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Piero Mastroberardino: «Brand e vini premium si costruiscono giorno per giorno»

Piero Mastroberardino «Brand e vini premium si costruiscono giorno per giorno» ProWein Business Talk Shaping the Future of Wine
«Il brand di una cantina e i suoi vini premium si costruiscono giorno per giorno»: così Piero Mastroberardino, numero uno della cantina campana divenuta un simbolo del Made in Italy enologico, con 300 anni di storia e 260 ettari di proprietà. L’attuale vicepresidente di Federvini, intervenendo nel primo pomeriggio a “ProWein Business Talk: Shaping the Future of Wine“, ha sottolineato l’importanza del branding nel settore vitivinicolo, focalizzandosi sul valore percepito dai consumatori e sulle soluzioni per costruire un’identità aziendale forte.

Secondo Mastroberardino, il valore percepito è l’elemento centrale per costruire un brand di successo. «È necessario proporre valori distintivi che rafforzino costantemente il marchio – ha spiegato il produttore campano durante il talk, moderato da Simone Loose dell’Università di Geisenheim – spostando l’attenzione da un marketing operativo a un marketing strategico, ancora poco diffuso nel mondo del vino. Il settore vitivinicolo, infatti, rispetto a molti altri, si trova ancora a uno stadio iniziale sul fronte del marketing, spesso limitato a comunicazioni generiche e poco mirate. Tutti raccontano le stesse cose, senza emergere. Distinguersi è fondamentale e una delle chiavi è valorizzare l’eredità storica dell’azienda».

HERITAGE AZIENDALE ALLA BASE DELLA COSTRUZIONE DEL BRAND

L’heritage aziendale, sempre secondo Pietro Mastroberardino, non è solo una risorsa distintiva, ma «un pilastro per costruire credibilità e autorevolezza». «Esperienze come le degustazioni verticali, che mettono in luce la continuità e l’evoluzione dei vini – ha sottolineato – sono strumenti efficaci per consolidare la fiducia dei consumatori. Raccontare la propria storia diventa quindi una strategia cruciale, non solo per il presente ma anche per tramandare il valore del brand alle future generazioni.». Mastroberardino ha sottolineato come questo processo virtuoso finisca per includere, in maniera naturale e non artefatta, anche temi «come la sostenibilità sociale e ambientale dell’azienda, garantendo così un futuro solido per l’investimento iniziale».

«La costruzione di un brand forte richiede tempo, almeno dieci anni in molti casi, e un impegno costante. Non è sufficiente – ha ammonito Piero Mastroberardino – concentrarsi sulle vendita immediata e gioire per le cantine vuote. Bisogna piantare radici profonde nel settore. Questo richiede un cambiamento di mentalità: non si può adottare un approccio speculativo, entrando e uscendo dal mercato senza una visione chiara. Il successo del brand e dei vini premium si costruisce giorno per giorno, con scelte ponderate e coerenti».

PREMIUM WINES? «MENO ASPETTI TECNICI, PIÙ COINVOLGIMENTO DIRETTO»

Nonostante il periodo di crisi generalizzata dei consumi, Mastroberardino vede un futuro promettente nel segmento dei vini premium, caratterizzati da un costo medio di 50 euro o superiore. «Tuttavia – ha precisato – è fondamentale spostare l’attenzione negativa che oggi esiste attorno al tema dell’alcol verso l’educazione e l’offerta di esperienze ai consumatori. Coinvolgere il pubblico attraverso il contatto diretto con l’ambiente vinicolo, condividere la storia e le emozioni legate alla produzione, piuttosto che ormai inutili aspetti tecnici come il valore del ph e dell’acidità, permette di rafforzare il legame con il brand e far comprendere che il vero valore non risiede solo nel prodotto, ma in un’esperienza immersiva».

PIERO MASTROBERARDINO: «VINI PREMIUM? ALLE NUOVE CANTINE DICO CHE…»

Del resto, le aspettative dei consumatori sono cambiate. «Oggi le persone cercano esperienze più profonde, emozionali – ha concluso Piero Mastroberardino sempre in occasione del “ProWein Business Talk: Shaping the Future of Wine” – che vadano oltre i dettagli tecnici. È qui che entra in gioco la capacità di raccontare la propria storia e la propria eredità, per costruire un dialogo autentico con i consumatori. Cosa suggerirei alle nuove cantine che vogliono produrre premium wines?

La costruzione di una storia e di un’identità di brand richiede tempo e dedizione. È fondamentale iniziare fin da subito con una visione di lungo termine. Investendo in attività che rafforzino il valore percepito, come “librerie di vini”, ovvero lo storico della produzione che consenta di organizzare degustazioni verticali. Ed evitando di pensare solo alla vendita immediata». Il segreto del successo, in sintesi, risiede secondo Piero Mastroberardino nella capacità di unire passato, presente e futuro in un percorso che sia sostenibile. E autentico. Piero Mastroberardino vini premium. VCR421 Antonio Mastroberardino.

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degustati da noi vini#02

Trento Doc Riserva Extra Brut 2016 Altinum, Cantina Aldeno

Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Trento Doc Riserva Extra Brut 2016 Altinum, Cantina Aldeno (12,5%).

Perlage: 10
Fiore: 9
Frutto: 9
357
Freschezza: 9
Sapidità: 6.5
Percezione alcolica: 5
Armonia complessiva: 9
Facilità di beva: 8
A tavola: 9.5
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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Oliviero Toscani, Naomi Campbell e quella campagna (scandalo) per il Consorzio Collio

Una modella di colore, sorridente, regge con la mano destra un calice di vino. Ben salda, nel palmo della mano sinistra, tra i seni nudi, esibisce una bottiglia di vino del Collio. «L’unico bianco che amo» si legge, insieme alla scritta «Collio Bianco del Friuli Venezia Giulia». Ecco spiegato il perché del messaggio di cordoglio diffuso ieri, sui social, dal Consorzio Collio, alla notizia della morte del noto fotografo Oliviero Toscani, all’età di 82 anni Per comprendere le ragioni di questo legame occorre riavvolgere le lancette dell’orologio, indietro fino al 2001. Fu l’allora presidente dell’ente, Marco Felluga, insieme al fondatore, il conte Douglas Attems, a presentare al territorio la campagna pubblicitaria realizzata da Oliviero Toscani. Solo una delle provocazioni di un «genio della comunicazione, maestro delle immagini, provocatore instancabile», come lo descrive nel post il Consorzio Collio.

IL CONSORZIO COLLIO RICORDA OLIVIERO TOSCANI E LA SUA CAMPAGNA PUBBLICITARIA

«Oliviero Toscani – recita ancora il messaggio affidato a Facebook dall’ente oggi presieduto da David Buzzinelli – ci ha insegnato a guardare oltre il semplice scatto. Con le sue campagne, ha sempre saputo accendere dibattiti e suscitare emozioni, unendo arte e messaggio in un modo che pochi sanno fare. Nella collaborazione con il Consorzio Collio, ha portato il suo inconfondibile stile. Una campagna che, come sempre, ha fatto parlare di sé. A prescindere dalle reazioni, resta indiscutibile il suo contributo all’arte visiva e alla comunicazione. Grazie, Oliviero, per averci insegnato che l’immagine è un linguaggio potente, capace di far riflettere e discutere. Il brindisi oggi è per te».

NOEMI CAMPBELL E OLIVIERO TOSCANI: GIALLO COLLIO

A distanza di 20 anni, come rivelato dal Messaggero Veneto, si capì che la modella prescelta da Oliviero Toscani per la campagna sui vini del Collio non era quella – di nazionalità svedese – comparsa effettivamente sui manifesti. Bensì Naomi Campbell. «Dopo il forfait della Campbell – si legge ancora – il budget di Regione e Consorzio venne drasticamente ridotto a 200 milioni e Toscani trovò la modella svedese, sempre di colore, che prestò il suo volto per la campagna. Fece comunque parlare, quella scelta di marketing, e contribuì a far conoscere fuori dal Friuli i vini del territorio. Poi però restò un unicum, che non venne replicato».

Il Consorzio del Collio optò infatti per «vie più tradizionali di comunicazione». E si affidò, in particolare, ai nomi dei suoi produttori. La campagna pubblicitaria suscitò comunque critiche e polemiche. Alcuni la considerarono troppo audace e provocatoria. Altri la interpretarono come inappropriata ed offensiva. Proprio di fronte alle tante reazioni negative, la decisione fu di ritirare la pubblicità. Marco Felluga espresse il suo dispiacere per la conclusione anticipata dell’iniziativa, sottolineando l’importanza di investire nella comunicazione per far conoscere il prodotto e il territorio. Pur senza i social media attivi, all’epoca, quell’immagine divenne “virale”. Tanto da essere riprodotta pure sulle carene degli scooter Vespa della zona. Gialle come il colore simbolo del Collio. Lo stesso che tanto simboleggia, a ben pensarci, il carattere artistico di Oliviero Toscani.

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