È un bianco che chiede la pazienza di un rosso di struttura l’Igt Terre siciliane bianco 2018 “Versante Nord” di Eduardo Torres Acosta. Tempo utile affinché il vino si apra nel calice, sfoderando una sorprendente complessità, al di là del carattere marcatamente e tipicamente vulcanico.
LA DEGUSTAZIONE
Si tratta di un blend che vede protagonista l’uva autoctona Minnella (60%), nota in Sicilia come “Eppula” o “Minnedda ianca”, dettato dalla contrazione dialettale di “minna” (la forma dell’acino ricorda il seno femminile). Il restante 40% è composto da Catarratto, Carricante, Coda di Volpe, Grecanico e Inzolia.
Nel calice, “Versante Nord” bianco regala tutte le sfumature di una “cuvée” sapiente. Bello il colore dettato dal mancato filtraggio, in un gioco tra il torbido e il luminoso. Il succoso e l’asciutto. Anche naso e palato gareggiano sul filo dell’ossimoro.
La nota sulfurea e di pietra focaia domina la scena ma lascia spazio, pian piano, al frutto a polpa bianca del Catarratto e alla mineralità e al fiore d’agrume del Carricante. Con l’ossigenazione il quadro si amplia su ricordi di liquirizia, agrumi canditi e calde spezie: un matrimonio coi tempi di macerazione, che si protraggono fino a 5 giorni. Al palato si ritrova tutto questo.
“Versante Nord” entra sul frutto e si sviluppa sulla preziosa nota vulcanica. Mineralità e accenni di tannino – nuovo, calcolato retaggio della permanenza sulle bucce – sembrano troncare il sorso, che poi si riaccende sulla sapidità e su note di radice di liquirizia, di agrumi, di zenzero. Lunghissima la persistenza di un vino che invoglia al riassaggio. Diverso, ma sempre se stesso, ogni cinque minuti.
IL VIGNAIOLO
Eduardo Torres Acosta, giovane enologo spagnolo originario delle Canarie, opera sul versante Nord dell’Etna dal 2013. Trova casa a Randazzo, dove fonda l’azienda agricola che porta il suo nome, a garanzia dell’obiettivo da raggiungere. Due gli ettari attualmente di proprietà, capaci di dar vita a 12 mila bottiglie.
L’approccio di Eduardo Torres Acosta al vigneto e in cantina è il più naturale possibile, nell’ottica di restituire nel calice le caratteristiche uniche del vulcano, senza condizionamenti o compromessi. Una filosofia maturata dopo le prime esperienze in Sicilia, come enologo da Arianna Occhipinti e a Passopisciaro.
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.