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Sequestro di Amarone, Auchan: “Siamo parte lesa”

Auchan sequestro Amarone vino gdo Valpolicella“A seguito di una verifica ispettiva delle autorità competenti, è stata accertata la contraffazione del prodotto da parte del fornitore. Auchan, figurando come parte lesa nella frode, ha attivato la procedura di immediato ritiro e richiamo del prodotto nei 3 punti vendita interessati (Padova, Mestre e Mazzano) a tutela della salute dei consumatori. Nel contempo, l’azienda ha sospeso il fornitore che ha consegnato il prodotto non conforme agli accordi commerciali e ha bloccato tutte le sue consegne previste”. Questo il commento di Auchan in merito all’Amarone della Valpolicella contraffatto, sequestrato dal Corpo Forestale la scorsa settimana, in occasione del Black Friday. Su vinialsupermercato.it tutti i dettagli
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Evoo Days e Turismo: l’olio di qualità fa tendenza

Ideati da Veronafiere nascono gli EVOO Days, forum per la formazione e il networking della filiera dell’olio extravergine di oliva di qualità. La prima edizione è in programma il 20 e 21 febbraio 2017 a Verona durante Sol d’Oro Emisfero Nord (www.solagrifood.com), il più autorevole concorso oleario internazionale. E il Movimento del Turismo del Vino allarga il proprio raggio d’azione all’olio. Lancerà infatti ufficialmente il Movimento Turismo dell’Olio, in occasione dell’iniziativa “ABC OLIO – Impariamo a conoscere gli extravergine di Puglia”, che si svolgerà in Puglia, alla Masseria Torre Coccaro (BR), il prossimo 11 dicembre.

Così l’olio italiano, si appresta a fare tendenza. “Gli Evoo Days sono il nostro contributo alla celebrazione in Italia della Giornata Mondiale dell’Olio di Oliva promossa dal Coi, Consiglio Oleicolo Internazionale – afferma Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – un’iniziativa che completa il progetto perseguito con Sol d’Oro, che è quello di premiare le migliori produzioni oleicole internazionali offrendo nel contempo ai produttori di tutto il mondo un momento di confronto per progredire nella qualità”.

Tre i focus degli EVOO Days, che vedranno la partecipazione anche di relatori esteri: il miglioramento dell’oliveto e della qualità dell’olio nazionale, con seminari per approfondire le tecniche che permettono di passare da un’olivicoltura tradizionale a una intensiva utilizzando gli impianti già esistenti; l’export, con workshop su Usa, Giappone e Taiwan; il marketing, per vendere e comunicare meglio il prodotto, partendo  dall’ideazione del packaging fino all’utilizzo dei social, passando per una efficace partecipazione alle fiere.

IL NUOVO MOVIMENTO
Con l’esperienza maturata nel vino e nei suoi territori, ora il Movimento Turismo del Vino pensa all’olio. L’associazione che ha segnato la svolta introducendo il valore di enoturismo, culminato con lo straordinario successo di Cantine Aperte, lancerà infatti ufficialmente il Movimento Turismo dell’Olio. “
Quelli della vite e dell’olivo sono i colori del nostro territorio – spiega la vicepresidente di MTV Italia, Serenella Moroder, che presenterà il progetto alla Masseria Torre Coccaro, il prossimo 11 dicembre  – ed è innegabile il valore ambientale, di tutela del paesaggio e di risorsa turistica che rappresentano soprattutto in territori straordinari. Come Movimento, il nostro sguardo all’olio è un passo inevitabile nel progetto di sviluppo legato sia alla qualità delle produzioni che al concetto fondamentale di cultura dell’accoglienza. Partiamo dalla Puglia, basta osservare questa regione per capire il perché”.

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Il Testo Unico per il Vino è legge

“Il Testo Unico per il Vino è legge. La Camera ha approvato, a soli due mesi dal passaggio iniziale e dopo l’ultima votazione al Senato, la prima regolamentazione certa e completa a livello europeo del nostro comparto. Un testo organico di 90 articoli che fanno del vino l’unico prodotto dell’agroalimentare ad avere una disciplina di questo tipo, che chiude un iter di tre anni di lavoro nel corso dei quali la filiera si è presentata unita in ogni confronto. Le istituzioni e le forze politiche hanno dimostrato una nuova attenzione e disponibilità al dialogo che ha dato vita ad un documento di cui siamo certamente soddisfatti”.

Così Antonio Rallo, presidente di Unione Italiana Vini, commenta l’approvazione definitiva di oggi da parte della Camera dei Deputati del Testo Unico della Vite e del Vino che era stato già approvato il 17 novembre con voto unanime da parte del Senato. Ora il testo è legge e contiene numerose delle istanze che UIV, insieme alla filiera, aveva proposto, sulla scorta delle esigenze espresse dalle imprese, come: lo snellimento burocratico, la semplificazione ed il miglioramento dell’efficienza del sistema dei controlli, la rivisitazione del sistema sanzionatorio (con l’introduzione della diffida e del ravvedimento operoso che per la prima volta vengono applicati in agricoltura).

Sono molte altre le novità introdotte da questa legge: l’istituzione di un registro unico dei controlli; l’introduzione di ulteriori strumenti di tracciabilità del vino (con sistemi telematici di controllo); alcune semplificazioni per la tenuta dei registri dematerializzati; il riconoscimento del vino e dei territori viticoli come patrimonio culturale nazionale da tutelare e valorizzare (vigneto sentinella del territorio); la salvaguardia da parte dello Stato dei i vigneti in territori soggetti a rischio idrogeologico e di pregio paesaggistico, storico, ambientale; la definizione più rigorosa di vitigno autoctono italiano.

Fissati i criteri generali del Testo Unico – spiega il presidente Rallo – ora si apre il lavoro sui regolamenti attuativi che andranno a normare nei dettagli temi molto importanti quali: i piani di controllo dei vini a Denominazione d’Origine e Indicazione Geografica, l’etichettatura, la gestione dei contrassegni di Stato, i Consorzi di Tutela. L’auspicio è che la filiera si mantenga compatta anche in questa fase di confronto con il Ministero: la stesura dei regolamenti attuativi rappresenta, infatti, un percorso importante e strategico al pari della norma generale”.

“Ringrazio gli Onorevoli parlamentari di tutti i gruppi politici, il Ministro Martina, il Vice Ministro Olivero, i dirigenti e i collaboratori del Ministero, per l’impegno profuso – conclude Antonio Rallo. In particolare, desidero esprimere la nostra gratitudine ai relatori: l’On. Massimo Fiorio e la Senatrice Leana Pignedoli, per aver contribuito, insieme ai presidenti On. Luca Sani e Sen. Roberto Formigoni, ad accelerare il complesso iter legislativo della legge”.

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“Il vino fra Salute, Eros e Trascendenza”: il convegno da Ruffino

“Il vino fra Salute, Eros e Trascendenza”, questo il tema del convegno organizzato dall’Azienda vitivinicola Ruffino, da Unione Italiana Vini e dalla Società Italiana di Andrologia (SIA), che si terrà Venerdì 2 dicembre 2017 presso la Tenuta Poggio Casciano di Ruffino, in loc. Quarate a Bagno a Ripoli (Firenze).

Partendo dal vino come elemento di congiunzione fra eros e psiche, mito e religione, illustri personalità medico-scientifiche affronteranno il tema vino-salute, declinato in contesti diversi: si parlerà del ruolo del vino nell’alimentazione, nella salute generale e nella vita sessuale maschile e femminile cercando di mostrare, attraverso le più recenti ricerche scientifiche, come il bere responsabile abbia effetti positivi su diversi aspetti della salute.

Apriranno il convegno Sandro Sartor, AD Ruffino, e Antonio Rallo, Presidente Unione Italiana Vini, con i rappresentanti delle Istituzioni della Regione Toscana e del Ministero della Salute e delle Politiche Agricole. Qui il programma completo.

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Cento bottiglie di Barolo a Paolo Sorrentino, a lui il Premio Langhe, Roero e Monferrato 2016

Cento bottiglie di Barolo. Una selezione delle migliori etichette del vino piemontese per eccellenza sono state conferite al regista Paolo Sorrentino durante la 34ma edizione del Torino Film Festival. Il regista de “La Grande Bellezza” è stato insignito del Premio Langhe, Roero e Monferrato, riconoscimento istituito dal Museo Nazionale del Cinema e dalla Regione Piemonte destinato ogni anno ad un personaggio del mondo del cinema di rilevanza internazionale.  Un Premio nato per  sottolineare il legame tra valorizzazione del patrimonio artistico, vocazione culturale e cultura del vino che caratterizzano la Regione Piemonte ed il territorio. Legame che ha portato il paesaggio vitivinicolo compreso tra Langhe Roero e Monferrato ad ottenere il riconoscimento di patrimonio mondiale dell’Unesco.

Paolo Sorrentino ha ricevuto il premio dalle mani di Paolo Damilano, produttore quarta generazione di una delle cantine storiche di Barolo, Cantine Damilano,  durante una cena di beneficienza a favore delle popolazioni terremotate.

(foto: copertina: Museo del Cinema di Torino)

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Luciano Arimini è il nuovo presidente di Vitevis

Nel corso dell’assemblea tenutasi martedì pomeriggio nella sede di Montecchio Maggiore, il consiglio direttivo ha scelto la strada della continuità – confermato nel ruolo di vice presidente anche Silvano Nicolato – alla luce dei buoni risultati conseguiti nel primo bilancio economico (fatturato di 38.775.336 euro a fronte dei 34 milioni di euro raggiunti dalle tre cantine nel 2014) e con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la crescita di bottiglie prodotte – oltre 6.100.000 negli ultimi dodici mesi – e l’export nei paesi europei ed extraeuropei.

“Dalla nascita di Vitevis a oggi – commenta Luciano Arimini – abbiamo portato avanti con grande determinazione un percorso di valorizzazione delle produzioni Doc e Igt del territorio vicentino, puntando sulla conquista di nuovi spazi di mercato per i nostri vini nei diversi continenti. I buoni risultati ottenuti nel primo anno di attività dimostrano che i vini di Vicenza possono competere per qualità e appeal con quelli di altri territori più blasonati. Proseguiremo lungo questa strada resa possibile dai tanti soci che ogni giorno lavorano con grande impegno in vigna per produrre uve di prima qualità destinate a vini territoriali con carattere e personalità ben riconoscibili”.

A completare il consiglio di amministrazione sono Fabio Dal Maso, Narciso Stefano Dani, Andrea Gastaldo, Andrea Ghiotto, Marco Guarda, Matteo Lovato, Andrea Marzari, Gessica Maule, Stefano Meggiolaro, Matteo Montesello, Paolo Silvio Peruzzi, Luca Rancan e Piergiorgio Saccardo.

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Cina, Rallo: Wine Ambassador risorsa preziosa per il vino italiano

 “La Cina è un Paese che offre grandi opportunità per il comparto vitivinicolo italiano, in quanto registra tassi tra i più alti nel mondo sia di incremento dei consumi che delle importazioni. Da qui, l’impegno di Unione Italiana Vini, insieme al Ministero dello Sviluppo Economico, ICE ed Enoteca Italiana, nel progetto “Top Italian Wine & Spirit Course”, il cui obiettivo è stato quello di formare 80 operatori cinesi attraverso i quali promuovere la conoscenza del vino italiano in Cina. Abbiamo premiato con un diploma gli appassionati e competenti professionisti che hanno approfondito le tradizioni, la storia e la geografia dell’enologia italiana. A tutti loro – sommelier, giornalisti ed influencer – i produttori italiani hanno affidato, simbolicamente, un messaggio di qualità e cultura territoriale, promuovendoli quali ambasciatori della nostra migliore tradizione produttiva”. Con queste parole Antonio Rallo, Presidente di Unione Italiana Vini, è intervenuto a Pechino alla cerimonia conclusiva del progetto Top Italian Wine & Spirit Course”, che si è inserito nell’altrettanto importante iniziativa della “Prima settimana della cucina italiana nel mondo”, organizzata da MAECI, MISE e MIPAAF e alla quale UIV ha deciso di non mancare. Durante la serata, il Presidente Rallo, l’Ambasciatore italiano a Pechino Ettore Sequi e l’Amministratore dell’Enoteca Italiana Egidio Bianchi, hanno consegnato, alla presenza di illustri rappresentanti delle Istituzioni cinesi e italiane, i diplomi agli 80 partecipanti dei corsi frequentati sia in Italia che in Cina.

“Il progetto Top Italian Wine & Spirit Course, – conclude il Presidente Rallo – è il risultato di una strategia di ‘Sistema’ che sta dando i suoi primi frutti e che punta a diffondere la conoscenza dell’Italia come Paese del vino. Le attività di comunicazione e formazione realizzate, sono fondamentali per accrescere in modo efficace il valore del nostro vino nel vasto mercato cinese, e supportarne le vendite. Le esportazioni dei vini italiani sono cresciute nei primi otto mesi di quest’anno. Un trend che dobbiamo consolidare, rafforzando l’impegno promozionale del nostro Paese con azioni sistemiche che vedano insieme imprese ed Istituzioni, come sperimentato con questo progetto”.

PROGETTO “TOP ITALIAN WINE & SPIRIT COURSES”
Obiettivo primario del progetto Top Italian W&S è la formazione di ambasciatori del vino italiano in Cina. Il progetto è costituito di tre parti:

1) la prima parte, terminata in ottobre 2015, prevedeva la sezione dedicata agli incoming, rivolta ad operatori del settore vitivinicolo cinese. In tutti gli incoming, i delegati cinesi (professionisti del comparto, settore comunicazione e media, settore istruzione professionalizzante) sono stati accompagnati da interprete italiano/cinese. I contenuti della formazione sono stati identici nei tre incoming, con lo scopo di fornire materiale didattico e sussidiario alla conoscenza ed approfondimento di tutto il patrimonio vitivinicolo italiano. Le degustazioni hanno invece permesso di ‘scendere’ nella regionalità e tipicità dei territori visitati.

2) la seconda parte è terminata nel mese di ottobre 2016, e prevedeva la formazione in Cina: i corsi, realizzati nelle aree di Chengdu, Shanghai, Canton e Pechino, miravano a incrementare il livello di conoscenza del consumatore cinese ancora non adeguatamente consapevole della varietà e qualità dell’offerta vinicola italiana, ma in particolar modo intende costruire un modulo didattico (ripetibile e declinabile in base alle esigenze dei delegati ambasciatori/formatori), dedicato essenzialmente all’abbinamento dei vini italiani ai principali cibi cinesi.

Questi primi due percorsi si concludono con la serata di premiazione a Pechino dove il Presidente UIV Antonio Rallo ha consegnato agli 80 partecipanti un diploma con valore effettivo alla presenza di istituzioni cinesi e dell’Ambasciatore italiano a Pechino.

3) la terza fase consta nella realizzazione di un portale internet in lingua cinese, italiana ed inglese volto alla promozione del vino italiano. La società selezionata alla realizzazione dello stesso ha inviato ad ICE la proposta progettuale che prevede in home page i contatti dei partner del progetto e cinque aree differenziate nei contenuti. In particolare, un’area conterrà al suo interno l’elenco delle aziende italiane che parteciperanno al progetto. Le singole aziende potranno essere ricercate attraverso i seguenti filtri:

Geolocalizzazione, Brandi, Tipologia vino, Vitigno, Alfabetico nome e avranno a disposizione dei “mini siti”. Questo portale vuole rappresentare uno strumento di comunicazione che dovrà essere inserito all’interno di una strategia di digital marketing messa a punto con specialisti del settore, nell’ambito di un più ampio progetto di comunicazione del vino in Cina, al momento in fase di definizione (il portale è ancora in fase di realizzazione).

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Vermentino di Sardegna Doc 2014 Don Giovanni, Cantina Mogoro

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Cantine Aperte a Natale in Friuli Venezia Giulia

Natale è alle porte e inizia la frenetica ricerca del regalo perfetto. Ma cosa c’è di meglio del ricevere una confezione di prelibatezze enogastronomiche? Se è proprio questo ciò che state cercando, Cantine Aperte a Nataleè l’evento giusto per voi: sabato 10 e domenica 11 dicembre potrete, infatti, visitare alcune tra le più belle cantine del Friuli Venezia Giulia, degustarne i vini e scoprire le fantasiose confezioni preparate ad hoc con selezionate bottiglie per tutte le occasioni oppure composte da biscotti, confetture, dolci e prodotti tipici con il corretto vino in abbinamento.

Sempre più spesso, infatti, la bottiglia di vino rappresenta un dono molto gradito per molte occasioni di festa e conoscerne la storia ci permette un’emozionante viaggio nei luoghi di produzione delle eccellenze enologiche. Sarà, infatti, il produttore in persona a consigliare il vino per voi e per i vostri amici e parenti, indicando gli abbinamenti più appropriati e le tendenze del momento.

I vini in degustazioni spazieranno dai classici internazionali agli eccellenti autoctoni, dagli spumanti ai vini passiti e sono molte le cantine che organizzano anche deliziosi abbinamenti cibo-vino all’insegna della buona tavola e della ricerca del perfetto matrimonio di gusto. Inoltre, la scelta del vostro regalo di Natale ideale sarà accompagnata da prelibati prodotti tipici locali (come i trasformati del FigoMoro da Rive Col de Fer a Caneva o le creme e i sughi di Casali Cjanor da Azienda del Poggio a Fagagna), da degustazioni di bollicine e spuma di trota affumicata da Pascolo Alessandro a Ruttars, da concerti natalizi con scuole di musica e cori Gospel da Castello di Rubbia a San Michele del Carso, da racconti su vitigni autoctoni recuperati da Bulfon a Valeriano e molte altre indimenticabili esperienze.

La lista delle cantine aderenti, con l’indicazione degli orari di apertura e le iniziative collaterali realizzate per questo weekend, è disponibile sul sito web www.mtvfriulivg.it. L’evento è organizzato dal Movimento Turismo del Vino FVG in collaborazione con le Strade del Vino e Sapori FVG.

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Federico Terenzi nuovo presidente Agivi

E’ Federico Terenzi il neo Presidente dell’Associazione dei Giovani Imprenditori Vinicoli Italiani (AGIVI). Nato a Milano il 7 settembre del 1978, dopo aver conseguito l’MBA in Wine Business presso il Mib di Trieste, ha assunto la guida della Cantina Terenzi, una realtà giovane e dinamica nata nel 2001 dall’intuizione del padre Florio di trasformare la tenuta di famiglia in Maremma in una azienda vitivinicola. L’azienda si è rivelata in poco tempo una punta di diamante nella produzione del Morellino di Scansano e un punto di riferimento per l’enologia Maremmana, meritandosi numerosi riconoscimenti tra i quali nel 2012 il titolo di “Cantina Emergente dell’anno” dal Gambero Rosso. Federico si occupa in prima persona con il fratello Balbino della gestione dell’azienda, che oggi si estende su 150 ettari di cui 60 vitati, e ricopre in azienda il ruolo di Amministratore Delegato e Direttore Commerciale.

A decidere all’unanimità la sua nomina è stato il Consiglio eletto in occasione dell’Assemblea dei Giovani imprenditori vinicoli italiani, avvenuta il 25 Novembre presso il Magna Pars di Milano, che vede Francesca Argiolas (Argiolas) confermata Vice presidente insieme a Stefano Ricagno (Ca dei Mandorli e Cuvage), Violante Gardini (Cinelli Colombini) e Silvia Franco (Nino Franco) affiancati dai neo Consiglieri Giulia Alleva (Tenute Santa Caterina), Ernesto Rocca (Rocca), Emanuela Tamburini (Az. Agricola Tamburini) e Marzia Varvaglione (Varvaglione) e i riconfermati Gianluca Garofoli (Garofoli) ed Enrico Gobino (MGM e Cuvage).

La volontà del nuovo Consiglio è quella di dare seguito all’impostazione data dal Past President, Carlotta Pasqua, che ha egregiamente guidato l’Associazione dal 2011 per due mandati consecutivi, in pieno clima di collaborazione e intesa, per proseguire nei programmi dell’Associazione, che ha come obiettivo, quello di far crescere nuove generazioni di imprenditori e accrescere lo spirito di squadra e la capacità di fare network, nel settore del vino.

Il nuovo Presidente Federico Terenzi, Vicepresidente nel precedente mandato, insieme a Francesca Argiolas, e socio da più di 6 anni, si adopererà per valorizzare il lavoro già svolto in pieno spirito di continuità e dare nuovo slancio ed energia.“Ringrazio il Consiglio Agivi per la fiducia accordatami. – e ribadisce – La linea del prossimo triennio sarà di continuità con quella del Presidente Carlotta Pasqua e del Consiglio uscente, continuando a puntare su una crescita della base associativa e su un’offerta formativa personale e professionale per tutti gli Associati. Punteremo a un consolidamento del nostro rapporto con Unione Italiana Vini, mettendo a disposizione le nostre idee e le nostre competenze in un settore sempre più dinamico e competitivo”.

Tra i punti fondamentali del prossimo triennio c’è infatti la volontà di accrescere ulteriormente il legame e gli scambi con l’UIV, collaborando sui temi portati avanti dall’Associazione dei Senior, come gli aspetti politico normativi, il commercio internazionale, il marketing associativo e il progetto di Wine in moderation e del bere consapevole.

“Insieme alle congratulazioni e auguri di buon lavoro al nuovo presidente Federico Terenzi e al rinnovato Consiglio Direttivo di AGIVI, desidero ringraziare la past president Carlotta Pasqua e i consiglieri uscenti per l’appassionato impegno dedicato alla crescita associativa e ribadire l’impegno di UIV per l’ulteriore rafforzamento e rilancio dell’associazione dei giovani imprenditori dell’Unione Italiana Vini. – commenta il Presidente UIV, Antonio Rallo, che accoglie con piacere questa nomina e aggiunge  – Studieremo insieme un progetto per consolidare e rendere più organico il rapporto tra AGIVI e UIV, forti anche del lavoro portato avanti con noi da Carlotta Pasqua in questi anni. Il mondo del vino italiano ha bisogno di nuove idee e di tanta energia per un prospero futuro, proprio quei caratteri che ritroviamo nei giovani di Agivi”.

L’ASSOCIAZIONE
Agivi, l’Associazione dei Giovani imprenditori italiani, nasce nel 1989 proprio dalla volontà di un gruppo di giovani imprenditori, già appartenenti all’Unione Italiana Vini e alla Confederazione della Vite e del Vino, di unirsi per accrescere i valori, l’intesa e lo spirito di coesione fra le aziende del settore, affermando il proprio ruolo di portavoce della nuova generazione degli imprenditori vitivinicoli, che oggi sono alla guida di alcune delle più importanti aziende italiane. AGIVI resta collegata ad Unione Italiana Vini, rappresentandone una sorta di “palestra” dove allenarsi alla vita istituzionale e politica del domani.

Carlotta Pasqua, in qualità di Past President, resterà in Consiglio, continuando a seguire il gruppo e mettendo a disposizione il suo know-how e il suo impareggiabile sostegno per rafforzare ulteriormente l’idea di continuità nel passaggio generazionale che l’Associazione si appresta ad affrontare.

“Ringrazio tutti coloro che mi hanno accompagnato in questi bellissimi sei anni, il Consiglio e la Segreteria che mi hanno affiancato e supportato nei programmi e nelle attività. Abbiamo sempre condiviso l’idea che la forza del team sono le persone e che la forza delle persone stesse è il team e sono certa che il nuovo gruppo, saprà lavorare assieme per portare avanti AGIVI nel migliore dei modi. Un grazie anche al Consiglio di UIV che mi ha permesso di crescere, fare esperienza e apprendere moltissimo in termini di associazionismo e politica agroalimentare”.

Il primo appuntamento dove si affiancheranno i due Presidenti sarà il Workshop Agivi programmato per il 7 Dicembre al Forum sul Business del vino “Wine2Wine” a Verona, che tratterà il Tema dei Vitigni Autoctoni. L’agenda 2017 vede già programmati due percorsi di formazione, uno incentrato sul Public Speaking in italiano e inglese e bon ton internazionale, ed un secondo incentrato invece sul miglioramento delle competenze  tecniche ed enologiche degli associato. A giugno è invece in calendario il viaggio studio che porterà questa volta i Soci a conoscere e visitare il territorio Pugliese e Salentino.

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Comunicare il vino, dai social ai Consorzi: le “regole” del Mtv Toscana

“Incomunicazione del vino: la capacità di comunicare il vino a modo nostro”. E’ il titolo e anche la provocazione del dibattito che il Movimento Turismo del Vino Toscana promuove domenica 27 novembre, ore 17.30, presso la sala convegni di Food and Wine in Progress alla Stazione Leopolda di Firenze. Dalla comunicazione istituzionale dei consorzi e dei sommelier, a quella più innovativa di alcuni casi di aziende vitivinicole toscane, fino ad arrivare alla musica come strumento per attirare i più giovani a un settore che forse deve essere rinnovato dal punto di vista della promozione.

E’ il tema dell’incontro che MTV Toscana ha pensato per aprire un momento di confronto tra alcuni protagonisti della filiera. “Una provocazione sicuramente che tuttavia non vuole essere fine a se stessa – spiega il presidente del Movimento Turismo Vino Toscana, Violante Gardini – perché secondo il nostro avviso oggi, nella grande globalizzazione che sta coinvolgendo anche il nostro settore, rischiamo di omologare il messaggio disperdendo l’eccezionalità delle emozioni offerte dalle nostre cantine”.

IL PROGRAMMA
Alle 17.30 prenderà il via il dibattito moderato da Giovanni Pellicci, giornalista enogastronomico, tra i più giovani direttori di una rivista settore, I Grandi Vini e conduttore dell’innovativo programma radiofonico Wine Station. A raccontare le loro storie sono stati chiamati il presidente nazionale dell’Associazione italiana sommelier, Antonello Maietta, che illustrerà le nuove idee per una comunicazione del vino attraverso la degustazione; il responsabile della comunicazione del Consorzio del Chianti Classico, Silvia Fiorentini, racconterà dell’esperienza di comunicazione del grande evento dei 300 anni dall’Editto sul Chianti Classico.

Poi ancora il rapporto tra comunicazione e social media, affidato al racconto di Luisa Calvo, communication manager dell’azienda Marchesi de Frescobaldi, e naturalmente il presidente del Movimento del Turismo Vino della Toscana, Violante Gardini, che nell’occasione presenterà anche il nuovissimo video-spot del Movimento, un’opera diversa dal solito realizzata da Tobu Web, nuova agenzia di promozione multimediale composta da giovani tutti appassionati di comunicazione e vino. Il video vede la partecipazione di decine di “volti” del vino toscano che in maniera diversa raccontano perché si debbano visitare le cantine toscane.

LA MUSICA E IL VINO
Ospite molto particolare della tavola rotonda sarà Lorenzo Baglioni, giovane attore, musicista e autore comico fiorentino, che nell’occasione parlerà di come ha rivoluzionato a modo suo il modo di comunicare messaggi attraverso musica e testi rivolti a un pubblico diverso. Lorenzo Baglioni, che alla Leopolda si esibirà anche con un brano dal vivo, ha debuttato nel 2015 con il suo primo spettacolo di stand-up comedy, “SELFIE”, che in meno di un anno con oltre 50 repliche ha totalizzato più di 25 mila spettatori.

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Food and Wine in Progress, il programma

Saranno il presidente della Federazione italiana cuochi, Rocco Pozzulo, il presidente dell’Associazione italiana sommelier, Antonello Maietta e il vicepresidente nazionale vicario di Fipe, Aldo Cursano, ad aprire con un botta e risposta sul futuro delle due professioni la seconda edizione di Food and Wine in Progress, l’evento promosso da AIS Toscana ed Unione Regionale Cuochi Toscani, in collaborazione con Confcommercio Toscana e Coldiretti Toscana, che dal 27 al 28 novembre animerà gli spazi della Stazione Leopolda di Firenze. Due giorni in cui il settore dell’agroalimentare italiano e toscano sarà protagonista e rappresentato da una squadra di centinaia di cuochi, dei quali moltissimi stellati, e dalle 140 aziende vitivinicole toscane. Il programma ufficiale prenderà il via con il taglio del nastro, al quale parteciperanno le istituzioni, previsto per le 10.

ECCELLENZA DI TOSCANA
E’ l’evento nell’evento promosso da Ais Toscana con oltre 140 Aziende Vinicole Toscane facenti parte della Guida 2017 di AIS Toscana, a cui si aggiunge un ricco programma di incontri, come l’Ais Wine School per avvicinarsi al mondo dei sommelier, o i tanti WINE TOUR  promossi durante la due giorni e tanti momenti di approfondimento e di degustazione sul futuro del vino toscano.

Nel palco centrale, dopo i saluti e il talk show sul tema “Occupazione nella ristorazione”, seguiranno oltre dieci cooking show da vari territori della Toscana e non solo con ricette abbinate ai vini selezionati da Ais, alcune dimostrazioni dei barman di Mixology capitanati da Danny Del Monaco, dei panificatori di Assipan e dei macellai di Federcarni. Alle 12.50 saranno conferiti i premi di Ambasciatori del Food and Wine a Andrea Rinaldi, Franco Malenotti e Marco De Luca.

La sala convegni si aprirà domenica alle 12 con il primo evento di Ais Wine School  “Imparare a degustare il vino” (i minicorsi di 30 minuti per dare le regole fondamentali per degustare il vino). Alle 15 una degustazione dei vini affinati in anfora. Alle 17.30 il Movimento Turismo del Vino Toscana promuove il dibattito “Incomunicazione del vino: la capacità di comunicare il vino a modo nostro” al quale parteciperà anche il presidente nazionale di Ais Antonello Maietta.

Nell’area Toscana d’Autunno dalle 16 alle 19 alcuni tra i più quotati chef della Toscana si alterneranno in cucina interpretando la cucina toscana di stagione in chiave contemporanea. L’evento, condotto dalla giornalista Anna Maria Tossani, è coordinato dallo chef Fabio Bianconi, capitano dell’Equipe di Alta cucina della Toscana. Parteciperanno gli chef Silvia Baracchi, Matia Barciulli, Lorenzo Barsotti, Peter Brunel, Sara Conforti, Deborah Corsi, Entiana Osmenzeza, Maria Probst, Beatrice Segoni, Marco Stabile, Cristiano Tomei, Edoardo Tilli e Luciano Zazzeri.

Nell’area Cocktail in the World Mixology alle 10.30 l’Alberghiero Mixology Contest con i migliori studenti degli istituti alberghieri che si affronteranno per raggiungere il traguardo di miglior studente barman dell’anno. Alle 14 una Master Class sul tema di Bitter e Amari mentre alle 15.30 l’esibizione della star russa Nikita Khlo Pilanov dello Space Bar di Mosca. Alle 16.30 i cocktail saranno abbinati ai finger food dei cuochi toscani.

Nell’area Confcommercio alle 10 il convegno “L’evoluzione della macelleria negli ultimi trent’anni e dalle 14 alle 19 diversi cooking show e approfondimenti sui temi dei tagli della carne e della panificazione con la collaborazione di Federcarni e Assipan.

Food and Wine in Progress, dal 27 al 28 novembre, dalle 10 alle 19, presso la Stazione Leopolda di Firenze, è un evento promosso da AIS Toscana ed Unione Regionale Cuochi Toscani, in collaborazione con Confcommercio Toscana e Coldiretti Toscana. Il costo giornaliero di ingresso è di 20 euro, ridotto 10 euro per soci Ais, 5 euro per gli studenti e gratis per i bambini sotto ai 12 anni

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Vendemmia 2016: il dossier Assoenologi, regione per regione

Non “il risultato di un giro di telefonate”. Bensì “dell’elaborazione di migliaia di rilievi ottenuti da fonti diverse”, tra cui “le valutazioni condotte a livello locale dalle diciassette Sedi periferiche che coprono l’intero territorio nazionale”. Con queste parole, il presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella, sottolinea la scientificità delle previsioni sulla vendemmia 2016, diffuse proprio in questi giorni dall’organizzazione nazionale di categoria dei tecnici del settore vinicolo. Un vero e proprio dossier, diviso in tre parti: al quadro generale della produzione segue il dettaglio, regione per regione. La terza parte comprende invece un giudizio sulle ultime dieci vendemmie e una serie di tabelle da cui si possono verificare i dati riportati.

Complessivamente, secondo il centro studi di Assoenologi, la quantità si attesta tra lo 0 e +2% rispetto alla passata campagna pari a circa 51.500.000 ettolitri di vino. La qualità rimane complessivamente eterogenea ma comunque assai interessante, con punte di maggior interesse per quei vini che hanno potuto beneficiare del positivo andamento dei mesi di settembre e di ottobre. L’annata 2016 si è contraddistinta per i livelli contenuti di stress idrico e termico. Un’annata favorevole a produzioni di qualità per coloro che hanno gestito in modo efficace la difesa.

Nel periodo vendemmiale l’Italia è risultata spaccata in due. La ridotta piovosità e la buona escursione termica che hanno caratterizzato il mese di settembre al Centro-Nord e sulle due isole maggiori hanno favorito il regolare svolgimento delle operazioni di raccolta. Ciò purtroppo non si può dire per il Meridione peninsulare che ha invece goduto di una piovosità abbondante e in molti casi sensibilmente superiore alla norma. Nel complesso si stima una buona annata, con picchi di eccellenza nelle zone meno colpite dal maltempo e laddove la vite è stata soccorsa nel migliore dei modi.

Cambiamenti climatici, dunque. Per via dei quali, come sottolinea sempre la relazione dello staff di Cotarella, “è sempre più richiesta l’opera dell’enologo che deve intervenire per far fronte a nuove esigenze che si creano in vigneto e in cantina e anche per prevenire situazioni che possono influire negativamente sulla qualità del prodotto”. I mesi di settembre e di ottobre decorsi nel modo migliore al Centro Nord e sulle Isole hanno permesso una ottimale maturazione delle uve che, oltre ad essere state conferite alle cantine in un ottimo stato sanitario, hanno potuto beneficiare di importanti escursioni termiche tra il giorno e la notte.

Purtroppo per le regioni del Centro-Sud Italia le cose non sono andate nello stesso modo.  settembre è stato costellato da numerose precipitazioni ed abbassamenti repentini della temperatura ed anche il mese di ottobre non ha risparmiato giorni di pioggia. Tutto ciò ha influito sulla qualità delle uve, specie per quelle tardive, la raccolta delle quali è stata vincolata dalle condizioni meteorologiche con ripercussioni sulla fase finale di maturazione.

QUANTITA’ RECORD
Al di là delle percentuali matematiche certe, Assoenologi “non ritiene di poter dare dei numeri assoluti, ma stima un quantitativo compreso tra 0 e +2% rispetto allo scorso anno”. L’elaborazione dei dati rilevati dà una produzione di uva oscillante fra i 68 e i 72 milioni di quintali che, applicando il coefficiente medio di trasformazione del 73%, danno tra i 50 e i 52 milioni di ettolitri di vino. L’Abruzzo e la Puglia sono le regioni che hanno fatto registrare i maggiori incrementi di produzione compresi fra il 10 e il 15%, segue con +7% il Veneto e con +3% il Piemonte e l’Emilia Romagna.

Per contro la Campania ha prodotto ben il 20% in meno rispetto al 2015, seguita dal Trentino Alto Adige, dal Friuli V.G., dalla Toscana, dal Lazio/Umbria e dalla Sicilia con decrementi compresi tra il 5 e il 7%. Solo per le Marche e la Sardegna si stima una produzione pressoché uguale a quella della scorsa campagna. Una situazione, pertanto, piuttosto eterogenea caratterizzata da alti e bassi a seconda delle zone, influenzate alcune anche dall’entrata in piena produzione di nuovi vigneti. Un quantitativo che si pone al primo posto nella classifica degli ultimi dieci anni seguito dal 2015 (50,7) e dal 2006 (49,6).

Le quotazioni risultano pressoché uguali a quelle dello stesso periodo dello scorso anno. In leggera crescita solo per alcune tipologie di vini richiesti dal mercato in particolar modo per quelli a denominazione di origine. Consumi interni. In ribasso. Secondo Assoenologi a fine 2016 si scenderà sotto i 36 litri pro-capite, contro i 45 del 2007.

I DATI, REGIONE PER REGIONE

PIEMONTE
Quantità: +3% rispetto vendemmia 2015 L’andamento climatico durante tutto il periodo vendemmiale è stato caratterizzato da giornate calde e luminose, spesso anche ventose con poche e sporadiche piogge che hanno aiutato a completare un’equilibrata maturazione delle uve rosse. Anche nel mese di settembre si sono registrate grandi escursioni termiche tra il giorno (26-28°) e la notte (12-14°) che hanno favorito l’asciugatura dei grappoli. Lo stato sanitario dell’uva è risultato ottimale, caratterizzato da bucce integre, spesse e resistenti e con dimensioni normale degli acini. I mosti ottenuti hanno manifestato un elevato contenuto in zuccheri con punte particolarmente elevate nei vitigni a bacca rossa che, in diversi casi promettono di raggiungere il 16% di alcol.

Per i vini aromatici Moscato e Brachetto si sono registrate gradazioni sopra la media, con aromi difformi ma comunque sempre interessanti a seconda delle zone, probabilmente a causa di terreni siccitosi e aree calde. Nella zona del Gavi, le poche piogge di inizio settembre, anche se un po’ tardive, hanno favorito una buona maturazione delle uve con un grado medio leggermente inferiore rispetto alla scorsa vendemmia, ma con buon equilibrio acido. La Barbera d’Asti e il Nizza hanno potuto beneficiare dell’ottima stagione e, grazie ad una maturazione eccezionale, i primi riscontri di cantina rilevano un’elevata intensità colorante. I Nebbioli da Barbaresco e Barolo evidenziano invece grandi profumi e tannini morbidi grazie alla perfetta maturità fenolica. Complessivamente in tutta la regione si stima una produzione compresa tra i 2,5 e i 2,6 milioni di ettolitri, mentre la qualità è da considerare senza alcun dubbio ottima con molte punte di eccellente. Il mercato ha rilevato un aumento delle quotazioni delle uve rosse (in particolare per il Barbera) a causa delle giacenze in cantina decisamente contenute, mentre il mercato dei vini risulta stabile.

LOMBARDIA
Quantità: -15% rispetto vendemmia 2015. In generale l’annata in tutta la Lombardia ha dato delle differenze molto importanti da zona a zona e all’interno delle stesse aree, sia dal punto di vista quantitativo che sanitario. È opinione comune, però, che il 2016 sia un’annata di ottima qualità, superiore sicuramente alla media, con diverse punte di eccellente. La favorevole escursione termica tra giorno e notte ha fatto diminuire le acidità in modo molto regolare. Molto interessanti le aromaticità e le maturazioni fenoliche, tanto che per i vini rossi si prospetta una grande annata. In Oltrepò Pavese si stima una produzione in calo tra il 15% e il 20%. La resa uva/vino è risultata nella media, l’andamento fermentativo è stato buono. Anche in Franciacorta il decremento quantitativo si attesta tra il 15% e il 20%.

I primi riscontri di cantina evidenziano vini base interessanti con acidità stabili. Le aree delle denominazioni di origine “Valcalepio” e “Scanzo” sono state fortemente condizionate da eventi meteorologici avversi durante tutta la stagione, tanto che il calo della produzione si stima superiore al 25% rispetto alla passata campagna con punte in alcune zone anche del 35%. Grazie al buon andamento del mese di ottobre i vini rossi del Valcalepio presentano una discreta struttura, mentre in poche realtà si riusciranno ad appassire le uve per la produzione del Moscato di Scanzo. Nella zona del Garda si stima invece un incremento quantitativo tra il 5% e il 10%. La qualità delle uve è risultata molto interessante, tanto che si prevede una qualità assai interessante per il Lugana, i chiaretti e i rossi. In Valtellina la raccolta delle uve si è chiusa intorno al 10 novembre con un incremento intorno al 10%. Ottima la qualità con diverse punte di eccellente. Complessivamente in Lombardia si stima un quantitativo inferiore del 15% rispetto a quello dello scorso anno, pari a circa 1,2 milioni di ettolitri di vino.

TRENTINO ALTO ADIGE
Quantità: – 7% rispetto vendemmia 2015. In Trentino Alto Adige la vendemmia, conclusasi nei primi giorni di novembre con la raccolta degli ultimi grappoli di Cabernet in provincia di Bolzano, si è distinta per la sua eccezionalità: uve integre perfettamente sane, ottime gradazioni zuccherine ed equilibrio acidico dei mosti. Per le varietà rosse colore intenso e tannini morbidi, un quadro fenolico importante, conseguenza di un andamento climatico favorevole da grande annata. L’andamento climatico regolare durante tutto il periodo vendemmiale ha consentito una corretta programmazione della raccolta permettendo un’efficace e razionale lavoro in cantina. L’eccezionalità della vendemmia 2016, imputabile alla stabile e duratura area di alta pressione che ha interessato il Nord Italia, è stata amplificata da un regime di temperature caratterizzato da un’importante escursione termica con un risvolto molto positivo sulla tenuta dell’acidità dei mosti.

In Trentino la vendemmia delle uve Chardonnay e Pinot nero base spumante è stata perfetta sia per sanità che per rapporto zuccheri/acidità, tanto che i vini ottenuti hanno confermato l’alto livello qualitativo delle basi spumante 2016 per qualità aromatica e struttura. Le varietà per vini bianchi fermi hanno preso il via con il Pinot grigio nella prima decade di settembre per concludersi verso il 10 di ottobre con la Nosiola e il Traminer aromatico. I vini ottenuti esprimono profumi di interessante complessità e freschezza, ottima la rispondenza varietale come nel caso del Müller Thurgau che ha dato luogo a vini di grande equilibrio, strutturati e piacevoli. A fine settembre sono state raccolte le varietà rosse Merlot, Teroldego, Lagrein e Marzemino con eccellenti livelli di qualità ed ottima maturazione fenolica. Anche in Alto Adige i primi riscontri di cantina evidenziano un’ottima qualità sia per il Pinot Bianco, il Sauvignon, il Gewürztraminer e soprattutto per la Schiava, il Merlot e il Cabernet che hanno beneficiato di un andamento climatico del mese di ottobre assai favorevole. Complessivamente in tutta la regione si stima un quantitativo tra 1,1 e 1.2 milioni di ettolitri di vino. Il mercato al momento risulta stabile, con qualche leggero aumento per alcune tipologie grazie all’elevata qualità.

VENETO
Quantità: +7% rispetto vendemmia 2015. In tutto il Veneto, quantitativamente, si riscontra un aumento di oltre il 5% rispetto al 2015 con una produzione che sfiora i 10,5 milioni di ettolitri. Il 2016 va sicuramente inserito tra le annate da ricordare grazie ad una maturazione ottimale accompagnata da una gradazione zuccherina elevata e da un supporto acido importante. Il ciclo vegetativo è stato caratterizzato da condizioni ambientali tutto sommato ottimali. L’ultimo periodo della maturazione ha fatto registrare temperature diurne ottimali con un abbassamento significativo delle stesse durante la notte che ha permesso di ottenere ottimi profumi primari e un quadro acido molto interessante. Quest’anno le grandinate sono state limitate in aree circoscritte. La vendemmia ha avuto inizio verso la fine di agosto per terminare nella prima decade di novembre con gli ultimi conferimenti dell’uva Raboso. L’andamento fermentativo si è svolto nella maniera più regolare, aiutato anche dalle temperature ambientali più basse che hanno garantito una gestione del freddo ottimale durante le fermentazioni.

Qualitativamente il Prosecco presenta un quadro acido molto equilibrato e un interessante profilo aromatico. Per il Pinot Grigio la qualità è mediamente buona, mentre risulta ottima per il Merlot e il Cabernet specialmente per quei vini ottenuti dalle uve raccolte nell’ultima parte della vendemmia che hanno potuto fruire del perfetto andamento climatico. Nel veronese si sono raccolti grappoli sani e giustamente spargoli per le Doc Soave e Valpolicella, consentendo anche una perfetta cernita per le uve da mettere a riposo per il Recioto di Soave, ma in particolare per l’Amarone che dalle prime analisi risulta di una qualità sicuramente superiore a quella già buona dell’annata 2015. Ottima pure la qualità delle uve precoci da vitigni internazionali Pinot Grigio e Chardonnay, così come quelle a bacca rossa Cabernet Sauvignon e Merlot. Il mercato sta assorbendo bene tutta la produzione registrando quotazioni stabili e in alcuni casi in leggero rialzo rispetto allo stesso periodo del 2015.

FRIULI VENEZIA GIULIA
Quantità: -5% rispetto vendemmia 2015. Un ottimale andamento climatico per la vite, registrato soprattutto durante il periodo estivo, ha permesso di ottenere uve perfettamente sane e anche gli insetti più comuni: tignola, cicalina e ragno rosso, non hanno dato origine a problematiche particolari. L’epoca di vendemmia, per le uve destinate alla produzione di vino base spumante, è iniziata nell’ultima settimana di agosto mentre, per alcune varietà precoci: Pinot Nero, Traminer Aromatico, Pinot Grigio e Sauvignon, la raccolta è avvenuta a partire dalla prima settimana di settembre. La quantità di uva è risultata inferiore del 5% rispetto allo scorso anno a causa di una primavera fredda e piovosa che ha creato alcuni problemi durante la fioritura generando grappoli spargoli e acini disformi. Inoltre, alla fine di agosto e durante i primi venti giorni di settembre, le alte temperature e l’apprezzabile ventilazione hanno contribuito ulteriormente ad abbassare il quantitativo di uva raccolta.

Il calo produttivo si è registrato soprattutto nelle varietà precoci, quali il Pinot Grigio, Tocai Friulano e Chardonnay mentre, la Glera (Prosecco) e la Ribolla Gialla, fanno registrare un incremento produttivo grazie anche ai nuovi vigneti entrati in piena produzione. I vini ottenuti, grazie anche ad una buona escursione termica tra il giorno e la notte, fanno registrare delle gradazioni alcoliche sostenute, un buon corredo acido e un’interessante e complesso quadro aromatico. Anche le uve a bacca rossa si sono rilevate di ottima qualità. Le operazioni di raccolta si sono concluse con le varietà tardive quali Verduzzo, Refosco e Picolit. Per quanto riguarda il mercato un certo interesse è rivolto alle varietà a bacca bianca tipo Glera e Ribolla Gialla, mentre per il Pinot Grigio si attendono gli sviluppi della nuova Doc interregionale. Per le tipologie rosse, purtroppo ridotte a un solo 20% dell’intera produzione viticola regionale, le contrattazioni riguardano il Refosco, il Merlot e il Cabernet Sauvignon.

EMILIA ROMAGNA
Quantità: +3% rispetto vendemmia 2015 In tutta la regione la campagna vitivinicola è stata sicuramente positiva e si stima una produzione complessiva di 7,6 milioni di ettolitri. In Romagna la vendemmia è iniziata a ridosso di Ferragosto con le basi spumanti mentre per lo Chardonnay destinato ai vini fermi e per le uve di Sauvignon i conferimenti sono iniziati nell’ultima settimana di agosto. Le produzioni di queste varietà precoci si sono rivelate ottime sia dal punto di vista sanitario che da quello qualitativo. Ottima annata anche per le uve di Grechetto Gentile (Pignoletto); le basi presentano buone note aromatiche e acidità maliche interessanti. Bene anche le Albane che hanno però generato prodotti meno strutturati rispetto alle precedenti vendemmie ma più freschi e fruttati. Per il Trebbiano la vendemmia è iniziata verso la metà di settembre; le produzioni sono risultate più abbondanti rispetto allo scorso anno, perfettamente sane e con ottimi pH, presupposti per una buona produzione di vini base spumante. Bene anche le uve a bacca rossa: il Merlot presentava contenuti zuccherini inferiori allo scorso anno ma una buona freschezza aromatica con produzioni pressoché invariate rispetto allo scorso anno.

La vendemmia della Cagnina (vitigno Terrano), primo vino romagnolo ad essere messo in vendita, risulta essere particolarmente gradevole e profumato. Ottimi anche i Sangiovesi che quest’anno, nella maggior parte dei casi, non hanno subito fenomeni di siccità ed evidenziano livelli qualitativi buoni con diverse punte di eccellenza. Anche in Emilia la vendemmia ha avuto un decorso positivo con un aumento della produzione rispetto allo scorso anno. Bene si stanno comportando i vini rossi provenienti dalle uve di Ancellotta come i rossissimi con tenori di colore e profumi eccellenti. Anche i Lambruschi, nonostante la maggiore quantità, sono stati caratterizzati da uno stato sanitario eccellente e da un ottimo grado di maturazione sia per il Salamino, il Sorbara e il Grasparossa. Molto bene anche le produzioni tipiche del Nord dell’Emilia; dove le Malvasie presentano aromi e acidità importanti, così come la Bonarda. Buone le reazioni dei mercati che, a causa della scarsa produzione mondiale, mostrano segni di quotazioni in rialzo.

TOSCANA
Quantità: -7% rispetto vendemmia 2015 La campagna 2016 è stata contraddistinta da un inverno mite e da una primavera con precipitazioni superiori alla media stagionale, mentre da luglio la situazione si è capovolta con assenza di piogge. Questo cambiamento ha generato differenziazioni di sviluppo e stress fisiologico in alcuni areali. La raccolta delle uve è stata dunque eterogenea e caratterizzata da maturazioni scalari all’interno dello stesso appezzamento vitato. Tutto ciò ha determinato una vendemmia lunga e mirata ad ottimizzare le maturazioni polifenoliche. Una giusta ed equilibrata gestione del vigneto si è rilevata più che mai determinante permettendo di ottenere uve sane e con parametri analitici eccellenti. La vendemmia è iniziata con la raccolta delle uve bianche precoci che, favorite da buone e regolari escursioni termiche, hanno prodotto vini equilibrati, con buone acidità e con un complesso patrimonio aromatico.

A inizio settembre è stata la volta delle uve a bacca rossa a Bolgheri e nella zona del Morellino di Scansano. Dal 19 settembre è iniziata la vendemmia delle uve bianche per la Docg Vernaccia di San Gimignano e, a seguire, quelle di Sangiovese per la produzione di Chianti, Chianti Classico, Carmignano, Nobile di Montepulciano e Brunello di Montalcino. Le operazioni vendemmiali si sono concluse intorno al 20 ottobre con gli ultimi conferimenti di Sangiovese e Cabernet Sauvignon. Le cinetiche fermentative sono decorse in modo regolare e i risultati in termini qualitativi sono molto interessanti. I primi dati analitici confermano le attese di annata equilibrata ed elegante, infatti le buone acidità e i pH bassi sono delle ottime premesse per vini longevi e di personalità. La resa uva/vino è risultata leggermente inferiore alla norma a causa della morfologia degli acini e dell’andamento climatico. Si stima una quantità di poco superiore ai 2,6 milioni di ettolitri di vino in calo di oltre il 5% rispetto alla campagna 2015. Per quanto concerne il mercato si evidenziano quotazioni in leggera flessione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

MARCHE
Quantità: uguale rispetto vendemmia 2015. Il mese di settembre dal punto di vista climatico ha avuto un ottimo decorso, con buone escursioni termiche che si sono ripetute sino alla seconda decade di ottobre consentendo all’uva di raggiungere il giusto grado di maturazione. Solo dopo metà ottobre si sono verificati eventi climatici avversi che hanno rallentato la vendemmia. Quest’anno si è rilevata su più varietà una “acinellatura dolce” dei grappoli, probabilmente causata dalle continue piogge cadute nella fase di allegagione che hanno contribuito alla riduzione della produzione. Vitigni come Verdicchio, Pecorino e Sangiovese hanno raggiunto normalmente il loro grado di maturazione zuccherina e fenolica. Qualche difficoltà in più, invece, si è riscontrata per i vitigni tardivi, come Passerina e Montepulciano, i quali hanno subito condizioni climatiche avverse nel periodo della raccolta. Quest’anno l’epoca di maturazione delle uve è risultata nella norma rispetto alla media delle ultime 10 vendemmie, ma posticipata, se rapportata alla scorsa campagna, di una settimana per le varietà a bacca bianca (Trebbiano, Passerina, Pecorino, Verdicchio) e di dieci giorni per quelle a bacca rossa (Sangiovese, Montepulciano, Merlot e Cabernet).

La raccolta delle uve è iniziata nell’ultima decade di agosto per le varietà precoci base spumante, Incrocio Bruni e Chardonnay. Per il Verdicchio e il Sangiovese i conferimenti hanno avuto il via dalla metà di settembre, mentre alla fine dello stesso mese è stata la volta del Montepulciano la cui raccolta è proseguita sino al 21 ottobre. Qualitativamente parlando i vini bianchi (Verdicchio, Pecorino e Passerina) risultano molto equilibrati, ricchi in aromi primari (tioli) e dotati di notevole freschezza. Anche per i vini rossi si prospetta un’annata assai interessante con prodotti che evidenziano una buona dotazione acidica, tenori elevati di antociani e polifenoli, presupposti ideali per ottenere vini adatti all’invecchiamento. Complessivamente si stima una quantità in linea con quella dello scorso anno pari a circa 960.000 ettolitri con punte anche di +15% in alcuni areali mentre in altri , per contro si registra una diminuzione del 10-15%.

LAZIO E UMBRIA
Quantità: -5% rispetto vendemmia 2015 I mesi riguardanti la vendemmia sono stati solo parzialmente benevoli dal punto di vista climatico; in quanto settembre è stato costellato da numerose piogge ed abbassamenti repentini della temperatura ed anche il mese di ottobre non ha risparmiato giorni di pioggia. Tutto ciò ha notevolmente influito sulla qualità delle uve, specie quelle tardive, che nel Lazio e in Umbria rappresentano la stragrande maggioranza e, ovviamente, anche sulla quantità che si è ridotta notevolmente. In particolare, lo stato sanitario, molto buono fino a metà ottobre, è precipitato in seguito ad attacchi di muffa grigia e marciume acido, determinando in alcuni mosti bianchi, una difficoltà nelle decantazioni statiche. Di conseguenza la raccolta è risultata molto lunga intervallata da numerose soste e riprese, con qualità estremamente eterogenee a seconda delle zone geografiche e del momento della vendemmia. Pertanto si evidenzia una grande differenza tra i vini bianchi e rossi ottenuti con varietà precoci, che risultano profumati, strutturati e ben bilanciati, e quelli provenienti da varietà tardive che appaiono meno espressivi, sebbene anch’essi di buona struttura e di gradazione alcolica elevata.

Le ultime fermentazioni alcoliche hanno avuto un decorso molto lento in virtù delle basse temperature iniziali delle uve. Dal punto di vista quantitativo le due regioni si confermano in controtendenza l’una sull’altra, in quanto nel Lazio, a parità di superfici vitate vendemmiate, si registra un aumento del 5% relativamente all’annata precedente, mentre in Umbria si rileva un -10%. Il riferimento alle superfici vitate è d’obbligo in quanto la regione Lazio continua a spiantare vigneti a favore di altre coltivazioni e ciò determina lo spostamento in negativo dei numeri assoluti. Per questo motivo, volendo trarre un dato definitivo e comprensivo, Lazio e Umbria si attestano ad un -5%, rispetto alla scorsa stagione con una produzione di circa 2.340.000 ettolitri di vino.

ABRUZZO
Quantità: +12% rispetto vendemmia 2015. Anche in Abruzzo le ultime annate sono state caratterizzate da numerose anomalie meteoriche, a causa del cambiamento climatico in atto già da alcuni anni. Lo stesso si è verificato anche per la vendemmia 2016. La raccolta è iniziata intorno al 20 di agosto per le varietà precoci (Chardonnay e Pinot Grigio), con i vigneti più vicini alla costa e per quelli più giovani, per proseguire, successivamente, verso l’interno. Nell’ultima settimana di agosto si sono registrate temperature nella norma del periodo con la presenza di vento che ha asciugato le abbondanti precipitazioni dei giorni precedenti. Le varietà Pecorino, Trebbiano, Cococciola, Falanghina, Sangiovese sono state raccolte da metà settembre in poi, a partire dai vigneti più giovani, fino alla prima decade di ottobre. I conferimenti delle uve Montepulciano sono iniziati anch’essi dall’ultima settimana di settembre in anticipo rispetto alla norma a causa dell’andamento climatico che ha fatto registrare precipitazioni quasi giornaliere.

Ciò ha permesso di portare in cantina grappoli per la maggior parte sani, più pesanti, ma con una parziale maturità fenolica e quindi con un grado zuccherino medio di circa 1-2 gradi Babo più basso rispetto allo scorso anno. Considerando l’andamento stagionale piuttosto anomalo, la vendemmia 2016 si può complessivamente considerare di buon livello con diverse punte di ottimo. Il quantitativo risulta superiore, rispetto al 2015, tra il 10 e il 15%, il che significa una produzione di vino pari a circa 3.350.000 ettolitri. Per quanto concerne il mercato si è registrato, fin dalla fine della vendemmia scorsa, un ottimo interessamento sia per le tipologie di vini a Igt autoctoni che a denominazione di origine. Discorso diverso invece per i vini generici che risentono della forte concorrenza, al ribasso, dei vini di altri Paesi comunitari ed extra comunitari per i quali le richieste risultano minime e soltanto per i prodotti di media-alta qualità.

CAMPANIA
Quantità: -20% rispetto vendemmia 2015. Dalla seconda decade di maggio e per tutto giugno, il manifestarsi di piogge abbondanti ha determinato un aumento della pressione della peronospora, che ha reso più difficile e impegnativa la gestione dei vigneti. La fioritura è avvenuta tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, in linea con gli altri anni, ma ha avuto un decorso abbastanza irregolare, con un’allegagione più prolungata che ha prodotto grappoli più spargoli. Dalla terza decade di giugno le temperature medie sono notevolmente aumentate e, fino alla fine di agosto, l’estate è trascorsa con una buona ventilazione, con temperature comunque non eccessive, intervallate da qualche temporale estivo e con importanti escursioni termiche tra il giorno e la notte. Pertanto nei vigneti si è avuto un ottimo sviluppo della vegetazione. I tempi di raccolta, rispetto all’anticipo dello scorso anno, si sono svolti nella media dei periodi classici delle varie zone.

Si è iniziato con le uve per le basi spumante e i vitigni a bacca bianca del Cilento nella prima decade di settembre. Le piogge cadute nella prima metà di settembre hanno determinato un’accentuata eterogeneità nella fase finale di maturazione delle uve, spostando di qualche giorno in avanti l’inizio della raccolta. La vendemmia delle varietà a bacca bianca è terminata nell’ultima decade di ottobre e i primi riscontri confermano vini interessanti sotto il profilo olfattivo, snelli, freschi e sostenuti da elevate acidità. Per l’Aglianico invece i conferimenti sono terminati intorno al 10 di novembre. Per le uve rosse in generale è stata una vendemmia più difficile; la selezione dei grappoli in vigna è risultata fondamentale per conseguire buoni risultati; i vini sono meno concentrati del solito, con maggiori tenori di acidità ma con buone espressioni olfattive. Si conferma una produzione inferiore allo scorso anno del 20% pari a circa 1,3 milioni di ettolitri di vino.

PUGLIA
Quantità: +12% rispetto vendemmia 2015. L’andamento climatico in Puglia è stato caratterizzato da piogge regolari in tutta la regione. I mesi di giugno e luglio sono stati all’insegna del caldo interrotto da alcuni periodi più freschi che hanno favorito un’accelerazione della maturazione in particolare delle varietà precoci soprattutto nel Salento. Rari i focolai di peronospora e di infezione da oidio tenuti facilmente sotto controllo. Nel mese di agosto si è registrato un caldo eccessivo intervallato da abbondanti e brevi piogge che hanno interessato la zona del Tavoliere (Nord Puglia) e del Salento e ridotto in parte il prodotto finale. Le operazioni di raccolta sono iniziate già a fine luglio con la vendemmia delle uve a base spumante per poi proseguire con lo Chardonnay, il Pinot e il Sauvignon. Per le uve autoctone bianche come il Bombino Bianco (Tavoliere), la Verdeca e il Bianco d’Alessano (Valle d’Itria) i primi grappoli sono stati staccati nella prima decade di settembre, per poi proseguire con gli altri vitigni quali il Trebbiano e la Malvasia.

Per i vitigni autoctoni a bacca rossa come il Primitivo (Salento e Valle d’Itria) i conferimenti sono iniziati nella seconda metà di agosto, mentre per il Negroamaro (Salento) intorno alla seconda decade di settembre. A fine settembre si è proseguito con il Bombino Nero (Tavoliere) e quindi con il Montepulciano e il Susumaniello (Alto Salento), mentre a metà dello stesso mese la vendemmia si è conclusa con il Nero di Troia (Tavoliere). A causa delle abbondanti piogge di metà settembre, l’uva ha subito danni nella sua integrità, ma fortunatamente non rilevanti. Dai primi riscontri di cantina i vini risultano di buona qualità, equilibrati e ben strutturati. Complessivamente in tutta la regione si stima un quantitativo superiore allo scorso anno tra il 10 e il 15% a seconda delle zone, pari ad una produzione di vino di circa 8,9 milioni di ettolitri.

SICILIA
Quantità: -7% rispetto vendemmia 2015 La vendemmia per le varietà bianche precoci è iniziata con il Pinot grigio, il Sauvignon blanc e lo Chardonnay nella prima settimana di agosto, con un ritardo di qualche giorno rispetto alla scorsa vendemmia. Nella seconda settimana di agosto si sono raccolti il Viognier e Muller Thurgau ed il Moscato bianco, mentre nella terza settimana dello stesso mese è stata la volta delle uve di Catarratto e Grillo basi spumante. La vendemmia delle uve rosse, in particolare per il Merlot, è iniziata nella terza decade di agosto, a seguire tutte le altre varietà come Syrah, Nero d’Avola e Frappato, per concludere con il Cabernet sauvignon nella prima settimana di settembre. Per quanto riguarda le varietà autoctone a bacca bianca i conferimenti di Grillo e Zibibbo sono iniziati nella terza decade di agosto mentre per il Catarratto e l’Insolia la raccolta è avvenuta a partire dalla prima decade di settembre. Nella zona dell’Etna la vendemmia ha preso il via alla fine di settembre con il Carricante e a seguire con il Nerello Mascalese che si protratto sino alla fine di ottobre. Complessivamente la sanità delle uve conferite è risultata buona, così come la resa uva/vino.

Durante la raccolta e le vinificazioni non si sono registrate problematiche particolari e i primi dati analitici evidenziano vini con una qualità assai interessante con diverse punte di ottimo ed alcune di eccellente. Quantitativamente parlando nella zona del Moscato di Noto e di Siracusa e nell’area della Docg Cerasuolo di Vittoria si registra un calo del 10%. Nell’isola di Pantelleria, a causa delle scarsissime precipitazioni, la produzione dello Zibibbo ha registrato un decremento di ben il 45%. In tutta l’Isola si stima un decremento medio di oltre il 5% rispetto alla campagna vitivinicola 2015 dovuto soprattutto ad un ammanco delle varietà a bacca rossa. Pertanto si stima una produzione complessiva di vini e mosti di poco superiore ai 5,8 milioni di ettolitri. Per quanto concerne il mercato le contrattazioni evidenziano un leggero aumento dei prezzi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

SARDEGNA
Quantità: uguale rispetto vendemmia 2015. Dopo un’estate arida, Giove Pluvio, nella prima decade di settembre, ha finalmente portato acqua in Sardegna, dando quindi un po’ di sollievo agli “assetati” vigneti isolani. Acqua utile soprattutto per quei vitigni a maturazione tardiva, in primis Cannonau e Carignano. Si sono poi alternate giornate soleggiate e mai torride, che hanno permesso alle viti di arricchirsi di un buon corredo di sostanze aromatiche e polifenoliche. A metà settembre e nel successivo periodo la Sardegna è stata attraversata da una perturbazione atlantica che ha fatto crollare le temperature portando altresì copiose piogge. In varie macrozone dell’isola, si sono abbattute delle vere e proprie bombe d’acqua, che hanno compromesso in parte la sanità delle uve in fase di raccolta, con qualche accenno di muffa grigia, che è stata però limitata da tempestive operazioni vendemmiali, che hanno riportato il tutto alla normalità.

Per i vitigni più tardivi invece non si lamentano problemi sanitari. Infatti, le luminose giornate di fine settembre hanno permesso un decorso regolare della maturazione. La gradazione delle uve è risultata mediamente inferiore di un grado alcolico rispetto all’ultima vendemmia. Analizzando le produzioni dei vitigni per quanto riguarda le uve a bacca bianca (in primis Vermentino, Nuragus e Vernaccia) i quantitativi risultano in linea con la precedente vendemmia. Lo stesso dicasi per le varietà a bacca rossa. La chiusura delle operazioni vendemmiali è avvenuta intorno al 10 di novembre con la raccolta delle ultime uve di Nasco e Malvasia, base dei vini da dessert. Quantitativamente in tutta la Sardegna si stima una produzione pressoché simile a quella dello scorso anno pari a poco più di 790.000 ettolitri. Il mercato risulta stabile senza particolari variazioni rispetto all’ultima vendemmia.

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Approfondimenti

Montefalco alla conquista dell’America

Anche quest’anno, il Consorzio Tutela Vini Montefalco, insieme a una rappresentanza di viticoltori del territorio, è partito alla volta di Canada e Stati Uniti per uno speciale tour dedicato alla promozione delle denominazioni montefalchesi: “Savoring Sagrantino: Discover Umbria’s Indigenous Varieties”.

Protagoniste il Montefalco Sagrantino DOCG e il Montefalco Rosso DOC, coltivazioni che da oltre cinquecento anni caratterizzano la produzione vinicola di Montefalco, interessate  nell’ultimo quinquennio da un’importante ascesa: il Montefalco Sagrantino DOCG ha raggiunto, nel 2015, una produzione potenziale di 2 milioni di bottiglie con un aumento del 16% circa rispetto al 2011 mentre il Montefalco DOC, con 4 milioni di bottiglie potenziali nel 2015, ha registrato una crescita del 36%(rispetto al 2011).

“Gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato per i vini di Montefalco – spiega Amilcare Pambuffetti, presidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco -. Il valore della nostra quota di export è passata, negli ultimi anni, dal 45% al 60% di cui il 25% è costituito proprio dagli USA. Questi numeri, insieme all’attenzione di stampa e consumatori americani verso i vini Made in Italy di qualità, ci fanno sperare in un ulteriore miglioramento delle performance di mercato”.

Dopo aver toccato le città di Toronto e Montrèal con la partecipazione alle “Grandi Degustazioni Canada” presso le location Roy Thomson Hall e Marché Bonsecours, il “Sagrantino Festival” (una serie di cene a contatto diretto con i produttori nelle location  Alioli Ristorante, Biagio Ristorante, Buca di Bacco, Grano Restaurant, La Bruschetta, La Cascina Ristorante, Oro Ristorante e Yolanda’s Spuntino Casa) e San Francisco, dall’11 novembre e fino alla prima settimana di dicembre, le varietà autoctone umbre sono protagoniste di degustazioni e seminari nelle due sedi di Eataly New York Flatiron e di Chicago.

Oltre agli eventi ospitati da Eataly, sono numerosi i ristoranti che hanno aderito al “Sagrantino Month” negli Stati Uniti: 54 Mint, La Ciccia, SPQR, Chiaroscoro, A 16, Milano, Ideale Ristorante (San Francisco 7 novembre); Vivere, The Charlatan, Piccolo Sogno, Il Porcellino, Balena (Chicago 9 novembre); Aurora Soho, Emporio NY, NY contadino, Il Buco, Il Buco Alimentari & Vineria, Grand Vin, Tarallucci e Vino, Peasant, Obicà NY Flatiron (New York 10 e 11 novembre) con proposte culinarie della cucina tradizionale italiana in abbinamento ai vini di Montefalco.

Di seguito le cantine partecipanti: Antonelli San Marco, Arnaldo Caprai, Colpetrone, Fattoria Colsanto, Le Cimate, Perticaia, Scacciadiavoli, Tabarrini, Tenuta Bellafonte, Tenuta Castelbuono, Terre de la Custodia, Viticoltori Broccatelli Galli.

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Food Lifestyle & Travel

Food and Wine in Progress alla Stazione Leopolda

Arriva alla sua seconda edizione Food and Wine in Progress, il grande evento promosso dall’Unione regionale cuochi toscani (Urct), dall’Associazione italiana sommelier Toscana e da Cocktail in the world, che questo anno si svolgerà ancora alla Stazione Leopolda di Firenze domenica 27 e lunedì 28 novembre con tante novità.

A partire dagli organizzatori. Andranno infatti ad affiancare le tre associazioni appena citate, anche la Confcommercio e la Coldiretti Toscana, due realtà che raccolgono il resto delle eccellenze toscane dell’enogastronomia, della ristorazione e della produzione agroalimentare.

Un progetto, quello presentato ieri a Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio Regionale della Toscana, che nasce con l’intento di promuovere le produzioni enologiche e agroalimentari, stimolare la cultura, la conoscenza e la professionalità e far sì che i suddetti soggetti, in un contesto storico e socioeconomico in continua progressione, possano essere protagonisti nel cambiamento e nelle evoluzioni del settore. Hanno preso parte alla conferenza stampa di ieri mattina il Presidente del Consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani e il vicepresidente Lucia De Robertis, il presidente nazionale dell’Ais, Antonello Maietta, il presidente della Federazione italiana cuochi, Rocco Pozzulo, il vicepresidente vicari di Fipe Confcommercio e Presidente Fipe-Confcommercio Toscana, Aldo Cursano, il vicepresidente di Coldiretti Firenze/Prato Andrea Landini.

Food & Wine in Progress si candida ad essere un progetto di promozione ed aggregazione delle eccellenze toscane tout court, in cui i produttori attraverso momenti di presentazioni, parlano di produzioni agricole, di vino, di alimenti, di qualità e di innovazioni, come denota l’utilizzo del termine “in progress” nel titolo dell’evento a testimoniare una volontà reciproca di aprirsi all’innovazione e allo sviluppo di nuove idee. In due giorni sono attesi 5 mila visitatori che potranno incontrare oltre centinaia di cuochi, tra i quali anche chef rinomati, oltre 140 aziende vitivinicole in esposizione e altrettante legate ai settori del beverage e del food. Inoltre  dibattiti, convegni e approfondimenti per avvicinare il consumatore al mondo dell’agroalimentare italiano con una formula mai sperimentata prima.

GLI INTERVENTI
“Sosteniamo con convinzione questa iniziativa perché mette al centro la parola chiave delle nostre produzioni agroalimentari e enologiche: la qualità, e permette di valorizzarla grazie alla presenza sinergica degli ambasciatori nel mondo dei nostri prodotti: i grandi chef – afferma l’assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, Marco Remaschi – è una manifestazione nata da poco ma che ha avuto un esordio brillante: quest’anno, ci auguriamo possa consolidarsi offrendo una vetrina prestigiosa alle nostre eccellenze e, con loro, all’insieme della nostra produzione. Nel mondo, ne abbiamo costanti riscontri, c’è tanta voglia di Toscana, di ‘assaggiare’ la Toscana: a Food and wine in progress, per due giorni, sarà possibile farlo ai massimi livelli”.

“La capacità attrattiva della nostra regione nel mondo è senza dubbio data anche dalla sua cucina e dai suoi prodotti. L’immagine del ‘buon vivere toscano’ è strettamente correlata al nostro cibo e al nostro vino quindi una manifestazione che metta al centro le produzioni enologiche ed agroalimentari di eccellenza della nostra regione è sicuro richiamo e ulteriore vetrina di ciò che possiamo offrire al turista che decidesse di trascorrere qui le sue vacanze”, dice Stefano Ciuoffo, assessore attività produttive, commercio e turismo regione toscana.

“Il progetto che sta alla base di questo importante evento – afferma Osvaldo Baroncelli, Presidente AIS Toscana –  nasce dall’intento di promuovere le eccellenze delle produzioni enologiche ed agroalimentari, far conoscere la cultura, la conoscenza e la professionalità del food e wine e le evoluzioni che questi due settori hanno saputo esprimere in questi anni sia a livello nazionale che internazionale. Questa sinergia fra sommelier e chef si traduce nella somma delle reciproche conoscenze per offrire un costante e proficuo dialogo fra associati, istituzioni, produttori e scuole alberghiere con l’obiettivo di contribuire alla crescita della cultura enogastronomica”.

CUOCHI DI TOSCANA
La Toscana con oltre 1.200 cuochi è una delle regioni più importanti per questa professione che negli ultimi anni è cresciuta, spiega Franco Mariani, Presidente Urct. “Nel 2015 – continua – abbiamo quindi voluto ospitare il congresso della Federazione italiana cuochi creando un contenitore che avevamo chiamato il numero zero di Food and Wine in Progress: ecco, oggi possiamo contare sul successo dell’anno scorso per rilanciare un grande evento che ha come obiettivo quello di promuovere il grande patrimonio delle eccellenze enogastronomiche della nostra regione, ma non soltanto, creando un confronto interprofessionale aperto al pubblico, che poi è il consumatore finale”.

“Pensare globale e mangiare locale è un’ottima strategia per promuovere economia e salute – aggiunge Franco Marinoni, Direttore di Confcommercio Toscana – con Food and Wine in Progress presentiamo ai consumatori finali la filiera completa dell’agroalimentare, dal campo alla tavola, attraverso tutti gli operatori che ne fanno parte. Una rete di professionisti che comprende anche ristoratori, macellai, panificatori che ogni giorno, restando in equilibrio fra tradizione e innovazione, contribuiscono a guidarci nelle nostre scelte alimentari, in nome del benessere e della qualità. Il cibo è salute, è turismo, è cultura, è motore importante della nostra economia. Per un turista gustare una bistecca o un bicchiere di vino è parte di un’esperienza culturale. Tutelando la qualità dell’enogastronomia noi salviamo la nostra storia e ci diamo un futuro”.

All’evento prenderanno parte anche i rappresentanti di Mixology, la Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi)-Confcommercio e i produttori attraverso le associazioni regionali dei macellai e dei panificatori, Federcarni e Assipan Confcommercio.

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vini#1

Langhe Nebbiolo Doc 2013 Filari Corti, Agricola Brandini

Ci avviciniamo a un vitigno che da sempre affascina i winelovers e che sta vivendo un periodo di grande interesse e studio: il Nebbiolo delle Langhe, uno dei grandi vitigni italiani, capace di regalare grandi bottiglie nelle sue migliori annate. In particolare, sotto la lente di ingrandimento di vinialsupermercato.it finisce il Langhe Nebbiolo Doc 2013 Filari Corti dell’azienda Agricola Brandini di La Morra, Cuneo.

Nel calice il vino si presenta di un colore rosso rubino luminoso, con lievi riflessi granati. Archetti ben evidenti in seguito alla rotazione, non celano una buona scorrevolezza. Il naso è molto intrigante, con note di spezie e noce moscata.

L’amarena accompagna questo ricco bouquet, avvolto in sentori di salvia e pepe nero. Passiamo poi alla parte gustativa: una beva fresca colpisce il palato, assieme a una buona sapidità. Troviamo poi un tannino che ben si fa apprezzare, sulle note di ribes. Un palato di buona persistenza, che si arricchisce di alcuni sentori tendenti al fungino. Il retrogusto è quello tipico del vitigno, con confettura di  frutti rossi che accompagnano la bella esperienza gustativa.

LA VINIFICAZIONE
L’azienda Agricola Brandini di La Morra ha sposato un progetto giovane e biologico per la produzione dei propri vini, tutti classici delle Langhe: dal Barolo al Nebbiolo, passando per Barbera e Dolcetto. Tutti aderent ai principi di “Vino libero”. In questo caso il Nebbiolo Filari Corti segue una vinificazione in vasche d’acciaio a temperatura controllata. Il vino matura per 12 mesi in grandi botti di rovere francese.

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Approfondimenti

Cantine Aperte a Natale: in Toscana il voucher che vale una visita

Torna in tutta la Toscana domenica 11 dicembre (e in alcuni casi già a partire dal giorno precedente) il grande appuntamento con “Cantine Aperte a Natale”, l’evento promosso dal Movimento Turismo del Vino Toscana. E quest’anno è caccia alla bottiglia nelle tante cantine che hanno deciso di sposare l’iniziativa “A Natale regala una cantina”, un modo nuovo per vivere questa giornata di festa da passare per cantine. “Invitiamo tutti a venire nelle nostre cantine per conoscere la passione e le emozioni che danno vita ai vini delle nostre aziende – spiega il presidente del Movimento Turismo Vino Toscana, Violante Gardini – per questo nell’occasione di Cantine Aperte a Natale abbiamo voluto creare per i nostri ospiti la possibilità di “conquistare” un voucher-regalo che darà la possibilità anche ad altre persone di venirci a trovare”.

Nelle decine di cantine toscane aderenti all’iniziativa, a fronte di una spesa di 50 euro per l’acquisto di vino durante la giornata di Cantine Aperte a Natale, regaleranno un voucher valido per una visita per due persone nella stessa cantina dove è stato effettuato l’acquisto. Il voucher potrà essere utilizzato dal 10 gennaio al 31 marzo 2017. Molte saranno anche le attività create ad hoc dalle cantine per accogliere i visitatori creando un’atmosfera diversa: non solo la classica visita con degustazione ma anche spettacoli, musica, apertura di bottiglie di vecchie annate e tanto altro in un’esperienza natalizia tra le botti.

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Approfondimenti news

Wine Monitor, import di vino in calo: “Brexit e Trump pesano sulla fiducia”

Dopo un 2015 in cui l’import mondiale di vino è cresciuto a valore di oltre il 10% (grazie anche al rafforzamento del dollaro che ha permesso ai produttori europei di essere più competitivi e di godere di plusvalenze nei cambi), le stime Wine Monitor sugli acquisti di vino dei primi 8 mercati – che fanno quasi i 2/3 dell’import mondiale – non sembrano restituire valori altrettanto positivi. Guardando ai principali mercati di sbocco dell’Italia, gli Stati Uniti dovrebbero chiudere l’anno con un incremento inferiore al 2% rispetto al 2015. Il Regno Unito al contrario importerà meno vino (-9%) così come la Germania (-4%), mentre il Giappone chiuderà con una crescita vicina al 3% e solamente la Cina continuerà a correre a ritmi sostenuti (quasi +20%).

“In uno scenario di mercato contraddistinto da più ombre che luci, anche i vini italiani risentono di queste incertezze e battute d’arresto dove i cali sono in larga parte generalizzati e risparmiano pochi grandi esportatori”, dichiara Denis Pantini, responsabile Wine Monitor di Nomisma. Queste valutazioni partono necessariamente dagli ultimi dati disponibili in tema di commercio internazionale (settembre), dai quali si evince una preoccupante diminuzione delle importazioni di vini fermi imbottigliati – che rappresentano oltre il 70% degli scambi mondiali della categoria – in quasi tutti i principali mercati considerati, con cali superiori al 10% nel caso del Regno Unito.

VOLA IL PROSECCO
Continuano invece a crescere le importazioni di sparkling, con i nostri vini (Prosecco in primis) che la fanno da padrone, mettendo a segno aumenti del 30% sia negli USA che in UK, a fronte di medie di mercato nettamente inferiori (nel Regno Unito, mentre l’import di spumanti dall’Italia cresce del 31%, quello totale non arriva al +1% anche a causa di un arretramento dei francesi dell’11% che però pesano ancora per il 53% sull’import della categoria). “Guardando ai singoli competitor – continua Pantini – gli spumanti italiani crescono più dei concorrenti in tutti i principali mercati di consumo tranne in Giappone dove Francia e Spagna ci surclassano e la nostra presenza è ancora marginale, mentre nei vini fermi andiamo peggio di Nuova Zelanda e Spagna negli Stati Uniti, 2 del Cile in UK, gli unici vini a crescere in un mercato in calo, e nuovamente dei neo zelandesi in Canada”.

LA POLITICA
In buona sostanza, la gran parte dei mercati sta tirando il fiato con molti operatori che sembrano stare alla finestra anche alla luce delle diverse incognite che si stanno prefigurando per il 2017.

Tra queste una Brexit che non si capisce ancora quando si farà e con una sterlina che da prima del referendum ad oggi ha perso il 13% del suo valore nei confronti dell’euro (ma ben il 19% nei confronti del dollaro australiano e neo zelandese) e, contro tutti i pronostici, l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti le cui dichiarazioni in campagna elettorale, se dovessero trovare conferma in provvedimenti di politica economica, potrebbero deprimere ulteriormente il commercio internazionale.

E non solo per il “congelamento” del TTIP (dato per scontato ormai da tempo), quanto per quegli interventi di tagli fiscali, investimenti pubblici e ulteriore sviluppo della produzione nazionale di petrolio che, conducendo necessariamente ad una crescita dei tassi di interesse e ad una rivalutazione del dollaro potrebbero certamente favorire le importazioni di vino italiano negli Stati Uniti, ma contestualmente finirebbero per deprimere ulteriormente le economie di quei paesi basate sull’export di commodity come la Russia, da tempo in crisi e con importazioni di vino in continuo calo.

CANADA E VIETNAM
Ed è anche per questi motivi che assumono maggiore centralità gli accordi di libero scambio che l’Unione Europea sta negoziando con i paesi terzi e che dovrebbero trovare, per alcuni di questi, l’entrata in vigore nel 2017, con benefici per l’export dei nostri vini.

Vale la pena, in questa sede, ricordarne due: il CETA e l’EVFTA, rispettivamente gli accordi con il Canada e il Vietnam, per i quali si attende la ratifica del Parlamento Europeo e l’entrata in vigore (per il Ceta in via provvisoria) entro aprile del prossimo anno.

Si tratta di accordi che prevedono l’abolizione dei dazi a carico dei nostri vini (per il Vietnam la riduzione è pari al 50% nel primo anno fino ad arrivare all’eliminazione totale entro il settimo anno), il rafforzamento della tutela delle indicazioni geografiche e la rimozione delle barriere tecniche, tra cui si segnala la diversa modalità di calcolo delle imposte ad opera dei Liquor Board delle province canadesi che dai valori passerà ai volumi di vino importato, favorendo quindi i prodotti con prezzo medio più elevato.

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news ed eventi

Fivi: Luigi Gregoletto vignaiolo dell’anno

Sarà Luigi Gregoletto, vignaiolo in Conegliano-Valdobbiadene, a ricevere il premio Romano Levi per il Vignaiolo dell’anno conferito dalla FIVI durante il Mercato dei Vini. La sua famiglia da più di 400 anni lavora la terra e coltiva la vite. “Luigi Gregoletto rappresenta quella figura di vignaiolo che sa di essere custode, non padrone della sua terra. E la coltiva con la cura di chi sa che la terra rimarrà anche in futuro e darà buoni frutti solo se rispettata. Rappresenta una generazione che ha visto la povertà diventare ricchezza, ma ha mantenuto i piedi sempre saldi a terra, come le radici dei suoi storici vigneti. Rappresenta quelle figure che sono ambasciatori di un territorio, scrigni di sapere e di passione, esempio del passato e faro per i vignaioli del futuro”.

Gregoletto sarà uno dei protagonisti della sesta edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti che sabato 26 e domenica 27 novembre vedrà riuniti 421 vignaioli che racconteranno il territorio attraverso i loro prodotti. Un’occasione per conoscere i vini di vignaioli provenienti da tutta Italia, anche attraverso quattro degustazioni tematiche condotte dagli stessi produttori.

Saranno inoltre consegnate le targhe FIVI a sette nuovi punti di affezione. Sono enoteche e ristoranti che hanno in carta i vini dei Vignaioli Indipendenti e che possono esporre lo stemma dell’associazione nel loro locale. Per la prima volta saranno consegnate anche a due locali fuori Italia, uno a Tallin e uno a Berlino.

Ma il Mercato diventa anche mostra. All’ingresso del padiglione fieristico si potranno infatti ammirare quest’anno 15 opere dell’oste pittore Giordano Floreancig. Attraverso pennellate decise e impietose e una pittura ricca di significati e forza, l’artista friulano esprime la tragedia dell’esistenza umana. Nel salone della Fiera saranno invece esposte le 5 foto vincitrici del contest #chinonbeveincompagnia, lanciato sui social media da FIVI, che ha raccolto scatti in vigna o nella natura sul tema della festa. Gli autori saranno premiati con un soggiorno in agriturismo e con bottiglie di vino.

Gli orari di apertura del Mercato dei vini sono: sabato dalle 11.30 alle 19.30 e domenica dalle 11.00 alle 19.00. Ingresso € 15.00 (ridotto € 10 per i soci AIS – FIS – FISAR – ONAV e SLOW FOOD).

IL MERCATO DEI VINI FIVI IN BREVE
Quando: sabato 26 e domenica 27 novembre 2016
Dove: PiacenzaExpo
Orario di apertura al pubblico: Sabato dalle 11.30 alle 19.30 | Domenica dalle 11.00 alle 19.00
Ingresso: € 15.00 comprensivo di catalogo e bicchiere per degustazioni ingresso giornaliero, € 25.00 il biglietto per due giorni.
Ingresso ridotto: € 10.00 per soci AIS – FIS – FISAR – ONAV – AIES e SLOW FOOD – possessori del biglietto della manifestazione MareDivino 2016 (il socio deve mostrare tessera valida dell’anno in corso). I minorenni non pagano l’ingresso e non possono effettuare degustazioni.

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Cosmofood 2016, dal Prosecco agli spumanti calabresi: bollicine protagoniste

Quattrocentocinquanta espositori tra cantine e aziende produttrici di attrezzature professionali e commerciali di prodotti alimentari. Questo e molto altro è stata Cosmofood, manifestazione svoltasi dal 12 al 15 novembre a Vicenza, di cui vinialsupermercato.it è stata partner. Un pubblico di 42 mila persone ha è stato coinvolto in un ricco programma di oltre cento eventi e corsi semi professionali. Senza dimenticare degustazioni e seminari con ospiti illustri del mondo del food, come Ernst Knam.

Ma partiamo nel nostro raccontò tra le varie aziende di vino e non, addentrandoci nel mondo della birra. Due le realtà degne di nota tra quelle “industriali” e “garage”: il birrificio Engel e Tum. Il birrificio Engel, naturalmente di nazionalità tedesca, ha una produzione industriale che definiremmo “limitata”: la grande richiesta di questa birra di qualità ne limita la disponibilità. Un birrificio molto ricercato e in crescita, che sfodera interessanti Pils, Bock, Hell, oltre alla pluripremiata Gold.

L’azienda agricola Tum, di provenienza piemontese, più precisamente di Cavour, in provincia di Torino, si presenta con una base birra molto chiara e acida, sulla tendenza di birre antiche. Ma con un concetto giovanile e versatile: miscelare questa birra con vari sciroppi e aromatizzazioni.

Finito questo piccolo passaggio nel mondo delle birre ci avviciniamo naturalmente a ciò che più cattura il nostro interesse: il vino e i suoi produttori. Un viaggio che non poteva che iniziare da una bollicina, tra le più rappresentative della regione ospitante, il Veneto. Ci troviamo nello stand dell’azienda San Gregorio in Valdobbiadene, che produce Prosecco e non solo da generazioni. Un’azienda che ben si distingue con una sorpresa di ottima fattura. Una Docg ferma, ai più sconosciuta: la denominazione Prosecco Tranquillo, vino 100% Glera che si presenta al naso con tutte le caratteristiche olfattive di un Prosecco, ma che esalta la parte gustativa spesso celata, nel Prosecco “tradizionale”, dalla carica invasiva di anidride carbonica.

Superata la parte delle bollicine Charmat, ci avviciniamo a una delle bollicine italiane più in voga del momento: quella Franciacorta. Anche qui, ecco la sorpresa: quella di un’azienda che propone un ‘Metodo Solera’ per la produzione dei propri vini. Parliamo di Riva di Franciacorta. Naturalmente produttori delle varie declinazioni di Franciacorta, ben si fa apprezzare il Satén.

Ci spostiamo poi nel cuore dell’enologia italiana. Siamo in Umbria per conoscere la storia del Montefalco Sagrantino e delle cantine Rialto. Una realtà attiva dagli anni Cinquanta, che con passione coltiva non un vitigno ma una pianta definita ‘Sacra’, il Sagrantino appunto, capace di dare vita a una versione passita tradizionale, per poi essere “trasformata” anche nella classica versione secca.

Il viaggio enologico prosegue poi in Calabria, regione sempre poco citata, ma che produce ottime varietà, incontrando iGreco: azienda di qualità, si è fatta conoscere e premiare per i propri vini sul palcoscenico nazionale. Originaria di Cariati, in provincia di Cosenza, si presenta con diverse etichette tra cui spiccano alcuni spumanti di Greco bianco e Gaglioppo, oltre alle declinazioni classiche di bianco fermo di Greco e Nero di Calabria. Questa interessante azienda calabrese produce anche una versione di Gaglioppo che entra nel marchio WRT- Wine Researcher Team, un protocollo di vini con un regime rivolto alla naturalezza e alla chimica ridotta all’osso, sia in vigna che cantina.

Concludiamo il nostro tour al cospetto di sua maestà, l’Amarone. Vino della tradizione veneta, ma vinialsupermercato.it ama stupire. Segnalando questa volta un’azienda con uno sguardo rivolto al futuro di questo vino. Parliamo de Le Calendre, produttori in Valpolicella che si rendono protagonisti di un concetto di vino fresco e moderno, ma allo stesso tempo con la voglia di riscoprire vitigni antichi, che possono differenziare la produzione. Una riscoperta che punta a integrare uvaggi come la Corbina, la Croatina e la Turchetta, vinificati in cemento vetrificato e sottoposti a leggeri filtraggi, solo nel pre imbottigliamento.

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Mozione “salvagente” per il Consorzio Tutela Vini Marsala

Il Senatore Tonino D’Ali

Accolta la richiesta di “non esclusione” del Consorzio di Tutela del Vino Marsala dai benefici della legge sui consorzi vitivinicoli.  La richiesta è stata avanzata dal senatore Tonino D’Alì, che ha ottenuto, all’unanimità il parere favorevole alla modifica del decreto, con inequivocabile inclusione del Consorzio per la Tutela del Vino Marsala.

“Non è pensabile – ha sostenuto d’Alì – che nel nostro Paese si possa penalizzare una produzione che è stata la prima a ottenere il riconoscimento DOC, la produzione italiana più conosciuta nel mondo intero e l’unica DOC di vino liquoroso”.

Il Consorzio nato nel 1963 è stato riconosciuto nel 2003 come unico organismo votato alla tutela e la valorizzazione del Marsala Doc, primo vino italiano Doc riconosciuto nel 1969.

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Ai sommelier Ais di Bari il Premio Surgiva 2016

In occasione del cinquantesimo Congresso Annuale dell’Associazione Italiana Sommelier (AIS), che si tiene quest’anno a Trento, il Premio Surgiva è stato attribuito alla delegazione di Bari, distintasi per la varietà delle attività presentate, che spaziano dal sociale, allo scientifico fino all’artistico. La Giuria ha inoltre segnalato, per l’interesse dei progetti realizzati nel corso dell’anno, le delegazioni di Firenze e Isernia.

Il premio, giunto alla sua quarta edizione, è stato consegnato il 19 novembre al Grand Hotel Trento dal Presidente Nazionale AIS Antonio Maietta e da Matteo e Camilla Lunelli, rispettivamente Presidente di Surgiva e Responsabile Comunicazione del Gruppo Lunelli, cui Surgiva fa capo. Oltre alla scultura in vetro, materiale che da sempre custodisce la purezza di Surgiva, la delegazione barese si è aggiudicata una fornitura gratuita per un anno di Surgiva e una visita dedicata in Trentino.

Dal Parco Naturale Adamello Brenta, dove si trova la sorgente, i vincitori scenderanno a Trento per vivere il percorso del “Bello e del Buono”, fra le Cantine Ferrari, Villa e Locanda Margon, che, insieme alle Tenute Lunelli, al Prosecco Bisol e alla Grappa Segnana compongono il Gruppo Lunelli.

Il ritorno nel capoluogo trentino del Congresso Nazionale AIS dopo ben 45 anni è una bella occasione per tutti i sommelier italiani per conoscere più da vicino il Gruppo che fa capo alla famiglia Lunelli e che rappresenta una delle eccellenze del bere italiano, dimostrando anche  una particolare attenzione verso la sostenibilità, tema centrale di questa edizione del Congresso. La cena di benvenuto del Consiglio Nazionale si è infatti tenuta alla Locanda Margon, fresca della seconda stella Michelin, e fra le degustazioni in programma spicca una verticale di Giulio Ferrari Riserva del Fondatore, definito dall’Associazione stessa come uno dei vini “emblema dell’enologia italiana”, che si terrà alle Cantine Ferrari.

Il Premio Surgiva nasce dalla collaborazione fra la casa trentina e l’AIS allo scopo di sottolineare il ruolo di ambasciatori del bere di qualità da sempre svolto dai sommelier. Viene attribuito, privilegiando il lavoro di squadra, alla delegazione territoriale che si sia distinta per attività innovative o particolarmente efficaci nella diffusione della cultura dell’acqua e del vino.

La collaborazione tra AIS e Surgiva è ormai di lunga data ed è ben sottolineata sull’etichetta, recentemente rivisitata, di ogni bottiglia, accanto al celebre “graffio”. Il merito è della straordinaria leggerezza dell’acqua, che deriva dal suo bassissimo residuo fisso che la rende perfettamente neutra e quindi ideale per accompagnare le degustazioni dei sommelier. Per questo Surgiva è stata scelta dall’AIS quale sua acqua ufficiale ed accompagna tutti i momenti più significativi della vita associativa.

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Approfondimenti news

La Brexit fa a fette il Prosecco

La Gran Bretagna è diventata nel 2016 il primo mercato mondiale di sbocco delle spumante italiano, con le bottiglie esportate che hanno fatto registrare un aumento record del 38% nel primo trimestre consentendo il sorpasso sugli Stati Uniti. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti della Brexit che costringerà gli inglesi a cambiare la propria alimentazione sostituendo il banale formaggio cheddar al parmigiano o brindando con la birra invece che con il prosecco, sulla base dei dati relativi al primo trimestre 2016.

In Gran Bretagna, sottolinea la Coldiretti, sono spedite il 30% delle bottiglie di spumante esportate, in pratica quasi 1 su 3.  La Gran Bretagna è il quarto sbocco estero dei prodotti agroalimentari nazionali Made in Italy con un valore annuale di ben 3,2 miliardi delle importazioni dall’Italia ed una tendenza progressiva all’aumento. La voce più importante – sottolinea la Coldiretti – è rappresentata dal vino, con un valore di 746 milioni di euro di esportazioni nel 2015 e un trend in ulteriore aumento del 7% su base annuale nel primo trimestre del 2016. A trainare il comparto è soprattutto lo spumante ed in particolare il prosecco con una quota 275 milioni di euro di export frutto di un vero boom.

Una “corsa” che, precisa la Coldiretti, prosegue nel 2016, con un ulteriore balzo in avanti del 55 per cento. Al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti c’è – sostiene la Coldiretti – la pasta, per un importo complessivo di vendite nel 2015 di 332 milioni di euro. Rilevante anche il ruolo dell’ortofrutta con un valore delle esportazioni di 281 milioni di euro nel 2015, in aumento del 6% nel primo trimestre del 2016. Ma anche i formaggi Made in Italy vanno forte in UK con un valore delle vendite nel 2015 che, continua la Coldiretti, ha visto superare quota 200 milioni di euro con un aumento del 15% nel primo trimestre del 2016.

Oltre un terzo delle vendite di formaggi è rappresentato da Parmigiano Reggiano e Grana Padano, che all’inizio di quest’anno hanno fatto segnare un incremento del 10 per cento, ma va forte anche la mozzarella di bufala campana. L’export di olio d’oliva è stato nel 2015 di 57 milioni di euro con un aumenta del 14% nel 2016. A preoccupare – conclude la Coldiretti – non è solo la svalutazione della sterlina che rende piu’ oneroso l’acquisto di prodotti Made in Italy ma anche il rischio che con l’uscita dall’Unione Europea si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole all’esportazione agroalimentari italiane.

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Sostenibilità e produzione integrata: prospettive per la viticoltura di montagna

Il convegno, organizzato da Cciaa, Cervim e Consorzio tutela vini del Trentino, si è tenuto questa mattina presso la sede della Camera di commercio di Trento.

Il Trentino conta 10.200 ettari di vigneto, coltivati da 7.600 viticoltori con una produzione che raggiunge circa 1,3 milioni di quintali annui, pari all’1,3% della produzione viticola nazionale. Come ha sottolineato Maurizio Bottura, ricercatore della Fondazione Edmund Mach, nel corso del convegno su sostenibilità e produzione integrata tenutosi in mattinata presso la sede della Cciaa di Trento, “con questi piccoli numeri, per rendersi riconoscibili, è necessario puntare sulla qualità”. Oggi però il concetto di qualità è estremamente poliedrico e non può non tenere in considerazione quello di sostenibilità. “Anzi – ha proseguito Bottura – la sostenibilità è un prerequisito per poter stare sul mercato”. Anche se non esiste una definizione univoca di “sostenibilità”, essa può essere sinteticamente definita come quell’insieme di pratiche che attingono alle risorse dell’ambiente facendo attenzione a non comprometterne la godibilità per le generazioni future.

Ma che cosa sta facendo la viticoltura trentina in questo ambito? Bottura ha evidenziato l’impegno profuso fin dagli anni ‘90 nel campo della riduzione degli impatti ambientali mediante protocolli di autodisciplina delle tecniche colturali, volti – fra l’altro – a limitare l’uso dei fitofarmaci e ad applicare sistemi di controllo miranti a garantire la sicurezza del prodotto finale e la tutela della salute degli operatori. Oggi i due sistemi produttivi prevalenti nella viticoltura trentina sono quello della produzione integrata e quello della produzione biologica. Mentre nel 1992 erano solo 12, oggi gli ettari a produzione biologica, effettivamente certificati in Trentino, sono 850. “Tuttavia – ha argomentato Bottura – non sarà mai possibile arrivare al trattamento-zero perché non esistono al momento procedimenti agricoli risolutivi nella lotta contro funghi e microrganismi che infestano gli impianti”.

In rappresentanza di Equalitas, società nata dalla volontà di produttori ed istituzioni del settore vitivinicolo nazionale allo scopo di misurare e certificare l’impegno per la sostenibilità del comparto, la dott.ssa Maria Chiara Ferrarese ha richiamato i requisiti sociali, ambientali ed economici di un sistema agricolo sostenibile: non solo aspetti colturali, ma anche processi di organizzazione aziendale che non possono prescindere dall’adozione di buone pratiche di gestione, dalla trasparenza di bilancio, dalla coerenza fra comunicazione, attività ed investimenti.

Ad affrontare il tema della sostenibilità come elemento fondamentale di una viticoltura che valorizza l’ambiente, è stato il senatore Franco Panizza, relatore della legge che disciplina la coltivazione della vite e la produzione ed il commercio del vino, approvata ieri dal Parlamento. Ha ricordato Panizza che l’articolo 1 della norma riconosce il vino, la vite e i territori vitati quali componenti fondamentali del patrimonio culturale italiano. Il tema del rapporto fra coltura della vite e cultura del vino è stato più volte sottolineato anche dal giornalista RAI, Nereo Pederzolli, che ha moderato il dibattito.

Dopo le relazioni della dott.ssa Barbara de Nardi di CREA sui riscontri offerti dalle nuove varietà viticole “resistenti” e della dott.ssa Francesca Ceola sul sistema di qualità nazionale di produzione integrata (SQNPI), che ha come obiettivo quello di valorizzare le produzioni agricole vegetali ottenute in conformità ai disciplinari regionali (riconosciuto a livello comunitario dal Reg. Ce 1974/2006), il convegno si è concluso con una tavola rotonda che ha visto la partecipazione del segretario generale della Cciaa di Trento, dott. Mauro Leveghi, del direttore del Consorzio tutela vini del Trentino, dott. Graziano Molon, del dott. Renato Martinelli della Provincia autonoma di Trento (Servizio Agricoltura) e del dott. Roberto Gaudio, presidente del Cervim. Il dibattito ha messo in evidenza come nelle zone di montagna la questione della sostenibilità implichi aspetti economici, tecnici ed ambientali che ne fanno una sfida ancor più complessa, ma irrinunciabile per poter garantire ai territori un futuro sul piano della fruibilità delle risorse naturali e quindi anche agricole, paesaggistiche e turistiche.

Hanno portato il proprio saluto al convegno anche l’assessore alle politiche economiche ed agricole del Comune di Trento, Roberto Stanchina, ed il senatore trentino Sergio Divina.

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a tutto volume

“A Tutta Torba’”: a Roma una domenica dedicata ai whisky torbati

Domenica 4 Dicembre, si tiene a Roma, presso il Chorus Cafè (via della Conciliazione, 4), a partire dalle ore 15:00 fino a mezzanotte, ‘A Tutta Torba!’, una giornata intera dedicata interamente ai whisky torbati, con centinaia di etichette, bottiglie fuori dal comune, per tutti i palati! L’evento, organizzato dalla direzione artistica di Spirit of Scotland – Rome Whisky Festival, il più importante festival di settore italiano – la cui sesta edizione si terrà il 4 e 5 marzo 2017, nella consueta location del Salone delle Fontane all’Eur – è a ingresso gratuito, previa registrazione sul sito www.spiritofscotland.it

Grande risalto sarà dato all’Ardbeg Cocktail Bar, gestito dal padrone di casa Massimo D’Addezio e dal suo staff. Spazio anche al cibo, con piatti tipici della cucina scozzese da abbinare ai propri torbati preferiti e in collaborazione con lo shop Whisky& Co, sarà possibile acquistare numerose bottiglie presenti.

“Per noi – sottolineno i direttori artistici di Spirit of Scotland – Whisky è sinonimo di Passione. Torbosi o torbati,in qualsiasi modo li si voglia chiamare, è innegabile che questi whisky riscuotono sempre un grande successo. La torba è presente in tutto il pianeta eppure, anche solo rimanendo in Scozia, c’è torba e… torba! Per questa ragione abbiamo pensato di creare un evento per tutti gli appassionati di questa categoria di aromi, proponendo, in una manifestazione di una sola giornata, le molteplici e variegate espressioni possibili”.

Spirit of Scotland – Rome Whisky Festival (prossima edizione 4 e 5 marzo 2017) riunisce le migliori aziende nazionali e internazionali in un evento che promuove la valorizzazione e la diffusione della cultura del whisky di malto attraverso un approccio basato sull’interazione tra business, formazione ed entertainment.

Il Festival si presenta come una delle più importanti manifestazioni italiane del settore. Un vero e proprio brand che sostiene e promuove il whisky; un marchio di qualità che ne favorisce la divulgazione in un sistema volto a sostenere l’interazione tra i principali attori del settore.

Spirit of Scotland – Rome Whisky Festival è un imperdibile appuntamento per tutti coloro che vivono il mondo del whisky ricco di eventi, degustazioni libere, masterclasses, seminari sulla mixology, incontri affidati ad esperti del settore con l’obiettivo di creare appuntamenti ad alto contenuto di “single malt”.

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Approfondimenti

“Buongiorno Oltrepò Pavese”. Ma la “sveglia” del Consorzio suona a vuoto

Dicono che ci siano due modi per recepire un mantra. Capirlo e farlo proprio. O riconoscerne semplicemente il suono. Sbuffando. Dopo la terza nota uguale. Quello che sta avvenendo in Oltrepò pavese, patria italiana del Pinot Nero, con la massiccia opera di “comunicazione quotidiana” condotta da Emanuele Bottiroli – direttore e segretario del Consorzio di Tutela – mostra perfettamente entrambe le facce della medaglia.

“Buongiorno Oltrepò Pavese” è il nome della “rubrica quotidiana di Emanuele Bottiroli dedicata all’Oltrepò Pavese in onda tutti i giorni alle 8.15 su Facebook”. Iniziativa lodevole, che ha l’obiettivo di sotterrare gli scandali che (un anno sì e l’altro pure) attraversano questa martoriata terra di grandi vini, a suon di good news. Ma siamo sicuri che siano davvero buone notizie quelle che arrivano dall’Oltrepò? Per rispondere, tocca scomodare gli inglesi, oggi impegnati in faccende meno importanti, tipo la Brexit. No news is good news, dicono oltremanica. E quanto hanno ragione.

Il mantra di Bottiroli, di fatto, rischia di trasformarsi in un vero e proprio boomerang per tutta la viticoltura oltrepadana. Frasi come “al vino dell’Oltrepò pavese servono nuove piazze su cui imporsi”, “la voglia della metropoli (Milano, ndr) di scoprire il nuovo Oltrepò Pavese”, “spesso c’è stata una battaglia controproducente tra diversi modelli aziendali: produttori, imbottigliatori, vinificatori”, “oggi ci sono nuovi mercati su cui vincere“, “il Consorzio Tutela vini Oltrepò Pavese è impegnato in un grande riposizionamento sul canale Horeca, in particolare milanese”, “per fare valore e fare marketing delle nostre migliori produzioni”, al posto di dare la sveglia, rischiano di avere un solo altro risvolto: porre l’accento sull’esistenza di un problema.

Un problema bello grosso, considerata l’insistenza con la quale la rubrica di Bottiroli va “in onda” su Facebook. Sempre sul filo delle stesse note da cardiogramma piatto. Non siamo soliti a pezzi d’opinione. Ma veder andare in malora un territorio che, per provare a cambiare, utilizza solo parole al posto dei fatti, ci dà la forza e il coraggio di metterci in prima linea. Per l’Oltrepò Pavese del Vino. Per l’Oltrepò Pavese dei produttori garbati. Per l’Oltrepò Pavese che vuole cambiare davvero. Coi fatti. Magari iniziando da una rivoluzione tra gli uffici del Consorzio, auspicata da molti. Una rivoluzione che porti unità d’intenti e unità di vedute. Una rivoluzione che trasformi il Pavese da serbatoio a pompa di benzina. Per Facebook, ci sarà sempre tempo. Domani. Magari tutti assieme.

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news ed eventi

Al via “TrentoDoc: bollicine sulla città”

Nella   cornice   rinascimentale   di   Palazzo   Roccabruna   –   sede   dell’Enoteca provinciale del Trentino – giovedì 17 novembre ad ore 18.00 prenderà il via per il dodicesimo anno consecutivo “Trentodoc: bollicine sulla città”, kermesse di   appuntamenti   e   degustazioni   riservata  alle  bollicine   del   metodo   classico trentino a denominazione di origine. L’evento è organizzato dalla Camera di commercio   di Trento, dall’Istituto Trento  Doc, dal Consorzio tutela   vini del Trentino in collaborazione con la Strada del vino e dei sapori del Trentino, la Strada dei Formaggi delle Dolomiti, la Strada della mela e dei sapori delle Valli di Non e Sole e con la partecipazione del Comune e dell’Apt di Trento. Dal   17   novembre   all’11   dicembre   da   giovedì   a   domenica   l’Enoteca provinciale del Trentino proporrà un fitto calendario di degustazioni,laboratori enogastronomici, menù a tema che faranno scoprire l’eleganza e la piacevolezza delle bollicine di montagna. Ogni sabato nella cucina dell’Enoteca un ristorante si cimenterà con l’abbinamento fra un presidio Slow Food locale e la collezione del Trentodoc. Si parte il 19 novembre dalle 19.00 alle 22.00 con un   menù   curato   dalla  Locanda   delle   3   chiavi   di   Isera  che   coniugherà broccolo di Torbole e metodo classico (su prenotazione, tel 0461/887101).

IL PROGRAMMA
Da Palazzo Roccabruna la manifestazione si irradierà in tutta la città e in tuttala   provincia   coinvolgendo   cantine,   bar,   ristoranti   con   eventi   culturali   ed enogastronomici, e perfino il  Muse  dove sabato 19 novembre ci saranno in degustazione ben 115 etichette. Quest’anno il Trentodoc sarà abbinato a tre originali   iniziative:  la   mostra   i   Foulard   delle   Montagne,   organizzata   a Palazzo Roccabruna da Cciaa e Museo montagna di Torino che espone circa 70 esemplari   d’alta   moda   a   tema   montano   dagli   anni   Trenta   ad   oggi.  La premiazione del Miglior sommelier d’Italia 2016 – Premio Trentodoc, domenica 20 novembre ad ore 10.30 al Grand Hotel Trento nell’ambito del Congresso   nazionale   e   del   concorso   organizzati   dall’Associazione   italiana sommelier.  Infine  La   via  del  Gusto, un’idea del Comune di Trento che  in occasione dei Mercatini di Natale trasformerà via Santa Trinità in un itinerario a tappe alla scoperta del gusto e dei sapori tipici. Grazie alla collaborazione con la Strada del vino e dei sapori del Trentino ben 14   locali   del   centro   città   organizzeranno  dal   19   novembre  all’11  dicembre Happy Trentodoc. L’aperitivo 100% trentino, un momento conviviale per far incontrare prodotti gastronomici tradizionali e bollicine.

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Dagli abissi marini al cratere dell’Etna ecco le nuove frontiere dell’affinamento

Dopo Akenta e gli spumanti lasciati ad affinare negli abissi marini, in Sicilia si tentano affinamenti in prossimità del cratere dell’Etna. Vini d’Alta Quota 2813 come i metri di altezza dove sorge l’Osservatorio dell’Etna gestito dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) partner del progetto lanciato dalla Cantina Calcagno lo scorso luglio 2015 che si è concluso con un incontro a Catania, lo scorso 11 Novembre, per verificare gli effetti. Innovativo esperimento sposato da INGV a costo zero e senza fini di lucro,  sostenuto soprattutto nell’interesse del territorio etneo. L’Ente INGV, si è limitato  esclusivamente alla concessione di uno spazio per la messa a dimora di un lotto di bottiglie della cantina per un anno.

“Il progetto, di natura sperimentale, – ha spiegato dal punto di vista tecnico l’enologo della cantina, Alessandro Biancolin – è il primo nel suo genere e si basa sulle teorie di Pasteur, chimico, biologo e microbiologo francese  vissuto tra il 1822 ed il 1895,  che sosteneva che “l’aria in alta quota è priva di germi ed è migliore per la conservazione di un prodotto fermentato come il vino”. Secondo lo studioso “l’aria più rarefatta, con meno ossigeno, mantiene i vini più giovani . Oltre a questi elementi, il progetto Vini d’Alta Quota 2813 ha voluto verificare se questi fattori, uniti a microclima esclusivo circostante, silenzio, assenza di luce e bassa concentrazione di ossigeno favoriscono il “rallentamento” del processo di maturazione del vino e, quindi, la longevità dello stesso.

I vini conservati all’interno dell’Osservatorio di Pizzi Deneri (Linguaglossa, Ct) sono stati le seguenti annate ed etichette:

  • “Feudo di Mezzo Etna Rosso” (2012)
  • “Arcuria Etna Rosso” (2012)
  • “Arcuria Etna Rosso” (2013)
  • “Feudo di mezzo Etna Rosso” (2013)
  • “Caricante Bianco” (2014)
  • “Arcuria Rosato” (2014)

Durante l’incontro a conclusione del progetto, moderato dal giornalista gastronomico Antonio Iacona, sono intervenuti: il direttore dell’Ingv di Catania, Eugenio Privitera; i titolari della cantina Calcagno; il responsabile digital marketing dell’azienda, Pietro Galvagno; l’enologo Alessandro Biancolin e lo Chef Seby Sorbello, Patron di Sabir Gourmanderie a Zafferana Etnea, che ha deliziato i partecipanti con realizzazioni culinarie intitolate ai sapori dell’Etna e dell’autunno. Presenti inoltre il responsabile dell’Osservatorio dell’Etna, Salvo Consoli; il responsabile della Guida Vini Ais Sicilia, Orazio Di Maria; i degustatori di Slow Wine, Antonio Politi e Simona Bonsignore, ed il sommelier Mauro Cutuli che ha guidato la degustazione. All’esame organolettico, i vini degustati (Arcuria Etna Rosso 201 , Feudo di mezzo Etna Rosso 2013, Caricante Bianco 2014 ed Arcuria Rosato 2014 si sono rivelati particolarmente freschi e minerali in un quadro di equilibrio armonico. I vini facenti parte del lotto del progetto saranno messi all’asta ed il ricavato sarà interamente devoluto all’INGV, per la ricerca e per l’acquisto di nuovi macchinari.

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news ed eventi

Guastaferro e Mastroberardino: due Taurasi mozzafiato per Wine Enthusiast

Rosso rubino intenso tendente al granato, bouquet aromatico complesso, grandi capacità di invecchiamento.  Caratteristiche tipiche di un prodotto irpino, il Taurasi, vino Docg ottenuto dal vitigno Aglianico in percentuale minima dell’85% e con massimo il 15% di altri vitigni a bacca rossa non aromatici consentiti con un invecchiamento in rovere di tre anni da disciplinare. La nota rivista americana “Wine Enthusiast” che seleziona ogni anno le migliori etichette atte ad essere “dimenticate” in cantina ne ha premiati ben due per ‘edizione  2016.

Taurasi Primum Riserva 2006 dell’azienda Guastaferro, nato da vigne vecchie di oltre 150 anni è stato giudicato intenso e fresco nonostante la gradazione di 15 gradi e idoneo ad essere consumato tra il 2018 e il 2031. Il secondo Taurasi finito sull’ambita lista Wine Enthusiast, è stato definito addirittura mozzafiato: si tratta del Radici Antonio Riserva Docg 2008, prodotto del “riferimento”  dei vini campani, Antonio Mastroberardino. Da bere tra il 2018 e il 2033, con i suoi aromi di sottobosco, ciliegia, tabacco, spezie esotiche, fiori blu regala, secondo gli esperti, un palato radiante combinando perfettamente struttura e finezza.

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Food Lifestyle & Travel

Abbiategusto 2016: i sapori del Ticino ad Abbiatregrasso

Dal 18 al 27 novembre si svolgerà ad Abbiategrasso, Cittaslow, la diciassettesima edizione di Abbiategusto, la nota kermesse dedicata alle eccellenze enogastronomiche. Il tema di quest’anno, già introdotto con la Fiera Agricola tenutasi in ottobre, è “Il Ticino, la grande via d’Acqua, dalla Svizzera, al Piemonte alla Lombardia”. Come da tradizione Abbiategusto apre le porte della città a chiunque voglia scoprire il gusto e la storia legata ai sapori del territorio locale, e non solo. “Con Abbiategusto 2016 – afferma Pierluigi Arrara, Sindaco di Abbiategrasso – si capitalizza l’esperienza acquisita in questi anni relativa alla celebrazione del “gusto” declinato in diversi ambiti enogastronomici e contestualmente si dà avvio a un nuovo tema culturale che ha come riferimento il fiume Ticino e i relativi territori: Svizzera, Piemonte, Lombardia”.

Abbiategrasso, secondo il primo cittadino, “può ricoprire un ruolo strategico in questo contesto”. “È posizionata geograficamente a 20 Km da Milano – evidenzia Arrara – e contestualmente nel Parco del Ticino adiacente al Parco Agricolo Sud e rappresenta storicamente il punto d’ingresso dell’idrovia a Milano, collegando la Svizzera, passando per il Piemonte fino alla Lombardia. Un contesto geografico, paesaggistico e culturale unico in ambito internazionale, che coinvolge territori di montagna, valli, pianure, laghi e corsi d’acqua. Il fiume Ticino collega da secoli Milano, Abbiategrasso e la Svizzera: un collegamento logistico ed economico attraverso la navigazione del Ticino, ma anche culturale e paesaggistico. Si pensi ad esempio – conclude il sindaco di Abbiategrasso – al trasporto del marmo di Candoglia su concessione di Gian Galeazzo Visconti del 1387 che è servito alla realizzazione del duomo di Milano. Un immenso territorio con una produzione agricola e culturale d’incredibile qualità e appeal”.

IL PROGRAMMA
L’evento è organizzato in collaborazione con il Parco del Ticino, gli agricoltori e i produttori locali, gli esercenti della zona e l’Associazione Maestro Martino ed è declinato in funzione di alcune prestigiose location della città: il Castello Visconteo, l’ex Convento dell’Annunciata, alcuni locali commerciali della città e lo Spazio Fiera.

I sotterranei del Castello Visconteo ospitano, dalla sera del 18 novembre in occasione del weekend del tradizionale appuntamento di “Aspettando Abbiategusto”, l’Osteria del Grotto, il luogo dove si svolgono degustazioni, incontri con produttori delle valli tra la Svizzera e il Piemonte presentati dal Parco del Ticino e dai suoi protagonisti. È stato scelto il concept del “Grotto” per ricreare un locale tipico delle regioni montuose delle Alpi, in particolare delle zone del lago di Como, della Valchiavenna e del Canton Ticino. L’offerta gastronomica dell’Osteria del Grotto è curata dallo Chef Alessandro Manzetti. Il menù è incentrato sulla produzione agroalimentare di qualità e su antiche ricette della tradizione ticinese, ossolana e lombarda proposte con semplicità e rigore.

L’Osteria del Grotto resta aperta nelle date di Aspettando Abbiategusto (18-20 Novembre) e durante Abbiategusto (25-27 Novembre) a ciclo continuo con una formula pranzo, cena e aperitivo. Ad animare l’atmosfera sono previsti alcuni cori degli Alpini delle valli, un momento d’intrattenimento della tradizione ossolana con canti popolari di montagna e la degustazione dei Runditt o Stinchett, tipici della cucina piemontese della val Vigezzo, che vengono proposti dalle donne dell’Accademia Runditt vestite in abiti tradizionali, nella versione originale con burro e sale o accompagnati ai salumi. L’Osteria del Grotto sarà anche un luogo d’incontri aperti al pubblico con i produttori di salumi, di formaggi, di vino e dei prodotti delle valli tra la Svizzera e il Piemonte presentati dal Parco del Ticino e dai suoi protagonisti che racconteranno le lavorazioni e i loro prodotti in un confronto tra due territori.

LA MOSTRA
Ad arricchire la bellezza dei sotterranei del Castllo Visconteo una mostra d’arte di Gabriele Cantadore, che inaugurerà il 18 novembre, artista che ha saputo celebrare le valli, gli animali e le montagne del Ticino. “L’opera di Gabriele conferma una mia arcana convinzione – dichiara la nota critica e storica dell’arte Elda Cerchiari Necchi -. I materiali che l’uomo usa per costruire e per “fare” una casa assorbono e restituiscono le sue energie creative, energie assai più complesse ed articolate di quanto in genere si pensi. Le sue opere seguono uno straordinario percorso attraverso valori tanto remoti quanto attuali: è un cammino che affratella l’uomo al creato”.

La città si animerà il 25-26-27 novembre con Abbiate Experience un’offerta gastronomica e sensoriale curata da una serie di esercizi commerciali della città, sviluppata sia in base al tema territoriale del Ticino, a cui l’evento è ispirato, ma anche ad altri ambiti geografici a livello nazionale e internazionale purché rappresentativi di un’eccellenza (tè, cioccolato, bollicine, distillati, salumi, etc.). Il programma dettagliato sul sito www.abbiategusto.it.

SPAZIO FIERA
Lo Spazio Fiera, dal 25 al 27 novembre, ospita la mostra mercato di prodotti enogastronomici d’eccellenza con più di sessanta espositori provenienti da tutta Italia e una rappresentanza di 15 Cittaslow. Per offrire un concreto aiuto alle zone colpite dal recente terremoto la Fiera è lieta di ospitare alcune aziende agricole della zona dei Monti Sibillini ed Antonello Egizi di Forme d’Autore con una esposizione di formaggi e guanciale dell’area di Amatrice.

All’ingresso dello Spazio Fiera, nella piazza dedicata ad un illustre abbiatense, lo stilista Franco Moschino, vengono esposte le eccellenze della città dedicate alla moda, all’industria, all’economia, alla cultura e ai sapori in un percorso storico dalla seconda metà degli anni ’50 sino ad oggi.

Sempre dal 25 al 27 novembre in Piazza Castello ci sarà la tipica Cucina Popolare a cura del Gruppo Alpini Abbiatense e del Gruppo La Cappelletta. Ad arricchire il programma gastronomico domenica 27, durante tutta la giornata, ci sarà il “Mercato del gusto” in piazza Marconi, per le vie adiacenti e nel cortile interno del castello Visconteo.

Evento conclusivo di Abbiategusto la grande Festa Gourmet dalle 18 alle 23 presso l’ex Convento dell’Annunciata con l’apertura straordinaria dell’Ambasciata del Gusto promossa dall’Associazione Maestro Martino. Una serata dedicata all’esperienza Gourmet con l’Ambasciata del Gusto e i prodotti del Parco del Ticino con gli chef Sabrina Tuzi, Lucia Tellone, Sara Preceruti, Matteo Monfrinotti, Antonio Colombo e Andrea Besuschio. All’interno del convento anche musica e appuntamenti legati ad esperienze sensoriali con degustazioni legate a prodotti d’eccellenza: caviale, tè, cioccolato distillati e sigari.

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