Prendi un sogno, credici davvero. Trova qualcuno che sogni con te. Chiudi gli occhi. E tutto sembrerà in discesa. Non c’è immagine che spieghi meglio il progetto ad ampio respiro di Davide Zoppi e Giuseppe Luciano Aieta, dei loro vigneti verticali, a picco sul mare della Liguria: dipende da dove li guardi. Cà du Ferrà è questo. Molto più di una cantina: uno stile di vita.
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Flashback, utile a rimettere insieme i pezzi di una storia senza pari nel mondo del vino italiano, fatta di preparazione, coraggio, spirito imprenditoriale. Amore per le proprie radici, voglia di cambiare il mondo con tenacia, un pezzo alla volta. Realtà e sogni. Davide, laureato in Giurisprudenza, incontra Giuseppe, laureato in Ingegneria, con un Master in Finanza.
Se ne innamora e lo convince, a suon di tramonti mozzafiato, a cambiare vita. Anzi, orizzonte. Da Milano, i due si trasferiscono a Bonassola (La Spezia), noto borgo della Liguria di Levante dove i genitori di Davide, Antonio Zoppi e Aida Forgione, gestiscono dal 2000 una piccola cantina famigliare con agriturismo per l’ospitalità, chiamata Cà du Ferrà (“Casa del Fabbro”).
DAVIDE ZOPPI E GIUSEPPE LUCIANO AIETA, UNITI NELLA VITA E NEL VINO CON CÀ DU FERRÀ
Il matrimonio civile tra Davide e Giuseppe, officiato il 12 novembre 2016 nel castello di Bonassola, finisce addirittura in tv, protagonista di una puntata di “Real Time”. L’unione viene celebrata dalla più nota matrimonialista italiana, l’avvocata e saggista Annamaria Bernardini de Pace. Ospite speciale Enzo Miccio, il più noto Wedding Planner d’Italia. È la base per la “seconda vita” di Cà du Ferrà, con Davide e Giuseppe pronti ad entrare nell’organico dell’azienda agricola, rivoluzionandola sotto ogni aspetto.
«Abbiamo semplicemente continuato ad essere quello che eravamo a Milano», riferisce la coppia ricordando il trasferimento in Liguria. Nel 2017 viene costruita l’attuale cantina, che ospita una produzione di circa 28 mila bottiglie e che presto sarà ampliata, per consentire alla coppia di dedicarsi ancora meglio alla produzione e alle visite in cantina e in vigna. Ciliegina sulla torta è la collaborazione di Cà du Ferrà con una delle enologhe italiane più note: Graziana Grassini.
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«L’aspetto umano nel mio lavoro è fondamentale – racconta la winemaker – e l’incontro con Giuseppe e Davide è stato tra i più belli, perché ci siamo affidati l’una agli altri naturalmente, senza forzature. Fare l’enologa vuol dire rendersi interprete della filosofia del produttore e di un territorio, fonderli insieme e saperli tradurre in caratteristiche sensoriali e nell’aspetto più emozionale del vino. Se manca il piacere di stare insieme, manca tutto».
Bonassola, grazie all’impegno delle anime belle di cui profumano tutti i calici di Cà du Ferrà – dal Vermentino al “Vino dolce dell’anno” della nostra Guida 2025, prodotto con l’antica e riscoperta uva Ruzzese – diventa simbolo della riscossa della viticoltura italiana dei piccoli borghi, spesso abbandonati alle proprie sorti.
Il teatro di una riscossa sociale, con la storia d’amore tra Davide Zoppi e Giuseppe Aieta che diventa impresa, nel duplice senso del termine, all’insegna di un approccio alla vita e al lavoro che brilla come un esempio. Non ultimo, Bonassola è la sintesi della forza delle idee e dei grandi progetti, tanto forti da richiamare e convincere grandi personalità come Graziana Grassini diventando realtà. Senza smettere mai di essere anche un bel po’ “sogni”.
Cà du Ferrà Wine & Tasting
Via Nuova, Str. per S. Giorgio, 27/Bis
19011 Bonassola (SP)
Tel. 3481033648
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.