Categorie
news ed eventi

Un mare di Champagne 2017: grande degustazione ad Alassio

Conto alla rovescia per Un mare di Champagne 2017, l’appuntamento annuale di Alassio (SV) con le nobili bollicine francesi. Una grande festa in Piazza Partigiani, direttamente affacciata sul mare, nel cuore della bella cittadina ligure, darà il via all’evento domenica 11 giugno.

A partire dalle ore 19.00 si potranno degustare le prelibatezze gastronomiche a cura degli chef Macramé, oltre ad altre specialità del territorio, assaporare Champagne, ma anche vini di prestigiosi produttori italiani.

Per la grande degustazione di Champagne bisogna attendere lunedì 12 giugno. Oltre 45 maison per oltre 100 Champagne, accompagnati dalle eccellenze gastronomiche Selecta (qui la guida ai migliori assaggi dell’edizione 2016). Il tutto dalle ore 12.00 alle ore 20.00, presso il Grand Hotel Alassio & SPA di Alassio (qui l’elenco delle maison presenti a Un Mare di Champagne 2017).

La degustazione è aperta agli operatori di settore, alla stampa italiana e al pubblico di appassionati (ingresso: 35 euro per persona; 30 euro per sommellier tesserati Fisar, Onav, Ais, Fis, Amira, Donne del Vino, Accademia della Cucina, Slow Food). L’accredito online, unitamente al bonifico bancario o al pagamento online tramite Pay-pal, garantiscono l’accesso alla degustazione.

Sempre nella giornata di lunedì sono previsti i Seminari di Un Mare di Champagne 2017, iche si terranno in una sala riservata. Momenti di approfondimento rivolti alla stampa di settore e al pubblico partecipante alla degustazione.

Sarà possibile accedere ai seminari previa iscrizione online (nella sezione ‘Cosa bolle in pentola‘), fino ad esaurimento posti. La partecipazione è compresa nel ticket di ingresso alla degustazione.

Grande chiusura martedi’ 13 giugno, con la Cena di Gala ‘Un Mare di Champagne’. L’evento si terrà in una location di grandissimo prestigio, l’ex Chiesa Anglicana di Alassio. Il menu degustazione sarà preparato a più mani da tutti gli chef Macramè e ogni portata sarà abbinata ad uno Champagne. Per informazioni e prenotazione (obbligatoria) Cena di Gala: + 39 366 4815006.

Per informazioni e contatti: segreteria organizzativa Macramè – Tel. 366 4815006 dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00 dal Lunedì al Venerdì oppure scrivendo a info@macrame-alassio.it.

Categorie
Approfondimenti

Schenk Italian Wineries: fatturato a 108 milioni

“Il 2016 è stato per noi un anno più che positivo e i dati confermano che abbiamo intrapreso la strada giusta. Il forte legame col territorio, sempre più al centro del nostro percorso, unito all’impegno e alla professionalità di tutto il nostro personale, ha contribuito a rendere Schenk Italian Wineries un gruppo solido e strutturato, in grado di competere sul mercato esprimendo al meglio le potenzialità dell’Italia del vino attraverso prodotti che sempre più conquistano consensi nel mercato interno e all’estero”.

Così Daniele Simoni, Amministratore Delegato Schenk Italian Wineries, commenta i ricavi consolidati al 31 dicembre 2016 del gruppo di Ora (BZ), pari a 108,3 milioni di euro. Un incremento del 7% rispetto ai 100,5 milioni registrati nell’esercizio precedente.

Significativi i dati di crescita dell’export (+9,3%), pari a 80,1 milioni di euro rispetto ai 73,3 milioni del 2015. L’export, che rappresenta il 74% del fatturato totale, risulta trainato soprattutto dalle ottime performance sia del mercato europeo, che di quello nordamericano (Stati Uniti e Canada). Bene anche il mercato domestico, dove Schenk Italian Wineries registra ricavi pari a 28,2 milioni rispetto ai 27,3 milioni al 31 dicembre 2015, con un incremento pari al 3,6%. In netta crescita anche il numero delle bottiglie vendute, che raggiungono i 57,3 milioni di unità rispetto al 31 dicembre 2015, quando erano pari a 55,2 milioni.

LA STRATEGIA
Schenk Italian Wineries ha da poco siglato un importante accordo di partnership strategica con CDA (Consorzio Distributori Alimentari), riferimento italiano nel comparto del beverage di primaria importanza focalizzato sul mercato Horeca, che conta 100 aziende associate, una rete di oltre 83 mila esercizi distribuiti su 104 provincie, circa 6000 brand gestiti e oltre 9,5 milioni di ettolitri distribuiti all’anno.

“L’accordo di partnership strategica con CDA – prosegue Simoni – ci darà la possibilità di penetrare in un segmento di mercato, quello Horeca, tra i più competitivi,ampliando ulteriormente il nostro business in modo capillare. Confidiamo infatti di chiudere il 2017 con una crescita a doppia cifra, continuando a raccogliere i frutti di un lungo percorso evolutivo che ci ha condotti fino ad oggi, grazie anche alle collaborazioni poste in essere dal nostro staff di agronomi ed enologi con produttori locali di alto livello, insieme all’acquisizione delle cantine Bacio della Luna a Vidor – Valdobbiadene (Treviso) nel 2011, e Lunadoro a Valiano di Montepulciano (Siena) nel 2016. Al momento stiamo inoltre vagliando ulteriori opportunità di espansione e alcuni progetti di acquisizione sono in fase di studio, opportunità queste che danno nuovo impulso al nostro progetto e ci permettono di guardare al futuro con fiducia”.

Categorie
news ed eventi

Sostenibilità in vigna: accordo Uiv Ministero dell’Ambiente

“Questo accordo rappresenta un decisivo passo in avanti nella definizione di un concetto condiviso di sostenibilità per il mondo vitivinicolo. Da un lato, UIV riconosce la validità degli indicatori messi a punto dal progetto VIVA per la misurazione degli impatti ambientali. Dall’altro, il Ministero dell’Ambiente legittima il lavoro ormai quinquennale di Tergeo, confermando la propedeuticità delle ‘buone prassi’ e la valenza del suo Comitato Tecnico- Scientifico”.

Così Antonio Rallo, Presidente di Unione Italiana Vini ha commentato la firma dell’accordo per “La promozione delle reciproche attività sulla sostenibilità nella vitivinicoltura e per la creazione di sinergie” siglato con il Ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti.

L’intesa, che avrà durata minima di due anni, sancisce l’importante collaborazione tra due progetti nazionali che fanno della sostenibilità la loro mission: TERGEO e VIVA, partiti entrambi nel 2011. TERGEO è il progetto nazionale di Unione Italiana Vini che, guidato da un comitato scientifico di altissimo livello costituito da esperti dell’Università, dell’imprenditoria, delle associazioni, del mercato e delle Istituzioni del vino italiano, ha come obiettivo di raccogliere, qualificare e divulgare soluzioni innovative, tecnologiche e gestionali, cioè le cosiddette “buone pratiche”, per migliorare la sostenibilità delle imprese vitivinicole.

COS’E’ V.I.V.A.
“V.I.V.A”, avviato dal Ministero dell’Ambiente, nasce per definire i corretti parametri per la misura delle prestazioni di sostenibilità nella filiera vitivinicola e ha consentito, tra le altre cose, la definizione di un importante disciplinare che costituisce il riferimento tecnico per le aziende che vogliono misurare le proprie prestazioni di sostenibilità sulla base di 4 indicatori (Aria, Acqua, Vigneto e Territorio) e intraprendere il percorso di validazione previsto dal progetto.

“L’accordo che già nel 2014 aveva portato alla realizzazione di una linea guida nazionale sulla sostenibilità nella vitivinicoltura – conclude il presidente Rallo – rappresenta il frutto di anni di impegno e collaborazione tra UIV e il Ministero. Gli obiettivi che ci siamo posti con questa nuova collaborazione ben si configurano con la Strategia di Sviluppo Europea, il cui obiettivo è un progresso sostenibile dove crescita economica, coesione sociale e tutela dell’ambiente, si rafforzano”.

UIV e Ministero si impegnano a collaborare per condividere le buone pratiche viticole ed enologiche ed i relativi manuali di uso; a collaborare per promuovere i rispettivi e sinergici programmi di sostenibilità fra i propri associati mediante i propri strumenti operativi e di comunicazione; a costituire insieme Comitati tecnico – scientifici territoriali che si formeranno nell’ambito di specifici programmi territoriali di sostenibilità e a diffondere a livello nazionale, comunitario e internazionale la Linea Guida sulla Sostenibilità nella Vitivinicoltura. Tutte le attività verranno dettagliate nel Programma di Lavoro che sarà stilato e siglato entro un mese.

Categorie
news ed eventi

Gelate in vigna: Fivi chiede la conta dei danni

La FIVI chiede la conta dei danni delle gelate tardive che hanno colpito a macchia di leopardo i vigneti di quasi tutta Italia nelle scorse settimane. Ad oggi infatti non si ha ancora una percezione precisa della percentuale dei vigneti colpiti dal gelo che metterà a rischio l’annata 2017 in molti territori vinicoli del nostro paese.

“Ci aspettiamo che gli organi preposti facciano i controlli sul territorio per ricalibrare le effettive produzioni per un’annata che si presenta davvero difficile – dichiara la Presidente FIVI Matilde Poggi – anche se la vera conta dei danni sarà possibile solo a luglio, prima della vendemmia. Noi abbiamo molte testimonianze di nostri associati, ma non abbiamo ancora visto comunicazioni ufficiali sul fenomeno”.

Salvo qualche esempio, come il Consorzio Franciacorta, o le stime delle associazioni di categoria, non ci sono infatti notizie ufficiali in merito e la stima dei danni pare ad oggi possibile solo attraverso le tante discussioni che si rincorrono sui social. Molti sono stati i Vignaioli Indipendenti colpiti dall’insolito fenomeno atmosferico, che rischia di mettere in seria difficoltà le aziende artigiane che vivono del prorpio lavoro e delle proprie uve.

Un fenomeno di cui non si ha ricordo a memoria d’uomo, almeno in queste proporzioni. Un nuovo segnale preoccupante che il clima sta cambiando e che le aziende agricole si devono preparare ad affrontare nuove sfide. Ora si tratta di vedere come proseguirà la stagione, ma i Vignaioli sono già al lavoro in vigneto per cercare di mettere in condizioni le piante di riprendersi dai danni e di stimolarle a sviluppare nuove gemme.

Categorie
Approfondimenti

Obama brinda con Ferrari al Global Food Innovation di Milano

“Really delicious!”. Così Barack Obama ha commentato il Ferrari degustato in occasione della cena di gala a Palazzo Clerici, organizzata l’8 maggio dalla Obama Foundation e orchestrata dalla famiglia Cerea del ristorante Da Vittorio.

L’ex Presidente USA in questi giorni è a Milano, ospite d’onore di Seeds&Chips – The Global Food Innovation Summit, il summit internazionale sulla food innovation ideato da Marco Gualtieri, dove oggi ha parlato di fronte a una platea di 4 mila persone di alimentazione sana, lotta allo spreco e cibo del futuro insieme allo chef Sam Kass.

In questa occasione Matteo e Camilla Lunelli delle Cantine Ferrari hanno avuto l’onore di incontrare Obama, che ha ribadito il suo apprezzamento per il Ferrari Maximum Brut, che Francesco Cerea ha proposto in apertura della cena a Palazzo Clerici.

Barack Obama aveva già brindato con le bollicine Ferrari in occasione del G8 dell’Aquila nel 2009, ma questa volta lo ha fatto in una veste diversa, dove l’enogastronomia ha giocato indubbiamente un ruolo fondamentale.

Dopo Expo Milano 2015, le Cantine Ferrari partecipano a Milano Food City, in cui rientra anche Seeds& Chips, per riportare l’attenzione sui temi sottoscritti da cittadini e istituzioni nella Carta di Milano, vera eredità culturale dell’Esposizione Internazionale.

Un’ulteriore conferma della profonda attenzione della casa trentina verso i temi della sostenibilità, della qualità della materia prima e del processo produttivo, che l’hanno portata, proprio quest’anno, ad ottenere la certificazione biologica di tutti i vigneti di proprietà.

Categorie
news ed eventi

Radici del Sud: le novità dell’edizione 2017

Poco più di due settimane all’inizio di Radici del Sud, la settimana dedicata ai vini da vitigni autoctoni e agli oli del meridione. Saranno circa 350 i campioni di vino di tutte le aziende partecipanti, provenienti da Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia, che verranno assaggiati alla cieca dalle giurie composte da giornalisti e buyer sabato 3 e domenica 4 giugno.

Le due giurie saranno suddivise in 4 gruppi guidati dai due presidenti Alfonso Cevola e Daniele Cernilli coadiuvati rispettivamente da Ole Udsen, giornalista danese e dal collega Bernardo Conticelli. Nei 4 gruppi parteciperanno anche quattro enologi dell’Associazione Assoenologi e alcuni membri del circuito Vinarius.

Questo assetto delle giurie, adottato dallo scorso anno, consentirà una lettura più immediata dei risultati del concorso. Da una parte avremo il giudizio di chi tiene conto delle tendenze di mercato e vede con occhio di riguardo l’appeal esercitato dal vino in funzione delle richieste dei consumatori. Dall’altra la valutazione dei giornalisti provenienti da tutto il mondo, che potranno confrontarsi nel merito ciascuno delle proprie sensazioni.

La novità di quest’anno è che lunedì 5 giugno, durante il Salone del Vino aperto al pubblico, verranno decretati i 70 vini finalisti della manifestazione. Questi verranno nuovamente assaggiati dal 20 al 30 giugno da esperti e giornalisti del territorio nazionale, che decreteranno il miglior vino spumante, bianco, rosso e rosato della XII edizione.

La premiazione dei 70 vini selezionati e dei tre migliori vini si terrà il 27 novembre sempre al Castello di Sannicandro di Bari, durante l’evento Radici Wines Experience, che prevede anche un wine-tour con buyer e giornalisti stranieri. Per assistere al concorso e allo svolgimento delle degustazioni i produttori possono prenotarsi scrivendo a info@radicidelsud.it


GIURIE – Radici del Sud 2017

WINE-WRITERS

Gruppo 1
1. Daniele Cernilli – Italia
2. Alberto Lupini – Italia
3. Asa K. Johansson – Svezia
4. Elaine Brown – USA
5. Francesca Ciancio – Italia
6. Giacomo Bertolli – Italia
7. Giampaolo Giacomelli – Italia
8. Cristoforo Pastore – Italia
9. Jung Yong Cho – Corea del Sud
10. Michael Pinkus – Canada

Gruppo 2
11. Bernardo Conticelli – Italia
12. Giampiero Nadali – Italia
13. József Kosárka – Ungheria
14. Katarina Andersson – Svezia
15. Lorenzo Colombo – Italia
16. Mirco Carraretto – Italia
17. Monica Coluccia – Italia
18. Simon Cassina – Regno Unito
19. Tibor Vittek – Austria
20. Massimiliano Apollonio – Italia


WINE-BUYERS

Gruppo 1
1. Alfonso Cevola – USA
2. Anthony D’Anna – Australia
3. Bo Mao – Guangzhou, Cina
4. Carl Camasta – USA
5. Chun Ching Shih – Taiwan
6. David E. Sparrow – USA
7. Fernando Zamboni – Brasile
8. Helen Wen Lampecht – Canada
9. Jon Asboe – Danimarca
10. Pasquale Pastore – Italia

Gruppo 2
11. Ole Udsen – Danimarca
12. Jung Yong Cho – Corea del Sud
13. Alessio Fortunato – Cina
14. Li Dan Cao – Beijing, Cina
15. Lin Bin Yang – Guangzhou, Cina
16. Nuray Ali – Canada
17. Qi Gang Chen – Beijing, CINA
18. Terri Burney – Texas, USA
19. Yi Zhong – GuiYang, CINA
20. Evelin Hanson – Estonia


Radici del Sud 2017 – Salone dei vini e degli oli del Sud in breve
Dove: Castello Normanno Svevo di Sannicandro di Bari (BA)
Quando: 30 maggio – 5 giugno 2017
Orario di apertura al pubblico: Domenica 4 giugno dalle 15.00 alle 20.00; lunedì 5 giugno dalle 10.00 alle 20.00
Ingresso: kit di degustazione €15 (comprensivo di bicchiere, sacca portabicchiere e quaderno di degustazione) utilizzabile anche per la serata conclusiva. Coupon cena buffet € 20 (comprende la degustazione dei piatti realizzati dagli chef). Kit degustazione + coupon cena: € 35.
Parcheggio: disponibile
I minorenni non pagano l’ingresso e non possono effettuare degustazioni

Categorie
Approfondimenti

Tuttofood: Vinitaly conferma ruolo guida con Wine Discover

Vinitaly protagonista unico per la promozione del vino nell’ambito del comparto agroalimentare. Lo hanno ribadito ieri a Milano il ministro per le Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina e il presidente dell’ICE Michele Scannavini nei rispettivi interventi di apertura a TuttoFood, dove Veronafiere organizza WineDiscovery by Vinitaly.

Il prodotto vitivinicolo con 5,6 miliardi di export nel 2016 rappresenta la punta di eccellenza per il fatturato e l’immagine di uno dei settori a maggior tasso di innovazione e rappresentativi del Made in Italy.

“UN PERCORSO VIRTUOSO”
Per il ministro per Le Politiche agricole Martina: “Le fiere italiane a maggior rappresentatività per il comparto devono massimizzare le potenzialità nel settore food, di cui Verona attraverso Vinitaly rappresenta l’espressione più completa per il settore a livello internazionale con un percorso virtuoso di partnership al servizio del made in Italy inclusa l’importante esperienza del Padiglione del Vino ad Expo 2015 e la grande focalizzazione sui mercati internazionali”.

“Con il Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy – ha detto il presidente dell’ICE, Michele Scannavini – abbiamo investito molto nel food perché esistono ampi margini di crescita per esportazioni, fatturato e immagine. Ci stiamo concentrando in particolare su due grandi mercati come quello degli Stati Uniti, dove il nostro export è aumentato del 24%, della Cina e del Sud Est Asiatico, dove però è necessario aumentare la cultura e la conoscenza del prodotto italiano. In questa strategia le fiere sono leve fondamentali e Vinitaly è quella designata per il vino”.

TUTTOFOOD MILANO
A TuttoFood, dall’8 all’11 maggio a Milano, per la prima volta è presente uno spazio dedicato al vino con WineDiscovery by Vinitaly, curato da Veronafiere: due “biblioteche del vino” per i bianchi e rossi di tutte le regioni italiane, con degustazioni ad accesso libero, un’enoteca con servizio di sommelier per le bollicine e soprattutto i seminari e la formazione con i wine expert e i wine ambassador diplomati alla Vinitaly International Academy.

Per Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere: “In questi giorni a Milano, come in occasione di Expo 2015 con il Padiglione sulla vitivinicola italiana, Vinitaly ribadisce il proprio ruolo guida nella promozione del vino all’interno del comparto food nazionale, mettendo il proprio know how a servizio di aziende, istituzioni e del sistema-Paese. Una mission che portiamo avanti sia in Italia sia all’estero, dove collaboriamo attivamente con Governo e ICE, in particolare sui mercati di Stati Uniti e Cina”.

Categorie
Approfondimenti

Tuttofood, Coldiretti: vola l’agroalimentare Made in Italy

Record storico nelle esportazioni di prodotti agroalimentari Made in Italy che nel 2017 hanno fatto segnare un balzo del 10%. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata all’apertura di Tuttofood, alla Fiera di Milano, sulla base dei dati Istat sul commercio estero a gennaio 2017 che migliora il dato mensile dello scorso anno dopo che nell’intero 2016 era stato raggiunto il massimo di sempre di 38,4 miliardi di euro.

Il prodotto alimentare italiano piu’ apprezzato all’estero – sottolinea la Coldiretti – è il vino con un valore di 5,6 miliardi nel 2016, seguito dalla frutta fresca e trasformata con 4,6 miliardi, dagli ortaggi freschi e trasformati per 3,7 miliardi, da animali, carni e salumi per 3 miliardi, latte e derivati per 2,7 miliardi, la pasta con 2,3 miliardi e olio di oliva per 1,2 miliardi

Quasi i due terzi delle esportazioni nel 2017 interessano i Paesi dell’Unione Europea con il mercato comunitario che aumenta del 6%, ma il Made in Italy a tavola continua a crescere su tutti i principali mercati, dal Nordamerica all’Asia fino all’Oceania. Un balzo del 59% si registra in Russia dove tuttavia i valore restano contenuti a causa dell’embargo che ha colpito gran parte dei prodotti alimentari ad eccezione del vino e della pasta ma gli Stati Uniti – sottolinea la Coldiretti – sono di gran lunga con una crescita dell’11% il principale mercato fuori dai confini dall’Unione, ed il terzo in termini generali dopo Germania e Francia e prima della Gran Bretagna.

LA POLITICA INTERNAZIONALE
Sul successo del Made in Italy agroalimentare all’estero pesano dunque in misura rilevante i cambiamenti in atto nella politica internazionale che potrebbero tradursi in misure neoprotezionistiche.

Se il risultato delle elezioni francesi – con la vittoria dell’ europeista Emmanuel Macron – dovrebbe scongiurare scossoni, nel rapporto con la Gran Bretagna si attendono gli effetti della Brexit mentre si attendono gli effetti degli annunci del successore di Barack Obama alla guida degli Stati Uniti.

Il neopresidente Donald Trump, sempre secondo quanto sostiene Coldiretti, starebbe infatti per scegliere i prodotti dell’Unione Europea da colpire come risposta alla controversia generata dalla questione della mancata importazione di carne dagli Usa in Europa, per la disputa sugli ormoni iniziata con il ricorso al Wto nel 1996.

Nella black list all’interno della quale scegliere pubblicata dall’United States Trade Representative sul Registro federale ci sono – precisa la Coldiretti – le acque minerali che complessivamente hanno fatto segnare un valore dell’export in Usa di 147 milioni di euro nel 2016 seguite dalle polpe e dai pomodori pelati per 78,9 milioni di euro, i tartufi freschi o refrigerati per 9,7 milioni di euro, le castagne per 5 milioni e le barrette di cioccolata per appena un milione di euro.

“MERCE DI SCAMBIO”
ll settore agroalimentare troppo spesso è considerato merce di scambio nelle trattative internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale.” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “l’andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare da una piu’ efficace tutela nei confronti della ‘agropirateria’ internazionale che fattura oltre 60 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale”.

All’estero sono falsi quasi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre. In testa alla classifica dei prodotti più taroccati ci sono i formaggi a denominazione di origine Dop a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano, ma anche il Provolone, il Gorgonzola, il Pecorino Romano, l’Asiago o la Fontina. Poi ci sono i salumi più prestigiosi dal Parma al San Daniele che spesso ‘clonati’, ma anche gli extravergini di oliva, le conserve e gli ortofrutticoli come il pomodoro San Marzano. Se gli Stati Uniti sono i ‘leader’ della falsificazione, le imitazioni sono molto diffuse dall’Australia al Sud America, ma anche sul mercato europeo.

Categorie
Food Lifestyle & Travel

Gourmandia 2017: le terre golose del “gastronauta” Davide Paolini

Per la seconda edizione di Gourmandia – Le Terre Golose del Gastronauta Davide Paolini presenta una novità: Gourmandia Fest.

Negli spazi della corte dell’Ex Filanda di Santa Lucia di Piave (Treviso) – luogo dell’evento – quest’anno alla sera arrivano spettacoli teatrali, cocktail a base di ingredienti selvatici con i ragazzi di Wood*ing Bar, food truck e Dj Set Live.

L’entrata è libera e gratuita venerdì 12 maggio (dalle 18 alle 23), sabato 13 maggio (dalle 20 alle 24), domenica 14 maggio (dalle 20 alle 24).

IL PROGRAMMA
Se durante il giorno (dal 13 al 15 maggio) i visitatori potranno visitare la fiera con i più di duecento artigiani e partecipare agli show cooking con ospiti quali Antonia Klugmann, Nicola Portinari, Riccardo De Prà, Emanuele Scarello, alla sera negli spazi esterni l’evento continua fino a tarda sera. Appuntamento fisso, da venerdì 12 a domenica 14, con i ragazzi di Wood*ing Bar che propongono 4 cocktail in esclusiva (Valley: sciroppo di sambuco, vodka, tonica e castalda; Scoby: colonia simbiotica di batteri e lieviti, mezcal e radici fermentate; Mountain Fever: abete rosso, gin, soda; Spring Spritz: birra, sidro, soda, fiori di acacia) ispirati al Veneto, alla tradizione dello spritz, alle Alpi e ai grandi spazi verdi prealpini.

Wood*ing Bar utilizza per i propri drink ingredienti selvatici classificati e raccolti in territori incontaminati con la disciplina del foraging, batteri, lieviti e fermentazioni, seguendo i dettami delle scienze alimurgiche, nel rispetto degli ecosistemi tutelando la salvaguardia della biodiversità. Sempre presenti nell’area esterna anche i food truck con il cibo di strada a rappresentare il meglio della tradizione gastronomica. Come Bobson che da Milano porta  la sua specialità: gli gnocchi di bosco: gnocchetti di patate con crema di gorgonzola e frutti di bosco freschi.

Presente anche la Polpetteria dei Fratelli Lamberti con il cavallo di battaglia La Tradizionale, ovvero polpette di carne di Fassona Piemontese al sugo sotto forma di panino. Las Bravas e Tapas Street Food propongono il meglio della cucina di strada spagnola. Zibo porta con Giulio e Alessandro l’alta cucina su due ruote, nello spirito di un altro food truck presente, quello di Chef in Viaggio. Brambù offre il meglio della cucina veneta e piemontese.

Non mancheranno spettacoli e teatro. Venerdì 12 maggio in programma Invasioni Lunari. Alle 21 e  alle 22:30 una performance artistica realizzata dalla Compagnia Teatrale internazionale ParolaBianca con danza tra luci e giochi d’ombra. Sabato 14 maggio alle 21 e alle 22:30 in programma invece Cristal Wings. Sempre la Compagnia Teatrale ParolaBianca con uno spettacolo in cui luna, danza, luci, giocano con i ballerini in uno scenario fiabesco. Infine tutte le sere presente il Dj Set Live con Radio Padova. Alberto Martin proporrà musica new soul, vintage e soft funky. Info: gourmandia.gastronauta.it | info@gastronauta.it


Gourmandia in breve
Quando: 13 / 14 / 15 maggio 2017
Dove: Fiera di Santa Lucia – Via Mareno 1, Santa Lucia di Piave (Treviso)
Orario Gourmandia: Sabato 13.00-20.00; Domenica 10.00-20.00; Lunedì 10.00-18.00
Ingresso adulti: 10 euro
Ingresso bambini (6-12 anni): 5 euro
Orario GourmandiaFest: Venerdì 18.00-23.00; Sabato 20.00-24.00; Domenica 20.00-24.00
Ingresso: Gratuito

Categorie
news ed eventi

Il Mercato dei Vini e dei Vignaioli Indipendenti sbarca a Roma

Saranno 212 i vignaioli indipendenti della FIVI che animeranno il Salone delle Fontane all’EUR sabato 13 e domenica 14 maggio 2017 per la prima edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti di Roma.

Un appuntamento realizzato in collaborazione con Daniele De Ventura di Little Market e fortemente voluto dagli stessi vignaioli, soprattutto per andare incontro a chi a causa della distanza non è mai riuscito a partecipare all’appuntamento di Piacenza di fine novembre. Ma che ha anche un valore istituzionale.

“Spostarsi verso sud per noi è una priorità – afferma Matilde Poggi, presidente FIVI – ma Roma ha anche un significato simbolico. È lì che hanno sede le istituzioni ed è lì che vogliamo far sentire sempre di più la voce degli oltre mille Vignaioli Indipendenti di tutta Italia”. La FIVI è infatti attualmente impegnata in un dialogo continuo con il Ministero, su temi quali il Dossier Burocrazia, la rappresentanza nei Consorzi di Tutela e i decreti attuativi del Testo Unico del Vino.

Quello di Roma sarà un vero e proprio mercato, un’occasione unica per ascoltare direttamente il racconto di chi tutti i giorni vive la vigna e si confronta costantemente con il territorio, per assaggiare i vini dalle mani dei vignaioli e acquistare le bottiglie (qui l’elenco dei vignaioli presenti).

Proprio per questo il pubblico troverà a sua disposizione carrelli e cestini: una formula già sperimentata a Piacenza, che ha incontrato il grande favore degli appassionati. Il Mercato dei vini dei Vignaioli Indipenenti sarà aperto al pubblico dalle 11.00 alle 19.00. Ingresso giornaliero 15 euro (ridotto per soci AIS – FIS – FISAR – ONAV – AIES e SLOW FOOD). Prevendite on line: https://goo.gl/dQEGNw


Mercato dei vini Roma in breve
Dove: Salone delle Fontane, Via Ciro il Grande, 10-12, 00144 Roma
Quando: sabato 13 e domenica 14 maggio 2017
Orario di apertura al pubblico: dalle 11.00 alle 19.00
Ingresso: € 15.00 comprensivo di bicchiere per degustazioni ingresso giornaliero.
I minorenni non pagano l’ingresso e non possono effettuare degustazioni


Categorie
Approfondimenti

Export italiano di vino e uva: ecco la mappa

L’agroalimentare “made in Italy” nel mondo vale 38 miliardi di euro all’anno e cresce del 3,5%, secondo i dati della Camera di commercio di Milano. Ma per sapere dove va e da dove parte l’export, quali sono i maggiori mercati di sbocco e i prodotti più apprezzati arriva la mappa: “L’agroalimentare italiano nel mondo”, realizzata dalla Camera di commercio di Milano e Coldiretti, con Promos, azienda speciale della Camera di commercio per le Attività Internazionali. La mappa, disponibile in italiano e inglese, è scaricabile in Internet (http://www.promos-milano.it/Informazione/Note-Settoriali/Mappa-Export-Agroalimentare.kl). Un documento che arriva a poche ore da “Milano Food City”, la settimana dedicata al cibo e alla cultura della sana alimentazione, in programma dal 4 all’11 maggio, con oltre 320 eventi.

L’EXPORT DI VINO E UVA
L’export di vino e uva italiana vale 5,6 miliardi e segna un +4,3%. Il maggiori partner sono gli USA (24%), seguiti da Germania (17,4%) e Regno Unito (13,6%). I mercati emergenti sono quelli di Polonia (+27%), Repubblica Ceca (+20,1%) e Cina (+13,8%). Trai primi 20: Svizzera, Canada e Francia.

Per quanto riguarda uva e agrumi, il valore dell’export dell’Italia raggiunge i 3,4 miliardi, con un +2,9%. I maggiori partner sono Germania (29,6%), Francia (9,5%) e Spagna (5,6%). I mercati emergenti Austria (+13,7%), Arabia Saudita (+13,3%) e Slovenia (+12%). Tra i primi 20: Regno Unito, Svezia, Egitto.

L’AGROALIMENTARE
Spiega Giovanni Benedetti, Direttore della Coldiretti Lombardia e membro di giunta della Camera di commercio di Milano: “Expo ha dato un contributo significativo al confronto sul mondo dell’alimentazione che bisogna mantenere come punto di riferimento per le iniziative della città. Non è un caso che nel mondo il patrimonio eno gastronomico italiano sia tra i più copiati, con un valore che ogni anno raggiunge i 60 miliardi di euro, che vengono sottratti all’economia del nostro Paese”.

“Con un export agroalimentare che ha raggiunto i 38 miliardi di euro totali – continua Benedetti – parlare di cibo in Italia non è più solo un tema per addetti del settore, ma significa ragionare su quelli  che possono essere, per tutti, gli sviluppi economici e occupazionali di un comparto sempre più importante”.

Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Svizzera concentrano la metà dell’export. Tutte le principali destinazioni sono in crescita, in particolare Stati Uniti (+5,7%), Francia e Germania (+3%). In ascesa anche la Spagna 6° (+7,2%) e i Paesi Bassi 7° (+6,2%). Ma i prodotti “made in Italy” raggiungono anche Giappone (al 10° posto), Canada (11°), Australia (16°) e Cina (20°).

In aumento soprattutto Romania (+16%) e Repubblica Ceca (+13%) ma torna a crescere anche la Russia, +10% (19°). E se la Germania e la Francia sono i primi acquirenti per quasi tutti i prodotti, gli Stati Uniti eccellono per vini, acque minerali e oli, la Spagna per pesce fresco, le Filippine e la Grecia per alimenti per animali.

In forte crescita la Corea del Sud per prodotti da forno e lattiero caseari, l’Austria e l’Arabia Saudita per uva e agrumi, la Cina per gelati e oli, la Romania per cioccolato, caffè, piatti pronti e pesce lavorato, la Libia per frutta e ortaggi, Hong Kong per carni, Etiopia e Kenya per granaglie, la Russia per alimenti per animali, il Belgio per cereali e riso, la Polonia per vini e la Spagna per acque minerali. Emerge da elaborazioni della Camera di commercio di Milano su dati Istat, anni 2016 e 2015.

I PRODOTTI MADE IN ITALY PIU’ ESPORTATI
Cioccolato, tè, caffè, spezie e piatti pronti con 6,2 miliardi di euro, seguiti dai vini con 5,6 miliardi di euro, vengono poi pane, pasta e farinacei con 3,6 miliardi di euro ma anche frutta e ortaggi lavorati e conservati, uva e agrumi con 3,4 miliardi di euro. Gli aumenti più consistenti si registrano per cioccolato, latte e formaggi, pesca e acquacoltura (+6%), oli e gelati (+5%), vini e granaglie (+4%).

I maggiori esportatori italiani? Verona con 2,9 miliardi di euro, Cuneo con 2,5 miliardi e Parma con 1,6 miliardi, Milano è quinta con 1,4 miliardi, il 4% del totale. Bolzano 4°, Salerno 6° e Modena 7°. Tra le prime venti posizioni la maggiore crescita a Venezia (+15%), Padova (+12%), Firenze, Torino e Bergamo (+11%).

LA LOMBARDIA
Con 5,9 miliardi di export, la Lombardia rappresenta più di un settimo del totale italiano. Oltre a Milano, 5° in Italia, tra le prime 20 ci sono anche Bergamo 12° e Mantova 18°. A crescere di più sono Lodi che raddoppia il suo export (+103,8%), Sondrio (+16,1%), Cremona e Varese (+11%).

La Lombardia per peso sul totale nazionale si distingue in pesci, crostacei lavorati e conservati, con il 38%: Como leader italiana (31%, +12,1%), Brescia 10° e Milano 14°, ma anche in prodotti lattiero-caseari dove rappresenta il 36,8% del totale con Mantova 3°, Lodi 4°, Cremona 6°, Brescia 7°, Bergamo 9°, Pavia 14° e Milano 15°. Pavia è invece al primo posto per granaglie, amidi e prodotti amidacei (16% nazionale).

Categorie
news ed eventi

“Vulcanei”: la seconda edizione torna a Monselice

Si svolgerà il 6 ed il 7 Maggio, nella splendida cornice del Castello di Lispida, a Monticelli di Monselice (PD) la seconda edizione di “Vulcanei”.

Organizzata dal Consorzio Vini dei Colli Euganei insieme a Strada del Vino Colli Euganei, Terme di Montegrotto Abano Terme e Volcanic Wines (associazione delle doc di origine vulcanica italiane nata nel 2012), Vulcanei si propone come un viaggio sensoriale attraverso i vini provenienti da diverse regioni italiane ed estere con un unico denominatore: vigneti allevati su suoli di origine vulcanica.

Tra Veneto, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia si stimano oltre 17.000 ettari vitati di origine vulcanica (attiva o passiva). Terroir naturalmente ricchi di fosforo, magnesio e potassio, elementi che regalano al vino caratteristiche uniche di mineralità, acidità e longevità. Vigneti allevati a piede franco grazie alla natura sabbiosa delle ceneri. Terroir che saranno rappresentati ai banchi di assaggi curati sia da Cantine ospiti, sia da Consorzi ed Enoteche Regionali che proporranno una selezione dei prodotti più rappresentaivi.

Tra le novità della manifestazione 2017 Vulcanei in volo, l’emozione di un aperitivo ad alta quota sorvolando i Colli Euganei, Vulcanei in  tour, navetta che guiderà i wineleovers dalle terme al Castello e concerti di musica Jazz proveniente anche dalla Stiria (territorio ospite della manifestazione)

IL PROGRAMMA

Sabato 06 maggio

ore 16.00 I vini vulcanici del Veneto, così vecchi così giovani, degustazione di vecchie annate a cura di Carlo Zucchetti

ore 17.00 Viaggio tra i vulcani Italiani, dal Veneto alla Sicilia

ore 18.00 Alla scoperta dell’olio dei Colli Euganei, degustazione guidata

ore 19.00 I vini della Stiria a cura del Consorzio Vulkanland

Domenica 07 maggio

ore 12.00 Alla scoperta dell’olio dei Colli Euganei, degustazione guidata

ore 13.00 Bollicine vulcaniche

ore 14.00 I vini della Tuscia presentati da Carlo Zucchetti

ore 15.00 Colli Euganei, dall’autoctono all’internazionale alla scoperta del carattere vulcanico

ore 16.00 Vulture, Vesuvio, Campi Flegrei e Etna, il caldo fascino del sud

ore 17.00 Alla scoperta dell’olio dei Colli Euganei, degustazione guidata a cura dell’AIPO

Ingresso 15 euro comprensivi di calice, borsina, accesso a tutti i banchi d’assaggio e ai concerti jazz.

 

Categorie
news ed eventi

Lombardia, gelo all’orizzonte: paura per i vigneti

Il 30% dei vigneti lombardi è stato danneggiato dal maltempo e dalle gelate tardive e problemi ci sono anche per alcune semine del mais, per i frutteti dell’Oltrepò pavese e gli ortaggi nella zona del Comasco e della Brianza.

E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti Lombardia alla vigilia della nuova perturbazione che sta per colpire nel centro nord con rovesci e temporali, localmente forti e accompagnati da grandine e neve sulle Alpi sopra i 1.300 metri ma quota in calo fin sopra i 1.000 metri nella notte. Una situazione che rischia di aggravare la situazione dei vigneti e che preoccupa gli agricoltori.

LE ZONE A RISCHIO
Secondo le rilevazioni di Coldiretti Lombardia: nelle ultime due settimane è stato colpito il 15% della superficie vitata di Bergamo con danni fra il 60% e il 90%, in provincia di Brescia si stima una riduzione di circa il 30% nella produzione in Franciacorta e di circa il 20% per la zona Valtenesi, mentre nell’area del Lugana i danni sono stati più distribuiti a macchia di leopardo. Danni notevoli, continua la Coldiretti Lombardia, sono stati registrati anche sui vigneti nell’alto e basso Mantovano nelle zone del Lambrusco, con punte anche del 50% sulle singole produzioni. A Pavia, la superficie dell’area colpita può essere stimata, in questa prima fase, tra il 20% e il 25% dell’intera superficie vitata dell’Oltrepò Pavese. Infine in Valtellina hanno “pagato dazio” le zone più fredde con problemi su circa il 10% delle superfici.

“I cambiamenti climatici – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – negli ultimi dieci anni hanno provocato danni per 14 miliardi di euro in Italia. Ormai dobbiamo fare i conti con eventi sempre più estremi sia sul fronte delle temperature che su quello delle precipitazioni. Tanto che nelle ultime due settimane, più che primavera sembrava di essere in inverno”.

SETTORE CHIAVE
La preoccupazione per la produzione vitivinicola è giustificata anche dal fatto che il settore occupa oltre 9 mila persone alle quali vanno però aggiunte quelle impiegate nell’indotto e gli stagionali, mentre sono più di tremila le aziende attive: 1.573 a Pavia, 614 a Brescia, 305 a Sondrio, 207 a Bergamo, 169 a Mantova, 162 a Milano, 28 a Varese, 21 a Monza e Brianza, 18 a Como, 18 a Lecco, 10 a Lodi e anche 9 a Cremona.

Alle produzioni DOCG, DOC e IGT la Lombardia dedica quasi il 90% del suo vino. Fra i Doc, l’aumento delle produzioni negli ultimi cinque anni è stata di oltre 45mila ettolitri e fra essi il Lugana è cresciuto del 43% superando i 76mila ettolitri nel 2016. In crescita anche le IGT (fra i quali troviamo i lambruschi mantovani e i vini delle colline di San Colombano) con un incremento di 34mila ettolitri rispetto al 2012 per superare l’anno scorso i 513mila ettolitri totali. Inoltre negli ultimi 15 anni  le esportazioni in valore dei vini lombardi sono passati da 153 a 258 milioni di euro con un incremento di quasi il 69% con una forte crescita, accanto alle tradizionali piazze americane e nord europee, anche della Cina, di Hong Kong, della Spagna, del Regno Unito, della Russia e della Francia.

IL RESTO DEL PAESE
L’arrivo di un nuovo vortice aggrava i danni nelle campagne di una pazza primavera segnata da nubifragi, siccità e gelate fuori stagione che hanno decimato i raccolti in frutteti, vigneti e nelle coltivazioni orticole, tanto che dal Piemonte al Veneto è stato chiesto lo stato di calamità, con la situazione che è comunque drammatica anche nelle regioni del Centro Italia.

Il gelo si è accanito sui vigneti dalla Val d’Aosta alla Lombardia, dal Veneto al Lazio, dalla Toscana alle Marche, dalla Campania fino alla Sardegna. Dai monitoraggi emergono i gravissimi danni subiti da alcune produzioni tipiche e di qualità come i radicchi veneti, le pere mantovane, le ciliegie di Vignola (Modena), i kiwi laziali e le mele annurca della Campania, ma anche i forti problemi che stanno incontrando le piante di acacia in Piemonte, importantissime per il lavoro delle api, e gli ulivi in Campania per i quali gli effetti delle gelate, dovranno essere valutati in seguito.

Una situazione che conferma i cambiamenti climatici in atto che in Italia si manifestano con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi anche con il rapido passaggio dalla siccità all’alluvione, precipitazioni brevi e violente accompagnate anche da grandine con pesanti effetti sull’agricoltura italiana che negli ultimi dieci anni ha subito danni per 14 miliardi di euro a causa delle bizzarrie del tempo.

Categorie
news ed eventi

Orcia Wine Festival: bilancio super positivo

Si è concluso l’Orcia Wine Festival dei record. Quattro giorni da tutto esaurito a San Quirico d’Orcia, per l’ottava edizione della kermesse enologica dedicata alle produzioni Orcia, organizzata dall’Amministrazione comunale con il Consorzio del Vino Orcia e la collaborazione di Onav Siena. Oltre 2 mila gli ingressi alla mostra mercato; 430 i turisti che hanno raggiunto San Quirico con il Treno Natura; tutte esaurite anche le visite in cantina ed i tour con le mountain bike, così come le degustazioni, sia quelle a cura di Onav Siena sia quella di apertura tenuta da Kerin O’Keefe Italian editor di Wine Enthusiast.

E per l’ultima giornata dedicata all’incontro con i produttori hanno partecipato 40 operatori del territorio.  E dopo il ponte pasquale, il weekend dell’Orcia Wine Festival, terminato con il ponte della festa della Liberazione, ha fatto registrare l’ennesimo boom di presenze turistiche: complete le strutture ricettive, con un tasso di occupazione che ha sfiorato il 100 per cento (65% a livello provinciale). Pieni anche i parcheggi ma nessun disservizio o problemi particolari alla viabilità, grazie alla presenza costante della polizia municipale. Pienone anche nei ristoranti di San Quirico e Bagno Vignoni.

”Va in archivio un’edizione record dell’Orcia Wine Festival – commenta Valeria Agnelli, sindaco di San Quirico d’Orcia – sia in termini numerici, sia in termini di qualità degli eventi e appuntamenti in programma. E’ stata un’edizione che ha visto la presenza di tanti winelover e appassionati dei vini della Val d’Orcia provenienti da tutta Italia e dall’estero, ed un centro storico vestito a festa grazie anche alla partecipazione dei negozi che hanno allestito vetrine dedicate al vino. Molti anche gli amanti del trekking e della bici per le strade bianche, per visitare i paesaggi delle nostre colline e le aziende vitivinicole”.

Un format che si conferma vincente in uno scenario unico come Palazzo Chigi, l’eleganza delle sale affrescate, il luogo ideale per conoscere e degustare i vini delle aziende del territorio. Produzioni in crescita di volumi e di qualità media – aggiunge Agnelli -, come gli esperti ci confermano, con ampi margini di ulteriore crescita: questo grazie al lavoro quotidiano dei nostri vignaioli che passo dopo passo stanno creando un’economia sempre più importante intorno al vino. Come amministrazione vogliamo essere al fianco delle imprese ed il compito di sostenere l’imprenditoria locale, anche in agricoltura, che ha risvolti concreti e positivi a livello occupazionale, in primis giovanile. Eventi come l’Orcia Wine Festival, rappresentano il fiore all’occhiello di un percorso che vede il turismo al centro del sistema economico e offerta di servizi».

Un ringraziamento – sottolinea l’Amministrazione comunale – va ai produttori che hanno partecipato, al Consorzio del Vino Orcia, all’Onav Siena e alla delegazione ospite dell’Onav Catania; alla Pro Loco di San Quirico, ai Quartieri della Festa del Barbarossa, al gruppo instagram Igers Siena; a Scienze della Comunicazione dell’Università di Siena (per i cortometraggi realizzati con le aziende vitivinicole); alle tre strutture termali di Bagno Vignoni per le iniziative che le hanno viste coprotagoniste; al Gruppo Sportivo San Quirico per il supporto logistico; all’Associazione Rami Musicali per la strepitosa opera lirica rappeesentata nel Teatrino di Palazzo Chigi; a Podere Forte per il format Piccola Fattoria Podere Forte.

Categorie
Approfondimenti

L’etichetta Semaforo mette a rischio le esportazioni Made in Italy

L’arrivo anche in Francia dell’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti mette a rischio 4,2 miliardi di euro di esportazioni Made in Italy nel paese transalpino, secondo partner commerciale del nostro Paese, e rappresenta una deriva preoccupante rispetto alla quale l’Ue deve ora intervenire. E’ quanto afferma la Coldiretti dopo che il governo francese ha notificato alla Commissione europea il decreto che fissa le specifiche del ‘Nutri-score’, l’etichetta a semaforo che classifica gli alimenti con cinque colori secondo il loro contenuto di ingredienti ‘buoni’ (fibre, frutta, verdura) o ‘cattivi’ (grassi, zuccheri).

Il provvedimento del Paese transalpino segue – ricorda la Coldiretti – l’adozione del sistema di informazione visiva, fuorviante discriminatorio ed incompleto, adottato in Gran Bretagna, che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. In questo modo si mette in pericolo l’85% del Made in Italy a denominazione di origine (Dop) che la stessa Unione Europea dovrebbe invece tutelare e valorizzare.

Ad essere bocciati dal semaforo rosso ci sono, infatti, tra gli altri – spiega la Coldiretti – le prime tre specialità italiane Dop piu’ vendute in Italia e all’estero come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma, ma si arriva addirittura a colpire anche l’extravergine di oliva, considerato il simbolo della dieta mediterranea.

Con l’inganno delle etichette a semaforo si rischia di sostenere, con la semplificazione, modelli alimentari sbagliati che mettono in pericolo, non solo la salute dei cittadini italiani ed europei ma anche un sistema produttivo di qualità che si è affermato pure grazie ai riconoscimenti dell’Unione Europea. In gioco – ha precisato – c’è la leadership italiana in Europa nelle produzioni di qualità con 289 riconoscimenti di prodotti a denominazione (Dop/Igp)

Rischia pero’ di essere messo all’indice solo nelle produzioni a denominazione di origine (Dop) – precisa la Coldiretti – un sistema di eccellenza del Made in Italy che genera un volume di affari al consumo di 11,5 miliardi di euro, con 70 mila operatori, ma il conto è in realtà ben piu’ salato e riguarda interi settori chiave che vanno dai salumi ai formaggi fino all’olio di oliva. L’etichetta semaforo indica – conclude la Coldiretti – con i bollini rosso, giallo o verde il contenuto di nutrienti critici per la salute come grassi, sali e zuccheri, ma non basandosi sulle quantità effettivamente consumate, bensì solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze, porta a conclusioni fuorvianti arrivando a promuovere cibi spazzatura come le bevande gassate senza zucchero e a bocciare elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva.

Categorie
Approfondimenti

Focus su genomica e post genomica alla Fondazione Edmund Mach

Immagine di repertorio

Si è svolto oggi alla Fondazione Edmund Mach il convegno patrocinato dall’Accademia italiana della vite e del vino, prestigiosa istituzione fondata nel 1949 per promuovere il settore vitivinicolo italiano. Al centro dell’incontro, che ha riunito presso il Palazzo della Ricerca e della Conoscenza un centinaio di accademici del vino, il tema della genomica e post genomica, con focus sulle prospettive e applicazioni per la viticoltura italiana.

Sono intervenuti in apertura il presidente FEM, Andrea Segrè, e il presidente dell’Accademia, Antonio Calò, alla presenza del direttore generale, Sergio Menapace, e del dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico, Michele Pontalti.

“L’originalità italiana è profonda – ha spiegato Antonio Calò– perché fra i vini “di vitigni” e “di zona”, sono stati valorizzati vitigni particolari in zone particolari. Sul pilastro costituito dai vitigni vi sono all’orizzonte prospettive formidabili sostenute dai progressi della genetica e ciò è fondamentale per la sostenibilità delle coltivazioni. Ma, attenzione, a non perdere il patrimonio di variabilità oggi esistente”.
Riccardo Velasco, responsabile del dipartimento genomica e biologia piante da frutto, ha parlato di applicazioni biotecnologiche per una viticoltura sostenibile. La genetica ed ancor più la genomica hanno caratterizzato, infatti, la conoscenza scientifica di questo ultimo decennio, forse più nella vite che per qualunque altra specie coltivata. Il genoma della vite, pubblicato nel 2007 e oggetto di continuo affinamento da parte di numerosi gruppi internazionali, ha avuto, in particolar modo dall’Italia, una grande attenzione e numerosi contributi alla sua approfondita conoscenza, ed è stato anche in un certo qual modo pioniere per l’intero comparto orto-viti-frutticolo. “Grazie a questi studi – ha spiegato Velasco- è oggi possibile pensare ad un approccio radicalmente diverso alla gestione della vite, a prospettive del tutto nuove della viticoltura del futuro” . Nuovi approcci biotecnologici forniscono oggi alternative al miglioramento genetico classico, pur supportato dai marcatori molecolari. I prodotti dei due approcci sono egualmente utili ed interessanti”.
E’ stata la volta poi di Marco Stefanini, responsabile dell’unità genetica e miglioramento genetico della vite, che ha illustrato l’attività di miglioramento genetico della vite con la tecnica dell’incrocio presso la FEM che ha riguardato la produzione di nuovi genotipi maggiormente tolleranti alle principali patologie fungine della vite.
“Il valore dell’attività di incrocio, oltre ad ottenere viti con produzioni qualitativamente interessanti e adatte a ridurre gli interventi fitosanitari, permettono di rintracciare caratteri di adattamento a condizioni climatiche in evoluzione o esigenze di mercato in continua mutazione. Anche in questa ottica è importante l’attività di selezione di nuovi genotipi ottenuti da incrocio di Vitis vinifera e selezionati come primo carattere la maggiore tolleranza alla botrite. Presso la FEM si producono circa 15.000 semenzali per ogni anno, provenienti da circa 50-60 combinazioni di incrocio, selezionati per la tolleranza alle patologie fungine e qualità della produzione. Sono in fase di raccolta dati per l’iscrizione al Registro nazionale delle Varietà di Vite da vino 30 incroci di Vitis vinifera di cui 4 già iscritte (IASMA ECO 1;2;3;4) , 10 resistenti a peronospora e oidio.
Infine, Arturo Pironti, consulente legale in-house FEM, ha fatto un breve excursus storico-giuridico in tema di proprietà intellettuale, parlando nello specifico di tecniche di protezione giuridica dell’innovazione nel settore vegetale offerte dall’ordinamento, uno strumento necessario per una efficace valorizzazione. “Il recente e sempre più vivo dibattito sui nuovi approcci biotecnologici in tema di miglioramento genetico del materiale vegetale rappresenta la cartina di tornasole ideale attraverso cui misurare e valutare lo stato attuale del rapporto tra la disciplina sui brevetti biotecnologici e quella sulle privative per nuove varietà vegetali”.
L’Accademia Italiana della Vite e del Vino, una tra le più prestigiose istituzioni in campo vitivinicolo,  è stata costituita il 30 luglio 1949 dal Comitato Nazionale Vitivinicolo con decreto firmato dall’allora Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, ed eretta a Ente Morale il 25 luglio 1952.  L’appartenenza all’Accademia è considerata come il raggiungimento di un traguardo professionale di prestigio e di onore: attualmente comprende circa 500 membri. L’Accademia ha tra i suoi compiti statutari quello di promuovere gli studi, le ricerche e i dibattiti sui principali problemi della viticoltura e dell’enologia nonché quello di organizzare convegni (Tornate) per discutere dei più importanti problemi di ordine tecnico, economico e giuridico che interessano la vitivinicoltura

Categorie
Approfondimenti news

Le Cantine Ferrari partner di Milano Food City

Dopo il successo a Expo Milano 2015, dove sono state protagoniste sia come brindisi di tutti i momenti ufficiali del Padiglione Italia, sia con il Ferrari Spazio Bollicine, le Cantine Ferrari scelgono di supportare Milano Food City attraverso l’iniziativa della Fondazione Feltrinelli “Food for All! Dalla Carta di Milano al cibo del futuro, per tutti”.

Il progetto vuole riportare l’attenzione sui temi sottoscritti da cittadini e istituzioni nella Carta di Milano, l’eredità culturale lasciata da Expo Milano 2015, che le Cantine Ferrari sposano con il loro impegno verso la tutela dell’ambiente e la salute di chi lavora in vigna.

Da oltre un secolo, Ferrari è frutto della continua ricerca dell’eccellenza e dello stretto legame con il territorio trentino e le sue montagne, dove vengono coltivati tutti i vigneti per la produzione dei Trentodoc Ferrari. Ciascun filare è espressione del profondo rispetto per la natura e del contatto continuo dell’uomo con la terra. Per questo le Cantine Ferrari hanno lavorato a lungo con dedizione e passione per ottenere quest’anno la certificazione biologica di tutti i vigneti di proprietà e hanno formato sui temi della sostenibilità anche le 500 famiglie conferenti di uva grazie all’introduzione di un protocollo denominato “Il Vigneto Ferrari: per una viticoltura di montagna salubre e sostenibile”.

Le bollicine Ferrari saranno dunque il brindisi degli appuntamenti più significativi della settimana di Milano Food City, a partire dall’inaugurazione del 3 maggio presso la Fondazione Feltrinelli negli spazi di Viale Pasubio. Qui sono attesi 150 rappresentanti del mondo delle istituzioni, delle imprese, della ricerca e della società civile che si confronteranno sulle trasformazioni in atto e sui trend futuri in campo agroalimentare.

“Food for All! – ha commentato Matteo Lunelli, Presidente delle Cantine Ferrari – mira a sensibilizzare sulla dimensione etica del cibo ed è coerente con il nostro impegno sul fronte della sostenibilità in termini ambientali ma anche sociali ed economici. La Carta di Milano chiude dicendo che futuro sostenibile e giusto è anche nostra responsabilità; per un imprenditore significa gestire un’azienda non solo per gratificare gli azionisti ma anche per produrre benessere, sicurezza e bellezza per tutti gli stakeholder e per la comunità che ci ospita”.

Categorie
Approfondimenti

Il Ministro Martina incontra la filiera

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che si è tenuta il 26 Aprile al Mipaaf una riunione della filiera vitivinicola alla presenza del Ministro Maurizio Martina. All’incontro erano presenti le principali rappresentanze ed organizzazioni del settore per un confronto su alcune priorità del comparto.

In particolare sono stati tre gli assi di lavoro: attuazione del testo unico del vino, nuovo decreto Ocm promozione per la campagna 2017/2018 e operatività del registro telematico del vino. Sul primo punto si è stabilito un metodo di lavoro per la partecipazione di tutti i soggetti della filiera nella fase di adozione dei decreti attuativi, che prevede un confronto stringente da svolgersi già nelle prossime settimane sul pacchetto di provvedimenti pronti. C’è stata una prima analisi delle esigenze di miglioramento del decreto relativo alla promozione, che sarà condiviso anch’esso con le rappresentanze del settore. Sul fronte del registro telematico è stata confermata la proroga dello stop alle sanzioni fino al 30 giugno, che verrà adottata con decreto del Ministro già nelle prossime ore.
“È stato un incontro positivo – ha dichiarato il Ministro – per aiutare concretamente il settore vitivinicolo a consolidare la leadership italiana. Il nostro metodo di lavoro è di massima condivisione con la filiera dei provvedimenti che dovranno essere utili a semplificare la vita delle aziende e a rafforzare la promozione internazionale. Allo stesso tempo il confronto operativo deve avere tempi certi, procedendo con le priorità individuate dal tavolo”.
Categorie
news ed eventi

Torna la Mangialonga Picena: edizione ricca di novità

Dieci tappe di sapori gourmet, golosi abbinamenti con i vini e le birre artigianali del territorio e un’immersione nei paesaggi collinari incontaminati: con i suoi capolavori nel piatto e nel calice tornerà domenica 23 luglio la Mangialonga Picena, passeggiata enogastronomica tra i vigneti e il borgo di Offida organizzata dall’associazione culturale Picenum Tour in collaborazione con gli chef e le cantine della provincia ascolana. Più ricco che mai il programma della quarta edizione della manifestazione, che ogni estate richiama centinaia di partecipanti e anche quest’anno propone un percorso di gusto e natura lungo 6,5 km per far conoscere i tesori enogastronomici e paesaggistici del sud delle Marche a turisti italiani e stranieri.

Punto di partenza della Mangialonga Picena 2017 sarà la Piazza de Popolo di Offida, dove i partecipanti partiranno in piccoli gruppi, dalle 10.30 alle 14.30, dopo aver ricevuto il kit ufficiale della passeggiata. La prima tappa di giornata sarà in paese all’Enoteca Spazio Vino (Chiostro San Francesco) per uno sfizioso aperitivo con la Margherita Morrison’s (mozzarella, pomodoro a pezzettoni, basilico e ricotta salata) del Morrison’s Pub e le birre artigianali del Birrificio Carnival. Da lì i partecipanti si sposteranno alla Tenuta Cocci Grifoni, dove ad attenderli ci saranno Simone e Sara Marconi del ristorante Attico sul Mare con il polpo cotto nella sua acqua, fagioli e gelato di cipolla rossa e lo chef Nikita Sergeev (L’Arcade) con l’insalata con acciughe, limone ed erbe aromatiche dello chef per gli amanti dei sapori vegan e gluten free.

Tra suggestivi scorci di panorama e filari ordinati di vigneti la terza tappa della Mangialonga Picena sarà itinerante lungo i calanchi di Ripatransone. Qui gli chef Andrea Romani (La Croisette) e Riccardo Lupi e Sandro Di Donato (Il Desco) proporranno rispettivamente una carrozza di pesce azzurro con riduzione di pomodoro confit e il coniglio fritto abbinati ai vini biologici di San Giovanni. Proseguendo il cammino, due primi gourmet saranno i protagonisti all’azienda agricola Aurora, dove lo chef Daniele Citeroni (Osteria Ophis) e lo chef Andrea Mosca (Marili) delizieranno gli enogastronauti con un cannellone al cucchiaio e gli gnocchi in salsa brodettata. Una pausa rinfrescante da godere all’interno del Boschetto del Fiobbo con yogurt zenzero e albicocca guarnito con frutta sciroppata ed estratti alla frutta servito dal mastro gelatiere Fabio Bracciotti della Sorbetteria Crème Glacée sarà il preludio alla sesta tappa presso la terrazza panoramica della cantina Paolini e Stanford. Qui il Ristorante Caffè Meletti servirà il maialino nostrano alle erbe officinali, mirtillo nero al sentore di Anisetta Meletti e prosciutto di Norcia, mentre la chef Maria Elena Cicchi (Villa Cicchi) proporrà un flan di parmigiano con crumble di verdure estive con gelatina di pomodori e vaniglia. Una ricca selezione di formaggi marchigiani dell’azienda agricola Fontegranne abbinati ai vini dell’azienda San Filippo nel giardino dell’omonima chiesa sarà l’ultima degustazione in campagna della giornata, a cui seguirà il ritorno all’interno del borgo di Offida per concludere il viaggio di gusto con dessert d’autore.

Lungo le vie del paese i food travellers faranno tappa al Vì/Strò per le Pesche della Valdaso con ricotta mantecata e cioccolato bianco dello chef Luca De Cesaris (Piccolo Teatro) e al Ciù Ciù showroom per la zuppetta di frutta fresca con spuma al basilico e meringa al pomodoro della chef Sabrina Tuzi (Degusteria del Gigante). Tutti i piatti della giornata saranno abbinati con il Pecorino, la Passerina, il Montepulciano e gli altri vini autoctoni del territorio prodotti dalle cantine Tenuta Cocci Grifoni, San Giovanni, Aurora, Paolini e Stanford, San Filippo, Tenuta La Riserva e Ciù Ciù o con le bibite analcoliche Paoletti. Il gran finale della Mangialonga Picena si terrà in Piazza del Popolo, che per l’occasione si trasformerà in un’arena del gusto con il vin cotto dell’azienda agricola Colline Offidane, il funghetto offidano di Fior di Farina, le miscele di Caffè Orlandi Passion e il tipico elisir dell’Anisetta Rosati. A scandire il mix di sapori lungo il percorso e nella festa finale saranno musica dal vivo, approfondimenti tematici sui prodotti piceni e sul paesaggio e altre sorprese di strada.

E’ possibile iscriversi alla manifestazione – fino a esaurimento posti – direttamente sul sito web www.mangialongapicena.it. In caso di maltempo l’evento si terrà domenica 30 luglio con lo stesso programma.

Categorie
news ed eventi

Carovana rosso rubino: il Sagrantino sposa il turismo sostenibile

Un suggestivo viaggio tra i filari attende gli appassionati della vita in bicicletta: i 39,2 chilometri che da Foligno condurranno i ciclisti a ridosso delle mura del borgo medievale di Montefalco, scenario della Sagrantino Stage, da oggi diventano “pedalabili” grazie all’installazione di una speciale segnaletica visibile lungo tutto il percorso.

L’iniziativa, promossa dal Consorzio Tutela Vini Montefalco, mira a spronare i ciclo-viaggiatori a montare in sella ed entrare in contatto con le storie e i luoghi del Sagrantino per un viaggio a tutta sostenibilità.

Un progetto di sensibilizzazione rivolto a bike e winelovers per promuovere la vivibilità di uno dei territori più verdi d’Italia, protagonista il prossimo 16 maggio della centesima edizione del Giro D’Italia.

“La nostra Umbria, puntellata di percorsi vitati, paesaggi e borghi suggestivi, come un calice di Sagrantino va assaporata con lentezza, scoperta e amata – spiega Amilcare Pambuffetti, Presidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco – Il tracciato ciclabile, inaugurato in occasione del Giro, si snoda attraverso le nostre verdi colline e rappresenta un elogio a questa terra. Speriamo diventi, in futuro, una tappa obbligata per tutti gli amanti del ciclismo”.

La “ciclovia” ripercorre l’intero tragitto della cronotappa umbra ed è delimitato da una apposita segnaletica che, chilometro per chilometro, inviterà i biker ad esplorare il territorio del Sagrantino – tra paesaggi mozzafiato e memorie storiche – per una fuga ecologica dalla città.

Categorie
Approfondimenti

Con Onav lungo la Loira alla scoperta dello Chenin Blanc

Ci sono fiumi che raccontano storie e lo fanno attraversando regioni e territori, panorami a volte omogenei altre volte diversi fra loro. Il Nilo, il Danubio, Il Mississippi: li abbiamo studiati anche a scuola con i popoli e le vicende ad essi legati. Così è anche per il più lungo fiume di Francia, la Loira, che con il suo bacino idrografico ne copre circa un quinto del territorio. Lungo i suoi 1.020 Km la Loira incontra territori diversi, dalle sorgenti presso il vulcanico MontGerbier de Jonc fino al suo gettarsi nell’Oceano Atlantico con un estuario sabbioso. Nel mezzo 5 regioni diverse ed una parte importante della storia Francese, testimoniata dai famosi castelli oggi patrimonio dell’UNESCO.

Altrettanto variegata è la produzione vinicola  della Loira. Seguendone il corso incontriamo il Pouilly Fumé ed il Sancerre (forse i più famosi Sauvignon Blanc del mondo), piccole produzioni di Pinot Noir,  il Gamay ed i Cabernet Franc, Malbec e Chardonnay fino ad arrivare alla foce dove col Melon de Bourgogne si produce il Muscadet.

Tutti nomi noti agli amanti del vino, ma tra i vitigni meno conosciuti e più sottovalutati della regione c’è ne è un altro: lo Chenin Blanc. L’occasione per conoscerlo ce l’ha fornita l’ONAV, sezione di Bergamo, che lo scorso 19 Aprile presso lo Starhotels Cristallo Palace di via Ambivieri 35, Bergamo, ha organizzato una interessante degustazione sui vini prodotti da questo vitigno.

Coltivato nelle zone di Anjou e Touraine, ha una brutta fama che deriva principalmente dal pessimo utilizzo che se ne è fatto in passato quando rese massive, vinificazioni “di quantità” ed uso eccessivo di solforosa lo hanno relegato al ruolo di vino ordinario. In realtà questo vitigno, il cui nome deriva dal Mont-Chenin, nel distretto di Touraine, è estremamente versatile e se coltivato-vinificato correttamente, con basse rese, può regalare grandi emozioni. È dotato di grande acidità, seconda solo al Riesling, che lo rende adatto a lunghi affinamenti. L’uva è naturalmente ricca di zuccheri, il che la rende adatta alla produzione di spumanti. Infine lo Chenin Blanc è, in alcuni casi, soggetto all’attacco di muffa nobile con conseguente produzione di vini Botrytizzati.

LA DEGUSTAZIONE

25Sette i vini presentati da ONAV. Ad aprire la serata l’AOC Touraine Azay Le Rideau,Premier Nez” 2014 di Marie Thibault, azienda biologica certificata della zona centrale della Touraine. Di colore paglierino carico il vino al naso si presenta chiuso, con sentori salmastri poco piacevoli che non svaniscono neppure dopo lungo tempo. Solo in sottofondo sono presenti deboli note fruttate. In bocca è piuttosto denso, poco sapido e nel fin di bocca avvertiamo profumi di frutta esotica ma è l’elevata acidità che sorprende e che accompagna nel finale con una nota piacevolmente amaricante.

Forse non eccelso il vino di apertura ma a farci ricredere ci pensa il secondo, un vero fuoriclasse: AOC Jasnières, “Calligramme” 2014, Domaine de Bellivière. Nasce da una vigna di oltre 50 anni su terreno argilloso e ricco di silici, vinificato in barrique. Il naso è incredibilmente pulito e ricco, fiori bianchi (tiglio), frutta tropicale come melone e mango, grande mineralità. Rotondo al palato, caldo, con una grande acidità “secca” che accompagna per tutto il lungo finale. Ottimo così com’è, giovane, ma con ampi margini di miglioramento negli anni.

AOC Saumur, “Clos Romans” 2012, Domaime des Roches Neuves è  il terzo assaggio. È quello che si dice un Cru, nato da una singola parcella (Parnay) costituita da circa 30 cm di terreno sabbioso che insistono su di un suolo roccioso. L’azienda bio certificata utilizza botti da 400 litri, la fermentazione dura 2 mesi dopo di che il vino riposa 9 mesi “sur lie”. Il colore è dorato pieno, il profumo prevalente ricorda la mela “ammaccata” ed una leggera ossidazione quasi si trattasse di uno champagne a sboccatura tardiva. In bocca l’acidità la fa da padrone. È un vino difficile da descrivere: al naso sembra avere almeno 5 anni sulle spalle, in bocca non gli si da più di sei mesi. Contrasto interessante.

Per l’AOC Vouvray Sec è proposto un 2014 del Domaine du Clos Naudin. Paglierino scarico ha naso semplice e neutro, solo un poco di frutta fresca. Più tardi anche note di frutta tropicale. Anche in questo caso è l’acidità a guidare l’analisi gustativa.

Forse il vino più famoso presentato durante la serata: AOC Savennières, “Coulée de Serrant” 2010, Domaine Nicolas Joly. Azienda estremamente biodinamica il Domaine Nicolas Joly in cui la cura dei vigneti non avviene con mezzi meccanizzati ma solo con l’uso di cavalli ed in cui tutti i processi produttivi in cantina avvengono per caduta, senza ausilio di pompe. Il Coulée de Serrant è un Clos di poco meno di 7 ettari dal terreno vulcanico ricco di scisti di gres e di minerali metallici con una vigna che supera i 60 anni d’età e resa bassissima. Il vino è complesso, si direbbe “da meditazione” per come ha bisogno di evolversi nel bicchiere, ma la sorpresa è che evolve rapidamente. Non è un Orange Wine, non fa macerazione, eppure il colore è dorato carico, pieno, e trae in inganno. I profumi sono ricchi, mela cotogna, pera, erbe aromatiche come timo e salvia ed un sentore balsamico. In bocca è pieno, riempie il palato, quasi un rosso vestito di bianco. Torniamo al naso e la rapida evoluzione fa emergere note di marmellata di albicocche, ancora pera, ed appare una piacevole nota di arancia amara.

La sesta proposta è dolce, moelleux come dicono i francesi. Quarts de Chaume Grand Cru 2014, Château Pierre-Bise. Vigneto di 55 anni, uve parzialmente botrytizzate, fermentazione di almeno 6 mesi, utilizzo di barrique. Tipico colore dorato da vino passito rivela un naso ampio ma garbato. Marmellata di prugne e di mele, miele, buccia d’arancia e sentori di canfora e zafferano che rivelano la presenza della Botrytis. Morbido in bocca, rotondo e molto dolce.

L’ultimo vino è AOC Coteaux du Layon Beaulieu, “Le Rouannières” 2014, Château Pierre-Bise. Stesso produttore del precedente ma sottozona diversa. Qui il terreno è composto da uno strato di 60-70cm di argille e scisti su di un fondo basaltico duro. Colore dorato carico al naso profuma di miele di castagno, erbe mediterranee, agrumi, zafferano, forse meno ricco del precedente ma più elegante. In bocca è meno dolce del precedente e con una bella acidità. Se il Quarts de Chaume è più “orizzonatale”, Le Rouannières è nettamente più verticale.

Il Coulée de Serrant, la quinta proposta, è un vino che evolve rapidamente e così prima di terminare la serata ci mettiamo ancora il naso. È cambiato, o forse siamo cambiati noi, ora sentiamo di più gli agrumi e la frutta surmatura. Ma la cosa interessante è scoprire che questo vino regge al palato dopo ben due assaggi di passito. Una rivelazione.

Si chiude la serata, con la certezza di aver incontrato un vitigno ancora poco conosciuto con le sue diverse declinazioni.

Categorie
vini#1

Vino Rosso GaioGaio, Azienda Vinicola Calabretta

“Se vuoi essere unico, devi essere differente” CIt. Il vignaiolo apocrifo.  Ecco come si viene accolti sulla homepage della cantina Calabretta, oggi protagonista della nostra degustazione.

Siamo in Sicilia, alla scoperta di etichette “rivoluzionarie”per vinificazione e tipologia di proposta. L’azienda è triple A: Agricoltori, Artigiani, Artisti.

Il vino sotto la nostra lente di ingrandimento è il GaioGaio, vino rosso che proviene da vigne giovani appena impiantate in contrada Calderara da una rigorosa selezione massale e, in parte, a piedefranco. Un vino rosso della gradazione di 13% di alcol in volume consigliato per qualsiasi occasione del quale vengono prodotte solo 4000 bottiglie.

LA DEGUSTAZIONE
All’esame visivo GaioGaio dell’azienda Calabretta si veste di un rosso rubino, con riflessi che virano su un granato appena accennato. Un’ estrema limpidezza, accompagna una buona scorrevolezza con lacrime fitte che scendono nel calice.

Il naso è abbastanza austero, non regala moltissimo, ma comunque emergono note fresche vegetali che ben si sposano con i frutti rossi e alcune foglie di pepe.

Discorso diverso per il palato, dove incontriamo a primo impatto una buona astringenza che regala una bevuta asciutta e pulita. La tanta mineralità si percepisce da un ritorno di grafite ben bilanciata da sensazioni di lampone e mela rossa.

LA VINIFICAZIONE
GaioGaio è un blend di uve Nerello Cappuccio e Nerella Mascalese. La vendemmia viene effettuata manualmente. La vinificazione avviene con diraspatura, pigiatura, inizio della fermentazione spontanea e macerazione per 7 giorni con frequenti rimontaggi in contenitori di acciaio. La fine della fermentazione alcolica e malolattica avviene in contenitori di legno da 70/75 hl con affinamento sulle fecce fini in botti di rovere di Slavonia da 50/60/70/75 hl per circa 11 mesi. Il suolo dal quale provengono le uve è di origine vulcanica con sabbia mista a sassi e pietre. I vigneti hanno circa 5 anni, sono allevati ad alberello disposti a filiera con pianta bassa e lavorati in biologico. La densità media ceppi per ha: 5750 con produzione media per ettaro di 40.0 hl.

Calabretta è una delle aziende più antiche del versante nord dell’Etna oggi  alla quarta generazione. Coltiva i propri vigneti seguendo la tradizione plurisecolare dell’Etna con uso limitato di zolfo e rame e potature manuali che garantiscono basse rese per ettaro. Dagli anni novanta, sotto la guida dell’ultima generazione, nelle persone di Massimo Calabretta e suo figlio Massimiliano, con investimenti mirati, ha riorganizzato la cantina e affiancato alla classica produzione di vini come Etna Rosso monovitigni, vini di contrada e vini bianchi. Una cantina particolare disposta su più livelli interrati dove i vini unici per terroir affinano naturalmente in vecchie botti di legno.

.
Categorie
news ed eventi

Anteprima Vini Costa Toscana torna a Lucca al Real Collegio

Sabato 6 e domenica 7 maggio le sale e i chiostri del Real Collegio di Lucca accolgono i vignaioli che presentano di persona i propri vini. In questa sedicesima edizione si è raggiunta l’importante soglia di 100 produttori presenti.
In soli due giorni sarà quindi possibile scoprire, degustare, acquistare oltre 400 etichette, partecipare a seminari, iscriversi a verticali e conoscere le storie di tante persone che hanno scelto la Costa Toscana per produrre vini unici.
I grandi vini, frutto del sole e del mare Tirreno, provengono infatti da territori compresi tra cinque province: Massa Carrara, Lucca, Pisa, Livorno, Grosseto. La specificità di questa vasta area a vocazione vitivinicola è data dall’influenza del mare mentre la peculiarità di ogni singolo vino scaturisce dall’infinita varietà di terre, di altitudini, di vitigni e di storie di uomini.
Ed è proprio questa la cifra distintiva della manifestazione: ogni vino viene raccontato in prima persona da chi lo produce con le proprie mani, dal vigneto alla raccolta, dalla lavorazione alla vendita. In altre parole, da chi ci mette la faccia.

PROGRAMMA

dalle 12 alle 21. Apertura banchi dei produttori
dalle 10 alle 17. Apertura sala stampa e sala en primeur
INGRESSO
Acquisto del biglietto online e nei punti vendita autorizzati.
A pagamento:
25 € Intero. 20€ Ridotto (Soci Ais, Fisar, Onav, ASPI, Slow Food, Studenti di Enologia)
Gratuità (previa registrazione online) riservata a: titolari di ristoranti ed enoteche; sommelier professionisti; importatori, distributori, broker, agenti del settore vino; produttori di vino, enologi e agronomi viticoli professionisti.
VINO E MUSICA
Le contaminazioni
Anche quest’anno la collaborazione con Lucca Classica, il festival musicale che si svolge in contemporanea nel centro storico della città toscana, favorirà incontri e confronti inconsueti tra due mondi fortemente complementari: brindisi che celebrano la conclusione di un concerto, degustazioni ma anche un vero e
proprio confronto intorno al tema della contaminazione tra i generi.
Categorie
Approfondimenti news

Vinitaly 2017: diario dei migliori assaggi

Nella frenesia del Vinitaly, avere la possibilità di condividere un po’ di tempo con un produttore, per chiacchierare di vino, degustare in modo costruttivo, bere bene e approfondire argomenti è davvero una benedizione. E benedetta fu la nostra sosta allo stand di Corte Archi di Marano di Valpolicella, con il titolare Fernando Campagnola e consorte.

Si fa presto a scrivere frasi fatte nelle brochure di presentazione delle cantine eppure le tre parole con le quali comincia quella di Corte Archi, “Dedizione, Entusiasmo e Amore” sono la sintesi effettiva, efficace e sincera di questa azienda.

Un “dandy” del vino Fernando, inteso come “maestro” di eleganza, che però, diversamente dai dandy inglesi,  non ha nulla da ostentare. Tutta sostanza la sua e quella della sua azienda. Con le sue mani “sporche” di terra ci ha condotto con pacatezza in un viaggio emozionale tra i suoi vini.

Dal Valpolicella Classico base annata 2016, schietto e fine, giocato sul frutto e prontezza della beva, alla complessità del Ripasso rifermentato per circa 12 giorni sulle vinacce dell’Amarone ed invecchiato in botti di rovere di Slavonia per 18 mesi fino al suo top di gamma: l’Amarone IS, dedicato alla figlia Isabella.

Blend Corvina 40%, Corvinone 30%, Rondinella 25% e Oseleta al 5% affina per ben  40 mesi. Un Amarone a 5 stelle, intensamente profumato di ciliegia sotto spirito, caffè, cioccolato e spezie che al palato è regale, mai stucchevole e con una buona acidità che invoglia la beva. L’Amarone da meditazione, che ti apri così, perchè vuoi gratificarti.

Di Corte Archi consigliamo tutti i vini dal primo all’ultimo, anche quelli delle annate che Fernando chiama “zoppe” come la 2014. Una visita alla sua cantina è certamente tra le cose da fare appena possibile perché lo stand del Vinitaly non basta. Fernando è davvero un uomo d’altri tempi, proiettato al futuro con i valori del passato.

Dal Veneto siamo approdati alla regione della capitale, il Lazio, dove abbiamo incontrato una persona altrettanto squisita, ma di tutt’altra pasta.

Il “romanissimo” Fabrizio Santarelli, spiritoso ed esuberante, che ci ha condotto alla scoperta del Frascati e degli altri vini ella sua azienda, Castel De Paolis. “So meio della sciampagna i vini de ste vigne, ce fanno la cuccagna dal tempo de Noe”.

Una canzone scritta nel 1926 che ben si addice ai vini di questa azienda, nata in tempi più recenti e per la quale ha collaborato anche Attilio Scienza.  Il suo Frascati Doc è un vino dai sentori intensi: note di frutta a pasta bianca con sfumature agrumate, note floreali e tanta mineralità. Sorprendente al palato, fresco, acido, bello sapido e soprattutto persistente. Un Frascati che ti fa riconsiderare l’intera denominazione (inflazionata). Non solo bianchi, ma anche rossi da Castel De Paolis tra i quali “I quattro mori”.

Nulla a che vedere con la Sardegna: i mori sono quattro vitigni: Shiraz, Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot. La combinazione di questo taglio è strepitosa. Tra le cartucce sparate da Castel De Paolis memorabile il “Muffa Nobile”, “Sauternes” made in Lazio di tutto rispetto: un concentrato di frutta disidratata, caramello e spezie che avvolge il palato con la sua densità. Ma anche il loro Moscato rosa RosaThea: una vera e propria rivelazione. Una spremuta di piccoli frutti rossi, petali di rosa con una spolverata di cannella.

In Emilia Romagna, regione dai grandi numeri, la famiglia Zeoli della Fattoria Monticino Rosso di Imola ci ha accolto con la tipica solarità dei romagnoli. Menzione speciale per i piatti della tradizione proposti in accompagnamento ai vini tra i quali una lasagnetta di quelle che vorresti chiedere una porzioncina da portare a casa.

Abbiamo degustato diversi loro vini, dall’Albana al Pignoletto della linea classica fino al Sangiovese della linea riserva. Ma due vini hanno davvero una marcia in più. Il primo che ci ha colpito è il Codronchio,: Albana secco da uve vendemmiate tardivamente e attaccate da muffa nobile.

Vino che “dribbla”: nonostante sia indicato in etichetta e presentato come secco, l’associazione mentale albana, vendemmia tardiva, muffa nobile induce a pensare quasi ad vino dolce. Ma è tutt’altro. Intenso, al naso e al palato, fruttato, floreale, profumato di erbe aromatiche con tanta mineralità: una beva davvero interessante, ma secca.

Il secondo outsider è  una visione della Fattoria Monticino Rosso dove hanno l’occhio lungo: hanno prodotto uno spumante metodo classico con sosta sui lieviti di trenta mesi con l’Albana. Bolla mediamente fine e persistente per questo questo Blanc de Blanc che al palato ha mostrato carattere pur non rivelandosi impetuosa. Di acidità allettante, un metodo classico assolutamente godibile.All’Alto Piemonte siamo affezionati, la tappa è stata quasi scontata. Siamo passati allo stand di Paride Iaretti “figlio d’arte del vino”, che ci ha raccontato il terroir di Gattinara. E’ una storia che ci affascina quella di Gattinara e del suo territorio, tutti gli amanti del vino dovrebbero conoscerla.

Paride è una persona essenziale, pragmatica, concisa. A Napoli direbbero “E’ trasuto sicc e s’è mis chiatt”, ovvero è entrato magro ed è diventato grasso. Timidamente ci ha sfoderato un “crescendo” di tre vini pazzeschi. Il primo degustato è stato Uvenere, vino da tavola perché in Piemonte non ci sono Igt.

Un blend composto da uve Vespolina, Croatina, Nebbiolo e Bonarda provenienti da vigneti quasi centenari. Vinificato in acciaio, un prodotto fresco e fragrante,  con note di violetta, amarena, ciliegia che si esprimono all’unisono regalando grande piacevolezza gustativa. Il secondo è un Coste della Sesia Doc: misurato in alcolicità e tannino è scattante e verticale. Davvero un’ottima espressione di questa doc.

Il “grasso” del trittico non è una sorpresa:  è il Gattinara Docg Pietro. “Il seduttore guarda alla vita come fa il guerriero. Vede in ogni individuo un castello cinto da mura da assediare” citava Robert Greene nel libro “L’arte della seduzione”.

Il Gattinara Docg Pietro è proprio un guerriero seducente: provocante il suo colore granato, tentatore all’olfatto che è un tripudio di ciliegie sotto spirito, violette essicate e  spezie dolci. Al palato sorso dopo sorso esprime tutta la sua complessità. L’apoteosi dell’eleganza. In parole povere: buonissimo.

Giornate intense dunque quelle del Vinitaly. Tanti assaggi tra cui nè segnaliamo anche altri. Forse uno dei migliori tagli bordolesi per eleganza e struttura: il Tenuta San Leonardo Terre di San Leonardo 2013 Vigneti delle Dolomiti Igt.

Il Perlè Bianco di Ferrari 2007 seppur appena sboccato e quindi diverso da quello che potrà essere. Ha un’elevata acidità, superiore al 2006, meno struttura, ma un bouquet floreale e una freschezza memorabili.

Non possiamo non citare il Metodo Classico Brut Pinot Bianco delle Terre di San Rocco. 36 mesi di sboccatura per un non dosato con un naso complesso di fiori bianchi e frutta tropicale. Difficile trovare chi vinifica Pinot Bianco in purezza. Sempre in tema di bollicine, menzione speciale per il Blanc de Noir “Farfalla” di Ballabio.

Un pas dosè fatto benissimo, già tre bicchieri Gambero Rosso: una cantina che dà lustro all’Oltrepò Pavese, punto di riferimento assoluto del territorio. Tra i rossi, portiamo a casa un assaggio del Barolo Docg di Oddero, Vigneto Brunate: non ha bisogno di presentazioni, sicuramente, a dispetto di altri Barolo regala qualcosa di più al palato, un vino elegante di altissimo livello. Tra i vini passiti, nei quali è raro trovarne di non stucchevoli, ci ha ammaliato il passito Nectaris di Kerner Valle Isarco.

Davvero un bel bere, con la giusta presenza aromatica. Ci siamo fatti nuovamente sedurre dall’Oseleta di Zymè: naso balsamico, tannino presente, molto vigoroso conserva allo stesso tempo acidità e freschezza, un equilibrio non facile, ma un grande vino.

Lo avevamo già degustato durante la nostra visita in cantina. Infine, consigliamo un Montello Colli Asolani Doc, il Rosso dell’Abazia di Serafini e Vidotto a base di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot: un rosso che non deluderà mai. C’è poco da dire, un grande vino robusto e potente con un naso ineguagliabile e grandi note speziate. (Viviana Borriello – Johnny Iannantuono)

Categorie
news ed eventi

Nuova sede per Vinissage 2017: i dettagli ed il programma

Cambiano le abitudini, anche enogastronomiche, degli italiani. Si parla sempre più spesso di vino bio, biodinamico, naturale, libero, organico, contrapposto al vino convenzionale, tecnologico o addirittura industriale e negli ultimi decenni produttori e consumatori hanno iniziato a sviluppare una sensibilità verso il rispetto dell’ambiente, l’attenzione alla tipicità, la ricerca di prodotti alimentari genuini e a km zero.

Vinissage, la mostra mercato di vini biologici, biodinamici e naturali che si tiene per l’undicesimo anno il 6 e 7 maggio nella nuova sede di Palazzo Ottolenghi nel cuore pulsante di Asti e del Monferrato, si è affermato come uno dei più importanti appuntamenti italiani dedicati al mondo della viticultura biologica, naturale e consapevole: un vero e proprio fiore all’occhiello dell’intensa primavera astigiana nella convinzione che la qualità dei vini nasca da una vendemmia sana e da un buon lavoro in vigna, seguito da un grande impegno in cantina, basato sul massimo rispetto per la naturalità dell’uva. Attraverso una ricerca costante, Vinissage ha accompagnato produttori e consumatori verso un vino biologico che si fa sempre più ricercato, capace di soddisfare i gusti e le esigenze di un pubblico crescente.

Quello della viticultura biologica e biodinamica è un settore effervescente e spumeggiante. In dieci anni, dal 2004 al 2014, si è registrata una crescita del +259% in Europa e +261% a livello globale. Mentre, nei nostri confini, in soli due anni c’è stato il raddoppio della quota di persone che beve vino bio. E’ quanto emerge dall’analisi Wine Monitor-Nomisma su dati Fibl, elaborata in occasione di Vinitaly. La viticoltura biologica dell’Unione Europea rappresenta l’84% della superficie bio del mondo. Nel mondo il 4,5% della superficie vitata è bio; nella Ue l’incidenza sale al 7,8%. La graduatoria per Paese rileva al primo posto il Messico (con uno share del 15,6%), seguito dall’Austria (10,7%). L’Italia è al terzo posto (con il 10,3%) precedendo Spagna (8,9%), Francia (8,7%), Germania (7,6%), Nuova Zelanda (6,7%), Bulgaria (5,8%) e Grecia (4,3%).

Per superfici vitate bio, l’Italia, con 72.361 ettari, è al secondo posto in Europa, dopo la Spagna (84.381 ettari). A livello regionale, in Italia guida la Sicilia (27.105 ettari nel 2014, 38% sul totale italiano e +43% rispetto al 2011); seguono Puglia (10.269 ettari, +22%) e Toscana (9.243 ettari, +46%). Nel 2015 le vendite di vino bio hanno raggiunto complessivamente 205 milioni di euro. Tale giro d’affari è realizzato per un terzo sul mercato interno e per la restante parte sui mercati internazionali. E a crescere è anche la consumer base: negli ultimi 12 mesi il 21% della popolazione italiana over 18, ovvero 10,6 milioni di persone, ha bevuto in almeno una occasione, a casa o fuori casa, vino certificato biologico.

 La due giorni, organizzata dalla Città di Asti in collaborazione con l’Associazione delle Città del Bio – che curerà in particolare il mercato dei produttori naturali e biologici e Officina Enoica, nasce nel 2005 proprio per promuovere e avvicinare appassionati e neofiti al mondo del vino biologico attraverso l’incontro e il dialogo diretto con i produttori. Il fine settimana di Asti, infatti, permette al pubblico non solo di degustare e acquistare il meglio della produzione italiana in questo settore, ma è soprattutto occasione per conoscere, dialogare e confrontarsi con chi produce e segue personalmente la preparazione del vino dal filare alla cantina.

Una gustosa anteprima sarà quella proposta da Slow Wine a Palazzo Mazzetti il 5 maggio con la presentazione dei vini presenti a Vinissage e presenti nella guida 2017, con degustazione in abbinamento a cibi dei presidi Slow Food dalle ore 18. Alla Casa dell’Architetto a Frinco una cena con tour virtuale alla scoperta dei prodotti enogastronomici del Monferrato e dei vini biologici  presenti a Vinissage.

Un’occasione ricca di appuntamenti all’insegna della cultura del benessere, nell’anno del Monferrato European Community of Sport 2017, e di confronto tra operatori a tre anni dal riconoscimento di Langhe Roero e Monferrato a Patrimonio Unesco.

Quest’anno uno dei protagonisti sarà il vermouth: anche ad Asti durante Vinissage, dopo i grandi  successi riscontrati a Torino, sarà proposta “Esperienza Vermouth”. Un viaggio sensoriale alla scoperta del vermouth per imparare a prepararsi il proprio vermouth, ovviamente con ingredienti bio.

Per tutti coloro che verranno a Vinissage e si presenteranno alla biglietteria con il biglietto di ingresso della manifestazione Palazzo Mazzetti – magnifico edificio storico nel centro di Asti – propone la visita con biglietto ridotto a 3 euro.

Un’esperienza che va oltre l’etichetta e la bottiglia, un viaggio dal Piemonte alla Sardegna che promette l’incontro diretto con i migliori produttori del settore, per conoscere i luoghi dove la natura si sposa con le tradizioni del suo popolo e dove l’amore per le cose semplici si incontra ancora con le eccellenze dei suoi prodotti.  A Vinissage, anche in questa edizione, non mancherà la possibilità di acquistare anche altri prodotti biologici, così come di partecipare a degustazioni guidate e ad un ricco programma di appuntamenti dentro e fuori il salone.

L’appuntamento per tutti i wine lovers, slow-trotters ed amanti del turismo esperienziale è ad Asti dal 6 e 7 maggio 2017!

 INFO AL PUBBLICO

Vinissage – Palazzo Ottolenghi, Corso Vittorio Alfieri, 350, 14100 Asti

Orari – sabato 6 maggio dalle 15 alle 20,30 – domenica 7 maggio dalle 10,30 alle 19

Ingresso 10 euro incluso tasca, calice, degustazioni libere e buono sconto di 5 euro da spendere nell’acquisto di prodotti in vendita a Vinissage  

Ingresso ridotto a 5 euro per gli iscritti alle associazioni di categoria ONAV, AIS, ANAG, FISAR E OFFICINA ENOICA

PROGRAMMA

 VENERDI’ 5 MAGGIO
ANTEPRIMA  DI  VINISSAGE

Ore 18      Palazzo Mazzetti presentazione Guida Slow 2017, edita da SLOW FOOD EDITORE,2017

Ore 18.30 Palazzo Mazzetti, in collaborazione con la Caffetteria Mazzetti

DEGUSTAZIONE SLOW: i produttori di Vinissage presenti in Guida Slow Wine 2017 in abbinamento ai presìdi Slow Food. Bera Vittorio & Figli, Cascina Tavijn, Carussin, Forteto della Luja, CantineValpane in abbinamento a Robiola di Roccaverano, Montèbore, Castelmagno d’Alpeggio, Razza Piemontese e Coniglio grigio di Carmagnola.

Conducono: Giancarlo Gariglio (Curatore Guida) e Pier Ottavio Daniele di Slow Wine.

Su prenotazione, euro 20. Tel. 329 2284049

 Ore 20 Ad ogni cibo il suo vino, ad ogni vino il suo cibo  presso la Casa dell’Architetto  Loc. Bellaria 3 a Frinco (AT)

Tour virtuale alla scoperta dei prodotti enogastronomici del Monferrato e dei vini biologici presenti a Vinissage . Vini e prodotti raccontati nelle loro origini di provenienza e peculiarità dai produttori e vignaioli stessi. Per info e prenotazione 338/7661372   oppure 331 4003715.

 SABATO 6  MAGGIO     

Ore 15 Inaugurazione di Vinissage

PALAZZO OTTOLENGHI – Corso Alfieri 350

Dalle ore 17.00 alle 19.00 Visita gratuita alle sale nobile di Palazzo Ottolenghi   ( massimo gruppi di 25 persone)

Ore 17.30 Palazzo Ottolenghi  Presentazione del libro “Vigne, Vino, Vita : i miei pensieri naturali” di Lorenzo Corino edito da QUINTADICOPERTINA, 2017

Ore 18,30   Palazzo Mazzetti, in collaborazione con la Caffetteria Mazzetti

DEGUSTAZIONE SLOW: i produttori di Vinissage presenti nella Guida Slow Wine 2017 in abbinamento a prodotti agroalimentari DOP italiani. Crealto, La Vecchia Posta, Tenuta San Marcello (Marche), Castello di Stefanago (Lombardia) in abbinamento a Salame Piemonte, Gorgonzola, Murazzano, Crudo di Cuneo.

Conducono: Davide Panzieri e Pier Ottavio Daniele di Slow Wine.

Su prenotazione, euro 20. Tel. 329 2284049

 Ore 19 Palazzo Ottolenghi “Dalla collina al mare…“Degustazione guidata con i vini delle cantine Valpane , Forteto della Luja ( Piemonte) e Rosmarinus ( Liguria ). In collaborazione con AIS e Officina Enoica (max 40 persone). Prenotazione vinissage@comune.asti,it

Nei cortili di Palazzo Ottolenghi “Musica e vinili “ con il dj Fanfani Sound system

Ore 20.30 Chiusura del Salone

Ore 22 La serata continua al Diavolo Rosso con vini biologici e musica con la band The Fireplaces.

DOMENICA 7 MAGGIO

Ore 10.30 apertura di Vinissage

Ore 15.30 palazzo Ottolenghi “Tavolozza di profumi”.  Degustazione guidata ai profumi di Riesling, Recioto di Gambellara, Sauvignon e Malvasia di Candia con il supporto di una “tavolozza di aromi” per riconoscere, aiutati dai ricercatori del  Centro di Ricerca per  l’Enologia di Asti, i profumi del vino. Vini delle aziende Aquila del Torre, Davide Vignato e Uccellaia.  In collaborazione con   ONAV   e Officina Enoica ( massimo 30 persone). Prenotazioni vinissage@comune.asti.it.

Ore 17.00 Presentazione del libro “Guida al Vino Critico”  di Officina Enoica – Edito da ALTRECONOMIA, 2017. Degustazione di alcuni vini presenti nella guida  ( massimo 40 persone)   Prenotazioni vinissage@comune.asti.it.

Ore 18  presso il Diavolo Rosso  Esperienza (Bio)vermouth

Esperienza (Bio)vermouth è un laboratorio esperienziale per ripercorrere la storia del vermouth attraverso un racconto per immagini, scoprendo antichi documenti e curiosi aneddoti e preparandosi   alla degustazione di ottimi vermouth. I partecipanti saranno i guidati a “fare” il proprio vermouth: a disposizione di ciascuno ci saranno vino biologico, zucchero, erbe e tinture, oltre alle istruzioni per poter preparare da sé un rosso, un bianco o un ambrato da portare poi a casa in un’elegante bottiglia. A condurre la degustazione sarà Fulvio Piccinino,   maestro del settore impegnato in progetti di ricerca e rivalutazione del vermouth e in seminari per la diffusione di una consapevole e sana cultura del bere. ( Su prenotazione  minimo 15   massimo 40  persone ).Prenotazione vinissage@comune.asti.it. Costo € 20,00 

Ore 19 Chiusura del Salone

Sabato e domenica con  l’ingresso a Vinissage, visita gratuita  al Museo dell’Immaginario di Antonio Catalano, allestito presso Palazzo Ottolenghi

Ore 21  Sul Palco del Diavolo Rosso, in occasione del 100 anni del Giro d’Italia, partito il 5 maggio da Alghero, ricordiamo  l’astigiano più famoso che vi ha partecipato , Giovanni Gerbi detto “ il Diavolo Rosso”

Spettacolo Teatrale “DIAVOLO ROSSO” di  e con Giorgio Boccassi – compagnia teatrale Coltelleria Einstein

Avventure, imprese e mitiche astuzie di Giovanni Gerbi, il grande campione del ciclismo del primo ‘900 nel racconto del nipote attore.

Ingresso 8 euro , gratuito con il biglietto di ingresso a Vinissage di domenica 7 maggio

***

Sabato e domenica, nei cortili interni di Palazzo Ottolenghi, ITALIA DEL BIO: mercato agroalimentare con i produttori di eccellenze artigianali. A cura di Associazione Città del Bio, Coldiretti, Confagricoltura.

 

Categorie
Approfondimenti

Ecco i vincitori di Filari di Bolle 2017

Nella giornata di ieri, durante l’inaugurazione ufficiale della Sagra del Vino di Casarsa della Delizia, sono stati proclamati i vincitori di Filari di Bolle, Selezione degli Spumanti del Friuli Venezia Giulia, suddivisi a seconda del metodo di spumantizzazione nelle categorie Metodo Charmat Prosecco DOC, Metodo Charmat Spumante Monovarietale, Metodo Charmat Cuvée e Metodo Classico. I vincitori, insieme agli altri vini selezionati potranno essere degustati nell’Enoteca Regionale istituita nel giardino di  Palazzo Burovich de Zmajevich, sede principale dell’evento che ha avuto un successo di pubblico durante il suo primo weekend e che si protrarrà fino al 2 Maggio.

A giudicare i vini, alla cieca, una giuria presieduta da Venanzio Francescutti, ambasciatore nazionale Città del Vino e coordinata dalla vicepresidente della Pro Casarsa della Delizia Elisa Rosa. Tra i membri della giuria Renzo Zorzi (presidente Ais Fvg), Gianni Ottogalli (referente Fvg per il Gambero rosso), Giampaolo Gravina (wine writer e noto degustatore), Franco Pallini (sito web di riferimento vinicolo WineNews.it), Simona Migliore (vicedelegata Onav Fvg), Pier Dal Mas (Jeunes Restaurateurs d’Europe), Daniele Calzavara (consigliere nazionale Assoenologi Fvg).

VINI PREMIATI

Metodo Charmat Prosecco Doc: Prosecco Doc Extra Dry dell’azienda Pitars di San Martino al Tagliamento.

Metodo Charmat Spumante Monovarietale: Ribolla Gialla Brut dell’azienda Ronco dei Pini di Prepotto.

Metodo Charmat Cuvée: Naonis Jadér Cuvée Brut dei Viticoltori friulani La Delizia di Casarsa della Delizia. di Codroipo.

Categorie
news ed eventi

Il 13,14,15 Maggio a Capestrano torna “Naturale – Salone del Vino Artigianale”

Quest’anno, dopo ben cinque edizioni, Naturale cambia scenario e dallo splendido Palazzo Santucci di Navelli (Aq) verrà accolto nel Convento di San Giovanni a Capestrano che aprirà le sue maestose porte  il 13, 14 e 15 maggio 2017 per dare il via alla 6a edizione di Naturale – Salone del Vino Artigianale.

Naturale è il primo appuntamento in Abruzzo dedicato al vino artigianale. E’ un viaggio nel mondo del vino, fatto di assaggi liberi, degustazioni guidate e conferenze. Una rassegna di grandi vini, unici come le annate, i territori e i vignaioli che li producono. E’ un incontro tra persone, occasione di socialità, una festa che accoglie tutti. E’ uno stimolo alla riflessione sulla cultura alimentare e sul consumo dei nostri giorni. Ma soprattutto è un tributo alla figura del vignaiolo-contadino, ultimo custode degli equilibri naturali e produttore del nostro cibo, nonché ponte tra la modernità e la riscoperta di tradizioni antiche, sapori e profumi dimenticati.

Naturale vedrà la partecipazione di circa 50 produttori provenienti dall’Italia e la presenza di numerose etichette europee.

Naturale vuole offrire ad appassionati e addetti del settore l’opportunità di scoprire vini autentici e di qualità, conoscere i volti e le storie dei vignaioli che ne sono artefici, approfondire i principi della viticoltura naturale.

Naturale come il vino prodotto senza utilizzo di prodotti di sintesi, che rifiuta ogni omologazione e ci racconta l’unicità dei territori e delle annate.

Naturale come i vignaioli “artigiani” che, unendo esperienza, passione ed etica, ci regalano vini “vivi” e sempre unici.

Naturale è un percorso libero di assaggio, seminari e conferenze di approfondimento, gastronomia di eccellenza e degustazioni guidate alla scoperta di vitigni, cantine e territori.

Cambia la location, ci si sposta da una meraviglia all’altra di appena sette chilometri, ma l’autentico paesaggio abruzzese non muta: situato in prossimità del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, questo antico centro medievale fortificato è parte integrante di un fertile territorio riconosciuto per la sua biodiversità gastronomica. E oggi sede anche di un’importante rassegna di vini naturali e artigianali. “Capestrano, forse ancor più di Navelli a cui siamo legatissimi, rappresenta l’anima pura e spontanea del nostro evento. Naturale è prima di tutto l’espressione della natura attraverso i vini e i loro artigiani produttori, ma anche la fotografia di quanta meraviglia un paesaggio è in grado di offrire. Bisogna soltanto avere la sensibilità per capirlo e condividerla con gli altri”, raccontano i ragazzi dell’associazione DinamicheBio.

Naturale propone di andare “oltre il bicchiere” perché l’assaggio è importante ma svanisce facilmente se non si conosce ciò che vive attorno ad un vino bevuto. Ecco quindi che si è deciso di coinvolgere autorevoli figure come Sandro Sangiorgi (nel vino da 30 anni, è tra i fondatori dell’associazione Arcigola divenuta in seguito Movimento Slowfood e fondatore e direttore di Porthos Edizioni, una voce unica nel panorama editoriale di settore), il Prof. Leonardo Seghetti (accademico nazionale dell’olivo e dell’olio, della cucina Italiana e di quella di Agraria di Pesaro, nonché autore di oltre 100 pubblicazioni divulgative e scientifiche) ed Emanuele Giannone (winewriter e degustatore professionista).

Naturale è anche una piccola e oculata selezione gastronomica che attinge prevalentemente dalle produzioni regionali.

L’evento prenderà forma con orari diversi durante le tre giornate: il sabato dalle ore 14 alle 20, la domenica dalle ore 12 alle 20 e il lunedì dalle ore 10 alle 16.

La giornata del lunedì è rivolta principalmente alla presenza degli operatori del settore, che potranno usufruire dell’ingresso gratuito per tutta la durata della manifestazione.

Naturale è un evento organizzato dall’associazione culturale aquilana DinamicheBio nelle persone di Paolo Quaglia, Luca Paolo Virgilio e Benedetta Mastri, con il Patrocinio del Comune di Capestrano.

Categorie
Approfondimenti news

I vini di Buffon sono ufficialmente in vendita: venerdì scorso l’annuncio

Galatasaray – Juventus 3 a 3.

Nessuna partita in corso, non preoccupatevi. Sono solo il numero delle referenze in vendita sullo shop on line delle cantine Fabio Cordella, sezione Selezione dei campioni dei due giocatori di Galatasaray e Juventus.

3 vini per Wesley Sneijder e 3 per Gigi Buffon. Del progetto vini del capitano  avevamo parlato anche noi, nell’aprile del 2016. A quasi un anno da quel primario annuncio il portiere ha reso nota dell’effettiva messa in vendita della sua linea tramite i socialTwitter e Facebook.

Un Salento Igp Primitivo di 14,5 gradi affinato 15 mesi in tonneau di rovere, un Salento Igp Negramaro Rosato che affina sei mesi in vasche d’acciao ed un Salento Igp Chardonnay vinificato in acciaio. Anche sul prezzo,  parità assoluta: 30 euro per il Primitivo, 25 euro per il Negramaro Rosato e 20 euro per lo Chardonnay di entrambi i brand. Solo qualche piccola piccola differenza negli affinamenti e nel blend per il rosso che nel caso di Snejjder è anche a base di Malvasia come previsto dai disciplinari.

 

25000 tra pollici alzati, cuoricini, wow e 905 commenti in risposta al suo post che ci siamo divertiti a leggere.

Tra complimenti, congratulazioni, commenti spiritosi a sfondo calcistico anche qualche critica. “30 euro la bottiglia ? Solo perché c’è scritto Buffon …. Ma vuoi scherzare .. io qui in France a quel prezzo mi compro un ” Chateauneuf du pape grand cru ” .. con tutto il rispetto per Gigi .. che resta communque il migliore “grand cru ” dietro una difesa” . Cordella Vini risponde ed invita ad assaggiare prima. Il fan risponde con tante faccine sorridenti “Bella risposta da commercialista .. bravo …mi mandi un campionario. . Poi vi dico .”

Non entriamo nel merito del posizionamento, ma un appunto, da sommelier dobbiamo proprio farlo. Nella foto il calice di Primitivo è  abbinato ad un piatto di insalata da condire con mezzo limone. Forse si intravede una fettina di bresaola. “De gustibus non est disputandum”, ma ci pare un accostamento da cartellino rosso. Limone e insalata sono inabbinabili. Sulla bresaola (senza limone) ci avremmo messo un Valtellina Superiore Sassella. Caro Gigi, potevi almeno proporre il tuo vino con un piatto di bombette pugliesi! Perchè ricorda, l’abbinamento regionale salva sempre.

Categorie
Approfondimenti

Quarto mandato per Zinzani al Consorzio Vini di Romagna

Nell’ultima Assemblea Generale dei Soci del Consorzio Vini di Romagna – ente che riunisce cantine, aziende vinicole e produttori di vino al fine di tutelare la produzione di vino della Romagna, con lo scopo di sostenere la qualità, l’equilibrio dei prezzi e la promozione del prodotto e del suo territorio – sono state elette le nuove cariche sociali per il triennio 2017-2019. Presidente è stato confermato l’enologo Giordano Zinzani.

Per Zinzani, in carica dal 2008, si tratta del quarto mandato al timone del Consorzio: «Ringrazio i colleghi soci del Consorzio e del nuovo Consiglio di Amministrazione che hanno voluto la mia rielezione a presiedere il Consorzio Vini di Romagna per il prossimo triennio e a cui assicuro l’impegno a proseguire gli sforzi per l’affermazione del vino di Romagna. E’ un Consiglio di Amministrazione che si è anche in buona percentuale rinnovato e che certamente porterà nuovo fermento positivo nelle idee e nella vita consortile. Il nostro Consorzio ha fatto molto in questi ultimi tempi per comunicare un nuovo volto della Romagna ed è così cresciuta l’immagine dei nostri vini a Denominazione di Origine e a Indicazione Geografica; aumentando anche il numero di bottiglie prodotte nel 2016. Serve comunque un’unità d’intenti, perché tutti gli attori della filiera (l’azienda piccola come la grande, i produttori di tutte le denominazioni e le istituzioni) siano protagonisti nel far cambiare e accrescere il percepito di un territorio come la Romagna e dei suoi vini».

I Consiglieri, tra novità e conferme, sono: Sirri Mauro, Azienda Celli di Bertinoro (FC), Morini Alessandro, Poderi Morini di Faenza (RA), Montanari Giacomo, Ca’ di Sopra di Marzeno di Faenza (RA), Bordini Francesco, Villa Papiano di Modigliana (FC), Perdisa Alberto, Insia – Palazzona di Maggio di Ozzano nell’Emilia (BO), Casali Valerio, Tenuta Casali di Mercato Saraceno (FC), Monti Roberto, Cantina Forlì Predappio, Manzoni Silvia, Cavim di Sasso Morelli (BO), Castellari Fabio, Cantina di Faenza (RA), Emiliani Achille Andrea, Agrintesa di Faenza (RA), Rossi Daniele, Cantina dei Colli Romagnoli di Imola (BO), Nannetti Marco, Cevico di Lugo (RA), Giuliani Scipione, Poderi dal Nespoli di Cusercoli (FC), Prugnoli Enrico, Cantina Sociale di Cesena (FC), Sarti Roberto, Caviro di Faenza (RA).

Giordano Zinzani, faentino, formato all’Istituto la viticoltura e l’enologia di Conegliano Veneto e successivamente ha ottenuto il titolo di Enologo. Dal 1984 lavora alla CAVIRO dove attualmente è Dirigente, con incarico su normative e tecniche enologiche. Relatore in diversi convegni e seminar sia in Italia sia in Europa, ha pubblicato articoli di carattere tecnico, riguardanti aspetti innovativi della tecnologia enologica. Ha collaborato in molte ricerche e sperimentazioni effettuate in Romagna e in particolare con l’Università di Bologna. Dal 1990 al 2013 è stato Presidente della sezione Romagna Assoenologi, Consigliere nazionale e dal 1999 al 2013 delegato all’Union Internationale des Œnologues. Dal 2008 vice-presidente di Enoteca Regionale Emilia Romagna e componente del C.d.A. di Federdoc. Dal 2014 Consigliere del Consorzio Pignoletto Emilia e Romagna e dal 2015 del Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena. Nel 2014 ha scritto assieme a Beppe Sangiorgi il libro “Sangiovese vino di Romagna”. Accademico corrispondente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino. Da marzo 2017 nominato consigliere nel Consiglio di Amministrazione di Valoritalia s.r.l.

Exit mobile version