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Champagne, contro dazi Trump «sportello unico europeo per accise nell’Unione»

Champagne, contro dazi Trump «sportello unico europeo per accise ue Unione» proposta Syndicat Général des Vignerons Ministro del Commercio Estero francese portale europeo unicoSemplificare la burocrazia in Europa. Per contrastare i dazi di Trump. In occasione della visita ufficiale nella regione dello Champagne del ministro francese incaricato del Commercio estero, Laurent Saint Martin, il presidente del Syndicat Général des Vignerons (SGV) della Champagne, Maxime Toubart, ha ribadito una richiesta chiave per i produttori: «L’istituzione di uno sportello unico europeo per il pagamento delle accise, specialmente nell’ambito delle vendite a distanza intra-europee».

ACCISE: SGV CHAMPAGNE CHIEDE UNO SPORTELLO UNICO EUROPEO

Attualmente, infatti, i produttori di vino, e in particolare le piccole e medie imprese (pmi), devono fare i conti con un quadro normativo frammentato e complesso, che impone pesanti oneri amministrativi per ogni vendita transfrontaliera. Tale sistema, sempre secondo il Syndicat Général des Vignerons, genera «costi significativi e rallenta lo sviluppo commerciale, riducendo la competitività dei vini francesi sul mercato europeo».

«L’idea di uno sportello unico europeo, simile al portale Iva già operativo – sottolinea Maxime Toubart – potrebbe rappresentare una svolta fondamentale per la semplificazione burocratica e amministrativa delle vendite di vino in Europa». Secondo il presidente della SGV Champagne, questo intervento «permetterebbe di snellire le procedure doganali, ridurre notevolmente i costi amministrativi. E, di conseguenza, liberare il potenziale export dei produttori, consentendo loro di affrontare con maggiore forza e agilità la concorrenza internazionale».

DAZI STATI UNITI: APPELLO DELLA CHAMPAGNA AL GOVERNO FRANCESE

La SGV invita ufficialmente il governo francese a farsi promotore di questa iniziativa presso la Commissione Europea. Sottolineando che «il contesto internazionale attuale, caratterizzato da crescenti tensioni commerciali e minacce di nuove tassazioni internazionali, rende ancora più urgente la creazione di un mercato europeo efficiente e realmente integrato». La proposta si inserisce nel quadro più ampio delle richieste del settore vitivinicolo francese, che punta a valorizzare e tutelare le eccellenze produttive nazionali a livello continentale e globale. https://www.sgv-champagne.fr/

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Vino italiano e dazi Usa, BMTI: «Duro colpo competitività vini fermi»


La nuova politica tariffaria statunitense, con l’imposizione di dazi sul vino, è «una concreta minaccia soprattutto per i vini fermi italiani». Questa la categoria che «potrebbe perdere quote significative di mercato in favore dei competitor extraeuropei». L’«adattamento strategico» e «un’attenta analisi degli sviluppi futuri» diventano« elementi chiave per affrontare questa nuova sfida». E preservare la leadership del vino italiano nel mondo. È quanto emerge da un dettagliato studio effettuato dall’Ufficio Studi di Borsa Merci Telematica Italiana. BMTI ha analizzato gli impatti delle nuove tariffs introdotte da Trump sui vini importati dai principali Paesi esportatori.

BMTI: ITALIA LEADER PENALIZZATA DAI DAZI

Con circa 350 milioni di litri esportati negli Stati Uniti, per un valore di quasi 2,4 miliardi di dollari nel 2024, l’Italia si conferma il principale esportatore di vino in termini di quantità e secondo per valore, superata solo dalla Francia. Tuttavia, proprio i vini italiani saranno colpiti pesantemente da un dazio aggiuntivo del 20%, al pari degli altri paesi europei. Ciò potrebbe portare a un aumento dei prezzi al consumo. E una conseguente diminuzione della competitività sul mercato statunitense.

DAZI VINO TRUMP: VINI FERMI PIÙ COLPITI DEGLI SPUMANTI

Secondo il rapporto, la situazione appare particolarmente critica per i vini fermi imbottigliati, che rappresentano circa due terzi delle esportazioni vinicole italiane verso gli Stati Uniti. Infatti, contrariamente agli sparkling wines – che vedono una netta predominanza dei Paesi UE (Italia, Francia, Spagna) con pari dazi del 20% – per i vini fermi la situazione competitiva è molto diversa.

LA “NUOVA GEOGRAFIA” DEI DAZI PER I VINI FERMI

Per i vini fermi imbottigliati, il panorama competitivo si complica ulteriormente. L’Italia, con il 32,3% della quota quantitativa e il 32,4% della quota in valore, dovrà confrontarsi con paesi extraeuropei che godranno di condizioni tariffarie più favorevoli. Australia, Nuova Zelanda, Cile e Argentina, infatti, affronteranno dazi dimezzati al 10%. Questi quattro Paesi, insieme, rappresentano quasi il 30% del mercato dei vini fermi negli Stati Uniti, una fetta significativa che potrebbe ulteriormente crescere proprio grazie a questi vantaggi competitivi. https://www.bmti.it/wp-content/uploads/2025/04/BMTI-vino-dazi-USA.pdf

L’IMPATTO DEI DAZI SUL VINO DEGLI STATI UNITI PER I COMPETITOR

Tra i principali competitor europei, la Francia, pur con una quota inferiore rispetto all’Italia (19,7% della quantità ma il 32,9% del valore), dovrà affrontare lo stesso dazio del 20%. Tuttavia, il maggior valore unitario dei vini francesi (12,28 $/l) rispetto a quelli italiani (7,35 $/l) potrebbe aiutare il settore francese a mantenere una posizione più robusta. Diversa è invece la situazione per i vini spagnoli e portoghesi che, pur con quote più modeste, vedranno ugualmente ridotta la propria competitività, essendo soggetti anch’essi al dazio del 20%.

BMTI: GLI EFFETTI SUL MERCATO E LE STRATEGIE DI ADATTAMENTO

I nuovi dazi aumenteranno inevitabilmente i costi per gli importatori americani, che dovranno decidere se assorbire tali costi, rinegoziare con i produttori europei o trasferirli ai consumatori finali. Qualora quest’ultima opzione prevalesse, l’effetto diretto potrebbe essere una diminuzione dei consumi o uno spostamento verso prodotti provenienti da Paesi con condizioni tariffarie più favorevoli. Per le imprese vinicole italiane si apre dunque la necessità urgente di ripensare le proprie strategie commerciali: esplorare nuovi mercati, rafforzare la propria presenza in altri contesti internazionali e intensificare gli sforzi promozionali, sia interni che su altri mercati esteri.

Dazi Usa sul vino italiano: Ca’ Di Rajo invita alla prudenza

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Bionda sarda: la prima birra 100% italiana, dalla terra al bicchiere


Bionda sarda è la birra che nasce in Sardegna ma che punta a diventare «un modello replicabile su tutto il territorio nazionale». L’iniziativa è stata al centro di un incontro a Vinitaly 2025, presso Casa Coldiretti.
Si tratta del primo progetto pilota voluto da Coldiretti e dal Consorzio Birra Italiana per rilanciare la produzione brassicola sull’isola, creando una filiera corta, sostenibile ed etica, che coinvolge 20 birrifici locali, una cooperativa di produttori di luppolo e una cooperativa di cerealicoltori. https://www.coldiretti.it/

BIONDA SARDA, LA PRIMA BIRRA 100% ITALIANA

Grazie ai 60 ettari coltivati nell’autunno 2023 e raccolti nell’estate 2024, nonostante le difficoltà legate a incendi e siccità, i primi risultati sono stati incoraggianti. La cooperativa ha fornito sementi uniformi e assistenza agronomica continua, garantendo un ciclo produttivo controllato e di qualità. L’orzo raccolto viene trasformato in malto pronto all’uso e interamente destinato ai birrifici locali. Riducendo i costi di trasporto e valorizzando la materia prima locale. Sulla bottiglia c’è un Qr code che permette di vedere dove sono stati coltivati e trasformati i prodotti agricoli utilizzati.

SARDEGNA AL CENTRO DEL BIRRATURISMO

Questo modello innovativo permette agli agricoltori di ottenere una remunerazione superiore rispetto ai prezzi di mercato, mentre i birrifici possono contare su una fornitura stabile e vicina. Tra i prossimi obiettivi vi sono l’espansione delle superfici coltivate, la formazione continua degli agricoltori e lo sviluppo delle Strade della Birra sarda per promuovere il birraturismo.

Con questo progetto, la Sardegna si conferma laboratorio di innovazione nel settore agroalimentare, ponendo le basi per una birra 100% italiana, simbolo di qualità, sostenibilità e filiera etica. Un esempio virtuoso – sottolinea Coldiretti – di come l’agricoltura e la trasformazione possano collaborare per rafforzare l’economia dei territori. E «rispondere alla crescente domanda dei consumatori di prodotti autentici e tracciabili».

LA PRESENTAZIONE DI BIONDA SARDA A VINITALY 2025

Alla presentazione a Vinitaly 2025 sono intervenuti il presidente Coldiretti Ettore Prandini, il segretario generale Vincenzo Gesmundo, il presidente del Consorzio Birra Italiana Teo Musso, il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Mirco Carloni. E ancora: il direttore Coldiretti Sardegna e Capo Area Economica Coldiretti Luca Saba; Antonio Zanda del Birrificio Quattro Mori e il direttore del Consorzio Birra Italiana, Carlo Schizzerotto.

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news news ed eventi Vini al supermercato

Vendite vino Gdo: parlano i buyer di Carrefour, Conad, Coop e Md


Nel 2024, la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) italiana ha registrato vendite di vino e spumante pari a 753 milioni di litri, per un valore complessivo di 3,2 miliardi di euro. Sebbene si sia osservato un lieve calo dello 0,7% in volume rispetto al 2023, il settore mostra segnali di ripresa, soprattutto se confrontato con il -2,2% dell’anno precedente. Particolarmente significativo è l’incremento del 2,3% in valore, indicando una crescente attenzione dei consumatori verso prodotti di maggiore qualità.

CIRCANA PER VINITALY 2025: L’ANALISI DELLE PERFORMANCE DEI RETAILER

Secondo l’analisi “Circana per Vinitaly” presentata durante la 21ª tavola rotonda “Vino e GDO: Innovazione, Mercati e Opportunità”, gli spumanti hanno trainato questa ripresa, con un aumento del 4,2% in volume e del 3,6% in valore, grazie soprattutto al ruolo centrale del Prosecco. I vini fermi hanno registrato una crescita del 3,1% in valore, nonostante un lieve calo dello 0,7% in volume. In particolare, si prevede che entro cinque anni il consumo di vini bianchi, attualmente a 248 milioni di litri, supererà quello dei vini rossi, che si attesta a 271 milioni di litri. Tra i vini emergenti del 2024 spiccano l’Inzolia siciliana e il Vermentino, entrambi bianchi, mentre il rosato ha superato i 37 milioni di litri venduti. https://www.circana.com/it-it/ https://www.vinitaly.com/

IL PUNTO DI VISTA DEI BUYER VINO GDO

Lorenzo Cafissi, Beverage & Home Care & Personal Care Director di Carrefour Italia

«La situazione del mondo del vino sta diventando sempre più complessa per la staticità dei risultati. Questo ovviamente impatta notevolmente l’intero comparto del beverage spostando equilibri sempre stabili nel tempo. Come tutti i periodi di difficoltà, ci sono ovviamente anche grandi opportunità che, però, possono nascere esclusivamente da una collaborazione sempre più trasparente e aperta tra industria e retailer».

Simone Pambianco, Category Manager Bevande per Conad

«Nonostante il mercato sia ancora in calo, Conad ha registrato un modesto aumento di volume nel 2024. La domanda rimane in contrazione a causa dei mutamenti strutturali in atto: cambiamenti demografici con una generazione Z meno coinvolta nella categoria, ridotte capacità di spesa degli italiani e, soprattutto, nuovi stili di vita più attivi. Tutti fattori congiunti che ci stanno proiettando nell’era del consumo “multi moderato”. I consumatori non solo bevono meno alcol, ma preferiscono bevande meno corpose e meno alcoliche, più fresche e adatte a pasti leggeri, veloci ed healthy. Il vino deve saper cogliere questi cambiamenti, che attualmente stanno interpretando meglio altre bevande».

Alessandro Cassanelli, Buyer Liquidi per Coop Italia

«La crisi che sta attraversando il mercato, che si riflette in particolare nel calo dei consumi — ad esempio dei vini rossi — suggerisce la necessità di un ripensamento strategico, volto a riconnettersi con alcune fasce di consumatori che si sono progressivamente allontanate. Per coinvolgere le generazioni più giovani, ad esempio, è fondamentale lavorare su occasioni di consumo diverse, promuovere la sostenibilità e valorizzare un approccio consapevole, in grado di riportare interesse al consumo di un prodotto che, a differenza di superalcolici e drink da aperitivo, è storicamente meno legato a contesti conviviali o di tendenza. Rinnovare, tuttavia, non significa rinnegare la tradizione, ma piuttosto reinterpretarla in chiave attuale».

Marco Usai, Wine Specialist per MD

«MD conferma il suo impegno per una Buona Spesa che offra ai consumatori prodotti di qualità a prezzi accessibili, e la nostra selezione di vini ne è una chiara dimostrazione. In un contesto di mercato difficile per il settore vinicolo, conseguiamo risultati positivi, sia in termini di valore che di volumi di vendita. Questo successo è il frutto della fiducia che i consumatori ripongono nella nostra formula commerciale e della costante attenzione alle evoluzioni del mercato: siamo orgogliosi di essere i primi in Italia a proporre la linea Enotrium, una selezione di vini a marchio privato che valorizza i vitigni autoctoni del nostro Paese, promuovendo la straordinaria biodiversità del patrimonio vitivinicolo italiano. Stiamo registrando un riscontro positivo anche per il nostro primo spumante dealcolato, in una categoria che ha numeri ancora contenuti ma un ottimo potenziale di crescita».

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news news ed eventi Vini al supermercato

Vini al Supermercato, Gdo recupera terreno nel 2024: è l’anno dei vini bianchi


Nel 2024 la Grande distribuzione organizzata italiana ha registrato vendite di vino e spumante per 753 milioni di litri, pari a un valore complessivo di 3,2 miliardi di euro. Nonostante un calo dello 0,7% a volume rispetto al 2023, il settore mostra segnali incoraggianti, specialmente se confrontati con il -2,2% dell’anno precedente. Ancora più significativo l’aumento a valore, che segna un +2,3%, confermando la tendenza verso una maggiore qualità percepita dai clienti a caccia dei migliori vini al supermercato. https://www.vinitaly.com/calendario-eventi/vinitaly/vinitaly-2024/20-tavola-rotonda-sul-mercato-del-vino-nella-grande-distribuzione-cantine-e-retail-uno-sforzo-condiviso-per-tornare-a-crescere/

L’ANALISI CIRCANA PER VINITALY SUI VINI NELLA GRANDE DISTRIBUZIONE

Questi dati emergono dalla ricerca “Circana per Vinitaly“, presentata durante la 21ª tavola rotonda “Vino e GDO: Innovazione, Mercati e Opportunità”, organizzata da Veronafiere. A trainare la ripresa sono soprattutto gli spumanti (+4,2% a volume e +3,6% a valore), con un ruolo centrale del Prosecco. Meno brillante la performance dei vini frizzanti, in calo sia a volume (-5,7%) che a valore (-4,4%), mentre i vini fermi crescono a valore del +3,1%, pur registrando un lieve calo volumetrico (-0,7%).

La preferenza degli italiani si conferma ancora per il vino rosso fermo, primo con 271 milioni di litri venduti nonostante un calo del -1,3%. Tuttavia, i dati suggeriscono un cambio imminente: Circana prevede che entro cinque anni il vino bianco, attualmente a 248 milioni di litri, supererà il rosso, a conferma di una chiara evoluzione nei gusti dei consumatori italiani. Non a caso, tra i vini emergenti del 2024 spiccano il siciliano Inzolia e il Vermentino, entrambi vini bianchi. Bene anche il rosato, con vendite superiori a 37 milioni di litri.

VINI GDO: CHI CRESCE E CHI CALA

Virgilio Romano, Insight Director di Circana, evidenzia come siano «soprattutto i vini nella fascia medio-bassa di prezzo a subire una significativa contrazione (-4,9%)». Romano sottolinea l’importanza di «continuare ad aumentare il valore percepito del vino, trasformando il consumo in un’esperienza qualitativa più che quantitativa». Un discorso differente vale per gli spumanti metodo Charmat, che invece crescono particolarmente nella fascia di prezzo più economica (+6,3%).

La segmentazione del mercato emerge chiaramente nelle vendite delle bottiglie da 0,75 lt: i vini più costosi (oltre i 10 euro) registrano un aumento a valore del +6,6% e del +3,8% a volume, mentre gli spumanti Charmat economici (meno di 5 euro) crescono del 5,6% a volume e del 4,7% a valore. Bene anche gli spumanti premium (oltre 10 euro), con una crescita a valore del +5,4% e a volume del +3,1%. Anche gli spumanti a marchio del distributore registrano un’importante crescita (+5,3%), grazie anche alla riduzione media dei prezzi (-2,6%).

PREZZI E PROMOZIONI VINO AL SUPERMERCATO

Le strategie promozionali adottate dalle prime 25 aziende della Gdo, che hanno aumentato del +1,3% l’attività promozionale, hanno avuto un impatto positivo, con vendite in crescita a volume del +0,6% e a valore del +3,2%. Tuttavia, per raggiungere risultati davvero significativi, Romano suggerisce che occorra affiancare alle promozioni efficaci strategie di vendita continuative. Nel 2024, inoltre, i prezzi medi del vino hanno subito un aumento contenuto del +3,1%, con segnali di attenuazione dell’inflazione. Ad esempio, il prezzo medio per i vini a denominazione (Doc, Docg, Igt) è stato di 5,57 euro al litro, in aumento solo del 2%, contro aumenti superiori al 6% nel 2023.

VINI AL SUPERMERCATO 2025: PEGGIORANO LE VENDITE

I primi mesi del 2025, infine, mostrano un peggioramento nelle vendite (-4,5% a volume e -2,7% a valore), ma sarà necessario attendere ulteriori dati per una valutazione più accurata delle tendenze future. Infine, un nuovo segmento promettente è rappresentato dal mercato delle bevande analcoliche e dei vini dealcolati, recentemente autorizzati in Italia. Romano di Circana suggerisce che questo segmento potrebbe rappresentare «una significativa opportunità di crescita, a patto che il settore riesca ad attrarre nuovi consumatori e trasformare il consumo in un’esperienza inclusiva e coinvolgente».

Vendite vino Gdo: parlano i buyer di Carrefour, Conad, Coop e Md

 

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