Categorie
news news ed eventi

Addio a Giovanni Poli, uomo simbolo della grappa trentina

Addio a Giovanni Poli, uomo simbolo della grappa trentina

È m0rt0 Giovanni Poli, uomo simbolo della grappa trentina. Ne dà notizia la famiglia, ricordando il pioniere della Giovanni Poli Santa Massenza con poche, ma profonde parole: «Non ci sono addii per noi, resterai sempre nei nostri cuori». Aveva 87 anni e nella propria carriera di vignaiolo e produttore di grappa del Trentino è riuscito come pochi a far parlare della Valle dei Laghi, dopo aver preso le redini dell’azienda di famiglia a Santa Massenza, in provincia di Trento.

Per Giovanni Poli, il ramiere Tullio Zadra ha costruito il suo ultimo alambicco, sistema discontinuo a bagnomaria a “colonna”. Uno strumento che lo stesso Poli ha arricchito con un particolare “duomo”, ricostruito sul modello di un antico alambicco trovato nel lago.

La forma sinuosa consente una migliore prima deflemmazione, tanto da convincere altre distillerie a riprodurre lo stesso sistema. Un Giovanni Poli, dunque, che fu pioniere e innovatore, col mestiere nelle vene.

Nel 1914 Francesco Poli aprì una distilleria e i sui tre figli seguirono l’esempio, aprendone altre tre. Fino agli anni 50, Giovanni Poli lavorò nella distilleria nella casa paterna, per poi decidere di dar vita ad una nuova distilleria a Santa Massenza. Cominciò così una carriera dedita alla ricerca della qualità, nel segno della tradizione.

Categorie
news news ed eventi

Export di vino italiano, Uiv: «Primo quadrimestre 2022 positivo»

È un quadro a luci e ombre quello che Unione italiana vini (Uiv) traccia sull’export di vino italiano, che chiude il primo quadrimestre in positivo. Volumi esportati a +1,1% (653 mln di litri) e un corrispettivo di 2,3 miliardi di euro (+12,6% il trend in valore, condizionato però dalla crescita dell’inflazione).

Secondo l’Osservatorio di Unione italiana vini (Uiv), che ha elaborato i dati rilasciati da Istat, è ancora fortissimo il traino della tipologia spumanti, i cui volumi destinati all’estero sono incrementati nel periodo di circa il 15% a fronte di un calo dell’1% dell’imbottigliato fermo e frizzante.

«Come previsto da Uiv – ha detto il segretario generale dell’Associazione del settore, Paolo Castelletti – con il mese di aprile gli ordini di vino made in Italy hanno iniziato ad accusare un primo rallentamento. Prevediamo, per i prossimi mesi, un’inversione di tendenza ancor più significativa».

Questo non aiuta certo un comparto che sta già subendo un’escalation di costi di energia, trasporti e materie prime in grado di influire mediamente per circa il 30% sul prodotto finito.

Un combinato a cui si aggiunge un incremento a fine giugno del vino in giacenza (+3,8% sul pari periodo 2021) – in particolare di Indicazioni geografiche (+7,6%) – che sta determinando speculazioni al ribasso sul fronte dei prezzi».

Secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Uiv, il mese di aprile ha segnato la prima contrazione negli ordini di quest’anno, sia in valore (-1%) che soprattutto a volume (-11%), con segni meno sia per gli spumanti (-4%) che per gli imbottigliati (-13%) e lo sfuso (-9%).

Sul fronte delle destinazioni, nel quadrimestre si allarga sempre più la forbice tra spumanti e imbottigliati fermi e frizzanti, con i primi che segnano crescite a volume in tutti i principali mercati (+6% negli Usa, +33% in Uk, +12% in Germania), e con i secondi in difficoltà negli Usa e in Germania (rispettivamente a -3% e -6%) ma in ottima salute in Canada (+15%) e Regno Unito (+7%).

Categorie
eventi news ed eventi

Calici di Stelle 2022: in alto i calici per l’Eno-Astronomia

L’Eno-Astronomia è il tema prescelto per l’edizione 2022 di Calici di Stelle. Nulla a che vedere con il vino nello spazio, argomento trattato dall’enologo Donato Lanati in occasione del 15° Forum Internazionale della Cultura del vino di Fis – Fondazione italiana sommelier.

Saranno proprio i “corpi celesti” a dettare il calendario di appuntamenti organizzati come ogni anno da Mtv – Movimento turismo del vino e dall’Associazione Città del Vino. Si parte il 29 luglio con le “Guest Star per la Serata d’Apertura”.

Protagonisti Luna, Marte e Urano che appariranno luminosi nel cielo di Calici di Stelle 2022 e regaleranno momenti suggestivi agli appassionati. Imperdibile poi la “Notte di San Lorenzo“, che il 10 agosto illuminerà i calici con una pioggia di stelle cadenti.

Nella notte del 12 agosto la “Superluna dello Storione“, che prende il nome dal momento migliore dell’anno per catturare questo pesce. Per i winelovers, un’occasione per godersi Calici di stella sotto la supervisione del satellite del pianeta Terra, tra i filari delle vigne.

Lo show di Calici di Stelle 2022 continua nelle notti del 14 e del 15 agosto, quando la Luna si allineerà rispettivamente a Saturno e poi con Giove, regalando agli enoturisti una vera e propria esperienza “stellare”. Programma completo sul sito del Movimento italiano turismo del vino e delle Città del Vino.

Categorie
Food Lifestyle & Travel

Sicilia paradiso dei wine (& food) lovers: una cantina su due ha un ristorante, una su tre un albergo

Nel 98% delle cantine associate ad Assovini Sicilia ci sono spazi per la degustazione. Il 50% ha un’attività di ristorazione all’interno della struttura e il 33% delle cantine offre anche ricettività alberghiera. È quanto emerge dall’ultimo sondaggio interno condotto dall’associazione che riunisce 90 aziende vitivinicole siciliane di piccole, medie o grandi dimensioni.

Più della metà delle cantine associate ad Assovini Siclia è in grado dunque di offrire un’esperienza a 360 gradi agli enoturisti. Non solo degustazioni, ma anche corsi di cucina, bike tour, aperitivi in vigna e cooking class. Senza dimenticare wine trekking, yoga, concerti e pic-nic tra i filari, sino alla vendemmia notturna.

«Il vino – commenta Laurent Bernard de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia – è un simbolo di eccellenza del Made in Sicily, nonché un complesso fattore culturale. L’enoturismo diventa well-being e veicolo per promuovere il territorio, il vino di qualità, le bellezze paesaggistiche, l’unicità del patrimonio storico-archeologico della Sicilia».

Airbnb introduce la categoria “Vigneti”: enoturismo sempre più a portata di clic

Sempre secondo il sondaggio, che ha coinvolto 71 associati su 90, negli ultimi 5 anni le aziende di Assovini Sicilia hanno registrato un incremento di presenze di oltre il 30%, con il 58% dei turisti stranieri a guidare l’incoming delle visite in cantina.

La distribuzione geografica vede in testa gli Stati Uniti, la Germania, il Regno Unito, la Svezia e la Francia, tra i paesi di provenienza dell’enoturista che sceglie le aziende di Assovini Sicilia.

«Gli associati hanno un duplice merito – conclude il presidente di Assovini Sicilia – viaggiare nel mondo per far conoscere il brand Sicilia e promuovere il territorio e la cultura siciliana attraverso la wine hospitality and experience. Dietro ogni vino c’è sempre una grande storia da scoprire».

Categorie
news news ed eventi

Consorzio Vini Venezia: Pinot Grigio 2022 verso lo stoccaggio

Domani l’assemblea dei soci del Consorzio Vini Venezia voterà a favore dello stoccaggio di una parte della nuova produzione di Pinot grigio (eccetto quella biologica). Saranno vincolate circa 20 quintali per ettaro di tutte le produzioni idonee alla rivendicazione della Pinot grigio Doc Venezia.

La decisione dovrà poi essere approvata dalla Regione Veneto,  prima della vendemmia precoce che inizierà il 22-23 agosto. Il Consorzio Vini Venezia non è la prima realtà in Europa che ha scelto di imboccare questa strada.

Gli oltre 150 viticoltori della Gironda, il dipartimento francese dove si trova Bordeaux, starebbero addirittura valutando di estirpare 20 mila ettari di vigna allo scopo di ridurre la produzione.

Categorie
news news ed eventi

Enoteche escluse dal Fondo per il sostegno: lettera di Vinarius a Patuanelli

Le enoteche sono state escluse dal “Fondo di parte capitale per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano”. Una decisione che ha scatenato la reazione di Vinarius, associazione delle Enoteche italiane che raccoglie 120 associati per 50 milioni di euro di fatturato complessivo. Circa 8 mila le enoteche presenti invece in Italia, di cui almeno 6.500 operanti nel settore della mescita.

«Appena appresa la notizia – afferma Andrea Terraneo, Presidente di Vinarius – abbiamo deciso di intervenire con prontezza e guidati dalla volontà di aprire un canale di dialogo con il Ministero. Chiediamo l’integrazione delle enoteche, tra le categorie a cui questi aiuti spettano».

Allo stesso modo di ristoranti, bar, gelaterie e pasticcerie, anche le enoteche sono promotrici e grandi utilizzatrici di prodotti DOP e IGP, quindi riteniamo doveroso il loro inserimento nella lista presente nel decreto attuativo».

ENOTECHE: UN’ALTRA BATOSTA DOPO IL LOCKDOWN

Dopo due anni di profonda difficoltà causati dalla situazione sanitaria nazionale e in un momento di continua incertezza economica data dalla crisi energetica e delle materie prime anche le enoteche, chiedono un sostegno economico e di potersi finalmente sedere ai tavoli di concertazione, «come parte integrante della filiera agroalimentare».

«Prendiamo sempre più coscienza del nostro ruolo di dialogatori con ministeri ed enti governati – continua Terraneo – soprattutto in una situazione di emergenza continuativa e con nuove normative uscenti che riguardano la filiera nel suo complesso».

Serve un continuo confronto reciproco e paritario – sottolinea ancora il presidente di Vinarius – anche se ci rendiamo conto di non essere ancora dentro i tavoli di discussione. Per questo e con il percorso messo in atto negli ultimi anni ci auguriamo di essere chiamati come rappresentanti di una folta e laboriosa categoria esattamente al pari delle altre».

Con la lettera inviata venerdì 8 luglio, l’associazione presieduta da Andrea Terraneo si augura «di ricevere una risposta collaborativa da parte del ministro Patuanelli, che già aveva manifestato in passato il desiderio di supportare gli esercizi commerciali che giornalmente lavorano per valorizzare e promuovere l’inestimabile patrimonio agroalimentare italiano».

Categorie
Approfondimenti

Pierangelo Tommasi nuovo presidente de Le Famiglie Storiche


Pierangelo Tommasi
è il nuovo presidente de Le Famiglie Storiche. Dopo tre anni alla guida del gruppo di cantine della Valpolicella, Alberto Zenato passa a Pierangelo Tommasi il testimone di guida dell’Associazione nata nel 2009 e che oggi riunisce tredici storici produttori di Amarone (Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre d’Orti, Venturini e Zenato).

Tommasi avrà come vicepresidenti Giuseppe Rizzardi dell’azienda Guerrieri Rizzardi e Luca Speri dell’azienda Speri, con Alberto Zenato e Marilisa Allegrini nel CdA.

«La scelta di Pierangelo Tommasi – afferma il presidente uscente, Alberto Zenato – rappresenta un naturale avvicendamento all’interno dell’associazione che prevede l’alternarsi delle Famiglie nelle cariche di presidenza e vicepresidenza. Anche questo è l’espressione di un gruppo unito e coeso, ognuno con il proprio stile ma accomunati dalla stessa filosofia produttiva».

«Sono onorato di presiedere un gruppo di stimati colleghi e amici – sono le prime parole di Pierangelo Tommasi – aziende storiche e custodi del proprio territorio, e proseguire il percorso iniziato tredici anni fa, con il progetto di testimoniare i valori che ci accomunano e quelli di una denominazione unica al mondo. Lo faremo con molte attività in Italia e all’estero, sviluppando l’incoming verso le nostre aziende e facendo rete con altre realtà locali».
Categorie
news news ed eventi

Donato Lanati: «Vi spiego perché dobbiamo portare Nebbiolo, Sangiovese e Aglianico nello Spazio»

«Portare vino e vite nello spazio rappresenta un’enorme opportunità per comprendere e risolvere alcune problematiche che si verificano sulla Terra. Una nuova e rivoluzionaria frontiera per la ricerca scientifica». Così l’enologo Donato Lanati, nel suo intervento al 15° Forum Internazionale della Cultura del Vino della Fondazione Italiana Sommelier svoltosi ieri, lunedì 4 luglio, a Roma.

Per l’occasione, riflettori accesi su “Il vino nello spazio”, grazie al partenariato siglato tra l’Agenzia Spaziale Italiana e la stessa Fondazione Italiana Sommelier, per dare il via ad una nuova sperimentazione avanzata.

Un tema di enorme interesse per una delle più importanti Patrie del vino nel panorama internazionale qual è l’Italia. Durante la mattinata, si è così tenuta la cerimonia di affidamento di tre varietà di vini e di barbatelle destinati alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS).

«Il vino accompagna la nostra cultura da 8500 anni – ha ricordato Lanati – e ha saputo adattarsi ai cambiamenti di gusto e di stile. Oggi, andare nello spazio per fare ricerca è una delle imprese più affascinanti che l’uomo stia compiendo e, anche in questa circostanza, vite e vino non potevano che stargli accanto, per aiutarlo a studiare e a prevedere i cambiamenti che stanno avvenendo in natura».

Con temperature che si avvicinano ai 35 °C (quindi 45-50 °C all’interno degli acini), da una parte, si registra un aumento della fotosintesi, con conseguente produzione elevata di zuccheri, mentre dall’altra si ha  il crollo di acidità con l’aumento di pH.

Sopra i 40 °C la fotosintesi viene bloccata e la pianta entra in stress. Si determina una conseguente ossidazione degli aromi, dei precursori dei profumi e dei tannini. Quest’ultimi, quando ossidati, formano dei polimeri morbidi e poco reattivi che, una volta passati nel mosto e nel vino, avranno una limitata possibilità di reagire e di formare gruppi cromofori stabili con gli antociani».

«Tali polimeri dei tannini, in affinamento o in bottiglia, spesso, vanno incontro a dimerizzazione (spaccatura), che si esprimerà nel vino con un gusto secco e asciutto, certamente lontano dal percepito di qualità e di armonia», ha precisato Donato Lanati.

Il noto winemaker si è concentrato anche su un tema di grande attualità: i consumi idrici e le emissioni di CO2. «Per ogni litro di vino prodotto – ha spiegato – la pianta evapora dai 350 ai 700 litri di acqua; mentre rispetto alla CO2, malgrado ogni ettaro di vigneto, in un anno, possa assorbirne anche 4 tonnellate, va considerato che ogni litro di vino di 12 gradi, che parte da 180 grammi di zucchero, ne produce 45 litri».

«Per raggiungere una migliore sostenibilità – ha evidenziato Lanati – è necessario partire da una viticoltura di maggior precisione, che permetta di ridurre il numero dei trattamenti e di ottenere uve che assicurino qualità, luminosità/stabilità di colore e, soprattutto, longevità. Caratteristiche, fondamentali per il mercato, raggiungibili con piante che resistano agli stress di calore e idrici».

NEBBIOLO, SANGIOVESE E AGLIANICO NELLO SPAZIO

Nello spazio verranno, così, spediti vini di Nebbiolo, Sangiovese e Aglianico di diverse annate, per comprendere quali reazioni verranno stimolate. Si tratta di varietà diverse tra di loro sia sotto l’aspetto degli antociani (bisostituiti come la Peonidina) sia del quadro aromatico e decisamente diverse da quelle considerate internazionali, come Merlot, Cabernet, Petit Verdot, varietà che hanno una forte componente di antociani trisostituiti e acilati molto stabili come la Malvidina.

«In bottiglia – ha evidenziato Donato Lanati – il vino non è mai statico. In esso continua una serie di reazioni, dall’idrolisi dei profumi alle reazioni accoppiate di riduzione e ossidazione e dalla polimerizzazione fino alla copolimerizzazione dei polifenoli. Là dove i giochi tra tannini e antociani non avessero raggiunto un equilibrio di stabilità in stadio di affinamento sarà, quindi, interessantissimo capire cosa succederà, di diverso, nello spazio».

Rispetto alle barbatelle (sempre di Nebbiolo, Sangiovese e Aglianico), invece, l’obiettivo è valutare come, in una condizione di microgravità e pressione dei campi magnetici, reagiscano nei confronti delle malattie fungine, come la Peronospora, o alle punture di insetti, come la Fillossera; ovvero, se saranno in grado di esprimere caratteri di resistenza nei confronti di tali parassiti».

Se questo avvenisse, «potremmo iniziare ad utilizzare piante franche di piede, in grado di dialogare direttamente col territorio (che è la vera ricchezza della nostra enologia), senza più passare attraverso intermediari, quali, i portinnesti americani. Sarebbe una grande rivoluzione nel mondo della viticoltura».

«Lo posso confermare con certezza – ha aggiunto Donato Lanati – avendo una decennale esperienza in Kazakistan a sull’altipiano del Karakemer (1000 slm), dove si coltivano piante franche di piede. Non dobbiamo dimenticare che le viti agiscono come una penna ottica in grado di leggere il paesaggio e che la loro vita biologica avviene per l’80% nel terreno, in un dialogo continuo con microrganismi attraverso le micorrize».

Lanati ha infine sottolineato come «facendo fermentare il mosto nello spazio si potranno stimolare mutazioni nei lieviti e isolare quelli che hanno una più bassa resa in alcol e, per tanto, minor produzione di CO2. Un grande passo avanti, anche, in termini di sostenibilità da riprodurre sulla Terra».

Categorie
degustati da noi vini#02

Langhe Doc Arneis 2019 “Tre Fie”, Agricola Marrone

È tra le etichette della Guida Top 100 Migliori vini italiani 2022 di winemag.it il Langhe Doc Arneis 2019 “Tre Fie” di Agricola Marrone. Alla vista, il vino si presenta di un giallo paglierino luminoso, dai riflessi dorati. Naso floreale, fragrante, delicato e avvolgente.

Palato agile ma concreto, tra note d’agrumi, frutti tropicali e venature minerali. Beva compulsiva, instancabile: un Arneis perfetto per l’estate torrida che ha avvolto l’Italia. «Vino da aperitivo ma non solo», come lo descrive bene la famiglia produttrice, di La Morra.

Il Langhe Doc Arneis 2019 “Tre Fie” di Agricola Marrone colpisce tuttavia per la precisione con cui è ricamato, sulla tipicità di un vitigno di cui si parla sempre troppo poco, in Italia e nel mondo. È il vino che Gian Piero Marrone ha dedicato alle “Tre Fie”, ovvero le sue tre figlie: il presente e, soprattutto, il futuro dell’azienda.

Categorie
Esteri - News & Wine eventi news ed eventi

Prowine Singapore diventa un evento annuale, fino al 2024

FOTONOTIZIA – Prowine Singapore si svolgerà una volta all’anno fino al 2024, a partire dall’edizione 2022. La decisione di Messe Düsseldorf Asia e Informa Markets è dovuta «alla forte domanda e alla crescita del mercato dei vini, dei liquori e degli alcolici nel Sud-Est asiatico».

Dopo la prossima edizione di settembre 2022, il ProWine Singapore tornerà insieme al Fha – Food & Beverage, in programma dal 25 al 28 aprile 2023 presso il Singapore Expo. L’ultima edizione di Prowine Singapore si era tenuta nel 2018.

Categorie
news news ed eventi

Concorso Internazionale Vini Müller Thurgau: tutti i premiati alla 19° edizione

Svelati i vini che si sono aggiudicati le medaglie in palio alla 19° edizione del Concorso Internazionale Vini Müller Thurgau. Tra i 24 vini premiati, 12 sono prodotti in Trentino, 2 in Alto Adige, uno in Valle d’Aosta. Nove le etichette estere sul podio: 6 dalla Germania, 2 dalla Svizzera e una dalla Repubblica Ceca.

MÜLLER THURGAU: I VINI PREMIATI AL CONCORSO INTERNAZIONALE 2022
  • Vigneti delle Dolomiti Müller Thurgau 2021, Azienda Agricola Casimiro
  • Igt Vigneti delle Dolomiti Müller Thurgau 2019, Azienda Agricola F.lli Giorgio e Federico Paolazzi
  • Doc Trentino Müller Thurgau Laetitia 2021, Azienda Agricola Fratelli Romanese
  • Doc Trentino Müller Thurgau 2021 Bio, Azienda Agricola Villa Piccola
  • Doc Trentino Müller Thurgau 2021 di Azienda Soc. Agr. Semplice Toniolli
  • Doc Trentino Müller Thurgau Athesim Flumen 2021 di Cantina Aldeno
  • Doc Trentino Müller Thurgau 2021, Cantina Rotaliana di Mezzolombardo
  • Doc Trentino Müller Thurgau Ritratti 2021 di Cantina La Vis
  • Doc Trentino Müller Thurgau 2021, Cantina Toblino
  • Doc Trentino Müller Thurgau 2021, Fondazione Mach
  • Doc Trentino Superiore Valle di Cembra Müller Thurgau Pietramontis 2020 e 2021, Villa Corniole
  • Doc Alto Adige Valle Isarco Müller Thurgau 2021, Cantina Produttori Valle Isarco, ovvero
  • Doc Alto Adige Valle Isarco Müller Thurgau Aristos 2021, Cantina Produttori Valle Isarco
  • Doc Valle d’Aosta Müller Thurgau 2021, Cave des Onze Communes
  • Meersburger Lerchenberg Müller Thurgau Trocken 2021, Staatsweingut Meersburg
  • Iphöfer Müller Thurgau Trocken 2021, Hans Wirshing
  • Pfalz “In the Mood of Müller” Trocken 2021, Weingut Hammel & Cie Gmbh
  • Müller Thurgau Classic 2020, Weingut Hornstein
  • Begerischer Bodensee Nonnehornes Müller Thurgau 2021, Winzerhof Gierer
  • Qualitatswein Baden – Bodensee Müller Thurgau Sonnenufer Trocken 2020, Winzerverein Hagnau
  • Riesling Sylvaner Rebgut 2020, Jacob Schmid Kaspar Wetli
  • Aos Müller Thurgau 2021, Wolfer
  • Müller Thurgau 2021 Select harvest sweet, Lahofer
EDIZIONE RECORD PER NUMERO DI CAMPIONI ISCRITTI

“Un’altra conferma – ha commentato Renzo Folgheraiter, Presidente del Comitato Mostra Valle di Cembra, che organizza il Concorso – dell’elevato standard qualitativo che ormai caratterizza le etichette concorrenti a questa competizione internazionale, sempre più apprezzata e partecipata».

Va infatti sottolineato che quest’anno erano ben 82 le proposte in concorso. Un numero davvero importante e nettamente superiore alla media degli ultimi anni. Con un’alta presenza di cantine straniere, ben 26, che di conseguenza ci ha consentito di premiare più vini rispetto al passato, Anche se, va detto, sempre con il  limite del 30% del totale partecipanti».

«Un regolamento – ricorda ancora Renzo Folgheraiter – in base al quale non abbiamo potuto consegnare Medaglie d’Oro e d’Argento a diverse cantine, che le avrebbero meritate per il punteggio conquistato. Ricordiamo infatti che l’ultimo dei premiati ha ottenuto 85,5 punti».

Müller-Thurgau, lo studio: «Le note vegetali da Sauvignon Blanc sono tipiche»

Categorie
degustati da noi vini#02

Bonarda dell’Oltrepò pavese Doc 2018 Il Giubellino, Bagnoli

Un Bonarda tra i migliori vini d’Italia. Ebbene sì, se si tratta del Bonarda dell’Oltrepò pavese Doc 2018 Il Giubellino di Bagnoli. La cantina di San Damiano al Colle (PV), fuori dalle rotte della politica e delle chiacchiere che imbrigliano la zona, sfodera l’ennesima annata di grande valore per un’etichetta che è ormai una bandiera dell’azienda.

Un rosso fermo, diverso dal frizzante cui è abituato il mercato, capace di piazzarsi nella Guida Top 100 Migliori vini italiani 2022 di winemag.it (già iniziate le degustazioni della Guida 2023, di prossima pubblicazione).

BONARDA IL GIUBELLINO BAGNOLI: LA DEGUSTAZIONE

Il Bonarda dell’Oltrepò pavese Doc 2018 Il Giubellino di Bagnoli si presenta alla vista di un rosso rubino, poco penetrabile. Al naso è ricco, pieno, stratificato come pochi Bonarda: mora matura, spezia dolce, liquirizia, un tocco di pepe nero e di cannella. In bocca, come da attese e per volontà stessa della cantina, è altrettanto «spesso», intenso, con ampie note speziate.

Toni fruttati e tannini risultano armonicamente equilibrati, in un sorso che fa della morbidezza e della freschezza il suo punto forte. “Il Giubellino”, per caratteristiche, si presta ad abbinamenti piuttosto importanti, che spaziano dai tradizionali piatti della gastronomia pavese alle ricette internazionali a base di carne.

Categorie
birra

Olivier Dubost nuovo Managing Director di Carlsberg Italia

Olivier Dubost assumerà l’incarico di Managing Director di Carlsberg Italia dal 1° luglio 2022. La filiale italiana del Gruppo Carlsberg, produttore di birra tra i leader a livello globale, sostituisce così Kaare Jessen.

Dubost avrà il compito di consolidare il business di Carlsberg in Italia, attualmente il terzo produttore nazionale di birra. Dovrà inoltre sviluppare ulteriormente i marchi e i prodotti dell’azienda, valorizzando i talenti del team locale e proseguendo nella declinazione della strategia di sostenibilità del Gruppo “Together Towards Zero”.

«Sono entusiasta di poter guidare il team italiano di Carlsberg – commenta il nuovo Managing Director di Carlsberg Italia – con l’obiettivo di consolidare ed espandere la strategia di crescita del business nel mercato locale, puntando sui nostri capisaldi di qualità, innovazione e sostenibilità dei prodotti, generando valore condiviso con gli stakeholder e l’intera comunità».

Attraverso la valorizzazione dei talenti di Carlsberg Italia, la nostra sfida è quella di crescere, continuando a produrre birra per un oggi e un domani migliori».

CARLSBERG ITALIA: LA CARRIERA DI OLIVER DUBOST

Olivier Bubost porta con sé più di 26 anni di esperienza commerciale sia in Europa che in Asia. Nel Gruppo Carlsberg da oltre 11 anni, prima della nomina in Carlsberg Italia, Olivier Dubost ha ricoperto il ruolo di General Manager di Carlsberg Singapore e di Presidente di MayBev, importante distributore commerciale di Singapore.

Non prima di aver trascorso quasi 2 anni a Hong Kong, come Vice President Commercial per l’Asia. L’ingresso in Carlsberg nel 2011, come Vice President Marketing di Brasseries Kronenbourg in Francia.

Prima ancora, Bubost ha lavorato per 13 anni in Colgate Palmolive e per 2 anni in Lvmh. Madrelingua francese, parla inglese e spagnolo e ha vissuto e lavorato nel Regno Unito, in Spagna, in Francia, a Hong Kong e a Singapore.

Categorie
eventi news news ed eventi

850 vignaioli al Mercato Fivi Piacenza 2022

Saranno 850 i vignaioli presenti al Mercato Fivi di Piacenza 2022, che si terrà da sabato 26 a lunedì 28 novembre a Piacenza Expo. Tre i padiglioni, con una tensostruttura che accoglierà l’area della gastronomia.

«I tre padiglioni messi a disposizione dal polo fieristico – evidenzia Fivi in una nota – consentiranno di accogliere tutti gli associati Fivi che hanno fatto richiesta di partecipazione».

CESCONI: «IL MERCATO FIVI È LA NOSTRA FESTA»

«Il Mercato di Piacenza – dichiara Lorenzo Cesconi, presidente Fivi – nasce con la volontà di incontrare il pubblico e promuovere la nostra identità di Vignaioli Indipendenti. È la nostra festa, prima ancora di essere una fiera: per questo motivo abbiamo ritenuto giusto che potessero partecipare tutti i soci che ne hanno fatto richiesta, aumentando gli spazi espositivi».

«Dopo due anni complessi, con un’edizione rinviata e una condizionata dalla pandemia – aggiunge Cesconi – con questo undicesimo Mercato vogliamo dare un segno di speranza ancora più forte. I Vignaioli sono un elemento centrale nell’economia e nella cultura italiana e il Mercato dei Vini è l’evento che meglio di qualsiasi altro racconta e mette in luce questa centralità».

Categorie
a tutto volume

Como Lake Cocktail Week: sfida tra bartender, a colpi di Rum

Le rive del Lago di Como tornano protagoniste con la Como Lake Cocktail Week, evento nato per far scoprire l’arte della mixology d’autore. Si comincia domani, giovedì 30 giugno, per finire lunedì 4 luglio. Il Cinema sarà il tema guida che i bartender dovranno interpretare, attraverso i propri signature in edizione limitata.

«Quella della miscelazione d’autore è un’arte raffinata che necessita dei migliori prodotti reperibili sul mercato e che si fonda sull’incredibile esperienza di chi, da dietro un bancone, decide di dar vita a qualcosa di unico per stupire i palati dei suoi consumatori», commenta Flavia Di Giustino, Senior Brand Manager del Portafoglio Distillati di una delle aziende ospiti.

Per la Como Lake Cocktail Week 2022, i bartender si sfideranno nell’interpretazione del Rum. Quattro le realtà comasche che hanno deciso di mettersi alla prova. Fabrizio Molteni di AtHome, Luciano Gusmeroli del Filario Hotel, Giuseppe Esposito del Grand Hotel Vittoria e Roberto Cicco de Il Sorso.

I quattro bartender saranno protagonisti già a partire da lunedì 27 giugno, quando si sfideranno – insieme agli altri cocktail bar in gara – nel garden del Kitchen, il ristorante stellato dello Sheraton Lake Como Hotel. A giudicarli, sarà una giuria di esperti.

I signature ispirati al Rum saranno disponibili a partire dal 30 giugno e per tutta la durata della manifestazione, con una gustosa anteprima il 29 giugno presso Mor Lake Como, il luxury beach club a pochi passi da Tremezzo, teatro dell’opening act di Lake Como Cocktail Week.

Categorie
Approfondimenti

Nel Regno Unito è sempre più Prosecco mania: da solo vende più di tutti i vini italiani

È sempre più Prosecco mania nel Regno Unito. Da solo vende più di tutti i vini fermi italiani messi insieme, guidando la corsa degli spumanti Made in Italy nei primi tre mercati al mondo. Il dato riguarda il primo quadrimestre 2022, secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv.

Sotto la lente di ingrandimento i ri-export sul prodotto in transito soprattutto dal Belgio, senza precedenti. La crescita, rispetto al primo quadrimestre dello scorso anno, è pari al 127% a valore e al 74% a volume. Il Prosecco vale ormai oltre i 2/3 dei volumi di spumanti importati in Uk da tutto il mondo.

L’analisi di Unione italiana vini su base dogane, compiuta sulle importazioni di vino imbottigliato dei top 3 mercati mondiali (Usa, Germania e Uk) restituisce tuttavia un quadro a luci e ombre. E molte incognite sul futuro.

Il primo quadrimestre, complice una significativa battuta di arresto nel mese di aprile, si chiude con -1% generale in valore (dati armonizzati al dollaro, pari a 1,3 miliardi). A volume, il segno vira ancor più in negativo: -4,1%, a 2,5 milioni di ettolitri.

Sono le due facce della stessa medaglia. Da una parte la tipologia dei vini fermi, con i volumi importati in caduta del -10% e i valori a -9%; dall’altra gli spumanti che volano a +17% a volume e a +30% a valore, guidati proprio dalla Prosecco mania nel Regno Unito.

FRESCOBALDI: «NECESSARI NUOVI PROGETTI PER L’EXPORT»

Tra i Paesi considerati, negli Usa i volumi imbottigliati registrano un decremento tendenziale di oltre il 2% per i fermi e un nuovo balzo degli sparkling (+12%). Luce rossa in Germania per entrambe le tipologie, rispettivamente a -18% e -12% -. L’import tricolore nel Regno Unito è protagonista in negativo con i fermi (-8%) e in positivo per gli spumanti (+35%).

«Riteniamo improbabile replicare le performance del 2021 – rileva il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi – un anno eccezionale che ha registrato crescite da aprile a settembre di quasi il 30%. Questo sarebbe un anno normale, se non fosse per un conflitto che ha acuito la tensione sui costi energetici e su quelli delle materie prime secche».

Una congiuntura a cui si aggiunge l’inflazione, che impatta mediamente sulle imprese italiane per il 20-30% in più, sul costo del prodotto finito. «Per questo – conclude Frescobaldi – sarà opportuno considerare con le istituzioni delle azioni straordinarie di strutturazione del settore in difesa di fattori esogeni sempre più frequenti e in favore di nuovi progetti di internazionalizzazione».

Categorie
news news ed eventi

La Sicilia blinda il suo vigneto: in arrivo la “carta di identità” sanitaria e varietale

Custodire il “Vigneto Sicilia“, produrre viti siciliane dotate di certificazione che ne attesti l’integrità sanitaria e l’identità varietale, dare valore e sostegno alla qualità dei vini siciliani: in poche parole, una vera e propria “carta di identità” della pianta. Questi gli obiettivi del progetto “Valorizzazione del germoplasma viticolo“, promosso e sostenuto dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia in partnership con il Dipartimento regionale dell’Agricoltura della Regione Siciliana, l’Università degli Studi di Palermo e il Centro regionale per la conservazione della biodiversità viticola ed agraria “F. Paulsen”.

Il progetto ha lo scopo di conservare la biodiversità generata dai 3 mila anni di viticoltura nell’isola e le sue varietà autoctone e di intervenire a monte della filiera vitivinicola, dotando i vivaisti di materiale di base da cui ottenere un prodotto certificato da fornire alle aziende.

Lavorando con viti di cui è certa l’identità varietale e l’integrità sanitaria, è possibile dare valore e sostegno alla qualità dei vini siciliani. Grazie al progetto è in corso la verifica fitopatologica dei campi di piante iniziali esistenti e la ricostituzione di nuovi campi con materiali virus esenti, da cui ottenere il materiale di propagazione per la produzione di barbatelle innestate e certificate.

Un progetto di grande portata. Con quasi 98 mila ettari, il vigneto siciliano è infatti il più grande d’Italia. In Europa ha la stessa estensione del vigneto tedesco e nel mondo misura tre volte il vigneto della Nuova Zelanda, superando addirittura quello sudafricano. Non solo. La Sicilia è la prima regione in Italia per superficie vitata in biologico.

VALORIZZAZIONE DEL GERMOPLASMA VITICOLO: LO STATO DEI LAVORI

Allo stato attuale, le piante prodotte con la prima annualità del progetto sono state impiantate, a cura del Consorzio Vini Doc Sicilia, in due diversi appezzamenti in agro di Mazara del Vallo e Petrosino.

L’intento è quello di «produrre gemme che in via esclusiva saranno cedute alla Regione Siciliana, che potrà distribuirle ai vivaisti per alimentare la filiera del vivaismo viticolo». Il progetto, che ha una sua ciclicità, al momento vede la produzione di ulteriori barbatelle, per la realizzazione di nuovi campi l’anno che verrà.

«Con questo progetto intendiamo porre l’accento sulla grande varietà dell’enologia siciliana – afferma l’assessore dell’Agricoltura, dello Sviluppo rurale e della Pesca mediterranea, Toni Scilla – che rappresenta oggi un altissimo valore aggiunto soprattutto per quanto riguarda l’esaltazione delle identità e riconoscibilità dei nostri prodotti.

Negli ultimi venti anni la Sicilia è diventata un brand di elevato prestigio dell’enologia internazionale, capace di evocare territori di straordinaria vocazione vitivinicola. Ci poniamo dunque degli obiettivi in grado di accentuare la lunga storicità della produzione enologica e la sua relazione con la cultura e il paesaggio del territorio”

«Da sempre – sottolinea il presidente del Consorzio Vini Doc Sicilia, Antonio Rallo – la missione del Consorzio è rafforzare l’identità dei vini siciliani, migliorandone la qualità, l’immagine e il posizionamento sul mercato. Il progetto a sostegno del “Vigneto Sicilia” diventa quindi per noi centrale per lo sviluppo dell’enologia siciliana e siamo orgogliosi di poterlo sostenere a fianco delle altre istituzioni coinvolte, che ringrazio per la collaborazione e supporto».

Categorie
news news ed eventi

Profilo sensoriale del Müller Thurgau: quello vero si riconosce dai “tioli varietali”

Frutto della passione, pompelmo, bosso: ecco come riconoscere il “vero” Müller Thurgau, che possiede questi aromi caratteristici determinati dai “tioli varietali“. Si tratta di composti volatili solforati, che risultano responsabili del profilo aromatico e che in questo vino risultano «a concentrazioni superiori, anche di molto, alle soglie sensoriali».

A scoprirlo è una ricerca curata dalla Fondazione Edmund Mach in collaborazione con sei atenei (Bologna, Napoli, Padova, Torino, Trento e Verona) che ha riguardato lo studio sui composti solforati varietali e il loro ruolo contributo all’aroma dei vini bianchi italiani e che giovedì 30 giugno sarà presentata in apertura della “35^ Rassegna Internazionale Müller Thurgau: Vino di montagna” in programma a Cembra.

IL PROGETTO D-WINES

Il lavoro, pubblicato in questi giorni sulla rivista Food Research International, definisce in modo dettagliato le caratteristiche aromatiche di alcune varietà tra cui spicca il caso del Müller Thurgau.

Il carattere tiolico è ben presente nelle uve di questo vitigno come pure nei vini, grazie a vinificazioni di precisione. Una evidenza che conferma come gli enologi abbiano saputo sfruttare nella vinificazione le caratteristiche del vitigno, portando in bottiglia queste note sensoriali “identitarie” e particolarmente apprezzate da parte dei consumatori.

Il progetto “D-Wines” ha riguardato l’analisi e la degustazione di 246 campioni di vino appartenenti a 18 diversi vini monovarietali italiani rappresentativi delle regioni italiane e selezionati in raccordo con le associazioni dei produttori.

I tioli varietali fanno parte dei composti volatili responsabili del profilo aromatico del vino e si caratterizzano per essere ben riconoscibili e di elevato impatto sensoriale anche a basse concentrazioni.

Fanno parte di quelle classi di composti volatili “identitari”, presenti in quantità inferiori rispetto agli aromi di fermentazione, ma determinanti nella definizione delle caratteristiche aromatiche dei vini e della loro specificità e riconoscibilità sensoriale.

Come anticipato da winemag.it, costituiscono la componente aromatica del vino più direttamente influenzata dalla varietà di uva impiegata per la vinificazione; per questo motivo sono definiti «varietali». Includono terpeni, norisoprenoidi, pirazine e alcuni composti solforati, come i tioli varietali.

Questi composti sono presenti in forma di precursori non odorosi nelle uve e vengono rilasciati nel corso della vinificazione, quando le condizioni di fermentazione impostate dall’enologo lo permettono, e contribuiscono ad accrescere l’intensità e complessità aromatica del vino.

UN NUOVO METODO PER L’ANALISI DEI TIOLI

Nonostante il loro ruolo preponderante nella definizione dell’aroma del vino, la quantificazione dei tioli varietali risulta un’operazione complessa, essendo influenzata da innumerevoli fattori ascrivibili alla natura del vino e dei tioli stessi.

La ricerca realizzata dal consorzio D-Wines, che alla FEM ha contato sulle competenze e strumentazioni altamente qualificate dell’Unità di Metabolomica, ha permesso di raggiungere tre obiettivi:

In primis, la messa a punto di un metodo ad altissima sensibilità, utilizzato per l’analisi dei tioli varietali, da parte dei ricercatori di FEM ed UniTN, in circa 300 vini. Tra cui 246 vini bianchi (tra cui 13 Müller Thurgau del Trentino) del 2019 e altri 50 Müller Thurgau del 2019 e 2020.

Ha scoperto che nella grande maggioranza dei vini Müller Thurgau tutti i tioli varietali analizzati sono a concentrazioni superiori, anche di molto, alle soglie sensoriali. Che infatti vengono superate fino a 12 volte per 4-metil-4-sulfanil-pentanone (4-MSP), fino a 66 volte per 3-sulfanil-esanolo (3-SH).

L’analisi sensoriale descrittiva dei 249 campioni di 18 varietà, da parte di un panel di enologi, presso l’Università di Napoli, ha poi scoperto come sia possibile evidenziare sensorialmente le particolari note olfattive del Müller Thurgau, con un caratteristico “carattere tiolico”, con sentori di frutto della passione, bosso/urina di gatto e pompelmo.

Infine, l’analisi di ordinamento sensoriale, da parte di un secondo panel di enologi presso l’Università di Bologna, ha mostrato anche in questo caso che questi descrittori “tiolici” erano ben rappresentati nell’insieme dei vini Müller Thurgau analizzati. Qui la ricerca completa.

Categorie
news news ed eventi

Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi nuovo presidente Federdoc 

Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi sarà il nuovo presidente Federdoc dopo l’unanimità raggiunta dal nuovo cda. Raccoglierà l’eredità di Riccardo Ricci Curbastro che, dopo 24 anni di presidenza, ha deciso di non proseguire il suo percorso al vertice della Federazione dei Consorzi del vino italiano.

Giangiacomo Bonaldi, nuovo membro del cda Federdoc, oltre che vicepresidente del Consorzio del Prosecco Doc è presidente di Anb Coop ed è stato da poco riconfermato presidente di Confagricoltura Treviso.

FEDERDOC VERSO NUOVE SFIDE

Alla vicepresidenza confermato Francesco Liantonio, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Castel del Monte. Al suo fianco nominato Filippo Mobrici, presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato.

È motivo di grande orgoglio per me ricevere una nomina così importante – dichiara Bonaldi – ma è soprattutto un’importante responsabilità e un impegno che intendo onorare al meglio, come Curbastro prima di me».

«Sono numerose le sfide che Federdoc dovrà affrontare nei prossimi anni – conclude il nuovo presidente – particolarmente in materia di sostenibilità e sicurezza per i consumatori. Abbiamo intenzione di raccoglierle con serietà e in maniera propositiva, per proseguire nel migliore dei modi il lavoro di chi ci ha preceduto».

Categorie
eventi news ed eventi

Casavecchia & Pallagrello Wine Festival: Caserta celebra i suoi vitigni autoctoni

Il programma sarà ufficializzato a breve, ma è in calendario dall’8 al 10 luglio a Pontelatone (Caserta) il Casavecchia & Pallagrello Wine Festival, con cui si celebrano due delle denominazioni più importanti del territorio casertano, Pallagrello e Casavecchia.

L’evento avrà una formula itinerante nel centro storico di Pontelatone, con laboratori, seminari, spettacoli musicali di jazz e blues e mostre che si susseguiranno nei tre giorni della manifestazione a Palazzo Galpiati, dove saranno esposte opere di artisti campani.

Protagonista sarà il vino e le cantine, in numero crescente rispetto alle ultime edizioni, ma anche il food, con una cucina selezionata rigorosamente a base di prodotti del territorio.

Tra le novità in programma al Casavecchia & Pallagrello Wine Festival 2022, i tour guidati in cantina in programma domenica 10 luglio, che si svolgeranno seguendo due percorsi: uno dedicato alle cantine di Caiazzo, Ruviano e Castel Campagnano, e l’altro alle realtà aziendali di Pontelatone, Formicola, Liberi e Castel di Sasso.

«Riprendiamo con entusiasmo da dove eravamo rimasti con il Casavecchia Wine Festival – afferma il coordinatore Francesco Scaramuzzo – con l’obiettivo di valorizzare un territorio che ha enormi potenzialità». Una realtà da scoprire, quella del Casavecchia e del Pallagrello, che troverà spazio attraverso il Casavecchia & Pallagrello Wine Festival.

Categorie
news news ed eventi

Vino imbottigliato, Valoritalia: nel 2021 certificati 10 miliardi di euro in valore

Sfiora i 10 miliardi di euro il valore complessivo del vino imbottigliato certificato da Valoritalia nel 2021. Il dato emerge dalla presentazione dell’Annual Report 2022 dell’ente di controllo e certificazione di 218 denominazioni di origine italiane. Presentate per la prima volta anche 60 tabelle con i valori delle analisi chimiche di diverse denominazioni, elaborati sulla base di oltre 176 mila campioni.

L’Annual Report di Valoritalia conferma l’aumento dei volumi commercializzati del “Vigneto Italia“. Nonostante gli anni difficili, con previsioni talvolta catastrofiche, le vendite crescono in doppia cifra (+ 12%) e non soltanto grazie alle impennate delle vendite online.

«Un bilancio per molti versi sorprendente – ha sottolineato Francesco Liantonio, Presidente Valoritalia – se si tiene conto di quanto è accaduto nell’ultimo triennio. Le nostre Denominazioni di Origine hanno ottenuto una performance straordinaria, registrando una crescita record. È il frutto della capacità mostrata dalle nostre imprese di cogliere ogni opportunità, coprire ogni spazio, gestire al meglio il proprio potenziale, ottimizzare risorse e relazioni».

Risultati che infondono ottimismo, non solo tra i player del settore. A fare da locomotiva rimane il nordest, con il Pinot Grigio delle Venezie e il cosiddetto “Sistema Prosecco“, che comprende la Doc Prosecco e le Docg del Conegliano-Valdobbiadene e dell’Asolo.

Qui, la crescita complessiva nel biennio 2020-2021 ha toccato il 22,7%, per un totale di poco inferiore a 1 miliardo di bottiglie. Di tutto rilievo anche le impennate di altre prestigiose denominazioni, come Brunello di Montalcino (+40%), Barolo (+27%), Gavi (+23%), Franciacorta (+12%), Chianti Classico (+11%), Nobile di Montepulciano (+10%).

LE ANALISI SULLE DENOMINAZIONI DI ORIGINE

Un lavoro capillare quello di Valoritalia, per la realizzazione di un volume che si arricchisce di un nuovo contenuto. Per la prima volta vengono resi disponibili i profili chimico-analitici di 56 tra Doc e Docg.

Un approfondimento che ha generato 60 tabelle la cui base è costituita da circa 176 mila analisi, realizzate tra il gennaio 2017 e il marzo 2022 da una rete di laboratori accreditati. Un preziosissimo strumento in grado di fornire informazioni sui principali indicatori che caratterizzano le differenti annate di ogni denominazione. Si va dal grado alcolico medio all’acidità, passando per l’estratto secco.

«Tuttavia – spiegano i promotori dell’iniziativa – l’obiettivo futuro di Valoritalia è rendere progressivamente fruibile a imprenditori, ricercatori e specialisti, in primo luogo enologi, un database completo e sistematico del profilo analitico di tutte le denominazioni certificate, comprensivo delle differenti tipologie». Uno strumento che contribuirà a definire le specificità di ogni vino e attribuire con precisione i caratteri dell’annata.

Categorie
Food Lifestyle & Travel

La gelateria di Roma con più di 250 gusti, tutti al naturale

Si trova in via di Villa Severini 30/30a una delle poche gelaterie di Roma con più di 250 gusti di gelato, tutti al naturale. Ben 50 quelli esposti, rigorosamente prodotti senza polveri aggiunte. È Gelateria Alaska, che si prepara a un’estate diversa dalle altre, nella capitale d’Italia. Il prossimo anno, infatti, compirà 25 anni.

Un format, spiegano i titolari, reso celebre dalla «mancanza di limiti all’immaginazione». Da Gelateria Alaska è infatti possibile trovare il gelato al pomodoro e basilico, agli asparagi o quello al risotto allo zafferano. Vanta anche una linea proteica, realizzata con i prodotti Enervit, e una linea sugar free, tramite il gelato alla stevia.

La gelateria di via Villa Severini 30/30a riesce a mettere d’accordo anche chi è in dubbio tra un aperitivo e un buon gelato. Come? Con i gusti di gelato allo Spritz, Mojito e Caipiroska. Vasta anche la scelta di gelati di frutta al naturale, ma anche al cioccolato fondente, apprezzati anche dai clienti vegani.

Simbolo di Roma Nord, Gelateria Alaska viene citata anche dallo scrittore Federico Moccia, che nei suoi romanzi ne parla come di uno dei punti di aggregazione dei giovani romani, provenienti da Parioli, Corso Francia, Villa Clara, Fleming.


GELATERIA ALASKA

Via di Villa Severini 30/30a, 00191 Roma
Tel. 06 36298466 – Aperto tutti i giorni, dalle 12:00 alle 00:00

Categorie
birra

Birra protagonista a tavola, la ricerca: «Italiani a caccia dell’abbinamento gourmet»

Il connubio tra birra e cibo è sempre più apprezzato dagli italiani, pronti a sperimentare abbinamenti anche inediti e sempre più gourmet tra la “bionda più amata” e nuovi piatti. Una tendenza in linea con le abitudini alimentari di un Paese per il quale cibo e bevande sono un piacere fondamentale. E l’attenzione alla propria alimentazione, senza rinunciare al gusto, è centrale.»

È così anche per la Generazione Z che, oltre ad essere incline a provare cibi nuovi abbinandoli alla birra, è quella che predilige maggiormente alimenti e bevande più leggeri e la cui produzione è sostenibile e tracciabile.

Sono queste, in sintesi, le principali evidenze che emergono dall’indagine condotta da BVA Doxa per il Centro Informazione Birra (CIB) di AssoBirra, la fotografia periodica sul mondo birrario italiano attraverso lo sguardo dei consumatori, dei principali player della filiera birraria e della stessa AssoBirra. Un appuntamento fisso che, in questa edizione, accende i riflettori sul legame indissolubile tra gli italiani, il cibo e le bevande.

SPERIMENTARE, CHE PASSIONE

Per la maggior parte degli intervistati da BVA Doxa per il CIB di AssoBirra, il cibo e le bevande sono un piacere da condividere: l’88% dei beer lover parla delle proprie preferenze con coetanei e amici, scambiandosi anche suggerimenti e consigli su nuovi possibili assaggi (84%).

All’81% degli intervistati, infatti, piace provare nuovi cibi insieme a bevande come la birra. In altre parole, è tanta la voglia di cimentarsi in una nuova concezione del cosiddetto food pairing che tiene conto anche della birra.

Nel concreto, le preferenze a tavola degli intervistati convergono ad oggi sull’intramontabile accoppiata pizza e birra (90%), seguita dall’accostamento con hamburger (59%), taglieri per la degustazione di salumi e formaggio (47%), carne o pesce (37%), primi piatti (27%) e cibi healthy come insalatone, bowl e verdure (20%).

Ma se si rivolge lo sguardo al futuro, la fotografia cambia radicalmente. Infatti, a domanda specifica sui cibi che vorrebbero gustare insieme alla birra in futuro, gli italiani si dicono interessati a sperimentare in primis accostamenti tra la “bionda” e piatti gourmet (24%) e, per quanto riguarda i giovani, cibo etnico (24%) e sushi o, la moda del momento, i poké (24%).

BIRRA PROTAGONISTA AI PASTI

In questo contesto, la birra rafforza anche il proprio ruolo sulle tavole degli italiani. Secondo i dati di BVA Doxa per AssoBirra, infatti, i momenti di consumo della birra durante i pasti sono in aumento a giugno 2022 rispetto a luglio 2021, soprattutto durante la cena (74%), l’aperitivo (31%) e il pranzo (25%), sempre all’insegna della moderazione.

La conferma arriva anche da Filippo Saporito, Presidente di Jre – Jeunes Restaurateurs Italy, l’associazione internazionale di giovani ristoratori e chef under 42, che quest’anno spegne 39 candeline e che promuove l’alta cucina italiana attraverso formazione, charity e valorizzazione dei nuovi e giovani talenti.

L’abbinamento del menu degustazione con le bevande è sempre più importante e curato. Non solo vino, ma anche caffè, tisane, tè e naturalmente birre. Mi piace l’idea della scoperta.

Vengo da una generazione in cui si cercava di sdoganare il concetto dell’abbinamento birra e piatti della cucina italiana, in questi anni l’approccio è completamente cambiato perché abbiamo avuto la possibilità di conoscere il mondo della birra nelle sue peculiarità».

«Ormai – aggiunge Saporito – trovare una carta della birra o una scelta di birra nella carta dei vini è consuetudine. Quanto agli stili alimentari, stiamo assistendo a una grande riscoperta e valorizzazione dei cibi che arrivano dal mondo vegetale, con una maggiore sensibilità anche verso l’aspetto etico. In tal senso, lo “spreco” rappresenta un danno dal punto di vista etico e un problema da quello economico. Per questo, in cucina, si deve riuscire a utilizzare tutta la materia prima acquistata».

FOCUS GEN Z

L’indagine BVA Doxa per AssoBirra ha voluto poi tracciare il profilo di immagine della birra e scoperto che la bevanda da pasto per eccellenza piace davvero a tutti. Quanto ai giovani, il primo driver di scelta della birra è legato al mondo ricco di grande varietà., con tante tipologie e birre speciali da scoprire (32%).

A seguire il sapore inconfondibile (31%), il buon rapporto qualità-prezzo (32%), la bassa gradazione alcolica (21%) e i formati che ne consentono un consumo moderato (20%). Motivazioni che non sorprendono perché “Z” è la generazione più attenta a un’alimentazione equilibrata e anche sensibile ai profili di sostenibilità dei cibi e delle bevande che consuma.

La maggior parte dei rappresentanti della Gen Z intervistati da BVA Doxa è completamente d’accordo o d’accordo con le seguenti affermazioni: “Scelgo prodotti di aziende attente alla salvaguardia del pianeta” (80%), e “Bevande e cibi la cui tracciabilità è nota” (75%), “La cui produzione è sostenibile (80%)”, così come il packaging (77%).

«Come dimostrano le evidenze del CIB – commenta Andrea Bagnolini, Direttore generale di AssoBirra – negli anni, la birra ha fatto breccia nel cuore delle generazioni più giovani, confermandosi una bevanda che non ha età o distinzioni di genere. La grande attenzione della Gen Z verso la sostenibilità a 360 gradi rappresenta un forte stimolo a proseguire nel necessario percorso verso la transizione ecologica, pilastro della strategia associativa di AssoBirra».

Categorie
birra

La birra artigianale traina i consumi: vale 38 miliardi di dollari

Il mercato della birra riparte e la birra artigianale è il vero motore della ripresa. Secondo quanto riportato da MarketWatch, il segmento “craft” rappresenta un valore di oltre 38 miliardi di dollari nel mercato globale. E crescerà del 14,1% all’anno. Fino al 2027.

Sul mercato europeo, stando ai dati legati alla produzione dello studio di Technavio, si prevede che la quota del comparto della birra artigianale aumenterà di 666,34 milioni di litri entro il 2025 (+6,20%).

Buone notizie anche per la birra italiana, che secondo l’Annual Report 2020 di Assobirra, risulta tra quelle con migliore reputazione in Europa, terza in classifica, battendo tutti i paesi a grande tradizione birraria, inclusa la Germania, ad eccezione di Polonia e Romania.

E se Germania e Regno Unito rimangono i mercati con la più rapida crescita di mercato, l’Italia è al quarto posto in Europa per numero di birrifici artigianali. Meglio del Bel paese solo Regno Unito, Germania e Francia (fonte: Unionbirrai).

I MILLENNIAL E LA BIRRA ARTIGIANALE

Più in generale, il settore guarda al futuro con positività, in seguito al riconoscimento nella Legge di Bilancio della filiera brassicola, per cui ad oggi le filiere di orzo da birra e del luppolo sono certificate quali vere e proprie filiere.

Un riconoscimento  che certifica il valore del comparto della birra artigianale in Italia: il 4% del mercato nazionale, che produce in media 500 mila ettolitri l’anno e che fattura oltre 250 milioni di euro, dando lavoro a 7 mila addetti (fonte: Unionbirrai).

La birra artigianale convince sempre più famiglie e giovani, soprattutto nella segmentazione anagrafica Millennial. Il 60% si dichiara, infatti, un conoscitore attento delle varie tipologie di birra, da quelle delle bottiglie da collezione, alle profumate e variopinte (Istat).

Una popolarità che non può che lasciare soddisfatto chi produce birra artigianale italiana e la distribuisce attraverso una catena di food retail di successo, come Doppio Malto.

«Continueremo quest’anno ad aprire nuovi ristoranti in diverse città italiane ed europee – dichiara il fondatore e Ceo, Giovanni Porcu -. È questo infatti ad oggi il principale canale distributivo della nostra birra artigianale, mentre stiamo lavorando per approdare alla grande distribuzione nel 2023».

Categorie
news news ed eventi

Giovanni Busi confermato presidente Consorzio Vino Chianti

Giovanni Busi è stato confermato presidente del Consorzio Vino Chianti per altri tre anni, con voto unanime. Titolare dell’azienda vitivinicola Travignoli, che dirige dal 1989, Busi è dal 2010 presidente del Consorzio Vino Chianti.

L’ente conta 3.500 aziende socie, che rappresentano 15 mila ettari di vigneto atto a produrre Chianti Docg. Due i vicepresidenti: Ritano Baragli (cantina sociale Colli Fiorentini) e Alessandro Zanette (Gruppo Italiano Vini).

«Sono onorato di questa conferma – ha commentato Busi – non solo per il prestigioso ruolo di guida di uno dei consorzi vinicoli più importanti del nostro Paese, ma anche perché questa elezione rappresenta il riconoscimento del buon lavoro svolto in questi mandati».

Passando in rassegna le prossime sfide che attendono il Consorzio Vino Chianti, Busi ha messo al primo posto la «necessità di lavorare tutti insieme per aumentare le vendite della denominazione, passando da 720 mila a un milione di ettolitri».

Categorie
news news ed eventi

Si beve meno (ma meglio) in Italia: Umbria, più “bicchieri” di Marche e Veneto

Si beve meno in quantità ma aumenta la platea degli italiani che consumano vino, con quasi 30 milioni di consumatori che rappresentano il 55% della popolazione adulta italiana, il 66% tra i maschi e il 44% tra le femmine. Lo rileva l’Osservatorio dell’Unione italiana vini (Uiv), che ha elaborato i consumi di vino degli italiani sulla base degli ultimi, inediti, dati Istat 2021.

Secondo l’analisi Uiv, negli ultimi 10 anni il numero dei consumatori (oltre 29 milioni) è leggermente cresciuto (+2,3%, +9% per le femmine). I maggiori cambiamenti si registrano nelle abitudini dei cluster demografici che li compongono.

A sorpresa, rispetto al 2011, perdono poco in numerosità i giovani compresi tra i 18 e i 34 anni (-2,9%, ma in lieve crescita negli ultimi 5 anni), mentre la contrazione più rilevante riguarda la fascia 35-44 anni (-23%).

FRESCOBALDI: «IL VINO NON È PIÙ UN COMPANATICO»

A incrementare sono le fasce di età più mature: +11,4% dai 55 ai 64 anni e +19,3% dai 65 anni in su. In diminuzione, inoltre, il dato sui consumatori quotidiani che nel decennio passano da 14,9 milioni a 12,4 milioni (-16,8%) con un crollo del 31,3% per chi beve più di mezzo litro al giorno.

«Rispetto a trent’anni fa – evidenzia il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi – quando il vino era una sorta di companatico, si è evoluto moltissimo il rapporto con i consumatori. Oggi in Italia il vino, che definire moda risulta riduttivo, è uno status culturale; conoscerlo vuol dire essere una persona interessata, culturalmente preparata e curiosa.

Perché ad attrarre non è solo il prodotto ma anche ciò che ci sta dietro: il territorio, le storie, il contesto sociale; un approccio moderato che non ha nulla a che fare con lo sballo. Per questo riteniamo sbagliato che la Commissione europea nei suoi programmi di prevenzione accomuni il vino con altre bevande utilizzate per i consumi compulsivi».

IL PODIO DEI CONSUMI DI VINO: L’UMBRIA “BEVE” PIÙ DI MARCHE E VENETO

Tra le regioni, è l’Umbria che vanta la maggiore quota di consumatori rispetto alla popolazione (62%), seguita dalle Marche (60%) e – a pari merito con il 59% – Veneto, Emilia-Romagna e Valle d’Aosta. A seguire, le 2 regioni rossiste per eccellenza – Toscana e Piemonte – con il 58%.

In coda, nei dati sui consumi di vino degli italiani, ci sono le Isole: Sardegna (48%) e Sicilia (45%). Con quasi 1/5 degli user, la Lombardia è in testa alla ripartizione dei consumatori per regione, seguita dal Lazio (10%) e dal Veneto (9%). Tra i giovani (18-34 anni), rileva infine l’Osservatorio Uiv, sono in calo (-10%) i consumatori quotidiani.

Il vino italiano genera un fatturato di 14,5 miliardi di euro l’anno, con il solo l’export che vale 7,1 miliardi (+12,4% la crescita nel 2021) e una bilancia commerciale attiva per circa 6,7 miliardi di euro.

Categorie
Approfondimenti

Siccità, 3 miliardi di euro di danni: Po in secca, laghi e fiumi svuotati

Sale a 3 miliardi di euro il conto dei danni causati dalla siccità che assedia città e campagne. Tra autobotti e razionamenti, il Po è in secca peggio che a Ferragosto, laghi e fiumi sono svuotati e i campi arsi. I raccolti bruciano sui terreni senz’acqua ed esplodono i costi per le irrigazioni di soccorso per salvare le piantine assetate e per l’acquisto del cibo per gli animali, con i foraggi bruciati dal caldo.

È quanto afferma la Coldiretti nel tracciare l’ultimo drammatico bilancio di un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate e produzioni agricole devastate. Un panorama rovente che peggiora con l’ondata di calore che porta le temperature oltre i 40 gradi con le falde sempre più basse mentre si moltiplicano le ordinanze dei comuni per il razionamento dell’acqua.

In questa situazione di profonda crisi idrica, denuncia Coldiretti, «oltre a prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti è necessario agire nel breve periodo per definire le priorità di uso dell’acqua disponibile».

La precedenza, sempre secondo la confederazione, va data al settore agricolo «per garantire la disponibilità di cibo, in un momento in cui a causa degli effetti della guerra in Ucraina l’Italia ha bisogno di tutto il suo potenziale produttivo nazionale».

SICCITÀ, LETTERA DI COLDIRETTI A DRAGHI

Parole che il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha confermato nella lettera al presidente del Consiglio, Mario Draghi. «Accanto a misure per immediate per garantire l’approvvigionamento alimentare della popolazione –  si legge nella missiva – appare evidente l’urgenza di avviare un grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo».

a fronte di una crisi idrica la cui severità si appresta a superare quanto mai registrato dagli inizi del secolo scorso, venga poi dichiarato al più presto lo stato di emergenza nei territori interessati con l’intervento del sistema della Protezione civile per coordinare tutti i soggetti coinvolti, Regioni interessate, Autorità di bacino e Consorzi di bonifica, e cooperare per una gestione unitaria del bilancio idrico».

Una richiesta fatta propria anche dalle Regioni, con l’appello al Governo per lo stato di emergenza nel Nord Italia e per avere il supporto a livello nazionale della Protezione Civile.

UN QUARTO DELL’ITALIA A RISCHIO DESERTIFICAZIONE

Sempre secondo Coldiretti, più di un quarto del territorio nazionale (28%) sarebbe a rischio desertificazione, con una situazione di grave siccità che riguarda le regioni del Sud e del Nord. La grande sete minaccia un territorio del bacino padano che rappresenta più del 30% del Made in Italy agroalimentare.

Il Po, al Ponte della Becca (Pavia), è a -3,3 metri rispetto allo zero idrometrico. Un livello più basso di quello raggiunti a Ferragosto 2021. La siccità che colpisce così i raccolti, dal riso al girasole, dal mais alla soia, ma anche le produzioni di grano e di altri cereali e foraggi per l’alimentazione degli animali.

L’assenza di precipitazioni aggrava la situazione di dipendenza dell’Italia dall’estero, sul fronte di diverse materie prime. Il Bel paese produce appena il 36% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci, il 53% del mais per l’alimentazione delle stalle.

Non va meglio per grano duro per la pasta (56%) ed orzo (73%). «Una emergenza nazionale che riguarda coltivazioni ed allevamenti travolti da una catastrofe climatica che si prefigura addirittura peggiore di quella del 2003 che ha decimato le produzioni agricole nazionali».

Categorie
news news ed eventi

Federdoc verso il rinnovo della presidenza: eletto il nuovo Cda

L’Assemblea annuale dei soci di Federdoc ha nominato i consiglieri del nuovo Cda. Il 28 giugno saranno chiamati all’elezione del nuovo presidente, che sostituirà Riccardo Ricci Curbastro.

Eletti Andrea Ferrero, Filippo Mobrici, Massimo Marasso, Riccardo Ricci Curbastro, Fabio Zenato, Elvira Bortolomiol, Christian Marchesini, Paolo Fiorini, Franco Cristoforetti, Paolo Corso, Giangiacomo Bonaldi, Ruenza Santandrea, Claudio Biondi.

E ancora: Giovanni Busi, Francesco Colpizzi, Andrea Rossi, Elisa Fanti, Vittorio Carone, Alberto Mazzoni, Valentino Di Campli, Leone Massimo Zandotti, Francesco Liantonio, Libero Rillo e Antonio Rallo.

Per il Collegio dei Revisori dei conti nominato Marco Morolli. Luca Petrelli, Vasco Boatto e Arturo Stocchetti sono le figure designate al Collegio dei Probiviri.

L’assemblea, tenutasi oggi a Roma, è stata l’occasione dei saluti per l’attuale presidente Ricci Curbastro. «Ventiquattro anni alla guida di Federdoc – ha sottolineato – sono stati per me un viaggio lungo e importante. Grazie al lavoro di Federdoc è nato un sistema di controlli moderno ed efficace. È stato un bel viaggio e lascio il testimone».

Categorie
Esteri - News & Wine

Vendemmia 2022 precoce in Borgogna

La vendemmia 2022 sarà precoce in Borgogna. L’inizio della raccolta è previsto intorno al 25 agosto per i vini fermi e attorno alla metà di agosto per il Il Crémant de Bourgogne. Le piante stanno crescendo a ritmo sostenuto, soprattutto grazie alle temperature, costanti dal 12 aprile.

L’abbondante soleggiamento della stagione ha portato a uno sviluppo vegetativo molto intenso, che incide sul carico di lavoro dei viticoltori. I primissimi fiori sono stati notati verso la metà di maggio. Una precocità vicina all’annata 2020, nonostante il germogliamento più tardivo.

La fioritura è avvenuta in condizioni molto buone, grazie a molto sole e a temperature ideali (20-25°C). Il 2022, secondo il consorzio locale, sembra quindi «destinato a entrare nel club delle annate più precoci, dopo il 2020, il 2011 e il 2007».

Considerando i 90-100 giorni che intercorrono tra la fioritura e la vendemmia, a pari condizioni meteo, le forbici della vendemmia 2022 dovrebbero entrare in azione nell’ultima decade di agosto per i vini fermi.

Categorie
eventi news news ed eventi

Enovitis in campo 2022: focus su crisi idrica e robotica

Un focus sul vigneto, proprio quando la grave crisi idrica minaccia la penisola. Si terrà giovedì 23 e venerdì 24 giugno Enovitis in campo 2022, manifestazione itinerante organizzata da Unione italiana vini e diventata punto di riferimento per il settore dei prodotti, delle tecnologie, dei macchinari e dei servizi dedicati alla cura dei vigneti.

Una sedicesima edizione che radunerà 171 espositori, in un momento in cui il comparto agricolo è in allarme per la mancanza d’acqua. In tale contesto, la gestione e l’ottimizzazione della vigna assumono quindi un’importanza strategica.

Grande attenzione dunque all’itilizzo di pratiche sostenibili come l’irrigazione a goccia, che permette di consumare quantità minori di acqua ed energia. Spazio anche all’inerbimento permanente e al sovescio, utili nel contrastare gli effetti della siccità.

LA CHALLENGE SULL’INNOVAZIONE IN VITICOLTURA

Ospitato per la prima volta in Friuli Venezia Giulia, presso la Tenuta Ca’ Bolani di Cervignano del Friuli, Enovitis pone al centro l’area tematica Robot&Automazione, dedicata alle attrezzature di ultima generazione che si relazionano al vigneto in modo autonomo e che non richiedono quindi il supporto di un operatore umano.

L’attenzione alle tecnologie più futuristiche è ribadita dall'”Innovation Challenge Enovitis in campo 2022“, che anche quest’anno premia i macchinari più innovativi del settore attraverso l’attribuzione dei riconoscimenti Technology Innovation Award e New Technology.

Riflettori accesi sulle tecniche biologiche, grazie alla rinnovata collaborazione con FederBio Servizi, che porterà all’allestimento di un vigneto biologico dimostrativo. Diversi gli eventi e i workshop dedicati ai vari aspetti che caratterizzano il processo di coltivazione sostenibile, al fine di esplorarne caratteristiche e criticità.

All’inaugurazione, che si terrà giovedì 23 giugno alle ore 11, interverranno il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi, il proprietario della Tenuta Ca’ Bolani, Domenico Zonin, il direttore della Tenuta Ca’ Bolani, Roberto Marcolini, il sindaco di Cervignano del Friuli, Andrea Balducci e l’assessore alle Infrastrutture e territorio del Friuli Venezia Giulia, Graziano Pizzimenti.

Exit mobile version