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Vini al supermercato

Alsace Riesling Réserve 2014, Pierre Sparr

(1,5 / 5)Nella giungla dei vini al supermercato è facile perdersi. E’ ancora più facile perdere la rotta quando ci si addentra nel tortuoso mondo dei vini francesi del supermercato. Ma la bussola impazzisce, letteralmente, sul Riesling Réserve 2014 Pierre Sparr. Doveroso sottolineare, in primis, che non si tratti di un prodotto “Aoc”, ovvero d’Appellations d’origine contrôlée, il corrispettivo transalpino della “Doc” italiana. Bensì di una semplice Appellation Alsace Contrôlée: formula con la quale viene genericamente identificato il vitigno alsaziano utilizzato per la produzione, in questo caso il Riesling. Un prodotto, dunque, che già di per sé rappresenta l’ombra dell’originale. E a questo punto, ad Esselunga, andrebbe chiesto perché inserire in assortimento un prodotto francese di “serie b”, peraltro a un prezzo non certo alla portata di tutti? Forse, la risposta sta sull’etichetta posteriore: in quell’analisi altisonante del Riesling Riserva Pierre Sparr, che a noi di vinialsuper pare…davvero nulla di che.

Quantomeno, raccomandiamo – per l’ennesima volta – agli addetti del supermercato di “girare le annate” e di trattare la corsia del vino come quella dei biscotti (già, perché anche il vino “scade” se è di bassa qualità, o se è prodotto con vitigni non adatti all’invecchiamento, o se è stato ‘turato’ con sugheri economici). Sul banco dove preleviamo questo Riesling, di fatto, sono presenti due annate. La 2014, che scegliamo per la nostra degustazione. E la 2013, dimenticata sul fondo dello scaffale: bottiglie piene di polvere e “liquido” visibilmente “ridotto” all’esame del collo della bottiglia, rispetto alla “sorella” 2014.

L’ANALISI DI VINIALSUPER
La domanda che continua a frullarci nella testa, mentre sorseggiamo questo…”Riesling Alsaziano Riserva”, è: perché? Perché? Dell’eleganza e della finezza dei Riesling d’Oltralpe, neppure l’ombra. Questo Pierre Sparr – a proposito: maison prestigiosa, la cui storia affonda le radici nell’anno 1680, a Beblenheim, in Alsazia per l’appunto – sembra piuttosto un vino di montagna, di quelli che servono in brocca nelle osterie.

Mancano, al naso, i caratteristici spunti di frutta a polpa bianca e di agrumi, mentre risaltano con una certa insistenza i soli fiori bianchi freschi. Sembra quasi un Gewurztraminer base, quando spunta invece, con l’ossigenazione, qualche richiamo olfattivo dolciastro, che ricorda il miele. Desaparecidos i sentori minerali, vera e propria “firma” della straordinaria Valle del Reno, di cui il Riesling alsaziano è simbolo. Al palato, struttura scarsa, monocorde, fruttata fresca. E, anche qui, nemmeno l’ombra della mineralità che si potrebbe (dovrebbe?) attendere dal vitigno. Consigliamo questo vino a tutto pasto. Degli altri.

LA VINIFICAZIONE
Apprendiamo dal sito web dell’importatore e distributore “esclusivo” del Riesling Riserva Pierre Sparr, la Boldrini Import Export di Roma, alcune informazioni sulla tecnica di vinificazione. Si tratta, come atteso, di un Riesling in purezza, ottenuto da vigne dell’età media di 26 anni. La vendemmia è condotta sul finire del mese di ottobre. La fermentazione avviene poi a temperatura controllata, con successivo riposo sulle fecce fini: un’operazione volta a favorire l’aromaticità del prodotto. Da apprezzare la schiettezza con la quale l’importatore descrive i sentori fruttati e minerali di questo Riesling Alsaziano, parlando di semplici “reminiscenze”. Chapeau.

Prezzo pieno: 7,19 euro
Acquistato presso: Esselunga

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Merano WineFestival: 10 mila motivi per non mancare, nel 2017

Soddisfazione e ottimismo di Helmuth Köcher, presidente e fondatore del Merano WineFestival, in chiusura della venticinquesima edizione della manifestazione (qui la lista dei vini premiati), che ha visto superare le diecimila presenze in 5 giorni di attività, superando di qualche decina i numeri del 2015. Cento aziende vitivinicole partecipanti a bio&dynamica, 394 cantine italiane e 92 artigiani del gusto e birrifici nella Selezione Ufficiale 2016, 89 aziende vitivinicole internazionali e 13 tra Consorzi e aziende di servizi alla ristorazione partecipanti, 7.500 biglietti staccati, 300 giornalisti e media accreditati, 2750 pass per le aziende e circa 300 persone coinvolte nell’organizzazione: questi i numeri della venticinquesima edizione del Merano WineFestival, che per la città vale un indotto di circa 8 milioni di euro.

Settemilacinquecento biglietti venduti, di cui oltre 700 per Catwalk Champagne, grande sorpresa di questa edizione.  “Considerando gli oltre 600 produttori presenti – commenta Helmuth Köcher – possiamo calcolare che le presenze al Merano WineFestival 2016 abbiano superato quota 10.000, superando di poco i valori 2015”. Numeri notevoli, che tuttavia non hanno intaccato il flusso e la ‘vivibilità’ delle sale nel fine settimana della Selezione Ufficiale. “Molti visitatori infatti, complice probabilmente il meteo, hanno preferito domenica e lunedì per visitare la manifestazione e ciò ha permesso che la presenza del pubblico fosse equilibrata e non concentrata al sabato”, continua Köcher.

IL FUTURO

Sempre più appassionati e competenti i visitatori del Merano WineFestival, ma non solo: percezione di tutte le aziende è stata la maggiore presenza di addetti del settore nelle sale del Kurhaus, grazie ad un settore che lavora ogni giorno alla comunicazione del vino in Italia con competenza e passione. Soddisfazione, seppure con margini di miglioramento, per la prima edizione di GourmetArena for professional only, un po’ di delusione per la sezione bio&dynamica, “settore di nicchia che meriterebbe più attenzione da parte degli addetti del settore”, spiega Köcher, particolarmente orgoglioso del successo della seconda edizione di Catwalk Champagne, che si appresta a divenire punto di riferimento italiano per lo Champagne.

Per il futuro Köcher si augura di consolidare i numeri di quest’anno e aprire all’estero, coinvolgendo maggiormente sia aziende che pubblico internazionali, forte della posizione geografica della cittadina altoatesina e della particolare caratteristica dell’evento, che si sta posizionando come manifestazione-guida nel panorama del vino in Italia, proponendo esclusivamente etichette selezionate. Nel frattempo si lavora ai prossimi eventi della società di Köcher, Gourmet’s International: Merano Award Selection Roma (27 e 28 novembre all’Acquario Romano) e Wine&Siena (21-22 gennaio 2017).

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L’incontro tra vino Orcia e il diamante delle Crete alla Gran cena nel Castello

Sabato 19 novembre, la Mostra Mercato del tartufo bianco delle Crete Senesi, dedica un’intera giornata al perfetto connubio tra vino Orcia Doc e tartufo. L’evento, organizzato dall’Associazione Tartufai Senesi, è arrivato alla sua 31° edizione con successo, grazie non solo alla valorizzazione di un prodotto così inestimabile, ma anche ai vari legami di qualità che questo è riuscito a creare nel tempo con le altre eccellenze del territorio.

“E’ in questa occasione che la giovane Doc Orcia rampante e appassionata si incontra con l’eccellenza del tartufo bianco che nasce nei boschi selvaggi e incontaminati delle Crete Senesi, per andare a creare una combinazione di sapori sublimi” commenta Donatella Cinelli Colombini, presidente del Consorzio vino Orcia.

L’appuntamento è per sabato 19 novembre, dalle ore 15,00 alle 18,00 nel Museo del Tartufo di San Giovanni d’Asso, con la degustazione dei vini Orcia a cura del Consorzio. Saranno sette le cantine presenti con i banchi d’assaggio: SassodiSole (Torrenieri, Montalcino), Poggio Grande (Castiglione d’Orcia), Donatella Cinelli Colombini (Trequanda), Valdorcia Terre Senesi (Castiglione d’Orcia), La Canonica (San Giovanni d’Asso), Capitoni Marco (Pienza) e Campotondo (Campiglia d’Orcia). Per la degustazione sarà possibile acquistare il calice con la taschina presso l’info point al costo di € 5,00. A fare da cornice a questa iniziativa saranno i racconti di maghi, fate e fantasmi con lo spettacolo “Andiamo a veglia”, a cura degli allievi Aresteatro diretti da Margherita Gravagna.

Appuntamento imperdibile della serata è la “Gran Cena a km 0, connubio Orcia e Tartufo”, durante la quale saranno serviti piatti a base di tartufo bianco come il coscio di maiale alle mele al forno con purea di patate monna lisa, in abbinamento ai vini Orcia doc offerti dalle cantine Campotondo, Capitoni Marco, Donatella Cinelli Colombini, La Canonica, Poggio Grande, SassodiSole, az. Trequanda e Valdorcia Terre Senesi. La cena di gala, solo su prenotazione, avrà luogo nelle suggestive sale del Castello a partire dalle ore 20,30. Per prenotazioni contattare Biancane al numero 349 7504247 oppure biancane@inwind.it .

Ma c’è di più: nell’ambito della manifestazione dedicata al prelibato tartufo bianco delle Crete Senesi, il Consorzio del vino Orcia propone “Autunno nelle cantine Orcia Doc”: visite delle aziende con degustazioni di vino e anche caccia al tartufo. La prenotazione è obbligatoria, per informazioni contattare direttamente le cantine aderenti all’iniziativa (Capitoni Marco, Donatella Cinelli Colombini, Podere Forte e SassodiSole).

Ancora nei weekend della mostra, i produttori di vino Orcia saranno presenti con un banco di assaggio all’interno dei ristoranti di San Giovanni d’Asso e Montisi aderenti all’iniziativa, per far vivere, ai clienti che lo desidereranno, una vera esperienza del territorio, attraverso degustazioni e racconti del “vino più bello del mondo”.

Per maggiori informazioni sul programma completo della 31° Mostra Mercato del Tartufo bianco delle Crete Senesi visitare il sito www.mostradeltartufobianco.it.

Consorzio del vino Orcia e vini Orcia DOC

La denominazione Orcia è nata il 14 febbraio 2000 e comprende le varietà Orcia ottenuto da uve rosse con almeno il 60% di Sangiovese e Orcia Sangiovese con almeno il 90% di questo vitigno, entrambe anche nella tipologia “Riserva”. La denominazione Orcia comprende anche le tipologie Bianco, Rosato e Vin Santo.

I vini nascono in una quarantina di cantine e manifestano l’impegno e la passione dei produttori che nella stragrande maggioranza fanno tutto direttamente: dalla vigna alla vendita delle bottiglie. In un’epoca di globalizzazione, il vino Orcia è ancora un prodotto familiare, fatto da chi vive in mezzo alle vigne, nel rispetto della natura e con ottime competenze di enologia e viticultura.

Il vino Orcia è prodotto in uno dei comprensori agricoli più belli del mondo e in parte iscritto nel patrimonio dell’Umanità Unesco. 13 comuni: Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani, San Giovanni d’Asso, San Quirico d’Orcia, Trequanda e parte di Abbadia San Salvatore, Chianciano Terme, Montalcino, San Casciano dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena.

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Cantine Aperte a San Martino: weekend di vino, dal Piemonte alla Sicilia

Dalla Sicilia alla Lombardia, dalla Calabria al Veneto, dall’Emilia Romagna all’Umbria torna sabato 12 e domenica 13 novembre in tutta Italia Cantine Aperte a San Martino, l’appuntamento autunnale del Movimento Turismo Vino che quest’anno sostiene le popolazioni colpite dal terremoto del Centro Italia con “MTV per Amatrice”. Grazie alla campagna promossa da MTV, che terminerà a maggio 2017 con Cantine Aperte, parte del ricavato delle degustazioni sarà destinato infatti ad un progetto dedicato ai bambini delle scuole elementari di Amatrice. Cantine Aperte a San Martino sarà anche l’occasione per brindare al ‘capodanno agrario’ e rivivere con i vignaioli l’antica tradizione del giorno di San Martino. L’usanza vuole che l’11 novembre nelle campagne si festeggiasse il raccolto e, con la nuova annata agraria, il rinnovo dei contratti. Ed è con questo spirito che le cantine MTV apriranno le porte agli appassionati con numerose attività tra degustazioni, visite guidate, passeggiate nei vigneti, assaggi di vini nuovi e castagne, lezioni di potatura e mostre.

“Anche con Cantine Aperte a San Martino – dichiara il presidente del Movimento Turismo Vino, Carlo Pietrasanta – MTV intende valorizzare i territori vitivinicoli, promuovendo la cultura del vino attraverso proposte di qualità. Una missione portata avanti dalla nostra associazione da oltre 20 anni, pur in assenza di una legge quadro sull’enoturismo, che permetta al mondo vitivinicolo di trasformare questo asset in vera risorsa”.

I DETTAGLI
La kermesse si apre già il 12 novembre nella Marche, in Campania e in Friuli Venezia Giulia con iniziative che spaziano dai tasting abbinati alla musica live (provincia di Benevento) a quelli alla cieca (provincia di Udine), fino alle cene e ai pranzi con il vignaiolo nelle cantine sparse per il territorio friulano. Nel resto d’Italia, per scoprire i territori vitivinicoli più conosciuti ma anche quelli più insoliti con tutto il fascino dei colori autunnali, la giornata clou è invece domenica 13 novembre.

Si va dalla visita ai “crotin” sotterranei in Piemonte (Monteu Roero – CN) a quella nella grotta scavata a mano nel tufo nel Lazio (Zagarolo – RM), al tour nello storico Baglio affacciato sul mare in Sicilia (Marsala – TP). In Umbria sarà il tema ‘WineArt – Arte in Cantina’ ad accompagnare le attività previste in 19 aziende, che esporranno opere di artisti locali ispirate al vino, alla vita in cantina e al territorio, mentre giochi e intrattenimenti per bambini animeranno Cantine Aperte a San Martino in Veneto, Lombardia e Toscana. Musica, light lunch in azienda e degustazioni di vino e prodotti tipici sono inoltre in programma in 5 cantine della Puglia, raggiungibili anche a bordo di enobus (partenza da Bari e Molfetta).

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Agriumbria 2017: agricoltura protagonista a Bastia Umbra

Agriumbria, la mostra nazionale dell’agricoltura, zootecnia e alimentazione, tornerà nei padiglioni di Umbriafiere, a Bastia Umbra (Pg) dal 31 marzo al 2 aprile 2017. Lo farà con una edizione speciale, quella numero 49, durante la quale tante saranno le novità del settore da presentare e tanti gli argomenti affrontati in tre giorni che non sono soltanto una fiera, ma che vogliono essere soprattutto un momento di confronto tra offerta, domanda e mondo scientifico di un comparto che è in continuo divenire. “Agriumbria è il punto di riferimento per l’agricoltura e a confermarlo sono i numeri – spiega Lazzaro Bogliari, presidente di Umbriafiere – per esempio il fatto che già a diversi mesi dall’evento i padiglioni siano già prenotati dagli espositori, ma anche dal lavoro delle associazioni di categoria che già stanno organizzando il ricco cartellone di appuntamenti collaterali che andranno a riempire di contenuti questa che non è solo una fiera, ma un vero e proprio momento di riflessione sul futuro del settore”.

LA CARTA VINCENTE
E’ il sottotitolo di questa edizione di Agriumbria scelto dagli organizzatori per mettere in evidenza un periodo storico in cui la globalizzazione impone alle aziende del settore una scelta direzionale per distinguersi nel mercato, rafforzando il sistema delle filiere e concentrandosi su tematiche che vanno sempre di più nella direzione della multifunzionalità e della sostenibilità. Per questo Umbriafiere è da sempre impegnata a proporre nuove innovazioni tecnologiche che consentano di progettare modelli di filiera agroalimentare trasferibili sul piano strutturale e economico nelle diverse realtà dimensionali e multifunzionali delle imprese agricole; queste sono infatti sempre più coinvolte nella riorganizzazione della loro produzione agricola, con l’obiettivo di essere una componente attiva nell’evoluzione dinamica dei mercati nazionali e internazionali.

L’EVENTO
Le mostre e le rassegne zootecniche, i Saloni specializzati (Enotec, Oleatec e Bancotec) e le aree espositive nelle quali vengono proposte soluzioni di innovazione dei mezzi tecnici, saranno solo alcuni dei fulcri della fiera che nei giorni avrà anche un ricco programma di convegni, meeting e master di approfondimento pensati per mettere aziende, associazioni di categoria e mondo scientifico in un confronto unico. I temi che saranno sviluppati in maggior modo saranno in particolare quello della sostenibilità e quello degli sprechi alimentari a qualche mese dall’approvazione della legge di indirizzo.

IL PREMIO “ANTONIO RICCI”
Con la prossima edizione di Agriumbria nasce anche il premio dedicato a uno dei giornalisti più noti e apprezzati del settore, Antonio Ricci, che purtroppo qualche mese fa è venuto a mancare. Antonio ha contribuito non solo alla crescita dell’agricoltura italiana, ma anche al successo di Agriumbria, essendone uno storico consulente. Amico dell’Umbria e amante dell’olivicoltura, Antonio ha sicuramente lasciato un segno che non poteva essere dimenticato. Così Umbriafiere, in collaborazione con la Facoltà di Agraria di Perugia e con Edagricole, ha deciso di indire il premio che avrà due sezioni: una giornalistica, al professionista del settore che si è distinto per raccontare l’agricoltura italiana e una dedicata a uno studente dell’Università di Perugia che con un lavoro di tesi abbia affrontati i temi della sostenibilità ambientale ed economica e la multifunzionalità in agricoltura. Il premio sarà assegnato durante il programma della prossima edizione.

LA STORIA
Agriumbria nasce da una felice intuizione dell’ideatore della manifestazione agricola, Lodovico Maschiella, e nel 1969 viene organizzata la prima “fiera moderna”, la fiera dell’agricoltura. Una manifestazione agro zootecnica con l’obiettivo di promuovere e sviluppare le attività agricole e zootecniche dell’Italia centrale. Da quel momento in poi ogni edizione ha stabilito un record positivo con una continua crescita di espositori e visitatori. Nel 1980 inizia la realizzazione delle nuove e moderne strutture del quartiere fieristico che consolidano il progetto espositivo che ha in Agriumbria la sua manifestazione più importante.

Negli stessi anni nasce l’Associazione Agriumbria, composta da Enti e Associazioni di categoria, per la gestione e il coordinamento della fiera. Le notevoli dimensioni raggiunte, la forza dell’impatto economico e le tante manifestazioni suggeriscono (nel 1997) la trasformazione dell’ente gestore in Umbriafiere SpA, oggi attuale società di gestione del Centro Fieristico Regionale. Oggi, dopo un lungo percorso, Agriumbria, Mostra dell’Agricoltura, Zootecnia e Alimentazione rappresenta un punto di riferimento a livello nazionale per la valorizzazione del settore agricolo e costituisce un momento di discussione e riflessione sulle prospettive e sul futuro dell’agricoltura.

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Sici investe 1,05 milioni di euro su Tenute Piccini

Sici Sgr Spa, attraverso il Fondo Rilancio e Sviluppo, ha annunciato di aver investito 1,05 milioni di euro in Gestioni Piccini Srl – Tenute Piccini, storica realtà del vino toscano di Castellina in Chianti (SI), attiva in diverse catene della grande distribuzione italiana. L’operazione del Fondo Rilancio e Sviluppo è avvenuta tramite la sottoscrizione di due cambiali finanziarie del valore unitario di 525 mila euro.

Gestioni Piccini Srl società attiva nella commercializzazione di prodotti vinicoli e proprietaria delle Tenute Piccini, dislocate in Toscana e Basilicata, aveva già annunciato in estate di aver “concluso con successo un’operazione di finanziamento attraverso l’emissione e la quotazione sul Segmento Professionale dell’ExtraMOT, sistema multilaterale di negoziazione organizzato e gestito da Borsa Italiana, del minibond ‘Gestioni Piccini S.r.l. – Tasso Fisso 5,5% – 2016/2022’, della durata di 6 anni e per un controvalore complessivo pari ad euro 5 milioni”.

“La nostra società – commentava Mario Piccini, amministratore delegato di Gestioni Piccini Srl – si è voluta confrontare con un mercato del credito in continua evoluzione, questo ha fatto sì che la nostra scelta si sia orientata verso l’emissione di un prestito obbligazionario, quotato sul Segmento Professionale ExtraMot di Borsa Italiana. Penso, che per la nostra realtà, questa operazione possa consentire una apertura al mercato del credito non propriamente convenzionale, stimolandoci a dare sempre il meglio con più trasparenza, per attrarre nuovi investitori che credano e ci supportino nelle nostre strategie per il raggiungimento di obbiettivi sempre più ambiziosi”.

Il prestito, costituito da cinquanta titoli di debito del valore nominale di 100 mila euro cadauno, è di tipologia senior secured, in quanto garantito da privilegio speciale sulla produzione vinicola di diverse annate e varietà, principalmente Chianti e Brunello di Montalcino. Si tratta del primo strumento di debito emesso ed ammesso a quotazione garantito da beni di derivazione vinicola.

Il Fondo comune d’investimento mobiliare chiuso “Rilancio e Sviluppo” è operativo dal 2012 ed ha come obiettivo principale quello di “realizzare plusvalenze da investimenti in società che nel medio termine possano presentarsi e strutturarsi come imprese leader sufficientemente patrimonializzate, in grado di affrontare le sfide della competitività internazionale e potenzialmente quotabili su mercati regolamentati, sia azionari che obbligazionari”.

IL NUOVO CORSO
Sotto la guida di Mario Piccini, nel 2015 la società ha raggiunto un volume d’affari di 50 milioni di Euro, di cui oltre il 70% generato all’estero. “Per la nostra azienda è un grande motivo di orgoglio aver fatto sposare la filosofia aziendale e le nostre strategie al Fondo Rilancio e Sviluppo con la sottoscrizione di due strumenti finanziari innovativi che permetteranno alla nostra Società di continuare il percorso di crescita”, commenta l’ad.

“Siamo particolarmente soddisfatti di aver perfezionato questa operazione – aggiunge Daniele Taccetti, presidente del consiglio di amministrazione di Sici – che costituisce un primo intervento in un settore che rappresenta una delle eccellenze del Made in Italy. Gestioni Piccini, in particolare, è ad oggi una solida realtà che ha saputo rilanciarsi e vincere le sfide dei mercati esteri, riuscendo ad assicurare la presenza dei propri prodotti in oltre 70 Paesi”.

“Riteniamo che gli operatori di Private Equity possano dare un contributo significativo allo sviluppo delle mpi del comparto disposte ad aprirsi ad una nuova cultura manageriale e finanziaria – aggiunge Taccetti – anche attraverso l’utilizzo di strumenti di finanza innovativa quali le cambiali finanziarie. Abbiamo esteso le possibilità di intervento di Sici a nuovi strumenti di finanza come cambiali finanziarie e prestiti ‘mezzanini’, che ben si adattano alle dimensioni e caratteristiche delle imprese del nostro territorio”.

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Primitivo di Manduria promosso al Merano Wine Festival

Grande affluenza al tavolo istituzionale del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria alla 25° edizione di Merano WineFestival che ieri ha chiuso i battenti (4-8 novembre). Un successo al bancone istituzionale dedicato interamente al Primitivo di Manduria che quest’anno ha fatto il suo esordio a uno degli eventi enogastronomici più importanti d’Europa con nove aziende in degustazione.

“Abbiamo centrato l’obiettivo – spiega soddisfatto Roberto Erario, presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria -. Siamo riusciti, partecipando per la prima volta a Merano WineFestival e grazie alle nostre perle enologiche, a portare alta la bandiera di una delle denominazioni più importanti del Made in Italy. Operatori del settore tra cui enoappasionati, enotecari e ristoratori hanno apprezzato e chiesto informazioni sulle nostre aziende”.

In questi giorni, faticosi ma ricchi di entusiasmo – continua Erario – l’impegno del Consorzio non è stato solo quello di promuovere il Primitivo di Manduria ma tutto il territorio, sia di Manduria sia di tutta la nostra areale che comprende 18 comuni tra Taranto e Brindisi. Perché è nostra priorità portare avanti iniziative necessarie per dare impulso al settore dell’enoturismo e alla valorizzazione del territorio. Strategie determinanti per lo sviluppo dell’intera  comunità”.

Il Consorzio – conclude Erario – sarà sempre al fianco di tutti i produttori per essere sempre più competitivi in Italia e sui mercati esteri attraverso strategie di marketing, di tutela e di promozione”.

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Mercato dei Vini Fivi 2016: 420 vignaioli ai nastri

Si avvicina il Mercato dei vini della FIVI, che si terrà a Piacenza sabato 26 e domenica 27 novembre 2016. Per la sesta edizione saranno, per l’esattezza, 421 i vignaioli presenti. Quasi un centinaio in più rispetto alla scorsa edizione. Una crescita di adesioni che sottolinea come il Mercato sia diventato ormai un appuntamento imperdibile, luogo d’incontro, di condivisione e di confronto con il pubblico ma anche tra i produttori stessi. Qui i vignaioli assieme ai loro vini portano la loro esperienza di vita. Ognuno bada al proprio pezzo di terra, interpretando il territorio a suo modo: chi segue la tradizione, chi la tradisce o la abbandona per poi farci ritorno, chi innova, sbaglia, gioisce e soffre. Ma il vignaiolo è il vero custode del vino: ogni suo bicchiere restituisce il territorio che lo ospita e la sua cultura. Per questo le quattro degustazioni in programma nei due giorni saranno condotte direttamente dai vignaioli, che presenteranno i vini e il lavoro dei loro colleghi.

LE DEGUSTAZIONI
Dal Trentino di Pojer & Sandri al Collio friulano di Edi Keber, dal lombardo Oltrepò Pavese di Lino Maga alla Calabria di Francesco De Franco: ogni terra si racconterà attraverso i vini del suo interprete d’eccellenza. Nel corso del mercato sarà assegnato il premio Romano Levi per il Vignaiolo dell’anno e consegnate le targhe FIVI ai nuovi punti di affezione, enoteche e ristoranti in tutta Italia che propongono in modo particolare i vini dei vignaioli e che possono esporre lo stemma dell’associazione nel loro locale. Saranno infine premiate le foto vincitrici del contest #chinonbeveincompagnia lanciato sui social media da FIVI. Le 5 migliori si aggiudicheranno un weekend enogastronomico e bottiglie di vino. Gli orari di apertura del Mercato dei vini sono: sabato dalle 12.30 alle 19.30 e domenica dalle 11.00 alle 19.00. Ingresso € 15.00 giornaliero (ridotto per soci AIS – FIS – FISAR – ONAV – AIES e SLOW FOOD – possessori del biglietto della manifestazione MareDivino 2016), € 25.00 il biglietto per i due giorni.

IL MERCATO DEI VINI IN BREVE
Quando: sabato 26 e domenica 27 novembre 2016
Dove: PiacenzaExpo
Orario di apertura al pubblico: Sabato dalle 12.30 alle 19.30 | Domenica dalle 11.00 alle 19.00
Ingresso: € 15.00 comprensivo di catalogo e bicchiere per degustazioni ingresso giornaliero, € 25,00 il biglietto per due giorni.
Ingresso ridotto: € 10.00 per soci AIS – FIS – FISAR – ONAV – AIES e SLOW FOOD – possessori del biglietto della manifestazione MareDivino 2016. Il socio deve mostrare tessera valida dell’anno in corso. I minorenni non pagano l’ingresso e non possono effettuare degustazioni.

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Valdobbiadene Superiore Docg Prosecco Giustino B 2015, Ruggeri

Non è un caso che il Prosecco Giustino B sia stato eletto “Bollicina dell’Anno 2017” dalla guida del Gambero Rosso. Un “riferimento” secondo gli esperti di Wine Enthusiast che lo appellano, appunto, come il Prosecco di riferimento dello spumante italiano.

Un prodotto reperibile in  grande distribuzione, grazie ad insegne attente ad offrire ai loro clienti una gamma sempre più vasta e alta di vini.

Ecco dunque che dallo scaffale del reparto vini Iper, finisce sotto la nostra lente di ingrandimento proprio il Prosecco Superiore Extra Dry Giustino B, prodotto dalla Cantina Ruggeri di Valdobbiadene. Un acquisto che consigliamo caldamente agli appassionati di Prosecco, nonostante il gap di prezzo rispetto alla media degli altri prosecchi sugli scaffali dei supermercati. Gap ampiamente colmato dalla qualità.

Poco da dire di questo Prosecco, fine ed elegante,  in cui sensazioni di morbidezza e durezza sono perfettamente fuse per offrire una beva fresca, fragrante e vellutata senza eccessi di effervescenza e con un dosaggio zuccherino di 16 gr/l. Un vino fresco, leggero e versatile dal punto di vista degli abbinamenti, ma non un prosecchino qualunque. Perfetto con stuzzichini, antipasti leggeri,  tartare di pesce, preparazioni di pesce a vapore e primi piatti a base di pesce, molluschi o crostacei. Da stappare al momento del consumo e da servire a 6-8 gradi.

LA VINIFICAZIONE
Prodotto con uve Glera dei migliori cru dell’alta collina di Valdobbiadene. I vitigni si trovano sulle pendici dei primi contrafforti dolomitici, nella parte settentrionale della provincia di Treviso. La vendemmia viene effettuata nella seconda metà di settembre.

Dopo la vinificazione tradizionale in bianco, alla temperatura controllata di 18°. In primavera viene spumantizzato secondo il metodo charmat in autoclave con sosta sui lieviti per circa tre mesi. Il consumo è consigliato a partire da settembre.  La cantina Ruggeri nasce nel 1950 grazie a  Giustino Bisol con l’intento di valorizzare con la spumantizzazione i vini Prosecco e Cartizze.

Le uve per produrre il Valdobbiadene DOCG sono tradizionalmente conferite da poco più di un centinaio di viticoltori, quasi tutti del comune di Valdobbiadene. Poiché a Valdobbiadene le proprietà sono molto piccole, talvolta poche migliaia di metri quadrati, è necessario un numero tanto elevato di viticoltori conferenti.

La cantina Ruggeri è largamente attrezzata per il trattamento delle uve e in particolare si è dotata di due linee di scarico completamente indipendenti e di 5 presse a spremitura soffice al fine di garantire la separazione delle varie provenienze anche nei momenti di maggiore afflusso.

Una tra le prime cantine a produrre spumante in autoclave, negli anni ha formato numerosi e valenti enologi. Da 20 anni la produzione si è stabilmente attestata intorno a un milione di bottiglie l’anno, distribuite per il 40% in Italia e il rimanente in 45 stati esteri.

Prezzo pieno: 16,95 euro
Acquistato presso: Iper La grande i

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Nel centro storico di Siena arriva Sangiovese Purosangue 2016

L’Associazione EnoClub Siena rinnova l’appuntamento con il Sangiovese, con un evento che ormai si ripete da 5 anni, stavolta nel centro storico della nostra città. In questa occasione, i luoghi fulcro dell’iniziativa saranno i due bastioni dell’Enoteca Italiana di Siena, grazie all’aiuto e alla disponibilità dell’Ente Vini. L’Enoteca Italiana è storicamente un centro chiave per la divulgazione della cultura del vino in Italia: qui è nato il Vinitaly ante-litteram, la cosiddetta “Mostra Mercato dei Vini Tipici”, con la prima edizione nel 1933. Ed è proprio adesso che questi spazi necessitano di un programma di riqualificazione e rilancio di alto profilo. Visto che si tratta di un’istituzione culturale della nostra città, ci è sembrata la strada giusta per concretizzare quel “fare sistema” che troppo spesso è solo politichese. E’ quindi importante che un evento itinerante come Sangiovese Purosangue si svolga qui e adesso, puntando a migliorare la fruizione di operatori e comunicatori nazionali e internazionali, con un programma di conferenze più ampio, migliorato rispetto all’esperienza dello scorso anno a Pontignano 2015, con specifici momenti di approfondimento dedicati solo ai professionali.
Le cene saranno momenti opzionali per approfondimenti ulteriori tra produttori e giornalisti/operatori ospiti. Venerdì sera a cena è anche previsto un fuori programma a parte per appassionati di alto livello con una verticale storica di vecchie annate di Chateau d’Yquem, con l’esperto di fama mondiale Christian Roger (Vino e Finanza) come relatore e uno studiato abbinamento cibo-vino a tutto pasto, in modo da offrire ulteriori stimoli per chi deciderà di seguire il nostro evento.
Il programma avrà un’appendice domenica 13 novembre con una giornata intera dedicata alla verticale storica di 16 annate di Brunello di Montalcino Biondi Santi, nella sala eventi della Società Romolo e Remo, Contrada della Lupa.

Giovedì 10 novembre 
Un’intera giornata dedicata agli assaggi nella Sala Esposizione dell’Enoteca Italiana, con i soli giornalisti presenti, con servizio sommelier senza produttori e una lista di circa 300 vini base Sangiovese proposti. Ogni degustatore avrà un proprio spazio per assaggi, un elenco dei vini a disposizione, con indicazioni della zona e l’uvaggio. In questa occasione chiederemo ai produttori di proporre, oltre ai vini recenti e alcune vecchie annate, i Sangiovese dell’annata 2006, in occasione del decennale della vendemmia. Un buon momento per una ricognizione tecnica di un’annata specifica, un’ampia orizzontale di Sangiovese delle varie aree.

Venerdì 11 novembre 
Nella sala conferenza del bastione San Filippo in Fortezza Medicea-Enoteca Italiana si svolgerà un convegno di aggiornamento con interventi tecnici riservato agli operatori del settore/aziende vitivinicole, a cura di Sistemi ICT. Al pomeriggio inizierà l’attività al pubblico ai banchi di assaggio. I vini da proporre in degustazione li concorderemo al momento dell’iscrizione all’evento. I produttori saranno disposti secondo le zone di provenienza, in modo da comunicare coerenza nell’esposizione dei territori. Per alcuni importanti giornalisti ospiti selezionati, prevista un ulteriore prestigioso momento di approfondimento con la verticale di Brunello de Il Marroneto.

Sabato 12 novembre 
La giornata più dinamica e variata. Per la mattina la sede dell’evento si sposta in piazza della Stazione nell’aula magna dell’Università per Stranieri, per la conferenza scientifico/universitaria che abbiamo chiamato “Accademia del Sangiovese”. Si tratta di un’aula ad anfiteatro molto grande, con oltre 350 posti a sedere, modernissima, con una dotazione tecnologica d’avanguardia, che l’Università per Stranieri di Siena ha generosamente messo a disposizione.

PROGRAMMA DELLA MANIFESTAZIONE

Giovedì 10 novembre – ENOTECA ITALIANA, SIENA
Sala Esposizione – Bastione San Francesco
· 10.30 – 13.30 Sale degustazione con servizio sommelier riservate a giornalisti ed operatori, con Sangiovese delle varie aree produttive (solo su invito)
– 13.30 – Buffet toscano a cura di Casa Porciatti, Radda in Chianti
– 14.00 – 19.00 – Ripresa dei lavori pomeridiani, degustazione riservata a giornalisti ed operatori

Venerdì 11 novembre – ENOTECA ITALIANA, SIENA
· 10.00 – Accoglienza, accrediti e registrazione operatori e giornalisti ospiti
Sala Esposizione – Bastione San Francesco
· 10.00 – 13.30 – Degustazione con servizio sommelier riservata a giornalisti ed operatori, con Sangiovese delle varie aree produttive

Sala Conferenze – Bastione San Filippo
· 10.30 – 13.30 – Conferenza con interventi tecnici riservata agli operatori del settore/aziende vitivinicole, a cura di Sistemi IT
· Introduzione a cura di Sistemi
· Organizzazione dei processi di cantina e impatto delle novità normative – Relatore Massimo Marietta, Resp. Sviluppo Sistemi
· E’ semplice essere presenti su internet, ma come emergere dalla massa? – Relatore Ivan Gobetti, Resp. Web Agency

· 13.30 Buffet toscano a cura della macelleria Rapaccini – Ponte a Bozzone, Siena

Sala Esposizione – Bastione San Francesco
SANGIOVESE PUROSANGUE:
MOSTRA MERCATO DEL SANGIOVESE
· 15.30 – 19.30 Degustazione ai banchi con i produttori, divisi per aree produttive Aperta al pubblico, ingresso euro 15. Cauzione bicchiere euro 5

Sala Conferenze – Bastione San Filippo
· 16.30 – 19.30 Verticale storica Brunello di Montalcino Il Marroneto, 16 annate (per invitati e soci Enoclub). Con Alessandro Mori, titolare de Il Marroneto
1980-1982-1987-1989-1992-1 994-1995-1998-1999-2000-20 01-2003-2004-2008-2010-201 2anteprima

OFF SANGIOVESE – FUORI PROGRAMMA OPZIONALE Ristorante Gli Orti di San Domenico – Viale Curtatone 15
ore 20.30 – Verticale Chateau d’Yquem 1966 – 1971 – 1976 – 1990. Condotta da Christian Roger. Include cena in abbinamento. Per 15 persone, o multipli. Costo euro 300

Sabato 12 novembre

AULA MAGNA UNIVERSITA’ PER STRANIERI DI SIENA Piazza Carlo Rosselli, 27/28 – Stazione Ferroviaria
· 9.00 – 9.30 Accoglienza, accrediti e registrazione
ACCADEMIA DEL SANGIOVESE
· 9.45 – 13.30 Conferenza con approfondimenti tecnici sul Sangiovese, aperta al pubblico e fino ad esaurimento posti. Intervengono professori universitari, tecnici, operatori, produttori, giornalisti

RELATORI DELLA CONFERENZA

– Saluto del Rettore dell’Università per Stranieri di Siena, Prof. Pietro Cataldi

– Massimo Vedovelli – Professore Ordinario Università per Stranieri di Siena
“Il Sangiovese: natura, cultura, comunicazione”

– Adriano Zago – Agronomo ed enologo, consuente in agricoltura biodinamica
“L’approccio dell’agricoltura biodinamica in vigneto e in cantina come strumento pratico nel percorso della qualità del Sangiovese”

– Ruggero Mazzilli – Agronomo
“Sangiovese, eccellenza dei biodistretti toscani”

– Claudio D’Onofrio – Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali, Università di Pisa
“Utilizzo di elicitori naturali per stimolare la produzione degli aromi nelle uve di Sangiovese”

– Paolo Storchi – Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria Unità di Ricerca per la Viticoltura di Arezzo
“Caratterizzazione e comportamento produttivo dei cloni di Sangiovese”

– Pietro Tonutti – Istituto di Scienze della Vita, Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa
“Epoca di raccolta e gestione delle uve Sangiovese in pre-vinificazione: effetti sulla composizione e qualità del vino”

– Fabio Mencarelli – Professore Ordinario Università della Tuscia, Dir. Dipartimento di Innovazione dei Sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali
“Sensoristica per ottimizzare qualitativamente la raccolta del Sangiovese”

– Gianpaolo Andrich – Professore Ordinario Università di Pisa, Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e agro-alimentari
“La cinetica dell’estrazione dei componenti fenolici nel corso della macerazione di uve Sangiovese”

– Giacomo Buscioni – Agronomo resp. settore microbiologia enologica FoodMicro Team, spin off accademico UniFI
“La fermentazione alcolica spontanea: una scelta che fa la differenza”

– Tommaso Marrocchesi Marzi – Tenuta di Bibbiano, Castellina in Chianti
“La diversità zonale del Chianti Classico come chiave di lettura del territorio e delle sue produzioni”

– Michele Satta – Produttore di Sangiovese a Bolgheri
“Sangiovese nella terra dei bordolesi: sintesi dell’esperienza di vigna e mercato”

ENOTECA ITALIANA, SIENA
Sala Esposizione Bastione San Francesco
SANGIOVESE PUROSANGUE: MOSTRA MERCATO DEL SANGIOVESE
· 16.00 – 19.30 Degustazione ai banchi con i produttori, divisi per aree produttive Aperta al pubblico, ingresso euro 15. Cauzione bicchiere euro 5

Sala Conferenze – Bastione San Filippo
· 17.30 – 19.30 – Seminario guidato con degustazione
Verticale Nobile di Montepulciano Il Nocio
2001-2003-2005-2007-2009-2 011 (euro 30)

Domenica 13 novembre – SOCIETÀ ROMOLO E REMO, CONTRADA DELLA LUPA
Degustazione verticale storica di Brunello di Montalcino Biondi Santi 16 annate, a pagamento (costo euro 350, riservato ai soci Enoclub) 1982 – 1987 – 1988 – 1993 -1997 – 1998 – 1999 – 2001 – 2004 – 2005 – 2006 – 2007 – 2008 – 2009 – 2010- 2011 Condotta e animata da Davide Bonucci e Carlo Macchi

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Maremmachevini: viaggio alla scoperta della Doc Maremma

Si terrà domenica 20 e lunedì 21 Novembre presso l’Ex Convento delle Clarisse in via Vinzaglio 27 a Grosseto la prima edizione della manifestazione  “Maremmachevini“, evento organizzato dal Consorzio Tutela Vini Maremma Toscana, con il patrocinio del Comune di Grosseto e la collaborazione della Fondazione Grosseto Cultura.

“Sono orgoglioso di dare il via al primo appuntamento con Maremmachevini, un evento che vuole essere rappresentativo delle realtà vinicole della zona e ha l’obiettivo di coinvolgere non solo i professionisti di settore, i sommelier delle differenti Associazioni e la stampa, ma anche i wine lover avvicinandoli sempre di più ai nostri territori, incuriositi dalla varietà dei paesaggi che contraddistingue in maniera inequivocabile il nostro patrimonio enogastronomico”- ha dichiarato Edoardo Donato, Presidente del Consorzio Tutela Vini Maremma Toscana.

Il programma della manifestazione prevede l’apertura ufficiale domenica alle ore 16.30, quindi, dalle ore 17.00 alle ore 20.30 il via ai banchi d’assaggio che ospitano ben 32 aziende locali.

Alle ore 18.00 si terrà il workshop di avvicinamento al vino e alle tecniche di degustazione dal titolo: Pillole diVino – Dialogare con il vino, le parole, le sensazioni, le emozioni, un linguaggio unico con la collaborazione dei sommelier Ais Grosseto.

Lunedì 21 novembre previste due Masterclass riservate a stampa o professionisti di settore guidate dal sommelier e professionista Nicola Nebbia e una degustazione a banco libera che chiuderà la rassegna. La prima masterclass, dalle ore 11.30 alle ore 13.00 è incentrata sui  vitigni autoctoni, mentre la seconda dalle ore 15.00 alle ore 16.30 è a tema  vitigni internazionali.

Dalle 17 fino a chiusura della manifestazione proseguiranno le degustazioni ai banchi. Per l’occasione sono stati realizzati dei Tasting Book dedicati ai diversi momenti in programma. Non mancherrano anche partner gastronomici della regione che offriranno assaggi di salumi, formaggi e olio in aree dedicate.

Ingresso alla manifestazione gratuito, costo del calice 5 euro.

Maremmachevini – Programma in breve

Domenica 20 novembre
Ore 16.30: Inaugurazione Maremmachevini
Ore 17.00 – 20.30: Walk Around Tasting con 32 aziende vinicole
Ore 18.00: Pillole diVino – Dialogare con il vino, le parole, le sensazioni, le emozioni, un linguaggio unico, in collaborazione con AIS Grosseto

Lunedì 21 novembre
Ore 11.30 – 13.00: Masterclass Gli autoctoni a cura di Nicola Nebbia
Ore 15.00 – 16.30: Masterclass I vitigni internazionali a cura di Nicola Nebbia
Ore 17.00 – 20.00: Walk Around Tasting con 32 aziende vinicole

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Terre di Vite: al Castello di Levizzano si incontrano vino e cultura

Contaminare per trasformare, perché la bellezza nasce dalla mescolanza.

Da questo assunto nasce la sesta edizione di Terre di vite, che torna al Castello di Levizzano Rangone il 12 e 13 novembre prossimi. Una sorta di viaggio in Italia tra i vini di ottanta produttori provenienti da ogni angolo del paese, ma anche tra cibo, arte e cultura.

Il calendario degli appuntamenti è ricco e prevede, oltre alla degustazione libera di centinaia di vini, una degustazione guidata dal direttore di Porthos Sandro Sangiorgi, una conversazione pubblica sull’alchimia -filo conduttore di questa edizione – tra lo stesso Sangiorgi e l’omeopata Claudio Colombo e un’esposizione delle opere del pittore emiliano Marino Lotti. A fare da colonna sonora alle degustazioni saranno nei due giorni di manifestazione le suggestioni irish del Greta folk Trio e le jam sessions in itinere degli Swingari.

Come nelle precedenti edizioni, Terre di vite non mancherà di valorizzare le offerte gastronomiche del territorio con banchi dedicati alle produzioni d’eccellenza della regione.

Contributo di ingresso 15 Euro + 5 Euro cauzione calice

Contributo ridotto (10 Euro) per i soci Ais, Onav, Fisar, Slow Food, Aies

PROGRAMMA DELL’EVENTO

Sabato 12 Novembre apertura banchi d’assaggio dalle 15 alle 21 Domenica 13 Novembre apertura banchi d’assaggio dalle 11 alle 20

SALA CONVEGNI

Sabato 12 Novembre dalle ore 13.00 – “Il principio vitale e la sua perdita di armonia” conversazione pubblica con il dottor Claudio Colombo condotta e curata dal direttore di Porthos Sandro Sangiorgi – Ingresso gratuito

SALA LABORATORIO DEGUSTAZIONI

Domenica 13 Novembre ore 15.00 – “I vini alchemici”, degustazione/seminario ideata e condotta da Sandro Sangiorgi. Sei vini in degustazione – Prenotazione obbligatoria all’email: info@divinoscrivere.it oppure tel: 338-5474185 Quota di partecipazione 40 € (sconti da applicare ai soci Ais, Fisar, Onav, Slow Food, Aies)

SALA ESPOSIZIONI

“L’alchimia dei colori” esposizione permanente delle opere di Marino Iotti

La bellezza, non la cerco lontana da me perché so che si trova intorno a me. L’incessante ricerca è il dato che caratterizza tutta l’opera di questo pittore reggiano; una ricerca in perenne divenire, uno studio appassionato dei sottili equilibri che il colore ed il segno possono ancora trasmettere. “Le opere di Marino Iotti continuano un’originale ricerca nell’affascinante dimensione dell’informale” (A. Bonito Oliva). www.marinoiotti.it

SALE VARIE DEL CASTELLO

Sabato 12, intera giornata – Incursioni sonore del Greta folk Trio (irish folk)

Domenica 13, intera giornata – Jam session itineranti degli Swingari (swing-kletzmer-manouche).

LE CANTINE PRESENTI

PIEMONTE

Cantine Del Castello Conti -Cantina Castaldi -Cantine Valpane-Carussin-Corte Solidale-Diego Morra-Enrico Crola-Marco Capra-Tiziano Mazzoni-Vigneti Massa

LIGURIA

La Pietra del focolare-Rosmarinus

LOMBARDIA

Alfio Mozzi-Ar.Pe.Pe.-Boffalora–Cantina Meneghelli-Cascina Clarabella-Fondo Bozzole-La Costa-Picchioni Andrea-Stefano Milanesi-Terrazzi Alti

VENETO

Bele Casel-Casa Belfi

FRIULI VENEZIA GIULIA

Luca Fedele-Villa Job

TRENTINO ALTO ADIGE

Cantina Bio Natura-Vallarom

EMILIA ROMAGNA

Antonio Aldini-Cantina Paltrinieri-Casalpriore-Claudio Plessi-Cardinali-Cavaliera-Dalla -erra e dal mestiere-Fattoria Moretto-Galassi Maria-Giovannini-La palazzona di Maggio-La Piana-Lodi Corazza-Lorenzo Maini-Maranesi-Maria Bortolotti-Montaia-San Polo-Sorelle -chiavi-Tenuta Stufanello-Tenuta Santa Lucia-Tenuta Vandelli-Terraquilia-Vigna Cunial-Villa Venti

TOSCANA

Antonio Camillo-Crociani-Fattoria San Vito-Il cerchio-Il Colle-La Piana Capraia-Roccapesta-Vini Apuani

LAZIO

Cantina del Tufaio-Merumalia

UMBRIA

La casa dei Cini

MARCHE

Fattoria Coroncino-Fosso dei Ronchi

CAMPANIA

Cantina Bambinuto-Fosso degli Angeli-Mila Vuolo

PUGLIA

Cantine Carpentiere-Dei Agre

BASILICATA

Cantina il Passo-Carbone Vini-Tenuta Marino

CALABRIA

Altomonte-Cantine Luca’-Cantina Viglianti-Tenuta Celimarro-Terre del Gufo

SICILIA

Cantine Edomé-Gabrio Bini-Paola Lantieri

SARDEGNA

Cantine Canneddu-Giuseppe Sedilesu

 

 

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Strada del Prosecco: gemellaggio con Bordeaux e Palatinato

Sarà la storica sede di Villa Brandolini in Solighetto a ospitare il significativo momento di confronto fra tre prestigiose aree enoturistiche europee: quella francese di Bordeaux, quella tedesca del Palatinato e quella italiana del Conegliano Valdobbiadene. Venerdì 11 novembre, a partire dalle ore 16.00, un articolato programma svilupperà una ad una le tematiche utili a comprendere il futuro dei territori vocati al turismo enogastronomico. “Un convegno fortemente voluto dell’Associazione Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene – dichiara il presidente Isidoro Rebuli – per celebrare i 50 anni della nostra strada del vino, inaugurata nel 1966, ed attualmente un itinerario molto ambito e frequentato dai turisti”.

IL PROGRAMMA
Si parlerà dell’evoluzione della viticoltura nell’area Conegliano Valdobbiadene negli ultimi 50 anni, di proposte per una viticoltura sostenibile e del valore e del futuro delle Strade del Vino del Veneto. Sarà possibile ascoltare le testimonianze legate a esperienze di turismo sostenibile e responsabile, delle possibili sinergie tra regioni vinicole del mondo e dei progetti per il riciclo dei tappi in sughero. Lo si farà dando voce a Florence Maffrand, manager presso La Cité du Vin di Bordeaux, il monumentale ed avveniristico luogo dedicato alla cultura mondiale del vino.

Tra i relatori Martin Franck, direttore della Deutsche Weinstrasse, la più antica strada del vino del mondo nata nel 1935 nella regione del Palatinato; Diego Tomasi, direttore del Centro di Ricerca per la Viticoltura di Conegliano; Filippo Taglietti direttore tecnico del Consorzio per la Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene Docg; Carlos Veloso Dos Santos, amministratore delegato di Amorim Cork Italia, fondatore del progetto ETICO; Paolo Rosso, Direttore Direzione Turismo Regione Veneto. Modera Paolo Corbini (Associazione Nazionale Città del Vino).

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Vino italiano, Fem: “L’export migliora la qualità”

“La percentuale del vino italiano che viene venduta all’estero è in crescita e per molte aziende ha oltrepassato la soglia del 50% della produzione. Questo implica che all’interno delle azienda vitivinicola ci siano delle persone con delle competenze specifiche per seguire il lavoro di vendita e promozione sui mercati esteri”. Steve Kim, managing director di Vinitaly International, ha moderato oggi il settimo seminario internazionale di marketing del vino organizzato dalla Fondazione Edmund Mach (Fem) a San Michele all’Adige (Trento) e centrato sui nuovi modelli per l’export.

L’evento, rivolto ad esperti di marketing del vino, produttori e studenti, si inserisce all’interno del percorso formativo di eccellenza “executive master wine export management”, che forma gli specialisti dell’export vini. Professionisti in grado di supportare le aziende del vino nel complesso processo di internazionalizzazione. Oggi, al termine del seminario, si è svolta anche la consegna degli attestati a 24 nuovi manager del vino.

“Abbiamo analizzato quali sono queste competenze, i mercati storici del vino italiano, ma soprattutto quelli nuovi e la Cina in particolare, dove l’Italia del vino non è ancora riuscita ad affermarsi come hanno fatto i cugini d’Oltralpe, ma si stanno facendo enormi sforzi per recuperare terreno” ha detto Kim, l’esperta coreana a capo del braccio strategico internazionale di Vinitaly e impegnata ad utilizzare i canali innovativi per comunicare e celebrare “il vino italiano” all’estero – con un’enfasi creativa sui social media – sempre con un occhio di attenzione per aiutare i produttori italiani a vendere di più di una semplice bottiglia di vino.

LA CRESCITA
L’export vitivinicolo italiano è fortemente cresciuto in quest’ultimo ventennio a dimostrazione del grande appeal internazionale della nostra vitienologia. E’ cresciuta però anche la concorrenza sui mercati internazionali, sono aumentate le problematiche organizzative, si sono fortemente modificati i sistemi distributivi e la stessa rete di importazione si è decisamente evoluta in quest’ultimo quinquennio. Grandi evoluzioni che stanno obbligando le imprese enologiche italiane a grandi sforzi organizzativi e ad aumentare fortemente la loro capacità di gestire la loro presenza sui mercati internazionali.

“Occorre puntare sulla qualità del vino, ma anche creare marchi in grado di esprimere uno stile di vita. Se riusciamo a fare questo le opportunità sono enormi”, ha detto Matteo Lunelli, presidente di Cantine Ferrari nonché direttore dell’International Wine and Spirits Competition IWSC, intervenuto assieme ad Antonio Rallo, presidente di Unione Italiana Vini e titolare della cantina Donnafugata, Emilio Pedron, amministratore delegato di Bertani Domains, Raffaele Boscaini, responsabile Marketing Masi, Francesco Ferreri, presidente di Assovini Sicilia, Matilde Poggi, presidente Fivi e titolare di Le Fraghe, Roberta Crivellaro dello studio legale Whiter.

A conclusione della tavola rotonda si è svolta la consegna degli attestati ai 24 nuovi export manager del vino, provenienti da varie regioni italiane e selezionati da una commissione che ha valutato oltre 70 candidature. Intanto, è tutto pronto per il prossimo corso: il 31 dicembre scadono i termini per iscriversi alla quinta edizione del corso di wine export management.

 

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Cinque “Cantine aperte” in Puglia per San Martino

Nasce il vino scoppia la festa! È questo lo slogan di “Cantine Aperte a San Martino” l’evento autunnale del Movimento Turismo del Vino che domenica 13 novembre in tutta Italia invita enoturisti, appassionati e curiosi a tornare in cantina per scoprire i vini della nuova annata in occasione di San Martino. San Martino è storicamente una ricorrenza simbolica della vita di campagna, che rappresenta l’ultimo giorno dell’anno agricolo prima dell’inverno, la data in cui si festeggiava l’appena trascorsa stagione agricola assaggiando il vino dell’ultima vendemmia. Con lo stesso spirito festoso e di condivisione si svolge la manifestazione del Movimento, alla sua ottava edizione in Puglia.

Saranno cinque le cantine che apriranno gratuitamente i battenti agli enoturisti, offrendo l’opportunità di degustare i vini di produzione, incontrare i produttori e visitare le aziende: Tor de falchi a Minervino Murge; Vignuolo/La Cantina di Andria e Conte Onofrio Spagnoletti Zeuli ad Andria, Villa Schinosa a Trani e, a Polignano a Mare, Terre di San Vito. Le degustazioni saranno accompagnate da intrattenimenti musicali, degustazioni di prodotti tipici e light lunch in cantina.

LE NOVITA’
Novità di questa edizione la possibilità di raggiungere comodamente le cantine a bordo di un enobus con partenza da Bari e Molfetta. E grazie alla concomitanza con “Evo Day” – il ciclo di appuntamenti in frantoio ideato per tutte le domeniche di novembre da Buonaterra Movimento Turismo dell’Olio Puglia con l’idea di avvicinare il grande pubblico all’affascinante mondo dell’olio extravergine d’oliva – l’itinerario si arricchirà con la visita a un frantoio. Nel dettaglio, l’itinerario prevede transfer in bus gran turismo, visita alle cantine Tor de Falchi e Villa Schinosa e al frantoio Galantino, con degustazioni dei vini e oli di produzione e light lunch in cantina. Per maggiori info: Tel. 370 1245456 | pisani.a61@libero.it.

Per chi vorrà raggiungere le cantine autonomamente, sarà disponibile la mappa delle aziende partecipanti di Google Maps. Per usarla basta connettersi da tablet o smartphone al sito www.mtvpuglia.it, cliccare sulla mappa in homepage e scegliere di aprirla con l’app di Google Maps. Selezionando la singola cantina si potranno conoscere orari di apertura e programma delle attività, oltre a ricevere le indicazioni esatte su come raggiungere l’azienda e creare il proprio percorso.

BENEFICENZA
Anche in occasione di Cantine Aperte a San Martino prosegue “Mtv per Amatrice”, la raccolta fondi indetta lo scorso settembre dal Movimento Turismo del Vino Italia a favore delle popolazioni colpita dal terremoto del Centro Italia, iniziativa che si rinnova ancora più sentitamente a seguito della recente recidiva sismica e a cui la Puglia parteciperà devolvendo una quota per ogni calice venduto (acquisto possibile in ogni cantina, calice con portacalice € 5.00). La raccolta fondi si protrarrà fino a Cantine Aperte 2017, e la consegna della somma raccolta si terrà ad Amatrice in occasione di un evento organizzato da MTV.

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Approfondimenti

Italian Exhibition Group acquisisce i marchi Cosmofood e Golositalia

Italian Exhibition Group Spa ha acquisito dalla società Mantova In Srl i marchi Cosmofood e Golositalia, due manifestazioni del settore Food & Beverage organizzate rispettivamente a Vicenza e Montichiari (BS), che alle ultime edizioni hanno ospitato nel complesso oltre 100.000 visitatori e circa 1.000 espositori. Si tratta della prima operazione di acquisizione da parte della nuova società fieristica nata dall’integrazione tra Rimini Fiera e Fiera di Vicenza, in un comparto, quello del Food & Beverage, in cui Italian Exhibition Group Spa è già leader attraverso le manifestazioni Sigep, Beer Attraction e Foodwell organizzate a Rimini.

Con l’acquisizione dei brand Cosmofood e Golositalia, Italian Exhibition Group Spa amplia così il proprio portafoglio prodotti, che conta un totale di 63 eventi fieristici (il 90% di proprietà). Il Gruppo è il primo player italiano per numero di manifestazioni organizzate direttamente, riferite a importanti filiere produttive del Made in Italy, quali: Food & Beverage, Green, Technology, Entertainment, Tourism, Transport, Wellness, Jewellery e Fashion, Lifestyle & Innovation.

IL PUNTO

“È con un duplice piacere, sostanziale e non formale – ha dichiarato il presidente di Italian Exhibition Group, Lorenzo Cagnoni – che desidero commentare l’annuncio di queste due acquisizioni. Duplice perché da un lato si tratta di un’operazione che appartiene all’ambito strategico del rafforzamento del nostro portafoglio prodotti nella filiera del food. Dall’altro perché rappresenta una primissima, concreta esemplificazione del positivo percorso che si schiude con l’integrazione tra Rimini e Vicenza”.

Matteo Marzotto, vice Presidente di Italian Exhibition Group Spa, ha sottolineato: “Il percorso di crescita ed espansione di IEG inizia in modo significativo da un comparto, quello del food, che è particolarmente rappresentativo del nostro miglior Well Done in Italy nel mondo. Basti pensare che il settore agroalimentare nel 2015 ha registrato un export di circa 37 miliardi di euro, segnando una crescita del 7,4%. Con questa acquisizione valorizzeremo ulteriormente due prodotti fieristici già di qualità, con l’obiettivo non solo di essere al sevizio dei migliori espositori italiani, ma anche di rappresentare un Market Place attrattivo per buyer ed aziende internazionali”.

Corrado Facco, direttore generale di Italian Exhibition Group Spa, aggiunge: “Attraverso queste due acquisizioni andiamo a presidiare il settore del food in due aree strategiche per il comparto, come il Veneto e la Lombardia. Il nostro interesse per Cosmofood e Golositalia è nato per la capacità dei due eventi fieristici di saper crescere edizione dopo edizione e di assumere un profilo sempre più nazionale. Le manifestazioni offrono una visione completa del mondo del food e della ristorazione, riunendo sia appassionati sia visitatori professionali. Un mix tra aspetto esperienziale e piattaforma di business che, assieme alla crescita dell’internazionalità, verrà ancor più potenziato da IEG”.

E’ intervenuto anche Mauro Grandi, direttore di Mantova In e ideatore delle manifestazioni Golositalia e Cosmofood: “Cosmofood e Golositalia – ha dichiarato – sono diventate in pochi anni il punto di riferimento nel settore della ristorazione per le rispettive aree. Sono certo che Italian Exhibition Group nei prossimi anni potrà imprimere un’ulteriore crescita e rafforzamento”.

IL FOCUS
Cosmofood, tre edizioni all’attivo organizzate a Vicenza, è il salone dedicato a food, vino, birra, attrezzature, bio, vegan e gluten free. Nel 2015 ha registrato 36.000 presenze, con un aumento del 20% rispetto al 2014, ospitato 350 espositori e 100 eventi in calendario. La quarta edizione si svolgerà dal 12 al 15 novembre 2016 nel Quartiere Fieristico di Vicenza.

Golositalia, cinque edizioni organizzate a Montichiari (BS), è la fiera dedicata al mondo del food e delle attrezzature professionali. Nel 2015 hanno partecipato 70 visitatori e 620 espositori e sono stati organizzati 120 appuntamenti. La sesta edizione è in programma dal 25 al 26 febbraio 2017 al Centro Fiera del Garda di Montichiari.

ITALIAN EXHIBITION GROUP SPA
Italian Exhibition Group Spa è la nuova società fieristica nata dall’integrazione tra Rimini Fiera e Fiera di Vicenza, due realtà di eccellenza nel panorama fieristico italiano. Il Gruppo, presieduto da Lorenzo Cagnoni, con la vice presidenza di Matteo Marzotto, è il primo player in Italia per numero di manifestazioni organizzate direttamente, con 63 prodotti in portafoglio (al 90% di proprietà) e 160 tra eventi e congressi. Gli eventi sono riferiti a importanti filiere produttive del Made in Italy, quali: Food & Beverage, Green, Technology, Entertainment, Tourism, Transport, Wellness, Jewellery e Fashion, Lifestyle & Innovation.

Asset prioritario della Società è favorire l’internazionalizzazione di tali comparti, rappresentativi del Bello e Ben Fatto nel mondo, partendo già da una solida presenza nel mercato internazionale, in particolare con una joint venture negli Emirati Arabi Uniti e presenze in USA, Cina e India, e con progetti ben avviati anche in Sudamerica.

IEG svolge inoltre il ruolo di leader nazionale nel segmento convegnistico-congressuale, con due sedi posizionate in aree strategiche per l’economia italiana. Per il 2016 Italian Exhibition Group Spa si attende dimensioni di fatturato di circa 119 milioni di euro (il secondo player italiano per volume complessivo), EBITDA al 19%, pari a 22,1 milioni di euro (posizionandosi al primo posto in termini di redditività) EBIT all’11%, pari a 13,6 milioni di euro, e un patrimonio netto di oltre di 100 milioni di euro.

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Vino novello 2016, produzione in caduta libera

E’ il primo vino della vendemmia, ma non fa (più) impazzire gli italiani. E’ un trend destinato a peggiorare di anno in anno quello della produzione e della vendita del “vino novello”. Reperibile anche nei supermercati italiani dal 30 ottobre, come da disposizione del Ministero delle Politiche agricole, si colloca quest’anno sul minimo storico di appena 2 milioni di bottiglie. Il deblocage, per la vendemmia 2016, è stato anticipato di quasi tre settimane rispetto al concorrente Beaujolais nouveau francese, in vendita solo a partire dal 17 novembre. La produzione del vino novello in Italia è iniziata verso la metà degli anni ’70, in risposta ai vignaioli francesi della zona di produzione del Beaoujolais. I ‘cugini’, per superare una stasi di mercato, misero sul mercato il Beaoujolais nouveau, volto a rivalorizzare il vino da uve Gamay meno pregiate della Borgogna meridionale. In Italia il vino novello ha avuto una rapida espansione, come evidenzia il fatto che dieci anni fa si producevano ben 17 milioni di bottiglie made in Italy.

LE RAGIONI DEL CROLLO
“Ironia della sorte – evidenzia Coldiretti – a mancare quest’autunno saranno anche le castagne italiane, con il crollo del raccolto che si è verificato in Campania, la prima regione produttrice, dove si prevede un taglio fino al 90%, ma cali sono segnalati in tutto il Meridione mentre una leggera ripresa dei raccolti si stima al Nord, però, con alcune zone critiche a causa della siccità”.

All’origine del calo della produzione nazionale di vino novello, c’è una serie di fattori, a partire dalla limitata conservabilità, che ne consiglia il consumo nell’arco dei prossimi 6 mesi fino alla tecnica di produzione, la macerazione carbonica, che è più costosa di circa il 20% rispetto a quelle tradizionali. Ma sopratutto, come spiega la Coldiretti, “gli stessi vitigni che negli anni passati rappresentavano la base del novello vengono oggi spesso utilizzati per produrre vini ugualmente giovani, ideali per gli aperitivi, ma che non presentano problemi di durata”. Il ‘vino da bere giovane’ deve le sue caratteristiche al metodo di vinificazione utilizzato, che è stato messo a punto dal ricercatore francese Flanzy ed è fondato sulla macerazione carbonica. Leggero, con bassa gradazione (11 gradi) e bouquet aromatico, il novello viene consumato soprattutto in abbinamento con i prodotti autunnali come le caldarroste.

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Friuli, Cantine Aperte a San Martino: il programma

Degustazioni guidate dai produttori, abbinamenti cibo-vino, laboratori artigianali, pranzi e cene con il vignaiolo, piatti speciali. E’ ricco il programma del grande evento Cantine Aperte a San Martino, programmato per sabato 12 e domenica 13 novembre dal Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia. Oltre alle visite e alle degustazioni, vi aspettano numerosi eventi collaterali organizzati nelle cantine tra cui la degustazione vino novello, su prenotazione, da Principi di Porcia (Porcia), la mostra fotografica “Bassano Chiaro Scuro” di Bassiano Zonta da Ferrin Paolo (Camino al Tagliamento), la degustazione di Ramandolo in abbinamento ai Ramandolini da Dario Coos (Nimis), la visita guidata al castello e alle gallerie Grande Guerra da Castello di Rubbia (San Michele del Carso), la visita al frantoio per vedere la molitura delle olive da Parovel (San Dorligo della Valle) e molto altro ancora per regalarvi una due giorni ricca di esperienze affascinanti.

I DETTAGLI
Nelle due giornate dell’evento le cantine apriranno le loro porte dalle 10 alle 18 (le visite del sabato sono su prenotazione, salvo diversamente indicato; quelle della domenica possono essere libere o su prenotazione). Molte aziende organizzano anche cene e pranzi A Tavola con il vignaiolo, in cui l’enogastronomia viene declinata in menù caratteristici da degustare direttamente nelle cantine, negli agriturismi e nei ristoranti della regione. Inoltre, grazie alla collaborazione con le Strade del Vino e Sapori FVG, potrete arricchire ulteriormente le vostre degustazioni con due interessanti proposte: assaporare il Piatto Cantine Aperte a San Martino, ovvero piatti speciali per gli enoturisti proposti nelle strutture aderenti, e conoscere artigiani di prodotti tipici locali che vi accoglieranno per vivere memorabili visite (Acetaia Midolini a Manzano) e imperdibili laboratori del gusto (La Gubana della Nonna ad Azzida).

Per vivere pienamente tutte le migliori esperienze legate al vino in Friuli Venezia Giulia, in occasione di Cantine Aperte a San Martino potrete entrare a far parte di questo magico mondo e beneficiare di vantaggi esclusivi, ricevere la rinnovata newsletter periodica del Movimento su argomenti relativi alla cultura del mondo del vino e del territorio, conoscere in anteprima le novità e gli eventi da non perdere e molto altro ancora! Vi basterà fornire alcuni dati alla cantina domenica 13 novembre e potrete godere subito un primo assaggio dei vantaggi riservati: uno sconto del 10% sull’acquisto dei vini in degustazione.

DOVE ALLOGGIARE
Cantine Aperte a San Martino segna, inoltre, l’inizio di un’importante collaborazione, rivolta ai turisti da fuori regione, con un partner d’eccezione: Gallerini Hotels. Durante gli eventi organizzati dal Movimento Turismo del Vino FVG, tutti coloro che contatteranno gli hotel del gruppo riceveranno un’interessante proposta a loro dedicata. Dal momento che le strutture ricettive si trovano in diversi territori regionali, sfruttando quest’opportunità, il turista potrà non solo visitare le nostre cantine ma anche conoscere le bellezze artistiche, cultuali e paesaggistiche della nostra regione. I menù “A Tavola con il Vignaiolo”, l’elenco dei Piatti Cantine Aperte a San Martino, le esperienze proposte e tante altre informazioni per vivere al meglio Cantine Aperte a San Martino sono disponibili su www.cantineaperte.info.

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Approfondimenti

Sbarco al Merano Wine Festival per il Consorzio Tutela Primitivo di Manduria

Per la prima volta il Primitivo di Manduria sarà protagonista di Merano WineFestival 2016, grazie allo spazio istituzionale del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria che rappresenterà la grande denominazione del sud Italia in uno degli eventi internazionali più importanti del settore enologico. Da venerdì  4 a lunedì 7 novembre, negli eleganti locali del Kurhaus, il palazzo liberty nel centro di Merano, cuore pulsante della città altoatesina, si degusteranno specialità selezionate e i migliori vini di tutto il mondo, tra cui il Primitivo di Manduria. All’interno della GourmetArena, nove aziende di una delle più importanti denominazione italiane faranno scoprire a professionisti, ed esperti del settore di tutto il mondo, la tradizione e i sapori del grande rosso pugliese.

Per tre giorni informazione, cultura, mondanità si danno così appuntamento a Merano, per partecipare a un evento multiforme ricco di occasioni di conoscenza, di incontro, di confronto in cui la parola chiave è sempre una sola “eccellenza”. “Non solo passione e tradizione – dichiara Roberto Erario, presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria – Merano WineFestival sarà un ottimo veicolo per promuovere le nostre eccellenze. L’evento è infatti uno dei punti di riferimento, non solo per il mercato nazionale ma anche per quello tedesco, svizzero e americano, Paesi in cui il Primitivo raggiunge ottimi risultati, assicurandosi una grande fetta del proprio export”.

LE CANTINE E I VINI
Il programma prevede interventi, visite guidate, degustazioni e premiazioni. Il Merano WineFestival permette di dare uno sguardo alle ultime novità sul fronte enogastronomico e rappresenta una delle fiere del settore vinicolo più importanti al mondo che ha visto nelle ultime edizioni oltre 10mila presenze tra operatori e consumatori di vino. Ecco l’elenco delle aziende del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria presenti con i loro vini: Cantine Due Palme, San Gaetano; Cantine Erario, Charisma; Cantine San Giorgio (Gruppo Tinazzi), Byzantium; Cantine San Marzano, Anniversario 62; Cantolio Manduria, 15,0 di Mare; Consorzio Produttori Vini, Elegia; Masca Del Tacco (Gruppo Femar Vini), Li Filitti; Ognissole (Gruppo Feudi San Gregorio), Primitivo Di Manduria Marchio Rosso; Varvaglione Vigne & Vini, Papale.

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Eatstory, a Pompei il menu degli antichi romani

Per la prima volta nell’area archeologica di Pompei arriva il cibo degli antichi romani per far conoscere ai visitatori da tutto il mondo il legame che unisce la storia dell’Italia al proprio patrimonio enogastronomico. L’inaugurazione dell’iniziativa è fissata per sabato 5 novembre dalle ore 9.30 presso il Quadriportico Teatro Pompei con la presenza di Luigi Curatoli, Direttore Generale grande progetto Pompei, di Massimo Osanna, Soprintendente della Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia, di Dario Franceschini, Ministro Beni Culturali Roberto Moncalvo, Presidente Coldiretti. E’ prevista la degustazione del menu Pompeiano (gustum, primae mensae e secundae mensae) preparato secondo le ricette e consumato secondo le modalità del passato nel contesto storico originale.

Una opportunità unica al mondo per l’Italia dove cultura e cibo sono le principali leve di attrazione turistica strategiche per il rilancio dell’economia e dell’occupazione nel mezzogiorno ed in tutta Italia, come dimostra il dossier Coldiretti presentato nell’occasione. “Eatstory – da noi il cibo ha una storia” è il titolo del progetto realizzato dalla Coldiretti nell’area archeologica di Pompei che consentirà di fare rivivere ai visitatori degli scavi atmosfere e sensazioni del passato, ma anche l’opportunità di apprendere e partecipare direttamente ad attività di coltivazione, trasformazione e conservazione dei prodotti locali. A conclusione di tale percorso è prevista la degustazione di pietanze o l’acquisto di prodotti preparati secondo le tecniche in uso all’epoca dell’eruzione.

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news ed eventi

Torna il WiMu delle famiglie a Barolo

Le famiglie ancora una volta protagoniste al WiMu di Barolo. E non potrebbe essere altrimenti in un Museo in cui gli arredi e gli allestimenti multimediali sono un intrattenimento che, raccontando una storia seria come quella del vino, sorprende gli adulti e diverte i bambini.  Domenica 6 novembre, come ogni prima domenica del mese,  torna la visita speciale de “Il WiMu delle famiglie”, con gli antichi saloni del castello Falletti aperti per una visita speciale ideata appositamente per mamme, papà e bambini (dai 6 ai 12 anni circa). I cinque piani del maniero accoglieranno il pubblico più giovane per scoprire insieme con i genitori il moderno e avveniristico museo ideato da François Confino in un’esperienza dinamica e interattiva, in cui imparare qualcosa sulla storia del vino e le tradizioni locali. Senza contare che l’inizio di novembre è proprio il periodo più affascinante per una visita tra le colline di Langa, dove i colori dell’autunno tra i vigneti patrimonio Unesco – dal rosso all’arancione e il giallo – raggiungono l’apice delle loro declinazioni.  L’appuntamento è alle 15.00, quando alcune guide esperte del WiMu – impegnate tutto l’anno nell’attività didattica con i bambini delle scuole – accompagneranno i gruppi a scoprire la storia del vino e del castello di Barolo, in un’originale visita tagliata su misura per i giovanissimi.  Alla fine della visita, ogni famiglia porterà a casa un “pezzo di Museo”, una sorta di ricordo di un luogo speciale.  La durata del tour è di circa un’ora.

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a tutto volume

Oltre 2000 etichette per l’edizione 2016 del “Milano Whisky Festival”

Dal 5 al 6 novembre nel capoluogo lombardo presso il Marriott Hotel l’undicesima edizione del Festival per la diffusione in Italia della cultura del whisky di malto scozzese.

Ideato da Giuseppe Gervasio Dolci e da Andrea Giannone, e giunto quest’anno alla sua undicesima edizione, il Milano Whisky Festival” si propone come l’unico evento in Italia in grado di riunire i più importanti distributori, le più rinomate distillerie e i principali collezionisti di Scotch Whisky.

L’edizione 2016 del “Milano Whisky Festival” annovera la presenza di oltre 2.000 etichette di Whisky, cui si aggiungono 500 etichette di Rum. Importante è il programma dei masterclass, che consentono ai visitatori di approfondire la conoscenza delle singole distillerie. La location del “Milano Whisky Festival 2016” è ancora una volta il Marriott Hotel (Via Washington 66, Milano).

Fra i partecipanti, la Fratelli Rinaldi Importatori che esporrà la sua gamma di Whisky. Rinaldi vanta uno dei più qualificati assortimenti italiani di Scotch Whisky di qualità (Glenfarclas, Douglas Laing linea Old Particular, Douglas Laing linea XOP, DL Regional Malts, DL Provenance, The Double), ai quali si aggiungono i Whiskey irlandesi artigianali di Teeling.

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Wine Trail 2016 Valtellina lancia il progetto Vigne Run

 Nasce in Valtellina, in occasione di Wine Trail 2016, il Progetto dei “VIGNE/RUN”, la prima squadra in Italia di “trail running” del vino. Il mondo del vino è in continua evoluzione e, con esso, anche la cultura e la sensibilità dei singoli produttori sono costantemente in movimento, per essere in sintonia con gli stili di vita dei nuovi consum-attori. L’attenzione verso la qualità globale della vita, un aggiornato rispetto verso la natura e il paesaggio, una visione contemporanea nei confronti della sostenibilità e della salute, sono ormai dei valori che fanno parte dell’esperienza quotidiana e della professionalità di gran parte dei viticoltori e dei produttori di vino. Essere in armonia con l’ambiente e con la natura significa stare meglio con sé stessi, con gli amici, con la famiglia, ma anche con i propri collaboratori e, non ultimo, con il proprio lavoro, con i clienti e i wine lovers del futuro. Non è un caso, quindi, che diversi vigneron valtellinesi, spinti da tutto questo, abbiano abbracciato l’interesse e il piacere per il “trail running”, un modo “diverso” di correre sentendosi parte del paesaggio che si decide di per-correre.  E’ nata così, da parte del Consorzio Vini di Valtellina, l’idea di creare, all’interno dell’edizione 2016 di Wine Trail, la prima squadra di “VIGNE/RUN,” dei veri e propri corridori/vigneron che, attraverso la loro passione per la corsa e per la natura, si trasformino in narratori e interpreti di un paesaggio unico e irripetibile come quello dei terrazzamenti della Valtellina. Il progetto dei “VIGNE/RUN” intende essere un prototipo, una prima esperienza di sport conviviale tra gli operatori del settore, per arrivare in futuro a un modello inclusivo concepito sull’incontro e la partecipazione di tutti i produttori di vino d’Italia e del Mondo disponibili a venire in Valtellina, accomunati dal senso di libertà che solo “il trail running” tra la natura e le vigne può dare.

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birra

Miglioramento genetico e birra gluten free, Crea illustra la birra del futuro

Dal miglioramento genetico alla birra gluten free, passando per la valorizzazione e il riutilizzo degli scarti generati dal processo produttivo nell’ottica di un approccio “zero waste”. Di questo e molto altro ancora si è discusso  nel convegno Criticità ed opportunità per lo sviluppo sostenibile della filiera brassicola organizzato dal CREA il 26 Ottobre, con il suo centro di Politiche e Bioeconomia nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale.

La produzione della birra artigianale in Italia è un fenomeno recente che è esploso negli ultimi anni, registrando nel triennio 2013-2015 un aumento delle imprese del 143% rispetto al triennio precedente. Protagonisti di quest’impennata sono prevalentemente i giovani, under 35, che hanno trasformato la loro passione in un’attività imprenditoriale strutturata e dinamica, cogliendo da un lato le richieste di un prodotto artigianale di qualità e originale e dall’altro le nuove opportunità imprenditoriali offerte dal mercato.

Il settore, secondo le ultime stime, infatti, offre lavoro a circa 5mila under 35, con una crescita del +10% dell’export e una sostanziale stabilità dei consumi (29,2 litri annui pro capite). Nonostante i numeri in continuo crescendo, nel settore è forte l’esigenza d’innovazione e sostenibilità, con la necessità di arrivare a definire una filiera corta a Km 0 per una birra artigianale 100% “made in Italy”.

In questo contesto il CREA, nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale, ha avviato l’iniziativa “Birraverde” tesa a ricostruire la struttura economico‐produttiva del comparto delle birre artigianali e contemporaneamente incentivare i processi di cooperazione tra gli attori della filiera.

I primi risultati di “Birraverde” hanno evidenziato una serie di potenzialità e criticità legate alla valorizzazione della filiera brassicola. Da un lato le necessità legate allo sviluppo delle coltivazioni cerealicole e del luppolo fresco, così come della sostenibilità ambientale del processo produttivo e dall’altro le opportunità connesse ai finanziamenti previsti dai PSR.

Una delle sfide principali per il settore è rappresentata dalla gestione, secondo un modello di economia circolare, degli scarti di produzione (trebbie, lieviti esausti e acque di processo) pari a circa il 90 % delle materie prime utilizzate, che il CREA sta affrontando attraverso soluzioni già sperimentate dalla ricerca e pronte per il trasferimento alle imprese.

La possibilità ad esempio di recuperare e valorizzare le trebbie, attualmente conferite a titolo gratuito ad aziende zootecniche, attraverso la produzione di biochar o pellet per usi energetici, con aumento della redditività aziendale.

Altra questione spinosa è rappresentata dalle acque di processo, attualmente scaricate in fogna o ritirate da aziende specializzate, che potrebbero essere recuperate e riutilizzate direttamente in azienda con un notevole risparmio sui costi di produzione.

Un’altra sfida per il settore, cui il CREA sta facendo fronte, è la realizzazione di birre a basso contenuto in glutine, utilizzando cereali quali il sorgo bianco per uso alimentare, il frumento monococco e il Tritordeum.

L’impiego di queste materie prime potrebbe rappresentare l’occasione per lo sviluppo di una nuova filiera brassicola sostenibile, a forte connotazione territoriale, favorendo il recupero di aree rurali marginali per contrastare l’uso improprio del territorio e l’abbandono di aree coltivate.

«Le riflessioni di oggi – ha commentato Ida Marandola, Direttore Generale del CREA – gettano una luce su un settore in forte espansione, foriero di potenzialità legate all’incentivazione e alla valorizzazione della filiera, per aumentare qualità, competitività e sostenibilità delle produzioni brassicole. In tal senso il CREA può promuovere soluzioni innovative in grado di aumentare la competitività economica dei microbirrifici e la loro sostenibilità ambientale attraverso la realizzazione di una piena integrazione tra mondo della ricerca e mondo produttivo».

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Valtellina, parte la raccolta per l’olio delle Alpi

Partita la raccolta per l’olio più a nord d’Italia, quello che nasce in Valtellina, oltre il 46esimo parallelo, sui costoni delle Alpi. In questi giorni, spiega la Coldiretti Lombardia, in provincia di Sondrio saranno “vendemmiati” 400 quintali di olive. “Il cambiamento climatico ha alzato la cosiddetta linea della palma e gli uliveti sono arrivati in montagna, dove eravamo più abituati a vedere mucche e pascoli – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – ma la capacità degli agricoltori lombardi li porta a sapersi adattare a nuove situazioni, anche in ambienti non facili come la montagna”. E delle nuove frontiere dell’agricoltura in vetta si parlerà nella tre giorni organizzata dall’Università degli Studi di Milano in via Festa del Perdono con l’apertura ufficiale giovedì 3 novembre alle ore 16 presso l’aula magna dell’ateneo e una serie di eventi fino a sabato 5 novembre. “La montagna – spiega Prandini – è una risorsa per la Lombardia sia dal punto di vista produttivo, con circa il 17% della superficie agricola regionale, che di quello ambientale. In questo contesto gli agricoltori ricoprono un ruolo strategico nella conservazione del territorio e dei pascoli”.

E in Valtellina – spiega la Coldiretti – sono stati proprio gli agricoltori ad avviare, negli ultimi dieci anni, il recupero di costoni e terrazzamenti per una produzione di olio sempre più consistente. “Quando ho iniziato, gli altri mi davano del pazzo, adesso mi chiedono consigli” racconta Carlo Baruffi, 71 anni, pioniere degli uliveti valtellinesi che una dozzina di anni nel comune di Poggiridenti, a 564 metri sul livello del mare, su una parte di vigneto, decise di provare la pianta simbolo del Mediterraneo. “Ho iniziato con una cinquantina di esemplari arrivati dal Garda – racconta – mentre adesso ne ho 360 da tutta l’Italia, comprese le taggiasche della Liguria e spremo un olio di alta qualità che poi regalo agli amici”.

Secondo le ultime analisi di Coldiretti, elaborate sulla base dei dati Ismea/Unaprol, la produzione 2016 in Lombardia, con oltre 627 tonnellate, dovrebbe restare stabile rispetto allo scorso anno, Mentre a livello nazionale le scorte di extravergine Made in Italy saranno esaurite entro i primi sei mesi del 2017, per effetto del crollo del 38% della nuova produzione  che scende ad appena 298 milioni di chili, un valore vicino ai minimo storici di sempre. Complessivamente – precisa Coldiretti – nel Mezzogiorno si stima un calo produttivo del 39%, al nord di appena il 10% mentre al centro del 29%. Con 700 mila alberi e 2.000 ettari a uliveto – spiega la Coldiretti regionale – la Lombardia può contare su oltre 1.900 aziende olivicole e su una trentina di frantoi distribuiti fra le province di Brescia, Bergamo, Como, Lecco, Varese, Sondrio e Mantova. Le DOP sono 2 (Laghi Lombardi e Garda), mentre ci sono 7 varietà autoctone. L’olio d’oliva lombardo viene esportato in Germania, Francia, Stati Uniti, Giappone ed Emirati Arabi.

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Francesco Monchiero riconfermato alla guida del Consorzio Tutela Roero

 Sarà ancora Francesco Monchiero, titolare della cantina Monchiero Carbone, a guidare il Consorzio tutela Roero. Un consorzio nato tre anni fa con ambizioni importanti: riportare il valore delle uve ad un valore minino di un euro al chilo, ultimare l’iter legislativo per l’approvazione delle  menzioni geografiche aggiuntive e introdurre la tipologia riserva nel disciplinare del Roero Arneis, otre ad incrementare il numero delle bottiglie commercializzate tramite una comunicazione mirata sul mercato italiano attraverso una campagna social media e l’ideazione del nuovo evento Roero Days e dotandosi di un ufficio stampa per la comunicazione negli USA. Obiettivi che, a distanza di soli tre anni, sono stati raggiunti grazie anche alla caparbietà di Monchiero e del Consiglio di amministrazione composto dal presidente e dai consiglieri Massimo Da Monte, Dino Negro, Giuseppe Baracco, Luigi Roagna, Ezio Taliano, Angelo Negro, Davide Chiesa, Antonio Coscia, Mario Roagna, Giovanni Minetti, Andrea Careglio, Alex Bordone, Ornella Costa, Carlo Del Tetto. Partito da 280 soci alla fondazione, oggi il Consorzio conta 320 iscritti per una superficie vitata di 1100 ettari e una produzione rivendicata di 6,1 milioni di bottiglie a fronte dei 5,3 di tre anni fa. Il consorzio nasce infatti per enfatizzare l’unione fra i produttori del Roero e la loro capacità di promuovere tutti insieme non solo questo vino, ma l’intero territorio. Un’area, quella in cui nasce il Roero, che da sempre è protagonista della coltivazione di vite; la produzione di vino è infatti una delle componenti principali della cultura e della quotidianità di questa regione, il cui paesaggio è stato trasformato e plasmato dalla presenza delle vigne. La vitivinicoltura, soprattutto in questi ultimi decenni, è diventata uno dei cardini dell’economia locale e allo stesso tempo il principale ambasciatore di questa terra al di fuori dei suoi confini, grazie alla qualità dei vini prodotti e al successo internazionale che ne è conseguito. A portare nei calici il terroir del Roero sono due vini, Roero e Roero Arneis, il primo ottenuto da uve Nebbiolo ed il secondo dall’omonimo vitigno. Obiettivo di Monchiero e del CdA del consorzio per il prossimo triennio sarà continuare a promuovere la denominazione e la conoscenza dei suoi cru, codificati nelle Menzioni Geografiche Aggiuntive, con attività di promozione in Italia e all’estero. Un forte impegno sarà far conoscere il Roero e del suo territorio anche attraverso mezzi innovativi come l’ebook Wine of Roero, curato dal giornalista Paolo Zaccaria, realizzato quest’anno e presentato in occasione della prima edizione di Roero Days, tenutasi alla Reggia di Venaria lo scorso marzo. Sarà proprio questo evento l’appuntamento principale della promozione in Italia per il 2017. La prossima edizione, infatti, si terrà a Milano per raggiungere un ampio pubblico di consumatori e operatori del settore.

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news ed eventi

Alla scoperta dei migliori vini italiani Lazio tra le Mura del Valadier

Si rinnova per il quarto anno consecutivo la collaborazione tra Luca Maroni, il Comune di Frascati e il Consorzio Tutela Denominazioni Vini Frascati. Dal 4 al 6 Novembre 2016, la cittadina laziale ospiterà presso le Mura del Valadier, la quarta edizione de “I Migliori Vini Italiani – Lazio”: un’occasione per pubblico ed operatori di conoscere un territorio ricco di tradizioni enogastronomiche da degustare. La manifestazione si inserisce all’interno del più ampio progetto iniziato ormai da qualche anno, di promozione territoriale dell’area di Frascati che suggella il rapporto sinergico tra le Istituzioni e le diverse realtà presenti.

«Occorre costruire una rete che coinvolge tutti gli operatori, i produttori, i commercianti, gli albergatori, in modo da rilanciare la Città di Frascati come Capitale del vino. Per questo ritengo questa manifestazione di fondamentale importanza per il sostegno e la crescita della filiera vitivinicola del territorio tuscolano – dichiara il Commissario Straordinario Bruno Strati – La qualità dell’organizzazione, il fatto che porti sul territorio le eccellenze regionali e le accosti alle produzioni del Frascati Docg e Doc, dando loro risalto e contribuendo a comunicarne le virtù presso il grande pubblico sono elementi importanti che mi hanno spinto ad accogliere subito la proposta». Quella di quest’anno sarà un’edizione particolarmente importante per il Consorzio Tutela Denominazioni Vini Frascati, che oltre ad avere una nuova guida nel Presidente Paolo Stramacci, festeggerà il Cinquantenario dell’istituzione della Denominazione Frascati. Ed è nel Cinquantenario, che il Presidente Stramacci individua «il nuovo punto di partenza per costruire nuove iniziative di valorizzazione del Frascati e del suo territorio». Numerose le aziende vitivinicole laziali che hanno già confermato l’adesione, ribadendo la loro volontà di veder crescere il “Sistema Frascati”.

L’apertura al pubblico nei tre giorni della manifestazione sarà arricchita da degustazioni guidate ed assaggi dei prodotti di cui il territorio è ricco. Nella giornata di Sabato 5 Novembre alle ore 18.00, una sessione di degustazione dedicata al Consorzio Tutela Denominazioni Vini Frascati: Luca Maroni guiderà la degustazione alla presenza del Presidente e dei Consorziati. Oltre al vino, protagonista dell’evento sarà la musica: ad accompagnare le degustazioni, il repertorio di Antonio Magli e Andrea Polinelli che intratterranno gli ospiti e il pubblico con interventi musicali che attraversano generi differenti che vanno dalla rilettura dei classici jazz a temi provenienti dal repertorio pop-rock più moderno fino a composizioni contemporanee originali. Anche in questa edizione Luca Maroni selezionerà le realtà maggiormente rappresentative della produzione vitivinicola della Regione, che saranno premiate nella serata di Venerdì 4 Novembre 2016 ore 19.30 presso le Mura del Valadier.

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“Grani e Melograni” a Faenza due giorni dedicati ai sapori locali

Riscoperta delle antiche colture locali, un tuffo nei saperi e nei sapori di una volta e il benessere quotidiano legato a un’alimentazione che ancora oggi può e deve essere sempre più varia, sana e rispettosa della terra in cui si vive: sono questi gli ingredienti della terza edizione di “Grani e Melograni”, che sabato 5 e domenica 6 novembre tornerà ad animare la Torre di Oriolo di Faenza (RA). L’evento, giunto alla terza edizione e organizzato dall’Associazione per la Torre di Oriolo e dall’Unione della Romagna Faentina, con il patrocinio del Comune di Faenza e la collaborazione della Strada della Romagna e Chef Service, richiamerà ai piedi della bellissima torre medievale migliaia di amanti del buon gusto e dei prodotti di un’agricoltura sostenibile per una due giorni all’insegna del mangiare e produrre consapevole.  Protagoniste della giornata di sabato saranno le antiche varietà di grano diffuse in Romagna – Senatore Cappelli, Gentil Rosso e Ardito – il farro e i pani della tradizione. Dopo il saluto delle autorità, alle ore 10 nella tensostruttura del parco della Torre si terrà il laboratorio giornaliero “Panificazione con grani antichi” a cura del maestro panificatore Claudio Pozzi, che guiderà i partecipanti alla scoperta della lievitazione naturale, dei pregi e difetti di cereali, lieviti e farine e dell’origine di allergie e intolleranze. Nel pomeriggio, dalle 15.30 alle 17.30 grazie all’associazione Le Mariette di Forlimpopoli sarà possibile imparare come si preparano gli impasti per fare la piadina con diverse farine, partecipare alla loro cottura sul “testo” e degustarle in compagnia. Ad allietare la giornata sarà l’intrattenimento musicale dei Banana Boat, che dal primo pomeriggio fino alle 22 alterneranno brani soul, reggae e blues. La giornata di domenica si aprirà con una ricca colazione preparata con i prodotti del territorio, mentre alle 9.30 inizierà il seminario “Oriolo: un territorio e le sue tipicità”: nella Sala del Castellano il focus sarà su come caratterizzare il suolo per caratterizzarne i suoi prodotti. Il lungo percorso evolutivo del territorio sarà illustrato dall’enologa Marisa Fontana, mentre Carla Scotti richiamerà l’attenzione sul progetto PROVI TERRE e sulla diversità dei terreni di un unico territorio: i partecipanti faranno esperienza di un laboratorio pedologico con effetti speciale per riconoscere i diversi terreni. Alle ore 12.15 per tutti scatterà l’ora dell’aperitivo a base di melograni del territorio. E sempre il prelibato frutto rosso, la cui varietà locale “Grossa di Faenza” è stata iscritta a fine 2014 nel Repertorio della Biodiversità della Regione Emilia Romagna, sarà protagonista alle ore 14, quando si terrà la premiazione con opere della ceramista Mirta Morigi del concorso nazionale “Io ce l’ho più grossa” aperto a tutti coloro che possiedono un melograno (regolamento sul sito www.torredioriolo.it). Dalle 14.30 inizierà l’esibizione musicale degli Swingari, vincitori di Musica nelle Aie 2015, mentre alle ore 15 andrà in scena un appassionante show cooking “Il Melograno in cucina”, durante il quale Ambra Mambelli mostrerà al pubblico vecchie e nuove abitudini per esaltare le proprietà del frutto. Per adulti e bambini alle 16.30 si terranno le letture di Zirudele (componimenti umoristici dialettali) a cura del professor Mario Gurioli e Roberto Amadio.  In entrambe le giornate sarà attivo all’ora di pranzo un punto ristoro con le creazioni culinarie dello chef Igor Morini (ristorante San Biagio Vecchio), che proporrà piatti speciali utilizzando grani antichi e melograni. Nel parco della torre sarà inoltre allestito un ricchissimo mercatino con melograni, frutta di stagione, succhi, vino, grani, farine, miele, olio, marmellate, formaggi, funghi, tartufi, salumi, piante, dolci e prodotti artistici e dell’artigianato locale. Per i più piccoli, dalle ore 15, a cura di GiocaFaenza si terrà una caccia al tesoro insieme a una golosa merenda a base di caldarroste. La Torre di Oriolo sarà aperta per visite gratuite.

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Food Lifestyle & Travel

Pochi giorni all’apertura del Merano WineFestival gourmand

Da qualche anno il Merano WineFestival volge uno sguardo sempre più attento al mondo del food e quest’anno lo fa in particolare modo con una serie di iniziative. Il 2016 è il primo anno dei premi Merano Culinaria, assegnati dalle commissioni The WineHunter ai prodotti degustati e selezionati per la manifestazione. Anche ai prodotti gastronomici, quindi, come ai i vini degustati, è stato riservato lo stretto trattamento per accedere alla manifestazione: commissioni d’assaggio e 3 fasce di punteggio corrispondenti a famosi bollini da applicare sull’etichetta – rosso, oro e platino -.

GourmetArena for Professional only, è l’iniziativa rivolta ai professionisti del settore food e alla stampa. Per la prima volta, la GourmetArena, che ospita la selezione di oltre 100 aziende, tra artigiani del gusto Culinaria, birrifici, distillati e liquori, vini dei terroir rappresentati dai Consorzi di Tutela, e servizi alla ristorazione, anticipa l’apertura a venerdì pomeriggio 4 novembre per  professionisti del settore e stampa. Non solo ai professionisti, ma a tutti i foodies, è rivolta la proposta di showcooking da venerdì 4 a lunedì 7 novembre con una serie di percorsi a tema. Lady Chef: venerdì 4 novembre andranno in scena i piatti delle donne della Federazione Italiana Cuochi.

I visitatori del Festival potranno degustare la costosissima carne di Wagyu preparata da rinomati chef nazionali e internazionali durante le performances Merano Chef’s Challenge (5-7 novembre) organizzate in collaborazione con FIC ( Federazione Italiana  Cuochi), Regione Campania e Fermopromuove. Cammeo georgiano della chef Tekuna Gachechiladze , considerata la regina della cucina fusion. Cooking Farm è il progetto di Merano WineFestival e Le Tenute di Genagricola nato l’anno scorso: si tratta della sfida culinaria tra giovani chef stellati e le rappresentanti dell’Associazione Contadine dell’Alto Adige. Una sfida ai fornelli all’ultimo sapore. A vincere? I visitatori, che potranno degustare i piatti abbinati ai vini de Le Tenute di Genagricola.

Un aperitivo prima di andare a casa? Ginissimo è il corner dedicato all’esibizione di bartender di fama internazionale, che presenteranno i loro cocktail preparati a base di Gin selezionati. L’assegnazione del tradizionale premio Godio chiuderà il programma della GourmetArena lunedì 7 novembre. Gli showcooking e la degustazione dei menù presentati è inclusa nel biglietto d’ingresso alla manifestazione. Il programma completo si trova sul sito www.meranowinefestival.com.

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Approfondimenti

Ttip e Ceta: Unione Italiana Vini per il sì al trattato

“Un successo della diplomazia europea che apre prospettive molto interessanti per i nostri vini nel mercato canadese e che, sono certo, aiuterà la chiusura degli altri importanti accordi di libero scambio, primo tra tutti il Ttip”.

Con queste parole Antonio Rallo, presidente di Unione Italiana Vini (UIV) ha commentato il benestare del Belgio al Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement), l’accordo di libero scambio tra Ue e Canada che pesa complessivamente 12 miliardi di euro e che apre la strada alla definitiva approvazione da parte dell’Unione Europea di un trattato che, sempre secondo Uiv, “apre prospettive di sviluppo molto importanti per i vini europei ed italiani nel mercato canadese”.

Ceta – evidenzia ancora Unione italiana vini – rafforzerà la protezione dei vini ad Indicazione Geografica, integrando e migliorando l’accordo Wine & Spirits del 2004″.

“Il Canada – spiega Antonio Rallo – rappresenta il quinto mercato di sbocco del nostro export che, in questo Paese, nel 2015 ha fatto registrare un incremento dell’8,4% sul 2014, per un valore di 300 milioni di euro. Grazie alla firma del Ceta, che annullerà i dazi doganali e introdurrà il riconoscimento e la protezione delle nostre Denominazioni di Origine, siamo certi che il valore dell’export dei vini italiani crescerà”.

“Un ulteriore importante risultato dell’accordo col Canada, seppur indiretto – continua Rallo – sarà la spinta propulsiva alla chiusura degli altri importanti accordi commerciali su cui sta lavorando la Commissione Europea, primo tra tutti quello con gli Stati Uniti”. Il prossimo step per la ratifica del Ceta sarà il passaggio al Parlamento Europeo. “Passaggio – conclude Rallo – sul quale però non abbiamo alcuna preoccupazione, soprattutto in virtù delle rassicurazioni raccolte dagli europarlamentari italiani nei giorni scorsi durante il nostro ultimo incontro a Bruxelles”.

TTIP: LE RAGIONI DEL NO
I detrattori del Ttip, che hanno dato vita a un comitato permanente denominato “Stop Ttip”, sostengono con fermezza la “pericolosità” dell’accordo: “Tutti i settori di produzione e consumo come cibo, farmaci, energia, chimica, ma anche i nostri diritti connessi all’accesso a servizi essenziali di alto valore commerciale come la scuola, la sanità, l’acqua, previdenza e pensioni, sarebbero tutti esposti a ulteriori privatizzazioni e alla potenziale acquisizione da parte delle imprese e dei gruppi economico-finanziari più attrezzati, e dunque più competitivi. Senza pensare che misure protettive, come i contratti di lavoro, misure di salvaguardia o protezione sociale o ambientale, potrebbero essere spazzati via a patto di affidarsi allo studio legale giusto e ben accreditato”.

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