Categorie
Esteri - News & Wine

Vendemmia 2023 Sudafrica condizionata da crisi energetica: «Poca uva per grandi vini»

Vendemmia 2023 Sudafrica condizionata da crisi energetica: «Poca uva per grandi vini»
La
vendemmia 2023 in Sudafrica sarà di quantità inferiore a quella del 2022 e delle tre precedenti annate. La qualità attesa, tuttavia, sarà eccellente e in grado di dare «vini di grande caratura». Lo rivela l’ultimo report – per l’esattezza il quarto dall’inizio della fase vegetativa della vite – emesso da Vinpro, società di riferimento dell’industria del vino sudafricano, insieme a Sawis, altra organizzazione di filiera. Alla base del calo delle rese, oltre al meteo inclemente, c’è anche la crisi del fornitore di energia elettrica statale Eskom.

La riduzione delle forniture in alcune delle regioni vinicole interessate da irrigazione intensiva, ha impedito alle pompe di funzionare per lunghi periodi. L‘alternativa sarebbe stato il blocco totale in un Paese che, solo lo scorso anno, ha dovuto fare i conti con parziali interruzioni (lunghe fino a 12 ore) per quasi 200 giorni su 365, 100 in più del 2021.

Il tutto a causa della manutenzione in corso sulle linee, che dipendono ancora per oltre l’80% dalle centrali a carbone, oggetto di danneggiamenti e furti da parte della criminalità locale. Una situazione drammatica, culminata a fine 2022 con il presunto tentativo di eliminare, tramite avvelenamento, André de Ruyter, l’uomo chiamato a risollevare le sorti della holding dell’energia sudafricana.

GRAPPOLI MENO PESANTI PER VIA DELLA SICCITÀ

«Si prevede che il raccolto sarà inferiore a quello del 2022 – afferma Conrad Schutte, responsabile del team di viticoltori Vinpro – ma cantine e addetti ai lavori concordano sul fatto che le uve della vendemmia 2023 in Sudafrica sono di eccellente qualità e promettono di produrre ottimi vini». L’inverno è risultato caldo e secco, per molti periodi molto più caldo del solito in tutte le regioni vinicole.

Le precipitazioni sono state significativamente inferiori, ad eccezione di Northern Cape. Il germogliamento è stato anticipato, con uniformità che viene definita dagli agronomi «soddisfacente». L’intensa crescita, guidata da una fotosintesi ottimale, oltre alle condizioni più aride del suolo, hanno influito negativamente sull’allegagione, in alcune zone.

A risentirne sono stati soprattutto i grappoli delle varietà Colombar e Cabernet Sauvignon, che al momento appaiono più spargoli. Le abbondanti piogge della prima settimana di dicembre hanno portato un grande sollievo in vista di una vendemmia 2023 in Sudafrica che sarà generalmente ricordata come «calda e secca».

ORA LO SPETTRO DELLE MALATTIE FUNGINE

Queste piogge hanno alleggerito la pressione sulla programmazione dell’irrigazione, ma hanno aumentato l’insorgere delle malattie fungine, in particolare oidio e peronospora. Inoltre, l’estirpo di alcuni vigneti Northern Cape, Olifants River and Swartland ha causato una riduzione della superficie totale del settore. L’ampia area geografica su cui sono distribuite le cantine sudafricane, con differenze climatiche e di suolo, ha un effetto significativo sulle stime vendemmiali nel Paese africano.

Nelle tre precedenti annate, le attese in tutte le regioni, ad eccezione del Klein-Karoo, erano inferiori al 2022, in termini quantitativi. Per la prima volta negli ultimi 4 anni, tutte le regioni vinicole sudafricane saranno interessate da un complessivo calo delle rese.

«Il clima delle prossime settimane è cruciale – evidenzia Conrad Schutte, a capo del team di agronomi Vinpro – e può ancora influenzare le dimensioni della vendemmia 2023. Ora è importante arieggiare i grappoli con giudizio, in modo che il movimento dell’aria e della luce avvenga in modo ottimale, evitando l’insorgere di malattie fungine». La quinta stima del raccolto da parte dei viticoltori e delle cantine produttrici sarà pubblicata a maggio.

Categorie
in-abbonamento Vini al supermercato

Pochi giorni a Pasqua 2023: volantini dei supermercati ricchi di vini in promozione

You need to be logged in to view this content. Si prega . Non sei un membro? Registrati
Categorie
news news ed eventi

A che temperatura viaggia il vino naturale? Dal Giappone il “metodo Racines”

«Ho scoperto che il vino naturale non è facile da trattare, perché richiede una grande attenzione, dalla spedizione dalla cantina al trasporto, fino alla porta dei clienti. I vini naturali hanno una qualità fragile, ma squisita, che va preservata». A parlare è Yasuko Goda, titolare di Racines, importatore giapponese di vini naturali tra i più noti al mondo. L’azienda, fondata nel 2003 in Giappone con il socio Masaaki Tsukahara, vede l’Italia grande protagonista. La selezione comprende big del calibro di Monte dei Ragni (Valpolicella), Le Due Terre (Prepotto), Rivella Serafino (Barbaresco) e Valentini (Abruzzo). Tutte e 150 mila bottiglie importate annualmente da Racines possono contare sulla maniacale attenzione alla qualità del trasporto che fa di questo importatore un unicum, nel controverso mondo dei “vini naturali”.

Stanca di assaggiare vini difettati e compromessi dalle condizioni di spedizione, Yasuko Goda ha realizzato quello che potrebbe essere definito un “disciplinare di importazione”. Regole molto semplici, ma applicate in maniera ferrea su tutta la filiera, che partono proprio dal concetto di «qualità fragile» dei vini naturali, privi delle “protezioni” chimiche – pur legali – che caratterizzano invece i vini prodotti su scala industriale.

In concreto, le cantine selezionate da Racines sono chiamate a consegnare al corriere, oltre al vino, anche un termometro digitale Sensitech che registrerà le temperature in tutte le fasi di trasporto, sino alla consegna in Giappone. Convinta che il vino naturale sia “materia viva”, Yasuko Goda e il suo team di degustatori concede «tempo per riassestarsi» alle partite di vino che hanno subito sbalzi di temperatura. In alcuni casi, prima di prendere una decisione definitiva su vini risultati compromessi all’arrivo nel Paese del Sol Levante, può trascorrere anche un anno e mezzo dall’ordine.

IL DESTINO DEL VINO NATURALE COMPROMESSO, IN GIAPPONE

Emblematico quanto accaduto ad alcuni pallet giunti dall’Italia a Tokyo nel maggio del 2021, per un totale di 3.720 bottiglie. Il team di Racines, come si apprende dalla documentazione fornita a winemag.it da Yasuko Goda, ha conclamato il difetto dovuto al «fatale, errato trasporto su un normale camion, a una temperatura più alta di quella rigorosamente misurata in precedenza». Ma ha atteso sino a dicembre 2022 per degustare nuovamente la partita, riunendo un team di 7 esperti. Solo a quel punto, alla cantina italiana è stato chiesto il permesso di distillare l’intero ordine.

Non abbiamo la minima idea di buttare i vostri vini, anche se con gravi difetti – recita l’email inviata da Racines ai produttori – perché non solo sarebbe uno spreco di risorse, ma anche un tradimento nei confronti dell’affetto che voi e noi stessi nutriamo per il vino. Ci permettiamo invece di suggerire la distillazione di tutti i vini danneggiati.

In questo modo, crediamo che i vostri vini avranno un’altra vita e speriamo che i consumatori più attenti possano godere delle reminiscenze dei vostri vini nell’acquavite. Al contempo vogliamo il vostro parere, perché temiamo altrimenti di ferire il vostro amore parentale per ciascuno dei vostri vini».

IL VINO NATURALE SECONDO YASUKO GODA (E RACINES)

«Il vino naturale – spiega Yasuko Goda – per me equivale a un’esperienza che definirei molto difficile, eppure la più interessante di tutte. Mi sono innamorata del vino naturale al primo sorso, a Parigi, più di 20 anni fa, quando ancora selezionavo vini per un altro distributore. Allora il mondo del vino naturale mancava di informazioni affidabili: era come navigare senza una mappa. Ritengo che ancora oggi non ci siano abbastanza informazioni e valutazioni accurate sul vino naturale. Tutti questi elementi hanno portato a una marea di cosiddetti “vini naturali” di qualità inferiore, o con difetti evidenti, molto lontani dagli standard che esigiamo a Racines».

Da qui l’attenzione maniacale al trasporto, nell’ottica di preservare quella «qualità fragile» che contraddistingue i vini naturali. Un concetto di base nella filosofia dell’attento importatore giapponese. «Presentare vini danneggiati ai nostri clienti – chiosa Yasuko Goda – non solo li deluderà, ma minerà anche la loro fiducia nella cantina e nel relativo marchio: due aspetti che cerchiamo di consolidare con grande impegno». D’altro canto, Goda non nasconde che «i danni da calore durante il trasporto si verificano frequentemente, specie negli ultimi anni». I vini giunti a Tokyo ormai compromessi non vengono sempre distillati.

Siamo soliti offrire questi vini danneggiati solo a un numero limitato di ristoranti fidati, a prezzo ridotto – sottolinea l’importatrice – a patto che il numero di bottiglie danneggiate non sia cospicuo. Nel caso della partita di 3.720 bottiglie, risultava impossibile terminare le scorte in un periodo di tempo breve».

IL MODELLO RACINES, ISPIRATO ANCHE DALL’ENOTECA PINCHIORRI

C’è una bella fetta di Italia nel rigido “metodo Racines“. «La qualità dei vini italiani – sottolinea Yasuko Goda – è migliorata rapidamente tra gli anni Ottanta e Novanta, grazie alla comparsa di molti nuovi produttori. Ma il mercato giapponese, all’epoca, era rimasto piuttosto obsoleto. Molti amanti del vino non erano in grado di vivere questo fermento. La qualità media dei vini italiani non industriali presenti in Giappone era generalmente scarsa, deteriorata proprio dalle condizioni di trasporto nei container, non appropriate».

Ma non dappertutto. «Quando l’Enoteca Pinchiorri aprì nel quartiere dello shopping di Ginza, a Tokyo – spiega l’importatrice giapponese – ebbi l’occasione di bere i grandi vini italiani con sapori e profumi autentici, molto simili agli originali. Mi riferisco per esempio a Le Pergole Torte 1982 di Montevertine, oppure al Montepulciano 1978 di Valentini, davvero in ottime condizioni». Uno scrigno del Made in Italy enologico che chiuse i battenti, nel 2012.

«Eppure quegli assaggi – rivela Goda – mi convinsero che si potevano importare vini italiani di una certa qualità, preservandone l’integrità con un sistema di trasporto e di distribuzione a bassa temperatura, sempre inferiore ai 15°, dalla cantina al tavolo del ristorante o del privato. Grazie a questo approccio, anche il consumatore giapponese ha potuto, sin dagli esordi di Racines, conoscere la qualità dei veri vini italiani prodotti da piccoli e selezionatissimi produttori». Una mission che continua, ormai da 20 anni.

Categorie
Approfondimenti

Vendemmia 2022 in Alto Adige: «Niente di meno che un’annata storica»


«Niente di meno che un’annata storica». Il Consorzio Vini commenta così la vendemmia 2022 in Alto Adige, mentre i primi vini iniziano a fare capire agli appassionati di che stoffa sono fatti. 
Un’annata che dal punto di vista meteorologico è stata caratterizzata da temperature record. Con giugno, luglio e agosto eccezionalmente caldi e secchi, lo sviluppo vegetativo è risultato contenuto, con la possibilità di vendemmiare i grappoli due o addirittura tre settimane prima rispetto alla media annuale.

«La vendemmia 2022 in Alto Adige – spiega Eduard Bernhart, direttore del Consorzio Vini Alto Adige – è iniziata con una comparsa dei germogli relativamente tardiva. A causa del clima molto caldo fino alla fine, si è trasformata in un anno molto precoce. Analizzando l’andamento dei vini bianchi gli enologi esprimono quindi grande entusiasmo. Questi vini, infatti, si stanno sviluppando sorprendentemente bene in tutte le zone e risultano decisi ma comunque freschi e fruttati».

VENDEMMIA 2022 IN ALTO ADIGE: «MAI VISTA UN’ANNATA SIMILE»

Nel dettaglio, le uve a bacca bianca sono state raccolte con buoni valori zuccherini, acidità inferiore alla media e una buona salubrità. A svilupparsi in maniera particolarmente interessante, sempre secondo il Consorzio Vini, sono soprattutto Chardonnay e Pinot Grigio. Il Gewürztraminer risulta molto fruttato e promette una buona annata, il Sauvignon ha sorpreso tutti.

«Complessivamente – continua Bernhart – la vendemmia 2022 in Alto Adige è ottima per i vini rossi, in tutte le aree di coltivazione. Il Pinot Nero 2022, per esempio, si sta sviluppando in un vino forte, fruttato, di grande interesse. E anche Lagrein, Merlot e Cabernet promettono bene». Lo stesso vale per la Schiava. Qualcuno, così, si spinge a dire di non aver «mai visto un’annata simile. Niente di meno di un’annata storica».

Categorie
news news ed eventi

Il Vinitaly dei produttori furbetti: senza stand, ma con valigie di vino per i buyer


Entrano a Vinitaly mischiandosi tra la folla, acquistando il ticket “operatori”, oppure con i pass di altre aziende. Non hanno uno stand in cui esporre. In compenso introducono a Veronafiere valigie piene dei loro vini. Poi, nelle zone comuni o tra gli stessi padiglioni, trascorrono le giornate a proporre assaggi dei loro vini a buyer e visitatori. Suona più o meno così il Vinitaly dei produttori furbetti: costi ridotti all’osso e obiettivo comunque centrato, approfittando della più importante fiera del settore in Italia, in programma nel 2023 a Verona, dal 2 al 5 aprile.

Una pratica tanto comune da passare ormai quasi inosservata, in alcuni padiglioni. La segnalazione arriva a winemag.it da alcuni produttori, stanchi di pagare la retta di Veronafiere per vedere poi colleghi portare a casa lo stesso risultato. Nell’ombra. Sempre secondo le fonti di winemag.it, i produttori furbetti del Vinitaly agirebbero con la complicità di altri espositori paganti. La notizia non viene confermata da Veronafiere, che si dice all’oscuro del fenomeno.

VERONAFIERE AVVISA: «SALE RISERVATE AGLI ESPOSITORI ISCRITTI»

Alla richiesta di un commento, l’ufficio stampa dell’ente veronese risponde piuttosto piccato: «Apprendiamo con sorpresa della pratica che sarebbe ormai piuttosto comune a Vinitaly, in base alla quale diversi produttori senza stand hanno preso l’abitudine di intrufolarsi tra i padiglioni e nelle aree comuni per far assaggiare i loro vini, portati all’interno della Fiera con valigie e trolley».

«Atteso che non abbiamo avuto mai alcuna evidenza né segnalazione in tal senso, chiediamo alle vostre fonti di rivolgersi direttamente a noi, così da consentirci di conoscere i presunti fatti e porre in essere le dovute verifiche. Per il resto – conclude Veronafiere – non possiamo che ribadire come durante Vinitaly le sale per incontri, degustazioni e/o convegni sono riservate agli espositori regolarmente iscritti, a tutela dei quali sempre agiamo con il massimo impegno».

Da ulteriori approfondimenti di winemag.it, risulta che qualcuno abbia già preso da anni provvedimenti per evitare che i vini di produttori non paganti finiscano per essere degustati tra i padiglioni di Veronafiere. Si tratta di Fivi che, sin dalle edizioni precedenti la pandemia, ha chiesto ai propri associati di non favorire il proliferare di etichette di vignaioli non presenti agli stand. Pena per l’ospitante, la perdita del diritto al banchetto. Furbetto avvisato, furbetto salvato.

Categorie
a tutto volume

Indicazione Geografica Grappa: Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è organismo di controllo


FOTONOTIZIA –
È stato ufficializzato da parte dell’Icqrf  l’incarico all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm) ad Organismo di Controllo per l’Indicazione Geografica Grappa. U
na notizia accolta con grande soddisfazione da parte delle aziende associate al Consorzio Nazionale Grappa, che rappresentano una parte sempre più rilevante della produzione del distillato italiano.

Adm è l’Autorità che interagisce da sempre con le distillerie, presidiando tutto il processo di produzione delle acquaviti. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli garantisce i requisiti di qualità e costituisce un elemento di sicurezza per l’intero comparto e di tutela per i consumatori finali.

Categorie
Approfondimenti

Esordio a Vinitaly per il Romagna Doc Famoso di Mercato Saraceno


Per la prima volta a Vinitaly il Famoso di Mercato Saraceno nella sua nuova “veste” di vino Doc. Il bianco aromatico autoctono della Valle del Savio si presenterà con una nuova etichetta. A
seguito del Decreto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali il Famoso, classificato sino allo scorso anno nel cesenate all’interno della Igt Rubicone, è stato introdotto nella Doc Romagna con la specifica menzione Mercato Saraceno.

Un provvedimento molto atteso sul territorio, che consacra il legame speciale esistente tra l’omonimo comune mercatese e questo vino, la cui originalità è stata riconosciuta dal Polo di Tebano attraverso analisi del Dna. Un’uva riscoperta alla fine degli anni Ottanta da Elio Montalti, nelle prebenda della parrocchia di Montesasso.

TORNA IN AUGE IL FAMOSO DI MERCATO SARACENO

Veniva utilizzato per la produzione di vino grazie ai suoi profumi intensi. Da alcuni anni il Famoso di Mercato Saraceno è tornato in produzione grazie alla disponibilità e alla collaborazione della famiglia Montalti, che ha consentito alle cantine di Mercato Saraceno di recuperare le piante originali.

Il terroir mercatese con i suoi particolari suoli, oltre alla notevole escursione termica, è in grado di conferire grande freschezza e mineralità al vino, bilanciando la parte aromatica tipica del vitigno e dando vita a un sorso piacevole. L’appuntamento con il primo Romagna Doc Famoso di Mercato Saraceno è al Padiglione 1 (Emilia Romagna) allo stand C8-D14.

[Photo credits: Tenuta Casali – Mercato Saraceno]

Categorie
Uncategorized

Vino, export cooperative italiane in crescita del 130% in 10 anni


FOTONOTIZIA –
Tra il 2010 e il 2022 il fatturato generato dall’export delle cantine aderenti ad Alleanza cooperative ha registrato una crescita del 130%, con un trend superiore all’andamento delle esportazioni nazionali di vino che nello stesso periodo sono cresciute del 101%.

Anche il fatturato complessivo negli ultimi dieci anni è aumentato dell’88%, a conferma di una crescita economica e del posizionamento conquistato dalle oltre 379 cooperative italiane, che producono il 58% del vino italiano. È quanto emerge dall’indagine sul grado di internazionalizzazione delle cooperative vitivinicole realizzato da Ismea.

Categorie
Approfondimenti

Torre Mora (Etna) presenta a Vinitaly 2023 il primo Spumante Metodo Classico Rosé “Chiuse”


Nuova etichetta per Torre Mora, la tenuta Piccini situata sull’Etna. A Vinitaly 2023 (pad. 9 stand c2) sarà presentato lo Spumante Metodo Classico Rosé “Chiuse”
. Si tratta delle prime 3 mila bottiglie di Nerello Mascalese in purezza vinificato in rosa, dosaggio zero, vendemmia 2018 (48 mesi sui lieviti, sboccatura febbraio 2023). Un vino che incarna la filosofia produttiva “Un vitigno, un territorio“, al centro del progetto “Generazione Vigneti“, che vede protagonista quinta generazione della famiglia Piccini.

«Siamo motivati a perseguire una vision innovativa e votata alla sperimentazione – anticipano Ginevra e Benedetta Piccini – oltre che all’alta qualità del prodotto. Abbiamo lavorato per creare un’etichetta, quella dello Spumante Metodo Classico Chiuse di Torre Mora, la nostra tenuta sull’Etna, capace di rappresentare il fascino, la bellezza e l’energia che sono infuse in un territorio dominato dal vulcano».

Solo una delle sfaccettature dell’universo Piccini. A Vinitaly 2023 saranno infatti protagoniste tutte e cinque le Tenute, in un itinerario capace di toccare alcune delle aree enologiche pregiate del Bel Paese. «L’obiettivo – spiegano ancora Ginevra e Benedetta Piccini – sarà quello di evidenziare le peculiarità e le sfumature dei cinque terroir che hanno segnato la storia del settore vitivinicolo italiano e della nostra famiglia».

SPUMANTE SULL’ETNA PER TORRE MORA, ALL’INSEGNA DELLA QUINTA GENERAZIONE PICCINI

Al nostro fianco gli enologi Alessandro Barabesi e Pasquale Presutto, che gestiranno la parte tecnica di un progetto dall’approccio ecologico e sostenibile. Come quinta generazione Piccini siamo motivati a perseguire una vision innovativa e votata alla sperimentazione, oltre che all’alta qualità del prodotto».

Si parte dalle colline di Valiano, nel cuore del Chianti Classico, per poi costeggiare la Maremma toscana, dove sorge Tenuta Moraia, e proseguire nel regno del Brunello, dimora di Villa al Cortile. Completano il quadro le due tenute vulcaniche di Piccini 1882: Torre Mora, alle soglie dell’Etna, e Regio Cantina, ai piedi del Vulture, nelle terre dell’Aglianico.

«È un’immensa soddisfazione poter vedere i frutti del progetto avviato a metà anni Novanta – dichiara Mario Piccini, presidente di Piccini 1882 – assieme alle mie sorelle. Trent’anni fa, infatti, iniziammo ad investire nelle aree più vocate d’Italia, con l’ambizione di produrre i grandi vini del territorio, seguendo gli insegnamenti di nostro padre. Oggi, questo sogno è realtà, ed è con orgoglio che consegniamo le chiavi di questa eredità nelle mani delle nuove generazioni della famiglia Piccini».

Categorie
Approfondimenti

Record di fatturato per Angelini Wines & Estates nel 2022


Con 29,7 milioni di euro nel 2022, Angelini Wines & Estates festeggia il record di fatturato. Una crescita del 18% rispetto al 2021 e del
50% negli ultimi due anni che consente alle aziende del gruppo – le toscane Val di Suga, Tenuta Trerose e San Leonino, la friulana Cantina Puiatti, la storica azienda Bertani della Valpolicella e, dal 2015, Tenute San Sisto e Fazi Battaglia nelle Marche – di guardare con fiducia a un anno sfidante come il 2023.

Angelini Wines & Estates oggi conta su un totale di 1.700 ettari di proprietà, dei quali 460 vitati, con una produzione complessiva di circa 4 milioni di bottiglie l’annoAlla crescita di fatturato ha corrisposto un incremento della marginalità industriale e commerciale, in modo particolare per Bertani e Val di Suga, «risultato – spiega Angelini Wine Estates – di un miglioramento nel posizionamento strategico dei prodotti, di maggiore efficienza e di ottimizzazione dei processi a tutti i livelli operativi».

ANGELINI WINE ESTATE: CRESCONO HORECA ED EXPORT

La crescita di fatturato è avvenuta in tutti i mercati dove Angelini Wines & Estates, parte di Angelini Industries, opera. In quello domestico, tradizionalmente rilevante, è stata del 4,4%, trainata dalla forte crescita del canale Horeca (+20,5%) che ha più che compensato il rallentamento del canale moderno – Gdo (-8,6%, in linea con l’andamento del settore del vino al supermercato, dopo due anni di forte crescita).

Ma è in primis l’export che ha registrato una performance molto positiva: +33,3% rispetto il 2021 (che si aggiunge al +31% di crescita del 2021 rispetto il 2020), soprattutto in Usa (+142%) e in area Asia-Pacific (+43%). Lo sviluppo del volume d’affari registra un andamento positivo anche a inizio 2023.

Categorie
news news ed eventi

Walter Massa e la sua Monleale: «In Piemonte 8 mila ettari di Barbera senza dignità economica»

«In Piemonte abbiamo sulle palle 8 mila ettari di Barbera che non hanno dignità economica. E per di più non esiste l’assessorato all’Agricoltura in Regione, perché un tizio che governa circa 3 milioni di ettolitri di vino prodotti e 15 milioni di ettolitri di vino comprati non può essere chiamato assessore all’Agricoltura, bensì al Commercio». Walter Massa ha appena finito di deliziare gli ospiti del Ristorante Montecarlo di Tortona con uno dei suoi pezzi da novanta – un Monleale 2000 in formato magnum – quando chiede l’attenzione della stampa presente in sala nell’ambito dell’Anteprima Derthona Due.Zero 2023. Il discorso è di quelli che lasciano il segno. Tema: la Barbera piemontese.

«Dobbiamo smettere di chiamarla “Barbera d’Asti” per poi vedere quella prodotta da Caldirola a 1,99 al supermercato, con tanto di fascetta. Se lo Chardonnay a Meursault si chiama “Meursault“, se la Malvasia puntinata a Frascati si chiama “Frascati“, se la Garganega a Soave si chiama “Soave“, un motivo c’è. Smettiamo di chiamare “Barbera” il vino fatto con l’uva Barbera. Diamogli nomi di fantasia, piuttosto. Dobbiamo imparare dalla Borgogna, dalla Francia, non dall’Oltrepò pavese: a Tortona nasce la rivoluzione della Barbera, che qui si chiama “Monleale” e basta». Walter Massa, in sostanza, invita tutti i “barberisti” a seguire l’esempio del Nizza Docg.

Ma anche il vitigno simbolo dei Colli Tortonesi, il Timorasso, è stato oggetto negli ultimi anni di un profondo restyling “concettuale”. I vini prodotti con uve Timorasso sui Colli Tortonesi potranno presto chiamarsi semplicemente “Derthona“, dall’antico nome romano della città capoluogo della regione vinicola, Tortona. Il tutto a partire dalla vendemmia 2022, grazie alla ratifica delle modifiche al disciplinare di produzione della Doc, che già prevedeva la sottozona “Monleale” per i vini ottenuti da Barbera (min. 85%; 72 quintali di resa per ettaro).

Categorie
eventi news news ed eventi

Diciotto anni di ViniVeri Cerea: all’edizione 2023 anche Champagne e Jura

Diciotto anni di ViniVeri Cerea. Dal 31 marzo al 2 aprile 2023 l’Area Exp di Cerea, a pochi chilometri da Verona, è pronta a ospitare vini, vignaioli, storie e territori della 18ª edizione di ViniVeri, Vini secondo natura. Una manifestazione che, fin dagli esordi nel 2004, è stata in grado di porre sotto i riflettori una nuova idea di vino e di agricoltura. E che, quest’anno, presenta diverse novità.

A ViniVeri Cerea 2023 faranno il loro esordio due vignaioli d’oltralpe apprezzati nel mondo del vino naturale e non solo. Si tratta dell’iconico produttore dello Champagne Vouette & Sorbée, Bertrand Gautherot e del giapponese Kenjiro Kagami che, in pochi anni, grazie al vigneto di 3 ettari acquistato nel 2011 a Grusse, ha fatto diventare i vini della sua Domaine des Miroirs uno dei punti di riferimento dello Jura. Accanto a loro, i nuovi vignaioli che hanno aderito e sottoscritto “La Regola del Consorzio ViniVeri”.

A VINIVERI CEREA 2023 I “VINI SECONDO NATURA”

ViniVeri Cerea 2023 animerà per tre giorni l’Area Exp di Cerea diventando il fulcro di degustazioni, incontri, approfondimenti, proiezioni di film, eventi gastronomici. Un ricco programma che «non solo intende far conoscere vini e produttori ma vuol coinvolgere e far interagire appassionati, wine lover e addetti al settore con i poliedrici aspetti del mondo del vino secondo natura».

«La riconoscibilità di ViniVeri è data dalla nostra storia quasi ventennale – sintetizza il presidente del Consorzio ViniVeri, Paolo Vodopivec – che abbiamo deciso di tutelare registrando, pochi giorni fa in Italia, l’immagine e il nome ViniVeri». Tutti i dettagli dell’evento sul sito ufficiale del Consorzio ViniVeri.

Categorie
a tutto volume

Inaugurato il Museo Luxardo: 200 anni di storia per la distilleria dei Colli Euganei

FOTONOTIZIA – È stato inaugurato nelle scorse ore il Museo Luxardo, adiacente alla sede dell’azienda di Torreglia, in provincia di Padova. Un percorso coinvolgente lungo i 200 anni della storia di una delle famiglie italiane simbolo nella produzione di liquori ed ingredienti per la pasticceria artigianale, nonché tra le più antiche  distillerie del mondo.

Un’azienda che, nel 2021, ha celebrato i suoi 200 anni di attività. Grazie al Museo Luxardo, il visitatore viene accompagnato in un viaggio dalle origini a Zara, in Dalmazia, fino ai Colli Euganei, dove dal 1947 ha sede la produzione.

Categorie
news news ed eventi

Edoardo Peduto nuovo direttore del Consorzio Tutela Lugana Doc

Il Consorzio Tutela Lugana Doc ha un nuovo direttore: è Edoardo Peduto, 44 anni, nominato in occasione dell’ultima riunione del Consiglio di Amministrazione dell’ente di Peschiera del Garda. Peduto assume così la «figura del Wine Globetrotter, con la responsabilità della promozione e valorizzazione della Denominazione» che ha raggiunto i 28 milioni di bottiglie nel 2022.

Classe 1978, studi in Marketing e Comunicazione, Edoardo Peduto ha acquisito una consolidata esperienza nella promozione internazionale, a seguito di una lunga collaborazione con Vinitaly International prima, e con il Consorzio del Grana Padano, poi. Il nuovo direttore, oltre ad occuparsi della cura dei rapporti con gli associati e con gli enti esterni, si impegnerà nel consolidare e sviluppare l’immagine e la notorietà del marchio Lugana, sia sul mercato nazionale che internazionale.

«Con l’ingresso di Edoardo Peduto – commenta il presidente Fabio Zenato – la nostra Denominazione si arricchisce di una figura dirigenziale di alto profilo. Una scelta corale del Consiglio di Amministrazione». «Sono felice e onorato – sottolinea Peduto – di iniziare questa nuova esperienza professionale all’interno di uno dei Consorzi più promettenti del panorama italiano di oggi. Punti di forza sia in Italia sia all’estero sono senza dubbio le grandi potenzialità del vitigno Turbiana e la posizione unica sulle sponde del Lago di Garda».

Categorie
degustati da noi vini#02

Etna Doc Rosso 2020 “deAetna”, Terra Costantino

L’Etna Doc Rosso 2020 “deAetna” di Terra Costantino è uno dei vini rossi presenti nella Guida Top 100 Migliori vini italiani 2023 di winemag.it. La prima azienda vinicola certificata biologica della denominazione (era il 2000), sfodera un Etna Doc Rosso di grande carattere e tipicità, dopo aver convinto anche con il proprio Etna Bianco, a sua volta in Guida. La quota del Nerello Mascalese nell’uvaggio è del 90%, saldata da un 10% di Nerello Cappuccio.

Il nettare si presenta alla vista di un rosso rubino. Naso e palato connotati da una tensione d’agrume pregevole, che ricorda l’arancia sanguinella. Il frutto si conferma croccante al palato. Premiata beva, freschezza e carattere “moderno” della denominazione etnea. Vino con ottime prospettive di allungo nel tempo.

Categorie
news news ed eventi

Prosecco e Pinot Grigio gonfiati in Veneto e Friuli: inchiesta per frode di Icqrf e Nas


Le rese dei vigneti erano quelle dei vini da tavola e dei vini Igt. Ma le uve venivano poi spacciate per Doc, alimentando così il florido mercato del Prosecco e del Pinot Grigio, senza il rispetto dei relativi disciplinari di produzione. Questo l’impianto d’accusa che ha portato i Funzionari dell’Icqrf (Ispettorato Repressione Frodi) e i Carabinieri del Nas a indagare i titolari di due cantine situate tra le province di Udine, Pordenone, Gorizia e Treviso. Nell’inchiesta anche una persona giuridica la cui attività ha sede tra Friuli e Veneto. Dovranno rispondere di frode in commercio e della falsificazione di documenti utile al disegno criminale.

L’operazione, come spiegano i carabinieri del Nas di Udine a winemag.it, è scattata in mattinata ma è tutt’ora in corso. Non si esclude che il cerchio possa allargarsi ulteriormente, sin dalle prossime ore. Per il momento, i funzionari della Repressione Frodi e i carabinieri del Nucleo anti sofisticazione, stanno dando esecuzione ai decreti di perquisizione emessi dalla Procura della Repubblica di Udine nei confronti di circa una trentina tra cantine, imprese agricole, abitazioni e ditte di trasporto.

L’indagine, volta al contrasto alle frodi ai danni dei consumatori ed alla tutela della qualità delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche di prodotti agroalimentari, nello specifico Prosecco e Pinot Grigio, non ha rivelato potenziali rischi per la salute pubblica. Le partite di uva “gonfiate” in termini di rese, superiori a quanto prescritto dai disciplinari, conduce infatti a una minore qualità dei mosti, ma non a pericoli di carattere sanitario.

FALSO PROSECCO E PINOT GRIGIO TRA FRIULI E VENETO

Le indagini, come rivelano gli inquirenti a winemag.it, hanno preso avvio nei mesi scorsi, a partire da un normale controllo di routine compiuto dagli ispettori dell’Icqrf in collaborazione con i carabinieri del Nas. La documentazione presentata da una cantina di Udine, confrontata con i quantitativi immessi sul mercato, ha insospettito le forze dell’ordine, che hanno così scoperto l’illecito relativo alle rese dei vigneti.

L’inchiesta è stata poi allargata ad altre cantine della zona, spingendosi poi nelle province di Pordenone, Gorizia e Treviso. Un vaso di pandora che vede coinvolte alcune delle denominazioni italiane più note nel mondo, ovvero Prosecco e Pinot Grigio, per la cui promozione in Europa e nel mondo vengono spesi ogni anno centinaia di migliaia di euro, in parte finanziati dall’Ue. Ma non è tutto.

Tra le ipotesi investigative c’è anche quella che i vini prodotte dalla quindicina di cantine finite nella rete delle forze dell’ordine siano stati ottenuti in parte con uve di varietà e provenienza diversa da quella dichiarata, non rientranti nei disciplinari di produzione. Gli inquirenti escludono, al momento, un collegamento causa-effetto tra il taglio di 1.100 viti ai danni di un viticoltore di Bertiolo e l’inchiesta scattata in mattinata.

Categorie
eventi news ed eventi

“DiVin Nosiola, quando il vino si fa santo”: in Trentino si celebra il tradizionale passito


È l’unico vitigno autoctono a bacca bianca del Trentino e dà vita, in una delle sue interpretazioni, a uno dei vini simbolo della regione: il Vino Santo del Trentino. La Nosiola e il suo
straordinario passito saranno protagonisti, dal 30 marzo all’8 aprile, di “DiVin Nosiola: quando il Vino si fa Santo“, edizione 2023 dell’annuale appuntamento che raggiungerà il culmine con il tradizionale Rito della Spremitura delle uve Nosiola. Il tutto nella splendida cornice della Valle dei Laghi, a circa un quarto d’ora da Trento.

Da non perdere, a “DiVin Nosiola: quando il vino si fa santo” 2023, anche il Trekking tra i vigneti della Nosiola e le degustazioni in diverse location. Oltre a quelle in cantina e nella Casa Caveau Vino Santo di Padergnone (TN), da non mancare i tasting a Palazzo Roccabruna di Trento, sede dell’Enoteca Provinciale del Trentino. Un’occasione unica per testare la longevità della Nosiola e del Vino Santo, indietro nel tempo anche di 30 anni.

Categorie
Esteri - News & Wine

The Balkans International Wine Competition 2023: il concorso enologico nella terra di Dracula


La misteriosa Transilvania, in Romania, ospiterà a giugno The Balkans International Wine Competition 2023, ovvero il Concorso enologico internazionale dei Balcani 2023, giunto ormai alla 12a edizione. Le degustazioni si terranno dall’1 al 3 giugno nel distretto di
 Bistrita-Nasaud, una delle località protagoniste del romanzo Dracula di Bram Stroker. Il Balkan Wine Festival sposterà poi le tende a Sofia, in Bulgaria, tra il 15 e il 17 giugno 2023: qui sarà possibile degustare le etichette premiate durante il concorso enologico internazionale.

Al di là del contorno suggestivo, non mancano i contenuti di peso. La missione principale del BIWCF e del presidente onorario del Concorso, Konstantinos Lazarakis MW, primo titolare del titolo di Master of Wine in Grecia e nei Balcani, è infatti quella di «promuovere i vini balcanici e la cultura del vino in tutto il mondo». Un areale, quello balcanico, che con 11,5 milioni di ettolitri di vino all’anno si colloca al quarto posto in Europa, dietro ai maggiori Paesi produttori di vino (Italia, Francia e Spagna).

«POTENZIALE ENORME PER IL VINO IN ROMANIA»

“Il Concorso enologico internazionale dei Balcani è la migliore prova di quanto sia dinamica la scena enologica dei Balcani – spiega il presidente del BIWC, il serbo Igor Lukovic – e di quanto sia grande la qualità dei vini della regione. Questo grande Concorso è cresciuto negli ultimi dieci anni di pari passo con lo sviluppo dell’enologia e il potenziale è ancora enorme. Negli ultimi anni, è diventata una regola che i vini che vengono riconosciuti per la prima volta al BIWC ricevano poi riconoscimenti da concorsi mondiali molto più grandi e diventino iconici.

La ragione di ciò risiede nel lavoro dedicato dell’intero team del BIWC, guidato da Galina Niforou, e nell’attenta selezione di giudici esperti e rispettati a livello internazionale, provenienti da tutto il mondo. È un vero onore guidare un concorso di questo tipo. Quest’anno il BIWC si svolgerà per la prima volta in Romania, e sono sicuro che questo porterà una nuova qualità al concorso».

BIWC, UN CONCORSO ENOLOGICO ITINERANTE

Dopo il grande successo dell’11ª edizione dello scorso anno, nella storica isola di Salamina, in Grecia, la BIWC continuerà la rotazione delle sedi e quest’anno sarà la Romania a ospitare la 12ª edizione. L’obiettivo di questa rotazione del più prestigioso concorso enologico per i vini dei Balcani è «una migliore integrazione delle cantine di tutti i Paesi balcanici e una loro migliore esposizione nella regione e in Europa».

«Ho già visitato diverse volte la contea di Bistrita-Nasaud – spiega il direttore generale Galina Niforou – e sono innamorata del paesaggio pittoresco della regione, della grande ospitalità e, naturalmente, dei suoi vini straordinari». «Era ora che la Romania ospitasse questo concorso – aggiunge Horia Hasnas, co-organizzatore rumeno della manifestazione enologica – per confermare la sua appartenenza geografica e culturale ai Balcani, ma anche per mostrare le sue bellezze, comprese quelle enologiche».

La decisione di ospitare questo grande evento in un’area che nemmeno molti rumeni associano al vino – continua Hasnas – potrebbe sembrare una sorpresa, ma credo che per i giudici e, più in là, per coloro che saranno legati a tutto ciò che si svolgerà ad Ardeal, la sorpresa sarà di grandi proporzioni».

LA GIURIA DI THE BALKANS INTERNATIONAL WINE COMPETITION 2023

Il miglior vino dei Balcani sarà scelto da una prestigiosa giuria composta da 25 persone – tra cui il direttore di winemag.it, Davide Bortone, per l’Italia – che quest’anno comprende 5 detentori del titolo di Master of Wine, Master Sommelier provenienti da Giappone, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Svizzera e rinomate personalità del vino provenienti da tutto il mondo. Dopo il concorso, il 4 giugno sarà organizzata una mostra nel cortile del Complexul Muzeal Bistria-Nasaud, alla quale sono invitati buyer, sommelier, distributori e winelovers dalla Romania e dall’estero.

La cerimonia di premiazione e la cena di gala, nota come “Oscar del vino dei Balcani“, si svolgeranno quest’anno il 3 giugno nell’incantevole Castello di Teleki a Posmus, costruito nel 1634. Nella stessa location si terranno anche le giornate di degustazione. L’anno scorso il Gran Trofeo per il “Miglior vino dei Balcani 2022” è stato assegnato alla cantina Tikves, situata nella Macedonia settentrionale, per il Bela Voda bianco 2020.

Categorie
news news ed eventi

55° Vinitaly, edizione 2023 record: «Più di mille buyer da 68 Paesi»


Vinitaly 2023
scalda i motori. La 55° edizione è ai nastri di partenza e si preannuncia da record. Secondo le stime di Veronafiere ed Ice-Agenzia, saranno presenti «più di 1.000 top buyer (+43% sul 2022) da 68 Paesi selezionati, invitati e ospitati» a Verona.
Business, internazionalizzazione e posizionamento saranno le tre direttrici di Vinitaly 2023, «pronto a diventare, dal 2 al 5 aprile, la più grande “ambasciata” del vino, con oltre 4 mila aziende da tutta Italia e da più di 30 nazioni», sempre secondo le stime degli organizzatori.

L’edizione 2023 del salone internazionale dei vini e dei distillati organizzato da Veronafiere è stata presentata oggi a Roma da Federico Bricolo, presidente di Veronafiere SpA, e Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere Spa. Alla conferenza stampa sono intervenuti anche Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Matteo Zoppas, presidente di Ice-Agenzia, Giuseppe Schirone, economista e manager di Prometeia, e Carlo Flamini, wine observatory manager di Unione Italiana Vini.
 
«Sarà un Vinitaly 2023 di servizio – anticipa il presidente di Veronafiere Spa, Federico Bricolo – sempre più funzionale alle esigenze delle aziende che operano sui mercati. Una evoluzione prevista dal piano industriale, con l’obiettivo di potenziare ulteriormente l’identità e la centralità della manifestazione, oggi riconosciuta quale brand in grado di trainare la promozione del vino italiano a livello internazionale. Il risultato della campagna straordinaria di incoming realizzata quest’anno ci proietta verso il Vinitaly del futuro, leva per la competitività e la crescita di questo settore strategico del made in Italy».

In contemporanea, sugli oltre 100mila mq netti di superficie espositiva tra padiglioni fissi e tensostrutture al completo, anche gli altri due saloni professionali – Enolitech con Vinitaly Design e Sol&Agrifood con B/Open Xcellent Beers – che portano così il totale espositivo in quartiere a più di 4.400 aziende.

Categorie
Esteri - News & Wine news news ed eventi

Città del Vino collabora al rilancio delle 7 Strade del Vino dell’Ucraina


FOTONOTIZIA –
Un progetto a metà tra l’enoturismo e la solidarietà, la cui realizzazione non potrà tuttavia prescindere dalla pace tra Ucraina e Russia. A proporlo è l’Associazione nazionale Città del Vino, che ha intenzione di sostenere il rilancio delle Strade del Vino dell’Ucraina, Paese in cui si allevano 180 vitigni.

A sottoporre al consiglio nazionale il progetto è stato il Consorzio Vini Colli Euganei, che ha trovato l’appoggio del presidente dell’associazione Città del Vino, Angelo Radica. Complessivamente gli ettari vitati in Ucraina erano 41.300 prima della guerra (1,33 milioni di ettolitri).

Oltre alla Trascarpazia, i vigneti si concentrano nelle regioni del sud vicino ad Odessa e nella zona a sud del fiume Dnieper, nei pressi di Kherson, dove il conflitto ha impattato in maniera fortissima. Proprio in questa zona si concentra la maggior parte delle 7 Strade del Vino dell’Ucraina.

Categorie
Esteri - News & Wine

Enoturismo in Borgogna: 280 nuovi pannelli per orientarsi tra Cru e Appellations


Tempo di restyling per i vigneti della Borgogna, che possono ora contare su 280 nuovi pannelli utili ad orientarsi tra Cru e Appellations. A spingere per il netto cambio di stile nella grafica dei cartelli è stato il Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne. I primi a “rifarsi il trucco” sono stati i
vigneti dello Châtillonnais e del Grand Auxerrois, alla fine del 2022, seguiti sin dai primi giorni del 2023 da Mâconnais, Côte Chalonnaise, Côtes de Beaune e Côtes de Nuits.

«I nuovi pannelli, di colore marrone – spiega il Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne – evocano chiaramente la terra, integrandosi naturalmente con il paesaggio. Un modo per esaltare ancor più la nozione di terroir, tanto cara ai vini di Borgogna. Resi ancora più moderni, questi pannelli sono pienamente in linea con l’ambizione di eccellenza dell’enoturismo della Borgogna, unica regione vinicola a disporre di una tale rete di cartelli per i visitatori».

Questo rinnovamento dinamico accompagna l’apertura della Cité des Climats et Vins de Bourgogne nei tre siti di Mâcon, Chablis e Beaune, prevista per la tarda primavera. I visitatori potranno migliorare la loro conoscenza dei vini di Borgogna e scoprire i vari terroir e le cantine presenti in ognuna delle zone. Il restyling, per il momento, non interessa i pannelli dello Chablis, più recenti rispetto agli altri e già fotogratissimi dai tanti turisti in visita in Borgogna.

Categorie
degustati da noi vini#02

Igt Toscana 2020 “Bianco Fedespina”, Podere Fedespina

L’Igt Toscana 2020Bianco Fedespina” di Podere Fedespina è uno dei vini bianchi presenti nella Guida Top 100 Migliori vini italiani 2023 di winemag.it. Un vino da uvaggio ottenuto da varietà Chardonnay, Vermentino e Durella che confermano, a un anno di distanza, l’ottimo lavoro della “Cantina dell’anno – Centro Italia” 2022 della nostra guida nazionale.

Alla vista, “Bianco Fedespina” 2020 si presenta di un bel giallo paglierino. Naso suadente, cremoso, burroso, sullo Chardonnay ma anche sull’esotico del Vermentino. In bocca la Durella conferisce slancio, dinamicità e verticalità unica alla beva di un vino che non smette di convincere, di annata in annata. Etichetta e cantina da scoprire.

Categorie
in-abbonamento Vini al supermercato

Verso Pasqua con il vino in promozione al supermercato: le offerte abbondano

You need to be logged in to view this content. Si prega . Non sei un membro? Registrati
Categorie
news news ed eventi

Vandali o malavita in azione in una “Città del Vino” del Friuli: tagliate 1.100 viti


Regna il silenzio più cupo attorno al taglio di 1.100 viti del vigneto di proprietà di Adriano Grosso, viticoltore di Bertiolo. Non una località qualunque. Siamo in Friuli Venezia Giulia, in provincia di Udine, a pochi chilometri dalla cittadina di Codroipo e dagli argini del fiume Tagliamento. Bertiolo è “Città del Vino” e sul suo territorio si producono Prosecco e altri vini tipici del Friuli. L’episodio, da attribuire a vandali o alla malavita, è al vaglio dei carabinieri così come altri due casi, avvenuti nella zona tra 2021 e il 2022 e rimasti irrisolti.

In paese, il caso è sulla bocca di tutti. Ma nessuno vuole entrare nel dettaglio o fornire ulteriori elementi alla stampa. «Qui a Bertiolo c’è un clima particolare – riferiscono in un bar del borgo friulano, 2.300 abitanti – siamo come la Sicilia: non ci piace parlare troppo». Si chiude nel mutismo anche il sindaco, Eleonora Viscardis, eletta nel 2021 tra le file del centrodestra. Il primo cittadino, attraverso la segreteria del Comune, fa solo trapelare (testualmente) che «la famiglia vittima del taglio delle 1.100 viti non vuole che si faccia pubblicità all’accaduto».

Secondo quanto riferito dagli inquirenti, la denuncia dell’atto vandalico – o dell’evento malavitoso – risale al 17 marzo. Il danno sarebbe stato tuttavia compiuto in precedenza, ovvero nel periodo compreso tra il 14 febbraio e il 15 marzo. Prima di mercoledì scorso, Adriano Grosso aveva visitato il piccolo vigneto di sua proprietà il 13 febbraio. Il taglio delle 1.100 viti, ad opera di una o più persone, potrebbe essere dunque avvenuto tra un sopralluogo e l’altro. L’uomo, che vende l’uva atta alla produzione di vini Igt ad una cooperativa locale, avrebbe quindi deciso di sporgere denuncia, a circa 48 ore dalla terribile scoperta.

GLI INQUIRENTI: DANNO NON COPERTO DA ASSICURAZIONE

Sempre secondo quanto riferito dai carabinieri a winemag.it, il danno ammonterebbe a una cifra considerevole, pari a 25-30 mila euro, non coperta da assicurazione. Un dettaglio, quello della mancanza di copertura assicurativa, che fa pendere la bilancia verso un’azione compiuta per arrecare un danno economico e psicologico ad Adriano Grosso e alla sua famiglia, operante nel ramo della viticoltura e della coltivazione agricola.

L’uomo, 60 anni, ben noto in Paese e appartenente al ceppo famigliare locale dei “Miniùçs” di Bertiolo, è fratello dell’ex vicesindaco di Bertiolo, Mario Grosso, scomparso prematuramente nel maggio del 2021, a causa di un malore improvviso. L’età del vigneto finito del mirino della malavita non sarebbe avanzata. Adriano Grosso ha ottenuto dalla Regione l’autorizzazione all’impianto solo in occasione della campagna viticola 2018/2019, per una piccola superficie (1.416 metri quadrati). La stessa metratura richiesta e ottenuta, a sua volta, dal fratello Alberto Grosso.

Per la “Città del Vino” del Friuli l’episodio rappresenta l’ennesima batosta nel giro di pochi anni. Nel 2022 erano state tagliate ottanta piante di varietà Glera da Prosecco. Danni simili anche in altri comuni della provincia di Udine: a Tricesimo, nel 2021, 120 viti di Schioppettino sono state rase al suolo con la stessa metodologia, senza che gli inquirenti scoprissero i nomi dei colpevoli. Episodi che accomunano questa zona del Nord Est al Sud Italia, in particolare alla Puglia e alla provincia di Foggia, dove diversi vigneti hanno subito negli ultimi anni lo stesso trattamento. Tra le vittime illustri della malavita locale, sempre in Puglia, anche il giornalista Bruno Vespa.

[credits foto di copertina: @sofiamoro]

Categorie
Esteri - News & Wine news news ed eventi

Concours Mondial du Sauvignon 2023: Austria regina incontrastata, insidiata dalla Loira


Dal 14 al 16 marzo, 1.210 vini Sauvignon provenienti da tutto il mondo si sono contesi le ambite medaglie del Concours Mondial du Sauvignon 2023. Per la prima volta nella sua storia, la competizione si è svolta fuori dall’Europa, a Franschhoek, in Sudafrica. Non è cambiata, tuttavia, la supremazia dell’Austria, incoronata regina delle nazioni produttrici di Sauvignon Blanc (20, per la precisione, quelle in lizza) da 50 giudici internazionali.

Il miglior Sauvignon del concorso proviene di fatto dalla Stiria, la regione austriaca di Graz. Il Trofeo Dubourdieu è stato quindi assegnato al Sauvignon Blanc “Sieme Eichberg” della cantina Adam-Lieleg. All’Austria un totale di 85 medaglie, di cui 45 d’oro e 40 d’argento.

Nonostante la difficile annata 2022, la Loira (Francia) ha comunque ottenuto 77 medaglie (28 d’oro, 49 d’argento). Si tratta di una bella ricompensa per i produttori della regione che hanno dovuto fare i conti con condizioni meteorologiche avverse. Al Concours Mondial du Sauvignon 2023, la Francia ha vinto anche il Trofeo Internazionale per il miglior assemblaggio, che è andato al Saint-Lannes Sauvignon Chardonnay di Duffour Père & Fils.

RAIF 2021 DI CASTELFEDER RIVELAZIONE ITALIANA

La Spagna mantiene la sua posizione, con ben 12 medaglie, di cui quattro d’oro. La Castiglia e León è chiaramente una terra privilegiata per questo vitigno, ma nell’elenco dei vincitori sono presenti anche altre zone di produzione come la Catalogna, l’Aragona, la Navarra e la Mancia.

L’Italia si è aggiudicata 14 medaglie d’oro e 17 d’argento, con il Friuli-Venezia Giulia che si conferma territorio di produzione leader della penisola. Il Sauvignon 2021 “Raif” di Castelfeder si aggiudica tuttavia il premio Rivelazione 2023 per l’Italia, spostando il cerchio del vitigno in Trentino Alto Adige.

Il Sudafrica fa grandi progressi, tra le maggiori nazioni produttrici di Sauvignon Blanc. Ben 56 le medaglie rimasta in casa agli organizzatori del Concours Mondial du Sauvignon 2023, di cui 26 d’oro e 30 d’argento, oltre al titolo “Tonnellerie Sylvain” per il miglior vino invecchiato in botti di rovere assegnato al Villiera Bush Vine di Villiera Wines.

Categorie
news news ed eventi

È italiano il miglior rosato al Concours Mondial de Bruxelles 2023


È italiano il miglior vino rosato del Concours Mondial de Bruxelles 2023. A produrlo è Pasqua Vigneti e cantine di Verona, incoronata all’ultima edizione del prestigioso concorso internazionale. Una doppia vittoria per l’Italia che, in terra francese, per l’esattezza a Montpellier, strappa un riconoscimento storico per il movimento dei rosé – pardon, “rosati” – italiani.

In verità è tutto il Bel Paese a uscire a testa alta dall’edizione 2023 dedicata dal Concours Mondial de Bruxelles ai “vini rosa”, a cui hanno preso parte etichette provenienti da ben 25 Paesi, per lo più europei. L’Italia può contare su un bottino pari al 33% di tutte medaglie assegnate da 55 degustatori internazionali.

In particolare, il Bel Paese porta a casa una Gran medaglia d’Oro, 29 medaglie d’oro e 48 medaglie d’argento. La Puglia è la prima regione italiana presente nel medagliere, con 27 medaglie. Seguono il Veneto, con 17 medaglie e l’Abruzzo, con 11 medaglie. Tutte insieme, le altre nazioni hanno raccolto il 29% delle medaglie d’oro e d’argento.

Categorie
degustati da noi news news ed eventi vini#02

Derthona Timorasso sempre più “bianco di Langa”: i 10 migliori 2021 in anteprima

C’è il nuovo cru di Borgogno, Scaldapulce, in vendita a 99 euro (in cantina): lassù, non per tutti i portafogli; manifesto dell’intenzione, del progetto, delle aspirazioni e delle aspettative degli storici produttori di Langa, in “trasferta” sui Colli Tortonesi. Ci sono poi La Spinetta, Vietti, Vite Colte, Voerzio Martini e “ragazzi d’oro” come Claudio Viberti di Giovanni Viberti, a dare ulteriore peso a quella che, ormai, è una certezza: il Derthona Timorasso è sempre più il vero “bianco di Langa”, l’alter ego di Barolo e Barbaresco, in Piemonte e nel mondo. Senza nulla togliere a Favorita o Nascetta / Nas-cëtta, il vitigno risollevato negli anni Novanta da un manipolo di vignaioli guidato dal genio Walter Massa è ormai sulla strada della definitiva consacrazione, nell’olimpo dei fine wines internazionali.

I passi compiuti sui Colli Tortonesi sono degni di un gigante. Il Timorasso (oggi al secolo “Derthona”, per la lungimirante decisione di legare il territorio al vino, non il nome del vitigno) è passato dai 3 ettari della fine degli anni Ottanta ai 330 ettari attuali, sui complessivi 1.257 ettari vitati del tortonese (56 comuni). La produzione supera di poco il milione di bottiglie, ma l’obiettivo è di arrivare a 3 milioni entro il 2030. Nei prossimi tre anni, in zona, si pianteranno ulteriori 160 ettari. Consentendo così ai produttori di fare massa critica sui mercati, soprattutto internazionali, forti anche della spinta dei grandi nomi che hanno investito nelle “nuove Langhe” del Piemonte “in bianco”.

Il tutto accompagnato da un rigido disciplinare che esclude il fondo valle ed esalta le peculiarità microclimatiche delle 6 valli della denominazione (Ossona, Grue, Curone, Scrivia, Borbera e Spinti) che da nord a sud disegnano un territorio costellato – tra l’altro – da suoli simili a quelli langaroli, per la presenza di Marne di Sant’Agata Fossili, molto comuni nella Docg Barbaresco (Barbaresco, sud di Neive e Treiso) ed in una porzione estesa della Docg Barolo (oltre a una buona porzione del territorio di Barolo, le troviamo nella parte est di La Morra, a Novello, a ovest e nord-est di Monforte, nonché a nord di Serralunga e a Grinzane Cavour).

Fondamentale, da queste parti più che altrove, la gestione agronomica del vigneto. A testimoniarlo è Davide Ferrarese, tra i massimi esperti italiani con la sua società di consulenza Vigna Veritas, con sede a Gavi, in Piemonte. «La prima vendemmia di Timorasso – riferisce – è stata uno shock per uno dei produttori di Langa che ha investito sui Colli Tortonesi. Le uve arrivate in cantina gli sembravano brutte. Mi ha chiamato preoccupatissimo. Una volta vinificate, è rimasto altrettanto scioccato, ma in positivo, dagli incredibili valori analitici, soprattutto in termini di acidità e pH. Il Timorasso è così: un po’ brutto da vedere, magari, ma in grado di dare risultati eccezionali, una volta vinificato».

Da buone ad ottime, di fatto, anche le impressioni della nuova annata del Timorasso. A Derthona Due.Zero 2023, lo scorso weekend, è stata presentata la vendemmia 2021 del grande bianco di Langa (pardon, dei Colli Tortonesi). L’impressione è che sia migliorata, in larga scala, in primis la gestione agronomica del vigneto del Timorasso, soprattutto sul fronte del controllo del tenore alcolico (il Tortonese è tra le zone più siccitose d’Italia). Lo dimostra l’assaggio alla cieca dei 41 campioni di altrettante cantine. Tra i nuovi trend un utilizzo più massiccio del legno rispetto al passato, con risultati non sempre ottimali in termini di bilanciamento e rispetto del varietale. Ecco i migliori Derthona Timorasso all’anteprima 2021.

I MIGLIORI DERTHONA TIMORASSO 2021 A DERTHONA DUE.ZERO 2023

(in ordine di degustazione alla cieca)

Derthona 2021, Canevaro Luca

Colore più carico del precedente, un giallo paglierino intenso, dai riflessi dorati. Naso sul frutto giallo, pesca, albicocca matura. Buon corredo di erbe aromatiche di contorno. Al palato è pieno, succoso, polposo, ricco di materia, con la componente glicerica ben controbilanciata da una freschezza viva. Vino di ottima prospettiva.

Colli Tortonesi Doc Timorasso 2021 “Rugiada del mattino”, Cascina I Carpini

Giallo dorato. Al naso albicocca sotto sciroppo, bei ricordi mentolati, erbe aromatiche. Al palato è intenso, di grandissima concentrazione e opulenza sul frutto giallo, ben riequilibrato da un’acidità vibrante. Componente salina importante, per un vino all’inizio del suo percorso, ma già godibile.

Derthona 2021, Borgogno

Giallo paglierino intenso. Nota netta di pirazinica, è Tenuta Pastura? Il frutto giallo non manca di polpa e controbilancia le note verdi, dando slancio e setosità al sorso. Un campione già molto godibile, con del leggero residuo zuccherino apparente che contribuisce a rendere la chiusura intrigante. Vino gastronomico, sin d’ora godibile.

Derthona 2021, Oltretorrente

Giallo paglierino riflessi dorati. Altra impronta umami, salinità e frutto giallo. Bellissima espressione del frutto al palato, sferzata da ricordi agrumati, speziati di zenzero. Tra i campioni più attaccati al territorio. Vino giovanissimo, all’inizio di un lungo percorso di vita.

Derthona 2021 “Thimos”, Alvio Pestarino

Giallo paglierino. Bel naso tra frutto giallo, polposo, ed erbe aromatiche. Al palato è intenso sul frutto giallo e sull’agrume, ben controbilanciati dalla vena glicerica. Vino che premia la beva, l’immediatezza, ma non rinuncia a tutte le caratteristiche del vitigno, compresa la prospettiva di lungo affinamento.

Terre di Libarna Doc 2021 “Archetipo”, Ezio Poggio

Giallo paglierino tendente al dorato. Bel naso generoso, sulla frutta di maturità piena, con accenti terziari. Al palato è goloso, sulla frutta gialla (pesca, albicocca) e deviazioni tropicali. Chiude asciutto ma equilibrato, nonostante l’opulenza del frutto, dalla texture cremosa.

Derthona 2021 “Grue”, Pomodolce

Giallo tendente all’oro. Vino che brilla in termini di espressione del varietale, compatto e goloso. Bella fragranza del frutto e chiusura asciutta che invita al sorso successivo. Vino di terroir.

Colli Tortonesi Doc Timorasso 2021 “Francesca”, Vigne Marina Coppi

Giallo paglierino intenso. Ottima intensità e precisione sul frutto, sulla maturità della pesca e dell’albicocca. Al palato freschezza viva, d’agrume (ricordi di pompelmo rosa), a controbilanciare la vena glicerica. Vino all’inizio di una lunga vita.

Derthona 2021, Vigneti Repetto

Giallo paglierino. Al naso e al palato un’ottima corrispondenza che si dipana su note di pesca gialla e agrumi, tra tensione acida e mineralità che danno vita a sensazioni umami e ricordi di pietra bagnata. Palato teso e fruttato, per uno dei campioni più completi in termini di rispetto, espressione ed esaltazione del varietale del Timorasso.

Derthona 2021, Voerzio Martini (BEST IN SHOW)

Al naso netta mentuccia, sul frutto, che ricorda alcune espressioni di Timorasso della Val Borbera. Splendida espressione, sia al naso che al palato, della componente agrumata, che si accosta a un frutto giallo polposo. Sorso croccante, sapido, di gran pulizia e goloso, ad anticipare una chiusura tesa, minerale, che incita la beva. Vino di prospettiva assoluta e miglior campione dell’annata 2021: best in show di Derthona Due.Zero 2023.

Categorie
Food Lifestyle & Travel news news ed eventi

Il futuro del Derthona Timorasso: giovani ed alta ristorazione

Giovani ed alta ristorazione. Sono i due assi nella manica del Derthona, vino bianco ottenuto da uve Timorasso sui Colli Tortonesi. L’ultima edizione di DerthonaDue.Zero, in scena lo scorso weekend a Tortona, ha visto l’esordio ufficiale di Derthona Giovani, gruppo di 20 produttori vitivinicoli affiancati da 12 aziende del settore food uniti per promuovere, comunicare e valorizzare il territorio dei Colli Tortonesi.

Il gruppo di giovani si impegnerà ad organizzare eventi che coinvolgano le associazioni e le diverse realtà locali, oltre ad assicurare la partecipazione ad eventi food and wine in Italia e all’estero e collaborazioni con enti scolastici e scambi culturali con altre associazioni giovani.

ENRICO CRIPPA AMBASCIATORE DEL DERTHONA 2023

Netto il legame del Derthona con la ristorazione (e con l’alta ristorazione) anche grazie alla nomina di Enrico Crippa, chef del ristorante 3 Stelle Michelin Piazza Duomo di Alba (CN), ad Ambasciatore del Derthona 2023. Un’iniziativa, quella promossa dal Consorzio dei Colli Tortonesi, voluta «per premiare il lavoro e la dedizione di quei professionisti del settore che ogni anno si impegnano a far conoscere questo territorio e il suo vitigno simbolo».

«Sin dall’inizio della loro storia, negli anni 2000 – ha spiegato il presidente del Consorzio, Gian Paolo Repettola famiglia Ceretto ed Enrico Crippa, hanno dato spazio al Timorasso, inserendolo all’interno di una delle carte dei vini più prestigiose d’Italia, donandogli al contempo anche una grande visibilità a livello internazionale».

Se il Timorasso è diventato così buono – ha commentato lo chef Enrico Crippa – è anche per merito delle persone che lo fanno. Oggi il livello è davvero altissimo. Noi abbiamo sempre creduto nei vini bianchi del Piemonte, ecco perché abbiamo inserito nei nostri percorsi anche il Timorasso come grande rappresentante di questa categoria».

LA CENA AL RISTORANTE ANNA GHISOLFI DI TORTONA


Grande spazio, in occasione di Derthona Due.Zero 2023, anteprima riservata alla stampa dedicata alla vendemmia 2021 del Timorasso, a un’altra grande protagonista della scena dell’alta ristorazione piemontese. La cena di sabato 12 marzo si è svolta nel ristorante della chef Anna Ghisolfi, allieva di Gualtiero Marchesi.

Location straordinaria – una chiesa sconsacrata nel centro di Tortona, con cucina a vista, senza barriere sui limitati posti a sedere – e piatti (in pieno stile “tapas”) all’altezza delle aspettative tra i «contrasti di sapori» e l’assoluta «eleganza visiva» che da sempre connotano lo stile misurato e distante da eccessi e manierismi della cucina di Anna Ghisolfi.

Abbinamento perfetto con le diverse etichette di Derthona Timorasso scelte per accompagnare i piatti. A presentarle sono stati i numerosi produttori presenti in sala per sottolineare un legame, quello con l’alta ristorazione, che ha tutto il sapore di un nuovo posizionamento per i Colli Tortonesi e per il loro vitigno principe.

Categorie
Vini al supermercato

Vinitaly 2023, Gdo protagonista: ecco vini e spumanti più venduti ed emergenti al supermercato


Saranno presentate nella loro interezza a Vinitaly 2023 le classifiche di vini e spumanti più venduti ed emergenti al supermercato secondo la ricerca Circana (ex Iri). Veronafiere anticipa tuttavia alcuni dei contenuti della tavola rotonda in programma il 3 aprile a Verona. Il 2022 è stato un anno difficile anche per il mercato del vino nella Distribuzione Moderna a causa degli aumenti di costo delle produzioni e dei prezzi al pubblico.

Il 2023 potrebbe essere ancora un anno difficile per i volumi, a causa del pieno manifestarsi degli effetti legati al prezzo, ma potrebbe anche verificarsi un recupero nel secondo semestre, se l’inflazione calerà e se le promozioni diventeranno più incisive. Questo il quadro che verrà presentato in dettaglio dall’istituto di ricerca Circana (già IRI) a Vinitaly (a Verona dal 2 al 5 aprile), nel corso della 19° tavola rotonda su vino e Distribuzione Moderna, organizzata da Veronafiere.

DISTRIBUZIONE MODERNA PROTAGONISTA A VINITALY 2023

Un’anteprima della ricerca presenta i dati generali delle vendite nell’anno 2022, la classifica dei vini e spumanti più venduti (a volume) sugli scaffali della Distribuzione Moderna e la classifica dei vini “emergenti” (a valore). Sul podio il Prosecco (Veneto e Friuli V.G.) con 46 milioni di litri venduti, il Chianti (Toscana) con 17 milioni di litri, il Lambrusco (Emilia Romagna) con quasi 17 milioni di litri. Si fanno notare le buone performance del Nero d’Avola (Sicilia) al 10° posto con quasi 8 milioni di litri, il Pignoletto (Emilia Romagna) al 12° posto con 6 milioni di litri, il Primitivo (Puglia) al 13° posto con quasi 6 milioni di litri.

La classifica dei vini “emergenti”, cioè quelli col maggior tasso di crescita rispetto all’anno precedente, elaborata a valore, mostra sul podio: Ribolla (Friuli V.G.) con +12%; Muller Thurgau (Trentino Alto Adige) con +10,0%; Vermentino (Sardegna, Liguria, Toscana) con +9,9%. Da notare i buoni piazzamenti in questa speciale classifica di Vernaccia (Toscana), Orvieto (Umbria, Lazio), Nebbiolo (Piemonte, Lombardia). I dati dell’intero comparto vino mostrano una flessione, a volume, del vino (-5,4%), dei vini rossi (-7%), degli spumanti (-4,7%) che diventa -0,2% se si esclude il Prosecco.

Lo scenario geo-politico e le conseguenze sui prezzi hanno generato effetti non marginali sulle vendite, che però hanno resistito evitando un tracollo – ha dichiarato Virgilio Romano, Business Insight Director di Circana (già IRI) – La fine del Covid potrebbe dare più certezze a tutti.

Nel corso della tavola rotonda presenteremo i dati dei primi mesi dell’anno, in modo da approfondire i primi segnali che vengono dai mercati e che potrebbero condizionare il 2023. Senza drammatici ulteriori aumenti dei prezzi, le Cantine e la Distribuzione potranno tornare a confrontarsi sulla base delle scelte aziendali e delle strategie di medio-lungo periodo”.

Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere, ha sottolineato la rilevanza della tavola rotonda promossa con Vinitaly: «Nel tempo è divenuta uno dei luoghi privilegiati del dialogo tra le cantine e le insegne distributive, spesso caratterizzato da posizioni lontane. Per favorire l’incontro, in un periodo non facile per le vendite del vino, abbiamo anche rinnovato la formula, che consentirà ai rappresentanti dei produttori di porre direttamente domande ai distributori, in modo che il confronto sia sempre più costruttivo».

La tavola rotonda si terrà a Vinitaly lunedì 3 aprile, e vi parteciperanno, oltre Virgilio Romano:  per Federvini, Mirko Baggio (Responsabile Vendite Gdo di Villa Sandi); per Unione Italiana Vini, Luca Devigili (Business Development Manager di Banfi); Conad, Simone Pambianco Category Manager Bevande; Coop Italia, Francesco Scarcelli, Responsabile Reparto Beverage; Gruppo Selex, Flavio Bellotti, Responsabile Category Vino;  Carrefour, Lorenzo Cafissi, Responsabile Beverage Alcolico; MD, Marco Usai, Wine Specialist.

DISTRIBUZIONE MODERNA: LE ANTICIPAZIONI DELLA RICERCA CIRCANA-VINITALY


Categorie
Esteri - News & Wine news news ed eventi

Italia quinto Paese importatore di Champagne nel 2022: Comité Champagne presto a Milano


L’Italia raggiunge il quinto posto tra i Paesi importatori di Champagne nel 2022. I numeri parlano chiaro, con un +11,5% rispetto al 2021. Quarto posto per il Bel Paese a valore, con una crescita del 19% rispetto all’anno precedente. Nel 2022 le spedizioni di Champagne verso l’Italia hanno registrato un vero e proprio record storico sia a volume che a valore, con 10,6 milioni di bottiglie e un giro d’affari di 247,9 milioni di euro (valore franco cantina e tasse escluse).

Le spedizioni totali di Champagne nel 2022 ammontano a 325,5 milioni di bottiglie, con una crescita dell’1,5% rispetto al 2021 e un valore globale di 6,3 miliardi di euro. Italia, dunque, appena fuori dal podio dei Paesi importatori di Champagne, ma comunque tra i principali mercati all’export delle più prestigiose “bollicine” internazionali.

Maggiori dettagli verranno forniti alla stampa di settore – e dunque da winemag.it – in un incontro a Milano, a fine, a cui parteciperanno i due co-presidenti del Comité Champagne, David Chatillon e Maxime Toubart, oltre al direttore generale Charles Goemaere.

Exit mobile version