wine news e guida top 100 migliori vini italiani, notizie e articoli esclusivi su vino, birra, distillati e food
Autore:Redazione WineMag.it
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Il presidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, Michele Rossetti, commenta così la notizia dell’arresto dell’amministratore delegato di La Versa, Abele Lanzanova. “È un giorno di dolore profondo per l’intero Oltrepò Pavese, un territorio fatto da 1700 aziende vitivinicole di qualità che non vanno buttate tutte in un calderone. Si è decretato nel modo più doloroso – spiega Rossetti – il fallimento di un marchio storico, dopo mesi di speranza creata da un uomo che non era il redivivo Duca Denari che prometteva di essere. Sarà la magistratura ad appurare la sua condotta ma i segnali c’erano e, non a caso, una volta che l’abbiamo misurato, Lanzanova ha ritenuto di uscire dal Consorzio dando grande enfasi al fatto sui giornali. In un territorio normale sarebbe stato isolato da tutti, invece lo hanno accolto altri come un eroe”.
“SERVE UN TAVOLO TERRITORIALE DI CONFRONTO” Rossetti ricorda che il Consorzio ha fatto tutto ciò che era nelle condizioni di fare per non ostacolare la ripresa di La Versa: “Siamo stati strumentalmente attaccati a mezzo stampa varie volte da Lanzanova, che sembrava diventato l’opinionista fisso di molti giornali, ma abbiamo saputo distinguere. Il Consorzio non ha infatti avviato il decreto ingiuntivo che era nelle condizioni di far scattare per non infliggere il colpo fatale ai soci di La Versa, rimasti ancora una volta vittime delle tante promesse non rispettate e di reati su cui faranno piena luce le autorità preposte”. Sul futuro possibile Rossetti precisa che non è suo compito gestire le aziende degli altri però un suggerimento lo dà: “Ogni volta che si cade è data l’opportunità di rialzarsi più forti, magari imparando a diffidare dai falsi miti e a giocare piuttosto sull’unità d’intenti. Se c’è ciò che divide c’è sempre anche qualcosa che unisce. Il post fallimento La Versa – spiega il presidente del Consorzio – può rappresentare un’occasione per la ripartenza dell’intero territorio e della cooperazione, che certo si gioverebbe di un marchio storico e identitario per portare con fierezza le sue bottiglie di qualità in Italia e nel mondo. Servirebbe un tavolo di confronto territoriale, con il traguardo di un piano d’impresa che anziché basarsi su leadership personali affondi le radici in un lavoro tra professionalità e squadra”.
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La bellezza del paesaggio e la cultura del vino comunicate attraverso le passeggiate tra le vigne: è il nuovo progetto “Percorsi Divini” promosso dall’Associazione Donne del Vino del Piemonte guidata dalla sua delegata Renata Cellerino. Sono decine di chilometri da percorrere tra vigne e boschi, che riguarderà tutto il territorio piemontese, con una sensibilità tutta femminile per la natura e l’ecosistema. “È un progetto pilota del Piemonte – che per volere della Presidente Nazionale Donatella Cinelli Colombini avrà valenza nazionale, iniziamo con 15 aziende vinitivicole di nostre associate. Avremo un sito dove sono indicati i percorsi: a ogni azienda è dedicata una pagina con mappa, descrizione e foto del percorso. I visitatori saranno accolti in azienda e accompagnati in tutto il percorso per raccontare loro i luoghi e divulgarne la cultura”. Le aziende che al momento hanno aderito al progetto sono: in provincia di Alessandria Marenco Vini (Strevi), Alemat (Ponzano Monferrato), Il Poggio (Gavi), La Scamuzza (Vignale Monferrato), Castello di Gabiano, Villa Felice(Cassine); In provincia di Cuneo: Cantine Ascheri (Bra), Tenuta Carretta (Piobesi d’Alba), Bruna Grimaldi (Serralunga d’Alba); In provincia di Asti: Tenuta Santa Caterina (Grazzano Badoglio), Michele Chiarlo (Calamandrana), Braida (Rocchetta Tanaro), Azienda Agricola Castagnero(Agliano Terme); In provincia di Torino: Cieck (San Giorgio Canavese); In provincia di Novara: Podere ai Valloni (Boca).Il turismo del vino, in Piemonte ed in Italia, è sempre più importante ed è fondamentale fornire servizi ed informazioni al pubblico che, sempre più numeroso, desidera scoprire i nostri territorio in una modalità a diretto contatto con la natura. Ecco perchè Percorsi Divini, che sarà realizzato presto anche a livello nazionale, potrà essere un progetto con una grande valenza turistica.
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Sabato 26 e domenica 27 novembre 2016 torna negli spazi fieristici di Piacenza la sesta edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti. L’appuntamento è organizzato in collaborazione con Piacenza Expo. Anche quest’anno FIVI ha scelto di raccontare il Mercato attraverso un’illustrazione. L’immagine di questa edizione è di Gianluca Folì, l’illustratore romano medaglia d’oro della Society of Illustrators, che ha scelto di rappresentare con i suoi acquerelli l’idea di festa, tema centrale di questo mercato. Una festa dove incontrare i Vignaioli Indipendenti, custodi di territori e paesaggi, testimoni del vino come espressione diretta della terra e della sua cultura. Un’occasione unica per assaggiare e acquistare bottiglie, ma anche di farsi raccontare la vigna da chi la vive ogni giorno. Oltre ai vini sarà presente, come di consueto, un’area dedicata agli Artigiani del cibo, sempre più ricca. “Il successo della scorsa edizione, con quasi 6000 ingressi nei due giorni, 330 espositori e oltre 2000 etichette in degustazione– spiega Matilde Poggi, da poco riconfermata Presidente FIVI – ci ha fatto capire come il Mercato sia diventato ormai non solo per i Vignaioli, ma anche per tutti gli appassionati un appuntamento imperdibile e un momento di festa”. Oltre ai banchi di assaggio e alle specialità gastronomiche, saranno in programma quattro degustazioni guidate e la consegna del Premio Romano Levi al Vignaiolo dell’Anno e quello ai vincitori del contest fotografico #chinonbeveincompagnia, indetto sui canali social dalla FIVI. Fino al 30 ottobre si possono inviare immagini fotografiche, purché inedite e che non abbiano partecipato ad alcun altro contest o concorso fotografico per raccontare l’idea di festa legata al mondo del vino postandole sui canali Facebook, Twitter, Instagram. Premi tutti made in FIVI. Come già l’anno scorso, le foto più belle diventeranno una mostra fotografica durante la manifestazione negli spazi della fiera.
Per informazioni sul contest fotografico: http://www.fivi.it/wp-content/uploads/2016/07/Regolamento_Contest_FIVI_2016.pdf
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Mercato dei vini in breve:
Quando: sabato 26 e domenica 27 novembre 2016
Dove: PiacenzaExpo
Orario di apertura al pubblico: Sabato dalle 12.30 alle 19.30 | Domenica dalle 11.00 alle 19.00
Ingresso: € 15.00 comprensivo di catalogo e bicchiere per degustazioni
Ingresso ridotto: € 10.00 per soci AIS – FIS – FISAR – ONAV e SLOW FOOD
(il socio deve mostrare tessera valida dell’anno in corso)
I minorenni non pagano l’ingresso e non possono effettuare degustazioni.
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FIVI – Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) è un’associazione nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. Per statuto, possono aderire alla FIVI solo i produttori che soddisfano alcuni precisi criteri: “Il Vignaiolo FIVI coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta”. Attualmente sono circa 900 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 9.000 ettari di vigneto, per una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola. 65 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale supera 0,6 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 240 milioni di euro. I 9.000 ettari di vigneto sono condotti per il 49 % in regime biologico/biodinamico, per il 10 % secondo i principi della lotta integrata e per il 41 % secondo la viticoltura convenzionale
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Si chiama Alla scoperta del Gusto Italiano ed è l’ultimo libro di Davide Paolini, fondatore del Gastronauta e giornalista enogastronomico del Sole 24 Ore e di Radio 24. 237 pagine per rendere omaggio ai giacimenti gastronomici italiani con un vademecum di indirizzi, consigli, approfondimenti per conoscere il meglio della produzione gastronomica artigianale. Il libro è frutto dei tanti anni di lavoro e ricerche spesi da Paolini in giro dell’Italia per recuperare i prodotti che nascono dalle mani dei numerosi artigiani del gusto. Prodotti frutto di conoscenze ancestrali, di saperi tramandati da generazioni, di tecniche insostituibili. Spaziando dal cioccolato di Modica all’aceto balsamico di Modena, dal Prosciutto di Parma al salame di Mortara, dal pesto alla Genovese al Castelmagno cuneese, Davide Paolini racconta di tradizioni gastronomiche e tecniche produttive artigianali che rendono l’Italia unica al mondo. “Il culatello di Zibello – sottolinea Davide Paolini – la ’nduja calabrese o il formaggio di fossa fanno parte del patrimonio artistico del nostro paese. Nel libro ho selezionato cinquanta produttori che rappresentano solo un minuscolo cammeo dell’artigianato alimentare italiano: sono stati scelti per la loro storia o perché riescono, grazie a un loro originale prodotto, a mostrare la cultura materiale di un territorio”. La selezione dei produttori artigianali del libro di Paolini nasce con lo stesso spirito delle manifestazioni da lui stesso ideate e promosse: Milano Golosa, in programma con la quinta edizione dal 15 al 17 ottobre, e Gourmandia – Le terre Golose del Gastronauta, che torna a Treviso per la seconda edizione dal 6 all’8 maggio 2017. Alla scoperta del Gusto Italiano, edito da 24 Ore Cultura, è disponibile in libreria al costo di 20 € .
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Domenica 18 settembre 2016 torna a Villa Sesso Schiavo di Sandrigo (VI) Bacco & Baccalà, il banco d’assaggio organizzato da Ais Veneto e Pro Sandrigo nell’ambito della 29esima Festa del Bacalà alla Vicentina. Dopo il successo della prima edizione, è stata ampliata la selezione di vini proposti per il loro abbinamento al Bacalà alla Vicentina. Oltre a Vespaiolo, Durello e Tai Rosso, gli autoctoni locali che da sempre si contendono lo scettro di miglior abbinamento territoriale, troveranno spazio raffinate bollicine, vini bianchi di buona struttura e rossi di medio corpo, tutti candidati all’abbinamento con il celebre piatto tradizionale. Quaranta le aziende presenti, di cui alcune estere, con 150 etichette in mescita. In programma anche una degustazione guidata di tre abbinamenti insoliti, prenotabile all’ingresso. Bacco & Baccalà sarà aperto dalle ore 14.30 alle 20 e oltre alle sale della villa cinquecentesca, i visitatori potranno contare sugli spazi del grande parco circostante. Ad ogni ora si potrà degustare un piatto a base di baccalà: dalle 15 alle 16 Crostini con Baccalà mantecato, dalle 16 alle 17 Baccalà alla Livornese, dalle 17 alle 18 Pizza al Baccalà, dalle 18 alle 19 Baccalà alla mediterranea e infine dalle 19 alle 20 il Bacalà alla Vicentina. Inoltre, per tutto il pomeriggio si potranno assaggiare la Tartare di carne proposta dall’azienda Campogallo di Pozzoleone, il formaggio Piave Lattebusche e la piccola pasticceria di Loison. Durante il pomeriggio la Venerabile Confraternità del Bacalà e il Gruppo Ristoratori del Bacalà proporranno una dimostrazione su come si prepara il Bacalà alla Vicentina, secondo la ricetta codificata dalla Confraternita, mostrando le varie fasi di lavorazione, dalla battitura all’ammollo, dalla preparazione alla cottura. Il ticket di ingresso, al costo di 20 Euro, comprende il calice, degustazioni illimitate dei vini e 5 assaggi gastronomici (ridotto per accompagnatori con solo degustazioni cibo 10 Euro). Prevendite a partire dal 29 agosto alla Pro Loco di Sandrigo e fino ad esaurimento dei posti.
Info in breve | Bacco & Baccalà
Data: domenica 18 settembre 2016. Ore 14.30-20
Luogo: Villa Sesso Schiavo – Via San Lorenzo 7, Sandrigo (Vicenza)
Contatti e prevendite: Pro Loco Sandrigo | telefono 0444 658148 | mail info@prolocosandrigo.it www.baccalaallavicentina.it
La Confraternita del Bacalà
Si fonda nel 1987 a Sandrigo (Vicenza) su iniziativa dell’avvocato Michele Benetazzo per difendere la buona cucina locale. In questi anni la confraternita ha sollecitato lo studio e l’indagine per stabilire una ricetta codificata, ha coinvolto esperti per creare gli opportuni abbinamenti circa il vino o gli altri prodotti tipici più idonei ad accompagnare il piatto, ha instaurato rapporti con altre Confraternite italiane e promosso le “Giornate Italo-Norvegesi” a Sandrigo. Il Bacalà alla Vicentina è riconosciuto fra i cinque alimenti della tradizione italiana nel circuito EuroFIR, finanziato dall’Unione Europea nel 2009.
La Festa del Bacalà
16-26 settembre 2016 nelle piazze di Sandrigo (VI)
Ricco programma di intrattenimento e stand gastronomici nei quali gustare gnocchi di zucca e bigoli al torcio con il Bacalà, gnocchi di Posina e risotto al Bacalà, avanotti fritti, Bacalà mantecato e naturalmente il tradizionale piatto di Bacalà e Polenta. Disponibili anche piatti gluten free.
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Abiti di sughero, realizzati interamente mediante l’utilizzo dei “tappi” del vino. Ma anche borse, cornici, collane e accessori. E’ una nuova moda che viene dall’Ucraina quella che risponde al nome di Sergey Tkachuk, che a Kiev dirige il Wine Cork Art Design Studio. Vere e proprie opere d’arte le sue, che saranno presentate anche in Italia, in occasione della Bologna Design Week 2016, in programma in Emilia Romagna dal 28 settembre al 1 ottobre (previews 26-27 settembre). La manifestazione internazionale dedicata alla promozione della cultura e del design, organizzata nel centro storico bolognese in occasione del Cersaie, Salone della Ceramica per l’architettura e dell’arredobagno, mappa e riunisce “le eccellenze culturali, formative, creative, produttive e distributive in un progetto integrato di comunicazione”. Un ambito in cui le realizzazioni dell’ucraino Sergey Tkachuk entreranno a pieno titolo, sdoganando anche in Italia quello che è ormai definito internazionalmente “Cork style”, ovvero lo “Stile sughero”, da cui discende la “Wine Cork Art”. E per una volta chi se ne importa se il vino sapeva di tappo.
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“Cacc’e mmitte” ergo “tira fuori e metti”. Intuire il motivo del nome di questa Doc prodotta a Lucera, in provincia di Foggia è facile. “Ricaccio” il nome di fantasia, dal verbo ricacciare, rimettere.
Quello che accade con questo vino, oggi sotto la nostra lente di ingrandimento Cacc’e mmitte di Lucera Dop Ricaccio, vendemmia 2013 prodotto dall’azienda agricola Alberto Longo sotto il brand Cantine di Terravecchia.
Dunque, l’istinto di rimetterlo rapidamente nel bicchiere scevro c’è, perché è un vino dal sapore particolare, da capire. Inizialmente appare aspro e duro con la sua alcolicità, che poi, sorso dopo sorso si fa apprezzare.
Il Ricaccio è un vino che esprime fortemente la sua territorialità. E’ la prima volta che troviamo sullo scaffale del supermercato questa sconosciuta doc pugliese che noi di vinialsupermercato.it abbiamo già sdoganato con il Cacc’e mitte della Marchesa disponibile nel canale ho.re.ca.
LA DEGUSTAZIONE
Ma procediamo con l’analisi sensoriale: di colore rosso rubino con riflessi violacei, decisamente impenetrabile. Si tratta infatti di un blend di uve nero di Troia, note per la produzione di vini dai colori carichi. Al naso è intenso: prevalgono le note fruttate di mora e ribes e quelle vinose date dall’alcolicità, anche se, lasciandolo ossigenare, emergono note erbacee di sottobosco e balsamiche.
Al palato è elegante ed armonioso, il tannino si avverte, non morbidissimo, ma domato anche dalla presenza delle uve Montepulciano. Retrogusto leggermente amarognolo, finale di buona persistenza, beva gradevole. Un vino tipico della Puglia con una gradazione di 13% di alcol in volume che merita di essere scoperto e provato anche in gdo. Un rosso fermo e secco da servire a 18 gradi, che lega bene con primi piatti a base di carne, salumi, pastasciutta con ragù, braciole al sugo.
LA VINIFICAZIONE
Ottenuto da uve allevate nel vigneto di proprietà dell’azienda agricola Alberto Longo nei pressi di Lucera, su terreni mediamente calcarei a tessitura franco-sabbiosa. Prodotto con un blend di uve nero di Troia, Montepulciano d’Abruzzo, Bombino bianco.
Il sistema di allevamento è a spalliera e cordone speronato, la resa è di 130/140 q.li/uva per ettaro. La vendemmia avviene a piena maturazione nella seconda decade di ottobre, mediante selezione e raccolta meccanica. La fermentazione alcolica avviene in vasi vinari di acciaio inox a temperatura controllata, favorendo il prolungato contatto delle bucce con il mosto.
La fermentazione malolattica si svolge nel mese di novembre subito dopo la fermentazione alcolica. L’affinamento del vino avviene dapprima in vasi vinari di acciaio inox, poi per almeno tre mesi in vasche di cemento ed in seguito in bottiglia per un periodo minimo di tre mesi.
I vini di “Cantine di Terravecchia” brand di Alberto Longo associato al Ricaccio, nascono dalla ferma volontà di Alberto Longo di valorizzare e far conoscere le peculiarità di un territorio, “la Daunia”, che offre una incredibile quantità di risorse socio culturali, paesaggistiche e produttive.
Il progetto dei vini a marchio “Cantine di Terravecchia” prende il nome dallo straordinario centro storico di Pietramontecrovino, situato nel Subappennino Dauno, a 450 mt. s.l.m., paese di origine della famiglia Longo.
L’Azienda nasce da un’idea di Alberto Longo, un professionista che ha deciso di unire l’amore per la terra e la passione per il vino per dare vita ad un progetto che fosse valore per il suo territorio di origine: la Daunia. 35 ettari di vigneti, tanti riconoscimenti ottenuti da parte delle maggiori guide enologiche.
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Rifermentazione in bottiglia sui propri lieviti e nessuna aggiunta di solforosa per una Garganega in purezza pensata come un “vino da merenda”. La Garganega di Gambellara, i suoi lieviti indigeni, nessuna aggiunta di solforosa: è un inno al territorio più autentico, e allo stesso tempo alla convivialità, il vino “Primo Incontro” che la cantina biologica Davide Vignato di Gambellara (VI) lancia in questi giorni d’estate.
Il nuovo vino, prodotto dalla cantina che solo un paio di anni fa ha lanciato i primi due Gambellara Classico Doc biologici certificati nella storia della denominazione vulcanica vicentina, è una Garganega rifermentata in bottiglia, che nasce da vigneti di collina con 25 anni di età nella sottozona dei Monti di Mezzo e Faldeo.
A una prima fermentazione con lieviti spontanei segue l’aggiunta di mosto di Recioto di Gambellara prima della rifermentazione, in bottiglia che avviene senza alcuna aggiunta di anidride solforosa. “Volevo fare un vino giovane e frizzante – racconta Davide Vignato – capace di rispecchiare al meglio il nostro territorio quanto i due Gambellara Classico Doc che produco, ma che fosse anche in grado di distinguersi per uno spirito ancora più immediato e conviviale”.
Le scelta dei lieviti indigeni e della rifermentazione in bottiglia vanno in questa direzione. E’ nato così un “vino da merenda”, quotidiano, da bere a inizio serata con gli amici o da gustare con semplicità a tutto pasto”.
Il nuovo vino – Garganega 100% sotto la denominazione IGT Veneto – Primo Incontro ha un colore giallo paglierino con una leggera velatura naturale dovuta alla rifermentazione sui lieviti.
Al naso profumi fragranti di fiori bianchi, mela e crosta di pane sono ravvivati da una freschezza che ritorna in bocca per un sorso immediato e piacevole, in cui prevale la nota minerale e terrosa tipica del terroir. In chiusura la scia leggermente amarognola caratteristica della Garganega esalta la bevibilità del vino, ideale per l’aperitivo e con piatti dai sapori non eccessivamente strutturati.
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“Calici di Stelle vuole essere un inno alla bellezza della Val d’Orcia, un omaggio alle tradizioni e alla cultura del territorio, che si riuniscono per la notte delle stelle cadenti, nella cornice del borgo di Castiglione d’Orcia” afferma il sindaco Claudio Galletti, definendo il significato profondo di questo evento. Insieme all’Assessore alla Cultura Alice Rossi, Galletti svela tutte le iniziative in programma per questa edizione 2016. Già dal weekend di sabato 6 e domenica 7 agosto dalle ore 20, sarà possibile “cenare con il produttore” nei ristoranti castiglionesi, i quali proporranno menù con piatti tipici valdorciani in abbinamento ai vini Orcia. Ogni bottiglia ha una storia da raccontare e il produttore svelerà segreti e aneddoti legati al proprio lavoro. “L’Orcia Doc, “il vino più bello del mondo”, sarà il file rouge che legherà insieme tutti gli elementi presenti in questa magica notte delle stelle” aggiunge Donatella Cinelli Colombini, Presidente del Consorzio. Castiglione d’Orcia sarà quindi un paese in festa con divertimenti e animazioni per tutte le età. Musica, cibo e vino si uniranno in uno straordinario connubio che permetterà di far conoscere le eccellenze valdorciane. A partire dalle ore 17 i produttori saranno presenti con i vini Orcia nell’area del centro storico a loro dedicata. Ad animare il borgo per tutta la sera, ci saranno: esposizioni di artigianato, animazioni per bambini a cura di Piccola Fattoria Forte, laboratorio creativo a cura della Biblioteca Comunale e il Ludobus per scoprire gli antichi giochi di legno, lezioni di pici per imparare a tirare la pasta insieme alle massaie castiglionesi, i cooking show a cura dei ristoratori, esposizione di auto e moto d’epoca, artisti di strada con i loro spettacoli e, novità di quest’anno, “artisti sotto le stelle” che saranno impegnati a decorare barrique. Non mancherà l’esibizione dei Maggiaioli di Castiglione d’Orcia, eredi di un’antica tradizione gelosamente conservata, mentre, in Piazza Vecchietta, gli sarà dedicata una proiezione e una mostra fotografica intitolata “La lunga e antica tradizione del Maggio”. Si rinnova anche per quest’anno, la partecipazione all’evento della delegazione Onav Siena con “Sotto un cielo di stelle” la degustazione tecnica guidata di vini Orcia Doc a cura di Onav Siena, che si svolgerà alle ore 18:30 nella sala consiliare storica in Piazza Vecchietta. Alle ore 19, all’interno della prestigiosa Sala d’Arte, avrà luogo la performance interattiva del libro “A cena con Babette” di Giovanni Pellicci e Lorenzo Bianciardi accompagnata da piccoli assaggi di cibi valdorciani e vino Orcia. Conclude la serata di Calici di Stelle il grande concerto spettacolo dei “Leggera Electric Folk Band” (dalle ore 22), una formazione musicale unica nel suo genere in Toscana, che unisce la potenza del rock alla poesia del canto popolare. Lo spettacolo si avvarrà della straordinaria collaborazione di una grande realtà culturale del territorio, il Coro dei Minatori di Santa Fiora che si andrà ad unire alle voci della band, in un connubio fra passato e presente che nella magica notte del 10 agosto i visitatori troveranno anche nei cibi, nelle produzioni artigiane e nei vini Orcia. Calici di Stelle è un evento promosso dall’Associazione Nazionale Città del Vino e il Movimento del Turismo del Vino. Localmente in Val d’Orcia è organizzato dal Comune di Castiglione d’Orcia in collaborazione con il Consorzio del vino Orcia, Strada del vino Orcia e Onav Siena. Quest’anno l’evento viene patrocinato dai Comuni di Chianciano Terme e San Quirico d’Orcia.
Castiglione d’Orcia – cenni storici Nel 714 Castiglione d’Orcia era un castello della nobile famiglia senese degli Aldobrandeschi. Per un breve periodo fu uno stato indipendente per poi, nel Trecento, essere incluso fra i possedimenti di Siena. La sua posizione alta sulla Val d‘Orcia ne fece una sorta di sentinella sulla via Cassia e poi sulla Francigena. Una sorte che, soprattutto per Rocca di Tentennano, sul lato opposto e più alto dello sperone roccioso, determinò assedi e contese per impossessarsi di questa roccaforte strategica. Molto belle la Chiesa di Santa Maria Maddalena e la Pieve dei Santi Stefano e Degna, i cui principali dipinti sono ora esposti nella Sala d’Arte nel centro di Castiglione. Nel comprensorio comunale vanno inoltre ricordati il castello della Ripa, il campanile di Campiglia e gli enormi pozzi di cui, quello di Rocca d’Orcia, è il più grande della Provincia di Siena. Rocca di Tentennano ospitò Santa Caterina da Siena che proprio lì, nel 1367, imparò a scrivere. La zona è ricca di sorgenti la più importante delle quali è Vivo d’Orcia che per decenni ha dissetato la città di Siena. Nella prima metà del Novecento, Castiglione d’Orcia ha raggiunto una popolazione di circa 5.000 abitanti che si è attualmente dimezzata. Le attività prevalenti sono l’agricoltura e il turismo con particolare riferimento al turismo termale le cui antiche acque calde formano il meraviglioso fosso bianco di Bagni San Filippo.
Consorzio del Vino Orcia e vini Orcia DOC La denominazione Orcia è nata il 14 febbraio 2000 e comprende la varietà Orcia ottenuto da uve rosse con almeno il 60% di Sangiovese e Orcia Sangiovese con almeno il 90% di questo vitigno, entrambe anche nella tipologia “Riserva”. La denominazione Orcia comprende anche le tipologie Bianco, Rosato e Vin Santo. I vini nascono in una quarantina di cantine e manifestano l’impegno e la passione dei produttori che nella stragrande maggioranza fanno tutto direttamente: dalla vigna alla vendita delle bottiglie. In un’epoca di globalizzazione, il vino Orcia è ancora un prodotto familiare, fatto da chi vive in mezzo alle vigne, nel rispetto della natura e con ottime competenze di enologia e viticultura. Il vino Orcia è prodotto in uno dei comprensori agricoli più belli del mondo, in parte iscritto nel patrimonio dell’Umanità Unesco. 13 comuni: Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani, San Giovanni d’Asso, San Quirico d’Orcia, Trequanda e parte di Abbadia San Salvatore, Chianciano Terme, Montalcino, San Casciano dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena.
Leggera Electric Folk Band e il Coro dei Minatori di Santa Fiora La Leggera Electric Folk Band è uno dei gruppi più interessanti del panorama musicale toscano. Nato da un lavoro di ricerca sulla tradizione delle “canzoni da osteria” che li ha condotti a rivisitarle in chiave moderna, con un effetto di enorme energia e nuove sonorità.Membri: MARINA NUCCIOTTI: Voce GIANMARCO NUCCIOTTI: Voce, Chitarra acustica, Chitarra elettrica, Ukulele, Armonica. MATTEO BENEDETTELLI: Pianoforte, Tastiera e Fisarmonica IVANO ROSSI: Sax soprano, Sax baritono, Chitarra 12 corde GUIDO NUCCIOTTI: Clarinetto e Quartino FRANCESCO CENCINI: Basso DARIO ROSSI: Batteria DOMENICO GIARAMITA: Percussioni JESSICA BONELLI: Cori DANIELE BALLERINI: Cori
Il “Coro dei minatori” che si è formato circa tre anni fa con l’obiettivo di recuperare e reinterpretare il vasto e originale repertorio di musica popolare santafiorese e amiatino. Il gruppo, ha come obiettivi la ricerca, la riscoperta e la “ripulitura” da incrostazioni spurie del repertorio tradizionale e la scelta delle forme della riproposizione musicale e dell’esecuzione. Il gruppo ha partecipato ai più importanti festival e manifestazioni in Italia ed all’estero. Il Coro ha collaborato anche con il cantautore Simone Cristicchi.
CALICI DI STELLE – 10 agosto 2016 Castiglione d’Orcia
PROGRAMMA
ASPETTANDO CALICI DI STELLE
– A cena con il produttore sabato 6 e domenica 7 agosto (h. 20:00) nei ristoranti aderenti all’iniziativa
– Piatto delle Stelle: piatti tipici valdorciani serviti con calici di vino Orcia Doc dall’8 al 10 agosto (nei ristoranti aderenti all’iniziativa)
IL 10 AGOSTO 2016
Dalle ore 17:00 nel centro storico di Castiglione d’Orcia
– degustazioni di vino Orcia Doc ai banchi di assaggio dei produttori
– assaggi di crostini tipici della tradizione a cura di Pro Loco e braciere di maiale a cura dell’Associazione Polisportiva
– laboratorio di pici, per imparare a tirare la tradizionale pasta locale con le massaie castiglionesi
– cooking show di piatti della cucina castiglionese e punti ristoro a cura dei ristoranti
– botteghe aperte
– mercatino di artigianato locale e prodotti tipici valdorciani
– esposizione di auto e moto d’epoca
– “La lunga e antica tradizione del Maggio” musiche popolari, proiezione e mostra fotografica dedicata ai maggiaioli di Castiglione d’Orcia (in Piazza Vecchietta)
– artisti sotto le stelle, estemporanea artistica di barriques lungo le vie del centro storico
– spettacoli di artisti di strada
18:30(sala consiliare storica – Piazza Vecchietta)“Sotto un cielo di stelle”degustazione tecnica guidata di vini Orcia Doc a cura di Onav Siena
19.00(Sala d’Arte) perfomance interattiva del libro “A cena con Babette” di Giovanni Pellicci e Lorenzo Bianciardi con assaggi di piatti tipici e degustazioni di vino Orcia doc
20:00iMaggiaioli lungo le vie del paese
22:00(Piazza dell’Unità d’Italia)concerto spettacolo dei Leggera Electric Folk Bandcon il Coro dei Minatori di Santa Fiora
SPAZIO BAMBINI dalle ore 17:00
– “Sulle tracce dell’ornitorinco” laboratorio di animazione a cura della Biblioteca Comunale
– Laboratori a cura di Piccola Fattoria Forte di Castiglione d’Orcia
– Arriva il Ludobus con gli antichi giochi di legno
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Consorzio Vini di Romagna è sempre impegnato nella promozione e nella valorizzazione dei vini romagnoli, fuori e dentro i confini nazionali. Così dopo le trasferte primaverili al Vinitaly di Verona e al Prowein di Düsseldorf (Germania) e in attesa della trasferta autunnale negli USA, il Consorzio Vini di Romagna in questa estate 2016 punta anche sulla Riviera “di casa” per far conoscere e apprezzare i vini ai tanti turisti che affollano le spiagge emiliano romagnole in questo periodo. Fino al 12 agosto, in quattro stabilimenti balneari si svolge l’iniziativa “Vini di Romagna – DOP ON THE BEACH”. A Cesenatico al Bagno Vally n.53 e al Bagno Nettuno levante n.28, a Milano Marittima al Bagno Dario n.315/316 e a Pinarella di Cervia al Bagno Giardino n.72/73 saranno allestiti dei corner promozionali e, in base a un calendario concordato con le strutture, saranno presenti due giovani enologhe con l’obiettivo di invitare all’assaggio il pubblico. Un assaggio che riguarderà: Romagna Albana DOCG, Romagna Pagadebit DOC nelle versioni fermo e frizzante, Romagna Sangiovese DOC. I corner saranno ben visibili grazie alla presenza di materiale promozionale realizzato ad hoc per l’evento: vele, t-shirt per il personale, depliant-invito all’assaggio dei vini, che verranno serviti in calici serigrafati con il marchio del Passatore, simbolo del Consorzio Vini di Romagna.«La nostra amata riviera romagnola è da oltre cinquant’anni uno dei contesti turistici più visitati dell’estate. Siamo convinti che i vini di qualità della Romagna debbano sempre accompagnare la villeggiatura di chi sosta sulle nostre spiagge, contribuendo a mostrare e far ricordare un territorio orgoglioso e coeso, che vive delle proprie tipicità», sottolinea il Presidente del Consorzio Vini di Romagna, Giordano Zinzani. “Si tratta di una prova rivolta al consumatore per far conoscere alcune tipologie della DOP Romagna e testarne il gradimento in contesti in cui i nostri vini sono ancora poco utilizzati. Siamo certi del valore dei nostri prodotti DOP e pronti a proseguire il progetto qualora confermi le attese”.
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‘This is not a beer’ è la foto della piastra di Agar che si è aggiudicata il secondo posto al concorso internazionale dell’American Society of Microbiology, per l’Agar Art Contest 2016.
La piastra e’ stata preparata durante un’esercitazione che ha coinvolto 40 studenti del Liceo Scientifico ‘Fermi’, del Liceo Scientifico ‘Salvemini’ di Bari, sotto la guida di Mariarosaria Marinaro, ricercatrice dell’Istituto superiore di sanita’.
L’immagine, che ritrae un boccale di birra, e’ in realta’ l’effetto di una reazione chimica. La piastra di Agar Art premiata trova ispirazione nell’opera dello scienziato e filosofo Alfred Korzybski e in quella del pittore surrealista Rene’ Magritte il quale nel dipinto La Trahison des images raffigura l’immagine di una pipa seguita dalla didascalia ‘Questa non e’ una pipa’, per sottolineare la differenza fra l’oggetto reale e la sua rappresentazione.
La foto della piastra nasce dunque da una semplice reazione enzimatica, quella promossa dalla catalasi in una coltura di stafilococchi Mrsa isolati in laboratorio, ma rappresenta un’estensione del lavoro di Korzybski e Magritte al mondo batterico ed e’ anche il personale tentativo degli autori di raggiungere una sintesi tra scienza e astrazione e tra metalinguaggio e microbiologia.
Il progetto e’ nato in collaborazione con l’Associazione biologi ambientalisti pugliesi (Apab) e il dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Universita’ degli Studi di Bari, nel quadro di due percorsi alternanza scuola lavoro che hanno permesso agli studenti delle classi terze di acquisire conoscenze, abilita’ e competenze nel campo della microbiologia, con lezioni teoriche e attivita’ di laboratorio.
Il premio conquistato e’ tanto piu’ rilevante poiche’ al concorso Agar Art hanno partecipato ricercatori di tutto il mondo con creazioni artistiche realizzate esclusivamente con Agar e batteri. Il team diretto da Marinaro e’ stato l’unico gruppo italiano ad aver superato le pre-selezioni ed essere arrivato in finale con 2 foto sulle 50 foto ammesse. (Adnkronos)
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I vini della provincia di Crotone trionfano al Concorso enologico nazionale “Premio Douja d’Or 2016” di Asti. Ancora una volta, è grande successo dei vini crotonesi al concorso organizzato dalla Camera di commercio astigiana. Tra i vincitori della 44° edizione del concorso, i vini della Cantina Enotria, dell’azienda Massimiliano Capoano, della Tenuta Iuzzolini, tutte di Cirò Marina, e della Fattoria San Francesco di Cirò. Un riconoscimento ai vini della nostra terra che diventa ancora più significativo perché conseguito nella prestigiosissima cornice del Douja d’Or, una delle più celebri manifestazioni nazionali del settore. La premiazione dei vincitori avverrà il prossimo 9 ed il 10 settembre, in occasione del 50° Salone nazionale di vini selezionati-Douja d’Or ad Asti. In totale oltre 1.000 i campioni di vini Doc e Docg esaminati, proposti da cantine di tutta Italia. Un lavoro non facile per le Commissioni, vista l’ottima qualità dei vini italiani. “Una competizione difficile – è il commento del presidente Alfio Pugliese – che ha premiato i vini del nostro territorio per la loro eccellente qualità. La riprova che l’impegno profuso dalla Camera di commercio di Crotone in questi anni per la promozione delle produzioni tipiche di qualità continua a dare i suoi frutti. Le eccellenze che emergono in occasione di questi concorsi – prosegue Pugliese – dimostrano l’importanza del settore vitivinicolo, un settore importante del nostro territorio che deve essere incentivato con azioni sinergiche tra i diversi attori istituzionali e non, per favorire la crescita delle imprese e facilitare l’accesso ai mercati nazionali ed internazionali. Alle quattro aziende che hanno dimostrato di saper produrre vini di ottima qualità, – conclude Alfio Pugliese – frutto sicuramente di una combinazione di competenze, professionalità e attaccamento alle tradizioni, va il nostro plauso con l’invito e l’augurio di fare sempre meglio per continuare ad essere protagonisti sul panorama nazionale ed estero”
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Partito il 14 Luglio, a seguito dell’Assemblea dei soci del Consorzio di tutela vini Maremma l’iter di modifica del disciplinare di produzione della Doc Maremma Toscana, nata nel 2011 e che sta diventando sempre più rilevante.
Tra le principali modifiche la revisione della base ampelografica per la produzione di rossi e bianchi: eliminazione della presenza obbligatoria di un solo vitigno prevalente (Sangiovese per il 40% nella produzione del rosso e del Vermentino o Trebbiano per la produzione del bianco) e possibilità di utilizzo delle prime cinque varietà a bacca rossa e bianca più diffuse sul territorio per un minimo del 60%.
Inserimento di nuove tipologie varietali come Cabernet Franc, Petit Verdot e Pugnitello, vitigno autoctono scoperto nel 1978 che sta diventando di grande interesse per i produttori. Richiesto, come accade già per gli Igt la possibilità di menzionare in etichetta due varietà .Inserimento di tipologia Rosato e Spumante per i vini da uve a bacca rossa come e Syrah e della menzione tradizionale “Governo all’uso toscano” per il vino rosso da uve Sangiovese.
Inserimento della menzione riserva per il rosso con invecchiamento minimo di due anni di cu almeno sei mesi in botte e per il bianco se affinato almeno 12 mesi. Limitazione dell’imbottigliamento alla sola zona di produzione, come i cugini del Chianti, ma con la deroga per le aziende con diritto acquisito di proseguire fuori dalla zona autorizzata.
“Il Consorzio è nato due anni fa, tra l’altro, con l’obiettivo di tutelare e salvaguardare la DOC Maremma Toscana, intervenendo, se necessario, anche sulle regole che ne disciplinano la produzione. Siamo soddisfatti di aver concluso positivamente e in modo così celere la prima parte di questo percorso importante, che porterà la DOC ad un disciplinare di produzione più adeguato alle esigenze del mercato e del territorio”, ha dichiarato Edoardo Donato, Presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana.
Affinché le modifiche proposte diventino regole verrà presentata domanda al Ministero delle Politiche agricole e potenzialmente le nuove regole potrebbero essere applicate dalla vendemmia 2017.
Il Consorzio vanta 349 aziende per un totale di 4 milioni di bottiglie prodotte in provincia di Grosseto, nella zona compresa tra le pendici del Monte Amiata e la costa, fino all’isola del Giglio. 8.600 ettari di cui, vendemmia 2015 ben 1.630 dedicati alla produzione della Denominazione Maremma Toscana Doc.
Produzione in costante crescita: i dati del 2016 fanno registrare nei primi sei mesi imbottigliamenti per 21.700 ettolitri pari al 70% del totale dei dodici mesi dell’anno precedente.
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Il consiglio di amministrazione del Consorzio del Soave, riunitosi in questi giorni, ha definito le prossime linee guida dell’ente consortile in ambito di gestione della doc, promozione estera, nuove regole di produzione.
In materia di gestione della doc, a tutela del valore oggi percepito della produzione, si prevede la riduzione delle rese per il Soave Doc da 150 a 120 quintali per ettaro e per il Soave Classico da 140 a 110 quintali per ettaro.
Una scelta forte, condivisa dalle aziende del Soave, in linea con il percorso iniziato nel 2009 che ha condotto ad un equilibrio produttivo e ad una gestione virtuosa di sfuso ed imbottigliato.
La misura, che verrà applicata già a partire dalla prossima vendemmia, prevede alcune deroghe per non penalizzare le aziende virtuose che operano lungo tutta la filiera produttiva dalla vigna alla bottiglia.
“Il Soave – evidenzia il presidente del Consorzio Arturo Stocchetti – consolida le posizioni in termini di volumi e valori ma il comprensorio ha una potenzialità produttiva che ha un costante bisogno di monitoraggio e di controllo ad ogni vendemmia. E’ dunque in momenti come questi che il sistema deve saper analizzare con tempestiva lucidità la situazione per porre in essere misure adeguate al mercato. Abbiamo scelto l’unico strumento applicabile nel nostro caso, peraltro già attivato dalle principali denominazioni italiane, per recuperare l’equilibrio tra produzione e mercato, a difesa del valore del prodotto”.
L’Osservatorio Economico del Consorzio ha segnalato che a giugno 2016 i trend di vendita si sono allineati con gli andamenti dell’anno precedente. Spicca in cima alla lista il Soave Doc con una produzione al 30 giugno 2016 di 22.000.000 bottiglie seguito a ruota dal Soave Classico che si attesta sui 6.500.000 bottiglie, a fronte di un imbottigliato complessivo che si proietta sui 56.000.000 di bottiglie su base annua.
A supportare la bontà della scelta in materia di equilibrio produttivo arrivano i primi risultati delle campagne promozionali di Stati Uniti e Giappone, segno che il Soave di oggi, frutto di una lungimirante politica di gestione della denominazione, piace e convince.
Molto bene infatti nella piazza nipponica dove è attualmente in corso la campagna Soave by the Glass che prevede azioni mirate per operatori di settore assieme ad iniziative di carattere diretto per avvicinare i consumatori in oltre 300 locali tra Tokyo, Fukuoka ed Osaka.
Qui, nel primo trimestre 2016, sono triplicati i consumi di Soave rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (Fonte Istat). Positivo anche il sentiment negli Stati Uniti, dove il Soave registra un +7% nei consumi rispetto al primo semestre 2015.
A questo si aggiungono le forti attese da parte dei produttori per l’incoming di 14 selezionati buyer americani che arriveranno nel Soave la prossima settimana in cerca di nuove referenze da lanciare.
All’ordine del giorno anche le nuove regole produttive che condurranno ad una generale semplificazione della denominazione. Tra le novità più significative si prevede l’eliminazione della sottozona Colli Scaligeri ed una riqualificazione del Soave Superiore Docg.
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Danza e opera in Puglia, tasting in alta quota in Veneto, visite dei vigneti al chiaro di luna in Sicilia, ma anche attività all’insegna del claim #passion&vino in Umbria e cibo di strada in Toscana, che quest’anno festeggia i 50 anni delle Vernaccia di San Gimignano. Torna in tutta Italia dal 6 al 14 agosto Calici di Stelle, l’appuntamento del Movimento Turismo Vino, organizzato in partnership con Città del Vino, che unisce sotto le stelle centinaia di piazze, borghi e cantine tra degustazioni, arte, musica, street food e le osservazioni astronomiche con l’Unione Astrofili Italiani – UAI. A fare da anteprima nazionale all’evento, il 29 luglio, la vernice ‘total white’ al giardino del Casinò di Venezia: sulle rive del Canal Grande sarà possibile assaggiare oltre cento etichette selezionate da MTV Italia, MTV Veneto e Veneziaeventi, accompagnate da finger food, musica live e i telescopi dell’UAI (ore 20:00-24:00; costo: € 20 a persona). “La sinergia tra cantine e comuni – dichiara il presidente del Movimento Turismo Vino, Carlo Pietrasanta – è il motore di Calici di Stelle e uno dei fattori indispensabili per lo sviluppo dell’enoturismo. Il successo crescente di questa manifestazione è la dimostrazione di come, rafforzando il dialogo tra i diversi attori, sia possibile realizzare azioni di marketing territoriale condivise che fungano da volano per il nostro settore e per l’economia dei territori”.
“Calici di Stelle – aggiunge il presidente di Città del Vino, Floriano Zambon – ha il merito di raggiungere un vasto pubblico. E il perno di tutto questo è il valore della qualità dei territori, dei centri storici e del legame tra questi e i vini in degustazione. Le Città del Vino partecipano numerose, facendosi ambasciatrici di qualità della vita e dell’ambiente”. Sono circa duecento i Comuni coinvolti in tutta Italia, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, con degustazioni, incontri e spettacoli che valorizzano il rapporto tra vino e cultura. Circa trenta, in particolare, le Città del Vino coinvolte in Toscana – dal Chianti Classico alla Maremma, dalla Costa degli Etruschi alla Lunigiana – tra musica, spettacoli pirotecnici e mostre. Il tutto all’insegna della promozione dei grandi vini regionali conosciuti in tutto il mondo. Tra questi, la Vernaccia di San Gimignano che, a 50 anni dalla sua nascita, viene celebrata oggi nella sua città natale con degustazioni, visite nel centro storico, concerti e wine tour nelle cantine. E’ con lo stesso spirito che nelle aziende MTV toscane (6-14 agosto) ai tasting si alterneranno iniziative che culmineranno il 10 agosto con gli abbinamenti cibo-vino in collaborazione con Streetfood, mentre in Umbria sarà il claim #passion&vino …in un click ad accompagnare le attività (10 agosto). In Puglia, Calici di Stelle torna a Lucera il 6 agosto per poi fare tappa a Copertino il 10 agosto, tra danze, opera e musica folkloristica. E se con MTV Abruzzo si brinda al porto turistico di Marina di Pescara (10 agosto) e con MTV Liguria a due passi dal mare (Levanto, 12 agosto), in Veneto il cin-cin si fa a Cortina d’Ampezzo conpiù di cento vini da tutta Italia abbinati ai piatti tipici ampezzani (6 agosto). Aspettando le lacrime di San Lorenzo, in Lombardia saranno Casteggio (7 agosto) e Milano (9 agosto) ad attendere i wine lover. Tra tasting, concerti jazz e visite dei vigneti al chiaro di luna anche la Sicilia (10 agosto), la Campania (10 agosto) e la Sardegna (6 e 12 agosto) si preparano a festeggiare.
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Un paio di star, qualche buon attore. Diversi figuranti. La degustazione di Champagne delle maison La Chapelle e José Michel & Fils organizzata ieri pomeriggio da vinodalproduttore.it a Milano, negli spazi Multiverso di via Mecenate 77, regala al folto pubblico intervenuto due certezze assolute. A dominare la scena è Privilège Brut Cru La Chapelle, ottenuto dall’assemblaggio di un 40% di Pinot Meunier, un 35% di Pinot Noir e un 25% di Chardonnay. Una bollicina francese raffinata, di struttura. Elegante ed armonica. Naso di crosta di pane tostata e palato croccante. Ottima anche la persistenza delle note minerali e agrumate nel retro olfattivo. Una cuvée prodotta nel villaggio vinicolo di Ville Dommange, 1er Cru de la Coté Ouest, paesino di 500 anime del dipartimento della Marna, nella regione della Champagne Ardenne.
Servito dagli ottimi sommelier Fisar della delegazione di Milano Duomo anche Special Club 2007 di José Michel & Fils, l’altra bella sorpresa del pomeriggio meneghino. Una cuvée ugualmente spartita tra Pinot Meunier e Chardonnay spremuti da vigne vecchie di 70 anni, prodotto con la stessa etichetta da 28 produttori consorziati seguendo un rigorosissimo disciplinare, che prevede (tra l’altro) un periodo minimo d’affinamento di 3 anni prima della commercializzazione. Si tratta indubbiamente del prodotto di punta della maison di Moussy, altro paradiso della Champagne Ardenne. Naso intenso, elegante e fine che racconta sentori di frutta a polpa bianca, crosta di pane e fiori. Rispondente al palato, dove a dominare sono ancora le note delicate di frutta. Interessanti anche il Brut Gran Vintage 2007 e il Blanc de Blancs 2007 di José Michel & Fils, così come il Millesimé Brut 2008 (33,3% Meunier, 33% Pinot Noir, 33,7% Chardonnay) di La Chapele. Restano solamente ‘comparse’ i rosé proposti in degustazione: dal Nuance Brut di La Chapelle al 50% Pinot Noir e Meunier di Michel, nessuno convince appieno.
GLI ORGANIZZATORI Soddisfatto dal successo dell’evento Guido Groppi, titolare del portale milanese di e-commerce del vino vinodalproduttore.it. “Quella che proponiamo – spiega – è una formula diversa da tutti gli altri. Dopo aver selezionato produttori di grande qualità, poniamo in vendita i loro vini e li promuoviamo anche grazie ad eventi come questo. Il vino viene consegnato al cliente direttamente dalla cantina del produttore, mediante il nostro servizio spedizioni che non fa altro che prelevare il pacco in cantina e consegnarlo all’indirizzo segnalato del cliente. Questo garantisce alcuni vantaggi: innanzitutto assicuriamo la qualità della conservazione. E inoltre il nostro assortimento è costituito sostanzialmente da quanto il produttore stesso ha in cantina, comprese le grandi annate e i grandi formati”.
Un’idea nata nel 2010, spiega Groppi, “quando mi sono messo a cercare chi vendeva il vino Montevetrano dei Colli di Salerno prodotto da mia suocera”. “Mi sono reso conto così che tutte le enoteche, comprese quelle online, compravano dai produttori, stoccavano e vendevano poi all’utente finale. Vinodalproduttore.it inverte semplicemente questa procedura: il vino resta in casa del produttore sino a quando il cliente non lo acquista tramite il nostro portale, eliminando così tutti i problemi dovuti allo stoccaggio da parte di terzi”. Il prezzo di vendita, a maggior ragione, è concordato preventivamente con il produttore. Un procedimento, dunque, che veste d’etica l’intera filiera. “All’inizio è stato difficilissimo – ammette Guido Groppi – perché la maggior parte dei produttori viveva con una certa diffidenza il mondo di Internet, anche per esperienze negative vissute con altre ‘enoteche online’. Poi un certo numero di produttori di livello ha iniziato a darci fiducia, rendendosi conto della coerenza della nostra proposta. In un mondo tutto sommato piccolo, come quello del vino di qualità, la nostra onestà, alla lunga, ha pagato”. Vinodalproduttore.it può contare su una squadra di dieci persone, a cui sono affidate le sorti (sul web) di 55 produttori ‘associati’.
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“Il dubbio è la nostra passione e la passione è il nostro compito”. Cita Henry James, Marco Buvoli, per sintetizzare il senso di una vita (la sua): produrre vino di qualità. Possibili “dubbi” fugati in un baleno. Grazie alla degustazione del Metodo Classico Buvoli Extra Brut “10 e mezzo”, cifra che sta a indicare l'”età anagrafica” delle bollicine in questione, frutto dell’elaborazione effettuata nell’Opificio del Pinot Nero, il “laboratorio creativo” del viticoltore che opera tra Gambugliano e Vicenza, in Veneto. Un ottimo prodotto, soprattutto considerando che il produttore, persona squisita e appassionata, produce fantastici prodotti da poco tempo nella sua magnifica cantina, nata quasi per gioco (per scommessa) adibendo appositamente un’ala della propria abitazione. Sicuramente una lunga vita per questo vino, che poteva andare ben oltre i suoi 10 anni e mezzo:; torneremo dunque a degustarlo nei prossimi anni. Limitandoci, per ora, alla consacrazione di un mito liquido che nel calice si veste d’un giallo carico, molto brillante , con riflessi dorati. Perlage estremamente fine e “catenelle” molto persistenti. Al naso, a primo impatto, un piacevole sentore di miele di castagno. L’ossidazione dei mosti regala uno spirito pungente all’olfatto, unico nel suo genere, cui fanno da contraltare note di vegetale fresco. In bocca eleganza assoluta nella beva, note di frutta esotica e crosta di pane, pienezza sostenuta da una buona spalla acida. Nel retrogusto una leggera nota amara, oltre a richiami di fichi e mandorle. Ottimo a tutto pasto, la bollicina Buvoli è anche un ottimo vino “da conversazione”.
LA VINIFICAZIONE
Lo spumante Metodo Classico “10 e mezzo” Extra Brut nasce dall’assemblaggio di basi di annate diverse, di cui una piccola parte affinata in legno. La rifermentazione in bottiglia ha una durata – come suggerisce il nome stesso del vino – di oltre 10 anni e mezzo. “È senza dubbio il mio spumante con maggiore personalità e carattere – spiega Marco Buvoli – anche se sono consapevole che molti lo ritengono un po’ troppo estremo per via delle spiccate note evolutive. Nelle degustazioni alla cieca è però quello che quasi sempre ottiene il punteggio maggiore grazie alla sua straordinaria potenza e persistenza aromatica. Come al solito, sta a voi giudicare e qualunque cosa ne pensiate di questo spumante, voi avete ragione e lui non cambierà”. Chapeau.
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Asti Docg, vino unico nel suo genere a Denominazione di Origine Controllata e Garantita è lo spumante aromatico dolce per eccellenza. Ma qualcosa potrebbe cambiare. Una versione dell’Asti Docg meno dolce potrebbe arrivare presto sugli scaffali di gdo ed horeca. E’ in corso la valutazione, da parte del Consorzio, di inserire una versione “dry” dell’Asti. A dichiararlo è lo stesso presidente Giorgio Bosticco durante un’intervista alla Stampa. Il lavoro è iniziato da circa un anno, a seguito delle sollecitazioni di alcuni membri del Consorzio. E’ stato costituito un team di progetto di enologi per verificare la fattibilità di una versione a ridotto contenuto zuccherino. La richiesta nasce dalla tendenza del consumo in ambito spumantistico verso contenuti più secchi. Il nome di questa nuova versione Asti Docg è ancora tutto da definire ed è stato commissionato ad una agenzia specializzata anche se sono già molte le polemiche sul rischio di compromettere ulteriormente le vendite in crisi dell’Asti Docg e del Moscato di Asti. La volontà è comunque quella di non snaturare l’identità dell’uva moscato, un’ uva aromatica unica ed irripetibile. Da settembre saranno eseguite ricerche di mercato in Italia ed in Germania per avere riscontri lato consumatore . Una mossa delicata che si gioca da un lato sull’opportunità di cogliere positivi trend di mercato, sulla scia della prosecco mania, dall’altro sul cercare di evitare confusioni al consumatore che riconosce nell’Asti Docg da sempre un prodotto dolce. Difficile quindi il corretto posizionamento, ma in Italia e all’estero ci sono già history case di successo, basti pensare allo champagne che resta champagne anche se si può scegliere un dosaggio da brut a dolce, o al prosecco dry o extra dry o brut. Una mossa che potrebbe dare un po’ di respiro ai produttori ancora divisi tra lo svoltare e il rimanere nella cosiddetta zona di confort.
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È entrato in funzione in questi giorni nella sede di Vado Ligure, in provincia di Savona, il nuovo impianto per la produzione di Clayver, l’innovativo contenitore di forma sferica in gres porcellanato per la vinificazione e l’affinamento del vino. Le dimensioni del forno per la cottura della ceramica e organizzazione del processo produttivo permetteranno una produzione quattro volte superiore a quella attuale. Giunto sul mercato nel 2014 dopo una lunga fase di studio e sperimentazione, Clayver si sta diffondendo rapidamente tra le aziende vitivinicole. Ad oggi viene utilizzato da 105 produttori, tra Italia ed estero. Nei primi mesi del 2016 gli ordinativi hanno segnato un +50% rispetto all’anno precedente, rendendo necessaria una nuova rete distributiva in grado di rispondere alle numerose richieste arrivate da Stati Uniti, Canada, Australia e Sud Africa. Il fattore chiave del successo di Clayver è da ricercare nel materiale con cui è costruito, un particolare gres lavorato secondo un procedimento ideato e messo a punto dall’azienda savonese. Il materiale che ne deriva risulta essere molto più performante della terracotta, resistente agli urti e impermeabile, senza i problemi di assorbimento e di perdita di prodotto tipici dell’argilla. Un materiale dotato di una microporosità che permette uno scambio gassoso con l’esterno, molto più ridotto rispetto al legno, ma che consente comunque un’evoluzione nel vino, con il vantaggio di non avere nessuna cessione di sostanze aromatiche. “Clayver è stata una scommessa che da amanti del vino abbiamo voluto lanciare – spiega Luca Risso (nella foto sotto), responsabile ricerca e sviluppo di Clayver – e che sentiamo già di aver vinto solo per il fatto che chi ha comprato i nostri contenitori ora ce ne chiede altri. All’assaggio i vini vinificati in Clayver rispetto a quelli che hanno fatto passaggio in barrique, per esempio, si distinguono perché i profumi e i sapori emergono in modo più netto, liberi dagli aromi tipici del legno. Il vino sembra tirar fuori una diversa personalità. Per noi non poteva esserci miglior risposta, ora ci stiamo strutturando per far fronte a una crescente richiesta da parte del mercato”.
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(3,5 / 5) Ancora un bianco tra le nostre degustazioni, un bianco estivo piacevole, che non stanca. Bottiglia che possiamo mettere nel carrello per una cena tra amici, certi di non fare brutta figura. Ci portiamo a casa un prodotto che viaggia sul binomio perfetto tra freschezza ed aromaticità e che ha dalla sua il prezzo.
LA DEGUSTAZIONE Protagonista nel calice è la Ribolla Gialla Igt delle Venezie Folini Vintage dell’azienda Scolaris. L’annata sotto la nostra lente di ingrandimento è la 2015, un’ottima annata.
Di colore giallo paglierino con riflessi verdolini è un vino limpido e poco denso. Al naso i sentori fruttati di pesca, ananas e le note citriche si alternano a note floreali di fiori bianchi e nuances erbacee e minerali. Colpisce al gusto per la sua freschezza ed il suo sapore pieno, suadente e fruttato.
Rotondo, armonioso ed elegante offre una beva gradevole e sufficientemente persistente, ma soprattutto con un’ottimo rapporto qualità prezzo per la tipologia di prodotto.
La Ribolla Gialla Igt delle Venezie Folini Vintage è un vino bianco secco e fermo che va servito ad una temperatura di 10-12 gradi. Si presta ad un consumo nel giro di tre anni. Perfetta con antipasti, aperitivi leggeri, stuzzichini vari con verdure e formaggi, si accosta anche a primi piatti come tortelli con ricotta, risotto ai frutti di mare, tagliolini gamberi e zucchine ed in genere a molluschi e pesci marinati.
LA VINIFICAZIONE Prodotto con uve 100% Ribolla. Il vitigno Ribolla è un autoctono antichissimo ed è tipico della zona di Gorizia e della ex Jugoslavia dove prende il nome di Rebula. Le vigne dalle quali provengono le uve utilizzate per il Ribolla Gialla Folini Vintage sono allevate con il metodo guyot su terreni marnosi argillosi. La densità di impianto è di 5000/ha per una resa di 100 quintali/ha. La vinificazione è tradizionale in bianco con pressatura soffice, pulitura del mosto per decantazione, fermentazione a temperatura controllata di 18°-20° C per 15-20 giorni. Segue un affinamento in bottiglia di altri due mesi. L’azienda Scolaris ha una tradizione lunghissima, è stata fondata nel 1924 da Giovanni Scolaris che aveva intuito il potenziale del suo territorio, un’area racchiusa tra le Prealpi Giulie mitigata dal mare Adriatico. Giovanni Scolaris è stato tra i primi a vendere vino sia alla popolazione locale che ai soldati inglesi e americani. Oggi è Marco, nipote del fondatore a gestire l’azienda che si è affacciata anche ai mercati internazionale. L’azienda sposando l’etica attuale, che vuole eleganza di presenza e innovazione tecnologica, mantiene la stessa passione e cura di un tempo nel selezionare le sue uve dai vigneti di proprietà, proponendo un “vino sveglio” che racchiude, nel suo ampio gusto, tutta la ricchezza e l’aroma tipici di questa terra. Questo fortunato connubio tra tradizione e modernità ha permesso alla cantina Scolaris di proporre non solo i vini bianchi e rossi, tipici di questa terra, ma anche dei prodotti particolari che sono ormai di punta: la ribolla spumantizzata nella versione Ribolla Gialla e Ribolla Nera Rosè, vini freschi giovani ed eleganti, e l’Ocelot ottenuto da vitigni storici recuperati. I vini della Cantina Scolaris sono stati ampiamente apprezzati e menzionati nelle più importanti guide enologiche di livello nazionale e internazionale (Duemilavini, I vini di Veronelli, Annuario dei migliori vini italiani, Guida dei vini italiani, Wine Gourmet, Wein-plus das Wein-Netzwerk im Internet), ottenendo prestigiosi premi e riconoscimenti.
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Riemerse sabato 9 luglio, alcune bottiglie di Akenta, contenute in una delle casse lasciate ad affinare sul fondale marino, a trenta metri di profondità, dalla Cantina di Santa Maria La Palma. Il progetto è nato nel 2014 in collaborazione con il Parco di Porto Conte, l’area Marina di Capo Caccia, e prevede l’affinamento sotto il livello del mare dello spumante “subacqueo” nato dal Vermentino di Sardegna per valutare l’evoluzione organolettica. Una imbarcazione è partita dal porto di Alghero con a bordo giornalisti, ospiti, esperti di settore ed il cda della cantina presieduto da Mario Peretto per assistere alla delicata fase di riemersione delle bottiglie in collaborazione con il Diving Blue Center di Alghero, partner del progetto. La curiosa cantina subacquea è visitabile durante il periodo estivo grazie ai diving club locali ed il progetto è stato avviato anche nell’ottica della valorizzazione del territorio all’insegna della sostenibilità e del rispetto della natura.
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Decimo anniversario per VininVilla con tante novità. Il tradizionale concorso enologico, organizzato dal comune di Villafranca d’Asti ed Onav si svolgerà dal 2 al 4 settembre. Per questa occasione è stato pensato anche un nuovo premio, riservato al design della bottiglia e dell’etichetta ideato ed offerto dal Lions di Villanova d’Asti oltre ad un’anteprima del Bagna Cauda Day (previsto per il 25-26-27 novembre) con la Bagna Freida, versione estiva del tipico piatto invernale della cucina di Villafranca e dintorni, che si sta riscoprendo negli ultimi anni. Per le iscrizioni, riservate solo a ai viticoltori, cantine sociali, industriali e commercianti dei vini D.O.C. e a D.O.C.G. della Provincia di Asti la scadenza è stata fissata al 12 luglio. I vini selezionati saranno premiati con il premio Vininvilla d’oro nelle categorie rossi e rosati, bianchi, dolci, spumanti e passiti. Previsto anche il premio Vinivilla Bio al miglior classificato tra i vini biologici. “Novità dell’edizione – ricorda Roberto Guazzo, assessore al Turismo e direttore artistico della manifestazione – è l’assegnazione del premio VininVilla Design 2016 per la migliore estetica della bottiglia ed etichetta. Il premio è offerto dal Lions Club Villanova d’Asti e le bottiglie saranno giudicate da una giuria composta da artisti, designer e grafici”. Per le iscrizioni è possibile inviare un fax allo 0141-941235 o una email ad info@comune.villafrancadasti.at.it. La domanda va presentata per ciascun vino iscritto al concorso, scaricando il modulo sul sito del comunewww.comune.villafrancadasti.at.itowww.vininvilla.it. La partecipazione è gratuita e il ritiro dei campioni avverrà entro il 20 luglio. Dal 22 luglio la commissione Onav inizierà le degustazioni e le selezioni dei vini che parteciperanno al banco d’assaggio di VininVilla 2016.
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Guarda con attenzione alla Germania e alle sue potenzialità di mercato la prossima edizione di wine2wine, in calendario alla fiera di Verona il 6 e il 7 dicembre prossimi (http://www.wine2wine.net/evento). Il Forum sul business del vino, ideato e organizzato da Veronafiere-Vinitaly, in collaborazione con Unione Italiana Vini, Federvini e Ice – Agenzia, che apre ufficialmente le iscrizioni a partire dal 15 luglio, analizza anche le potenzialità dello storytelling e le dinamiche di esportazione nei Paesi soggetti a monopolio come la Svezia. Tra i top speaker dell’edizione 2016 hanno già confermato la loro presenza Hermann Pilz, Jonas Rojerman e Felicity Carter. Ad aprire la sessione plenaria, che detta il focus dell’intera edizione, Hermann Pilz, direttore di Weinwirtschaft – una tra le più affidabili e riconosciute riviste tedesche per gli operatori di settore –, chiamato a fare il punto sul secondo mercato per l’export delle cantine italiane. Nel 2015, la Germania ha importato infatti 5,5 milioni di ettolitri per un controvalore superiore a 960 mila euro (Fonte UIV-ISMEA). Una delle novità 2016, di cui si sta perfezionando il programma, il Fake Tender dedicato al mercato svedese dove vige il monopolio di Stato. Jonas Rojerman, capo del controllo qualità di Systembolaget, azienda pubblica che detiene in Svezia il monopolio della vendita di bevande con gradazione alcolica superiore a 3,5%, sarà a disposizione dei produttori italiani per aiutarli a comprendere le procedure di selezione per la vendita dei vini in loco. Come nelle scorse edizioni, wine2wine riserva alcune sessioni al tema della comunicazione e della reputazione nel mondo del web. In particolare Felicity Carter – redattore capo della , rivista di taglio internazionale in lingua inglese sul business del vino – focalizza l’attenzione sullo storytelling, l’importanza di raccontarsi on line e gli effetti che questa attività può regalare alle aziende che ne sanno fare buon uso. Wine2wine è nato con l’obiettivo di essere un evento formativo rivolto ai protagonisti del mondo del vino. La partecipazione è a pagamento e prevede delle agevolazioni per chi entro il 31 agosto si iscrive a Vinitaly 2017 o a una o più tappe di Vinitaly International (http://www.vinitalyinternational.com/calendar). L’accredito per gli operatori media è soltanto su invito (per informazioni e iscrizioni: info@wine2wine.net).
Tariffe e agevolazioni
Iscrizioni entro il 30 settembre > 195 euro +IVA
Iscrizioni da 1 ottobre > 295 euro +IVA per la prima registrazione e 195 euro +IVA per ulteriori partecipanti della stessa azienda
Iscritti a Vinitaly 2017 entro 31 agosto > 50 euro +IVA per le prime 2 registrazioni; normali modalità per ulteriori partecipanti della stessa azienda.
Iscritti a una o più tappe Vinitaly International > 50 euro +IVA per le prime 2 registrazioni; normali modalità per ulteriori partecipanti della stessa azienda.
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Si intitola WardaGarda il nuovo evento dedicato all’olio Garda DOP in programma a Cavaion Veronese da venerdì 2 a domenica 4 settembre 2016. Tre giorni dedicati all’Olio Extravergine nelle sue declinazioni e nei suoi abbinamenti gastronomici organizzati proprio nel cuore della produzione del Garda DOP tra gli uliveti dell’entroterra gardesano. Nella centralissima Corte Torcolo, sede anche del Consorzio di Tutela, un ricco programma di eventi con laboratori per imparare a degustare e abbinare l’olio, showcooking, escursioni, mostra d’arte, mercatino dei prodotti DOP, cucina del territorio e musica dal vivo. Nella mattinata di sabato 3 settembre è prevista la tavola rotonda “Olioturismo, forme e percorsi dei nuovi turisti” con esperti di marketing e turismo, a margine della quale è prevista la consegna dei premi del concorso per l’Olio Garda DOP L’Oro del Garda e del concorso di potatura Giorgio Bargioni. Warda è l’antico nome longobardo da cui deriva il toponimo Garda. Deve la sua origine alle fortificazioni di avvistamento con funzioni difensive sulle colline che circondano il lago, gli stessi rilievi su cui da secoli si coltiva l’olivo.
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Verrà riaperta oggi, per un giorno, a Bertinoro, la Riserva storica del Sangiovese che da cinque anni custodisce e si arricchisce ogni anno di vini pregiati, immagazzinati per andare a costituire una vera e propria banca del vino della regione. Per festeggiare la sesta immissione di vini è prevista una festa a base di musica ed assaggi di vino. Durante la festa si svolgerà anche il corteo che vedrà protagonista il carro storico custode delle casse di vino che verranno passate di mano in mano con l’aiuto del pubblico partecipante fino al caveau della Riserva Storica per essere messe a dimora. Il banco di assaggio sarà gestito da Ais e si svolgerà dalle 19 alle 24 in Piazza della Libertà. I sommelier Ais, proporranno i vini destinati alla Riserva e anche l’Albana. Il Comitato Manifestazioni e Gemellaggi si occuperà dalla parte gastronomica che accompagnerà le degustazioni. Dalle 21.30 la festa proseguirà con il concerto di Michela Grena, all’interno della famosa rassegna Donne Jazz in Blues del festiva Entroterre. Al termine del concerto, il carro storico con le bottiglie di vino degli oltre 40 produttori selezionati per far parte di questa edizione giungerà dalla Statua del Vignaiolo fino in Piazza della Libertà, dove con l’aiuto del pubblico si scaricheranno le cassette di vino con un passamano che sta a rappresentare proprio la collaborazione di tutti gli attori della Romagna del vino, dalle istituzioni, ai produttori, gli appassionati. La Riserva Storica costituita da 45 vini selezionati da Giorgio Melandri, giornalista e degustatore, sarà chiusa dal Presidente del Consorzio Vini Bertinoro e dal primo cittadino.
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Anghiò torna in Riviera! Dall’8 al 17 Luglio San Benedetto del Tronto ospita la settima edizione del Festival del Pesce Azzurro, che darà al suo pubblico la possibilità di una vera e propria full immersion nella tradizione della cucina marinara italiana. Anche quest’anno il Consorzio ha deciso di rinnovare la sua collaborazione con Anghiò, con i vini piceni protagonisti di alcuni dei principali eventi e accompagneranno le oltre cinquanta ricette a base di pesce azzurro e non solo. Insieme agli chef e alle nostre cantine gestiremo tre diverse aree della manifestazione:
– area 50 sfumature di azzurro,dove grandi chef si alterneranno nella preparazione di grandi piatti. Ognuno presenterà il proprio menù abilmente abbinato ai vini delle nostre cantine;
– Enoteca delle Marche, una selezione dei nostri migliori vini che accompagneranno tutte le gustose pietanze ittiche preparate presso il Palazzurro;
– Aperifish, sfizioso aperitivo di pesce abbinato ai vini del Consorzio Vini Piceni, con una sezione dedicata in particolare all’accoppiata pesce e bollicine del Piceno.
I padiglioni di Anghiò rimarranno aperti nella centralissima Piazza Giorgini, tutti i giorni dalle ore 18 alle ore 24.
Le cantine che hanno aderito in modo attivo all’evento:
Enoteca Regionale delle Marche:
La canosa
La Cantina dei Colli Ripani
Le Cantine Di Figaro
Ciù Ciù
Domodimonti
Saladini Pilastri
San Giovanni
Tenuta De Angelis
Tenute del Borgo
Terre Cortesi Moncaro
Velenosi Vini
Vigneti Bonaventura
Area “50 sfumature di azzurro”:
Ciù ciù
Le Cantine di Figaro
Tenuta De Angelis
Velenosi
I loro vini verranno abbinati ai piatti degli chef:
– 8 LUGLIO
Federico Palestini | Osteria Caserma Guelfa, San Benedetto del Tronto
– 9 LUGLIO
Rosaria Morganti | Due Cigni Ristorante, Montecosaro Scalo (Mc)
– 10 LUGLIO
Aurelio Damiani | Trattoria Mare Damiani e Rossi, Porto San Giorgio
– 11 LUGLIO
Daniele Citeroni | Osteria Ophis, Offida (AP)
– 12 LUGLIO
Sabrina Tuzi | Degusteria del Gigante, San Benedetto del Tronto
– 13 LUGLIO
Simone Ventresca | Antico Caffe Soriano, San Benedetto del Tronto
– 14 LUGLIO
Enrico Mazzaroni | Ristorante Il Tiglio, Montemonaco
– 15 LUGLIO
Claudio Urriani e Ennio Nunziato | Nuova Pescheria Picena
– 16 \ 17 LUGLIO
Andy Luotto | Ristorante La’, Roma
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“Il vino italiano sarà protagonista a Rio de Janeiro durante le prossime Olimpiadi grazie ad una partnership tra Unione Italiana Vini e Casa Italia. Avremo l’occasione di presentarci al mondo con un messaggio di eccellenza e buon gusto per raccontare i nostri prodotti, il nostro territorio e la nostra passione, entrando a far parte di un progetto tutto italiano che mira a valorizzare il nostro Paese nello sport, nell’arte, nel design e nell’agroalimentare”. Con queste parole Antonio Rallo, presidente Unione Italiana Vini, è intervenuto a margine dell’evento di presentazione delle iniziative promosse dal Sistema Italia in occasione dei XXXI Giochi Olimpici e dei XV Giochi Paraolimpici di Rio de Janeiro, dal titolo “L’Italia a Rio 2016”, aperto oggi alla Farnesina dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Paolo Gentiloni, in presenza del Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini. Sono intervenuti l’Ambasciatore del Brasile in Italia, Ricardo Neiva Tavares, il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, e altri importanti esponenti del mondo sportivo e delle istituzioni. “Le Olimpiadi rappresentano da sempre un momento di incredibile aggregazione – conclude Antonio Rallo – durante il quale tutto il mondo si sofferma sui valori più elevati dello sport e della sana competizione tra atleti e Paesi in gara. In tale contesto diventa un privilegio poter esprimere, insieme al talento degli atleti, il talento che il sistema del vino italiano possiede per natura e tradizione millenaria, portando un assaggio della nostra qualità nei brindisi di Casa Italia”. In occasione delle Olimpiadi 2016, Casa Italia sarà ospitata dal Costa Brava Clube, Club storico di Rio de Janeiro progettato negli anni ’60 dall’architetto Ricardo Menescal. In quella prestigiosa sede, sarà possibile degustare numerosi vini di pregio provenienti dalle principali regioni italiane e offerti da un nutrito gruppo di aziende associate a Unione Italiana Vini, rappresentative del miglior export italiano.
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Tutelare il nome e la produzione del Lambrusco. E’ la richiesta che arriva dal Consiglio regionale lombardo che ha approvato all’unanimità una risoluzione presentata dal Movimento Cinque Stelle per la tutela della denominazione sia nell’etichettatura di vini Dop che Igp. Il documento invita la Giunta a vigilare affinché la Commissione europea ritiri l’atto delegato che prevede la liberalizzazione della produzione di questo vino che ha un forte legame con i territori della provincia di Mantova e dell’Emilia e una filiera che conta 8mila aziende viticole, 20 cantine cooperative, 48 aziende vinicole, oltre 1.000 addetti. L’impegno chiesto alla Giunta regionale con questa risoluzione e’ quindi quello di vigilare che a livello europeo si eviti l’uso improprio della denominazione protetta. “La proposta – spiega il consigliere regionale del M5S Andrea Fiasconaro – è quella di salvaguardare la menzione del vitigno Lambrusco, ancorandola cioè alla produzione delle zone geografiche di cui è tipico, per scongiurare la liberalizzazione del nome Lambrusco. Dalla Ue, come noto, ci sono stati segnali confortanti, con il commissario all’agricoltura Hogan che ha confermato l’intenzione di riaprire la discussione riguardante la tutela dei vitigni senza penalizzare l’attuale modello del sistema vitivinicolo italiano di qualità”. “Ci sono stati accordi politici – prosegue Fiasconaro – e impegni per evitare tale liberalizzazione, però non vi è ancora nulla di scritto e formale. L’obiettivo di questa risoluzione è quello di impegnare anche regione Lombardia a vigilare affinché si formalizzi un accordo che possa tutelare il vitigno e la produzione tipica di Lambrusco”. Il testo del documento è chiaro: si impegna il presidente Maroni e la giunta a vigilare affinché l’atto delegato sulla tutela dei vini identitari venga ritirato, e che comunque non si realizzi una indiscriminata liberalizzazione dell’utilizzo della menzione di un vitigno, proponendo misure volte alla tutela del carattere locale e della peculiarità del vitigno Lambrusco, nonché delle produzioni Dop e Igp che da esso prendono il nome.
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Al via l’8 e il 9 luglio Lacrima Wine Days, la due giorni sulla Lacrima di Morro d’Alba promossa dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (IMT) e Go Wine per scoprire l’autoctono rosso dal profumo di rosa e viola e la sua nuova annata: in programma nel borgo di Morro d’Alba (An) banchi d’assaggio aperti al pubblico in compagnia di diciassette produttori, tasting alla cieca per operatori e appassionati, abbinamenti con prodotti tipici del territorio. Ad aprire la prima edizione della kermesse, venerdì 8 luglio alle 10:00, il wine tasting alla cieca e le preparazioni dello chef stellato Errico Recanati abbinate alla Lacrima di Morro d’Alba, riservati alla stampa specializzata. Alle 17:00 primo piano sulla denominazione nel convegno con il direttore dell’IMT, Alberto Mazzoni, il sindaco di Morro d’Alba, Alberto Cinti, il dirigente servizio Ambiente e Agricoltura della Regione Marche per la Competitività e sviluppo dell’impresa agricola, Roberto Luciani e il presidente di Go Wine, Massimo Corrado. Si prosegue dalle 18:00 alle 23:00 con le degustazioni aperte al pubblico nel centro storico (8 e 9 luglio – costo degustazione, inclusi calice e tasca: € 10; € 8 per i soci Go Wine e di associazioni di settore) e presso l’Enoteca del Lacrima (9 luglio ore 10:30-13:00). Per gli operatori del settore e per gli enoappassionati sono previsti inoltre due wine tasting alla cieca alle 21:00 (8 e 9 luglio ingresso gratuito, su prenotazione). “Con una produzione di circa 11mila ettolitri di vino certificato su 258 ettari vitati – ha detto il direttore di Imt, Alberto Mazzoni – e 10.859 ettolitri imbottigliati nella campagna 2014-2015, la Lacrima di Morro d’Alba è la terza denominazione rossa delle Marche. Un vitigno che rischiava l’estinzione e che, grazie alla lungimiranza dei produttori e al riconoscimento della doc nel 1985, oggi rappresenta uno dei nostri vini più identitari. E’ un rosso di nicchia sul quale vogliamo continuare a puntare, nel rispetto delle sue rese produttive, fondamentali per un prodotto che parli di tradizione e territorio. Il tutto in uno spirito di squadra con i produttori, sulla scia dell’esperienza fatta con Verdicchio e Rosso Conero”.
PROGRAMMA LACRIMA WINE DAYS
VENERDI’ 8 LUGLIO
Ore 17.00: convegno inaugurale (Sala Consiliare – Comune di Morro d’Alba)
Ore 18-23: apertura dei banchi d’assaggio alla presenza dei produttori, punti gastronomici, enoteca del Lacrima (vendita delle bottiglie), intrattenimenti.
Ore 21: wine tasting riservato agli operatori professionali e agli enoappassionati (gratuito su prenotazione)
SABATO 9 LUGLIO
Ore 10.30-13: assaggi presso l’Enoteca del Lacrima di Morro
Ore 18-23: apertura dei banchi d’assaggio alla presenza dei produttori, punti gastronomici, enoteca del Lacrima (vendita delle bottiglie), intrattenimenti.
Ore 21: wine tasting riservato agli operatori professionali ed agli enoappassionati (gratuito su prenotazione)
Costo degustazione, calice e tasca in omaggio: € 10,00 (€ 8,00 soci Go Wine e soci associazioni di settore).
Le 17 aziende presenti ai banchi d’assaggio e i vini di Lacrima Wine Days
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Sono quattro le materie prime essenziali per fare la birra: acqua, luppolo, orzo e lievito. L’acqua, in particolare, rappresenta circa il 90-95 per cento del totale ed è uno degli elementi capace di rendere unica una determinata birra.
Lo sa bene anche lo spagnolo Oscar Cascellana, mastro birraio galiziano che ha pensato per distinguersi dalla concorrenza di utilizzare per la sua produzione l’acqua marina filtrata.
Dimenticate quindi la strofa della famosa filastrocca palla pallina “…Cosa hai bevuto? L’acqua del mare. Buttala via che ti fa male…” perché ora esiste la “Mustache” (Negra Marinera), questo il nome di questa originale birra all’acqua di mare che è dedicata ai marinai ed alla loro usanza in passato di accompagnare le ostriche con la birra.
Un successo in Spagna per quella che al momento resta una produzione limitata a 3000 litri annui pari a circa 9000 bottiglie da 33 cl esportate anche in America, Repubblica Dominicana, Svezia e Olanda.
Alla sapidità della birra si aggiunge un altro curioso fattore. Il prezzo non è fisso, ma segue gli andamenti delle maree. A seconda di queste e della disponibilità di acqua passa da circa 2,90 euro a 3,50 al giorno, seguendo il ciclo delle maree che si ripete all’incirca due volte al giorno a distanza di dodici ore.
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