Nessuno scontro, anzi. La voglia è quella di tornare presto alla Doc Alto Adige. Nel frattempo, le nuove annate dei vini delle linee “Capolavori” e “Composizioni” di Alois Lageder saranno targate Vigneti delle Dolomiti Igt. A comunicare la “retromarcia” è la stessa cantina di Magré (BZ), attraverso una nota stampa che ospita – proprio a scanso d’equivoci – anche il commento del direttore del Consorzio Tutela Vini Alto Adige, Eduard Bernhart.
Le motivazioni che hanno spinto Lageder alla scelta dell’Igt al posto della Doc sono legate alla «mancanza di manovra» che i disciplinari della Denominazione di origine controllata Alto Adige riservano su parametri analitici quali zucchero e alcol.
«Negli ultimi anni – spiega Alois Clemens Lageder – abbiamo avuto molti colloqui costruttivi con il Consorzio Vino Alto Adige e la Camera di Commercio di Bolzano. Nel corso del processo, abbiamo scoperto di avere idee diverse in alcuni punti essenziali, sia in viticoltura sia in vinificazione».
Negli ultimi anni, le uve hanno raggiunto una maturazione aromatica precoce, mantenendo bassi i livelli di zucchero e una buona acidità. Questo ci permette di vendemmiare prima e di produrre vini caratterizzati da una notevole complessità grazie alla diversità aromatica e alla loro tensione, mantenendo bassi i livelli alcolici».
In particolare, per quanto riguarda il limite inferiore alcolico, «ci manca il margine di manovra – sostiene Lageder – in quanto se è possibile produrre vini pesanti, a 15,5° alcolici nella Doc, allora dovrebbe essere consentito produrre anche vini con bassi valori alcolici».
A convincere la cantina a etichettare i vini delle due linee come Vigneti delle Dolomiti Igt, sono anche altri aspetti della classificazione Doc Alto Adige. “Proprio a causa del cambiamento climatico – precisa Helena Lageder – dobbiamo essere aperti e percorrere nuove strade per poter enfatizzare la vivacità, la freschezza e la precisione dei nostri vini anche in futuro».
Le possibilità di reagire al riscaldamento globale sono, ad esempio, la coltivazione ad altitudini più elevate o di nuovi vitigni, altri metodi di vinificazione e nuove stilistiche. «Per questo – aggiunge Lageder – vorremmo la libertà necessaria per tutti i viticoltori e per noi».
Nonostante i vini della linea “Capolavori” e della linea “Composizioni” passino all’Igt, l’origine delle uve rimane invariata. Proverranno, assicura la cantina di Magré, «sempre ed esclusivamente da vigneti dell’Alto Adige».
«Per il Consorzio Vini Alto Adige – commenta il direttore Eduard Bernhart – la protezione della Doc ha la massima priorità, poiché si tratta di tradizione, origine, tipicità e qualità dei nostri vini. Come associazione di tutti gli attori centrali dell’industria vinicola altoatesina seguiamo con grande attenzione le tendenze, i processi e altri temi, come i valori alcolici più bassi.
Tuttavia – continua Bernhart – è chiaro che il Consorzio è anche l’interfaccia delle istituzioni, quindi deve tenere d’occhio i tempi tecnici così come le condizioni legali, per esempio quando si tratta della revisione dei regolamenti di produzione».
«Sicuramente alcune linee guida potranno essere modificate solo nel tempo – conclude Alois Lageder – ma non vediamo l’ora di contribuire a dare forma a questo percorso insieme. Ci piace immaginare che tutti i nostri vini tornino alla denominazione d’origine Alto Adige in un futuro non troppo lontano».
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.