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Donatella Cinelli Colombini riconfermata alla guida del Consorzio Vini d’Orcia

Nata nel 2000, la giovane e ambiziosa Doc Orcia è in veloce innalzamento qualitativo e va annoverata fra le piccole denominazioni italiane emergenti. In occasione dell’Orcia Wine Festival 2016, evento che ogni anno porta a San Quirico d’Orcia migliaia di winelovers, il Consorzio ha rinnovato il suo Consiglio di amministrazione riconfermando la presidente Donatella Cinelli Colombini con Giulitta Zamperini e Roberto Terzuoli vicepresidenti e i consiglieri Andrea Giorgi (Sampieri del Fà), Capitoni Marco (dell’omonima azienda Capitoni), Paolo Salviucci (Campotondo), Emanuele Bizzi (Trequanda), Antonio Rovito (Val d’Orcia Terre Senesi), Olivi Giuseppe (Olivi-Le Buche), Roberto Rappuoli (Podere Forte) e Berni Valentino (Loghi). Infine Gabriella Giannetti (San Savino) ricopre il ruolo di segretario e Marco Turillazzi quello di sindaco revisore. Donatella Cinelli Colombini inizia il suo secondo mandato, forte del consenso dei soci ottenuto grazie al grosso lavoro dei tre anni passati. Eventi, contatti e comunicazione che si riassumono nel progetto ”Orcia, il vino più bello del mondo”. “La Doc Orcia viene prodotta in una settantina di aziende di cui 41 iscritte al Consorzio. Il vino Orcia è ancora qualcosa di artigianale seguito con cura amorevole dai produttori stessi dalla vigna fino al cliente finale” ha spiegato la Cinelli Colombini. La produzione totale della denominazione è di 240.000 bottiglie l’anno con il Sangiovese come principale vitigno dei rossi (Orcia con il minimo di 60% e Orcia Sangiovese con il minimo di 90% di Sangiovese anche nella versione riserva) e piccole quantità di Doc Orcia bianco, rosato e Vin Santo. Il territorio di produzione si estende in 13 comuni ed è fra i comprensori agricoli più belli e incontaminati, per questo è diventato una destination turistica di prima grandezza con quasi un milione e mezzo di presenze turistiche e un milione di visitatori giornalieri. “Sono questi visitatori il primo e principale mercato del vino Orcia. Una diversificazione produttiva che riguarda anche le cantine, il 65% delle quali ha una struttura ricettiva e/o un ristorante. Posso dunque affermare che l’Orcia è la denominazione più turistica d’Italia” ha aggiunto la Presidente. Il Consorzio ha ricevuto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali con DM 57934 del 25/07/2014 il riconoscimento Erga Omnes e sviluppa ogni anno un gran numero d’iniziative. Nel 2016 sono in programma l’attivazione dell’Orcia Wine Class, a cura della delegazione Onav Siena, che offrirà minicorsi sul vino ai turisti e il potenziamento – in numero e in dimensione – degli eventi sul territorio che riguarderanno 6 dei 13 comuni della denominazione. L’Orcia Wine Festival, appena concluso a San Quirico d’Orcia, ha visto l’afflusso di circa 2.000 appassionati e operatori. Nel futuro il vino Orcia vuole essere più visibile all’esterno anche per aprirsi a nuove opportunità commerciali. Donatella Cinelli Colombini ricopre anche la carica di presidente nazionale delle Donne del vino ed ha nel suo curriculum la creazione – nel 1993- della giornata Cantine Aperte che ha diffuso in Italia il turismo del vino. Discendente da una famiglia di storici produttori di Brunello è lei stessa titolare di una cantina a Montalcino. Negli ultimi 15 anni ha dedicato una particolare attenzione al vino Orcia, denominazione in cui possiede un’azienda agrituristica e una cantina a Trequanda.

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”Se la ami non abbandonarla’,’ Peroni e LeZZanzare a Bari contro l’abbandono del vetro

L’associazione LeZZanZare, ha avviato una campagna di sensibilizzazione ambientale per invitare i cittadini baresi a non abbandonare i rifiuti e soprattutto le bottiglie di birra in mare, pratica molto diffusa in particolare nella stagione estiva. Lo slogan, promosso con un video virale su Youtube e su Facebook è ”Se la ami, non abbandonarla”. Alessandro Antonacci de LeZZanZare ha fatto notare, che durante l’organizzazione della campagna, il cui video è stato girato per le vie di Bari, è emerso che a non rispettare l’ambiente sono gli abitanti della ”Bari bene”, a dispetto di quello che si potrebbe pensare. I cittadini dei quartieri più popolari si dimostrano più attenti e virtuosi. La campagna è stata presentata a pochi giorni dalla festa patronale che richiama per strada migliaia di persone che consumano birra, soprattutto Peroni che rimane uno dei simboli locali, nonostante ora non sia più di proprietà italiana. Peroni ha il patrocinio della campagna, supportata dall’assessorato all’Ambiente e allo Sport e dall’Amiu. Il presidente della municipalizzata Gianfranco Grandaliano e Piero Petruzzelli  hanno reso noto che sta per istituzionalizzarsi un decreto ”sul vuoto a rendere” per rendere più efficace e virtuosa la filiera delle bottiglie di vetro dal produttore al venditore fino al consumatore. La campagna prevederà anche affissioni di locandine negli esercizi pubblici che vendono birra e la diffusione di video di personaggi del capoluogo pugliese che metteranno la faccia in una gigantografia della birra Peroni invitando a non disperdere il vetro nell’ambiente. LeZZanZare, associazione impegnata in campagne di educazione alla vita e all’educazione civica, è stata tra le promotrici della giornata “Bari Pedala”, ha organizzato un mostra mostra fotografica al Chiringuito dal titolo ”Peroni: prima la seduci, poi l’abbandoni” con gli scatti di Pino Maiorano.

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Bilancio positivo per l’Orcia Wine Festival. 1500 calici di degustazione distribuiti, 50 partecipanti alle ”Cantine con vista”, bike e walking, 35 ristoratori che hanno incontrato direttamente i produttori, 200 commmensali alla cena di gala organizzata sabato sera e 150 partecipanti alle degustazioni guidate da Onav. Il maltempo, che ha caratterizzato il weekend della Val d’Orcia, non ha intimido  i winelovers che non hanno voluto mancare questo appuntamento. Grande soddisfazione da parte dell’organizzazione che già pensa all’edizione 2017. ”Un’edizione molto bella con tante novità, molto pubblico, passeggiate ed escursioni, degustazioni guidate e produzioni di eccellenza del nostro territorio. Sono stati giorni intensi ed entusiasmanti, che ci spingono a continuare in questa strada con decisione e determinazione. Voglio ringraziare il Consorzio del vino Orcia, l’Onav Siena, i nostri Quartieri della Festa del Barbarossa, l’Area 51, Paesaggi Musicali Toscani, le aziende, i ristoranti, insomma tutti coloro che hanno creduto in questo progetto. E da oggi ci mettiamo a lavoro per programmare l’Orcia Wine Festival del 2017 e per migliorarsi ancora” ha dichiarato il sindaco di San Quirico Valeria Agnelli.

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Vini al supermercato

Rosso di Montepulciano Doc 2014 Ferrari Corbelli, Tenuta di Gracciano della Seta

(3 / 5) Un vino davvero versatile il Rosso di Montepulciano, da tutto pasto: particolarmente adatto per i primi piatti con sughi di carne, salumi, formaggi di media stagionatura, ma anche da osare con piatti di pesce dal sapore deciso.

Sotto la nostra lente di ingrandimento, questa volta, il Rosso di Montepulciano Doc, annata 2014, prodotto dalla Tenuta di Gracciano della Seta a Montepulciano.

LA DEGUSTAZIONE
Un vino dal colore rosso rubino brillante, luminoso, poco trasparente. Al naso è intenso con aromi di ciliegia e lampone corredate da note erbacee e ferrose. Più accattivante al naso che al palato, nel complesso offre una discreta beva ad un prezzo commisurato. In bocca il sapore  è delicatamente fruttato, ma si rivela poco corposo e anche poco persistente una volta deglutito. Con un titolo alcolometrico di 13% risulta in ogni caso non pesante e godibile. Un ossimoro d’obbligo per il suo retrogusto che è dolcemente amarognolo.

LA VINIFICAZIONE
Il Rosso di Montepulciano Doc 2014 Ferrari Corbelli della Tenuta di Gracciano della Seta è prodotto con un blend composto dal 90% di Prugnolo gentile e dal 10% di uve Merlot. Le vigne del cru Casale, Maramai, sono esposte a sud/sud-est e sud-ovest ad un altitudine di 300-350 metri s.l.m. Il terreno è di tipo limoso argilloso e i vigneti sono allevati a Guyot e a cordone speronato. La fermentazione e la macerazione sulle bucce avvengono in acciaio a temperatura controllata con lieviti indigeni per una quindicina di giorni, con rimontaggi giornalieri. La produzione media del Rosso di Montepulciano Doc è di 30.000 bottiglie annue, quella complessiva di 100.000 con Nobile di Montepulciano, Nobile Riserva e Rosato di Toscana.

La Tenuta di Gracciano, della famiglia della Seta Ferrari Corbelli Greco, si estende su circa 20 ettari vitati. I vigneti sono dislocati in 4 crus: Casale, Toraia, Maramai e Podere Rovisci, ognuno dei quali ha caratteristiche che si differenziano soprattutto per il suolo. Casale è il cru con il terreno più sciolto e produce vini armonici, eleganti e profumati. Il vigneto è stato reimpiantato nel 2008, quindi le uve sono utilizzate per la produzione del Rosso di Montepulciano. Gli altri tre crus hanno una frazione argillosa più importante soprattutto il Podere Rovisci le cui uve sono destinate alla produzione del Vino Nobile Riserva. L’età media delle viti è di 15 anni. Una parte del vigneto Maramai ha più di quaranta anni. La filosofia della Tenuta di Gracciano della Seta è da sempre improntata al rispetto della tradizione e dell’ambiente: non sono utilizzati né concimi chimici né diserbi e i vini cercano di rispettare il più possibile l’espressione del territorio con interventi tecnologici su uve e vini alquanto rispettosi della materia prima.Dal 2015 si sono convertiti all’agricoltura Biologica. Numerosi i riconoscimenti per i loro vini da parte di Gambero Rosso, Slow Wine, Vini di Veronelli.

Prezzo pieno: 5,99 euro
Acquistato presso: Carrefour
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Truffa ”Bollicine”: a Cuneo al via il processo

Un caso quello di ”Bollicine” sul quale si era espressa anche la Corte di Giustizia UE che si era opposta al reinvio a giudizio richiesto dal Gip per scongiurare la prescrizione del reato. Secondo la Corte di Giustizia, la preiscrizione non dovrebbe essere applicata in casi di reati fiscali di una certa gravità, che ledono anche gli interessi economici della UE alla quale va una parte del gettito Iva degli stati membri. Siamo nel 2009, a Cervasca. La Guardia di Finanza di Cuneo scopre una frode fiscale del giro di qualche milione di euro messa in atto da Planet Srl di Cervasca a partire dal 2005. La società acquistava bottiglie di champagne esenti iva attraverso operazioni di false fatturazioni tramite scatole cinesi e società fittizie allo scopo di avere prodotti sottocosto da rivendere a prezzi concorrenziali.  8 gli arresti che hanno portato al sequestro, nel 2012,  di quasi 700 mila euro in immobili di proprietà dei soci della società a copertura dell’iva evasa. Il processo si è aperto a Cuneo: sette indagati accusati di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e altri cinque, legati a società lombarde e campane accusate di concorso in truffa. Processo già renviato a settembre a causa di una errata trascrizione di nominativi agli atti.

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Anteprima vini della Costa Toscana: 7-8 Maggio al Real Collegio di Lucca

Il 7 e 8 maggio protagonisti i vini della Costa Toscana, con una speciale anteprima. Ospite d’onore la regione francese di Champagne. 80 vignerons porteranno in degustazione al Real Collegio di Lucca oltre 500 etichette: l’occasione è l’Anteprima Vini della Costa, l’annuale rassegna dei viticoltori delle province bagnate dal mare ideata dall’Associazione Grandi Cru della Costa Toscana, pronta a conquistare i visitatori con le storie di chi produce il nettare di Bacco.  In programma prestigiosi laboratori, dedicati ai raffinati degustatori che saranno affiancati da educational per chi è alla ricerca di una maggior comprensione del vino: Anteprima Ais Wine School è infatti il progetto dell’edizione 2016 della rassegna pensato per chi vorrà conoscere in pillole i principi della degustazione. A questo sarà affiancata l’iniziativa Anteprima Ais Tutorial, le degustazione guidate per piccoli gruppi attraverso i banchi di assaggio. Le degustazioni si terranno al piano nobile del Real Collegio mentre il salone delle feste accoglierà i produttori della costa. Ampio spazio sarà dato anche alle bollicine, con un itinerario di sapori che dal Lambrusco di Sorbara arriverà fino al Prosecco della Valdobbiadene, con una particolare attenzione alla sempre più ricca e promettente produzione della Costa Toscana. Tra gli ospiti della manifestazione ci saranno i vignerons della regione francese Champagne. La manifestazione sarà poi arricchita – spiegano gli organizzatori – anche da eventi collaterali, come le installazioni e le performance a cura dell’artista Andrea Salvetti che – accompagnato da sapienti artigiani del gusto – presenterà un’inedita officina gastronomica. Infine – grazie alla partnership con il Festival musicale Lucca Classica – non mancheranno “incontri” speciali e incursioni creative tra vino e musica, con passaggi della Street band che animeranno la due giorni al Real Collegio.

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L’ondata di gelo distrugge i vigneti in Irpinia e in Molise, raccolto compromesso

Ingenti danni in Irpinia, colpita da un’ondata di gelo che ha distrutto interi ettari di vigne. Allarme alla Coldiretti: “Stiamo ricevendo migliaia di segnalazioni da tutta la provincia – ha dichiarato il direttore di Coldiretti, Salvatore Loffreda – il freddo fuori stagione che si è abbattuto sulle campagne ha distrutto vigneti, colture frutticole e orticole ma anche cereali e leguminose: i vigneti sono i più colpiti dalla gelata e ci preoccupa perché è a rischio la prossima campagna vinicola, con serie ripercussioni sull’economia della provincia”. Mentre si procede a una prima stima dei danni Coldiretti ha già richiesto alla provincia e alla Regione Campania il riconoscimento dei danni alle aziende e agli operatori del settore colpiti dall’emergenza. “Una situazione gravissima che ci ha spinto a chiedere subito alla Regione e alla Provincia di attivare tutte le procedure utili al riconoscimento dei danni e al conseguente ristoro in favore delle numerose attività coinvolte – ha detto il direttore di Coldiretti, Loffreda – siamo certi che non mancherà il supporto delle istituzioni per consentire ai tanti operatori impegnati nel comparto agricolo di fronteggiare questo disastro”. Mal comune mezzo gaudio non è proprio il caso di dirlo in questo caso visto che anche in Alto Molise i danni sono ingenti: la nevicata del 25 Aprile ha distrutto i vigneti, i germogli sono stati colpiti e non sarà possibile nessun raccolto. Disperato l’appello degli agricoltori alle autorità affinchè intervengano con sgravi fiscali per le aziende che in poche ore hanno visto perso il lavoro di mesi.

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Torna ”Terroir Marche in fiera”: appuntamento ad Ascoli il 21-22 Maggio

Svelato il programma completo di Terroir Marche – Vini e vignaioli bio in fiera 2016, in programma ad Ascoli Piceno sabato 21 e domenica 22 maggio. A Palazzo dei Capitani (Piazza del Popolo) per due giorni torneranno protagonisti il Verdicchio, il Pecorino, il Montepulciano e gli altri vini autoctoni delle Marche derivanti da agricoltura biologica, che potranno essere scoperti e gustati attraverso incontri, laboratori e degustazioni libere, con la possibilità di abbinarli a golosità tipiche del territorio. La prima novità della seconda edizione della manifestazione, annunciata nei giorni scorsi, è il gemellaggio internazionale con l’associazione Ecovin Mosel, grazie al quale saranno presenti ad Ascoli alcuni vignaioli del territorio della Mosella, la patria del Riesling, con le loro produzioni biologiche. Durante il week-end si terranno cinque laboratori di degustazione guidati da importanti giornalisti enogastronomici italiani e stranieri che, calice in mano, racconteranno le caratteristiche dell’enologia marchigiana spaziando tra grandi annate, proporranno una lettura originale della viticoltura della Mosella e apriranno una riflessione a 360 gradi sui tanti modi per giudicare un buon vino. Sabato 21 maggio, alle ore 11, l’ambasciatrice della Mosella Sonja Christ-Brendemühl e il giornalista degustatore Pierpaolo Rastelli guideranno i partecipanti alla scoperta del metodo biologico in una regione dove il clima può essere davvero estremo ma dove la luce e l’ardesia sono ingredienti fondamentali di un terroir eccezionale, in grado di regalare alcuni dei vini bianchi più longevi del mondo. Mentre alle ore 15 la giornalista australiana Jane Faulkner focalizzerà proporrà una ”polaroid” dei due autoctoni rossi marchigiani, il Sangiovese e il Montepulciano, in un’annata classica nel laboratorio ”2010 sfumature di rosso”. Alle ore 17 il professore di Estetica Nicola Perullo (Università Scienze Gastronomiche di Pollenzo) e il wine blogger Alessandro Morichetti spazieranno tra assolutismo enoico e immaginazione per capire come si riconosce e valuta un buon vino nel laboratorio ”Epistenologia. Il mondo del vino tra i 100/100 di Robert Parker e la tovaglia a quadretti della nonna”.  Domenica 22 maggio, alle ore 11, il focus andrà su uno dei vini rossi che hanno fatto la storia dell’enologia Marchigiana, letto e interpretato da giornalista e degustatore Francesco Falcone nelle sue diverse evoluzioni tra annate vicine e lontane all’interno del laboratorio ”Barricadieri”. Alle 15, infine, il giornalista e degustatore Antonio Boco proporrà le sue ”2010 sfumature di bianco”, viaggio tra i grandi vini bianchi delle Marche in un’annata caratterizzata da un’ottima freschezza aromatica. Per l’intera durata del week-end, da mattina a sera, saranno allestiti banchi d’assaggio ad accesso diretto con oltre 120 vini biologici delle Marche e della Mosella e prodotti tipici del territorio. Il ticket d’ingresso giornaliero (12 euro; 10 euro per soci Ais, Fis, Slow Food, Onav, Fisar, Aies) comprende accesso ai banchi di degustazione, calice, visita guidata al centro storico di Ascoli, partecipazione a eventi collaterali ad eccezione dei laboratori guidati. Il programma completo della manifestazione è sul sito www.terroirmarche.com.  Nei giorni della fiera a Palazzo dei Capitani sarà inaugurata la mostra fotografica ”Le Marche di Mario Dondero”, prima esposizione realizzata in Italia per raccontare la preziosa opera di uno dei fotografi e fotoreporter più importanti del Novecento italiano e, in  particolare, il suo rapporto con le Marche, scelte come terra da vivere ed esplorare a partire dagli anni Novanta. Attraverso 40 scatti, i visitatori saranno accompagnati tra volti, scorci e paesaggi alla scoperta di uno spaccato unico del territorio regionale, visto, ripreso e raccontato ad altezza d’uomo. L’inaugurazione della mostra, prodotta dal consorzio Terroir Marche e realizzata in collaborazione con la Fototeca Provinciale di Fermo – cui è stato affidato il compito di  salvaguardare lo sconfinato archivio fotografico di Dondero – sarà inaugurata venerdì 20 maggio, alle ore 18, a Palazzo dei Capitani, dove rimarrà allestita nei due giorni  successivi dalle ore 9 alle 18, prima di essere riproposta al Forte dei Malatesta nel mese di giugno. Acquistando il biglietto per la seconda edizione della fiera “Terroir Marche” (12 euro) i partecipanti alla manifestazione avranno così la possibilità di visitare la mostra, ritrovando nel calice e nelle fotografie esposte quello stesso “terroir spirituale” di chi sa cogliere nei piccoli dettagli l’anima profonda delle cose e delle persone.

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”Gare del Vino di Langhe e Roero 2016” a Cherasco a colpi di golf

A Cherasco, si brinda alle quindicesime Gare del Vino di Langhe e Roero 2016, al via domenica 1 maggio, con la prima di sette gare atte a celebrare il Vino ed il territorio; di queste sette, due sono PRO-AM, gare in cui ogni squadra è composta da quattro giocatori – un professionista e tre dilettanti. Queste gare si sono oramai trasformate in un appuntamento di ampio rilievo nel panorama del golf nazionale e di forte richiamo per i giocatori, appassionati della buona tavola e del buon bere. Il campo del Golf Club Cherasco si aprirà simbolicamente alla battaglia, con giocatori di varie origini, pronti a sferrare colpi di swing e conquistare le 18 buche per brindare alla vittoria con ottime bottiglie di Barolo. Il Golf Club Cherasco da molti anni si è fatto portabandiera dell’abbinamento tra il golf e l’enogastronomia piemontese, promuovendo le eccellenze del territorio e destagionalizzando l’incoming, soprattutto relativo a turisti stranieri e più in generale legato allo sport, verso questa terra di Langa immensamente ricca di gusto, di cultura, di storia e tradizione. In quest’ottica il Golf Club Cherasco ha saputo dar vita ad un nutrito calendario gare, coinvolgendo grandi aziende vitivinicole del territorio per la promozione di etichette e sapori tipici. Sono così nate le Gare del Vino che, negli anni, hanno ottenuto un clamoroso successo, assumendo un tono sempre più particolareggiato sul territorio, con un consenso ed una partecipazione che conta i migliori giocatori italiani ed europei. ”Abbinare le nostre gare di maggior rilievo alle eccellenze del territorio ci è parso quanto mai naturale,- sostengono Brunello Olivero e Corrado Graglia, rispettivamente Presidente e Direttore del Golf Club Cherasco – partendo dalla consapevolezza che il turismo sportivo in unione con quello enogastronomico è la grande carta sulla quale dobbiamo puntare. Impegnandoci insieme al Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, ATL Alba, Bra, Langhe e Roero, Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, Cherasco Eventi e Ascom Bra, su un terreno comune, con obiettivi collettivi è possibile realizzare ciò che le singole realtà turistiche, per quanto attraenti e di alto livello, non sempre possono raggiungere. Il buon Vino e il buon Cibo sono i capisaldi che il nostro territorio offre ai turisti e rappresentano una grande attrattiva per gli stranieri. Ecco perché uno sport tanto amato soprattutto all’estero, come il golf, deve legarsi in modo naturale a questi elementi, offrendo le delizie del territorio consolidate dalle potenzialità del territorio stesso tra cui le strutture ricettive di qualità”.  Mastikol è un marchio che non poteva di certo mancare tra le prestigiose ProAm del Vino di Langhe e Roero a cui è intitolata la PRO-AM di lunedì 9 maggio. Grazie alla passione viscerale del suo patron, Patrizio Bauducco, il marchio Mastikol è diventato una sicurezza, sia sul green che fuori. Nove anni fa, Bauducco, innamoratosi del golf, ha imparato a coniugare un lavoro molto impegnativo come presidente della Mastikol, leader nel mercato internazionale dei prodotti adesivi e sigillanti, che lo portava in giro per il mondo, con quel divertimento che lo aveva letteralmente stregato, iniziando ad incontrare i suoi clienti e a firmare contratti tra una buca e l’altra.

Le gare lo hanno portato a frequentare alcuni tra i più bei campi del mondo, ma il suo cuore continua a battere forte per il green cheraschese, in particolare per la filosofia che lega le eccellenze eno-gastronomiche del territorio con le realtà aziendali ed economiche, attraverso uno degli sport più appassionanti al mondo.

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Nasce la ”Fondazione Territoriale Brunello di Montalcino”

Sarà aperta anche a contributi esterni e finanzierà progetti di crescita e sviluppo territoriale e di interesse sociale. La gestione sarà autonoma rispetto al Consorzio e verrà sostenuta grazie a contributi volontari da parte dei produttori. Previsto un budget iniziale tra i 150 ed i 200mila euro. Il ”sistema Montalcino” da oggi è più forte. E stata infatti approvata dall’assemblea del Consorzio del Brunello la creazione della ”Fondazione Territoriale Brunello di Montalcino”. Sul modello di quelle bancarie, la Fondazione è nata per sostenere finanziariamente progetti di sviluppo del territorio su diversi fronti: dal turismo al recupero e restauro di beni artistici e culturali ma anche nel campo del sociale e dell’integrazione. La Fondazione, pur essendo espressione del Consorzio, avrà una gestione autonoma e non sarà comunque chiusa a partecipazioni e contributi esterni. Il cda, che eleggerà il Presidente entro il mese di maggio, sarà composto da sette consiglieri di cui 5 indicati dal Consorzio ed uno dal il Sindaco di Montalcino, egli stesso membro del cda, scelto tra le realtà rappresentative del mondo imprenditoriale. La scelta di inserire il Sindaco di Montalcino nel board – in veste istituzionale e senza alcun ruolo politico – vuole essere un contributo alla migliore comprensione di quali siano ambiti e progetti che necessitano di maggiore intervento. Le risorse da destinare al territorio verranno dal contributo volontario dei produttori, quantificabile in 1-2 centesimi a bottiglia, o meglio a ”fascetta” che, secondo le prime stime, consentirebbe di ottenere un budget iniziale di 150-200.000 euro all’anno. I contributi non saranno distribuiti a pioggia ma, di anno in anno, puntando su progetti e idee concrete e ben delineate. Obiettivo è sostenere la crescita del sistema economico e sociale di Montalcino. Come sottolinea il Presidente Fabrizio Bindocci  ”questa iniziative evidenzia il nuovo ruolo dei consorzi che da ente di tutela stanno diventando attori insostituibili della crescita e promozione dei territori. Un’esperienza, quella di una Fondazione di un Consorzio del Vino, già sperimentata in passato (dal Consorzio del Chianti Classico che, nel 1991, ha lanciato una sua Fondazione, per la tutela del territorio e valorizzazione dei suoi beni artistici, culturali e ambientali). Ma – prosegue Bindocci – che con alcune peculiarità, e con il valore del brand del Brunello di Montalcino, tra i più forti a livello mondiale, potrebbe aprire una strada virtuosa che altre importanti denominazioni del vino italiano che, in qualche modo, diventano ”banche” per i loro territori. E’ un modello innovativo perché il valore aggiunto creato da Brunello rimane sul territorio e lo fa crescere.” Per il Vicepresidente Bernardo Losappio – che ha curato tutto l’iter che ha portato alla creazione della Fondazione – ”è uno strumento importante ed interessante per il territorio, uno strumento innovativo che vorremmo lasciare come ultimo segno di questo Consiglio che concluderà il proprio mandato a maggio 2016. Noi crediamo nel ruolo del Consorzio come forza economica che deve essere parte attiva dello sviluppo del territorio, territorio che nel suo complesso è uno dei grandi elementi che danno valore al Brunello di Montalcino e lo rendono unico, così come il Brunello continua a rendere importante Montalcino nel mondo”.

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Bonarda dell’Oltrepò Pavese Doc 2014 Vaiolet, Monsupello

Si sviluppa davvero una bella spuma alta nel calice una volta versato il vino oggi sotto la nostra lente di ingrandimento. Bonarda dell’Oltrepò Pavese Frizzante Doc, Vaiolet, prodotta da Monsupello, annata 2014. Azienda pluripremiata con ben 112 medaglie d’oro in concorsi enologici, presente nella ristorazione più qualificata sia in Italia che all’estero, nelle enoteche professionali, ma anche nelle Gdo di qualità che destinano parte degli scaffali a enoteca, come quella a cui ci siamo rivolti per questa degustazione.  Nel calice il colore è rosso intenso con riflessi violacei,  impenetrabile. Il profumo è intenso, schietto e fine tipico della bonarda. I sentori sono semplici di piccoli frutti rossi, il ribes e il gelso predominano, ma anche la violetta non è timida. Vino caldo, piacevolmente rotondo e secco. Il sorso è vivace ed invitante, fresco e leggermente sapido: il retrogusto piacevolmente amarognolo. Un tannino equilibrato, integrato perfettamente nel contesto per un finale sufficientemente persistente che chiude sul frutto. Molto beverino, una Bonarda con una spanna in più, anche per il prezzo decisamente oltre la media che forse non tutti sono disposti a spendere per questa tipologia di vino. La Bonarda dell’Oltrepò Pavese Frizzante Doc, Vaiolet prodotta da Monsupello va stappata al momento del servizio e servita ad una temperatura di 14 /16 gradi. Non si presta ad un lugno invecchiamento, anzi, è ideale il suo consumo nell’arco di 2 o 3 anni. Si accosta a tutto pasto con antipasti a base di salumi, primi piatti strutturati quali ravioli al sugo o tagliolini, secondi a base di carni bianche e rosse, arrosti.

LA VINIFICAZIONE

Prodotta con uve Croatina al 90% e per il restante 10% da uve Barbera. Le uve sono allevate a guyot sulla fascia collinare nei comuni di Torricella Verzate, Redavalle e Pietra de’ Giorgi, in vigneti dell’età di 20 anni esposti a sud-ovest su terreni argillosi-limonosi. La densità di impianto è di 4000 eppi ad ha per una resa di 90 quintali/ha. La potatura secca a Guyot viene eseguita a partire da dicembre, mantenendo un numero di 10-11 gemme per ceppo. Da maggio, con la scacchiatura e la spollonatura vengono eliminati i germogli superflui e legati quelli principali; sono operazioni basilari per mantenere un buon equilibrio vegetativo e produttivo della pianta, soprattutto nel caso di vigneti giovani. A meta agosto, dopo l’invaiatura, viene eseguito il primo diradamento dell’uva per distribuire al meglio la produzione della vite sui tralci più vicini al ceppo e per evitare che si creino affastellamenti di grappoli (causa principale dell’attacco di muffa grigia nelle annate umide); un secondo diradamento dei grappoli, fatto a metà settembre, favorisce una migliore maturazione dell’uva, permettendo di avere una maggior concentrazione di sostanze zuccherine e fenoliche, un ridotto tenore di acidità ed una migliore sanità del prodotto. Da oltre 10 anni viene praticato l’inerbimento dei vigneti per creare un più equilibrato rapporto chioma-radice della vite e per salvaguardare gli insetti utili al vigneto; per lo stesso motivo vengono utilizzati antiparassitari a basso impatto ambientale ed evitato l’utilizzo di diserbanti chimici. La raccolta dell’uva è manuale, ad inizio ottobre, in cassette da 18 kg. La vinificazione ha inizio con la diraspapigiatura, per passare, dopo un periodo di pre-macerazione a freddo, alla fermentazione alcolica. Dopo circa 12 giorni, nella svinatura, si estrae il vino fiore che sarà la base per il Vaiolet. Dopo almeno due travasi ed una stabilizzazione proteica, la Bonarda viene fatta rifermentare in autoclave (previa aggiunta di mosto dolce e lieviti selezionati) per essere poi microfiltrata ed imbottigliata. L’azienda agricola Monsupello nasce nel 1893, fondata dalla famiglia Boatti sulle colline dell’Oltrepò Pavese. Dispone di circa 50 ettari vitati coltivati sia a vitigni autoctoni che internazionali, allevati con rese basse per regalare vini complessi ed equilibrati. Una cantina dotata di moderne attrezzature tecnologiche, ma che applica tecniche di vinificazione tradizionali. La produzione annua è di circa 250.000 bottiglie di cui 60.000 spumanti metodo classico che oggi fanno di Monsupello una delle realtà italiane, dell’Oltrepò, più apprezzate nella spumantistica. Citata dalle maggiori riviste e pubblicazioni enologiche come Gambero Rosso, Slow Wine, Vini di Veronelli, Vini dell’Espresso.

Prezzo pieno: 7,90 euro

Acquistato presso: Iper/Finiper

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Addio Spritz? Negrar lancia l’aperitivo ”Flaming Lips” a base di Recioto

Sabato 30 aprile, dalle 15 alle 19, tutti invitati all’Enoteca Domìni Veneti di via Cà Salgari 2 , a Negrar in Valpolicella per il battesimo ufficiale di Flaming Lips, l’aperitivo a base di Recioto spumante proposto in edizione limitata a Vinitaly 2016. “Passeremo qualche ora in compagnia, con assaggi del nostro aperitivo, di cui sveleremo nell’occasione le dosi della ricetta, ideata da due nasi d’eccezione, i veronesi Enrico Fiorini e Gianluca Boninsegna, rispettivamente migliori sommelier Ais Veneto 2014 e 2015″, spiega Natascia Lorenzi, responsabile marketing della Cantina. A lei si deve l’idea di gustare in modo nuovo e originale il Recioto della Valpolicella Docg Spumante Domìni Veneti ed anche il nome Flaming Lips, ossia labbra fiammeggianti, dal gioco di riflessi rubino violacei creati nel bicchiere dal rinfrescante aperitivo, composto da Recioto spumante, acqua tonica dry, cointreau, lime e zucchero di mirtillo. Flaming Lips è l’ultima iniziativa, in ordine di tempo, proposta dalla cantina cooperativa negrarese per il rilancio del Recioto della Valpolicella, che passa attraverso un progetto di ricerca di nuovi abbinamenti gustativi, anche a tutto pasto, e quindi a proposte di consumo più attuali per questo vino passito rosso dolce che rappresenta la storia e la tradizione della Valpolicella, a tutt’oggi prodotto in numeri molto limitati (CVN conta 60 mila bottiglie all’anno nelle varie tipologie, pari al 17% dell’intera produzione della Denominazione), e consumato per la maggior parte in provincia di Verona. “A crederci poco sono prima di tutto le aziende vitivinicole del territorio, forse perché lo danno perdente in partenza, in quanto il gusto per i vini secchi oggi è predominante, ma il nostro Recioto è un passito rosso dagli aromi unici che può conquistarsi una ribalta internazionale di tutto pregio. Dobbiamo però tornare a prestargli attenzione e non trattarlo come un vino di risulta dopo la cernita di Amarone e Ripasso, dedicandogli le migliori risorse, dalla scelta delle uve nelle zone più adatte alla scelta dei migliori legni fino ad un adeguato affinamento in bottiglia per essere certi della qualità”, afferma Daniele Accordini, enologo e direttore della Cantina. CVN ruolo da apripista, ma per vincere è necessario non essere soli. Il rischio per il Recioto della Valpolicella, altrimenti, è quello discomparire lentamente, come è successo con alcune tipologie non più prodotte nel tempo, come quella liquorosa, oppure molto rare, come le versioni ammandorlata e spumante, quest’ultima prodotta con il metodo Martinotti fin dagli anni Trenta del secolo scorso ininterrottamente solo dalla Cantina. “Già Luigi Messedaglia, medico, storico e letterato veronese noto anche per i suoi studi di agronomia, nel suo ”Arbizzano e Novare – Storia di una terra, della Valpolicella”  descriveva nel 1944 la champagnizzazione del Recioto operata dalla nostra cantina”, ricorda a questo proposito Renzo Bighignoli, presidente di Cantina Valpolicella Negrar. “La nostra produzione di Recioto spumante è ancora di nicchia – 4 mila bottiglie vendute soprattutto nel periodo natalizio in abbinamento al pandoro -, ma con il Flaming Lips siamo pronti a produrne di più. Soprattutto, confidiamo siano pronti a produrlo anche altri viticoltori della Valpolicella, perché ci prendiamo volentieri il ruolo di apripista, vista anche la nostra natura sociale, ma per riaffermare il Recioto della Valpolicella sul mercato non dobbiamo essere soli, a vincere, specie in un mercato globalizzato come il nostro, sono sempre le azioni di squadra”, chiosa Accordini.

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Di cantina in cantina sulle strade del Bardolino e del Chiaretto

Itinerari golosi tra vini e piatti tipici, domenica 15 maggio 016 per scoprire e gustare il territorio del Bardolino e del Chiaretto. Un invito, fatto dalla Strada del Vino Bardolino, a scoprire le aziende lungo la sponda veneta del lago di Garda e del suo entroterra con tre percorsi, per un totale di 15 aziende, pronte a far scoprire ad appassionati e winelover i propri vini, abbinati a specialità gastronomiche del territorio veronese. In tutta la giornata di domenica, dalle 11 alle 19, si potranno assaggiare in abbinamento al Chiaretto – classico vino rosé leader nazionale nell’ambito dei rosati a menzione geografica – e Bardolino – il vino rosso delle colline gardesane – proposte quali le tre stagionature del formaggio Monte Veronese, o la porchetta al Chiaretto, o ancora le sarde in saor con la polenta, i crostini al pesce di lago, la carne di manzo al ristretto di Bardolino, il gelato al Chiaretto e all’olio extravergine del Garda, e la pizza contemporanea in accostamento al Chiaretto, che tanto successo ha avuto al recente Vinitaly. Tre quindi i percorsi, ognuno comprensivo di visita e degustazione in cinque cantine specifiche di quel tracciato, più due altre visite libere a cantine localizzate sugli altri itinerari. Un totale di sette diverse tappe, al prezzo complessivo di 23 euro a persona. I tickets per le degustazioni si potranno acquistare domenica 15 maggio direttamente in una qualunque delle cantine aderenti. E per chi volesse muoversi in sicurezza, è previsto un servizio navetta tra le cantine, prenotabile, al costo di 16 euro a persona. ”I visitatori – dice Claudia Benazzoli, presidente della Strada del Bardolino -, oltre a gustare i vini del territorio, avranno la possibilità di confrontarsi direttamente con i produttori per approfondire il loro lavoro, dalla vigna alla cantina. Per i vignaioli, invece, è l’occasione per fare squadra, con lo scopo di promuovere il territorio”.Ma quali sono i tre percorsi previsti? Il percorso A si sviluppa ai piedi del monte Baldo con soste presso Garda Natura di Marciaga, alla Tenuta la Presa di Caprino Veronese, da Gentili a Pesina e poi da Cà Bottura sulla Rocca di Bardolino e Le Fraghe a Cavaion Veronese, con l’aggiunta di degustazioni jolly in due delle cantine degli itinerari B e C. Il percorso B è tutto sulle colline alle spalle del paese di Bardolino, con soste da Zeni 1870, Costadoro, Valetti, Casaretti e poi Benazzoli a Pastrengo, ovviamente con l’aggiunta delle due tappe jolly scelte liberamente negli altri itinerari. Il percorso C si sviluppa soprattutto sulle colline di Lazise, con fermate da Bergamini, Le Tende, Roccolo del Lago, Le Ginestre e poi Il Pignetto a Bussolengo, più le due tappe jolly. Due sono le proposte week end per chi volesse godere in pieno di questa iniziativa: ”Weekend diVino sul Lago di Garda” con la possibilità di dormire in hotel o bed and breakfast, partecipare a ”Di Cantina in Cantina” e cenare al ristorante; il secondo che ha per titolo ”Soggiorno di Benessere sul lago di Garda”, oltre al carnet di ”Di Cantina in Cantina” prevede una stanza presso una struttura termale e una cena in un ristorante. Un week end per tutti i gusti e per tutte le tasche per godere in pieno delle meraviglie del Lago di Garda.

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Barolo Limited Edition ”La classe non è acqua”, da Serradenari per Juventus

La Cantina Serradenari di La Morra, di proprietà della famiglia Diatto-Negri, da sempre considerata cantina di eccellenza artigianale, la vetta del Barolo nel quale si produce ”il barolo più alto del mondo”, da oggi può raccontare una storia in più. Giovanni Negri, spinto da un’accesa passione calcistica bianconera ha pensato di disegnare e dedicare alla sua squadra del cuore una nuova etichetta di Barolo ”La classe non è acqua”, etichetta a tre colori, bianco, nero e giallo, come il logo della squadra. ‘È un gioco, un omaggio alla fede calcistica che accomuna tutto in nostro gruppo, dal cantiniere al grafico, passando per il sottoscritto” ha dichiarato alla Stampa Giovanni Negri. ”Quando avevo otto anni giravo con la figurina sbiadita di Gianpiero Combi in mano e con i racconti di mio padre e mio zio nelle orecchie sulla mitica cinquina realizzata dalla Juventus tra il 1931 e il 1935. Dicevano che era stata un’impresa irripetibile, così qualche tempo fa mi è venuta l’idea di rendere omaggio a quel ricordo, se davvero la Juve fosse riuscita a ripetere il record” ha continuato. Pronti via, in men che non si dica è arrivato il barolo versione limited edition per festeggiare il fortunato ciclo di successi juventini. Cinque anni di vittorie, lunghi come l’affinamento del barolo targato ”La classe non è acqua”, vendemmia 2011. Un exploit che resterà isolato secondo Negri, salvo che la Juve riuscisse a vincere per tre anni consecutivi la Champions League, in tal caso ”non basterebbero i magnum di Barolo per festeggiare”, parola di Giovanni Negri.

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Come si produce un Amarone elegante e complesso? Lo spiega la famiglia Tedeschi

L’azienda Tedeschi, situata a Pedemonte in Valpolicella vanta una storia vinicola lunga quasi quattro secoli e lavora da sempre con attenzione per conoscere e valorizzare le potenzialità del territorio, rispettandone inclinazione e tempi. Per questa storica realtà della Valpolicella, parte delle Famiglie dell’Amarone d’Arte, ascoltare le esigenze e i tempi della terra è tra i principi che guidano da sempre le scelte di sviluppo aziendale e il percorso intrapreso da papà Renzo a partire dagli anni ’60.

Secondo Riccardo Tedeschi, enologo di famiglia ”L’Amarone Monte Olmi è frutto della brillante intuizione di nostro padre Renzo, che ha saputo cogliere le potenzialità del terroir e farne un cru fin dal 1964. Noi raccogliamo la sua eredità e cerchiamo di dare il meglio annata dopo annata. Per ogni vendemmia ricerchiamo volume, eleganza e grande personalità. E’ nostro obiettivo fare un vino capace di distinguersi nelle degustazioni alla cieca e non solo, a significarne il forte carattere distintivo”.

Questo si concretizza in un’intensa attività di ricerca che la famiglia Tedeschi ha avviato da anni sui terreni di proprietà, perché, come sottolinea Sabrina Tedeschi, responsabile Marketing dell’azienda: ”E’ fondamentale l’attenzione ai dettagli a tutti i livelli: in vigna, in appassimento, in cantina. Ed è grazie a questa meticolosa cura che ogni nostro acino, così come ogni nostro vino, ha una bellissima storia da raccontare”.

Si è recentemente conclusa infatti, un’analisi effettuata sul terroir, per valutare gli impatti finali sul vino amarone dell’ecosistema. Innanzitutto sono stati individuati 39 profili pedologici nelle aree di produzione più rappresentative, analizzate attraverso foto aeree ed elaborati di carattere geologico e geomorfologico.

Per ciascun profilo, sono stati valutati il livello di drenaggio, l’esposizione solare, l’escursione termica, l’altitudine, la ventilazione e la composizione dei terreni, evidenziando gli elementi in grado di influire sulla struttura, l’aroma e la longevità dell’Amarone.

A seguito dell’analisi sono emersi alcuni fattori determinanti per l’ottenimento di un vino elegante e complesso a livello aromatico ovvero: buon drenaggio, esposizione solare e microclima ventilato. Tutti fattori che concorrono all’ottenimento di uve sane che possono giungere a corretta maturazione, essere raccolte in via tardiva e sopportare un lungo periodo di appassimento in fruttaia.

Il microclima ventilato riducendo la degradazione degli acini in fase di maturazione migliora la composizione fenolica delle uve ed è responsabile di aromi eleganti. Il terreno, nella frazione calcarea dona complessità e la presenza di ferro e minerali favoriscono note speziate e di frutta rossa come amarena e ciliegia.

La frazione sabbiosa invece, secondo le analisi, accentuerebbe le note di frutti di bosco, ribes e lampone. Longevità e struttura invece sarebbero conferite dall’argilla, responsabile di estratto secco, tannini e pigmenti fenolici. Una composizione del terreno bilanciata, favorisce vini equilibrati e longevi, mentre la presenza di ghiaia di origine alluvionale incoraggia la produzione di vini più freschi.

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Prince consumava vino “in modeste quantità”, come previsto dalla sua fede

”Un pasto senza vino è come un giorno senza sole”, probabilmente a pensarlo non era solo Anthelme Brillat-Savarin, ma anche Prince, la pop star recentemente scomparsa che pur non essendo un grande bevitore consumava vino. Non amava la birra, ma il vino che beveva in modeste quantità. Questo è quanto dichiarato da un membro della sua chiesa, James Lundstrom, della chiesa di St. Louis Park Kingdom Hall. La rockstar era infatti un devoto testimone di Geova, secondo la cui fede il vino non è vietato, ma va consumato con moderazione.

Non sopportava il whisky che disgustava letteralmente e spesso era andato sull’argomento con Lundstrom che lo aveva invitato a provare quello giusto. Sulla causa della morte di Prince continua ad aleggiare il mistero anche se il suo legale smentisce che facesse uso di droga: ”Non era drogato e amava la vita. Conduceva una vita salutista, era vegano e famoso per il suo stile di vita pulito” ha affermato l’avvocato McMillan. Probabilmente nella sua dieta c’era anche il famoso bicchiere di vino al giorno, che però non ha impedito la sua scomparsa a 57 anni.

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”Nel Sannio coltiviamo emozioni”, la presentazione del libro oggi a Benevento

Presentato in anteprima al Vinitaly, sarà presentato oggi, nella sala conferenze di Palazzo De Simone a Benevento il volume ”Nel Sannio coltiviamo emozioni”, pubblicato dal Sannio Consorzio Tutela Vini con il contributo e la collaborazione di numerosi docenti, studiosi e ricercatori. La presentazione è organizzata dal Consorzio Sannio in collaborazione con l’Università degli Studi del Sannio – Dipartimento di Diritto, Economia Management e Metodi Quantitativi (Demm). Ad aprire l’incontro saranno il prof. Giuseppe Marotta direttore del Dipartimento DEMM, e il presidente del Consorzio Sannio Libero Rillo. A seguire gli interventi dei curatori e degli autori dello studio. Il volume, che è suddiviso in tre parti, rappresenta un viaggio attraverso la storia, la cultura e i paesaggi della vitivinicoltura del Sannio beneventano. Un viaggio tout court nel mondo vitivinicolo sannita, asset strategico di rilevante valore per la provincia di Benevento.

Un’opera progettata con l’obiettivo di presentare il percorso progettuale avviato, dove la condivisione di nuove informazioni e conoscenze hanno il compito di incrementare la flessibilità del sistema vitivinicolo, e comunque di creare nuove risorse e competenze capaci di rafforzare i vantaggi competitivi della filiera. Si tratta di un lavoro che contribuisce, storicamente e scientificamente, a dare ulteriore linfa al rinnovamento strategico avviato, necessario per costruire una visione del Sannio vitivinicolo come un ambito territoriale nel quale sperimentare politiche diffuse e condivise, orientate ad aumentare la competitività e l’attrattività del territorio, con un’attenzione particolare alla coesione e alla responsabilità sociale, alla diffusione della conoscenza, alla crescita creativa, all’accessibilità e alla libertà di movimento, alla fruibilità dell’ambiente (naturale, storico-architettonico), alla bellezza del paesaggio e al benessere dei cittadini. Un lavoro che costituisce l’inizio di un percorso condiviso che ha come meta la ricerca di idee e valori, per la costruzione di un futuro sostenibile della vitivinicoltura sannita e campana quale strumento di valorizzazione e tutela di una terra fertile di emozioni.

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A Roma al via Eataly Wine Festival 2016 in collaborazione con Doctor Wine

Eataly Ostiense, in collaborazione con Doctor Wine, dà il via a ”Eataly Wine Festival 2016”. Tre giorni completamente dedicati ai vini italiani. Oltre 100 vini e 4 grandi ristoranti romani. Musica dal vivo, incontri con i produttori, seminari e approfondimenti. Il Festival si svolgerà al terzo piano. Le degustazioni si svolgeranno, venerdì dalle 18 alle 24, sabato e domenica dalle ore 12 alle 20. All’area degustazione vini si accederà solo tramite acquisto del braccialetto. Acquistando solo il bicchiere e la taschina invece si avrà accesso solo all’area food e alla vendita vini in mescita, pagando le consumazioni con i gettoni. Venerdì e sabato il Festival continuerà fino all’una di notte, anche dopo la chiusura dell’area degustazione vini con l’area food e mescita vini che rimarrà aperta.

I Produttori
Allegrini, Azienda Agricola Caí Viola, Azienda Agricola Luigi Tecce, Azienda Agricola, San Cristoforo, Argiolas, Basilisco , Bertani, Brandini , Borgogno, Bucci, Bellavista, Cantine Del Castello, Cantine Lunae, Cantina Viola, Casa D’Ambra, Casale Del Giglio, Casale Della Ioria, Cavit, Cefalicchio, Chiarli Cleto, Collavini , Contadi Castaldi, Colle Massari, Colle Picchioni, Di Majo Norante, Conti Di Buscareto, Erste Neue, Felsina, Fattoria La Rivolta, Feudi San Gregorio, Firriato, Fontanafredda, Grattamacco, Kaltern Caldaro, Le Vigne Di Zamù, Lungarotti, Masciarelli, Mediatis (selezione di vini stranieri), Ognissole, Ronco Dei Tassi, Sergio Mottura, Mirafiore, Planeta, Petra, Rivetti, San Michele Appiano , San Giovanni Di Sole Di Terra, Serafini & Vidotto, Tormaresca, Valle Reale

Seminari
Degli imperdibili appuntamenti per degustare e conoscere i vini raccontati da Daniele Cernilli e dal suo staff. I rossi del centro-sud (Venerdì 29 dalle 19 alle 19.45);  I rossi del centro, sud e isole (Sabato 30 dalle 15 alle 15.45), I rossi del centro (Sabato 30 dalle 17 alle 17.45); I bianchi del centro-sud (Sabato 30 dalle 19 alle 19.45)Le bollicine (Domenica 1 maggio dalle 15 alle 15.45); I rossi del nord (Domenica 1 maggio dalle 17 alle 17.45); I bianchi del nord (Domenica 1 maggio dalle 19 alle 19.45).

Proposte gastronomiche
Paolo e Leopoldo Cacciani ( Il “Cacio e pepe” di Cacciani a Frascati); Oste della Bon’Ora (Porchetta romana con misticanza e pane croccante);  Flavio Al Velavevodetto (Involtini e polpette al sugo); Attilio Servi  (Tortina romana con ricotta di pecora e visciole, Zuppa inglese tradizionale)

L’Extra Wine
I live music Jazz (dalle ore 21.30):  29 Aprile Vigliar G Trio (Gianluca Vigliar, Marco Valeri, Vincenzo Florio);  30 Aprile: Poeti- Lussu- Ricciardi Trio

Show Cooking
Ogni giorno uno chef diverso si esibirà nella preparazione di un piatto accompagnato da un vino perfetto.  Venerdì 29 dalle 19.30 alle 20.00: Paolo Cacciani; Sabato 30 dalle 16.30 alle 17: Attilio Servi; Sabato 30 dalle 19.30 alle 20: L’Oste Della Bon’Ora; Domenica 1 dalle 12.30 alle 13.00: Flavio Al Veloavevodetto.

Modalità di ingresso all’area degustazione
5 €: calice e taschina per accedere al Festival
12 €: ingresso con braccialetto valido per una sola giornata, con il quale sarà possibile accedere all’area degustazioni vini
30 €: ingresso con braccialetto valido per le tre giornate del Wine Festival, con il quale sarò possibile accedere all’area degustazioni vini.

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Sedriano (MI): cantine svaligiate nella notte. Grosso colpo in bottiglie di vino costoso

Vino ormai ufficialmente bene rifugio. Investire in quello che viene definito ”oro liquido” frutta il 160% in più rispetto ad un qualsiasi altro investimento nel settore finanziario. Il settore vitivinicolo secondo i dati diffusi dal Censis è tra i più ambiti per gli investimenti con il 30,6% dei risparmiatori disposto a scommetterci. Oggetto degli investimenti soprattutto le etichette di vino di fascia alta, apprezzate in Italia e all’estero ed in particolare nei mercati emergenti come quello cinese, paese in cui gli investitori sono disposti a pagare ingenti cifre in contanti pur di accalappiarsi le migliori etichette. Sarà stato quindi un furto a scopo di investimento quello avvenuto la scorsa notte a Sedriano in provincia di Milano? Oppure a scopo di consumo personale o per ricettazione nel settore della ristorazione. Al momento nessuna altra notizia in merito, fatto sta che alcuni individui si sono introdotti notte tempo in tre cantine e hanno portato via un ”goloso” bottino in costose bottiglie di vino, sicuramente a bordo di un mezzo idoneo. Amara la sorpresa dei condomini, che al mattino hanno scoperto le serrature forzate e il loro ”tesoretto” andato in fumo. Un paese ”vessato” da numerosi furti in appartamento, ma anche in cantine e box dalle quali solitamente vengono prelevati strumenti di lavoro, biciclette o moto. Ladri sommelier o aspiranti tali che probabilmente stanno già brindando alle spalle dei malcapitati.

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La finale del ”Miglior Sommelier d’Italia” in autunno a Praga

Si svolgerà a Praga in autunno la finale del concorso “Miglior sommelier d’Italia”. L’evento sarà ospitato presso l’Istituto Italiano di Cultura, nella sua storica sede situata nel quartiere di Mala Strana. A comunicarlo, Giuseppe Vaccarini, presidente Aspi (Associazione sommellerie professionale italiana) che ha anche annunciato l’apertura di una sede dell’associazione nella capitale ceca. “L’obiettivo della nostra presenza stabile in questa bellissima città – ha spiegato lo stesso Vaccarini – sarà quello di diffondere e valorizzare la cultura del vino in Repubblica ceca, in primo luogo attraverso l’organizzazione di corsi diretti alla formazione di sommelier professionisti, così come a semplici cultori del vino di qualità”. La Repubblica ceca  è oggi capitale mondiale della produzione e del consumo della birra (primo posto europeo per litri annui pro capite). Grazie ad un miglioramento del tenore di vita e alla maggior diffusione di vino di qualità negli ultimi anni sta facendo passi da gigante nell’ambito del consumo di vino anche italiano. Un’ iniziativa, questa di Aspi, che sarà una leva importante per avvicinare ancor di più i winelovers cechi al vino italiano.

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Torna Birra Expo Piacenza dal 6 all’8 maggio

Venerdì 6, sabato 7 e domenica 8 maggio, torna Birra Expo Piacenza. La manifestazione fieristica dedicata alla birra artigianale, giunge quest’anno alla terza edizione. I locali di Piacenza Expo si preparano ad accogliere tutti i visitatori che vorranno partecipare ad uno degli appuntamenti di riferimento del settore, dedicato ad appassionati e non, che ogni anno richiama migliaia di persone provenienti da tutto il Nord Italia. L’evento anche quest’anno è organizzato da Estrela Fiere, conosciuta nel settore per l’organizzazione di eventi brassicoli come Fiera Birra Artigianale Ferrara, Ravenna e Forlì. Birra Expo Piacenza sarà un’occasione per conoscere da vicino e degustare prodotti brassicoli d’eccellenza, presentati dagli oltre 24 birrifici che parteciperanno alla Fiera, per un totale di più di 100 birre artigianali. Saranno presenti anche distributori, importatori e operatori di impiantistica. Ad accompagnare il tutto, gustosi prodotti gastronomici che saranno serviti presso i numerosi stand di street food allestiti per l’occasione. Non mancheranno momenti di approfondimento, come l’incontro con Andrea Camaschella, beer taster,  che condurrà il laboratorio ”Matrimonio tra birre e salumi Dop piacentini” nella giornata di sabato 7 maggio alle 18.

Da non perdere, per tutti coloro che al termine delle prime giornate vorranno prendere parte ad un ultimo brindisi della giornata, è l’appuntamento con il “Fuori Salone in Luppoleria” di venerdì 6 e sabato 7 maggio.  Per tutte e tre le serate di Birra Expo Piacenza sono previsti concerti, momenti di musica live che coinvolgeranno tutti i presenti.

Si inizia venerdì 6 maggio alle ore 20:00. Sul palco si esibiranno i Mr. No Money Band. La band, nata a Bologna nel 2005, nel corso degli anni ha ottenuto molti riconoscimenti e ha partecipato a numerosi festival, collezionando collaborazioni italiane e internazionali. Nel 2012 ha pubblicato il suo primo album e nel 2015 è partito il suo tour in Ucraina e Usa.

A Birra Expo Piacenza il gruppo musicale intratterrà tutto il pubblico a colpi di Rock’n’Roll, Rhythm & Blues, Boogie Woogie e Barrelhouse piano. Sabato 7 maggio alle ore 20:00 l’intrattenimento musicale vedrà protagonista il Duo di Piacenza composto da Erica Opizzi e Antonio Amodeo che coinvolgerà tutti i presenti con la sua musica Folk-Revival.

Per finire in bellezza, domenica 8 maggio, sempre alle ore 20:00, si esibirà la cover-band Hard Lemon. Il repertorio del gruppo musicale comprende hit rock che hanno lasciato il segno nel panorama italiano e internazionale dagli anni ’70 fino ad oggi, il tutto reinterpretato in chiave “Hard Lemon”.

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Asti, Vinissage 2016: i vignaioli naturali al Palazzo Enofila

Torna a fine maggio, il 28 e il 29, ad Asti, Vinissage, la più importante vetrina piemontese sui vini naturali provenienti da agricoltura biologica e biodinamica. La kermesse si svolgerà in un affascinante costruzione industriale di fine ottocento ora trasformato in un centro fieristico, il Palazzo Enofila. La costruzione nacque nel 1872 come stabilimento della Società Enologica Astigiana su un terreno di 35.000 metri quadrati, a pochi metri dalla ferrovia. Dopo quattro anni ” Unione Enofila”, che però fallì nel 1888. Tre anni dopo il Comune acquistò tutto il complesso per destinarlo a magazzino, ma rimase inutilizzato fino al 1906, quando fu ceduto alla Cooperativa Federale Operaia che trasformò l’ex Enofila in ”Vetreria Operai Federale”. La nuova fabbrica di bottiglie, bottiglioni, fiaschi e damigiane poté ben presto contare su 240 operai divisi su tre turni.  Il 5 giugno 1989 entrò in funzione il nuovo stabilimento in frazione Quarto d’Asti e l’ex Enofila, tornata di proprietà del Comune, riprese il suo aspetto originario, con la riqualificazione di tutta la zona. Vinissage 2016 si propone come un viaggio lungo l’Italia del vino, dalle Valle d’Aosta alla Sicilia, passando tra le colline del Monferrato, per conoscere i luoghi dove la natura si sposa con le tradizioni e dove l’amore per le cose semplici si incontra ancora con le eccellenze dei suoi prodotti.

Il pubblico sarà coinvolto in degustazioni, occasioni di abbinamento gastronomico, acquisto di grandi vini ed appuntamenti culturali. I vignaioli presenti a Vinissage, producono vini in modo artigianale e naturale, nel pieno rispetto del territorio e della vite e del cicli naturali, privilegiando le varietà di uva locali e i  componenti naturali del vino. Aziende in regime di agricoltura bio o biodinamica, o in conversione che non utilizzano sostanze  chimiche di sintesi, non utilizzano necessariamente lieviti selezionati, filtrano in modo blando il vino per non alterare il prodotto, non aggiungono e limitano al minimo l’utilizzo di solforosa. A Vinissage presentano  quindi vini unici a livello organolettico, meno consueti, ma che contribuiscono ad arricchire il variegato mondo del vino. Non mancherà la possibilità di acquistare anche altri prodotti biologici del territorio come marmellate, conserve, cioccolato, formaggi, salumi ed informarsi sull’argomento presso le postazioni dedicate all’editoria del settore.

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Arriva ”El Gran Capitan”, il Negroamaro firmato Ivan Zamorano

”Fabio Cordella Cantine , se complace en anunciar el acuerdo con la leyenda chileno Iván Zamorano , para la producción de dos botellas, una de vino y una de aceite. Llamado El Gran Capitan” ecco l’annuncio ancora una volta via social, dalla pagina facebook delle cantine Cordella del nuovo vino in arrivo. La vino mania, insomma, dilaga tra i calciatori, dopo il vino del numero 1, lanciato pochi giorni fa da Gigi Buffon in collaborazione sempre con Fabio Cordella Cantine, azienda produttrice di vino e olio a Copertino, ecco arrivare anche il vino con la fascetta del capitano Zamorano. Le cantine Cordella produrranno per l’ex interista, ex Real Madrid, ex direttore sportivo all’Honved di Budapest un pugliese negramaro etichetta ”El gran Capitan”. Al di là delle fedi calcistiche, sicuramente un vino, il Negroamaro, che mette tutti d’accordo. Zamorano, da Bam Bam, a Ivan il terribile da ora in poi sarà anche Ivan il vignaiolo. Tutti lo ricordano per i suoi infallibili  colpi di testa, nonostante la sua bassa statura. Se è vero che nella botte piccola  c’è il vino buono, c’è da sperare per il suo Negroamaro rosso.

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Go Wine, successo per ”I grandi terroir del Barolo”

E’ terminata  la settima edizione de ”I grandi terroir del Barolo”, l’evento ideato da Go Wine, tutto dedicato al vino Barolo. Degustazioni e approfondimenti per conoscere e apprezzare il territorio del disciplinare, i principali cru o menzioni geografiche aggiuntive, come formalmente definite dal Consorzio di Tutela.  Un programma in parte rinnovato che ha trovato gradimento da parte del pubblico, complice anche il bel tempo che ha favorito viaggi ed escursioni in Langa. Due le sedi: a Castiglione Falletto il focus sul territorio vitato del Comune, con la preziosa collaborazione della Cantina Comunale di Castiglione Falletto.  Nella location dell’Hotel Santa Maria, a Santa Maria di La Morra, spazio a tutti gli altri territori del disciplinare con la collaborazione di 16 aziende che hanno animato un banco d’assaggio molto frequentato. Un evento di nicchia, non per grossi numeri, ma con presenze in crescita soprattutto da fuori Piemonte, con gruppi che hanno accolto l’invito per un week-end in Langa, unendo alla degustazione, la visita nelle cantine e gli itinerari fra le colline del Barolo. Come sempre molto gettonate le degustazioni guidate, con un calendario di 5 appuntamenti e con un particolare risalto verso la Riserva 2010 del Barolo: una sorta di percorso virtuale nelle grandi vigne di questo vino, con la mappa sempre idealmente davanti per conoscere le diverse zone, cogliere sfumature e profumi di uno dei più grandi vini del mondo. Nei riscontri anche una positiva valutazione per come si preannuncia la nuova annata 2012 in distribuzione. ”Dopo l’importante esordio dello scorso febbraio a Milano – dicono da Go Wine – gli assaggi dello scorso week-end ne hanno confermato i giudizi positivi, a fianco di un panorama produttivo sempre più qualificato”. Ovvero la conferma che il successo del Barolo è legato anche all’impegno di tanti interpreti, tutti protesi ad affinare sempre di più la qualità del nebbiolo e capaci di creare una sorta di grande gioco di squadra a favore della qualità.  Complessivamente hanno condiviso l’evento oltre 30 aziende vinicole: con oltre 70 Barolo presentati in degustazione, suddivisi fra i banchi d’assaggio e le degustazioni di approfondimento. Hanno collaborato con l’associazione Go Wine nelle degustazioni di approfondimento Gianni Fabrizio (curatore della Guida ai Vini del Gambero Rosso) e l’enologo Gianpiero Gerbi. L’evento si è svolto anche con la cortese collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.

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Vini al supermercato

Dolcetto d’Acqui Doc 2015, Francesco Capetta

Un vino che al secondo bicchiere ti fa venir voglia di allungarlo con  succo di frutta o aranciata. Un’ottima base,  per una sangria da gustare in giardino, chiacchierando con gli amici nella stagione estiva alle porte. Il prodotto oggi sotto la nostra lente di ingrandimento il Dolcetto di Acqui Doc, vendemmia 2015, dell’azienda Francesco Capetta di Santo Stefano Belbo. Di colore rosso rubino, luminoso e scorrevole, al naso è monocorde e vinoso. All’assaggio è leggermente mosso, sintomo di un rifermentazione avviata in bottiglia. Di corpo leggero, poco caldo con soli 12,5% di alcol in volume. Fresco e poco tannico, con un retrogusto amarognolo per un finale corto. Il sorso è invitato prettamente da questa leggera effervescenza, che gli dona un po’ di carattere, ma non avendo un sapore ”interessante” ecco arrivare l’istinto di allungarlo con una bibita per conferire un po’ di aroma. Di sapore asciutto, morbido, si serve a 16-18 gradi. Adatto a tutto pasto con arrosti, grigliate miste, pollame. Un vino con un discreto rapporto qualità prezzo, spesso tra le offerte della Gdo, che non offre emozioni, ma idoneo ad un consumo quotidiano senza pretese.

LA VINIFICAZIONE
Prodotto con uve 100% Dolcetto nelle zone di produzione comprendente l’intero territorio dell’Acquese. In Piemonte, la superficie destinata al Dolcetto è estremamente ampia e sette sono le aree geografiche, compreso l’Acquese, per altrettante denominazioni. In provincia di Cuneo il Dolcetto d’Alba, il Dolcetto di Diano d’Alba e delle Langhe Monregalesi. A Dogliani il Dolcetto omonimo gode del prestigio della Docg, In 24 comuni del Monferrato si produce il Dolcetto d’Asti. L’azienda Francesco Capetta si trova a Santo Stefano Belbo. Nata nel 1953 per volontà di Francesco Capetta, inzialmente venditore di vino sfuso in una cascina.La piccola azienda fa il suo primo significativo salto dimensionale a cavallo del 1960, quando Francesco Capetta introduce  la prima linea manuale di imbottigliamento vini e inizia la costruzione di un capannone per ospitare l’intero ciclo di lavorazione e imbottigliamento degli spumanti. Nei primi anni Settanta viene introdotta la linea completamente automatizzata. Nuovi ampliamenti e ammodernamenti costanti accompagnano l’Azienda ai giorni nostri. Marchio protagonista della distribuzione moderna in Italia produce una vasta gamma di vini piemontesi, rossi, bianchi e spumanti.

Prezzo pieno: 3,98 euro
Acquistato presso: Bennet

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Prosecco: un futuro di un miliardo di bottiglie o della ricerca della qualità?

”Prosecco: un futuro di un miliardo di bottiglie o della ricerca della qualità?”. Con questa domanda Davide Paolini, il Gastronauta di Radio24 e del Sole 24 ore, ha chiamato a sedersi attorno allo stesso tavolo Gianluca Bisol (produttore di Valdobbiadene), Matilde Poggi(presidente FIVI) e i presidenti dei tre Consorzi di Tutela del Prosecco. Lo faranno sabato 14 alle ore 16 negli spazi dell’ex Filanda di Santa Lucia di Piave, nell’ambito della prima edizione del salone Gourmandia – Le Terre Golose del Gastronauta. Bisol, che recentemente ha previsto un aumento della produzione fino ad un miliardo di bottiglie entro i prossimi 20 anni, si confronterà per la prima volta in un dibattito pubblico con Matilde Poggi, presidente della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti da cui è arrivata una netta contrarietà ad ogni ampliamento della produzione, e con i presidenti dei tre Consorzi di Tutela: Stefano Zanette, Consorzio Prosecco DOC, Innocente Nardi Consorzio Conegliano Valdobbiadene DOCG e Armando Serena, Consorzio Asolo Montello. L’andamento dei prezzi, le reazioni dei mercati e la possibilità di mantenere gli attuali ritmi di crescita saranno i temi su cui Davide Paolini metterà a confronto i diversi interessi e punti di vista esistenti nelle tre denominazioni che condividono la produzione di Prosecco. Sullo sfondo la qualità delle produzioni e la possibilità di mantenerla tale anche con un vigneto di 60.000 ettari distribuiti tra Veneto e Friuli. Non si parlerà solo di vino naturalmente a Gourmandia. Da sabato 14 a lunedì 16 maggio saranno in mostra prodotti artigianali, eccellenze gastronomiche e street food. Fitto il calendario di eventi, con dibattiti, incontri e show cooking curati da grandi firme della cucina come Davide Oldani, Iginio Massari, Gualtiero Marchesi, Gianfranco Vissani, Renato Bosco e Tomaz Kavcic.

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Monitoraggio delle biodiversità dallo spazio, Fem vola a Londra

I dieci enti di ricerca più prestigiosi al mondo nel settore del telerilevamento satellitare sono stati invitati ad intervenire venerdì 29 aprile, a Londra, al simposio sulle ultime frontiere del monitoraggio della biodiversità dallo spazio. Tra questi spicca la Fondazione Edmund Mach con la relazione del ricercatore Duccio Rocchini. L’ente di San Michele affiancherà autorevoli istituzioni come Geo Bon (Svizzera), l’Università di Würzburg (Germania), University of Nottingham e University of Reading (Gran Bretagna), University e King’s College di Londra, Microsoft Research (USA), Zoological Society di Londra, Deakin University (Australia). L’attività della Fondazione Mach in questo settore riguarda le potenzialità della ricerca sulla biodiversità vegetale direttamente dallo spazio, attraverso immagini satellitari che possono “vedere” la Terra con un dettaglio di mezzo metro, in lunghezze d’onda che superano le capacità visive dell’occhio umano. Uno strumento che consente di conoscere, ad esempio, gli effetti del cambiamento climatico sulle varietà vegetali (in boschi, vigneti, frutteti), stimare le variazioni di estensione nel tempo dei prati di montagna o, ancora, monitorare i cambiamenti di specie all’interno dei boschi. Duccio Rocchini collabora in una rete internazionale di ricercatori dediti allo studio dell’ecologia spaziale attraverso immagini da satellite ed ha pubblicato più di 100 saggi su riviste internazionali sul tema. E’ attualmente impegnato a San Michele nella promozione di misure della biodiversità in ambienti alpini, attraverso due progetti FP7: EUBON dedicato alla creazione di una rete della biodiversità in Europa e DIARS, dedicato al monitoraggio delle specie vegetai invasive; si tratta di due iniziative a sei zeri della Comunità Europea, che sta investendo molto sul tema biodiversità e cambiamenti climatici.

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Vini al supermercato

Pecorino Terre di Chieti Igt 2015 Rue di Piane, Spinelli

(3 / 5)Un  vino che sta acquisendo sempre più visibilità nel mondo della grande distribuzione, finalmente disponibile anche in piazze diverse da quelle tipiche del centro Italia. Un successo, segnato anche da un incremento delle vendite del +19,9% nel 2015, merito della lungimiranza dei produttori che hanno investito su questo antico vitigno autoctono tipico di Marche ed Abruzzo, del quale ci sono tracce risalenti addirittura al II secolo a.c. Siamo in Abruzzo, con questa degustazione, con un Pecorino Terre di Chieti Igt Rue di Piane, annata 2015, prodotto da Spinelli Srl, ad Atessa in provincia di Chieti. Un vino ideale con tutta la cucina marinara, in particolare con i crudi e i frutti di mare, ma che si sposa bene anche con piatti delicati a base di carne, con le verdure e i formaggi freschi e semi-stagionati, nonché ottimo come aperitivo. Nel calice si presenta di colore giallo paglierino con riflessi verdolini, molto chiaro, scorrevole. Al naso sorprende per il suo profumo intenso, schietto e fine di frutta fresca a polpa gialla, ma anche note floreali di fiori d’acacia.  In bocca è leggero, avvolge piacevolmente lasciando il palato vellutato e morbido. Un vino secco, con un acidità appena percettibile e poco sapido. Chiude sufficientemente persistente sul frutto. Non particolarmente emozionante, poco impegnativo, ma comunque beverino ed adatto ad un consumo quotidiano anche per il buon rapporto qualità prezzo.

LA VINIFICAZIONE
Prodotto con uve Pecorino 100% allevate nel cuore della provincia di Chieti, tra il Parco Nazionale della Maiella e il mare Adriatico su terreni collinari, con altitudine media di 230 metri s.l.m, prevalentemente argillosi-calcarei. Le fasi della vinificazione prevedono una breve macerazione a freddo del pigiato, pigiatura soffice e fermentazione a temperatura controllata in serbatoi di acciaio inox. Il prodotto viene commercializzato nel gennaio, febbraio dell’anno successivo a quello della vendemmia. Il nome Pecorino fa proprio riferimento alla sua presenza in zone vocate alla pastorizia e alla pratica della transumanza che passava per le vigne per la gioia delle pecore particolarmente golose di quest’uva. Le Cantine Spinelli nascono negli anni 70 e producono più di 3,5 milioni di bottiglie di vini Doc abruzzesi all’anno, per il 70% destinati all’esportazione. Un azienda oggi all’avanguardia in tutte le tecniche di coltivazione, lavorazione e affinamento. La zona di produzione delle uve è un’area geografica compresa tra le colline Frentane e del medio Sangro, in provincia di Chieti: una zona particolarmente vocata alla coltivazione della vite, fra le più importanti d’Italia.

Prezzo pieno: 3,90 euro
Acquistato presso : Tigros

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A Valentini l’Oscar del Vino rosato con il Cerasuolo d’Abruzzo 2014

L’Azienda agricola Valentini si aggiudica il primo posto nella sezione rosati alla diciottesima edizione degli Oscar del Vino organizzato da Bibenda in collaborazione con la Fondazione Italiana Sommelier. Francesco Paolo Valentini ha ritirato il premio all’Hotel Rome Cavalieri di Roma insieme al figlio Gabriele Valentini. La giuria, composta da sommelier professionisti e 500 lettori selezionati di Bibenda ha assegnato il premio al suo Cerasuolo d’Abruzzo annata 2014. Queste le nomination delle categorie principali: Miglior vino bianco: Grecante 2014 Caprai (Umbria); Riesling Schulz 2013 Ronco del Gelso (Friuli Venezia Giulia); Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Podium 2013 Garofoli (Marche). Miglior vino rosso: Amarone della Valpolicella Classico 2011 Allegrini (Veneto); Etna Rosso Vigna Barbagalli 2012 Pietradolce (Sicilia); Kurni 2013 Oasi degli Angeli (Marche).Miglior vino rosato: Cerasuolo d’Abruzzo 2014 Valentini (Abruzzo); Lambrusco di Sorbata Rosè del Cristo 2011 Cavicchioli (Emilia Romagna); Maremma Toscana Rosato 2014 Sassotondo (Toscana). Miglior vino spumante: Metodo Classico Terzavia 2012 Marco De Bartoli (Sicilia); Nebolè 2010 (Brut Metodo Classico) Travaglini (Piemonte); Trento Brut 51, 151 Moser (Trentino). Miglior vino dolce: A.A.Gewurztraminer Vendemmia Tardiva Terminum 2012 Tramin (Alto Adige); L’Ecrù 2013 Firriato (Sicilia); Moscato d’Asti Vite Vecchia 2019 Ca’d’Gal (Piemonte). Migliore azienda: Elena Fucci (Basilicata); Olmo Antico (Lombardia); Petra (Toscana). Gli Oscar sono stati assegnati anche al miglior olio extravergine di oliva e alla miglior grappa.

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In tanti ad Alba per Vinum 2016, oltre 7500 biglietti venduti

È davvero un ottimo inizio per la Fiera Nazionale dei vini di Langhe, Roero e Monferrato. Sono oltre 7.500 i biglietti venduti durante il ponte del 25 aprile. In totale oltre 70 mila singole degustazioni lungo gli affollatissimi banchi d’assaggio allestiti nelle principali piazze della città di Alba, capitale delle Langhe. Uno dei dati più positivi è quello delle vendite online, che sono aumentate in modo esponenziale. ”La strategia di promozione digitale messa in atto nel 2016 – spiega Liliana Allena, presidente dell’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, – ha generato un incremento del traffico sul sito, con oltre 50.000 visitatori unici. Incremento che è stato ancora più evidente dal punto di vista degli accessi mobile: quest’anno abbiamo puntato moltissimo sulla promozione attraverso i dispositivi mobili, dove registriamo un incremento di visualizzazioni del 180% rispetto al 2015”. ”C’è un dato interessante – continua Liliana Allena – il turista del vino acquista sempre di più online, programmando con anticipo la sua visita e le sue attività sul territorio. Il totale dei ticket venduti via web aggiornato al primo weekend di Vinum 2016 – oltre 1700 – ha già superato l’intera vendita del 2015”. Nei cinque punti di degustazione delle piazze cittadine, appassionati ed enoturisti hanno potuto scegliere tra oltre 552 etichette di 232 produttori di Langhe, Roero e Monferrato, luoghi ormai simbolo di vino e gastronomia stellata, riconosciuti Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. I vini in degustazione rappresentano gran parte della miglior produzione enoica piemontese: il Barolo, il Barbaresco, il Roero, il Roero Arneis, il Barbera d’Alba e d’Asti, il Moscato d’Asti, il Dolcetto, il Dogliani, il Langhe Nebbiolo. Ma tra i banchi d’assaggio si possono trovare anche chicche enologiche come il Freisa, il Ruché, il Monferrato, il Verduno Pelaverga, la Favorita, la Nascetta e moltissimi altri vini autoctoni. Accanto ai vini si sono potute degustare molte etichette di grappe piemontesi, in collaborazione con l’Istituto Grappa Piemonte.

Le piazze di Alba hanno accolto anche lo Street Food di Langa, il vero cibo di strada piemontese, che ha proposto abbinamenti di eccellenza con i vini del territorio. Nei bar di Alba aderenti all’iniziativa si è brindato con l’Alta Langa DOCG Metodo Classico.  Un pubblico attento ha seguito i workshop organizzati all’interno del Palazzo Mostre e Congressi G. Morra: ”I formaggi e i grandi vini del territorio” e ”I grandi terroir di Langhe, Roero e Monferrato”. Attorno a Vinum, gli appassionati hanno potuto godere di una città animata da oltre trenta eventi collaterali (mostre, incontri, mercati, artigianato, animazione per bambini, visite guidate) anche grazie al fatto che la Fiera Nazionale Vinum si inserisce all’interno della Primavera di Alba, grande contenitore di eventi che anima la città da aprile a luglio. ”Vinum si riconferma tra gli eventi cardine della primavera piemontese”, conclude Liliana Allena. ”Un momento di straordinaria effervescenza che riesce a coinvolgere un pubblico giovane e internazionale, curioso e attento alla produzione vitivinicola delle nostre zone. Il format di Vinum, cha abbiamo voluto riportare in città, ci ha premiato: le persone si sentono parte di una grande festa del vino, animata da decine di eventi culturali, ludici, sportivi e gastronomici”. Vinum prosegue lungo il weekend del 30 aprile e 1° maggio riaprendo i banchi d’assaggio, i workshop e rinnovando l’appuntamento con decine di iniziative e attività aperte a tutti.

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