Cinquanta euro per un Lambrusco possono sembrare un prezzo “fuori mercato”. Non se quel Lambrusco è Anàstasi di Barbara e Alberto Paltrinieri. Una cuvèe di Sorbara in purezza rifermentato in bottiglia, ottenuta dall’assemblaggio di una base del 2017 che ha sostato 2 anni in un tonneau e una base de Leclisse 2019. Ma non è la particolare tecnica di vinificazione a giustificare il prezzo.
Anàstasi è stato prodotto in 758 bottiglie numerate, il cui ricavato sarà interamente devoluto a Fondazione Banco Alimentare Onlus. «Anàstasi spiega la cantina di Sorbara – significa “Resurrezione e rinascita”. Proprio questa “rinascita” è il nostro augurio per tutti». Un concetto che la famiglia di produttori sintetizza ancora meglio, con una frase divenuta lo slogan di Anàstasi: «Le gambe sotto una tavola e il cuore in una bottiglia».
LA STORIA DI ANÀSTASI
«Quando qualcuno ti invita a “mettere le gambe sotto una tavola”, dalle nostre parti – spiegano Barbara e Alberto Paltrinieri – ti sta invitando a pranzo in quel modo forse un po’ brusco ma decisamente amichevole che gli emiliani hanno nel Dna».
Anastasi è il nostro desiderio di “dare indietro”: restituire una parte di ciò che ci è stato dato, di tutto il bene che, in questi anni, abbiamo ricevuto. Nasce in un momento di crisi generale, la pandemia di marzo 2020. Uno di quei momenti in cui è tanto forte la tentazione di disperarsi e lamentarsi. Tanto forte da meritare un gesto deciso nel respingerla»
È su geniale intuizione dell’enologo Attilio Pagli che i Paltrinieri danno vita ad Anàstasi. Sorbara rifermentato in bottiglia, tiratura limitata, 758 «pezzi unici di un vino unico nel suo genere». Una cuvée formata al 50% da vino della vendemmia 2017 affinato due anni in tonneau, e al 50% dal un nettare della vendemmia 2019 (lo stesso de Leclisse).
CON LE «GAMBE SOTTO UNA TAVOLA»
«Da subito – spiegano Barbara e Alberto Paltrinieri – questo progetto ha contagiato anche i nostri collaboratori, fornitori e clienti. Una storia che inizia proprio con un pranzo, un invito accettato, una tavola condivisa con alcuni soci Conad e una bottiglia di Anastasi da bere insieme. A questo si aggiunge la decisione di Marta, figlia di nostri amici, che vuole contribuire regalandoci tutti i suoi risparmi dicendoci: “Si riceve di più a dare”».
A tavola, infatti, l’idea di donare il ricavato al Banco Alimentare convince tutti. «In un primo momento – spiegano Barbara e Alberto Paltrinieri – siamo rimasti sorpresi ed emozionati: “Io voglio 100 bottiglie”, “Anche io ne compro 50”. Per un attimo siamo rimasti bocca aperta, poi onestamente ci siamo commossi. È un gesto bellissimo, forse non per caso avvenuto proprio con le gambe sotto la tavola di un pranzo emiliano».
«I soci bolognesi – concludono i Paltrinieri – hanno deciso di trasformare Anàstasi nel miglior regalo possibile per i loro amici e clienti. Ma soprattutto per noi e per il Banco Alimentare. Una storia che va raccontata, forse perché è una storia di tavola e di vino, di Emilia e di cose belle che succedono e che ti scaldano il cuore». Una storia a cui tutti possono partecipare, acquistando Anàstasi per sostenere il Banco Alimentare.
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.