Caso La Guardiense, la replica del presidente Domizio Pigna

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Caso La Guardiense, Domizio Pigna attacca sui social il «giornalista del Nord Italia»
Riceviamo e pubblichiamo integralmente il commento affidato ai canali social personali – nonché a uno dei nostri canali Facebook – da parte del presidente della cooperativa La Guardiense, in merito all’editoriale di winemag.it di questa mattina.

Oggi La Guardiense ha ricevuto un brutto e meschino attacco da parte di un giornalista del Nord Italia. Questa è la mia risposta personale, in attesta che gli organismi amministrativi intervengano nei prossimi giorni. Risposta. Sono onestamente amareggiato da questo attacco frontale: una condanna senza appello e senza possibilità di replica.

1. Contesto il metodo. Si è avviata una polemica alla vigilia di ferragosto, quando ormai l’argomento non era più una notizia, e la si è voluta rilanciare, non so con quanto rispetto verso le parti vittima di un’azione politica della quale non intendo discutere, poiché non ho ruoli politici. Ciò che le contesto, in particolare, è la faziosità di un articolo che non ascolta e non riporta versioni diverse da quelle sostenute da una parte politica, l’opposizione consiliare che riceve una gran parte del suo consenso elettorale da aziende notoriamente avversarie della Guardiense, pronte a tutto pur di attaccarla, unitamente ai suoi mille soci, che con larghissima maggioranza hanno espresso la compagine che guido. Avrei gradito essere chiamato come contraddittorio, come avrebbe anche suggerito la deontologia della sua professione, perché è evidente che le sue fonti sono molto poco rispettose dei fatti, della loro verità e mi sembrano esclusivamente alla ricerca di vendette personali. Dalla lettura del suo articolo si vede tutta la difficoltà che lei ha nel comprendere vicende tanto locali che denotano la sua lontananza dai fatti e quindi posso comprendere la fatica che fa nell’averne una reale percezione. Avrebbe fatto meglio a sentire tutti e non solo alcuni.

2. Contesto il merito. La Guardiense ha proposto e sostenuto la cittadinanza onoraria per Luciano Pignataro, seguendo la convinzione che si tratti di un giornalista che ha fatto, notoriamente, tanto per la crescita del nostro territorio. Lo ha fatto con qualsiasi tipo di amministrazione comunale che a Guardia si è succeduta, di qualsiasi colore politico essa sia stata. È persona degna di rispetto e stima, professionale e umana. Questo è un dato incontestabile di cui non si è voluto tenere conto. Mi sembra altrettanto grave ignorare il peso dei mille produttori che rappresento e che non possono avere lo stesso peso di singole aziende che, forti di vecchie rendite di posizione ormai scadute, non si rassegnano a dover fare i conti con ciò che la Guardiense rappresenta per la viticoltura campana e italiana.

Concludo, informandola che convocherò un Consiglio d’amministrazione per valutare le azioni a tutela della buona fama dell’azienda che rappresento. Alcuni colpi bassi, come tirare fuori vecchie polemiche ampiamente chiarite, denotano una malafede e un’aggressione comunicativa che, nel rispetto dei mille soci che rappresento, e dei consulenti che mi onoro di avere, non posso lasciar cadere. Per un tanto prestigioso giornalista, quale lei ritiene di essere, sarebbe stato più opportuno chiedere una più completa documentazione a quegli spregiudicati informatori, forse piccoli produttori locali che rappresentano esigue minoranze egoiste, che le hanno tanto pesantemente armato la mano, provocandole anche una gratuita figuraccia. Questo articolo non fa tanto male a me, semmai avesse avuto questo scopo, poiché nonostante attacchi ben peggiori ho sempre continuato a impegnarmi non solo per la Guardiense ma anche per la crescita di tutto il Sannio vitivinicolo. Credo, piuttosto, che si tratti di una meschina cattiveria di cui i viticoltori sanniti, non solo i mille soci della Guardiense, non avevano bisogno e che non avrebbero meritato».

DOMIZIO PIGNA – presidente cantina sociale La Guardiense

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