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Gruppo Branca presenta il Bilancio di Sostenibilità 2023

Gruppo Branca presenta il Bilancio di Sostenibilità 2023

Branca International, holding della famiglia Branca che controlla le tre società dedicate alla produzione e commercializzazione di spirits (Fratelli Branca Distillerie S.p.A., l’argentina F.lli Branca Destilerías S.A. e Branca USA Inc.) e l’immobiliare Branca Real Estate S.r.l, presenta il Bilancio di Sostenibilità 2023. Un anno di crescita consapevole, fondata sui principi di sostenibilità e responsabilità sociale. «Il 2023 ci ha messo alla prova con molte sfide, dall’inflazione alla crisi globale, ma abbiamo dimostrato che, quando si è preparati, si può affrontare qualsiasi situazione. Abbiamo continuato a investire nelle persone, nelle tecnologie e nei mercati», commenta Niccolò Branca, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo.

Gruppo Branca continua a fondare la propria visione sull’Economia della Consapevolezza, un modello gestionale si basa sui quattro pilastri di Sostenibilità, Consapevolezza, Qualità e Cura nel perseguire un “utile generativo” che crei valore condiviso. «In un anno segnato da incertezze, il nostro impegno verso l’ambiente e le persone non è mai venuto meno. Il Gruppo Branca ha anche dimostrato di contribuire attivamente allo sviluppo economico e sociale. Infatti, oltre l’80% del valore generato è stato distribuito tra l’acquisto di beni e servizi, fornitori di capitali, Pubblica Amministrazione, dipendenti ed investimenti per la comunità» conclude Niccolò Branca.

IMPEGNO AMBIENTALE

Il Gruppo Branca ha registrato importanti progressi nella riduzione dell’impatto ambientale a livello globale, con una diminuzione complessiva delle emissioni totali di CO₂ pari al 10% rispetto all’anno precedente. Risultato ottenuto grazie all’adozione di impianti più sostenibili e al miglioramento dell’efficienza energetica in tutte le aree produttive. In Italia, nello specifico, il Gruppo ha ridotto le emissioni di CO₂ del 13% e i consumi energetici dell’8% rispetto al 2022.

L’ottimizzazione dei consumi idrici rimane un tema importante, con un incremento dell’uso del 20%, su cui il Gruppo sta attuando nuove strategie di ottimizzazione. L’implementazione di pratiche di economia circolare e l’adozione di tecnologie sostenibili in tutte le sedi produttive confermano l’approccio di Branca alla produzione responsabile e la sostenibilità.

VALORE SOCIALE

Sul fronte sociale Gruppo Branca ha incrementato la propria forza lavoro dell’8%. Si è così raggiunto il totale di 341 dipendenti, il 99% dei quali assunti a tempo pieno e con contratto a tempo indeterminato. L’obiettivo e di mantenere questa percentuale nel tempo, a conferma dell’impegno verso la stabilità e il benessere delle persone. Il Gruppo ha inoltre investito nella crescita professionale dei dipendenti, con oltre 10.800 ore di formazione erogata nel 2023. Ne fanno parte programmi su competenze tecniche e trasversali, salute e sicurezza sul lavoro, e benessere psico-fisico.

GOVERNACE E RESILIENZA ECONOMICA

Gruppo Branca ha dimostrato solidità grazie a una performance positiva nella commercializzazione di spirits. Il valore generato dal Gruppo ha raggiunto oltre 380 milioni di euro. A livello contabile, il valore economico del fatturato consolidato nel 2023 risulta pari a 355 milioni di euro, segnando un -16% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, questa apparente flessione è attribuibile all’impatto del tasso di conversione iper-inflattivo dei Pesos argentini in Euro, applicato per il mercato argentino. Mercato da sempre roccaforte strategica e seconda sede del comparto del. In realtà, al netto dell’effetto di conversione, l’esercizio registra un aumento reale in valore e volumi. Questo incremento sostanziale si riflette anche nell’utile netto, in crescita del +47%.

FILIERA GLOBALE E RESPONSABILE

Il Gruppo Branca gestisce una filiera di approvvigionamento globale che rispetta standard rigorosi, assicurando eccellenza dei prodotti e aderenza a principi di equità, trasparenza e responsabilità. Considerando la gestione della catena di fornitura un asset strategico, Branca ha implementato una strategia di “Green Procurement” per garantire l’approvvigionamento di materiali, prodotti e servizi da fornitori che condividono un forte impegno verso la sostenibilità.

Nel 2023, il Gruppo ha rafforzato il proprio impegno verso una filiera sostenibile, collaborando esclusivamente con partner che rispettano le normative locali e internazionali. Questo approccio mira a creare relazioni durature e stabili con fornitori in grado di preservare qualità e affidabilità in ogni fase del processo produttivo. In Argentina, questa strategia ha portato al raggiungimento del 100% di fornitori con almeno una certificazione “green”. Anche in Italia, con l’85% di fornitori certificati, e negli Stati Uniti, con il 25%, Branca punta ad allinearsi agli standard argentini nei prossimi anni, estendendo le pratiche sostenibili a tutti i livelli della supply chain.

MERCATI E VOLUMI

Nel 2023, il Gruppo Branca ha consolidato la propria presenza in oltre 160 mercati, registrando una crescita significativa in Europa, Stati Uniti e Argentina, e una recente espansione nel Sud Est Asiatico. I mercati al di fuori dell’Italia rappresentano circa l’80% del fatturato globale, sostenuto da una domanda in costante aumento. La strategia del Gruppo punta a consolidare un forte interesse per i brand in portfolio sia in Italia che sui mercati internazionali. In Italia, Branca ha ulteriormente rafforzato la propria posizione registrando performance positive per tutti i brand. Il volume di prodotto imbottigliato ha raggiunto quasi 80.000 tonnellate, a conferma della solida posizione dei prodotti Branca sia a livello nazionale sia internazionale.

OBIETTIVI 2025: DE-STAGIONALIZZAZIONE E DE-REGIONALIZZAZIONE

Nel 2025, che celebra il 180° anniversario di Branca, il Gruppo proseguirà con una strategia mirata di “de-stagionalizzazione” e “de-regionalizzazione”, estendendo il consumo e la distribuzione dei suoi brand a oltre i confini stagionali e geografici tradizionali. Accanto a questo, Branca punta a raggiungere nuove fasce di consumatori. Questa espansione proseguirà nel rispetto dei principi ESG, con un modello di business che integra la sostenibilità in ogni fase della catena del valore.

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Valpolicella, percorso ad ostacoli per la sottozona Valle di Mezzane


Fare della Valle di Mezzane una sottozona della Valpolicella. È l’obiettivo di 13 cantine veronesi che si riconoscono sotto al nome di Vignaioli Valle di Mezzane. Tutte aziende di filiera, che producono da poche migliaia di bottiglie a un massimo di 140 mila, nell’omonima vallata ad Est di Verona compresa tra Vago di LavagnoMezzane di Sotto. Un percorso, il loro, ricco di ostacoli. Più di tipo “politico” che normativo. A complicare i giochi – non solo ai produttori della “Valpolicella Orientale” ma, più in generale, in vista del possibile riconoscimento della sottozona ad altre vallate della Valpolicella – sono i “diritti acquisiti” dai produttori della Valpantena, unica sottozona ufficiale della denominazione, istituita in simultanea con la Doc Valpolicella. Nel 1968.

Sin da allora, i produttori della Valpantena rivendicano in etichetta la sottozona basandosi sul medesimo disciplinare della Valpolicella. Il Consorzio presieduto da Christian Marchesini vorrebbe invece introdurre limitazioni di carattere produttivo (come rese inferiori e un periodo più lungo di affinamento per l’Amarone) nel disciplinare delle nuove sottozone. Per fare ciò, anche la Valpantena dovrebbe accettare regole più rigide. «Le sottozone – spiega Marchesini a winemag.it – hanno solitamente valori più restrittivi rispetto alle Doc. Per le vallate immaginiamo per esempio un periodo più lungo di affinamento dell’Amarone e rese in vigneto inferiori. Nel 1968 si decise di consentire alla Valpantena di utilizzare lo stesso disciplinare della Doc. E ad oggi, in maniera del tutto lecita, la decina di cantine della sottozona Valpantena produce i propri vini con le stesse regole, rivendicando la sottozona in etichetta».

SOTTOZONE VALPOLICELLA: POSSIBILE IL PASSO INDIETRO DELLA VALPANTENA?

Un passo indietro è possibile? «Una volta stilato un piano chiaro delle nuove sottozone – commenta ancora Marchesini – i produttori della Valpantena saranno chiamati ad accettare un disciplinare più restrittivo, in modo da uniformarsi alle regole delle altre vallate. L’auspicio è che si ragioni in termini di interesse generale. Nel 1968 io non c’ero, ma oggi la vedo come una cosa fattibile. Il percorso, però, sarà molto lungo». Non se ne parla ad alta voce. Ma, oltre alle possibili “resistenze” della Valpantena, potrebbero esserci quelle della Valpolicella Classica. Secondo indiscrezioni, alcuni produttori della zona “storica” non vedrebbero di buon grado l’istituzione di nuove sottozone, che darebbero luce (aka opportunità di mercato) ad altri areali. Segmentando ulteriormente l’offerta di etichette destinate ai mercati più attenti e a una clientela più matura.

Non solo. Con l’istituzione di nuove sottozone, potrebbero anche variare gli equilibri legati ai valori dei terreni. Ad oggi, pur con differenze tra collina e fondovalle, acquistare un terreno in Valle di Mezzane costa circa il 20% in meno rispetto alla Valpolicella Classica. Si parla di 4-500 mila euro contro i 6-700 mila euro di media. La maggior parte dei vigneti della vallata che si candida a diventare la seconda sottozona della Valpolicella è ad oggi in mano alle cooperative, dunque ai loro soci. Ma risulta che anche grandi brand come Quintarelli, Tedeschi e Allegrini raccolgano uve nella cosiddetta “Valpolicella Orientale” (definizione, questa, non particolarmente gradita ad alcuni produttori dell’areale).

Una zona, dunque, già nel mirino di grandi nomi, soprattutto per le specificità dei suoli (di matrice calcarea e addirittura vulcanica) di questa fetta della denominazione. Un aspetto sul quale puntano molto le 13 cantine del gruppo Vignaioli Valle di Mezzane (Benini Alessandro, Marinella Camerani, Falezze di Luca Anselmi, Grotta del Ninfeo, I Tamasotti, Il Monte Caro, Ilatium Morini, Le Guaite di Noemi, Talestri, Massimago, Carlo Alberto Negri, Roccolo Grassi e Giovanni Ruffo) che hanno messo a punto una Carta dei Suoli. A realizzarla, il noto pedologo Giuseppe Benciolini. Un progetto meticoloso, avviato nel 2023, che ha comportato sino a 30 carotaggi per ogni singola aziende. Campionature utili a identificare il profilo pedologico della vallata, attraverso il mosaico di specificità delle singole parcelle aziendali.

SARTORI: «LA VALPOLICELLA COME LA BORGOGNA, TRA 10, 50 O 100 ANNI»

«L’opportunità del riconoscimento della sottozona alla Valle di Mezzane – evidenzia uno dei portavoce dei Vignaioli Valle di Mezzane, Marco Sartori di Roccolo Grassi – è concreta. Il nostro gruppo si è raccolto sin dal 2022 attorno alla necessità di raccontare meglio l’intimità della nostra vallata, in cui si intersecano le denominazioni Valpolicella e Soave, “nero su bianco”. Soave e Bardolino, come altre denominazioni italiane, hanno già portato a compimento il lavoro su sottozone e Uga. I francesi, in questo campo, sono maestri, con una catalogazione molto rigida dei loro “cru”».

«Siamo convinti – aggiunge Sartori – che questa sia la strada anche per la sottozona Valle di Mezzane. Un modo per cominciare a mettere sul tavolo delle pedine utili a un pubblico più sofisticato di quello che cerca genericamente vini della Valpolicella. Ovvero quei professionisti del settore che, in 10, 50 o 100 anni sapranno riconoscere i vini della Valle di Mezzane fra quelli della Valpolicella. Così come oggi sa distinguere, tra loro, i Grand Cru di Borgogna. Senza nulla togliere ai grossi produttori, di cui tutti noi abbiamo un grande bisogno, le sottozone costituirebbero un elemento utilissimo soprattutto per i piccoli produttori. Cantine come le nostre vogliono mettere in bottiglia l’intimità di ogni singola parcella». Buone intenzioni che necessitano tempo. Ancor più, di cesellatura politica.

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Zenato smentisce Il Sole 24 Ore: «La cantina non è in vendita»


Zenato non è in vendita
. La cantina di Peschiera del Garda (Verona) smentisce le voci pubblicate da Il Sole 24 Ore. «Con riferimento alle notizie riportate sul quotidiano Il Sole 24 Ore del 19 ottobre 2024, ripreso da altre testate giornalistiche di settore – scrive 
Nadia Zenato, presidente del Consiglio di amministrazione di Zenato azienda vitivinicola Srl – smentisco categoricamente ogni ipotesi di cessione dell’azienda vitivinicola Zenato. I richiamati incontri sottotraccia con possibili pretendenti sono congetture giornalistiche, destituite di ogni fondamento».

«Parimenti – aggiunge Nadia Zenato – non c’è nulla di vero nelle presunte richieste di informazioni da parte di terze società vinicole, richieste mai pervenute. Dall’altro canto, rilevo con orgoglio il sempre maggior entusiasmo e il vigore con cui la nostra azienda è continuamente impegnata nella promozione della cultura del vino e del nostro territorio, anche grazie all’ideazione e allo sviluppo di importanti progetti legati alla sostenibilità e all’arte nelle sue diverse declinazioni». In altre parole, non solo Zenato non è in vendita, ma sta continuando a investire nelle tenute, nei territori del Lugana, della Valpolicella e del Bardolino.

Zenato cantina Peschiera del Garda

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