wine news e guida top 100 migliori vini italiani, notizie e articoli esclusivi su vino, birra, distillati e food
Autore:Redazione WineMag.it
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Luca Sarais e Filippo Carraretto sono i vincitori del Concorso Miglior Enotecario d’Italia per le due categorie in gara, bottiglierie ed enoteche con mescita. Un percorso iniziato nei primi mesi del 2022 e conclusosi ieri sera a Borgo Pallavicini Mori, nella campagna romana.
Siamo orgogliosi di aver premiato le competenze, le conoscenze e le capacità di questi professionisti – afferma Francesco Bonfio, Presidente di Aepi – Associazione Enotecari Professionisti Italiani –. Il nostro obiettivo era riuscire a puntare i riflettori su questa professione, centrale nel mondo del vino e dei distillati per la sua particolare vicinanza al consumatore».
Sotto l’egida del Consorzio Tutela Vini della Valpolicella è stato poi premiato come Miglior Enotecario d’Italia all’estero Daniele Leopardi, dell’Enoteca Tentazioni di Parigi.
Filippo Carraretto dell’enoteca La Mia Cantina di Padova è stato premiato anche come Miglior Enotecario Under 30, con il Consorzio Chianti Classico promotore del premio.
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Musivum chiude il cerchio con la presentazione del Teroldego Rotaliano Doc Superiore Riserva 2016. L’ultima tessera del mosaico di vini di territorio di Cantina Mezzacorona è stata presentata la scorsa settimana, al Palazzo Conti Martini di Mezzocorona (TN).
Musivum, dal latino appunto “mosaico”, è un progetto che valorizza e coinvolge viticoltori e vigneti distribuiti in tutte le aree viticole del Trentino e della Bassa Atesina, controllate dalla cooperativa Mezzacorona: Piana Rotaliana, Colline di Faedo, Sogni e Pressano, Val di Cembra, Trento, Vallagarina, Ala, Salorno, Pochi, Magrè, Montagna.
Tra i soci che collaborano al progetto c’è Mirta Menestrina. Il presidente Luca Rigotti e il direttore generale Francesco Giovannini hanno voluto fosse lei a presentare uno dei vigneti di Teroldego, con piante centenarie, da cui prende vita Musivum.
UN’ANNATA FAVOREVOLE PER IL TEROLDEGO ROTALIANO
Il Teroldego Rotaliano Doc Superiore Riserva 2016 si aggiunge a Pinot Grigio, Chardonnay, Müller-Thurgau, Gewurztraminer, Marzemino e Lagrein. L’annata ha riservato una condizione ambientale favorevole per tutto il periodo vegetativo.
Assenza di precipitazioni e forti escursioni durante l’ultima fase di maturazione hanno permesso di ottenere uve con un’ottima concentrazione zuccherina e aromatica.
Dopo la raccolta a mano, avvenuta alla fine di settembre, la fermentazione è stata effettuata a temperatura controllata. Affinamento per 14-16 mesi in botti di legno e una scelta di riservare una piccola parte in anfore di terracotta.
A seguire, un lungo affinamento in bottiglia per oltre tre anni, prima dell’immissione in commercio. Per questa annata sono state prodotte 4.857 bottiglie, in etichette singolarmente numerate a mano.
TEROLDEGO MUSIVUM: LA DEGUSTAZIONE
La degustazione del Teroldego Rotaliano Musivum è stata guidata dal sommelier trentino Roberto Anesi. Il vino presenta una bellissima cromaticità, un colore rosso rubino intenso, con leggere sfumature granate.
Al naso gran espressione del varietale e pulizia, con note di piccoli frutti rossi, mirtillo, ribes e ciliegia e sentori speziati, risultato dalla maturazione nei piccoli contenitori di legno. Ecco cacao amaro, ginepro, eucalipto. Al palato la coerenza con le note avvertite al naso, arricchite da una sensazione di pienezza armonica e vellutata. Un vino dal lungo potenziale di longevità.
Ad accompagnare la presentazione dell’ultimo tassello del mosaico Musivum di Mezzacorona, i piatti dello chef Peter Brunel del Ristorante Gourmet di Arco (TN). Uno per ogni vino della collezione, inaugurata nel 2019 con Pinot Grigio e Müller-Thurgau.
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Il CdA di Veronafiere ha nominato ieri all’unanimità l’amministratore delegato nel segno della continuità aziendale. È Maurizio Danese, già ai vertici della spa di Viale del Lavoro dal 2015 a maggio 2022.
La nuova figura è prevista dalle modifiche allo Statuto volute dai Soci e approvate nell’assemblea nel febbraio scorso. Assieme al Consiglio di amministrazione, Veronafiere garantirà il bilanciamento adeguato con le altre figure manageriali e la salvaguardia del patrimonio di esperienze nelle relazioni politico-istituzionali e nelle industry rappresentate.
Compagine societaria Veronafiere SpA: Comune di Verona (39,483%), Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona (24,078%), Camera di Commercio di Verona (12,985%), Cattolica Assicurazioni (7,075%), Banco BPM Spa (7,009%), Agenzia Veneta per l’Innovazione nel Settore Primario (5,379%), Provincia di Verona (1,401%), Intesa Sanpaolo Spa (1,354%), Banca Veronese Cooperativo di Concamarise (0,883%), Immobiliare Magazzini Srl (0,188%) e Regione Veneto (0,161%).
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Le Guaite di Noemi festeggia 20 anni dalla fondazione. Tanto è passato dall’entrata in produzione del vigneto di Stefano Pizzighella e della moglie Giulietta Dal Bosco, a Mezzane di Sotto (VR), in Valpolicella. Le Guaite sono diventate “di Noemi” nel 2015, anno in cui la figlia ha assunto le redini dell’azienda. Noemi Pizzighella, classe 1994, è la più giovane produttrice di Amarone e degli altri vini tipici della denominazione.
«Festeggiare i vent’anni dell’azienda – spiega Stefano Pizzighella – è per me una grande soddisfazione. Un traguardo che parla di determinazione, tenacia e passione. L’amore per questo lavoro e per la Valpolicella ha dato vita negli anni a vini che esprimono il territorio e la nostra identità familiare. Vini che sono cresciuti insieme all’azienda, raccontandone la storia».
«Prendere in mano le redini di questa azienda – commenta Noemi Pizzighella – è per me motivo d’orgoglio. Fin da bambina ho sentito il forte legame con la Valpolicella e con la sua tradizione vincola. Ora continuo il lavoro iniziato dai miei genitori, che mi accompagnano nella crescita dell’azienda, verso il futuro e verso il panorama internazionale».
L’azienda agricola comprende oggi 10 ettari di vigneti e 3 ettari di uliveti di proprietà, per una produzione che si assesta tra le 25 e le 30 mila bottiglie l’anno. Sono cinquanta, invece, i quintali di olio assicurati dalle piante di Grignano, Leccio di Corno e Casaliva.
Le verticali di Valpolicella Superiore e Amarone della Valpolicella, i primi vini prodotti dall’azienda, hanno accompagnato le celebrazioni dei vent’anni de Le Guaite di Noemi, lunedì 6 giugno. Il percorso di crescita dell’azienda e la ricerca di una cifra stilistica volta a freschezza ed eleganza è risultato chiaro dall’annata 2002 alla 2011 del Valpolicella Superiore, sino alla 2014 dell’Amarone.
I VENT’ANNI DE LE GUAITE DI NOME: IL MEGLIO DELLA DEGUSTAZIONE
Valpolicella Superiore 2012, Le Guaite di Noemi
Uve Corvina, Rondinella e Croatina. Tre anni di barrique di primo passaggio. Colore rosso rubino scarico. Al naso intensi profumi di frutti rossi concentrati, alcuni accenni di spezie. Croccante e delicato al palato, acidità caratteristica, ma con buona struttura e piacevolezza, richiamata dai ritorni della frutta avvertita al naso.
Valpolicella Superiore 2011, Le Guaite di Noemi
Sempre Corvina, Rondinella, Croatina, ma annata più calda. Alla vista, il vino si presenta di un rosso rubino intenso. More e frutti rossi concentrati al naso. Le note balsamiche accompagnano il sorso, segnando il lungo percorso affrontato dal vino, sino ad oggi.
Amarone della Valpolicella 2010, Le Guaite di Noemi
Corvina, Rondinella, Croatina. Colore rosso rubino tendenzialmente purpureo. Presenti al naso note concentrate di prugna, susina, accenni balsamico e foglie di tè. Palato coerente col naso: il vino presenta una gran complessità, una struttura molto elegante, una lunga persistenza.
Amarone della Valpolicella 2009, Le Guaite di Noemi
Corvina, Rondinella, Croatina. Alla vista di un colore rosso rubino con riflessi purpurei. Al naso prugna matura, note balsamiche ed richiami erbacei. Rotondità e carattere al palato. Il vino presenta un’ottima evoluzione, con complessità e struttura elegante. Sorso preciso, di lunga persistenza.
Amarone della Valpolicella 2002, Le Guaite di Noemi
È il primo Amarone de Le Guaite, dall’entrata in produzione dei vigneti. Il vino perfetto per celebrare i 20 anni de Le Guaite di Noemi. Frutto e gran complessità accompagnano dal naso al sorso, connotato da una gran freschezza. Un vino ancora giovane, come Noemi Pizzighella. Una donna del vino dal futuro tutto da scrivere.
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FOTONOTIZIA –Signorvino, catena di wine shop con mescita e servizio ristorazione inaugurata nel 2012 da Sandro Veronesi, celebra nel 2022 il primo decennale di attività. La ricorrenza sarà evidente in alcuni punti vendita, con attività legate ai festeggiamenti per 10 anni. Lo sviluppo del brand proseguirà anche nel 2022, con l’apertura di 10 nuovi locali.
«Un primo importante traguardo – commenta Sandro Veronesi – che testimonia la validità del progetto e delle persone coinvolte. Signorvino ha puntato sin dal primo momento su una proposta strutturata su più canali per essere unica nel suo genere».
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Oltre 100 giornalisti accreditati di cui l’80% provenienti dall’estero e 40 cantine pronte a stappare sulle note della marcia trionfale dell’Aida. È l’istantanea di Amarone Opera Prima, l’evento straordinario e fuori stagione del Consorzio Vini Valpolicella in programma aVerona dal 17 al 20 giugno, che winemag.it seguirà in presa diretta.
Un’occasione speciale che sfida il tabù del calendario estivo per presentare il millesimo 2017 al di fuori della tradizionale collocazione dell’Anteprima a febbraio, portando in scena anche il sodalizio tra i due simboli della città scaligera nel mondo: l’Arena e l’Amarone.
Dopo il gala dinner del 17 giugno a Giardino Giusti riservato alla stampa (solo su invito), il cartellone di Amarone Opera Prima si apre il 18 giugno con due masterclass a Palazzo Verità Poeta (Vicolo San Silvestro, 6), per scoprire la versatilità del grande Rosso e le annate top, che hanno contribuito al suo posizionamento in oltre 80 nazioni del globo.
IL PROGRAMMA DI AMARONE OPERA PRIMA
Si parte alle 11.30 con “Amarone 4wd, off the beaten track: diversi stili di Amarone abbinati a piatti di alta cucina di vari paesi del mondo”, un’iniziativa ideata con La Peca, il ristorante due stelle Michelin di Lonigo (VI) e la narrazione del critico gastronomico e wine expert, Davide Scapin.
Si prosegue poi alle 15.00, con la sessione “The boom generation: gli ultimi decenni dell’Amarone dalla sua escalation al successo mondiale”, condotta da JC Viens, italian wine ambassador e Wset educator.
Per la stampa nazionale e internazionale da 20 nazioni – dagli Usa agli Emirati Arabi, dalla Corea del Sud al Canada fino a Israele, Singapore e ai principali mercati europei – la giornata si chiude in Arena per assistere all’Aida di Giuseppe Verdi, l’opera simbolo dell’anfiteatro romano sotto le stelle fin dalla sua prima edizione nel 1913.
DOMENICA 19 GLI ASSAGGI DELL’AMARONE 2017
Domenica 19 giugno, Amarone Opera Prima si trasferisce al palazzo della Gran Guardia (piazza Bra), per la degustazione dell’Amarone 2017 (dalle 10 alle 17 per la stampa specializzata; apertura dei banchi delle aziende dalle 12.30 e dalle 16.00 fino alle 20.00 ingresso consentito anche a wine lover e operatori).
È anche il momento della conferenza stampa sullo stato di salute della denominazione e il focus su “Amarone e i miti dell’ospitalità veneta, tra storia e leggenda”, dalle ore 11. Lunedì 20 giugno, ultimo giorno di Amarone Opera Prima, la manifestazione è aperta a pubblico e operatori dalle 10.00 alle 20.00.
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Con circa 450 ettari vitati e una produzione di uva da vino di soli 27.500 quintali (fonte Istat 2020) la Valle d’Aosta è la regione più piccola d’Italia. Areali in pendenza, spazi limitati con proprietà parcellizzate e rese basse non hanno scoraggiato i produttori che negli anni hanno saputo mantenere vivi e valorizzare i diversi vitigni autoctoni della regione, dando vita a produzioni d’eccellenza.
La Valle d’Aosta offre ai suoi visitatori un paesaggio davvero speciale nel quale i vigneti, allevati con pergole basse o ad alberelli e delimitati da veri e propri mosaici di muretti a secco aggiungono bellezza ai luoghi circostanti.
D’altronde, come scriveva William Blake, «quando uomini e montagne si incontrano, grandi cose accadono». Un piccolo scrigno di gioielli naturalistici e beni storico-architettonici unici nel loro genere ai quali si aggiunge un’offerta gastronomica fatta di vere chicche come la Fontina Dop, il Lardo di Arnad o il Jambon de Bosses.
La produzione vinicola locale, per numerica e distribuzione è ancora poco conosciuta. Ma merita assolutamente di essere scoperta, partendo perché no, da qualche cantina che offre ospitalità. Ovviamente in provincia di Aosta.
La Source si trova nel cuore della Valle D’Aosta, a Saint Pierre ed è il luogo ideale per chi ama le vacanze rural-chic. La struttura dispone di eleganti camere doppie e triple arredate in stile tipico valdostano, alcune con vista sullo spettacolare Castello di Saint Pierre, uno dei simboli della regione.
Presso la wine farm sarà possibile organizzare degustazioni di vini prodotti dai principali vitigni locali come Petit Rouge, Cornalin e Fumin ma anche vitigni internazionali quali Chardonnay, Syrah e Gamay.
Il Vallée D’Aoste Dop 2019 Petit Arvine de La Source è entrato nei migliori vini del Nord Italia della Guida Top 100 di Winemag 2022. Una ragione in più per non perdersi il bianco vallesano. E scoprire i vini della cantina La Source, approfittando dell’ospitalità.
A Introd, lungo la strada che porta a Courmayeur e verso il Parco Nazionale del Gran Paradiso sorge l’agriturismo Lo Triolet. A disposizione degli ospiti sei graziosi appartamenti accoglienti e funzionali. Il più grande, Heritage, è un trilocale di 55 mq mansardato con scala interna.
Il comune di Introd, bandiera arancione per il turismo, è un ottima base di partenza per una vacanza all’insegna della pace e della natura. E’ noto per essere stato, dal 1995 al 2002, il luogo di villeggiatura prescelto da Giovanni Paolo II.
L’azienda Lo Triolet produce 50 mila bottiglie da vitigni come il Pinot Grigio, Gewürztraminer, Moscato Bianco, Gamay, Pinot Nero e Fumin.
Lo Triolet Loc. Le Junod, 7 11010 Introd (AO) + 39 0165 95 437 +39 339 13 87 092 info@lotriolet.it
Les Granges si trova nell’omonima località a Nus, paese da cui prende il nome il vitigno autoctono a bacca nera “Vien de Nus”. La struttura, interamente realizzata in bioedilizia, dispone di cinque camere tra doppie e triple arredate in stile rustico tipico di montagna che possono ospitare fino a 12 persone ed offre pernottamento con colazione.
L’agriturismo dispone anche di una sala ristorante dove è possibile, su prenotazione, organizzare pranzi e cene. L’azienda agricola Les Granges opera in regime biodinamico dal 2012 e produce vini naturali principalmente da vitigni autoctoni.
Nei pressi di Nus è possibile visitare l’Osservatorio Astronomico di Saint-Barthélemy e il Planetario, il Castello di Pilato oppure raggiungere a piedi, con un percorso di circa tre ore il Santuario mariano di Cuney, il più alto in Europa che “svetta” a ben 2656 mt di altezza.
Les Granges Società Agricola Loc. Les Granges, 8 11020 Nus (AO) + 39 333.4585454 info@lesgrangesvini.com
Clos Blanc si trova a Jovençan al confine con il comune di Aymavilles, al centro della regione. Una zona costellata di vigneti e frutteti dai quali partire si può partire per visitare il Castello di La Sarre, antica dimora di caccia dei Savoia.
La struttura dispone di 5 alloggi che possono ospitare 4 persone ciascuno. Appartamenti arredati in stile moderno e con tutti i comfort. Clos Blanc produce circa 30 mila bottiglie a base di Merlot, Cornalin, Fumin, Pinot Noir, Chardonnay, Müller Thurgau.
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Differenze nelle differenze. Nel «continente in miniatura», come definisce la regione Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia, la zona sud occidentale è a sua volta un mosaico di diversità, che si conferma tale anche a Sicilia en Primeur 2022.
Un areale, quello che si estende fra Noto (SR) e Vittoria (RG), che punta ad affacciarsi sul mercato con vini identitari e riconoscibili. Non solo sulla base dell’internazionale Syrah, ma soprattutto con gli autoctoni Nero d’Avola, Frappato (leggi Cerasuolo di Vittoria) e Grillo.
Sono convinto che questa zona stia parlando di un Nero d’Avola diverso – sottolinea Filippo Mazzei di cantina Zisola – migliore e di più alto livello. All’inizio, fino ad una decina di anni fa, anch’io ero spaventato dalla percezione che c’era del Nero d’Avola».
«Ce n’era molto sul mercato – aggiunge – ed era un prodotto di prezzo. Ora Noto e Pachino si stanno distinguendo come sottozone in cui questo vitigno dà il meglio di sé. Il nostro limite è solo quello di non avere molti produttori».
IL NERO D’AVOLA
Ne è un esempio il Sicilia Noto Rosso Doc “Doppiozeta”, annata 2018, di Zisola. Nero d’Avola in purezza dai due appezzamenti più vocati della tenuta, tra le tappe toccate dal tour di Sicilia en Primeur 2022. Un vino che fa di struttura e freschezza la sua chiave di lettura. Naso ricco che alterna frutto rosso maturo a spezie delicate ed un tocco boisé. Fine ed elegante.
Coltivazione ad alberello per il Nero d’Avola. Forma di allevamento tradizionale che consente alla vite di proteggere i grappoli dai raggi solari grazie alla folta chioma. Un approccio, quello della coltivazione ad alberello, utilizzato anche Feudo Maccari.
L’azienda, sempre nell’areale di Noto, alleva il Nero d’Avola a partire da marze di proprietà. Una scelta ben precisa fatta per mantenere il più possibile l’identità della singola sotto zona finanche al cuore del clone della vite.
Il Sicilia Doc Nero d’Avola “Nerè”, annata 2019, di Feudo Maccari è un rosso agile ma non banale. Naso intenso che apre sul frutto rosso maturo per poi arricchirsi con piacevoli note di macchia mediterranea ed erbette aromatiche. Di buon corpo ha un tannino presente e vivo cui fa da contraltare la grande freschezza, per un sorso piacevole e beverino.
Meno verticalità e più morbidezza per i Nero d’Avola della zona di Vittoria, nel ragusano, altra zona interessata da Sicilia en Primeur 2022. Il Vittoria Doc Nero d’Avola “Sole e Terra” 2019 di cantina Horus apre su note di marasca, fragola e prugna. Segue una vena speziata con liquirizia in primo piano. Sorso rotondo e pieno con tannino molto vellutato.
Maggiore rotondità per il Sicilia Doc Nero d’Avola “Kudyah” 2019 di Terre di Giurfo. È il frutto surmaturo a guidare lo spettro olfattivo, condito da un tocco di cannella. La buona acidità supporta il sorso e fa da contraltare al corpo pieno ed al tannino.
IL FRAPPATO
Se nel ragusano il Nero d’Avola si esprime con pienezza e rotondità è il Frappato a regalare una bevuta più semplice, agile e moderna. Estremamente godibile il Vittoria Doc Frappato “Belsito” 2020 di Terre di Giurfo. Ciliegia, ribes, mirtillo, un tocco di geranio. Il tannino c’è ma è bilanciato dalla viva freschezza.
Il Vittoria Doc Frappato “Sole e Terra” 2020 di Horus si presenta rosso rubino intenso. Fresco già alla vista. Frutti di bosco, geranio ed un tocco di pepe. Morbido e giustamente tannico regala un sorso gradevole, giovane e scorrevole.
CERASUOLO DI VITTORIA
Dall’unione di Nero d’Avola e Frappato nasce il Cerasuolo di Vittoria, unica Docg Siciliana che non poteva mancare all’appello di Sicilia en Primeur 2022. Il Cerasuolo di Vittoria Docg “Maskaria” di Terre di Giurfo tra il nome proprio da dall’utilizzo dei die due vitigni autoctoni che si “mascherano” vicendevolmente lavorando in modo sinergico.
Ne risulta un vino dal colore rosso rubino molto intenso che apre al naso su note di mora, lampone, ciliegia molto matura. Seguono un piacevole sentore erbaceo ed un tocco di spezie scure. In bocca è scorrevole eppur pieno. Il tannino, vellutato, è supportato da una piacevole freschezza.
Parla la stessa lingua il Cerasuolo di Vittoria Docg “Pittore contadino” 2018 di Horus. L’etichetta è un omaggio a Francesco Giombarresi, pittore di Comiso (RG) famoso per i suoi dipinti della dimensione di un francobollo. Nota speziata più marcata, cacao e liquirizia. Caldo al palato mantiene una piacevole bevibilità.
IL GRILLO
Anche la bacca bianca autoctona più rappresentativa racconta una storia che attraversa il territorio, nell’ambito del tour di Sicilia en Primeur 2022. Se ad est, verso Noto, i vini sono più pieni ed aromatici a ovest, verso Vittoria, i vini si fanno più freschi e diretti.
Il Sicilia Doc Grillo “Olli” di Feudo Maccari è pieno al naso. Fiori e frutta bianca in evidenza. Scorrevole e beverino al palato. Il Sicilia Doc Grillo “Family and Friends”, sempre di Feudo Maccari, ha una maggiore rotondità data la passaggio in legno.
Il Sicilia Doc “Azisa” 2021 di Zisola si completa con 15% di Catarratto. Naso simile ad “Olli” ha in più una nota calcarea ed una maggiore sapidità al palato data dai terreni dell’azienda. Il Sicilia Doc Grillo “Sole e Terra” di Horus ed il Sicilia Doc Grillo “Suliccenti” di Terre di Giurfo risultano invece più semplici e diretti al naso. Più erbacei e meno fruttati con una maggiore vena citrica al sorso.
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Confermato Andrea Rossi nel ruolo di Presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano. A nominarlo il CdA del Consorzio, eletto dall’assemblea lo scorso 26 maggio, che si è riunito nella serata di mercoledì 1 giugno. Il Consiglio ha voluto confermare anche i due Vicepresidenti, Susanna Crociani (Azienda Crociani) e Luca Tiberini (Azienda Tiberini).
«Una conferma che è anche un rinnovamento della fiducia che i nostri produttori ci hanno dato tre anni fa quando siamo stati nominati per la prima volta – commenta il Presidente Rossi – per dare vita ad un percorso che ha visto fin da subito le aziende associate lavorare per un ricompattamento all’interno del Consorzio con un obiettivo comune che era quello dello sviluppo della denominazione e una visione univoca dei progetti da mettere in campo».
Andrea Rossi, classe 1971, è stato eletto presidente come membro della Vecchia Cantina, alla guida della quale è stato da poco riconfermato. Diplomato al Liceo Classico “A. Poliziano” di Montepulciano si è poi laureato in Scienze Economiche e Bancarie all’Università degli studi di Siena.
Da sempre al fianco della famiglia nell’azienda agricola socia di Vecchia Cantina da oltre trent’anni. Rossi può vantare una lunga esperienza sia politica che come amministratore locale. Da giugno 1999 al 2011 viene infatti scelto dall’allora Sindaco del Comune di Montepulciano, Piero Di Betto, come assessore alla partecipazione, associazionismo e sport.
ANDREA ROSSI: DA SINDACO A PRESIDENTE DEL CONSORZIO DEL VINO NOBILE
Nel 2009 e nel 2014 è stato eletto sindaco del Comune di Montepulciano, carica che ha ricoperto fino al 2019. E’ della sua legislatura la nascita del cosiddetto “Sistema Montepulciano“, un modello di governance basato sul coordinamento congiunto delle principali forze economiche e attrattive della città in un progetto di promozione premiato in Italia e nel mondo.
Il Consiglio di Amministrazione. Il Consiglio di Amministrazione del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, oltre che dal Presidente Andrea Rossi (Vecchia Cantina), dai Vicepresidenti Susanna Crociani e Luca Tiberini, è composto dai consiglieri eletti dall’assemblea lo scorso 26 maggio: Luca De Ferrari (Boscarelli), Pietro Riccobono (Tenuta Trerose – Bertani Domains), Francesco Carletti (Poliziano).
E ancora: Antonio Donato (Tenute del Cerro), Luigi Frangiosa (La Ciarliana). Per Vecchia Cantina di Montepulciano sono stati eletti nel CdA oltre al Presidente, Ilaria Chiasserini, Andrea Ciolfi, Rino Fontana e Filippo Neri.
Il Collegio sindacale è composto dal presidente Roberta Coveri e dai Componenti Giordano Pratellesi e Matteo Giustiniani. La Giunta Esecutiva è composta dal Presidente e Vicepresidenti affiancati da Luca De Ferrari e Antonio Donato. Attribuite anche le Presidenze delle Commissioni: a Ilaria Chiasserini la Commissione Sostenibilità; a Susanna Crociani la Commissione Promozione; a Luca Tiberini la Commissione Qualità.
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«L’intera filiera brassicola conferma la preoccupazione già anticipata nei mesi scorsi per i rincari delle materie prime e delle utility, una vera tempesta dei costi che intacca la redditività delle imprese e rischia di comprometterne la crescita». Ad affermarlo è Alfredo Pratolongo, presidente di AssoBirra, l’associazione di Confindustria rappresentativa del comparto della birra e del malto in Italia.
Nel 2021 il settore birrario ha sofferto ulteriori mesi di chiusure che hanno prolungato la crisi del comparto, ma poi nel corso dell’anno è riuscito a recuperare i volumi persi nel 2020.
Questo intervento estemporaneo non è sufficiente per recuperare le perdite subìte nel periodo pandemico e innestare un nuovo percorso di crescita, soprattutto in un momento di rincari generalizzati e diffusi come quello che stiamo vivendo.
Occorre prendere delle decisioni di lungo periodo che consentano alle imprese di tornare a investire sul proprio business e dunque a generare ricchezza per il Paese».
«Nel concreto – conclude il presidente di Assobirra – Governo e Parlamento devono continuare a intervenire sulla pressione fiscale, rendendo strutturali la diminuzioni richieste. Il mondo birrario vuole e può giocare un ruolo centrale per l’economia italiana ma può farlo solo se adeguatamente supportato dalle Istituzioni con le quali come AssoBirra continueremo sempre a mantenere un dialogo costruttivo».
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L’Agenzia delle Entrate ha emanato le norme applicative del credito d’imposta per il potenziamento degli e-commerce del vino e dei prodotti dell’agroalimentare italiano. Sarà finanziabile il 40% degli investimenti, nel limite di 25 mila o 50 mila euro, a seconda della tipologia d’impresa.
Le novità consistono nell’ammissione delle «imprese agricole e agroalimentari, anche costituite in forma cooperativa o riunite in Consorzi o aderenti ai disciplinari delle “Strade del vino”». La misura è destinata a «favorire la creazione di depositi fiscali virtuali nei Paesi esteri e la stipula di accordi con gli spedizionieri doganali, anche ai fini dell’assolvimento degli oneri fiscali».
«In sostanza – spiega a winemag.it la promotrice del provvedimento Maria Spena, deputata di Forza Italia e vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera – si favoriscono le aggregazioni di piccoli produttori che potranno vendere on-line».
Come? tramite un organismo da essi stessi costituito, usufruendo di un credito d’imposta a copertura delle spese per le dotazioni tecnologiche, i software, la progettazione e l’implementazione dei siti e per le attività e i progetti legati all’incremento delle esportazioni».
CREDITO D’IMPOSTA PER VINO E AGROALIMENTARE
La misura è di particolare rilievo per i produttori di vino, che potranno così affrontare i problemi legati alle incombenze fiscali e doganali, senza dover ricorrere a intermediazioni onerose.
«Gli operatori del turismo gastronomico, dell’enoturismo e dell’oleoturismo – continua Spena – hanno uno strumento in più per incrementare la diffusione, soprattutto internazionale, dei propri prodotti e far sventolare la bandiera del Made in Italy in tutto il mondo».
Nella Legge di Bilancio 2021 era stato approvato un emendamento di Spena destinato a migliorare le potenzialità di vendita a distanza dei prodotti del Made in Italy agroalimentare, in particolare verso i mercati esteri, mediante la costituzione di un Fondo dotato di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021-2023.
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Quarantasette anni, agronomo, Davide Frascari è il nuovo presidente di Enoteca Regionale Emilia Romagna. «Un riconoscimento che voglio vivere con grande senso di responsabilità – sono le sue prime parole -. Lo stesso che sento come agricoltore custode della mia terra e come cooperatore che ha responsabilità verso i propri soci».
Stefano Perini (Cantine 4 Valli di Piacenza) e Mauro Sirri (Celli di Bertinoro – Fc) sono i due vicepresidenti. Frascari è stato presidente dal 2005 della Cantina sociale di Arceto, fusasi nel 2014 con altre realtà del territorio per dare origine a Emiliawine (726 soci viticoltori in provincia di Reggio Emilia). Una coop della quale ha mantenuto il massimo incarico.
Gli altri membri del Cda che condurranno l’Enoteca Regionale per il prossimo quadriennio sono: Benassai Barbara di Union Camere Emilia-Romagna, Bertolani Andrea della Bertolani Alfredo di Scandiano (Re), Bigucci Davide di Podere Vecciano di Coriano (Rn), Biondi Claudio del Consorzio Tutela Lambrusco Doc, Bordini Francesco di Villa Papiano di Modigliana (Fc).
IL NUOVO CDA DI ENOTECA EMILIA ROMAGNA
E ancora: Capelli Antonio del Consorzio Vini Colli Bolognesi, Deserti Luca della Coop. Giulio Bellini di Filo di Argenta (Fe), Galassi Paolo di Due Tigli di Forlì (Fc), Giardini Mauro di Villa Venti di Roncofreddo (Fc), Paltrinieri Alberto della Cantina Paltrinieri di Sorbara (Mo), Perini Stefano delle Cantine 4 Valli di Piacenza, Sirri Mauro dell’azienda Celli di Bertinoro (Fc).
«Vorrei aprire una stagione di racconto – commenta ancora il neo eletto presidente di Enoteca Emilia Romagna, Davide Frascari – che parta dalla campagna e dal paesaggio e porti la nostra cultura nel mondo, siamo una regione con territori straordinari e per tanti ancora da conoscere».
«Mi auguro – conclude – che il nostro lavoro sia un’opportunità per una filiera economica che ha radici salde e migliaia di famiglie al lavoro nelle vigne. Vorrei dare voce a tutti loro, a privati e cooperative, in un gioco di squadra e di ruoli in cui ognuno con le proprie competenze e storie possa regalarci futuro».
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Albino Armani resta alla guida del Consorzio Tutela Vini Doc delle Venezie, la più estesa denominazione sul territorio nazionale. La rielezione è avvenuta ieri all’unanimità, nel corso della riunione del Consiglio di Amministrazione. Armani sarà affiancato dai vicepresidenti Claudio Venturin (Veneto) e Flavio Bellomo (Friuli Venezia Giulia).
«Il nuovo CdA – commenta Albino Armani – intende continuare questo eccezionale percorso di crescita e sarà capace di aprire nuovi e importanti capitoli nella storia della nostra Doc. I prossimi anni ci riserveranno sfide sempre più impegnative e dovremo lavorare tutti assieme con l’unico obiettivo di consolidare una realtà economica unica a livello mondiale».
Diversi gli obiettivi del nuovo mandato: «Continuare a condividere misure di gestione coordinata del potenziale produttivo del Pinot grigio del Nordest – rivela Albino Armani – che mantengano in equilibrio l’offerta e ne garantiscano la tenuta del valore economico. E assicurare, al contempo, un giusto riconoscimento all’impegno profuso da tutta la filiera».
Il rieletto presidente del Consorzio Tutela Vini Doc delle Venezie cita poi «sostenibilità e rafforzamento della promozione, impegnandoci in primo luogo a migliorare il posizionamento e il percepito della Doc, sia nel mercato domestico sia in quello internazionale».
I CONGILIERI DEL CONSORZIO VINI DOC DELLE VENEZIE
Albino Armani torna dunque a presiedere un tavolo composto da 21 Consiglieri in rappresentanza delle tre regione del Nordest. Per il Trentino Lorenzo Libera (Cantina di Avio e Cavit), Pietro Patton (Cantina di La Vis e Valle di Cembra), Luca Rigotti (Mezzacorona), Albino Armani (Albino Armani Viticoltori dal 1607), Goffredo Pasolli (vinicola Lechthaler) e Daniele Simoni (Schenk Italia).
Per il Veneto Claudio Venturin (Cantina Produttori Piave Sile), Dario Toffoli (Ormelle), Corrado Giacomini (Vi.V.O. Cantine), Andrea Paladin (Paladin Giovanni), Christian Scrinzi (Gruppo Italiano Vini), Alberto Marchisio (Cantine Vitevis), Wolfgang Raifer (Cantina di Soave), Luigi Bersano (MGM), Giorgio Pizzolo (Enoitalia), Massimo Marasso (Fratelli Martini).
Per il Friuli Venezia Giulia Angela Bortoluzzi (Soc. Agr. Borgo Tintor), Michelangelo Tombacco (I Magredi), Antonio Zuliani (Cantina di Rauscedo), Flavio Bellomo (Viticoltori Friulani La Delizia) e Sandro Sartor (Ruffino).
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FOTONOTIZIA – Terre d’Oltrepò annuncia la nomina ufficiale del nuovo Direttore Generale Corrado Gallo. Enologo di formazione, dal 2008 ad oggi è stato Direttore della cantina di Roverè della Luna, in Trentino, cooperativa da 270 soci conferitori che produce, tra l’altro, spumanti metodo classico Trento Doc.
Oltre a Corrado Gallo, il nuovo presidente di Terre d’Oltrepò, Enrico Bardone, annuncia l’inserimento nell’organico del nuovo Responsabile di Stabilimento della Cantina di Broni.
Si tratta di Giacomo Barbero, enologo con una lunga esperienza in Oltrepò Pavese. È stato infatti direttore tecnico per oltre 20 anni delle Cantine Conte Carlo Giorgi di Vistarino e in altre Cantine cooperative della zona.
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Cambio della guardia ai vertici del Consorzio Alta Langa: la nuova presidente è Mariacristina Castelletta (Tosti 1820). Ad affiancarla come vicepresidente, in continuità con gli anni precedenti, sarà Giovanni Carlo Bussi, viticoltore di San Marzano Oliveto. Castelletta succede a Giulio Bava, che ha guidato la compagine per tre mandati consecutivi tra il 2013 e il 2022.
Presidente e vice sono stati eletti dal Consiglio di Amministrazione dell’ente, scelto a sua volta nell’Assemblea dei Soci della scorsa settimana. Oggi, nel Cda guidato da Castelletta e Bussi, siedono: Piero Bagnasco (Fontanafredda), Giulio Bava (Giulio Cocchi), Umberto Bera (Bera).
E ancora: Domenico Conta (Enrico Serafino), Sergio Germano (Ettore Germano), Antonio Massucco (Banfi), Alessandro Picchi (Fratelli Gancia), Giacinto Balbo (viticoltore di Bubbio e Cassinasco), Luciano Ferrero (viticoltore di Mango), Gianpaolo Menotti (viticoltore di Castel Rocchero).
Da otto anni nel Consiglio di Amministrazione del Consorzio Alta Langa, Mariacristina Castelletta si occupa del marketing dell’azienda di famiglia, Tosti1820, e fa parte anche del Consiglio di Amministrazione del Consorzio del Vermouth di Torino.
I miei prossimi tre anni alla guida del Consorzio saranno all’insegna della continuità con ciò che è stato fatto finora. L’obiettivo è quello di proseguire nel percorso di crescita della denominazione, sia in termini di autorevolezza che di numeri», dice la neoeletta presidente.
«La denominazione Alta Langa Docg – aggiunge Mariacristina Castelletta – sta crescendo e lo sta facendo bene. Più di 50 produttori oggi fanno parte del Consorzio, le cuvée prodotte sono complessivamente 90. Costante la base agricola, composta da circa 90 viticoltori. Il vigneto si estende adesso per 377 ettari (175 in provincia di Cuneo, 164 in provincia di Asti, 38 in provincia di Alessandria) e dalla vendemmia 2021 abbiamo avuto 3 milioni di bottiglie».
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ProWein 2022 chiude oggi la sua terza giornata con un bilancio di 38 mila visitatori provenienti da 145 Paesi. Lo comunica Messe Düsseldorf GmbH, nel sottolineare che la fiera «è l’evento centrale del settore e la piattaforma commerciale internazionale per eccellenza».
«A causa del picco di Covid nel primo trimestre dell’anno, abbiamo dovuto posticipare tutte le nostre fiere primaverili a maggio e giugno e/o annullarle completamente, come nel caso dello stivale», spiega il direttore generale Erhard Wienkamp. I visitatori erano stati 60 mila nel 2018 e 61.500 da 142 Paesi nel 2019, anno del record e ultima edizione andata in scena, prima della pandemia.
«A questo punto vorremmo ringraziare esplicitamente i nostri espositori e visitatori per aver approvato il rinvio a maggio e per aver sostenuto la ProWein! Ovviamente, il loro impegno è stato ripagato, perché gli espositori ci hanno riferito di numerosi affari conclusi durante la Fiera».
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FOTONOTIZIA – Cinquecentonovanta Cantine Aperte in 19 regioni. Il Movimento Turismo del Vino si prepara a celebrare la 30a edizione della kermesse. Tante le iniziative in programma sabato 28 e domenica 29 giugno, da Nord a Sud Italia.
Dalla montagna al mare, dal lago alla collina, gli enoturisti potranno essere protagonisti di passeggiare tra le vigne a piedi, in bici o a cavallo. Un’edizione, quella numero 30 di Cantine Aperte, che vedrà come sempre al centro il vino italiano, tra musica, prodotti tipici, picnic e suggestive cene al tramonto. Il programma completo delle iniziative è sul sito del Movimento Turismo del Vino.
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FOTONOTIZIA – Si terrà al Palazzo della Gran Guardia di Verona, domenica 19 e lunedì 20 giugno 2022, Amarone Opera Prima. Si tratta del riposizionamento di Anteprima Amarone, evento con cadenza annuale organizzato e promosso dal Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella.
La manifestazione, giunta nel 2020 alla 17esima edizione, è considerata la punta di diamante nel calendario della denominazione veronese. Vede infatti come protagonista esclusivo il “Grande Rosso della Valpolicella”.
La kermesse era in programma al Palazzo della Gran Guardia di Verona il 4 e 5 febbraio scorsi, ma è stata a sua volta posticipata a giugno. Lo slittamento è stato comunicato dal Consorzio a gennaio 2022. Oggi l’annuncio delle nuove date e del “restyling”. I dettagli dell’evento saranno comunicati dagli organizzatori nelle prossime ore.
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Il Gruppo Campari ha annunciato l’accordo con Diageo per l’acquisizione del marchio Picon e delle relative attività. Un’operazione da circa 119 milioni di euro. Inventato nel 1837 da Gaétan Picon, Picon è un tradizionale aperitivo agrodolce francese, leader di mercato, con un esclusivo sapore di arancia.
Prodotto con una base di erbe e arance fresche essiccate, è attualmente disponibile in due versioni. “Amer Picon Club”, un liquore a base di arancia dal sapore agrodolce da miscelare con vino e cocktail; e Amer Picon Bière, da miscelare con la birra.
Per l’anno fiscale conclusosi il 30 giugno 2021, il marchio ha realizzato un fatturato netto di 21,5 milioni di euro e un CAAP di 12,9 milioni di euro. Il marchio realizza quasi l’80% delle vendite in Francia, dove detiene una posizione di leadership nella categoria degli aperitivi amari.
OPERAZIONE STRATEGICA IN FRANCIA PER CAMPARI
Le vendite restanti sono generate principalmente nei mercati del Benelux. Con l’acquisizione del marchio Picon, il Gruppo Campari mira ad ampliare ulteriormente la propria offerta di marchi nella categoria principale degli aperitivi amari nei mercati internazionali e ad aumentare la propria massa critica in Francia e Benelux.
Più in generale, l’acquisitizione di Picon consente al Gruppo Campari di rafforzare la posizione del Gruppo in un mercato strategico come quello della Francia, dopo le acquisizioni dei rum francesi Trois Rivières e La Mauny (2019) e dello Champagne Lallier (2020).
La Francia è entrata a far parte della rete di distribuzione diretta del Gruppo Campari in seguito all’acquisizione del distributore locale Baron Philippe de Rothschild France Distribution S.A.S. nel 2020. Attualmente è il quarto mercato più grande del Gruppo e rappresenta il 5,9% delle vendite nette del Gruppo nell’intero anno 2021.
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È nato “Vigneto Toscana“. Porta la firma di Coldiretti Toscana la nuova associazione che si occupa di «costruire progetti di promozione e di sviluppo delle produzioni vitivinicole territoriali, certificate e non, legate alle singole specificità dei territori».
«Un progetto che non si contrappone assolutamente al lavoro importante, strategico, indispensabile dei Consorzi di Tutela ma, al contrario, li affianca», ha sottolineato Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana che assume la guida del nuovo organismo.
Del consiglio direttivo fanno parte Lidia Castellucci, Andrea Elmi, Fabrizio Bondielli, Raffaello Lunardi, Letizia Cesani, Giuseppe Mantellassi, Sabrina Biagi, Flavio Rabitti, David Ballini. Un Cda, dunque, composto da un imprenditore vitivinicolo in rappresentanza di ogni provincia toscana.
«Spirito di collegialità», alla base di Vigneto Toscana, che ha mosso i primi passi in occasione dell’assemblea che si è tenuta ieri, venerdì 13 maggio a Firenze. «La presenza di un imprenditore vitivinicolo per ciascuna provincia è un pilastro dello statuto è un segnale chiaro, forte ed incontrovertibile della filosofia di questo nuovo soggetto», ha spiegato il Presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi, che rivestirà inizialmente il ruolo di presidente del nuovo ente.
Vigneto Toscana nasce all’interno della nostra organizzazione. Coldiretti vuole dare voce ai territori vitivinicoli della nostra regione offrendo uno strumento per conoscersi e promuoversi. All’interno di Vigneto Toscana ci sono le grandi produzioni ma anche le piccole etichette eroiche».
PRIMA RIUNIONE DEL CDA DI VIGNETO TOSCANA
Al primo consiglio direttivo, presidiato dal Presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi e coordinato dal Direttore regionale, Angelo Corsetti, hanno partecipato in qualità di relatori esterni il Presidente della Consulta Vino di Coldiretti e Presidente Coldiretti Sicilia, Francesco Ferreri; il responsabile nazionale settore vitivinicolo di Coldiretti, Domenico Bosco.
E ancora: il dirigente della Regione Toscana, Gennaro Giliberti; la direttrice del Consorzio Vino Chianti Classico, Carlotta Gori; la coordinatrice del Consorzio Vernaccia San Gimignano, Sara Grazzini; il Presidente del Consorzio Nobile di Montepulciano, Andrea Rossi; il Presidente del Consorzio Vino Toscana, Cesare Cecchi.
In occasione della prima assemblea di Vigneto Toscana, Coldiretti ha presentato il rapporto sulla «guerra in cantina», secondo cui i costi di produzione sono aumentati mediamente del 35%, pesando sui bilanci delle imprese per circa 100 milioni di euro con una incidenza maggiore per i vitigni situati in terreni marginali o difficili.
COLDIRETTI: «I DATI DELLA GUERRA IN CANTINA»
Gli incrementi in termini assoluti per le imprese del vino sono in media di 6.886 euro secondo l’analisi Coldiretti su dati Crea. Una bottiglia di vetro costa più del 30% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali.
Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%, secondo l’analisi Coldiretti. «Ma i prezzi degli ordini cambiano – aggiunge Coldiretti Toscana – ormai di settimana in settimana, rendendo peraltro impossibile una normale programmazione economica nei costi aziendali»
Problemi anche per l’acquisto di macchinari, soprattutto quelli in acciaio, prevalenti nelle cantine, per i quali è diventato impossibile persino avere dei preventivi. Rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%.
In generale, secondo il global index Freightos, importante indice nel mercato delle spedizioni, l’attuale quotazione di un container è pari a 9.700 dollari contro 1.400 dollari di un anno fa.
«Il settore – ha sottolineato Filippi – è uscito meglio di altri dalla lunga emergenza sanitaria, altra cosa sono invece le conseguenze del conflitto sui costi di produzione delle aziende del settore che per gli effetti sulle vendite, sullo straripante fenomeno speculativo che ha fatto lievitare tutti i prezzi, dai tappi di sughero al vetro, dalle etichette ai cartoni di imballaggio, dal trasporto ai container e noli marittimi».
A preoccuparci sono «le prospettive di un conflitto sul medio lungo periodo destinato a penalizzare le esportazioni non solo verso i paesi direttamente coinvolti, come Russia per via dell’embargo e delle sanzioni, e Ucraina, ma dell’intera area».
LA VITICOLTURA TOSCANA IN SINTESI
Numero aziende
12.700
Superficie media azienda
4,7 (ha)
Denominazioni
52 DOP (11 DOCG e 41 DOC) e 6 IGT
Superficie complessive a vigneto iscritta ad inventario
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Sarà Giulitta Zamperini a guidare per i prossimi tre anni il Consorzio del Vino Orcia. La giovane imprenditrice vinicola, già vicepresidente nei due precedenti mandati, è stata nominata presidente del Consorzio dal nuovo consiglio di amministrazione.
Tra i progetti a lungo termine del mandato, l’avvio del percorso da Orcia Doc a Orcia Docg. Già avviata dalla precedente amministrazione la procedura di introduzione della parola “Toscana” sull’etichetta della Doc, «per potenziare la riconoscibilità nei mercati esteri».
Accanto a Giulitta Zamperini, l’ex presidente del Consorzio, Donatella Cinelli Colombini e il già vicepresidente Roberto Terzuoli. Classe 1990, nata a Siena, ma cresciuta a San Quirico d’Orcia, la nuova presidente del Consorzio della Doc Orcia è perito chimico con diploma conseguito all’Itis Sarrocchi di Siena.
GIULITTA ZAMPERINI (POGGIO GRANDE) NUOVA PRESIDENTE DELL’ORCIA DOC
L’amore per la terra e per il vino arrivano dal padre, Luca, che ha fondato l’azienda Poggio Grande nel 1999. Nel 2011 Giulitta Zamperini è stata tra i fondatori della delegazione Onav Siena della quale tutt’oggi fa parte.
«Ho deciso, seppur con un po’ di timore, di rendermi disponibile a questo passaggio di testimone. Assumo questo incarico per portare avanti insieme al Consiglio gli importanti obiettivi per la crescita della Denominazione, contando sulla continuità dell’ottimo lavoro svolto sino a oggi», sono le prime parole della neo presidente Giulitta Zamperini.
Tra i principali obiettivi illustrati dalla nuova presidente del Consorzio, anche quello della salvaguardia del paesaggio agricolo. Un elemento «che crea valore economico e dove si registrano ogni anno, in media circa 1,4 milioni di presenze turistiche, con un milione di escursionisti».
ORCIA DOC: TUTELA DEL PAESAGGIO AGRICOLO TRA GLI OBIETTIVI
«Siamo stati i primi a coniare il termine “Il vino più bello del mondo” – prosegue Giulitta Zamperini – e occorrerà quindi rafforzare e consolidare il rapporto tra vino, paesaggio ed enoturismo».
Perché essere parte di una Doc che si estende all’interno di un sito Unesco è un onore, quanto un onere, che non può prescindere da un’attenta programmazione delle attività pianificate nel tempo».
Il Consiglio di Amministrazione del Consorzio del Vino Orcia, oltre che dal presidente Giulitta Zamperini e dai vicepresidenti Donatella Cinelli Colombini e Roberto Terzuoli, è composto da Elena Salviucci, Giovanna Santi, Gabriella Giannetti, Antonio Rovito, Pasquale Forte, Luca Mastrojanni, Giuseppe Basta, Angelo Capitoni. Nel ruolo di Segretario del Consorzio di tutela è stato confermato Andrea Giorgi.
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Testimonial d’eccezione per la Sicilia a Beviamoci Sud 2022. Assovini Sicilia ha affidato all’unico Master of Wine italiano, Gabriele Gorelli, la conduzione di due masterclass al Festival sui grandi vini del Sud Italia, in programma il 14 e 15 maggio all’Hotel Villa Pamphili.
Calici alla mano, Gorelli parlerà del “Variegato universo dei bianchi nelle terre dell’Ovest siciliano” e di “Cinque sfumature di rosso nella Sicilia orientale”.
«La Sicilia – commenta Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia – è portavoce di una realtà vitivinicola importante e unica. Un contenitore di biodiversità, dai diversi terroir ai vitigni autoctoni. L’Isola si contraddistingue sempre di più per la sua offerta ampia, generosa e di qualità. Un mosaico estremamente affascinante e competitivo».
DUE MASTERCLASS SULLA SICILIA A BEVIAMOCI SUD 2022
Dai rossi dell’Est ai bianchi dell’Ovest, Gabriele Gorelli, racconterà la complessità e varietà enoica dell’Isola in due seminari rivolti alla stampa. «Sono particolarmente contento di essere ambasciatore di quella che oggi è probabilmente la regione italiana che ha più possibilità e potenzialità di racconto», commenta il Master of wine.
È così frammentata e, allo stesso tempo, è diventata sempre più contemporanea nei confronti dei mercati e soprattutto dei consumatori più giovani. Avere questa opportunità, per me, è particolarmente significativo».
Le aziende Assovini Sicilia partecipanti saranno Barone di Villagrande, Baglio del Cristo di Campobello, Cantine Nicosia, Donnafugata, Gorghi Tondi, Masseria del Feudo, Rapitalà, Tasca d’Almerita, Tenuta Santo Spirito, Terra Costantino, Tenute Bosco, Torre Mora, Valle dell’Acate, Zisola-Feudo Mazzei.
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Ha preso il via oggi e durerà fino al 14 maggio, a Vila Real, in Portogallo, il 7° Congresso Internazionale sulla Viticoltura di Montagna e a Forte Pendenza. Appuntamento a cui partecipano più di 100 iscritti provenienti da 11 nazioni, con 76 lavori scientifici.
Tra gli organizzatori anche il Cervim, insieme all’Università del Tras-os-Montes e Alto Douro di Vila Real, all’Associazione per lo Sviluppo della Viticoltura del Douro (ADVID), alla Facoltà di Scienze e di Enologia e Viticoltura dell’Università di Porto. Congresso che segue quello del 2018 a La Laguna – Tenerife (Spagna), mentre nel 2020 non si è svolto a causa dell’emergenza pandemia.
Quattro le sessioni in cui gli esperti, docenti e viticoltori eroici si confronteranno. Mantenere la sostenibilità e il paesaggio nei vigneti in forte pendenza; Vigneti di montagna e di forte pendenza: pratiche agronomiche attraverso le nuove tecnologie; Fattori di qualità per i “vini”; I vigneti di montagna e di forte pendenza: persone, storia, economia e cultura).
«Confidiamo che i ricercatori possano fornire elementi tecnico-scientifici non solo per la risoluzione di problematiche connesse alla realizzazione ed alla gestione dei vigneti nei contesti estremi – sottolinea Roberto Gaudio, a Porto in rappresentanza del Cda del Cervim – ma anche elementi distintivi a sostegno delle istanze che verranno presentate sia a livello europeo sia a livello di vari stati per ottenere anche specifici riconoscimenti».
Significativa è la location del Congresso, nella Valle del Douro, una delle regioni vinicole più antiche del mondo e patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco. Si produce il pregiato vino Porto, realizzato esclusivamente con le uve dei vigneti del Douro.
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Consolidare e ad affermare il posizionamento nell’Horeca come denominazione Premium, attraverso vini di qualità sempre più espressivi del territorio, e promuovere l’area come destinazione turistica. Questi gli obiettivi per il futuro del Consorzio di Tutela del Morellino di Scansano Docg.
«La denominazione – spiega il presidente Bernardo Guicciardini Calamai (nella foto) – ha le carte in regola per giocare nei prossimi anni un ruolo da protagonista nel panorama enologico italiano. Nonostante la crisi pandemica, abbiamo registrato una buona performance economica grazie ad un posizionamento strategico nel canale della Gdo».
Questo ci ha permesso di dare seguito ad un percorso di crescita graduale e costante. Oggi stiamo lavorando per rafforzare e consolidare il nostro posizionamento anche nel canale Horeca, in Italia e all’estero, con vini caratterizzati sempre più dalle sfumature peculiari di questo straordinario territorio».
Il Consorzio di Tutela del Morellino di Scansano ha poi firmato un accordo di collaborazione con l’Università di Pisa. Lo studio che sarà condotto dai professori Claudio D’Onofrio, Fabio Mencarelli e dal ricercatore Giovanni Caruso del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali della facoltà di Agraria, si concentrerà sulle caratteristiche pedoclimatiche dell’area e sull’interazione tra il Sangiovese e i contesti produttivi della denominazione.
MORELLINO DI SCANSANO, PRIMA DENOMINAZIONE “EV FRIENDLY”
L’obiettivo, spiega il Consorzio, è quello di tradurlo «in pratiche di viticoltura di precisione, in grado di esaltare sempre di più questo patrimonio di tipicità nella produzione delle uve e farne percepire la loro specifiche sfumature territoriali nelle differenti interpretazioni del Sangiovese di Maremma». Un’iniziativa collaterale al percorso di certificazione di sostenibilità Equalitas.
«Per noi il Morellino è un’eccellenza della Maremma – commenta il direttore Alessio Durazzi – che deve diventare una leva strategica per attrarre l’attenzione sul territorio, come destinazione turistica. L’obiettivo è quello di diventare una delle mete più interessanti e sviluppare economia e benessere in tutti i periodi dell’anno».
Il Morellino di Scansano è stata tra le prime denominazioni a favorire la fruibilità del territorio in maniera sostenibile, grazie al progetto Morellino Green, che l’ha resa tra le prime Docg “EV friendly” in Italia. Presto questa possibilità sarà estesa anche ai possessori di eBike, con l’istallazione di specifiche stazioni di ricarica che accresceranno così le possibilità di esplorare questo territorio incontaminato.
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Francesco Liantonio è stato rieletto presidente del Consorzio di tutela vini Doc Castel del Monte. Lo ha deciso l’assemblea dell’ente pugliese, riunitasi lo scorso 9 maggio. Viticoltori, produttori e imbottigliatori del territorio della “Puglia Sveva”, custodi della Doc Castel del Monte e delle tre Docg Castel del Monte Bombino Nero, Castel del Monte Rosso Riserva e Castel del Monte Nero di Troia Riserva, hanno scelto la via della continuità.
Accanto a Francesco Liantonio, il vicepresidente Sebastiano de Corato. Il nuovo Consiglio di Amministrazione è composto da altri sette membri: Onofrio Spagnoletti Zeuli, Luigi Calvi, Sebastiano Spagnoletti Zeuli, Alessandra Tedone, Luigi Lenoci, Sebastiano Marinelli e Domenico Camerino.
«CASTEL DEL MONTE, DENOMINAZIONE SOSTENIBILE»
«Insieme al vicepresidente e ai membri di questo nuovo Consiglio – commenta Francesco Liantonio – continueremo a portare avanti il progetto di denominazione sostenibile a cui lavoriamo da qualche anno, operando scelte sempre più rispettose nei confronti della nostra terra e di chi la popola».
«Nel prossimo triennio – ha aggiunto il rieletto presidente del Consorzio di tutela vini Doc Castel del Monte – agiremo per garantire alle nostre imprese crescita e maggior sviluppo. Inoltre, daremo il via a numerose attività di promozione e comunicazione, sperando di tornare al più presto a presentare i nostri vini all’interno di eventi e fiere, vetrine nazionali e internazionali che tanto ci sono mancate in questi anni di pandemia».
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«Cocktail, birra, sake e infusioni a freddo con erbe sono nuovi modelli di business». Anche nei ristoranti stellati. A sostenerlo è lo chef Davide Oldani del ristorante D’O di Cornaredo (MI). Lo scorso 9 maggio, durante il talk ideato e promosso da Engine Gin a Milano Mixology Experience, Oldani ha sondato il terreno degli abbinamenti alternativi al classico “cibo-vino”.
A differenza di 15 anni fa – ha evidenziato – il mondo dei cocktail fa ormai parte inclusiva anche del fine dining. Soprattutto nel dopo pandemia, gli ospiti sono sempre più alla ricerca di un un’esperienza relativa non più solo al cibo, al vino o al cocktail».
«La tipologia di cucina moderna che ha preso piede in tutto il mondo – continua lo chef – è quella con più portate e più possibilità di degustazioni. E come abbinamento di un grande menu è naturale pensare al vino, perché è insito nella nostra cultura, ma è altrettanto bello spaziare con altre proposte come i cocktail, la birra, il sake o le infusioni a freddo con erbe».
DAVIDE OLDANI SUL PALCO DELLA MILANO MIXOLOGY EXPERIENCE
«Dalla cucina alla sala, al bar – ha aggiunto Davide Oldani – assistiamo all’introduzione di nuovi elementi che ci portano a intraprendere nuove strade e ad abbracciare nuovi modelli di business».
Dello stesso avviso Paolo Dalla Mora, Ceo di Engine, distilled gin (42% vol.) creato in modo artigianale dai maestri distillatori in piccoli lotti e imbottigliato a mano in un piccolo laboratorio dell’Alta Langa. La sua formula, legata alla cultura italiana e piemontese, rende omaggio alla tradizione dei rosoli e dei cordiali a base di salvia e limone. Tutti ingredienti biologici.
«È importante – ha sottolineato Dalla Mora – che oggi si faccia attenzione a temi come il cambiamento. Noi stessi dobbiamo essere parte di questa cultura e di questo cambiamento. Ci sono azioni da compiere subito, che non consentono dilazioni o ritardi. Con Engine abbiamo avviato un percorso per diventare la prima B Corp del mondo degli spirits in Italia. Un’azienda, cioè, che non mette il profitto al primo posto, ma che ama mettere il benessere dell’ecosistema attorno ad Engine al primo posto».
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