«Si parla spesso di sostenibilità ambientale, di clima e di siccità. Ma oggi, per produrre un litro di vino, occorrono circa 600 litri di acqua. Con le piante a piede franco ne basterebbe meno della metà». Così Donato Lanati nel suo intervento sulla sostenibilità della viticoltura del futuro, in occasione del 310° Capitolo della Selezione Grandi Vini dell’Albese 2023 andato in scena sabato 16 settembre, al Castello di Grinzane Cavour, nelle Langhe. «La ricerca – ha aggiunto Lanati – deve andare in questa direzione, trovando soluzioni che contrastino quelle malattie che, da oltre un secolo, impongono l’utilizzo dei portinnesti americani».
Le soluzioni non sono facili – ha precisato il noto enologo, insignito nell’occasione del titolo di Cavaliere Onorario dell’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini d’Alba – ma neppure impossibili. Vanno ricercate attraverso la conoscenza, lo studio, la ricerca, la sperimentazione e il rinnovamento continuo. Alzando lo sguardo oltre i consueti orizzonti. Poi, ci vogliono passione, curiosità, intuizioni e un pizzico di genialità».
Vanno proprio in questa direzione gli studi, le sperimentazioni e le ricerche che Lanati e la sua squadra di scienziati biologici, chimici ed enologi stanno portando avanti al al Centro di Ricerca Applicata all’Enologia Enosis Meraviglia di Fubine Monferrato, in provincia di Alessandria, in Piemonte. «Tornare a produrre con piante a piede franco – ha concluso Donato Lanati – significa apportare un grande valore aggiunto alla nostra enologia, in termini di sostenibilità, oltre che di qualità e di longevità del vino, nonché di difesa della pianta dalle malattie e dai cambiamenti climatici. Basta guardare all’esperienza georgiana, dove tutto ebbe inizio».
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.