Addio a Fausto De Andreis, il vignaiolo anarchico che vendeva anche all’Esselunga

Il mondo del vino italiano perde una delle sue voci più autentiche e critiche: il ricordo di Winemag

Addio a Fausto De Andreis, il vignaiolo anarchico de Le Rocche del Gatto che vendeva anche all'Esselunga
Il mondo del vino italiano dice addio a Fausto De Andreis, morto all’età di 78 anni all’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, in provincia di Savona, lo scorso weekend. Conosciuto in Liguria e nel settore vinicolo in generale come una figura carismatica e anticonvenzionale, De Andreis lascia un vuoto incolmabile. Titolare ad Albenga
dell’azienda agricola Le Rocche del Gatto – nome scelto in onore della passione della moglie per i felini – è salito alla ribalta per il suo approccio anarchico e rivoluzionario al vino, in particolare nella produzione del Pigato, da lui chiamato provocatoriamente “Spigau“. I funerali si svolgeranno oggi, 1° aprile, alle ore 11, presso la Parrocchia di Santa Maria Maddalena a Cisano sul Neva, piccolo comune della provincia di Savona. All’ultimo saluto non mancheranno la moglie Caterina, le sorelle Lucilla e Rosa, i cognati Sergio e Giancarlo, oltre a nipoti, parenti e tanti amici.

FAUSTO DE ANDREIS, ADDIO AL VIGNAIOLO ANARCHICO DE LE ROCCHE DEL GATTO

La visione di Fausto De Andreis si opponeva fermamente ai dogmi e alle convenzioni del mercato, puntando su autenticità e originalità dei vini prodotti. Tutti di straordinaria longevità. Celebre una sua lettera aperta pubblicata da Winemag nel 2019, in cui contestava – con la consueta ironia e profondità, quasi filosofica – il concetto di “vino bianco d’annata”. Tra le sensatissime righe, una sfida aperta alla mentalità convenzionale del settore, in particolare a quella dei ristoratori, ossessionati dai vini bianchi giovani e freschi, da avere in carta ancora prima che abbiano finito di maturare in vasca, o in botte.

LE ROCCHE DEL GATTO: IL VINO DI FAUSTO DE ANDREIS (ANCHE) ALL’ESSELUNGA

Quello a Fausto De Andreis è l’addio a una voce libera e critica del vino italiano. Un vero “vignaiolo anarchico” che, con la sua vita senza troppe regole e la sua passione smisurata per la sperimentazione estrema in campo enologico, ha provato a cambiare il modo in cui il vino viene pensato. Vissuto. Il tutto, senza alcun preconcetto. Rinomata la presenza di un suo vino sugli scaffali dei supermercati Esselunga. Una scelta che gli è costata invidie locali e insulso vociare di tante malelingue, di cui non si è mai curato troppo, fedele – com’è sempre stato – alla propria galante distanza dall’apparenza e dal conformismo. Il posto di Fausto De Andreis è sempre stato quello dove pochi osano. E sempre lo sarà. Ciao, Fausto.

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