Colomba 2025 Iginio Massari Anche quest’anno, la Pasqua di Iginio Massari Alta Pasticceria è un inno all’eccellenza artigianale, con una gamma di prodotti esclusivi disponibili in quantità limitata sullo shop online iginiomassari.it, nelle pasticcerie e nei Pop-Up Store in tutta Italia. «A Pasqua il dolce principe è la Colomba, simbolo di primavera e rinascita», raccontano il Maestro Iginio Massari e i figli Debora e Nicola. Un dolce che richiede tempo, dedizione e l’utilizzo delle migliori materie prime. Accanto alla Colomba, protagoniste sono anche le Uova di cioccolato, veri capolavori di gusto che esaltano la qualità del cacao più pregiato.
LA COLOMBA 2025 DI IGINIO MASSARI
Colomba Tradizionale
L’icona della Pasqua per eccellenza, lavorata con un processo di quattro lievitazioni e due impasti, per un totale di 65 ore di lavorazione. L’impasto soffice è arricchito da scorza d’arancia candita selezionata, mentre la glassa alle mandorle è impreziosita da granella di zucchero e mandorle intere grezze.
Colomba al Cioccolato e Lampone – Edizione Limitata
Un impasto al cacao arricchito con pepite di cioccolato fondente e al latte, insieme a lamponi canditi. La glassa al lampone e la rifinitura con zucchero cristallino rendono questa edizione una vera chicca per i palati più raffinati.
Colomba al Pistacchio
Un impasto che combina cremini al pistacchio e cubetti di arancia candita, con una copertura di glassa al pistacchio e granella di pistacchi e zucchero.
Colomba al Cioccolato – Nuova Versione
La versione 2025 prevede un impasto arricchito con pepite di cioccolato fondente e al latte, insieme a cubetti di arancia candita. Il tutto è ricoperto da una glassa alle mandorle e cacao.
Colomba Senza Canditi Colomba 2025 Iginio Massari
Pensata per chi preferisce un impasto privo di scorze d’arancia, questa versione mantiene la stessa sofficità dell’originale, riequilibrata con più vaniglia e miele.
Colomba Senza Lattosio – Novità 2025
Una grande novità per chi ha esigenze alimentari specifiche: una Colomba senza lattosio che non rinuncia a morbidezza e sapore autentico.
LE UOVA DI CIOCCOLATO DI IGINIO MASSARI PER PASQUA 2025
Le Uova di Pasqua Iginio Massari Alta Pasticceria nascono dalla selezione dei migliori cacao, offrendo un’esperienza sensoriale pura ed elegante. Ogni uovo contiene una sorpresa esclusiva.
Uova Pralinate: l’incontro tra cioccolato e frutta secca
Cioccolato al Latte 38% e Nocciole IGP
Cioccolato Bianco 34% e Pistacchi
Cioccolato Fondente 70% e Nocciole IGP
Ovetti di Croccante
Una delizia unica con un cuore di mandorle e nocciole selezionate, avvolte in un guscio croccante dal gusto intenso.
DOVE ACQUISTARE
I prodotti della gamma Pasqua 2025 sono disponibili sul sito iginiomassari.it, nelle Pasticcerie di Brescia, Milano, Torino, Verona, Firenze e Roma, nei Pop-Up Store di Bologna, Bolzano, Genova, Milano, Monza, Napoli, Pesaro, Roma Termini, Roma Tiburtina, Torino, Venezia Mestre, Verona, e presso MARITZ in Corso di Porta Ticinese 40 a Milano.iginiomassari.it
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Enoturismo Italia. Si è tenuta a Roma, presso Palazzo Giustiniani, la presentazione della prima indagine del Movimento Turismo del Vino (MTV) e del CESEO – Centro Studi Enoturismo e Oleoturismo dell’Università LUMSA. L’evento ha segnato l’avvio ufficiale del nuovo osservatorio sul settore, con un panel di esperti tra cui Donatella Cinelli Colombini (direttore CESEO), Violante Gardini Cinelli Colombini (presidente MTV) e Antonello Maruotti (ordinario di Statistica presso LUMSA).Movimento Turismo del Vino (MTV)CESEO – Centro Studi Enoturismo e Oleoturismo
enoturismo italiaUn settore in espansione, ma con criticità
Secondo il rapporto “Turismo del vino: tra nuove sfide e opportunità”, l’enoturismo registra una crescita del 13% annuo a livello globale (fonte FMI). Il 53% delle cantine analizzate ha registrato un aumento del fatturato nel 2023, con un incremento a doppia cifra per 1 azienda su 4. Tuttavia, l’81% delle cantine segnala un aumento dei costi di gestione, con incrementi tra il 5% e il 25% che riducono i margini, colpendo soprattutto le micro-imprese (64% del campione) e le piccole imprese (31%). Solo il 9% delle cantine supera i 2 milioni di euro di fatturato annuo.
Competenze e formazione: un gap da colmare
Uno degli aspetti più critici emersi riguarda la professionalizzazione dell’accoglienza: solo il 38% delle cantine dispone di personale specializzato in Wine Hospitality, mentre nel 63% dei casi è il titolare stesso a occuparsi dei visitatori. La mancanza di figure dedicate è dovuta alla difficoltà di sostenere costi aggiuntivi, nonostante la crescente richiesta di esperienze di alta qualità.https://www.winemag.it/valpolicella-7-aziende-su-10-intendono-investire-in-enoturismo/
Hospitality e diversificazione dell’offerta
Il Movimento Turismo del Vino, da oltre trent’anni, ha contribuito a trasformare l’esperienza in cantina, rendendola più inclusiva e accessibile.
Il 43% delle aziende è certificato BIO e il 38% adotta pratiche di agricoltura sostenibile, dati ben superiori alla media italiana del 19,8% (Fonte Metes).
Il 33% delle cantine organizza pic-nic in vigna, il 30% passeggiate tra i filari, il 25% cene con il produttore e il 20% corsi di cucina.
Il 38% delle aziende ha spazi dedicati ai bambini, con fattorie didattiche e aree gioco.
Il 26% delle cantine offre stazioni di ricarica per auto elettriche, segnale di attenzione alla mobilità sostenibile.
Le wine experience hanno un costo medio di 25 euro, con un range che va dai 15 ai 150 euro.
Il 68% delle cantine accetta visitatori senza appuntamento, mentre l’85% è aperto tutto l’anno. enoturismo italia
Enoturismo Italiano tra digitale e intelligenza artificiale: il futuro è qui
La ricerca evidenzia una forte presenza delle cantine sui social media:
Facebook (97%) e Instagram (96%) sono i canali più usati.
LinkedIn (37%) è ancora marginale, mentre TikTok è adottato solo dal 7%.
Il 42% delle aziende registra meno di 1.000 visite al mese sul sito web, segnale di un potenziale di digitalizzazione ancora inespresso.
Solo il 21% utilizza un CRM (Customer Relationship Management) per fidelizzare la clientela.
L’Intelligenza Artificiale (AI) è impiegata solo dal 20% delle aziende, principalmente per marketing (63%), comunicazione digitale (70%) e gestione delle prenotazioni (35%). Solo l’8% la utilizza nei processi produttivi. L’adozione dell’AI è ancora frenata dalla percezione di costi elevati e dalla tradizionale gestione familiare di molte cantine. enoturismo italia
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Migliori Alta Langa 2021.Se l’Alta Langa fosse un treno, sarebbe un JR-Maglev MLX01. Modello che forse non dice nulla, in Italia. Ma che, in Giappone, si vede sfrecciare a 531 chilometri orari, lungo la tratta sperimentale della Yamanashi Maglev Test Line. Bollicine piemontesi ad “alta velocità”, sui mercati. Pronte ora a conquistare l’export, che ha raggiunto il 15% nel 2024 grazie all’aumento della produzione e alle prime mosse del Consorzio per far conoscere – anche fuori dai confini nazionali – le cuvée di Pinot Nero e Chardonnay. Il numero record di cantine presenti alla Prima dell’Alta Langa 2025 – 82 a La Centrale di Nuvola Lavazza, a Torino – dimostrano che la velocità è nulla senza convogli. Ben 180 le cuvée in degustazione all’anteprima di un millesimo, il 2021, che si rivela il più omogeneo di sempre. Per il livello della qualità, molto alta. Ma, ancor più, per l’uniformità tra le espressioni delle varie cantine. Pardon, maison. Gli Alta Langa 2021 da non perdere? Ecco la Top 15, in rigoroso elenco alfabetico.https://www.altalangadocg.com/wp-content/uploads/2025/03/Elenco-vini-La-Prima-dellAlta-Langa-2025-3.pdf
MIGLIORI ALTA LANGA 2021: top 15 ALLA PRIMA DELL’ALTA LANGA 2025
Anna Maria Abbona, Alta Langa Docg Clara Rose Extra Brut 2021
Cascina Fonda, Alta Langa DocgExtra Brut 2021
Cerrino, Alta Langa Docg Pas Dosé 2021
Colombo, Alta Langa Docg Blanc de Blancs Brut 2021
Coppo, Alta Langa Docg Luigi Coppo Pas Dosé 2021
Daffara & Grasso, Alta Langa Docg PN CH Brut 2021
Ettore Germano, Alta Langa Docg Extra Brut 2021 (Best of Show)
Gallo, Alta Langa Docg 1831 Brut 2021
Garesio, Alta Langa Docg Pas Dosé 2021
Marco Capra, Alta Langa Docg Seitremenda Extra Brut 2021
Mauro Sebaste, Alta Langa Docg Avremo Extra Brut 2021
Paolo Berutti, Alta Langa Docg Rosé Brut 2021 (Magnum)
Roberto Garbarino, Alta Langa Docg Le Radipe Extra Brut 2021
Sara Vezza, Alta Langa Docg Extra Brut 2021
Tenuta Carretta, Alta Langa Docg Airali Blanc de Blanc Extra Brut 2021
CASTELLETTA: «IL SEGRETO DELL’ALTA LANGA? IL RIGIDO DISCIPLINARE DELLA DOCG»
Ventimila i brindisi alla Prima dell’Alta Langa 2025, settima edizione della degustazione annuale organizzata dal Consorzio Alta Langa. La più grande di sempre per numero di produttori presenti, etichette di Alte Bollicine Piemontesi in assaggio (circa 200), e professionisti accreditati (circa 1700). Immancabile la presidente Mariacristina Castelletta di Tosti1820. La cantina, al pari dell’altro noto brand Gancia, ha portato in degustazione i vini del millesimo più vecchio presente alla Prima dell’Alta Langa 2025. Si tratta, rispettivamente, dell’Alta Langa Docg Riserva Giulio I Blanc de Noirs Pas Dosé 2010 e dell’Alta Langa Docg Riserva Cuvée 120 Mesi Brut 2010.migliori alta langa 2021
Presidente Mariacristina Castelletta: Alta Langa sempre più a gonfie vele?
Direi di sì. Siamo cresciuti con un’eredità molto preziosa. Siamo il primo Metodo classico che è nato in Piemonte, a metà del 1800. Ma la denominazione è ragionevolmente molto più giovane, perché è nata nel 2002. Questi 23 anni sono stati molto importanti per la denominazione. A dirlo sono i numeri. Se pensiamo che nel 2021 mettevamo insieme 600 mila bottiglie e nel 2024 abbiamo raggiunto i 2 milioni di bottiglie contrassegnate dalla Docg, capiamo la portata del fenomeno.
“Fenomeno Alta Langa”, appunto. Ogni anno nuovi produttori, nuove cuvée e nuove espressioni di una Docg che dimostra di avere una grandissima dinamicità interna.
La cosa sorprendente e che ci riempie di orgoglio è la crescita dei produttori. Nel 2018 eravamo 18 e ora, qui alla Prima dell’Alta Langa 2025, settima edizione, ci ritroviamo con 82 produttori e circa 200 etichette di Alta Langa. L’andamento della denominazione si potrebbe spiegare semplicemente con questo confronto. I nostri numeri, comunque, rimangono relativamente piccoli se li paragoniamo alla globalità del mondo degli spumanti italiani e, ancor più, internazionali, come per esempio alla Champagne.
Un mondo in cui l’Alta Langa si distingue in maniera chiara. Come state gestendo la crescita?
La nostra volontà è quella di crescere in valore a livello internazionale, restando saldi e fedeli alle caratteristiche che sono insite nel nostro DNA. Vogliamo fare un Metodo classico di altissima qualità e vogliamo che questo concetto sia scalfito nella pietra. Abbiamo intenzione di portarlo avanti crescendo insieme a un territorio che ha delle sorprendenti capacità ancora non completamente espresse. Un territorio piuttosto vasto, che include le “alte terre” delle tre province di Asti, Alessandria e Cuneo. Abbiamo la possibilità di diventare più grandi, sì. Ma vogliamo farlo da tutti i punti di vista. Soprattutto da quello del valore.
“Al di là della collina”, per usare un eufemismo utile a identificare l’Oltrepò pavese, il Consorzio sembra aver preso una piega completamente diversa rispetto al passato. Ora, per statuto, i “piccoli” contano. In Alta Langa non sembra esserci questa necessità, nonostante la presenza di colossi e grandi cantine in Consorzio come la sua Tosti1820, o Fratelli Gancia. La differenza è solo nel peso dei brand dei due territori?
L’Alta Langa, sin dagli esordi, punta a diventare riferimento assoluto del Metodo classico in Italia. In confronto ad altri territori, credo sia importante sottolineare una delle caratteristiche più peculiari: in Alta Langa non ci sono “grandi” e “piccoli” produttori, dal momento che tutti insieme produciamo circa 2 milioni di bottiglie annue. Qui da noi c’è sempre stata una grande unione, dettata dal fatto che iniziare a produrre Alta Langa è una scelta coraggiosa, alla base della quale serve convinzione e grandi investimenti. Il nostro segreto? Abbiamo scelto di dotarci di un disciplinare da Champions League e di percorrere, tutti insieme, una strada comunque per nulla banale. Le regole di produzione dell’Alta Langa Docg dicono chiaramente che vogliamo primeggiare nel panorama enologico del Metodo classico. migliori alta langa 2021
Terreni con altitudine non inferiore ai 250 metri sul livello del mare. Solo millesimati. Ma anche 30 mesi minimi di affinamento sui lieviti per l’Alta Langa, a differenza dei 18 della Franciacorta (che ammette i non millesimati) e dei 15 mesi del Trento Doc. È così che si vince la Champions League del Metodo classico, insomma?
Di certo, questo è un buon inizio ed è la nostra intenzione! I produttori di Alta Langa devono essere molto determinati nel volersi approcciare alla denominazione e nel voler proseguire il percorso intrapreso. Fare Alta Langa è una scelta, non una conseguenza dei trend di mercato. E il fatto che il numero di produttori di Alta Langa stia crescendo così tanto, dimostra che abbiamo fatto le scelte giuste sin dal principio, quando abbiamo scritto le “regole del gioco”. Senza usare altri giri di parole, vorrei davvero cogliere l’occasione di questa intervista per dire ciò che penso profondamente di questo nostro Metodo classico: ovvero che è veramente un’espressione dell’orgoglio piemontese, per le nostre origini. Il Metodo classico è nato da noi, in Piemonte, nell’Ottocento. E quindi dobbiamo per forza dare del nostro meglio. Affinché rimanga nella storia.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
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