttori siciliani – ha detto il presidente di Assovini Sicilia – la Sicilia ha tutte le carte in regola per diventare una wine destination di eccellenza, la Sicily Valley del Mediterraneo».

L’ENOTURISMO IN SICILIA

L’enoturismo si rivela in Sicilia un fattore economico e strategico grazie alla capacità delle cantine di essere un contenitore culturale ideale dove coniugare arte, storia, natura, cultura gastronomica, territorio, genius loci e all’abilità delle aziende nell’aver saputo intercettare prontamente questo potenziale, «sviluppandolo con competenza e professionalità», ha sottolineato il presidente di Assovini Sicilia.

«Alla centralità del vino come esperienza di degustazione, l’enoturismo delle nostre aziende associate affianca un’offerta diversificata e di qualità, dal semplice tasting alla più complessa esperienza in vigna come concerti, un reading o un percorso artistico tra i vigneti. Con la wine experience si vogliono trasferire le emozioni dalla vigna al vino fino al consumatore finale, attraverso la personale esperienza e storia dei produttori. E lo si vuole fare in una cornice unica: quella del territorio, della cantina, del vino»

Una visione olistica – ha concluso de la Gatinais – in cui il valore culturale che il vino possiede, rappresentato da un mix unico tra prodotto, terroir e persone, affascina ed attrae sempre più e diventa simbolo di eccellenza del Made in Sicily. Assovini Sicilia intende valorizzare l’enoturismo dei nostri associati come strategia per promuovere la diversità e la qualità dei territori siciliani, la loro ricchezza e cultura gastronomica, il patrimonio paesaggistico-culturale».

LA SICILIA SCOMMETTE SUL TURISMO ENOGASTRONOMICO

Consapevoli del trend in crescita dell’enoturismo siciliano, i soci di Assovini Sicilia hanno scommesso sul binomio turismo e vino e contribuiscono con successo a trainare il brand Sicilia valorizzando il proprio territorio. Competenza, determinazione e professionalità, insieme a strategie di marketing, pianificazione e comunicazione, hanno portato le aziende di Assovini Sicilia ad investire sempre di più nell’enoturismo. Complice di questo successo è anche il ruolo della Next Generation, la nuova generazione della vitivinicoltura siciliana che si sta preparando al ricambio generazionale. Molti dei giovani under 40 si occupano di accoglienza con l’obiettivo di diversificare l’offerta enoturistica trasformandola in wine experience.

Roberta Garibaldi, docente presso l’Università degli Studi di Bergamo e presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, nel suo intervento su Trend e Tendenze del Turismo Enogastronomico ha evidenziato che “La Sicilia conferma il suo primato come migliore meta enogastronomica per i turisti italiani grazie al fascino esercitato dal food & wine. L’enoturismo è uno dei punti di forza dell’offerta, e nel futuro sarà chiamato ad evolversi ed arricchirsi.

«Guardando ai desiderata degli italiani che hanno intenzione di compiere un viaggio enogastronomico in Sicilia – ha evidenziato Garibaldi – forte è la voglia di vivere gli spazi aperti ed immergersi nella ruralità, primeggiano le degustazioni al tramonto (indicate dal 66%), cene in vigna (60%), vendemmia turistica (46%), wine trekking (42%) passando per il nuovo trend del foraging (46%). La parola chiave è diversificare, ma in base al target, senza dimenticare proposte ad hoc per famiglie con bambini».

Categorie
Approfondimenti

Sistema delle ville-fattoria nel Chianti Classico verso riconoscimento Unesco


FOTONOTIZIA – “Il Sistema delle ville-fattoria nel Chianti Classico” è stato ufficialmente inserito nell’elenco della Lista propositiva italiana dei siti candidati a Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Si tratta del primo importante passo nel percorso per raggiungere il riconoscimento universale.

La proposta avanzata dalla Regione Toscana è stata ideata e curata dalla Fondazione per la Tutela del Territorio del Chianti Classico E.T.S. con unanime condivisione di tutte le Amministrazioni Comunali del territorio.

Categorie
Approfondimenti

Riforma Indicazioni geografiche Ue: nuove competenze per i Consorzi di Tutela


La definizione delle competenze turistiche dei Consorzi di Tutela è una delle novità più importanti giunte ieri con l’approvazione della bozza di Regolamento delle Indicazioni Geografiche dell’Unione europea da parte della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Ue. L’attribuzione di un ruolo istituzionale nella promozione del “Turismo Dop”, ossia del turismo enogastronomico legato a progettualità autentiche sui prodotti a Indicazione Geografica, segna un cambio di passo nelle politiche comunitarie. Un aspetto passato in secondo piano, di fronte ai proclami legati affossamento del vino croato Prošek, che continua – in maniera paradossale – ad essere considerato dalla politica e dall’industria il nemico internazionale numero uno del cosiddetto “sistema Prosecco”.

Un dettaglio, quello dei nuovi “poteri” assegnati ai Consorzi di Tutela, che non è sfuggito però a Mauro Rosati, direttore generale di Fondazione Qualivita, che plaude a una «novità in grado di produrre sviluppo per tutti i prodotti agroalimentari e vitivinicoli europei ed italiani Dop, Igp e per le bevande spiritose a indicazione geografica». Nella mission della Fondazione che ha sede a Siena c’è proprio la valorizzazione del settore dei prodotti Dop Igp Stg agroalimentari e vitivinicoli.

«Qualivita ha sostenuto con forza l’introduzione nel nuovo regolamento negli aspetti legati alla promozione dell’enoturismo e delle funzioni di coordinamento dei Consorzi di tutela – afferma Rosati – dopo aver sostenuto negli anni le numerose esperienze delle filiere Dop Igp italiane, sempre più al centro dell’offerta turistica nazionale. Lo testimoniano numerosi esempi, dai Caseifici Aperti del Parmigiano Reggiano Dop all’emergente esperienza del Cioccolato di Modica, cresciuta fortemente con il riconoscimento Igp».

PIÙ COLLABORAZIONE TRA CONSORZI E MINISTERO DELL’AGRICOLTURA

Siamo convinti che il ‘Turismo Dop’ in questa forma possa rivelarsi, anche per le piccole filiere a Indicazione Geografica, un vero volano per lo sviluppo delle produzioni e soprattutto dei territori, incentivando quelle attività turistiche a agrituristiche intimamente legate con la produzione agricola e agroalimentare italiana».

Il nuovo ruolo dei Consorzi di tutela permetterà loro di «collaborare concretamente» con il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, di concerto con le istituzioni di settore come Ministero del turismo ed Enit, «per prendere parte a iniziative di promozione internazionale che possono essere ulteriore leva di crescita molto importante». Un’iniziativa che, sempre secondo Fondazione Qualivita, può dare «già nel breve periodo dei riscontri tangibili alle DOP IGP italiane, in particolare alle filiere di piccole dimensioni».

Da anni – evidenzia ancora Mauro Rosati – il “Rapporto sul Turismo Enogastronomico” realizzato dalla professoressa Roberta Garibaldi evidenzia una crescita di questo fenomeno, con numeri impressionanti frutto del costante lavoro delle imprese e delle numerose organizzazioni di promozione come Le strade dei Sapori e del Vino, Città dell’Olio, Le Città del Vino, Movimento Turismo del Vino eccetera».

Per quanto riguarda il settore specifico DOP IGP, l’Osservatorio Qualivita, solo nel 2022, ha contato oltre 230 eventi organizzati dai Consorzi di tutela fra degustazioni, visite outdoor, festival e iniziative che hanno risposto alla richiesta dei cittadini di esperienze vere nei territori del cibo e del vino. E in molti casi proprio le piccole filiere, che più di altre hanno subito gli effetti legati alla pandemia e alla contrazione di alcuni canali distributivi, sono riuscite a dare «una riposta concreta attraverso iniziative di vendita diretta e incoming turistico offrendo esperienze enogastronomiche qualificate».

Categorie
Approfondimenti

Sicilia en Primeur 2023: l’anteprima dei vini siciliani a Taormina e Radicepura


Presentata oggi, insieme allo studio Unicredit Nomisma sul vino siciliano, Sicilia en Primeur 2023, l’annuale anteprima dei vini siciliani organizzata da Assovini Sicilia, in programma a Taormina e Radicepura dal 9 al 13 maggio. Saranno oltre ottanta i giornalisti italiani e stranieri che parteciperanno alla kermesse; a questi si aggiunge la presenza di Master of Wine e professionisti del settore che guideranno i seminari tecnici in programma.

L’evento, ideato ed organizzato da Assovini Sicilia sin dal 2004, si conferma l’appuntamento più importante per il vino siciliano. Il tema di Sicilia en Primeur 2023 è dedicato al vino come complesso fattore culturale, all’enoturismo nelle sue molteplici declinazioni ma soprattutto al ruolo dei soci di Assovini Sicilia come custodi di cultura e territorio, e al vino come ambasciatore del turismo siciliano.

Il pay-off scelto da Assovini Sicilia per la XIX edizione di Sicilia en Primeur è “Ambasciatori e custodi di cultura e territori“, sottolineando il ruolo dell’associazione nel farsi portavoce della conoscenza di un territorio attraverso i vini e i suoi produttori, quali promotori di qualità, di bellezze paesaggistiche, dell’unicità del patrimonio storico-archeologico della Sicilia. «La Sicilia – commenta Laurent Bernard de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia – ha tutte le carte in regola per diventare una wine destination di eccellenze. E oggi, i soci di Assovini hanno il duplice merito di viaggiare nel mondo per far conoscere il brand Sicilia e promuovere il territorio e la cultura attraverso l’esperienza dell’ospitalità siciliana nelle loro aziende.  Dietro ogni vino c’è sempre una grande storia da scoprire e raccontare».

Categorie
Approfondimenti

Masi Agricola, cresce la quota di Enpaia

Enpaia, l’Ente Nazionale di Previdenza per gli Addetti e per gli Impiegati in Agricoltura, ha portato al 6% la sua partecipazione in Masi Agricola, società della famiglia Boscaini quotata all’Euronext Growth di Milano. La cantina, che produce vini della Valpolicella, tra cui l’Amarone, aveva già ceduto il 4% ad Enpaia, a febbraio 2022. Ora la quota si alza di due punti.

«Masi Agricola fa parte delle nostre partecipazioni dirette mission related e strategiche – dichiarano all’unisono Giorgio Piazza e Roberto Diacetti, presidente e direttore generale della Fondazione Enpaia – che rivestono un ruolo di rilievo nel nostro portafoglio finanziario, perché forniscono con costanza flussi di dividendi. E, inoltre, apprezzano il loro valore nel tempo».

Da quando sono state costituite queste posizioni, rende noto l’Ente Nazionale di Previdenza per gli Addetti e per gli Impiegati in Agricoltura, «gli investimenti contribuiscono alla redditività generale del portafoglio, con flussi cedolari medi vicini al 5%». Rispetto ad altri investimenti azionari in Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR) che fanno comunque parte dell’asset allocation, «hanno sempre e di gran lunga performato meglio rispetto a questi ultimi».

Categorie
Approfondimenti

Nuovo record di fatturato per il vino italiano


Nuovo record di fatturato per il vino italiano, che ha raggiunto il risultato storico di 14 miliardi nel 2022. Il risultato emerge dall’analisi della Coldiretti in occasione di Vinitaly 2023, in corso a Verona. Il record storico del fatturato del vino italiano è dovuto al balzo dell’export, a fronte del calo degli acquisti domestici, compensati però dai consumi fuori casa, alla riapertura della ristorazione.

A trainare il fatturato del vino è soprattutto l’aumento a doppia cifra delle esportazioni con gli acquisti di bottiglie Made in Italy in tutto il mondo che sono cresciute del 10% nel 2022 raggiungendo, spiega Coldiretti, quota 7,9 miliardi di euro mentre a diminuire del 2,2% sono gli acquisti domestici, secondo l’analisi Coldiretti su dati Ismea, che evidenzia però una forte ripresa dalla ristorazione con un importante impatto del turismo al termine delle restrizioni imposte dalla pandemia.

Le bottiglie Made in Italy, sempre secondo l’analisi Coldiretti, sono per circa il 70% Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia mentre solo il restante 30% sono vini da tavola. L’Italia è leader mondiale della produzione di vino davanti a Francia e Spagna, i due principali competitor a livello internazionale, con una produzione che ha sfiorato i 50,3 milioni di ettolitri grazie all’impegno di 310 mila aziende agricole, secondo le previsioni di Mipaaf e Commissione Europea.

L’OCCAPAZIONE IN CAMPI, CANTINE E DISTRIBUZIONE

Ma dal Vigneto Italia nascono anche opportunità di lavoro per 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in campi, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse e di servizio. L’esercito del vino, rileva Coldiretti, spazia dai viticoltori agli addetti nelle cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi.

Dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (fecce, vinacce e raspi).

Il futuro dell’agricoltura italiana ed europea dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività territoriali che sono state la chiave del successo nel settore del vino dove hanno trovato la massima esaltazione”, ha affermato Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, nel sottolineare che si tratta di “un patrimonio del Made in Italy che va valorizzato e difeso anche a livello internazionale”.

Categorie
Approfondimenti

Vendemmia 2022 in Alto Adige: «Niente di meno che un’annata storica»


«Niente di meno che un’annata storica». Il Consorzio Vini commenta così la vendemmia 2022 in Alto Adige, mentre i primi vini iniziano a fare capire agli appassionati di che stoffa sono fatti. 
Un’annata che dal punto di vista meteorologico è stata caratterizzata da temperature record. Con giugno, luglio e agosto eccezionalmente caldi e secchi, lo sviluppo vegetativo è risultato contenuto, con la possibilità di vendemmiare i grappoli due o addirittura tre settimane prima rispetto alla media annuale.

«La vendemmia 2022 in Alto Adige – spiega Eduard Bernhart, direttore del Consorzio Vini Alto Adige – è iniziata con una comparsa dei germogli relativamente tardiva. A causa del clima molto caldo fino alla fine, si è trasformata in un anno molto precoce. Analizzando l’andamento dei vini bianchi gli enologi esprimono quindi grande entusiasmo. Questi vini, infatti, si stanno sviluppando sorprendentemente bene in tutte le zone e risultano decisi ma comunque freschi e fruttati».

VENDEMMIA 2022 IN ALTO ADIGE: «MAI VISTA UN’ANNATA SIMILE»

Nel dettaglio, le uve a bacca bianca sono state raccolte con buoni valori zuccherini, acidità inferiore alla media e una buona salubrità. A svilupparsi in maniera particolarmente interessante, sempre secondo il Consorzio Vini, sono soprattutto Chardonnay e Pinot Grigio. Il Gewürztraminer risulta molto fruttato e promette una buona annata, il Sauvignon ha sorpreso tutti.

«Complessivamente – continua Bernhart – la vendemmia 2022 in Alto Adige è ottima per i vini rossi, in tutte le aree di coltivazione. Il Pinot Nero 2022, per esempio, si sta sviluppando in un vino forte, fruttato, di grande interesse. E anche Lagrein, Merlot e Cabernet promettono bene». Lo stesso vale per la Schiava. Qualcuno, così, si spinge a dire di non aver «mai visto un’annata simile. Niente di meno di un’annata storica».

Categorie
Approfondimenti

Esordio a Vinitaly per il Romagna Doc Famoso di Mercato Saraceno


Per la prima volta a Vinitaly il Famoso di Mercato Saraceno nella sua nuova “veste” di vino Doc. Il bianco aromatico autoctono della Valle del Savio si presenterà con una nuova etichetta. A
seguito del Decreto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali il Famoso, classificato sino allo scorso anno nel cesenate all’interno della Igt Rubicone, è stato introdotto nella Doc Romagna con la specifica menzione Mercato Saraceno.

Un provvedimento molto atteso sul territorio, che consacra il legame speciale esistente tra l’omonimo comune mercatese e questo vino, la cui originalità è stata riconosciuta dal Polo di Tebano attraverso analisi del Dna. Un’uva riscoperta alla fine degli anni Ottanta da Elio Montalti, nelle prebenda della parrocchia di Montesasso.

TORNA IN AUGE IL FAMOSO DI MERCATO SARACENO

Veniva utilizzato per la produzione di vino grazie ai suoi profumi intensi. Da alcuni anni il Famoso di Mercato Saraceno è tornato in produzione grazie alla disponibilità e alla collaborazione della famiglia Montalti, che ha consentito alle cantine di Mercato Saraceno di recuperare le piante originali.

Il terroir mercatese con i suoi particolari suoli, oltre alla notevole escursione termica, è in grado di conferire grande freschezza e mineralità al vino, bilanciando la parte aromatica tipica del vitigno e dando vita a un sorso piacevole. L’appuntamento con il primo Romagna Doc Famoso di Mercato Saraceno è al Padiglione 1 (Emilia Romagna) allo stand C8-D14.

[Photo credits: Tenuta Casali – Mercato Saraceno]

Categorie
Approfondimenti

Torre Mora (Etna) presenta a Vinitaly 2023 il primo Spumante Metodo Classico Rosé “Chiuse”


Nuova etichetta per Torre Mora, la tenuta Piccini situata sull’Etna. A Vinitaly 2023 (pad. 9 stand c2) sarà presentato lo Spumante Metodo Classico Rosé “Chiuse”
. Si tratta delle prime 3 mila bottiglie di Nerello Mascalese in purezza vinificato in rosa, dosaggio zero, vendemmia 2018 (48 mesi sui lieviti, sboccatura febbraio 2023). Un vino che incarna la filosofia produttiva “Un vitigno, un territorio“, al centro del progetto “Generazione Vigneti“, che vede protagonista quinta generazione della famiglia Piccini.

«Siamo motivati a perseguire una vision innovativa e votata alla sperimentazione – anticipano Ginevra e Benedetta Piccini – oltre che all’alta qualità del prodotto. Abbiamo lavorato per creare un’etichetta, quella dello Spumante Metodo Classico Chiuse di Torre Mora, la nostra tenuta sull’Etna, capace di rappresentare il fascino, la bellezza e l’energia che sono infuse in un territorio dominato dal vulcano».

Solo una delle sfaccettature dell’universo Piccini. A Vinitaly 2023 saranno infatti protagoniste tutte e cinque le Tenute, in un itinerario capace di toccare alcune delle aree enologiche pregiate del Bel Paese. «L’obiettivo – spiegano ancora Ginevra e Benedetta Piccini – sarà quello di evidenziare le peculiarità e le sfumature dei cinque terroir che hanno segnato la storia del settore vitivinicolo italiano e della nostra famiglia».

SPUMANTE SULL’ETNA PER TORRE MORA, ALL’INSEGNA DELLA QUINTA GENERAZIONE PICCINI

Al nostro fianco gli enologi Alessandro Barabesi e Pasquale Presutto, che gestiranno la parte tecnica di un progetto dall’approccio ecologico e sostenibile. Come quinta generazione Piccini siamo motivati a perseguire una vision innovativa e votata alla sperimentazione, oltre che all’alta qualità del prodotto».

Si parte dalle colline di Valiano, nel cuore del Chianti Classico, per poi costeggiare la Maremma toscana, dove sorge Tenuta Moraia, e proseguire nel regno del Brunello, dimora di Villa al Cortile. Completano il quadro le due tenute vulcaniche di Piccini 1882: Torre Mora, alle soglie dell’Etna, e Regio Cantina, ai piedi del Vulture, nelle terre dell’Aglianico.

«È un’immensa soddisfazione poter vedere i frutti del progetto avviato a metà anni Novanta – dichiara Mario Piccini, presidente di Piccini 1882 – assieme alle mie sorelle. Trent’anni fa, infatti, iniziammo ad investire nelle aree più vocate d’Italia, con l’ambizione di produrre i grandi vini del territorio, seguendo gli insegnamenti di nostro padre. Oggi, questo sogno è realtà, ed è con orgoglio che consegniamo le chiavi di questa eredità nelle mani delle nuove generazioni della famiglia Piccini».

Categorie
Approfondimenti

Record di fatturato per Angelini Wines & Estates nel 2022


Con 29,7 milioni di euro nel 2022, Angelini Wines & Estates festeggia il record di fatturato. Una crescita del 18% rispetto al 2021 e del
50% negli ultimi due anni che consente alle aziende del gruppo – le toscane Val di Suga, Tenuta Trerose e San Leonino, la friulana Cantina Puiatti, la storica azienda Bertani della Valpolicella e, dal 2015, Tenute San Sisto e Fazi Battaglia nelle Marche – di guardare con fiducia a un anno sfidante come il 2023.

Angelini Wines & Estates oggi conta su un totale di 1.700 ettari di proprietà, dei quali 460 vitati, con una produzione complessiva di circa 4 milioni di bottiglie l’annoAlla crescita di fatturato ha corrisposto un incremento della marginalità industriale e commerciale, in modo particolare per Bertani e Val di Suga, «risultato – spiega Angelini Wine Estates – di un miglioramento nel posizionamento strategico dei prodotti, di maggiore efficienza e di ottimizzazione dei processi a tutti i livelli operativi».

ANGELINI WINE ESTATE: CRESCONO HORECA ED EXPORT

La crescita di fatturato è avvenuta in tutti i mercati dove Angelini Wines & Estates, parte di Angelini Industries, opera. In quello domestico, tradizionalmente rilevante, è stata del 4,4%, trainata dalla forte crescita del canale Horeca (+20,5%) che ha più che compensato il rallentamento del canale moderno – Gdo (-8,6%, in linea con l’andamento del settore del vino al supermercato, dopo due anni di forte crescita).

Ma è in primis l’export che ha registrato una performance molto positiva: +33,3% rispetto il 2021 (che si aggiunge al +31% di crescita del 2021 rispetto il 2020), soprattutto in Usa (+142%) e in area Asia-Pacific (+43%). Lo sviluppo del volume d’affari registra un andamento positivo anche a inizio 2023.

Categorie
Approfondimenti

Fivi, vini dealcolati: «Sono una bevanda, non un vino»


Con una lettera al Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, Fivi pone i paletti dei cosiddetti vini dealcolati. Due le richieste: considerarli alla stregua di bevande comuni, dunque non “vini”; e alzare un muro contro le criticità che deriverebbero dalla loro introduzione nei disciplinari dei vini a indicazione geografica.

La dealcolazione dei vini, prevista dal Reg. 2117/2021, si sta ora definendo in sede ministeriale e desta grande preoccupazione la possibilità prevista dalla normativa europea di dealcolare, solo parzialmente, anche i vini a indicazione geografica (DO e IG). La Federazione italiana vignaioli indipendenti non esprime «nessuna contrarietà alla bevanda in sé, ma parere assolutamente negativo sul fatto che questi prodotti possano rientrare nella categoria vino».

Fivi definisce «ancora più preoccupante il fatto che la discussione avvenga in concomitanza con la revisione del sistema delle indicazioni geografiche in sede europea, nella quale è attualmente previsto un passaggio di competenze dalla DG Agri all’EUIPO che ridurrebbe le denominazioni ad un puro marchio commerciale, depotenziandone il ruolo di tutela».

UNA QUESTIONE GIÀ DIBATTUTA

La questione dell’inserimento dei vini dealcolati come tipologia dei vini a denominazione di origine o a indicazione geografica viene dibattuta nel settore ormai da anni. Con la lettera al ministro Lollobrigida, Fivi si accoda al coro di no già espresso da tutta la filiera vitivinicola italiana al precedente ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli, nel maggio 2021.

In quell’occasione, sempre con una lettera indirizzata a Roma, Aci – Alleanza delle Cooperative italiane, Assoenologi, Cia, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini e Unione Italiana Vini esprimevano la loro «ferma contrarietà rispetto alla possibilità di utilizzare le categorie dei vini “dealcolati” e “parzialmente dealcolati” per i vini a denominazione di origine protetta e a indicazione geografica protetta».

«Il prodotto che ne deriva – riferivano le associazioni di filiera – non ha i requisiti oggi richiesti ad una Dop o Igp, rischiando di penalizzare queste ultime nella percezione del consumatore. Pur concordando con la proposta delle istituzioni europee di armonizzare le definizioni dei prodotti a basso tenore alcolico nell’ambito della riforma della Pac e l’esigenza di mantenere queste categorie nell’ambito del Regolamento Ocm, i prodotti totalmente dealcolati avrebbero dovuto contemplare il termine “bevanda” in luogo di “vino“».

I migliori vini senza alcol? Da un buon vino base. Ed è già guerra tra industrie

Categorie
Approfondimenti Vini al supermercato

Mario Piccini: «Autogrill partner strategico». La Winter Edition in autostrada e al supermercato


«Una scelta vincente, nata dalla consapevolezza di dover crescere nel mercato italiano e dalla preziosa occasione di poter creare un legame continuativo con il pubblico». Così Mario Piccini commenta il rinnovo dell’accordo con Autogrill Spa per la distribuzione dei vini del brand di famiglia. La Winter Edition, in particolare, sarà disponibile anche al supermercato, con la Gdo che si conferma altro canale privilegiato per Piccini 1882.

«Una decisione che si è rivelata una svolta strategica fondamentale – continua il patron della cantina di – che ha portato al brand Piccini una visibilità diffusa e una presenza che in precedenza non avevamo». Mario Piccini, supportato dalle sorelle Martina ed Elisa e dai figli Ginevra, Benedetta e Michelangelo coinvolti in prima persona nelle attività aziendali, ha trovato per la prima volta l’accordo con Autogrill Spa nel 2014.

Autogrill rappresenta per il gruppo vitivinicolo «un canale privilegiato per mantenere un contatto costante e diretto con i consumatori, presidiando i punti vendita di una catena dislocata in modo capillare lungo tutto la penisola, non solo nelle autostrade ma anche in poli fieristici, aeroporti, e stazioni ferroviarie». Oltre 1.200 punti vendita in tutta Italia che rendono Autogrill primo operatore nella ristorazione dedicata al turismo e un partner di primaria importanza per Piccini 1882.

L’assortimento Piccini 1882 presente negli scaffali Autogrill va dal Brunello di Montalcino Piccini al Chianti Classico Riserva fino alla Collezione Oro, cavallo di battaglia dei vini Piccini, che è valso all’azienda il premio di Miglior cantina Gdo d’Italia 2019 per Vinialsuper. Quest’anno, anche il periodo delle feste, sarà occasione di collaborazione tra le due aziende. Il progetto Winter Edition vede il Chianti Docg Orange, uno dei vini simbolo della linea Piccini, in una veste inedita, studiata ad hoc per il Natale 2022.

Fanno parte della Winter Edition sei bottiglie di Chianti Orange Edizione Limitata, le cui etichette riportano disegni a tema natalizio. Il vino in sé è morbido e aromatico, facilmente abbinabile a tutto pasto, conviviale.

Categorie
Approfondimenti

Caviro, fatturato 2022 sopra i 417 milioni di euro


FOTONOTIZIA – Caviro ha approvato questa mattina il bilancio al 31 agosto 2022. Il Gruppo vitivinicolo romagnolo ha chiuso l’esercizio con un fatturato consolidato di oltre 417 milioni di euro, con un incremento del 7,1% sull’esercizio precedente. Un nuovo anno da record con conferma del continuo trend di crescita.

Patrimonio netto a quota 136 milioni di euro (+10,7% sul 2021) e approvazione di un bilancio con utile complessivo di 9,6 milioni di euro. L’anno è contraddistinto dai buoni risultati della società Extra e dalle esportazioni, con ottime performance dei mercati anglosassoni.

Categorie
Approfondimenti

Cantine di Verona conferma presidente Luigi Turco: fatturato 2022 sopra i 65 milioni


Luigi Turco
è stato riconfermato presidente di Cantine di Verona. Eletto per la prima volta nel 2009, rimane a capo del gruppo vitivinicolo veronese nato nel 2021 dalla fusione di Cantina Valpantena, Cantina di Custoza e Cantina Colli Morenici. È di 65.737.000 euro il fatturato consolidato dell’azienda.

Un dato emerso sabato 17 dicembre, in occasione dell’approvazione dell’esercizio di bilancio della cooperativa per l’anno 2021-2022 (chiuso il 31 agosto) che ha accompagnato il rinnovo delle cariche. Il patrimonio netto di Cantine di Verona ammonta a 29.991.442 euro, «confermando una progressiva crescita rispetto agli scorsi esercizi».

Nonostante il conferimento delle uve sia diminuito del 32% e l’aumento incontrollato dei costi riguardanti le spese energetiche e delle materie prime, la cooperativa è riuscita a liquidare i soci circa il 10% in più rispetto al precedente bilancio. Cantine di Verona oggi conta sulla collaborazione di 115 dipendenti, di cui 100 a tempo indeterminato, distribuiti nelle tre sedi di Quinto, Custoza e Ponti sul Mincio e nei nove punti vendita gestiti dalla società. Il fatturato dei negozi è pari a 7.356.000 euro, leggermente superiore rispetto al 2021.

Categorie
Approfondimenti

Gruppo Mezzacorona, record fatturato 2022 a 213,4 milioni di euro


Gruppo Mezzacorona
saluta l’anno con il nuovo record del fatturato a 213,4 milioni di euro. Il dato è emerso oggi, in occasione della 118ª Assemblea generale. Sono 66,8 i milioni di euro liquidati ai soci. Numeri che convincono il presidente Luca Rigotti e il direttore generale Francesco Giovannini a parlare di «risultati eccellenti, pur in un contesto generale complicato da numerosi fattori, che hanno messo in seria difficoltà tutta l’economia e quindi anche il settore vitivinicolo».

Il bilancio evidenzia «la forza del Gruppo sia dal punto di vista economico che finanziario». Per il settimo anno consecutivo, Mezzacorona ha poi ottenuto la Certificazione della produzione dei soci secondo il Sistema di Qualità Nazionale per la Produzione Integrata (SQNPI) e la Certificazione dei vini, «a conferma dei grandi risultati sulla strada della sostenibilità». Mezzacorona è stata tra le prime aziende in Trentino negli anni Settanta a puntare sulle Doc e, dagli anni Novanta, a sperimentare con successo le pratiche più avanzate per la produzione integrata.

Il fatturato raggiunge un nuovo record storico. I 213,4 milioni di euro costituiscono un +8,60% sui 196,5 milioni di euro del 2021. Il patrimonio netto del Gruppo è pari a 104,6 milioni di euro, con un utile netto di 1.512.050 euro in ulteriore rafforzamento rispetto ai 104.221.759 euro dello scorso anno. Il valore del conferimento si è attestato sui 66.764.133 euro, «nonostante un’annata produttiva 2021 davvero inclemente a causa dei gravi eventi climatici che hanno condizionato la stagione come il freddo primaverile e le grandinate estive», fa notare il mangement.

MEZZACORONA, BENE LE RESE E L’EXPORT

Le rese per ettaro hanno superato i 18 mila euro di media, in linea con l’anno precedente anche se in presenza del netto calo di produzione. I collaboratori, alla chiusura del bilancio al 31 luglio 2022, sono risultati 491. A spingere il fatturato è anche l’export, che si assesta oltre l’80% delle vendite in 69 Paesi del mondo.

Forte la presenza negli Stati Uniti, il mercato più importante e strategico per il Gruppo, dove Mazzacorona opera da più di trent’anni con la controllata Prestige Wine Imports Corp. In Germania il compito spetta alla controllata Bavaria Wein Import GmbH. Sempre in vetta, tra i mercati chiave, figurano poi Olanda, Austria e Svizzera, Scandinavia, Regno Unito, Canada, Belgio, Europa dell’Est, Estremo Oriente (Giappone, Corea del Sud, Cina). Ma anche mercati nuovi come Australia, Israele, Sud America, Caraibi e Vietnam.

Numerose le iniziative commerciali attuate nel corso dell’anno in tutto il mondo, così come i nuovi prodotti lanciati insieme al restyling di etichette e materiali, «per rendere ancora più interessante per i consumatori l’incontro con i vini Mezzacorona».

Categorie
Approfondimenti

Terre Cevico, fatturato 2021-2022 a 189,6 milioni di euro


Numeri in crescita per Terre Cevico che chiude l’esercizio di bilancio 2021/2022 (01.08.2021 – 31.07.2022) con un fatturato aggregato di 189,6 milioni di euro (+15,3% sui precedenti 164,3 mln) e una crescita dell’export a 72,9 milioni di euro (+40%). I dati sono stati presentati in occasione dell’Assemblea di bilancio svoltasi a Faenza presso casa Spadoni.

La cooperativa Terre Cevico deve la crescita del fatturato soprattutto alle scelte sui mercati esteri, tra cui figura l’acquisizione del 60% di Orion Wines. L’export incide per il 43% sui ricavi del consolidato. In sostanza quasi una bottiglia su due arriva dai mercati oltreconfine, con una presenza in 70 Paesi in giro per il mondo. I mercati di maggiore incidenza per quanto riguarda l’imbottigliato sono Giappone, Cina, Svezia, Danimarca, Usa, Francia e Germania.

In crescita anche il patrimonio netto aggregato arrivato a 86 milioni di euro (+16,3%), mentre il plusvalore riconosciuto ai soci, ovvero l’incremento della liquidazione dei vini conferiti ai prezzi di mercato per l’esercizio 2021/22, ammonta a 6,9 milioni di euro (6,4 mln in precedenza).

TERRE CEVICO, CRESCE IL NUMERO DI DIPENDENTI

In continua crescita il vino biologico venduto, oltre in Italia, anche in 40 Paesi del mondo, che ha registrato un +7% rispetto all’esercizio precedente. Vi è stata l’apertura a nuovi mercati come la Corea del sud, così come in crescita le performance in Oriente e nord Europa. In ordine di fatturato questi i mercati principali: Corea del Sud, Svezia, Svizzera, Taiwan, Danimarca, Giappone, Spagna.

Altri dati interessanti arrivano dalla presentazione del bilancio di sostenibilità. Il numero dei dipendenti è in crescita, arrivato a 343 (+3,3%), così come le ore di formazione (+12,6%). Secondo il credo dell’economia circolare, il 98% dei rifiuti è destinato al recupero. Riduzione del -8,6% nel prelievo dell’acqua, con un +7,8% nel recupero di fecce da lavorazione.

Ammontano a 7,4 milioni di euro gli investimenti nell’esercizio approvato. Le aree di intervento sono state orientate nella messa in rete di tutte le fasi di gestione e produzione, e nella impiantistica con particolare riferimento alla linea di confezionamento.

NANNETTI: «COSÌ ABBIAMO AFFRONTATO LA CRISI»

«Terre Cevico, come tante altre imprese della filiera agroalimentare – ha commentato il presidente di Terre Cevico, Marco Nannetti – non si è mai fermato in questi anni caratterizzati da pandemia, crisi energetica e materie prime, guerra tra Russia ed Ucraina. Abbiamo attraversato mille difficoltà, ci siamo reinventati un modello organizzativo e stiamo rivedendo anche il riassetto del Gruppo per i prossimi anni».

Questo per consentire ai nostri soci di essere sempre protagonisti sui mercati nazionali ed internazionali. Oltre a garantire liquidazioni competitive ai soci, abbiamo anche garantito lavoro a oltre 300 collaboratori e, in questi anni, non abbiamo mai attuato ammortizzatori sociali come la Cassa Integrazione; anzi è perdurato il trend di consolidamento dei rapporti di lavoro».

Oltre al presidente di Terre Cevico, all’Assemblea di bilancio svoltasi a Faenza sono intervenuti Lauro Giovannini e Massimo Gallina. Ceo e Cfo di Terre Cevico. Nella stessa giornata sono intervenuti anche Cristian Maretti, presidente Legacoop Agroalimentare, Luca Rigotti, presidente Copa Cogeca Vino e Coordinamento ACI Vino, Giovanni Monti, presidente Legacoop Emilia Romagna, Mario Mazzotti, presidente Legacoop Romagna e Mauro Lusetti, presidente Legacoop.

Categorie
Approfondimenti

Export vino italiano 2022, primi 9 mesi a volumi piatti: «Incremento non copre aumento costi»


È di 16 milioni di ettolitri l’export del vino italiano nei primi 9 mesi del 2022. Il parziale è in sostanziale continuità (+0,3%) rispetto allo scorso anno, per un controvalore record di quasi 5,8 miliardi di euro. Il dato emerge dalle elaborazioni dell’Osservatorio del vino Uiv-Ismea su base Istat e sancisce un incremento in doppia cifra (+12,3%) rispetto al pari periodo 2021. Poco spazio per l’esultanza, in quanto la cifra, come spiegano Uiv e Ismea, è determinata «più dalla spinta inflattiva che dalla domanda reale e potrebbe non bastare a coprire l’aumento dei costi».

Sempre più influenzato dalla performance delle bollicine, che in attesa della consueta prova di fine anno tra gennaio e settembre mettono a segno +9,2% in quantità e +22,7% in valore, il vino tricolore vede i fermi appiattiti sui volumi dello scorso anno (-0,3%), con i rossi in particolare difficoltà (-2,6% la performance dei 9 mesi contro +2,6% dei bianchi). Le Dop ferme, in particolare, si posizionano sotto la media sia per quantità (-2%) che per valore (+9,6%).

Nuovo aumento costi vetro: produttori vino chiedono aiuto in legge di bilancio

La domanda di vini fermi si dimostra stabile o in leggero calo in Germania e UK, mentre sono in contrazione le quantità vendute negli Usa (-6%) e in Svizzera (-7%). Tra le piazze in positivo, Giappone (+29%), Canada (+8%), Svezia e Paesi Bassi. Meglio invece i trend dei top buyer per quanto riguarda gli sparkling, che vedono gli Stati Uniti a saldo zero per volume, il Regno Unito a +5% e la Germania a +6%, con exploit di acquisti da Francia (+25%) e Canada (+15%).

Analizzando l’export secondo la piramide della qualità, nei primi 9 mesi dell’anno, il segmento Dop ha realizzato nel complesso poco più della metà delle vendite Made in Italy (8,4 milioni di ettolitri), registrando un +2,2% dei volumi per un totale di circa 3,9 miliardi di euro (+14,6% sullo stesso periodo 2021), pari a due terzi del valore dell’export enologico italiano. Stabili a 4 milioni di ettolitri i vini Igp per un controvalore di 1,3 miliardi di euro (+7,2%).

Categorie
Approfondimenti

Via “pavese” dall’Oltrepò Docg Metodo Classico: raccolta manuale e Riserva 48 mesi sui lieviti


Regole di produzione più restrittive e un nuovo nome: Oltrepò Docg Metodo Classico, senza “pavese“. Se da un lato l’Assemblea dei soci del Consorzio Tutela Vini Oltrepò pavese semplifica la comunicazione delle proprie “bollicine”, dall’altro introduce importanti novità verso il riconoscimento qualitativo internazionale. In particolare, la raccolta delle uve atte alla spumantizzazione (Pinot Nero e Chardonnay, ma anche Pinot Grigio e Pinot Bianco) dovrà essere manuale e in cassetta. Introdotta poi la tipologia “Riserva“, con almeno 48 mesi di permanenza sui lieviti.

Le modifiche al disciplinare della Denominazione di origine controllata e garantita sono state votate a maggioranza dai soci riunitisi martedì 6 dicembre 2022, presso la sala Gallini di Riccagioia a Torrazza Coste (PV).

IL COMMENTO DI VERONESE E FUGAZZA

«Il territorio – spiega Carlo Veronese, direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese – ha approvato modifiche importanti per il futuro della denominazione al vertice della piramide qualitativa dell’Oltrepò, in un’assemblea caratterizzata da un clima sereno e costruttivo. Inizieremo subito a lavorare per dare attuazione alle richieste dei soci e poter inviare, nel più breve tempo possibile, alla Regione Lombardia la documentazione necessaria all’approvazione di Regione Lombardia, Masaf e Commissione Europea».

Soddisfazione anche da parte della presidente del Consorzio, Gilda Fugazza, che tocca anche altri argomenti: «Questo lavoro molto tecnico – ha dichiarato – è frutto di un percorso che parte da lontano, dai Tavoli dedicati alle Denominazioni e non è di fatto ancora finito. Da presidente mi auguro che in futuro la burocrazia che condiziona le “buone” pratiche del mondo della viticoltura e non solo si snellisca. E, soprattutto, sia più connessa alle esigenze dell’attualità, condizionata pesantemente da variabili che ci impongono la vera resilienza e capacità di affrontare gli imprevisti».

La recente modifica al disciplinare di produzione dei vini a Denominazione di origine controllata e garantita “Oltrepò pavese” Metodo classico – Doc dal 1970 e Docg dal 2007 – arriva a distanza di quasi 10 anni dall’ultimo ritocco, approvato dal Mipaaf tramite il D.M. 7/03/2014.

Categorie
Approfondimenti

Nuovo aumento costi vetro: produttori vino chiedono aiuto in legge di bilancio


Nuovo aumento dei costi del vetro e nuovo appello dei produttori di vino al governo, questa volta nell’ambito della legge di bilancio. Proprio in questi giorni, l’industria del vetro sta inviando alle cantine nuove modifiche unilaterali dei contratti. La variazione delle tariffe, nell’ordine del +20%, è prevista a partire dal prossimo gennaio: si tratta – sottolinea Unione italiana vini (Uiv) – del quarto aumento imposto alle aziende nel giro di un anno.

Secondo il segretario generale Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti: «Con questa nuova modifica, il conto sul costo del vetro per il settore del vino sale in media di circa il 70% in appena 12 mesi. È un ulteriore fardello difficile da sostenere ma anche da comprendere, sia in ragione di tariffe energetiche stabili che soprattutto per il credito di imposta del 40% accordato ai comparti energivori anche per calmierare i prezzi».

A questo punto sarebbe forse più utile che fossero le imprese del vino a percepire le agevolazioni fiscali se, come riscontrato, l’industria energivora scarica comunque a valle aumenti che ora non sono più sostenibili.

In tal senso, chiediamo al governo di valutare un aiuto ad hoc nell’ambito della legge di bilancio per supportare un aumento dei costi che rischia di compromettere la competitività delle nostre imprese».

Secondo l’Osservatorio Uiv/Vinitaly, l’escalation dei soli costi energetici e delle materie prime secche (vetro, tappi, capsule, carta, cartone) riscontrata dal settore nel 2022 equivale a un aumento dell’83% rispetto ai budget iniziali. Per un totale di circa 1,5 miliardi di euro di spese aggiuntive. Un importo che penalizza i segmenti basic e popular dell’offerta enologica, sempre meno in grado di scaricare sui consumatori il surplus dei costi.

Categorie
Approfondimenti

Indagine Vinarius: cresce richiesta vini bianchi fermi in enoteca


Attraverso un questionario sottoposto ai 110 soci, VinariusAssociazione delle Enoteche Italiane, con un fatturato aggregato di 50 milioni di euro – è in grado di tracciare le previsioni sui vini che verranno maggiormente scelti durante il periodo invernale e natalizio.

Alla costante crescita del consumo dei vini rossi – in testa Barolo, Brunello, Primitivo e Amarone della Valpolicella – rispondono in primis gli spumanti. Il trend registrato vede infatti una crescita del 30% delle “bollicine”. La scelta del consumatore fra le diversi tipologie di spumante colloca al primo posto lo Champagne seguito dal Franciacorta, dal Trento Doc e dall’Alta Langa. Resta significativa anche la vendita di altri Metodo Classico di piccole cantine locali, presenti sugli scaffali degli enotecari che propongono vini del loro territorio.

Decisamente in crescita la sezione dei vini bianchi fermi: lo sostiene il 51,5 % degli intervistati. Previsti aumenti delle vendite compresi tra il 10 e il 20%. Tra i vini bianchi maggiormente richiesti ci sono lo Chardonnay o i vini con uvaggi a base Chardonnay e in seconda battuta il Gewürztraminer. La somma dei volumi di vendita di questi due vini equivale al 35%. Il restante 65% si distribuisce tra le referenze più disparate di bianchi autoctoni e semi aromatici. Appare dunque chiaro come, ancora una volta e ancor di più per i bianchi fermi, quello della territorialità sia un vero e proprio trend in forte crescita.

CLIMA DI «GENERALE INCERTEZZA» TRA GLI ENOTECARI ITALIANI

Nell’ultimo triennio non si sono registrate variazioni sensibili sui volumi di vendita dei vini da dessert e si prevede anche per il 2022 un andamento costante. Tra i vini da dessert maggiormente richiesti troviamo il Moscato d’ Asti, il Passito di Pantelleria e lo Zibibbo.

Quanto ai volumi dell’ultimo triennio, secondo il 43% degli intervistati da Vinarius si è riscontrato un calo delle vendite tra il 20 e il 40% rispetto all’estate 2021. Le ondate di caldo anomalo e prolungato che hanno caratterizzato l’estate 2022 hanno influito negativamente sulle vendite di prodotti alcolici in favore alle bevande analcoliche. Il 27% degli intervistati, invece, non ha avvertito sensibili differenze mentre il 30% ha registrato un aumento delle vendite tra il 10 e il 30%.

Anche rispetto alle previsioni sui volumi di vendita nella stagione invernale e durante il periodo natalizio le opinioni sono molto contrastanti tra di loro e il quadro che ne emerge è quello di generale incertezza. Secondo il 50% non ci saranno significative variazioni nelle vendite rispetto all’anno precedente. Il 32% invece crede ci saranno miglioramenti. Infine, il 18% teme che le vendite subiranno dei cali, anche a causa del periodo di crisi economica che sicuramente influenzerà le scelte d’acquisto degli italiani durante le festività.

Categorie
Approfondimenti

Mercato Fivi 2022, è ancora record: 24 mila visitatori

FOTONOTIZIA – «Grazie, grazie e ancora grazie. Ci vediamo il prossimo anno!». Così la Federazione italiana vignaioli indipendenti commenta l’edizione dei record: al Mercato Fivi 2022 ben 24 mila visitatori: «Record di Vignaioli/e di ingressi, di magliette e soprattutto di sorrisi. Quella che si è appena conclusa è stata un’edizione davvero unica».

«Un ritorno alla normalità – commenta Fivi – che ci ha scaldato il cuore e che ci rende sempre più orgogliosi del lavoro che stiamo portando avanti, forti della vostra vicinanza e della vostra voglia di scoprire storie, racconti e vini di questi incredibili Vignaioli Indipendenti».

Migliori assaggi Mercato Fivi 2022. Boom di visitatori: 18 mila in due giorni (nuovo record)

Exit mobile version