Giorgio Piazza è stato riconfermato presidente del Consorzio Vini Venezia. Accanto al titolare dell’omonima azienda agricola siederanno nel ruolo di vicepresidenti Franco Passador (Vi.V.o Cantine) e Mauro Stival (Moletto Vini). Il nuovo consiglio di amministrazione sarà rappresentato inoltre da Andrea Masat (Ornella Bellia), Simone Cecchetto (Ca di Rajo), Brino Antonio (Cantina sociale di Tezze di Piave), Manfredo di Porcia e Brugnera (Principi di Porcia), Alberto Nadal (Az. Agr. Enologo Valerio Nadal) e Raffaele Foglia (Tenuta Planitia).
Il Consorzio, annuncia l’ente in una nota, lavorerà nel prossimo triennio «mantenendo e rafforzando in prospettiva la posizione raggiunta in questi anni, valorizzando le cinque denominazioni Malanotte del Piave Docg, Lison Docg, Piave Doc, Venezia Doc e Lison-Pramaggiore Doc». «Grazie all’impegno congiunto dei produttori e membri del consiglio – continua il Consorzio Vini Venezia – abbiamo ottenuto risultati significativi negli anni passati, ponendoci per il futuro un più ampio respiro internazionale attraverso iniziative mirate nei principali paesi target».
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Un weekend insolito per scoprire un territorio unico attraverso i suoi prodotti tipici: il vino Erbaluce, le mele, il riso di Baraggia, unica Dop di riso italiano e il miele. È l’occasione offerta dall’E-Bike Food Festival della Serra Morenica, kermesse alla prima edizione in programma a Roppolo, in provincia di Biella, sabato 11 e domenica 12 maggio. Promosso da Biella & Buona e Slowland Piemonte, l’E-Bike Food Fest della Serra Morenica è un viaggio tra sapori e paesaggi lungo le rive del Lago di Viverone, situato a meno di un centinaio di chilometri da Milano e a poco più di cinquanta da Torino.
IL PROGRAMMA DELL’E-BIKE FOOD FESTIVAL DELLA SERRA MORENICA
Sabato 11 maggio, con partenza dal Castello di Roppolo alle 14.30, è possibile scegliere tra due facili percorsi di 30 chilometri, uno sul lato biellese e uno sul versante canavesano. Per entrambi il costo è di 15 euro e include le degustazioni, il noleggio dell’e-bike e la guida ciclo-turistica. Per chi vuole partecipare con una propria bicicletta il costo è di 5 euro. La prenotazione è sempre obbligatoria e si può effettuare qui per entrambi i circuiti.
Domenica 12 maggio il tour del gusto prosegue nelle vie intorno all’antico e misterioso Castello di Roppolo con il mercato contadino e le altre specialità gastronomiche del luogo. Sarà inoltre disponibile uno spazio per il noleggio di e-bike per conoscere, questa volta in autonomia, tutte le aziende agricole visitate il giorno precedente. Qui maggiori dettagli e prenotazioni obbligatorie.
PAOLA GIANOTTI MADRINA DELL’EVENTO
“Gli itinerari dell’E-Bike Food Fest attraversano alcune delle aree più suggestive della Serra Morenica», spiega Paola Gianotti, madrina dell’evento e ultraciclista detentrice di quattro record del mondo registrati nel Guinness dei primati, incluso quello di donna più veloce del pianeta ad aver fatto il giro del mondo in bici.
«Le mie radici sono qui – continua – mi alleno qui da sempre. Per preservare questi luoghi è importante che siamo conosciuti da tutti, il turismo sostenibile e rispettoso dell’ambiente è la strada da percorrere. Roppolo è un paese che ben rappresenta l’attenzione per le nuove tendenze del turismo lento, non a caso sarà il centro di questo evento. Un paese che in questi ultimi anni è giustamente stato riscoperto per il suo castello, le vedute sul paesaggio e la natura».
E-BIKE FOOD FEST 2024
Mercoledì 8 maggio Convegno: Innovare nelle zone rurali. Area vasta tra Biellese, Vercellese e Canavese Ore 18.00, Salone Polivalente, Roppolo (BI) Via Marconi, Cortile della Posta
Evento gratuito. Interverranno: Filippo Barbera, RiAbitare l’Italia; Nazarena Lanza, Slow Food Travel Montagne Biellesi e Città Arcipelago Fondazione Pistoletto; Enrico Giacopelli, coordinatore del progetto del Museo a cielo aperto dell’architettura moderna d’Ivrea. Presenta: Pancrazio Bertaccini, Assessore al turismo Comune di Roppolo.
Sabato 11 maggio Itinerario 1: in e-bike dai produttori del Biellese con guida ciclo-escursionistica Partenza dal Castello di Roppolo alle 14 con rientro attorno alle 19 Lunghezza: 30 km – Difficoltà: facile Costo: 15 € con noleggio e-bike; 5 € con bici muscolare o assistita propria.
Visite: Ca’ Riunci –Canavese Doc Rosato Guerrini – Riso di Baraggia Dop Cascina Torrine – Erbe spontanee e allevamento Pozzo – Vino Erbaluce di Caluso Docg
Itinerario 2: in e-bike dai produttori del Canavese con guida ciclo-escursionistica Partenza dal Castello di Roppolo alle 14 con rientro attorno alle 19 Lunghezza: 30 km – Difficoltà: facile Costo: 15 € con noleggio e-bike; 5 € con bici muscolare o assistita propria. Prenotazione obbligatoria qui.
Visite: Il Frutteto di Marta e Maria – mele di antiche varietà Le Querce – miele con Presidio Slowfood Castello di Azeglio – Erbaluce Docg e vino passito Tenuta Campera – Vino della vigna di “Sape neire” – vino rosso e bianco dell’oste della Trattoria Tarello
Domenica 12 maggio – Castello di Roppolo Mercatino e bancarelle di produttori del Biellese e del Canavese Dalle 10:00 alle 16:00
Laboratorio di riparazione d’urgenza delle bici e e-bike Ore 11 e 15 presso lo stand di “A ruota libera”
Stand di noleggio e-bike per visite su appuntamento dai produttori: Agricola Pastoris – Vino Erbaluce di Caluso Docg biologico Azienda Agricola Pozzo – Vino Erbaluce di Caluso Docg Azienda Agricola Manfrinati – Vino biologico Azienda Agricola Davide Zola – Frutta e verdura Amedeo Ferragatta – zafferano
Strutture convenzionate a Roppolo
Per mangiare (prenotazione obbligatoria) Ristorante Tarello Tenuta Variselle
Per dormire Tenuta Variselle B&B Le Lune Casa del Movimento lento Villa Emilia
Per chi arriva in treno Navetta dalla stazione di Santhià (a pagamento con Bellotti autonoleggio)
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Maurizio Montobbio è stato riconfermato presidente del Consorzio Tutela del Gavi dal nuovo Cda. Si tratta del terzo mandato e del secondo consecutivo alla presidenza per Montobbio, chiamato ora ad allargare le maglie del disciplinare del Gavi Riserva, rendendolo più appetibile per i produttori. È infatti questa la via che sembra voler percorrere il Consorzio di tutela del noto bianco piemontese, con l’obiettivo di arrivare, entro qualche anno, a un milione di bottiglie di Riserva. E iniziare così a promuovere una caratteristica dei vini ottenuti dalle uve Cortese ancora sconosciuta ai più, in Italia come all’estero: la loro estrema longevità.
In questo compito – e in altri – Maurizio Montobbio sarà affiancato dai vicepresidenti Dario Bergaglio (Azienda agricola La Chiara) e Massimo Marasso (Fratelli Martini). Gli altri membri eletti sono Giancarlo Cazzulo, Cantina Produttori del Gavi, Roberto Ghio, Vigneti Piemontemare, Stefano Moccagatta, Villa Sparina, Alessandro Cazzulo, Cantina Produttori del Gavi, Fabio Scotto, Vite Colte, Claudio Manera Araldica Castelvero, Gianlorenzo Picollo Picollo Ernesto, Gianni Martini, Fratelli Martini. Due le produttrici che entrano a far parte del Consiglio: sono Francesca Rosina dell’azienda agricola La Mesma e Silvia Scagliotti di Castellari Bergaglio.
Il neopresidente, al suo secondo mandato consecutivo, il terzo se si conta anche il triennio dal 2015 al 2018, commenta così l’elezione: «Sono orgoglioso che ci sia nuovamente una rappresentanza femminile all’interno del Consiglio di Amministrazione, sostenuta con forza dai soci elettori. Vorremmo un futuro del Consorzio collettivo, inclusivo e partecipato, aperto alle opinioni e alle indicazioni dei consiglieri, delle singole produttrici e dei produttori. Bisogna intendere la nuova casa del Gavi e i 50 anni raggiunti dalla nostra Doc non come traguardi di forma: il Consorzio è un luogo dove ciascuno può mettersi a disposizione per governare i cambiamenti che la denominazione deve affrontare per guardare con serenità al futuro e tutelare l’eredità storica del Gavi e il suo successo a livello internazionale».
LA RICONFERMA DI MAURIZIO MONTOBBIO
Con oltre 180 soci, 14 milioni di bottiglie prodotte vendute in Italia e in oltre 100 paesi nel mondo, una filiera locale – che impiega oltre 5000 persone – il cui valore supera i 67 milioni di euro, il Gavi Docg è una denominazione forte, compatta che deve lavorare per presidiare il proprio posizionamento in un mercato altamente competitivo e fortemente dinamico. Nel corso del primo Consiglio del nuovo mandato è stata disposta la creazione del Comitato alle Sostenibilità, sociale e ambientale, che si aggiunge al Comitato Tecnico e a quello di Promozione: «Non saranno costituiti dai soli candidati eletti nel Cda – annuncia il rieletto presidente – ma anche da figure esterne che per competenza ed esperienza, potranno collaborare alle scelte di strategia per la governance della denominazione, in Italia e all’estero».
Coinvolto nelle attività del Consorzio anche il neoeletto presidente dell’Associazione Gavi Giovani Lorenzo Bisio. «È lodevole – sottolinea Montobbio – la determinazione dei giovani produttori a impegnarsi per la promozione del Gavi Docg. Attraverso il ruolo istituzionale possono così sperimentare, dall’interno, i complessi meccanismi che sottendono la governance di una denominazione. Un ringraziamento particolare va ai consiglieri uscenti, per l’armonia con cui si è lavorato e per gli ottimi risultati raggiunti, e a quelli riconfermati, che danno stabilità e continuità alla strategia avviata nello scorso mandato. Siamo pronti per i nuovi obiettivi che ci siamo prefissati, fra tutti le modifiche del disciplinare e il rafforzamento del mercato interno». Inoltre, Maurizio Montobbio si dice pronto a rafforzare la comunicazione interna, attivando nuovi strumenti di informazione ai soci, per consolidare la rete di intesa e di accordo con i produttori.
PIÙ GAVI RISERVA NEL FUTURO DEL BIANCO PIEMONTESE
Tornando agli obiettivi del prossimo mandato, tra i più pressanti c’è il consolidamento del Gavi Riserva, privo ad oggi di una massa critica capace di sostenere un consolidamento della tipologia sui mercati, soprattutto internazionali. Ad oggi solo quattro aziende investono in questa tipologia, affinando le loro Riserve oltre il limite minimo di un anno: La Mesma, La Raia, Roberto Ghio e Cascina Binè. Insieme, le quattro cantine raggruppano appena 30-40 mila bottiglie di Riserva, a fronte di un totale di circa 14 milioni di bottiglie di Gavi Docg prodotte annualmente. Il Gavi Riserva è un fantasma da trasformare, quanto prima, in una punta di eccellenza del vino italiano.
«La proposta di modificare il disciplinare della Riserva è stata discussa solo in sede di Cda e dovrà quindi passare al vaglio dell’assemblea dei produttori», spiegava negli scorsi mesi il presidente del Consorzio di Tutela del Gavi. «L’idea – precisava Maurizio Montobbio – è quella di alzare la resa dagli attuali 65 quintali all’ettaro ad 85 quintali all’ettaro, uniformandola a quella dei Gavi con menzione vigna. Il tutto considerando che la resa del nostro “base” è già molto bassa rispetto a quella di molti altri bianchi italiani, essendo fissata a 95 quintali all’ettaro. Inoltre, riteniamo che a fare la differenza per un vino come la Riserva possa essere non tanto la resa inferiore, quanto un periodo maggiore di affinamento, prima della commercializzazione».
GAVI, 50 ANNI “DOC” NEL 2024 E NON SOLO
Con le regole attuali, forse eccessivamente restrittive per un vino bianco, questa tipologia risulta poco “sostenibile” anche per il Consorzio, che non riesce a fare un’adeguata promozione, essendo prodotta da pochissime aziende. La Riserva dovrebbe essere invece il biglietto da visita della denominazione, il suo “grand cru”; il vino capace di dare un senso alla grande capacità di invecchiamento del Gavi Docg. Tutto questo senza voler ovviamente sminuire il resto della produzione “d’annata”, che piace ai consumatori ed è molto sostenibile economicamente».
Il 2024 potrebbe essere così un anno davvero speciale per il Gavi Docg, ben oltre le celebrazioni per i 50 anni dal riconoscimento della Doc (era il 1974, mentre risale al 1998 la promozione a Docg) e che potrebbe essere celebrato proprio con l’importante passo avanti sul fronte della longevità del Gavi, grazie al nuovo corso del Gavi Riserva. Una tipologia che valorizzerebbe l’intera comunità di 500 famiglie impiegate nella filiera, all’interno di 190 aziende associate al Consorzio, per un totale di 1.600 ettari e un giro d’affari complessivo di 65 milioni di euro. L’export, da queste parti, la fa da padrone, interessando in media l’85% della produzione, con punte che superano il 90-95%, destinata ad oltre 100 Paesi nel mondo.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
La notizia era nell’aria da almeno un mese ed oggi è realtà: Alberto Marchisio lascia Vitevis per Cadis 1898 dove, a partire da maggio, sarà il nuovo direttore generale. L’enologo piemontese, originario di Alba, prende il posto di Wolfgang Raifer, con cui Cadis ha «interrotto il rapporto» nel mese di marzo in maniera inaspettata, tanto da portare molti a parlare di un vero e proprio «defenestramento». All’orizzonte ecco dunque profilarsi la possibile creazione di un maxi gruppo, in grado di stravolgere gli equilibri di mercato del triangolo compreso tra Soave, Bardolino e la Valpolicella. Non si parla al momento di una vera e propria fusione tra Cadis 1898 e il Gruppo Vitevis. Ma le due cantine, che insieme produrrebbero circa 52 milioni di bottiglie controllando 9.200 ettari, inizieranno un percorso comune sotto la guida manageriale di Alberto Marchisio.
Il consiglio di amministrazione di Cadis 1898 non ha solo trovato l’accordo con il manager per la direzione generale ma anche stabilito che possa mantenere «un rapporto di consulenza con Cantine Vitevis, l’azienda di provenienza». Il Cda di Vitevis, inoltre, «con la prospettiva di dare continuità al percorso intrapreso da Marchisio, distribuiràdeleghe ai responsabili di diversi settori presenti all’interno della cantina, in una logica di valorizzare delle competenze acquisite e delle risorse interne», si legge in una nota diffusa ieri dallo staff di Marchisio.
CANTINA DI SOAVE E VITEVIS: NASCE UN NUOVO COLOSSO DEL VINO ITALIANO?
L’eventuale formalizzazione della nascita di un gruppo che riunisca sotto a un unico “cappello” i due giganti del vino del Veneto, porterebbe alla leadership assoluta del Soave, nonché della denominazione spumantistica del Lessini Durello. Non solo: esclusa la Valpolicella Classica, il colosso controllerebbe gran parte della produzione della Valpolicella, oltre ad avere la maggioranza quasi assoluta di Custoza e un’ampia fetta dell’areale di Bardolino e del Bardolino Chiaretto (interessato da una vera e propria rivoluzione che ha portato al sorprendente allontanamento di Franco Cristoforetti dal Consorzio, con la presidenza affidata lo scorso anno a Fabio Dei Micheli). L’eventuale influenza sul territorio potrebbe essere paragonabile a quella esercitata da Cavit, in Trentino, riferita però alle maggiori Doc della provincia di Verona.
“Fantavino” o qualcosa di più? Marchisio e Cadis, al momento, non si sbilanciano: «Dopo l’interruzione del rapporto di lavoro con l’ex direttore generale Wolfgang Raifer, avvenuta lo scorso marzo – sottolinea Roberto Soriolo, presidente di Cantina di Soave – il Cda ha maturato la convinzione che la figura di Alberto Marchisio fosse quella più idonea a guidare la nostra realtà. In lui abbiamo riscontrato eccellenti capacità comunicative nel dialogo e nell’ascolto delle persone, abilità nell’individuare strategie commerciali efficienti, nonché doti organizzative, di visione ed enologiche. Questi principi e valori sono le fondamenta su cui intendiamo costruire un solido futuro per Cadis 1898. Lo accogliamo fiduciosi nella nostra grande famiglia e gli auguriamo un avvenire ricco di successi».
LA CRESCITA DI VITEVIS CON ALBERTO MARCHISIO
Marchisio dal 2012 ricopre la carica di direttore generale di cantina Colli Vicentini, oggi Cantine Vitevis, realtà giuridica nata nel 2015 dalla fusione di tre cooperative vicentine (Colli Vicentini di Montecchio Maggiore, Cantina di Gambellara e Cantina di Malo) e a seguire con l’acquisizione di Cantina di Castelnuovo del Garda in provincia di Verona nel 2019. «Un importante percorso di consolidamento sviluppato e diretto personalmente», si legge nella nota stampa con la quale viene ufficializzato il nuovo incarico in Cadis.
«Devo molto a Cantine Vitevis – commenta Alberto Marchisio – per l’esperienza maturata sia dal punto di vista manageriale che umano. Il mio ruolo all’interno della cooperativa è stato quello di individuare una nuova strategia per le realtà vinicole che la componevano, valorizzando le singole cantine, ciascuna per la propria identità e peculiarità senza cancellarne la storia, per organizzare una realtà innovativa e credibile sul mercato attraverso prodotti di qualità rappresentativi del territorio. A mio avviso, il ruolo di un direttore generale è quello di lavorare in una prospettiva di medio lungo periodo, come è avvenuto in Vitevis, tracciando un percorso ben preciso che può proseguire anche assumendo un nuovo incarico».
MARCHISIO A SOAVE: VITEVIS SI RIORGANIZZA
La posizione in Cadis1898 rappresenta per il nuovo direttore generale «una sfida stimolante in una delle più significative realtà del panorama vinicolo nazionale; il confronto costruttivo con il territorio e il dialogo con le persone che lo rappresentano saranno fondamentali, così come il coinvolgimento dei collaboratori e il lavoro di squadra quotidiano», commenta Alberto Marchisio. A continuare il progetto manageriale avviato da Marchisio, in Vitevis ci saranno figure già presenti in azienda a partire dal direttore Guido Allione, che dallo scorso agosto si occupa di ottimizzare i processi produttivi, dell’organizzazione interna e del personale.
Ad affiancarlo per il mercato estero saranno Valeria Quagiotto che, oltre alla vendita si occuperà del coordinamento dei brand aziendali e Roberto Sembenini che si dedicherà anche ai marchi privati. Per il mercato domestico sarà Stefano Argenton a promuovere la vendita del prodotto confezionato, mentre Stefano Lovato, enologo di esperienza, si occuperà di coordinare il comparto enologico e delle vendite dei vini sfusi. Le nuove direzioni opereranno in sinergia all’interno di un consiglio direttivo guidato dal presidente Silvano Nicolato.
«Siamo convinti che la strada individuata sia funzionale alle esigenze di crescita della cantina – evidenzia proprio quest’ultimo – garantendo continuità e valorizzando le risorse interne, figure capaci ed esperte del settore del vino, con una profonda conoscenza dei meccanismi aziendali della nostra realtà. Una squadra che ha dimostrato in questi anni di avere la capacità e di tenere il passo in un mercato in continua evoluzione. Ringraziamo Alberto Marchisio per il suo impegno, apporto e dedizione – conclude Silvano Nicolato – che hanno fatto crescere la nostra cooperativa a beneficio dei suoi soci. Il fattore umano è da sempre al centro della nostra storia e lo dimostra anche questa scelta, siamo una cooperativa del territorio, rappresentiamo oltre mille soci, lavorare in squadra in condivisione è una condizione che conosciamo da sempre».
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