Dentro e fuori dal calice. Andrea Franchetti, scomparso lo scorso dicembre, è stato protagonista indiscusso di Contrade dell’Etna 2022. Tra le tante occasioni di assaggio, anche quella dei vini di Passopisciaro, tenuta etnea nata proprio su intuizione del compianto imprenditore nato a Roma, da madre americana.
Una degustazione organizzata nell’antico baglio ristrutturato a partire dal 2000 a Castiglione di Sicilia (CT), cuore pulsante delle attività della cantina. A mille metri di altezza, lungo le pendici dell’Etna, le tracce lasciate da Andrea Franchetti nella storia dei vini della “Montagna” sono ormai indelebili.
A otto anni dalle prime vinificazioni, il fondatore di Passopisciaro si è infatti accorto che le uve provenienti dai diversi appezzamenti avevano specificità uniche, differenti le une dalle altre. Si è così convinto a vinificare in purezza ogni vigneto, dando vita ai vini di contrada di Passopisciaro, sintetizzati in etichetta con la rispettiva lettera “iniziale”.
Ecco dunque “C“, per Contrada Chiappemacine. “P” per Contrada Porcaria. “G” per Contrada Guardiola. E ancora: “S” per Sciaranuova ed “R” per Rampante. Ogni vino proviene da un vigneto posto nell’omonima Contrada e sintetizza le caratteristiche di ogni colata lavica in cui affondano le radici le vigne.
Le diverse composizioni minerali del terreno influenzano il carattere di ogni vino di contrada, insieme al variare dell’altitudine delle vecchie vigne e delle caratteristiche climatiche delle vendemmie.
L’Etna sale attraverso strati di aria sempre più fredda fino a più delle Dolomiti; ogni notte quest’aria scivola lungo la polvere nera fino ai vigneti e li sottopone a uno sbalzo che prima li paralizza, poi gli fa distillare zuccheri e profumi alterati, distorti, deviati cioè da quello che verrebbe dal normale metabolismo di una pianta siciliana.
È un vantaggio fare il vino in questo posto che tradisce la comune meteorologia e vive racchiuso nella stranezza climatica, è un posto vergine e deserto dove regnano immagini potenti che vengono fuori da forze senza nome.
Queste immagini si fanno corteggiare per anni senza lasciarsi capire del tutto, ma possono trasmettere uno stile attraverso le vinificazioni e la viticoltura, nei vini». (cit. Andrea Franchetti)
I VINI DI CONTRADA C, P, G, S, R DI PASSOPISCIARO: DEGUSTAZIONE CON PUNTEGGI
Terre Siciliane Igp 2013 Contrada C, Passopisciaro – Vini Franchetti: 91/100
Contrada Chiappemacine (1.2 ettari) è situata a 550 metri sul livello del mare, la quota più bassa delle cinque. Piante di età compresa tra i 70 e i 100 anni, che affondano le radici in colate laviche inframmezzate dal calcare.
Vino inizialmente contratto, si apre dolcemente sino a concedersi in tutta la sua morbidezza e pienezza, passando da una predominanza di frutto nero al frutto rosso. Succede al naso quanto al palato, che sfodera una spina dorsale fresca e speziata, sul fruttato succosissimo. Finale altrettanto ricco, tendenzialmente morbido, su ricordi leggeri di fondo di caffè (affinamento per 18 mesi in legno grande).
Terre Siciliane Igp 2016 Contrada P, Passopisciaro – Vini Franchetti: 92/100
Contrada Porcaria è più vasta rispetto a Chiappemacine e si trova a 650 metri sul livello del mare. Il vino è ottenuto da Nerello Mascalese in purezza. La terra è composta di un sottile strato di lava che si sbriciola sotto ai piedi.
Ottima concentrazione del frutto in Contrada P, solleticata da venature minerali che rimandano chiaramente ai vini dell’Etna. Reminiscenze leggere di brace e spezia scura. Eleganza da vendere per un vino che entra sull’opulenza del frutto e chiude asciutto, sul frutto rosso e nero.
Terre Siciliane Igp 2014 Contrada G, Passopisciaro – Vini Franchetti: 95/100
Contrada Guardiola si trova tra gli 800 e i 1000 metri di quota. La maggior parte delle uve, vinificate previa selezione a partire dal 2011, si trova a 820 metri sul livello del mare. Siamo sul limite di una colata risalente al 1947, poco più recente dell’impianto dei vigneti.
Netta predominanza del frutto rosso nel Nerello Mascalese di Contrada Guardiola, dal croccante dei piccoli frutti di bosco al succoso tamarindo. Flebili ricordi di mirtillo, per la componente scura.
Altro di vino di eleganza assoluta, va ben oltre il frutto, rivelando la matrice vulcanica del terreno attraverso la spina dorsale minerale. La tensione del sorso è elettrica e suggerisce il potenziale di lungo affinamento del nettare.
Terre Siciliane Igp 2015 Contrada S, Passopisciaro – Vini Franchetti: 90/100
Come suggerisce il nome, Contrada Sciaranuova nasce da una “nuova colata” (sciara) a 850 metri sul livello del mare, per un ettaro circa di estensione. In realtà, l’età geologica della lava si attesta attorno ai 200 anni.
Bel rubino luminoso, alla vista. Al naso e al palato una predominanza di frutta a bacca rossa. Si avvertono netti ricordi di ciliegia, fragola e tamarindo. Altrettanto netta la mineralità, quasi salina, a fare da spina dorsale a un sorso che fa della bevibilità, dell’agilità e della croccantezza i punti forti. Contrada S chiude asciutto, fresco, su una vaga matrice tannica.
Terre Siciliane Igp 2012 Contrada R, Passopisciaro – Vini Franchetti: 97/100
Appezzamento di 1,4 ettari in Contrada Rampante, la più alta tra quelle che hanno catturato l’attenzione di Andrea Franchetti sull’Etna. La vigna si trova al limite della coltivazione della vite sul vulcano.
Contrada R è il vino da scegliere, senza esitazione, per comprendere la filosofia di Passopisciaro e, al contempo, godere di un’espressione assoluta del Nerello Mascalese alle pendici della “Montagna”.
A un tocco rustico, leggero e composto, rispondono frutto, tensione e mineralità, in un quadro di assoluta eleganza e grazia. Non manca la spezia, altra caratteristica che riporta ad occhi chiusi al Nerello e all’Etna e che contribuisce a stuzzicare un palato succosissimo. Lunga vita davanti, con possibilità di ulteriore, positiva terziarizzazione degli aromi.
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.